sulle ali della notizia
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HERMES SULLE ALI DELLA NOTIZIA N°4 MARZO-APRILE 2014-2015 - ANNO XXIX Direttore: 3 EDITORIALE 4 ATTUALITÀ:EXPO 2015 5 ATTUALITÀ:UNA SCELTA AZZARDATA 6 7 8 9 Irene Cinel (4CS) DI SIMONE ALESSIO DI RICCARDO DE MARTINO SOCIALE:FUNDRAOISING CREATIVO DI ELENA SOFIA FURLAN E SOFIA MARCHESIN SOCIALE: VIAGGIO DI LEGALITÀ A ROMA CULTURA:RUSSO, ARABO O CINESE? DI LUCREZIA ANGELA VOLPATO Impaginazione: Leonardo Cattarin (4BSA) Grafica: Michele Beraldin (4BS) SCIENZA:CIVILTÀ INTELLIGENTI DI GABRIELE ZENI SCIENZA:CURIOSITÀ DAL MONDO ANIMALE 11 LIBRI:LA MEDICINA PER L’ANIMA 12 Riccardo Tessarin(4BS) DI ANNALISA XAMIN 10 Vicedirettore: DI TERESA BAGGIO DI ALICE RAIA CINEMA:SOGNO O FILM? DI BEATRICE TONIETTO 13MUSICA:PANIC!AT THE DISCO DI ANNA CAVALLIN 14 VIDEOGIOCHI:DRAGON AGE INQUISITION DI RACHELE MORO 15 TV: LE DIECI REGOLE PER SOPRAVVIVERE ALLA FINE DI UNA SERIE TV 16 CIBO:150 ANNI DI CIOCCOLATINI 17 IPSE DIXIT DI MARTINA BERTONCELLO DI CHIARA BRUNETTI 18-19 10 GIORNI DA FOTOGRAFI DI RICCARDO TESSARIN 20 OROSCOPO di Gloria Ceccon Per collaborare scrivete a: [email protected] 2 “HERMES” SUL PODIO NAZIONALE Bassano del Grappa, 21 aprile 2015 prima di andare in stampa congli ultimi numeri dell’anno, questa redazione “ Poco è stata colta da una notizia fantastica: “Hermes” risulta tra i vincitori del concorso nazionale per il migliore giornale scolastico, indetto dall’istituto comprensivo “Don Lorenzo Milani” di Manocalzati (Avellino). La cerimonia di premiazione, cui parteciperà una delegazione del nostro giornale, si svolgerà in terra campana il 30 maggio prossimo, e solo allora sarà possibile sapere il piazzamento preciso di Hermes, secondo quanto stabilito da una giuria di esperti, tra cui anche giornalisti professionisti. Una grande soddisfazione, che coglie il nostro istituto per la terza volta, dopo i riconoscimenti nazionali già ricevuti nel 2010 e nel 2011. Come docente coordinatore della redazione, sono particolarmente contento che questo premio venga assegnato proprio all’eccezionale gruppo di redattori di quest’anno scolastico 2014/15, guidato dal direttore Irene Cinel. Veramente bravi, tutti quanti! Non c’è stato solo entusiasmo nel lavoro di questa redazione, ma anche qualità e competenza, riconosciute da una giuria di esperti. Avete dato corpo ad un progetto, avete rappresentato la voce propositiva ed attenta degli studenti, avete collaborato con la stesura e l’impostazione grafica delle pubblicazioni del nostro istituto, il giornale “Hermes” ed il volume “Quaderni del Liceo Brocchi”. E, soprattutto, senza nascondersi in articoli di facciata o di convenienza, siete riusciti a parlare dei problemi, quelli veri, di una comunità di 2300 persone che siamo noi del Brocchi. Esattamente ciò che dovrebbe fare (ma spesso non fa) un perfetto giornalista! Al prossimo ed ultimo numero. ” Il docente referente Giordano Dellai N.4 Marzo-Aprile 2015 3 EXPO 2015 Nutrire il pianeta, energia per la vita di Simone Alessio(4ASA) L’EXPO (ufficialmente Esposizione Universale) si terrà a Milano tra il 1 maggio e il 31 ottobre 2015, organizzata dall’Expo 2015 S.p.A., una società costituita dal Governo Italiano in collaborazione con la Provincia e il Comune di Milano e con la Camera di commercio di Milano. A questo evento parteciperanno 144 paesi ed anche organizzazioni internazionali quali l’ONU, il CERN e la Commissione Europea. Il tema proposto sarà l’alimentazione in tutti i suoi aspetti (dalla mancanza di cibo dei paesi più poveri all’educazione alimentare per un corretto stile di vita), chiamando in causa tutte quelle tecnologie, innovazione e culture che la influenzano. Questo sono in molti a saperlo ma forse, non tutti sanno che l’organizzazione di questo evento e stata caratterizzata da vicende giudiziarie (denunce per associazione a delinquere, turbativa d’asta e truffa) non ancora giunte al termine. Se infatti da un lato questo evento è un’occasione per mettere in risalto le aziende italiane nel mondo ed evidenziare come ciò che si mangia influisca sulla nostra vita, dall’altro è un impiego di risorse finanziarie e non che potrebbero essere utilizzate in maniera differente e migliore ed anche un metodo diverso per far arricchire chi è già 4 ricco. Molti tra coloro che si erano detti ottimisti riguardo all’Expo infatti