casumaro - 1001 miglia

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casumaro - 1001 miglia
Comune di Cento - Casumaro
Provincia di Ferrara
Regione Emilia Romagna
CASUMARO
Casumaro è una frazione del comune di Cento, in provincia di Ferrara.
Distante 15 km da Cento, la sua caratteristica è di essere posta esattamente al confine tra le province di Ferrara e di
Modena, mentre il suo territorio cade sotto l'amministrazione di ben tre comuni, quello di Cento, di Bondeno e di
Finale Emilia.
Dal punto di vista amministrativo e strettamente formale, la popolazione della frazione è di circa 2000 abitanti, in
quanto viene presa in considerazione nei censimenti solo la popolazione che risiede sotto il comune di Cento; tuttavia,
considerando anche le amministrazioni di Bondeno e Finale Emilia, nel territorio della frazione vivono circa 3000
abitanti.
Storia
Non c'è certezza assoluta sull'origine del nome del paese; una leggenda vuole che Matilde di Canossa perse un figlio
annegatosi dalle parti di Casumaro, e diede il nome al luogo di "Caso amaro".
Tuttavia, è molto più probabile che il toponimo derivi da "Casimari", termine con il quale si indicavano piccole capanne
di contadini di valle, presenti in quella zona.
Le prime menzioni sul territorio sono dell'VIII secolo, quando Casumaro viene menzionato far parte della "Corte di
Trecentola" (che comprendeva anche Finale Emilia e Santa Bianca), e dove fu edificato Ponte Duce, una fortezza
situata al confine tra il Regno longobardo e l'Esarcato di Ravenna, allora parte dell'Impero bizantino.
Nel1017, la contessa longobarda Richilca, conosciuta come Beatrice di Lotaringia e madre di Matilde di Canossa,
donò parte del territorio della Corte di Trecentola all'abbazia di Nonantola, mentre l'altra parte era sotto controllo della
curia bolognese.
Alla fine del XII secolo su richiesta al vescovo di Bologna di alcune famiglie centesi, era nata la partecipanza agraria,
una divisione collettiva dei terreni per consentire la bonifica e lo sfruttamento delle terre da parte degli abitanti stabili di
quei territori.
Tale forma di proprietà collettiva, che rimane tuttora in vigore, prese forma a Casumaro nel 1358, quando la parte
meridionale del paese viene definitivamente restituita al comune di Cento, mentre quella settentrionale rimaneva sotto
controllo degli Estensi.
Casumaro rimase nei secoli successivi territorio di confine tra Ducato di Modena e Reggio e Stato Pontificio, fino
all'unificazione d'Italia.
Nel 1451 iniziarono i lavori di costruzione della chiesa parrocchiale, su richiesta e a spese dei casumaresi alla curia di
Modena, alla quale faceva parte la comunità; in quel periodo infatti, il corso del fiume Reno era diverso da quello
attuale, e le frequenti inondazioni impedivano spesso ai fedeli di spostarsi a Finale Emilia per la messa domenicale.
Monumenti e luoghi d'interesse
Chiesa di San Lorenzo
La chiesa fu costruita dov'era già presente un oratorio dedicato
a san Lorenzo, protettore della frazione.
All'inizio del XVI secolo fu costruito il presbiterio, e del 1608 è
una delle opere più antiche e di maggior pregio artistico presenti
all'interno della chiesa, del pittore ferrarese Carlo Bononi: la
rappresentazione de "I Martiri San Lorenzo e San Pancrazio
accolti nella Gloria del Cielo", quadro conservato in una pala
d'altare di legno intagliato e dorato.
Successivamente, attorno al 1650, fu dipinto il soffitto a lacunari
dal maestro modenese Domenico Maria Parenti, riportato alla
luce, così come altri affreschi, da lavori di restauro effettuati alla fine del XX secolo.
Nel 1760 infatti, la volta e le pareti della chiesa erano state ricoperte da calce bianca, a causa di un'epidemia di peste
che colpì la zona. Inoltre, attorno al 1850, furono eseguite alcune pitture di scarso valore sopra quella stessa calce.
Il lavori di restauro, partiti a causa delle cattive condizioni dei muri dovuti a crepe e infiltrazioni d'acqua, una volta
rimosso l'intonaco cadente, portarono alla luce, con discreto stupore, i dipinti del soffitto del presbiterio risalenti al
1650, dimenticati per oltre due secoli.
Fu anche portata ai colori originari la pala lignea che conserva il dipinto del Bonomi, deteriorata da diverse pitture
poste sopra di essa nel corso dei secoli.
All'interno della chiesa sono presenti altre opere di discreto valore storico-artistico, come un quadro dell'allievo del
Guercino, il pittore Benedetto Gennari, datato 1670.
Del 1660 è invece una pala lignea che contiene una statua di cartapesta della Madonna Vergine del bolognese
Angelo Piò, realizzata nel 1749.
Del 1781 è l'organo a 600 canne costruito dai fratelli marchigiani Andrea e Filippo Fedeli, mentre l'altare maggiore, in
marmo di Verona, è del 1799.
La parrocchia è passata dalla giurisdizione di Modena alla diocesi di Bologna nel 1838.
