Un milione è poco per una vita
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Un milione è poco per una vita
16 Latina Non basta il risarcimento per una 73enne morta a causa di trasfusioni con sangue infetto Il giornale di MERCOLEDÌ 11 GENNAIO 2017 LA SENTENZA “Un milione è poco per una vita” Il legale dei familiari della vittima annuncia la possibilità di presentare appello del 10 gennaio 2016. “La 73enne di Latina –spiega il legale Mattarelli - era deceduta per una cirrosi da epatite C contratta nel marzo 1968 dopo la somministrazione di diverse sacche di sangue presso la casa di cura Villa Fiorita di Capua. È stata di PAOLO DE SIMONE U n milione e centomila euro circa sono pochi per una vita. Lo sostiene l’avvocato Renato Mattarelli il quale ha patrocinato la famiglia di una donna di Latina deceduta nel 2001 per alcune trasfusioni di sangue ricevute nel lontano 1968. Questa la somma liquidata, tra capitale e interessi, dal Tribunale di Roma che ha condannato il ministero della Salute a risarcire gli eredi di una 73enne pontina, venuta a mancare nel mese di agosto di ormai 16 anni, a causa del sangue infetto dal virus dell’epatite C. La cifra di oltre un milione di euro, di cui 260mila sono soltanto gli interessi maturati dalla data della morte della donna, non soddisfa comunque la più ampia richiesta di due milioni avanzata dall’avvocato Mattarelli, il quale annuncia che sta già valutando la possibilità di presentare appello per la parte del risarcimento che ritiene mancante: il danno patito in vita dalla 73enne del capoluogo la quale, secondo la sentenza del Tribunale di Latina, sarebbe soltanto di “Curata” nel 1968 è deceduta nel 2001 per cirrosi da Epatite C g La sentenza del Tribunale di Roma ha quantificato in 44mila euro il risarcimento per il danno patito in vita 44mila euro visto che la malattia epatica non si sarebbe mai stabilizzata, ma avrebbe portato progressivamente alla morte la paziente pontina. Tale tesi, tuttavia, sarebbe sbagliata secondo l’avvocato Mattarelli, “poiché se- condo questo ragionamento –sostiene il legale - il medico che uccide un paziente pagherebbe molto di meno in caso il danneggiato restasse in vita”. La somma verrà liquidata ai figli della 73enne i quali nel 2011 hanno già ottenuto un primoindennizzo di77milae 500 euro, previsto dalla legge numero 210/1992, dedicata ai soggetti danneggiati da trasfusioni di sangue infetto, dopo un’altra lunga causa incardinata al Tribunale di La- tina e proseguita poi in Corte d’appello dall'avvocato Renato Mattarelli. Quest’ultimo poi ha intrapreso, nel 2012, l’ulteriore causa per il risarcimento integrale dei danni, terminata con la sentenza del Tribunale di Roma una battaglia giudiziaria difficilissima – aggiunge l’avvocato - visto che la cartella clinica del ricovero del ‘68, indicante le trasfusioni, non è mai stata rinvenuta a causa di un allagamento dell’archivio della clinica e che le schede dei donatori di sangue, necessarie per la tracciabilità della provenienza del plasma, sono andate smarrite”. La ricostruzione delle trasfusioni, infatti, si è resa possibile soltanto attraverso prove indirette, presunzioni legali e testimonianze. IL TAR DI ROMA SI È ESPRESSO IERI MATTINA SULLA RICHIESTA DI BLOCCARE IL DECRETO DI SOPPRESSIONE DEL CORPO Si è discusso ieri mattina presso il Tar di Roma il ricorso presentato da più di 100 forestali tra quelli di Latina e della Capitale che chiedevano la sospensiva del Decreto del presidente del consiglio dei ministri (Dpcm) che ha statuito la soppressione del Corpo Forestale dello Stato. La speranza di tanti ex agenti della forestale però è stata delusa perché il tribunale amministrativo ha rigettato il ricorso. L’indicazione ora è quella di presentare Ex forestali, negata la sospensiva Nei prossimi giorni ci saranno nuove udienze: la battaglia legale è in corso Un’auto della Forestale che per il momento manterrà il caratteristico colore verde con l’aggiunta del simbolo dei carabinieri g I 104 agenti potrebbero ricorrere al Consiglio di Stato domanda presso la pubblica amministrazione, l’unico modo per evitare il trasferimento. Una volta lette le motivazioni del Tar gli agenti valuteranno un ricorso al Consiglio di Stato. Il Tar doveva pronunciarsi sul fatto che il Dpcm non è mai uscito sulla Gazzetta ufficiale, ledendo i diritti degli interessati a conoscerne il contenuto. Il giudice del tribunale amministrativo di Latina aveva concesso la sospensiva per 41 persone e molti di loro non avevano quindi neanche presentato domanda per la pubblica amministrazione. Anche se anche il quel caso era ne- cessario un concorso per requisiti con posti limitati e dislocati in tutta la penisola. Il 19 dicembre scorso l’avvocatura dello Stato aveva presentato un’istanza per l’annullamento della sospensiva che non era stato neanche necessario perché ne era stata dichiarata l’inefficacia non essendo il tribunale di Latina competente ma quello della Capitale. La battaglia legale non è certo terminata. Domani ci sarà una nuova udienza e il 26 gennaio prossimo sarà discusso presso il Tar di Latina il ricorso presentato dalle donne del Corpo forestale. Perché per legge proprio la rappresentanza femminile potrebbe essere militarizzata soltanto su base volontaria, il decreto invece lo ha deciso forzatamente. Il 28 dello stesso mese partiranno infine i ricorsi mirati contro il decreto del capo della Forestale Cesare Patrone, con molte date previste fino a febbraio, il cui motivo principale è proprio la militarizzazione coatta. Quando gli uomini della Forestale hanno partecipato al concorso era per entrare all’interno di un corpo civile e contestano con forza il passaggio all’Arma dei carabinieri.