rivista di studi danteschi
Transcript
rivista di studi danteschi
rivista di studi danteschi periodico semestrale Direzione: Gian Carlo Alessio, Marco Ariani, Corrado Calenda, Enrico Malato, Andrea Mazzucchi, Manlio Pastore Stocchi, Jacqueline Risset, Irène Rosier Catach, Cesare Segre. Redazione: Luca Azzetta, Vittorio Celotto, Massimiliano Corrado, Gennaro Ferrante, Marco Grimaldi, Ciro Perna Direttore responsabile: Enrico Malato Anno XI • 2011 salerno editrice roma MIRKO VOLPI IL CANTO DELLA DIVISIONE. SINTASSI E STRUTTURA IN INFERNO, XXVIII (PP. 3-37) Le peculiarità retoriche, sintattiche e strutturali che caratterizzano il XXVIII dell’Inferno non si esauriscono nel mero artificio, ma risultano sempre pienamente funzionali a una piú globale comprensione del canto, configurandosi in modo particolarmente rilevato come il suo esatto corrispettivo formale; infatti il peccato della divisione, della separazione, qui punito nella lacerazione delle membra dei dannati (i seminatori di discordie), si riflette nelle divaricazioni della sintassi e nei continui richiami, incastri e legami che tengono insieme i vari segmenti ed episodi del canto. La lettura propone anche l’individuazione di nuove fonti scritturali, in particolare per Maometto, la cui rappresenil canto della divisione. sintassi e struttura in inf., XXVIII tazione sarebbe stata suggerita a Dante dalla morte per sventramento di Giuda Iscariota (secondo il racconto degli Atti degli Apostoli), analoga a quella dell’eresiarca Ario. The rhetorical, syntactical and structural patterns of ‘Inferno’, xviii are not merely a result of Dante’s stylistic device; indeed, as formal supplements of the Canto, they help to a more comprehensive understanding of it. As a matter of fact, the punishing of the sin of discord by damned men’s limb tearing is here reflected in the distortion of syntax, as well as in the continuous snap-fit references and textual bonds linking together all the episodes of the Canto. Furthermore, such reading displays new scriptural sources, in particular for Mahomet, whose representation was maybe suggested to Dante by Judas’ death by evisceration (according with the ‘Acts of the Apostles’), which is also similar to that of the heresiarch Ario. MANLIO PASTORE STOCCHI «IL LUME D’ESTA STELLA»: LETTURA DI PARADISO, IX (PP. 38-62) Nel canto IX del Paradiso la mite e amabile Cunizza da Romano, illuminata da pregi intellettuali e morali che gli astrologhi medievali attribuivano, insieme ma non in contrasto con l’indole passionale, all’influenza del pianeta Venere, è proposta in polemica opposizione demoniaca del fratello di lei Ezzelino, evocata recentemente (1314-1315) da Albertino Mussato per denunciare come ugualmente ingiusta e feroce la personalità di Cangrande della Scala. Attraverso le parole della beata Cunizza Dante ritesse invece e interpreta un quadro della recente storia locale, riletta alla luce delle aspettative destate in lui, dopo l’amaro fallimento di Arrigo VII, dall’attivismo dell’ammirato Cangrande, cui egli affidava le proprie speranze di una riscossa dell’idea imperiale. E da questa riscossa non poteva andar disgiunta, nel suo pensiero, una ritrovata, piú autentica, missione pastorale della Chiesa: missione a cui richiamano Folchetto da Marsiglia e il typus di Raab. Sul piano esegetico, l’articolo offre e documenta interpretazioni originali per luoghi controversi del canto (in specie v. 40, «s’incinqua», e v. 54, «malta»). In the Canto ix of ‘Paradiso’, the gentle and pleasant figure of Cunizza da Romano is portrayed along with her intellectual and moral gifts, as well as with her passionate nature, both of which medieval astrologists assigned to the influence of Venus. Such character is put in polemical opposition with the demonic presence of his brother Ezzelino, evoked at that time (1314-15) also by Albertino da Mussato, who thus wanted to denounce the figure of Cangrande della Scala as equally unjust and cruel. Through the words of the blissful Cunizza, indeed, Dante describes and interprets a scene of the recent local history in the context of his expectations for the politics of the admired Cangrande, to whom he entrusted the revival of the imperial idea after the death of the emperor Henry the VII. To such revival was always connected, in Dante’s thought, a renewed and more genuine pastoral mission of the Church, which is recalled in this Canto by Folquet de Marselha and the ‘typus’ of Raab. At the exegetical level, the article offers and proves new interpretations for the more disputed points of the Canto (namely v. 40 «s’incinqua», and v. 54 «malta»). CIRO PERNA PROLEGOMENA ALL’EDIZIONE DELLA «TERZA REDAZIONE» DELL’OTTIMO COMMENTO: PURGATORIO E PARADISO. II. ESEGESI TRA COMPILAZIONE E RISCRITTURA (pp. 63-108) Il contributo offre un’indagine sull’apparato esegetico noto come «terza redazione» dell’Ottimo Commento. A partire da un’analisi relativa alle chiose al Purgatorio e al Paradiso si individuano i termini di datazione, le caratteristiche strutturali del commento, nonché il modus operandi del commentatore, tanto nella fase compilativa (ovvero nel rapporto con l’esegesi pregressa), quanto nelle singolari proposte ermeneutiche e nel ricorso a fonti innovative. The paper presents a study on the exegetical