La chiesa e il campanile sono stati danneggiati dal terremoto del 2012, e al 2013 sono chiusi al pubblico per questioni
di sicurezza, fino al completo restauro dell'intera struttura.
Sagra della lumaca
La sagra della lumaca, che coincide con la Fiera di san Lorenzo, si svolge tradizionalmente dagli ultimi giorni di luglio
al 10 agosto, giorno di san Lorenzo, patrono del paese.
Nel 2012 la sagra è arrivata alla 37ª edizione e, dal 1999, Casumaro viene definita Città della lumaca
dall'associazione italiana elicicoltori.
Le lumache, del genere Helix pomatia, vengono cucinate in vari modi, anche se il piatto tradizionale rimane quello
delle "lumache alla casumarese", la cui ricetta originaria risale al periodo degli Estensi; pare che la prima ricetta delle
lumache alla casumarese risalga al 12 novembre 1611, ed era nota come "ricetta della Nuccia", una signora
proprietaria di un'osteria al confine tra lo Stato Pontificio e il Ducato di Modena.
La lumaca di Cusumaro
La lumaca era apprezzata già dai Greci e dai Romani.
Nel trattato di cucina di Apicio, si trovano quattro ricette dedicate
alle lumache: fritte, arrostite o servite con varie salse.
Plinio il Giovane attesta che i ricchi del tempo ne mangiavano
molte, provenienti da allevamenti in cui le bestiole venivano
ingrassate con farine di cereali ed erbe aromatiche.
Pare che l’inventore di tali allevamenti sia stato, nel 49 avanti
Cristo, tal Fulvio Lippino, che importava chiocciole da tutte le
parti del mondo.
Per soddisfare i suoi ricchi clienti creò un servizio di traghetti che trasportavano a Roma le lumache fresche dalla
Sardegna, dalla Sicilia, da Capri, dalle coste spagnole e nord-africane.
Nella sua proprietà di Tarquinia Lippino ne aveva numerosi vivai: in questo modo teneva separatamente le bianche
“che nascono nella campagna di Rieti”, le il liriche “caratterizzate da una grandezza straordinaria”, le africane “che
sono molto feconde”, le soletane “ricche di molta fama”.
“Caput mundi”, Roma insegnò alle popolazioni delle Gallie come degustare le chiocciole.
Nel medioevo ebbero la loro importanza perché considerate un cibo “di magro”.
All’inizio dell’Ottocento rientrano nella cucina francese come prelibatezza e la ricetta della lumaca alla bourguignonne
è già diffusa nel 1840.
Antica Ricetta delle lumache alla Casumarese
Ingredienti per 2 persone: 24 lumache; olio; 50 gr. di lardo, 1 cipolla, 1 porro; 1 carota; 1bicchiere di brodo di carne; 1
bicchiere di vino bianco; qualche mandorla, odori (cannella, ginepro, zafferano), sale, pepe, mollica di pane
secco/pane grattugiato, 4-5 cucchiai di succo d’arancia, parmigiano grattugiato.
“A fare piatti 2 di Lumache. Piglia 2 dozzine di lumache che sieno colte nell’inverno e che nella bocca habbiano il suo
coperchio che così coperchiate sono purgate, e che habbiano pasciuto erbe odorifere, e le migliori sono quelle che si
colgano negli spineti.
Poi habbi una pignatta et poneli dentro et che boglino per mez’hora.
Poi cavale con un ferro dalla sua casa, e getta le budelle e lavale bene con sale, aceto et acqua rosata a più lavature.
Poi ponerai a cuocere nella tinella con buono olio et lardo, e pevere, sale, cipolle, porri, carotte et serali tagliati minuti
e falli bollire molto bene per quattro hore.
Dopoi che hanno boglito bene metti quanto che sia hora buon brodo grasso et vin biancho.
Poi piglia mandole ambrossine brustolate, canella, gengevro un poco, zaffrano un poco et molena di pan boffetto
grosso brustolato mogliato in succo di naranci, e pesta bene ogni cosa insieme, e passa per la stamegna, e metterai
sale, pevere et zuccaro poco, poi lo farai cuocere a fuoco lento, e come le lumache seranno cotte ge lo porrai dentro,
e ge lo lascerai un pochetto dentro, poi le imbandirai con buon formaggio duro grattato, e seran ottime, e vogliono
essere mangiate calde che sono vivanda divinissima.”
Risotto alle lumache
Ingredienti per 2 persone:
3 etti di riso,
gr. 200 di lumache pulite,
gr. 250 di burro,
3 cipolle, 2 spicchi d’aglio,
2 foglie di basilico, prezzemolo, noce moscata,
1/2 bicchiere di vino bianco,
brodo,
sale e pepe q. b.
Preparazione
Pulire e tagliare a pezzetti le lumache.
Prerare quindi la salsa, cuocendole a fuoco basso per venti minuti con 200 grammi di
burro, due cipolle tritate, gli spicchi d’aglio pestati, il basilico e prezzemolo tritato.
Nel frattempo, con il rimanente burro e una cipolla, cuocere il riso aggiungendo il vino e,
man mano che evapora, versandovi del brodo bollente.
A cottura quasi ultimata, unire la salsa e fare cuocere ancora per circa 2 minuti.