si sono dovuti ricredere dopo aver visto cosa l’Expo è in realtà : una manifestazione per portare guadagno e prestigio a chi governa , lasciando chi ha bisogno di risorse senza l’aiuto necessario (basti vedere il servizio girato a “le iene” in cui si contrapponeva la sontuosa cerimonia di apertura con il disagio delle case popolari).Chiaramente non ci sono solo aspetti negativi, in quanto molte aziende italiane hanno ricevuto incentivi e vengono ospitate in stand appositi (come quelli della pubblicità con Claudio Bisio) ed inoltre l’educazione alimentare è una tematica molto importante al giorno d’oggi. A questo proposito però una domanda sorge spontanea: come mai se si parla di cibo sano per migliorare la vita, tra i maggiori sponsor dell’Expo ci sono aziende come Coca-Cola e McDonald’s ?Perchè ci sono stand dedicati alla bio-alimentazione vicino a fast food pieni di cibo spazzatura ? Probabilmente chi organizza l’evento avrebbe dovuto pensare meglioe forse evitare certe scelte.In sintesi si può dire però che nonostante tutti i problemi che riguardano l’Expo (su cui mi sono soffermato non perché non pensi che sia una bella occasione per l’Italia , ma perché l’eccessivo ottimismo della gente non mi sembrava giusto, in quanto derivato spesso da scarsa informazione),questo sia una grande opportunità per educare le persone e dimostrare loro che una vita sana è possibile e che i sacrifici sono ampiamente superati dai benefici. La consapevolezza da sola però non basta, per ottenere risultati bisogna unirla alla determinazione; mangiare sano è non solo un diritto, ma anche un dovere personale di ognuno. UN SCELTA AZZARDATA Rifiorisce l’idea di sperimentare il liceo quadriennale di Riccardo de Martino(3AES) Uno spettro si riaggira per il Brocchi, l'idea del liceo quadriennale con una riprogrammazione di ore e con materie ridimensionate. Già a dicembre 2013 se n'era parlato ma dopo la bocciatura di parte degli studenti e molti professori si era deciso di mettere l'idea da parte, ma ecco che tutto ritorna. Tutto nasce alle ore 11.30 del giorno 20/02/2014 quando il preside Giovanni Zen decide di mandare una mail ai componenti del consiglio d'istituto esattamente cinque ore e mezza prima del consiglio d'istituto, con la quale invita a riflettere su una possibile sperimentazione di questo liceo. Quando il consiglio si riunisce seppur con qualche discussione si decide che è bene che la questione passi prima per il collegio docenti. Pochi giorni dopo quest'ultimo si riunisce e qui nascono varie 'correnti' chi è contrario chi è a favore, ma, quasi per scherzo da una professoressa del classico fiorisce l'idea di sperimentare questo liceo proprio nel suo indirizzo, una sorta di sfida al preside che pensava di poter operare nello scientifico in modo da dare una piega diversa a questo indirizzo rispetto al Liceo Da Ponte. I professori, a sorpresa di molti, si schierano per la maggior parte a favore di questa compargine, Dopo questo quadro iniziale è opportuno entrare nei dettagli del liceo quadriennale per chiarire bene le idee. Come disse il preside Zen nel 2013: “E' un progetto di scuola nuova che permette agli studenti di diplomarsi a 18 anni, un progetto che aiuta anche i giovani ad inserirsi nel mercato del lavoro, come accade già in altri stati d'Europa.”, un progetto che ha già affascinato decine di licei europei paritari in tutta Italia, ma che ancora deve arrivare nella scuola pubblica, una sperimentazione che anziché aggiungere ore ne toglierebbe ma la cosa che più sta a cuore ai presidi è che la maturità venga fatta a 18 anni, ma è anche vero che arrivare a formulare un liceo quadriennale o, come va di moda chiamarlo ora, “europeo” significherebbe licenziare molti professori e di certo con il sistema scolastico italiano così com'è ora non si può far molto. Di certo con la nuova riforma della scuola, sulla quale il governo Renzi sta lavorando, qualcosa cambierà sia sull'ambito delle sperimentazione che sul piano economico e quindi le domande sono: ci sarà il campo libero per fare tutto ciò? Come si svilupperà tutto?, una cosa è certa; noi vogliamo una scuola che sia patrimonio di tutti gli studenti ed è per questa ragione che è giusto sperimentare nuove cose ma a volte bisogna stare attenti a fare certe scelte perchè...chi troppo vuole nulla stringe. N.4 Marzo-Aprile 2015 5 FUNDRAISING CREATIVO