apparatus known as «third draft» of ‘Ottimo Commento’. Starting from an analysis of the glosses to ‘Purgatorio’ and ‘Paradiso’, the author identifies the dating terms of the commentary, its structural features, and also the commentator’s ‘modus operandi’, both in its compilatory phase (that is in its relationship with the exegetical tradition) and in its resorting to original interpretations and sources. MICHELE RINALDI RICERCHE SUL TESTO DELLE EXPOSITIONES ET GLOSE SUPER COMEDIAM DANTIS DI GUIDO DA PISA. ASPETTI E PROBLEMI DELL’EMENDATIO (pp. 109-36) Il contributo propone alcune congetture sul testo delle Expositiones et glose super ‘Comediam’ Dantis di Guido da Pisa nella redazione tràdita dal ms. di Chantilly, Musée Condé, 597. L’esame dei passi sospetti di corruttela viene condotto attraverso il confronto con la redazione del commento guidiano tràdita dalle cosiddette Chiose Laurenziane (Firenze, Bibl. Medicea Laurenziana, Plut. 40 2) e con varie fonti o loci paralleli dell’esegesi del frate carmelitano. L’analisi ravvicinata del comportamento del copista porta a individuare alcune tipologie di errori ricorrenti nel ms. di Chantilly; sotto il profilo metodologico, l’identificazione di queste ultime si dimostra utile per proporre alcuni possibili rimedi in sede di emendatio. This paper proposes some conjectures for the text of Guido da Pisa’s ‘Expositiones et glose super Comediam Dantis’, as known in the draft of the manuscript Chantilly, Musée Condé, 597. The examination of the probable errors is conducted by comparing this text with the prior draft of ‘Chiose Laurenziane’, held in the manuscript Firenze, Bibl. Medicea Laurenziana, Plut. 40 2, along with other sources and ‘loci paralleli’ of the Carmelite’s exegesis. A closer analysis of the scribe’s attitudes leads to find out different typologies among the recurring errors of ms. Chantilly. Their identification is, from a methodological point of view, very useful in offering some possible remedies within the phase of ‘emendatio’. *** NOTE E DISCUSSIONI GIUSEPPE CRIMI SU CIRIATTO. TRA MOSTRI, DEMÒNI, UOMINI SELVATICI E ORCHI (pp. 137-54) Il contributo prende in esame l’iconografia del diavolo dantesco Ciriatto, contraddistinto dall’aspetto di cinghiale. Lo spoglio delle fonti classiche, patristiche e romanze e, al contempo, il recupero della bibliografia critica intorno al tema permettono di cogliere in maniera piú puntuale le caratteristiche dell’essere demoniaco, che si estendono – nella letteratura, nell’arte e nella cultura popolare – ad altri esseri affini, come l’uomo selvatico e l’orco. The paper examines the iconography of devil Ciriatto, which has a boar’s looking in Dante’s representation. By going through classical, patristic and vernacular sources, and exploring at the same time the relating bibliography, the author tries to approach more precise features of the devilish being, which are similar – in literature as well as in art and folklore – to those of wild man and ogre. GIANCARLO SAVINO CHIOSE FORTEGUERRIANE AL PARADISO (pp. 155-60) Il contributo offre per la prima la volta l’edizione di alcune chiose al Paradiso tràdite sui vivagni del ms. D 311 della Biblioteca Forteguerriana di Pistoia (ultimo quarto del sec. XIV); la trascrizione delle glosse è integrata da una nota linguistica, che evidenzia la presenza in esse di vari tratti fonomorfologici tipici del dialetto senese, nonché di alcune forme probabilmente riconducibili a una commistione con tratti del fiorentino della seconda metà del Trecento. This paper offers for the first time the edition of some glosses on Dante’s ‘Paradiso’, held in the MS D 311 from Pistoia’s Biblioteca Forteguerriana (dating to the last quarter of 14th century). The transcription of the glosses is further accompanied by a linguistic comment, which identifies in them several phono-morphological features of Senese dialect. Some other forms are also detected, which are probably the result of a mix with second mid-14th century Florentine features. VINCENZO CAPUTO IL DANTE DI MARCANTONIO NICOLETTI TRA BIOGRAFIA E NOVELLISTICA CINQUECENTESCA (pp. 161-72) Il contributo si pone l’obiettivo di analizzare alcuni specifici scritti biografici incentrati sulla figura di Dante Alighieri. Si punta l’attenzione, in particolar modo, sulla vita elaborata a fine Cinquecento dal notaio friulano Marcantonio Nicoletti, la quale rappresenta una peculiare testimonianza letteraria per sondare i rapporti tra il genere biografico e quello novellistico. In tale profilo, inserito in una piú ampia raccolta manoscritta di vite di scrittori, Nicoletti non esita infatti a utilizzare, da un lato, la tradizione biografica precedente e, dall’altro, le fortunate raccolte di novelle e facezie cinquecentesche. This work aims at analysing some peculiar biographic writings on Dante. In particular, the late Cinquecento life by the Friulian notary Marcantonio Nicoletti is highlighted, as a significant literary evidence of how the biographic and the novelistic genres can match each other. In such profile, which is included in a larger handwritten collection of various writers’ lives, Nicoletti is not backward about using the previous biographic tradition, from one hand, and the successful Cinquecento tales and jokes anthologies, from the other.