16-01135 Italienisch Der erste Weltkrieg und das Ende der

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ÖSTERREICHISCHES BUNDESHEER
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La Prima Guerra mondiale e la fine della monarchia asburgica
Quadro storico
L’ Austria - Ungheria considerò l’assassinio dell’ erede al trono l’arciduca Francesco Ferdinando e della
sua consorte Sofia di Hohenberg a Sarajevo come una responsabilità politica innanzitutto della Serbia.
Alla monarchia asburgica non sembrava più possibile trovare una soluzione politico-diplomatica del conflitto con la Serbia. Già ai primi giorni di luglio a Vienna fu presa la decisione di entrare in guerra con la
Serbia. Il governo serbo né poteva né voleva accettare tutti i punti dell’ultimatum posto il 23 luglio 1914,
e quindi l’Austria - Ungheria il 28 luglio dichiarò guerra alla Serbia.
A causa della situazione delle alleanze stipulate anteriormente il conflitto locale si trasformò in una guerra europea con numerosi teatri operativi. Le potenze centrali (l’Austria - Ungheria, gli Imperi tedesco e
ottomano [quest’ultimo a partire dall’ ottobre 1914] sfidarono l’Intesa (l’Impero russo, la Francia, la Gran
Bretagna e la Serbia). Negli anni successivi altri paesi entrarono in guerra e fecero della guerra europea
una guerra mondiale (con 36 stati belligeranti).
Le operazioni militari dell’Austria - Ungheria concentrarono il loro sforzo principale sia nei Balcani che in
Galizia contro l’Impero russo. Il Impero tedesco, d’altra parte, cercò di combattere la Francia a ovest, un
piano che avrebbe dovuto portare ad una decisione finale. L’Austria - Ungheria aveva il compito di respingere i russi a est. Però, cedendo alla strapotenza russa l’Austria - Ungheria fu costretta a abbandonare
estesi territori a Est. Le perdite furono disastrose. Una riduzione della pressione si verificò solo dopo l’
offensiva congiunta coronata da successo a Gorlice - Tarnow nel maggio 1915. In questo mese l’Italia
dichiarò guerra alla monarchia asburgica motivo per cui nacque un nuovo fronte a sud-ovest dell’Impero.
I combattimenti non si svolsero solo sui massicci alpini delle Dolomiti e del Tirolo. Lungo il fiume Isonzo
gli Italiani (fino alla fine del 1917) fallirono in undici sanguinose battaglie di logoramento, ma anche
un’offensiva austro-ungarica fu respinta in Sudtirolo nel 1916. Insieme alla Bulgaria e l’Impero tedesco le truppe regio – imperiali riuscirono ad occupare la Serbia nell’autunno del 1915 ed a creare così
un raccordo con l’ esercito ottomano. Né le offensive russe nel 1916 (Brusilov) e nel 1917 (Kerensky)
né la dichiarazione di guerra della Romania nel 1916 furono in grado di influenzare in modo decisivo
l’andamento della Guerra. La Rivoluzione d’Ottobre cominciata nel 1917 portò alla stipulazione di un
armistizio con la Russia e in seguito alla pace di Brest-Litowsk. Sia questo sviluppo della situazione, sia i
successi militari delle potenze centrali costrinsero anche la Romania ad uscire dalla guerra. Un’offensiva
lanciata insieme a reparti tedeschi all’Isonzo (Caporetto) nell’ottobre del 1917 portò quasi allo smembramento dell’Esercito Italiano. Questi sviluppi militari positivi furono compromessi da gravi problemi nella
politica interna ed economica dell’Austria-Ungheria. Da una parte la crisi nutrizionale nell’ultimo anno
della guerra raggiunse dimensioni catastrofiche e comportò movimenti di sciopero e dall’altra si acuirono i problemi etnici già presenti prima del 1914. L’imperatore Carlo I, successore al trono dell’ imperatore
Francesco Giuseppe, deceduto nel novembre 1916, fallì nelle sue intenzioni di introdurre riforme o di stipulare rapidamente un trattato di pace. Il tentativo del Comando dell’Esercito tedesco di conseguire con
la forza una svolta decisiva della Guerra ancora prima dell’intervento degli USA lanciando alcune offensive sul fronte ovest fallì come anche un’offensiva di alleggerimento austro-ungarica iniziata il 15 giugno
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1918 al Piave. Nell’autunno del 1918 lo smembramento della monarchia danubiana era già inarrestabile
tanto più che il crollo delle forze armate fu accelerato da un’offensiva italiana trionfale nel nord d’Italia.
Il 3 novembre 1918 l’Austria - Ungheria firmò l’armistizio nella Villa Giusti vicino a Padova. In questa data
si erano già formati numerosi stati successori destinati a dare un nuovo assetto politico all’Europa.