La nobile arte di insegnare alle persone la gioia di donare di Elena Sofia Furlan e Sofia Marchesin(3ASA) Fundraising non è solo raccolta fondi. “To raise”, infatti, in inglese, significa anche crescere, coltivare, sorgere, ossia sviluppare i fondi necessari a sostenere un’azione senza finalità di lucro. Il futuro, anche del fundraising, sembra passare da internet. Nel mondo anglosassone l’hanno già capito da qualche anno, così sono nati i primi siti per la raccolta di fondi dove ogni singolo individuo può lanciare una campagna. Una sottoscrizione che ha mostrato le straordinarie potenzialità in questo senso è stata quella organizzata da Charlie, un bambino inglese, che a soli sette anni, dopo aver visto le immagini di Haiti ha fatto un appello per raccogliere 500 sterline e nel giro di qualche giorno il passaparola sulla rete ha fatto arrivare donazioni da tutto il mondo. Alla chiusura della campagna Charlie ha raccolto oltre 210 mila sterline, che ha inviato all’Unicef. Questo bambino, diventato famoso in rete, si è trasformato da donatore a collettore di donazioni, diventando così quello che i tecnici chiamano “personal fundraiser”. L’apertura a modelli affermati nel resto del mondo è uno dei punti cardine per il rinnovamento del fundraising in Italia. Operation daywork, un’ asso- 6 ciazione di studenti delle scuole superiori altoatesine, segue uno di questi esempi virtuosi. Questa associazione nasce nel 2007 da un gruppo di giovani studenti con l‘obiettivo di confrontarsi con il tema della cooperazione allo sviluppo e la promozione dell’attivismo e dell’iniziativa giovanile. Operation daywork, che agisce nella provincia di Bolzano, sceglie ogni anno un progetto di cooperazione da finanziare e organizza una raccolta fondi ad hoc. I giovani volontari lavorano gratis per un giorno presso alcuni esercizi commerciali e la loro paga viene devoluta al progetto prescelto; i risultati si vedono e sono anche molto buoni: ogni anno una media di 600 studenti e studentesse prendono parte alla giornata d’azione, riuscendo a raccogliere fino a 20.000 €. Con un piccolissimo gesto, come quello di donare qualche euro, milioni di persone aiu- tano le associazioni non profit a continuare il loro percorso di sostegno per la salute e la cultura di moltissimi paesi del mondo. Chi dona oltre a compiere una buona azione verso gli altri comprende il significato fondamentale di condividere e aiutarsi a vicenda, contribuendo ad un mondo migliore. VIAGGIO DI LEGALITÀ A ROMA di Annalisa Xamin(4CS) Nei giorni 9-10-11-12 marzo si è svolto il Viaggio di Legalità a Roma, grazie al contributo della Provincia di Vicenza e dell’associazione “Cittadini per Costituzione”, con lo scopo principale di scoprire le istituzioni che regolano il funzionamento del nostro Paese: in particolare il Ministero della Pubblica Istruzione, Università e Ricerca (MIUR) e la Camera dei Deputati; di visitare inoltre il Centro Astalli. Ma è stata anche un’occasione per visitare la città. La visita a Montecitorio è avvenuta in concomitanza della votazione per la riforma del Senato. Abbiamo assistito alla votazione da alcune tribune, con l’obbligo di rimanere in silenzio e il divieto di fare gesti che potessero far trapelare il nostro disaccordo o meno con ciò che stava accadendo. Prima della votazione, ogni rappresentante del proprio partito esprimeva le dichiarazioni di voto. Tutti siamo rimasti colpiti dal fatto che, mentre i rappresentanti parlavano uno alla volta, i restanti deputati per la maggior parte non ascoltavano: alcuni parlavano al telefono; altri chiacchieravano tra di loro; altri ancora entravano e uscivano dall’aula in continuazione; altri, invece, erano impegnati a consultare youtube, facebook, ecc. Nell’aula regnava il caos. Anche se dalle riprese video che vanno in onda nei telegiornali si sente solo un leggero brusio di sottofondo durante i vari interventi, nell’aula, dal vivo, si distinguevano con fatica le parole pronunciate al microfono. I deputati hanno preso tutti i loro posti solamente per la votazione (il M5S non ha partecipato alla votazione per esprimere il proprio disaccordo con la riforma. Il rappresentate ha annunciato le dichiarazioni del partito e poi è uscito dall’aula per unirsi alla protesta all’ingresso di Montecitorio), dopodiché la seduta è stata sospesa perché la maggior parte dei deputati hanno