Lettere d`addio rielaborazione di “Giulia, l`estetista” di Giulia Barbieri

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Lettere d`addio rielaborazione di “Giulia, l`estetista” di Giulia Barbieri
Lettere d'addio
rielaborazione di “Giulia, l'estetista” di Giulia Barbieri Eduardo
a cura di Paola Ventura
Giulia (entra nel bar): Buongiorno (dice in modo squillante), si dirige subito al primo tavolino e lascia il
suo trolley con sopra il suo enorme beauty.
È ben vestita, molto giovanile e dinamica. Fa tutto in maniera rapida e ansiosa ma trasmette allegria.
Va dal barista e gli chiede: cappuccino, cornetto e un bicchiere d’acqua, altrimenti stamattina non mi
sveglio. Me lo potresti portare al tavolino? Grazie (dice con un sorriso a 360 gradi).
Si siede al suo tavolino e apre il beauty case, si sistema un po’ il trucco, leggero ma efficace, nel
frattempo si avvicina il barista che le mette la colazione sul tavolino, lei gli dice (sempre con il sorriso e
molto ansiosa di fare ciò che ha in mente): a che ora apre l’agenzia? (risposta barista). Giulia: ok,
aspetterò qui se non ti dispiace! (tira fuori così un block notes, una penna, due buste portalettere e due
francobolli e inizia a scrivere).
(mentre c’è il monologo dell’avvocato Giulia continua a scrivere e strappare fogli ma attenta a quello
che dice quella donna che sente molto vicino per la decisione di partire)
(dopo che il barista commenta l’India) Giulia: tu dici che l’India potrebbe essere un po’ posto per fare
un po’ di ordine nella propria vita? L’india, l’india, l’india. Si certo, potrebbe servirmi con tutta la sua
storia, il suo spiritualismo. Però ci sono gli scarafaggi in India, non ce la potrei fare. E poi a me serve un
posto anche dove divertirmi, stare in compagnia, non mi serve tanto uno spazio per interiorizzarmi,
sono già stata abbastanza sola nella mia vita. Eppure con il mio lavoro ne incontro di gente (commento
del barista sulle diverse tipologie di persone con commento ad Angelo: vuoi scommettere che quello lì
non ha mai viaggiato? Si vede dalla faccia e da come si muove!)
(Angelo chiede a Giulia se va bene quel numero di pillole) Giulia: si, certo, penso di si. Ma non saranno
anche troppe? Guarda, non saprei dirti, non ho mai viaggiato neanche io, quindi non posso essere una
buona consigliera. (si rimette a scrivere)
(dopo l’uscita di Angelo) Giulia: certo che qui non si può certo definire un posto tranquillo. È da quando
sono arrivata che cerco di scrivere una lettera ma non ci riesco.
(barista mette la musica) Giulia: grazie mille (sorridendo), questo si che mi aiuterà!
(Prende la lettera e inizia a leggerla sotto voce, come se la stesse leggendo a se stessa): Cari mamma
e papà, ho deciso di partire per un viaggio, non so quanto lungo. Mi sono accorta di aver lavorato per
costruirmi un futuro e ora che ci sono riuscita non so cosa farmene. Ho bisogno di pensare a me, oltre
al lavoro. E vi ringrazio per gli sforzi che avete fatto per mandarmi a scuola, aprire lo studio, era il mio
sogno e voi mi avete aiutato. Ma adesso ho capito che quello non è tutto nella vita. Non può essere
tutto. Penso a voi due, alla nostra famiglia, a quanto nonostante i sacrifici eravamo felici e a quanto voi
siete felici, ora. Lo desidero anch’io, essere felice con un compagno con cui condividere la mia vita,
voglio essere orgogliosa dei miei figli, voglio essere felice della vita che sto vivendo e voglio sentirmi
completa. Ho bisogno di capire perché ora mi ritrovo invece con un pugno di mosche, ho bisogno di
valutare bene le questioni e di capire la mia vita. Ho bisogno di prendere delle decisioni perché adesso
so cosa voglio. Non vi preoccupate per me, starò bene. Mi basta stare all’aeroporto per incominciare a
respirare un’aria diversa, un’aria di vita. Mi farò sentire io appena trovo una sistemazione. Vi voglio
bene, la vostra Giulia.” (alza lo sguardo e sorride al barista, quasi per ringraziarlo di quel momento di
calma, e in quel momento entra la scrittrice)
(momento con barista, scrittrice e depresso. “Secondo me devi andare ad Amsterdam.” “e tu stai
ancora dietro a una del genere?” “ma da mo che quella si faceva gli affari suoi” “ma fai bene ad andarti
a divertire”.)
(Dopo l’uscita del depresso) Giulia: che tipo! Uff, con tutte queste interruzioni non sono riuscita a finire
di scrivere l’altra lettera. (e si rimette a scrivere)
Giulia (legge la seconda lettera): Bellezze mie, oggi non vedendo neanche una mia chiamata vi
chiederete che fine abbia fatto. Tranquille, sono partita. Strano eh?! Ma stamattina mi sono svegliata e
guardandomi allo specchio ho scoperto un’amara verità: sono invecchiata e non me ne sono neanche
accorta! Lo so, lo so..voi me lo dicevate da una vita ma sapete quanto possa essere testarda. Mentre
preparavo la valigia ho pensato tanto a voi, ai vostri viaggi, ai vostri incontri. E io? Io sono rimasta
indietro: ferma ad un uomo che non mi ha mai saputo apprezzare, ferma in un posto che mi ha fatto
solo invecchiare e non crescere. Ho pensato a quante volte solo ascoltare i vostri racconti mi faceva
sentire viva e diversa..e così ho deciso: non so ancora dove andrò. Sono all’aeroporto e aspetto
l’apertura dell’agenzia, nel frattempo fantastico sulle destinazioni: Londra, India, Amsterdam. Vedremo
cosa deciderò, vi terrò aggiornate. E tranquille: è la cosa più viva che potessi fare!” (piega il foglio
soddisfatta e lo mette nella busta delle lettere).
Giulia (al ragazzo dell’agenzia): vorrei partire, un viaggio che sia vivo, divertente ma anche
introspettivo. Voglio conoscere gente ma poter stare da sola!
Ragazzo agenzia: Sei capitata nel posto giusto e al momento giusto, vieni con me…ho quello che fa
per te!!!!
I due escono di scena