Gedruckt nach der Richtlinie „Druckerzeugnisse“
des Österreichischen Umweltzeichens,
BMLVS/Heeresdruckzentrum, UW-Nr. 943
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(piano inferiore- sala n. 1) Lasciando la sala dedicata all’attentato di Sarajevo con l’automobile e
l’uniforme del successore al trono si vedono delle bacheche che mostrano la situazione militare e politica del 1914 e l’inizio della guerra. Le vetrine lungo la rampa (1) descrivono l’entusiasmo di guerra manifestatosi al momento della partenza dell’esercito regio - imperiale per il fronte nonché, in successione,
un quadro degli avversari militari dell’Austria - Ungheria allo scoppio della guerra (2). L’impiego limitato
dell’artiglieria a ovest illustra la cupola di fortificazione accessibile del forte “Kessel” di Antwerpen (3).
Le due vetrine seguenti sono dedicate ai teatri operativi nei Balcani (4) e a nord-est (5)
(piano inferiore - sala n. 2)
Subito dopo la soglia la mostra descrive le ripercussioni della guerra sulla popolazione civile colpita sia
da disposizioni eccezionali sia direttamente dalle azioni belliche (6). La cupola corazzata della fortificazione austro-ungarica Przemysl (7) e la vetrina seguente (8) sono destinate a esplicare le vicende legate
al teatro di guerra nord-orientale mostrando anche il succedersi in brevi tempi della battaglia di Gorlice
Tarnow e la seguente percepibile riduzione della pressione al fronte orientale nonché le conseguenze
dell’entrata in guerra dell’Italia nel maggio 1915. Successivamente, il tema aeronautica è al centro dell’
interesse e focalizza sia il combattimento aereo che la difesa contraerea (9). Ad un aspetto spesso trascurato della guerra mondiale è dedicato il settore dei Reparti dei volontari (10) che descrive l’impiego di
“legionari” albanesi, polacchi e ucraini da parte delle forze armate regio - imperiali. In seguito, le vicende
militari nei Balcani occidentali del 1915/16 (11), l’entrata in guerra della Romania nonché l’“Offensiva
Brusilov” (12) sottolineano l’importanza continua della politica di alleanze per le potenze centrali. Il passaggio nella trincea (13) che rappresenta allo stesso tempo la massicciata per l’obice di 38 cm fa strada al pensiero onnipresente per un militare: il ferimento, la morte e la religione (14). Ai teatri di guerra
esotici delle truppe austro-ungariche (15) è dedicato un settore a se stante, alcune parentesi si dedicano all’impiego di animali nella guerra e alla nuova tenuta per l’Esercito regio – imperiale (16/presso
l’ascensore) prevista per il 1916. Una vetrina a parte mostra la successione al trono da parte dell’ Imperatore Carlo I e i cambiamenti connessi a ciò all’interno del Comando supremo militare. Il “pezzo-Ortles”
in sospeso sopra i visitatori in seguito funge da interfaccia tra i temi industria di guerra e guerra in alta
montagna. Quest’ultima viene presentata soprattutto al piano superiore accessibile tramite l’ascensore
o la scala.
(livello superiore – sala n. 2) Accanto alla generalità la superficie di presentazione si dedica al combattimento in alta montagna (18, 21) nonché al fronte di ghiaccio. Attraversando il passaggio dove si può vedere ancora una volta la trincea e l’obice da 38 cm si ritorna alle truppe aeree regio – imperiali (22, 23).
(Piano superiore Sala n. 1) Passando alla cupola corazzata di Przemysl l’esibizione in seguito mostra oggetti legati all’assistenza postbellica ufficiale (24, 25) e le sue iniziative per affrontare l’enorme carestia.
Un tema centrale in questo settore è il destino dei prigionieri di guerra sia nell’Austria - Ungheria sia negli
stati dell’ Intesa (26). Dopo uno sguardo al dipinto di Egger Lienz “Ai senza nome 1914” si arriva alla presentazione del Quartier generale della stampa di guerra regio – imperiale (Kriegspressequartier – KPQ).
Le vetrine di rampa lungo la discesa (27) documentano i significativi trattati di pace con la Russia e la
Romania, il ruolo della “Flottiglia del Danubio”, in particolare in combinazione con la “Pace del pane”con
l’Ucraina nonché l’offensiva fallita al Piave del 1918. Attraverso gli oggetti che documentano l’offensiva
italiana sferrata nell’ ottobre del 1918 e supportata dai britannici, francesi e statunitensi la mostra sfocia
nel crollo e infine nell’armistizio di Villa Giusti. L’ultimo settore descrive le conseguenze della guerra e il
periodo postbellico.
(Sala di Sarajevo) Il confronto con le due persone assassinate che ha indirettamente scatenato la guerra
con il suo sanguinoso bilancio di circa 9,500.000 di morti rappresenta la fine della mostra sulla Grande
Guerra.
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