lasciato l’aula. Nonostante ciò, la Riforma è stata approvata. Il giorno seguente abbiamo visitato il Centro Astalli, la sede italiana del servizio dei Gesuiti per i rifugiati politici. Questa associazione si occupa di accogliere, ascoltare, aiutare socialmente e concretamente tutti i rifugiati politici che fanno richiesta di aiuto, cercando di far riacquistare loro autonomia e indipendenza, tramite un percorso di reinserimento sociale e lavorativo. Lì abbiamo assistito alla testimonianza di un giovane proveniente dall’Afghanistan, costretto ad abbandonare il suo Paese per i conflitti in corso. Il suo viaggio è durato 7 anni e lo ha costretto ad abbandonare la propria famiglia. L’ultimo giorno abbiamo visitato il MIUR. Una guida ci ha condotti all’interno delle sale di rappresentanza e delle biblioteche legislative che raccolgono tutti i decreti dal 1897 al 2011, anno dal quale si è passati agli archivi digitali. All’interno del ministero era in corso una mostra sul libro “Cuore”, finalizzata a confrontare la scuola di 50 anni fa, alla scuola odierna (per ora ancora utopistica). E’ stata un’opportunità formativa che non mi ricapiterà. Ringrazio pertanto tutti coloro che ogni anno organizzano i Viaggi di Legalità ed in prima persona accompagnano gli studenti. N.4 Marzo-Aprile 2015 7 RUSSO, ARABO O CINESE? Di questi ultimi tempi si è parlato molto della scelta di introdurre nel nostro liceo linguistico tre nuove lingue: cinese, russo e arabo, per assecondare e favorire sempre più le esigenze nel campo di lavori che hanno un risvolto in ambito internazionale. Con la globalizzazione, i commerci si sono fatti sempre più estesi, senza contare le “nuove entrate” sul mercato mondiale dei paesi di recente industrializzazione. La conoscenza delle lingue diventa quindi sempre più importante e non basta più la sola completa padronanza dell’inglese, assecondata da spagnolo, francese o tedesco. È per questo motivo che, per agevolare chi ha intenzione di immettersi in settori lavorativi, che richiedono spiccate abilità ed ampie conoscenze linguistiche, si intende introdurre il cinese, il russo e l’arabo come possibili terze lingue. Di fronte ad una scelta del genere, ampiamente condivisibile oltre che più volte proposta e già sperimentata in altri istituti, sicuramente si deve prestare attenzione a quale di queste offra più possibilità: sono senza dubbio tutte e tre lingue impegnative, perciò converrebbe meditare bene quale studiare. Arriva quindi la fatidica domanda: quale scegliere? Escludendo il fatto di avere particolari favoritismi per l’una o per l’altra e concentrandosi solo sulla mera sfruttabilità, procediamo col cercare tutti i possibili sbocchi che ciascuna di esse ci può offrire. Partiamo dal cinese: da un punto di vista prettamente linguistico, è necessario ricordare che la lingua 8 di Lucrezia Angela Volpato(2CS) cinese raccoglie un ampio numero di varianti regionali, anche molto diverse fra loro. Le più “gettonate” fra di esse sono senza dubbio il mandarino ed il cantonese, ormai sempre più richiesto, quasi quanto il primo. Il cinese è poi parlato da un quinto della popolazione mondiale: con quasi un miliardo e quattrocento milioni di persone, è la lingua madre più usata al mondo. Un dato non irrilevante se consideriamo anche la forte espansione industriale della Cina, che con i suoi prodotti ha invaso ormai i mercati di tutto il mondo. Esaminiamo, invece, la scelta dell’arabo, lingua parlata da 237 milioni di persone e non trascuriamo poi l’importanza che l’Arabia Saudita, primo produttore di petrolio al mondo, ha. Essa detiene infatti le redini del rifornimento energetico di una consistente porzione del pianeta. Non va quindi senza dubbio tralasciato la spendibilità che può avere questo idioma: tutto dipende da che tipo di lavoro si sceglie. In ambito affaristico è sicuramente una delle lingue migliori, visto che il mondo degli affari incontra una sempre più forte influenza araba e per comprendersi c’è sempre bisogno di un interprete. Valutiamo infine la scelta del russo, lingua a volte ingiustamente sottovalutata. Con 167 milioni di parlanti nel mondo è, fra le sopracitate, quella che ad un primo momento pare la più svantaggiosa: un campo sostanzialmente poco vasto e, almeno in apparenza, meno conveniente rispetto alle altre. Ed è qui che si sbaglia: di questi 167 milioni, solo il 4,9% parla inglese. Da ciò deduciamo con facilità quanto siano richiesti interpreti, riconoscendo anche il ruolo preponderante della Russia nell’economia globale, essendo il secondo produttore mondiale di gas metano dopo gli Stati Uniti, senza contare poi la sua forte presenza nella sfera politica. Sostanzialmente, quindi, ognuna di esse ha i suoi pregi in differenti ambiti lavorativi, anche se il cinese attualmente sembra la lingua più indicata per avere una maggiore utilità. Sfortunatamente, durante la stesura di questo articolo, questa proposta è stata rifiutata dal consiglio docenti, anche se bisognerà aspettare il giudizio del consiglio d’istituto prima di fare errate previsioni. Niente però impedisce che in futuro lo studio di queste materie, apparentemente lontane, diventi realtà anche per il nostro liceo. CIVILTÀ INTELLIGENTI Gli ingredienti per una cultura extraterrestre intelligente La ricerca di vita extraterrestre è l’obiettivo primario di numerosi scienziati e istituti di ricerca come il SETI da quasi mezzo secolo. Ma se i ricercatori possono anche accontentarsi di qualche forma microbica che nuota in un’anonima pozza d’acqua di un anonimo pianeta o satellite ai confini dell’Universo, al grande pubblico interesserebbe di più scoprire una specie intelligente. Ma che si intende con “intelligente”? Trovare una specie intelligente ma con un livello tecnologico pari a quello dell’Egitto del 2500 a.C. non sarebbe molto più eccitante dei batteri sopracitati. Perciò, nel termine “intelligente” di solito si sottintende anche “evoluta”, quantomeno fino ad essere in grado di comunicare con noi. E ciò significa che tale civiltà dovrebbe essere in grado di costruire radiotelescopi e sonde spaziali, con annesso tutto il conseguente bagaglio tecnologico. Quindi, gli ingredienti fondamentali per lo sviluppo di una civiltà extraterrestre intelligente sono: 1) Essere predatori; 2) Possedere capacità manuali e un sistema di comunicazione; 3) Essere riuniti in società; 4) Combattere o aver combattuto [N.B.: i punti sopra elencati NON sono in alcun modo definitivi né certi. Potrebbe benissimo esistere una civiltà intelligente di esseri erbivori e pacifisti, anche se sarebbe indubbiamente più complicato di quello che si può immaginare. Basandoci sulla storia e sull’evoluzione dell’unica civiltà intelligente attualmente conosciuta (la nostra), i punti sopra elencati sono sicuramente validi, anche se non per forza definitivi] 1. Perché un popolo intelligente dovrebbe essere composto da predatori (almeno nelle prime fasi dell’evoluzione)? Perché i predatori sono più intelligenti delle prede e possono dedicare meno tempo all’alimentazione. Nell’interazione predatore-preda, infatti, quest’ultima è spesso avvantaggiata da fattori naturali e indipendenti dalla sua volontà; raramente le prede elaborano vere strategie di sopravvivenza. Il predatore, al contrario, deve elaborare di volta in volta una strategia diversa, perché diverse sono le condizioni della battuta di Gabriele Zeni(4CS) di caccia. In più, lapporto nutritivo ottenuto dalla carne è maggiore rispetto a quello fornito dai vegetali: i predatori raramente mangiano più di una volta al giorno, e spesso non cacciano per giorni o settimane intere. Il che lascia loro molto tempo per pensare, attività collegata al nostro secondo punto. 2. Avere capacità manuali sembra assolutamente ovvio: come potrebbero questi alieni, altrimenti, costruire un radiotelescopio? Allo stesso modo, anche possedere un sistema di comunicazione e un linguaggio di qualche tipo è necessario per potersi coordinare e lavorare assieme. Queste caratteristiche sono intimamente legate al primo punto: lessere predatori di piccole-medie dimensioni obbliga alla caccia di gruppo, il che impone un qualche tipo di coordinazione mediata da un sistema di comunicazione. Probabilmente, già le strategie di caccia dei branchi di Deinonychus del Cretaceo erano elaborate e attuate attraverso fischi e richiami di vario tipo. Allo stesso modo, l’evoluzione delle capacità manuali nell’uomo fu probabilmente dovuta ad esigenze di caccia, che lo vedevano nettamente svantaggiato nei confronti di altri predatori. Tuttavia, le cause prime di questa evoluzione sono ancora avvolte nel mistero, perciò dobbiamo limitarci ad ipotizzare scenari, in attesa di nuove scoperte. 3. Lo sviluppo di una società è, di nuovo, legato alla coordinazione necessaria per far lavorare insieme centinaia di individui. Le società-superorganismo sul modello delle colonie delle formiche più evolute (genere Atta), sebbene perfettamente in grado, in teoria, di costruire un radiotelescopio, non sarebbero l’ideale, perché al loro interno la competizione individuale sarebbe totalmente annullata. Potrebbero raggiungere gli stessi risultati, ma di sicuro impiegando molto più tempo. 4. Questo punto può sembrare il più controverso, eppure appare necessario per almeno due motivi: A) perché è naturale e B) perché favorisce il progresso, ipotizzando un’evoluzione simile alla nostra e con le stesse tempistiche. Al contrario di quello che si può immaginare, la guerra non è frutto esclusivo della mente dell’uomo. Gli studi eseguiti sugli animali terrestri indicano che OGNI società permanente, gerarchicamente organizzata e di una certa dimensione combatte. E si combatte sempre per gli stessi motivi: territorio e cibo, che nel caso umano comprende anche materie prime e ricchezze varie. Fra gli “animali combattenti”, particolarmente interessanti sono le guerre fra colonie di formiche. In questi casi, si spazia dai combattimenti rituali e figurati delle formiche tessitrici del genere Oechophylla alle “spedizioni di cattura” delle cosiddette formiche schiaviste, fino alle vere e proprie campagne di sterminio messe in atto dalle supercolonie delle formiche tagliafoglie Atta e delle legionarie Eciton. E la storia umana non è da meno. Essa è letteralmente costruita sulle guerre combattute dalle varie potenze e popolazioni. La guerra fra Stati organizzati, condotta con un certo criterio, inevitabilmente produce progressi enormi. Dal punto di vista scientifico, essa non è altro che l’elevarsi della competizione dal livello individuale al livello statale. Il progresso tecnologico può garantire il successo nel conflitto, e storicamente non esistono nazioni che abbiano intrapreso una guerra senza considerare primario il problema di ricerca e sviluppo. Che ci piaccia o no, la maggior parte delle attuali competenze tecnicoscientifiche è stata sviluppata in tempo di guerra o per la guerra, basti pensare al motore a getto e all’energia atomica. Questi quattro punti non sono ovviamente gli unici, ma (almeno a parere di chi scrive e di vari scienziati) sembrano necessari e sono sicuramente stati importanti per lo sviluppo della nostra specie. Non è detto che gli alieni debbano seguire o abbiano seguito questo percorso. L’unico modo per scoprirlo è continuare ad esplorare l’Universo, in cerca di un segno di vita. N.4 Marzo-Aprile 2015 9 CURIOSITÀ DAL MONDO ANIMALE di Teresa Baggio(5BSU) Schiacciati, odiati, temuti, i ragni sono creature affascinanti se studiati nel loro contesto naturale. Propongo quindi delle curiosità su questi nostri detestati compagni di vita. La tela: La tela del ragno fornisce funziona come uno strumento musicale: se pizzicata rivela informazioni sulla preda, sul corteggiamento e sullo stesso stato della tela. La maggior parte dei ragni ha una vista scarsa e si basa quasi esclusivamente sulla vibrazione della ragnatela per le informazioni sensoriali. Il “suono” della tela può dire loro che tipo di preda è impigliata nella rete e dare loro informazioni sulle intenzioni e la qualità di un potenziale compagno. Pizzicando la tela come una corda di chitarra e ascoltando le “eco” il ragno può anche valutare la condizione della sua rete, e mantenere quindi i 10 fili sempre alla giusta tensione all’interno della struttura. Le femmine si conquistano con un regalo: I maschi della specie Pisaura Mirabilis hanno ben capito che le “ragne” vanno conquistate con un vero e proprio regalo. Non fiori o cioccolatini, ma un insetto accuratamente “impacchettato” in un bozzolo. Questo gustoso regalo verrà mangiato dalla femmina durante la copula e dunque più grande e migliore è il regalo, più a lungo potrà durare lo stesso atto riproduttivo. Se il maschio finisce di trasferire il proprio seme prima che la femmina abbia finito di mangiare il suo dono, tenterà di riprendersi il regalo per portarlo a un’altra. Anche la femmina non è però da meno: prima ancora che inizi il rapporto, se le riesce, si dà alla fuga con il bottino, nella speranza di poter mangiare più regali avendo un solo rapporto. E il maschio spesso tiene legato il proprio dono con un filo di seta, una specie di guinzaglio, proprio per evitare questi problemi. La cintura di castità: I maschi del piccolo ragno europeo Oedothorax retusus, per garantirsi la paternità, inseriscono nella femmina una sorta di “tappo” post-accoppiamento, che, come una cintura di castità, impedisce che questa possa accoppiarsi con altri maschi. Terminato l’atto sessuale infatti il maschio secerne nei dotti copulatori una sostanza fluida che indurisce nel giro di un giorno. Femmine divoratrici: In diverse specie di ragni, la femmina può essere molto più grande del maschio. Per quest’ultimo, dunque, il sesso rischia di rivelarsi un’avventura pericolosissima: nel bel mezzo dell’accoppiamento la partner può sempre cambiare idea e mangiarselo. Per evitare quest’esito fatale il maschio di N. pilipes stende sul dorso della femmina la sua seta, con dei movimenti molto simili a un massaggio: una pratica che gli studiosi chiamano mate binding, e che riuscirebbe letteralmente a calmare la femmina. LA MEDICINA PER L’ANIMA Colazione da tiffany “ aveva un gatto, e suonava la chitarra. Nei giorni in cui il sole picchiava forte si lavava i capelli, poi, assieme al gatto rosso si metteva a sedere sulla scala di soccorso a pizzicare la chitarra mentre i capelli asciugavano. Ogni volta andavo a mettermi in silenzio accanto alla finestra. Suonava molto bene, e qualche volta cantava. Cantava con il timbro rauco, incerto di un adolescente. Conosceva tutti i grandi successi, ma c’erano momenti in cui cantava cose che vi facevano domandare dove poteva averle imparate, o da dove mai potevano venire. Strane arie dolciamare con parole che sapevano di pini e di prateria. Una diceva: Don’t wanna sleep, Don’t wanna die, Just wanna go atravelin’ trough the pastures of the sky; e questa sembrava piacerle più delle altre, perché continuava a ripeterla anche quando i capelli erano già asciutti, anche quando il sole era tramontato e le finestre si illuminavano nel crespuscolo.” Grazie alla leggendaria pellicola datata 1961, “Colazione da Tiffany” è un titolo passato alla storia. Anche oggi, mezzo secolo dopo, l' elegante figura di Audrey Hepburn vestita di nero, con un' ampia acconciatura e una sigaretta in mano viene a volte utilizzata in pubblicità, stampe o altri media; non è necessario aver visto il film per riconoscerla. Il personaggio di Audrey è diventato un' icona di stile ed eleganza femminile difficile da dimenticare. Tuttavia, ancora una volta, prima della cellulosa è venuta la carta: anche in questo caso si tratta di un film nato tre anni prima dell' effettiva uscita, tra le pagine di un breve romanzo firmato da uno scrittore geniale quanto controverso: Truman Capote. Conosciuto per la sua dedizione a libri che denunciassero il perbenismo americano nato dopo la Seconda Guerra mondiale, con “Colazione da Tiffany” Capote affermò definitivamente la sua celebrità, ritenuto ancora oggi uno dei più grandi scrittori americani del '900. Basteranno poche pagine, però, per comprendere che solo il titolo accomuna il lavoro originale a quello cinematografico. Chi, come me, ha visto il film, si aspetta una storia dolce, divertente, con qualche piccolo lato oscuro che la bellezza di miss Hepburn nei panni di Holly e il fiero splendore di una New York nel suo periodo d'oro fanno subito dimenticare. Tutto è bello, luminoso, rassicurante; il messaggio dell' autore viene quasi annullato, perchè la pellicola di Blake Edwards doveva, come molte altre nate negli anni '60, accontentare il desiderio del pubblico. E ciò che voleva la gente erano storie felici e rigorosamente a lieto fine, per dimenticare gli orrori della guerra ancora vicina e credere in un presente – e futuro – privo di ingiustizia o dolore. Con tutto questo, la storia originale aveva poco da spartire; la conseguenza fu un film quasi opposto a ciò che avrebbe dovuto essere, adorato da pubblico e critica ma detestato dall' autore. Dedicandoci ora esclusivamente al romanzo, ecco la storia narrataci da Capote: un giovane uomo senza gloria né infamia – e anche senza nome, dato che nell' intero romanzo nessun altro personaggio si riferirà mai a lui con un preciso appellativo – arriva a New York nella speranza di emergere come scrittore. Talento e passione non gli mancano, ma denaro e possibilità sono un' altra questione. Il giovane finisce così in un modesto appartamento di un anonimo palazzo, abbastanza lontano dalla povertà dei bassifondi e sufficientemente vicino alle luccicanti case dell' elitè cittadina. Ben presto la sua vita si scontra con quella altrettanto precaria ma sicuramente meno ordinaria di Holly Golightly, una diciottenne che vive, sola, nell' appartamento sopra al suo. Ingenua, disordinata, allegra e affascinante, un' eterna bambina che cerca “il suo posto nel mondo”, una stabilità che però non deve togliere la sua libertà. “Io e il mio gatto... siamo due randagi senza nome che non appartengono a nessuno e a cui nessuno appartiene.” Intanto vive una vita sregolata e confusa, facendosi mantenere da ricchi uomini di cui non le importa ma che sono attratti dalla sua bellezza. Diventandone amico – e con il tempo, forse qualcosa di più - il narratore scopre lentamente le cicatrici celate dietro al perenne sorriso di Holly, segni di un passato oscuro e che la ragazza nega anche di fronte all' evidenza. Attraverso gli occhi dell' anonimo co-protagonista il lettore assiste alla vita sfrenata di una persona sfortunata e sola che vuole con tutte le forze rimanere a galla nella vita sociale dell' impietosa metropoli. Una vera e proprio anima in pena perennemente in viaggio che non vuole legami con luoghi o persone ma al tempo stesso desidera qualcuno che la possa capire davvero e un posto dove stare. Davanti alle buffe gesta di Holly è difficile trattenere una risata, ma è altrettanto facile commuoversi man mano che di Alice Raia(4BES) il passato e la reale natura della ragazza vengono a galla. E' un libro che sorprende di continuo, scritto con uno stile sbrigativo e al tempo stesso riflessivo che pone, indirettamente, molte domande morali. In più punti ho avuto quasi l' impressione che l' autore mi dicesse: “Si, è così che andavano le cose. Disgustoso, vero?” Se vorrete leggere il vero “Colazione da Tiffany”, dunque, preparatevi ad una storia che mostra senza peli sulla lingua tutto il marcio nascosto sotto alla dorata immagine dell' elitè newyorkese del ruggente dopoguerra. Il libro di Capote è duro, impietoso, un ritratto perfetto di tutte le ingiustizie nascoste dietro allo scintillante sogno americano di metà '900. L' autore sembra dirci che se negli stati più ricchi c'erano i soldi, lavoro, opportunità e lusso, in quelli poveri e ancora arretrati – come il Texas, luogo natio di Holly – c'erano le spose bambine, la pedofilia non riconosciuta come reato, una miseria assoluta e quasi nessuna possibilità di uscirne. Ciò che allo scrittore preme denunciare maggiormente è la grande omofobia che caratterizzava i gloriosi Stati Uniti d' America; l'autore stesso ebbe una vita molto travagliata proprio a causa della sua omosessualità, e nella sua storia fa capire – sebbene in modo gentile – quanto la gente fosse pronta a puntare il dito. Da alcuni indizi pare che la stessa protagonista sia bisessuale, e anche la sessualità dell' anonimo narratore risulta ambigua in più punti. Il libro si conclude con un finale in linea con l' atmosfera del resto della storia, che qui non voglio anticipare a chi vorrà provare a leggerlo. Non aspettatevi un lieto fine, però: non tutte le storie d' amore sono rose e fiori; a chi ha visto il film dico, scordatevi un tenero bacio sotto la pioggia. Da un autore spietato, un libro spietato che narra una storia spietata. Eppure vi invito a leggerlo, sopratutto se siete disposti a scoprire delle cose così come sono, senza abbellimenti. Dopo la lettura, a mio parere si guarda la società con occhi diversi. Le cose appaiono meno scontate, quando impariamo a chiederci se siano davvero ciò che sembrano. Questa è una storia di cinquant' anni fa, è vero; ma chi dire che oggi le cose siano poi tanto diverse? Non tutto è oro quel che luccica, questo è il messaggio che il libro mi ha dato. E voi, che ne pensate? N.4 Marzo-Aprile 2015 11 SOGNO O FILM? La psicoanalisi e il cinema di Beatrice Tonietto(4AS) Il cinema, fin dal principio, è sempre stato considerato la “fabbrica dei sogni” e tuttora tal espressione è considerata la sua definizione migliore. Infatti, entrando in una sala cinematografica, ognuno di noi si aspetta di vivere i propri sogni più irrealizzabili e soprattutto di evadere dalla realtà. Ma da dove ha origine il legame tra sogno e cinema? Scavando nel passato, possiamo scoprire che nello stesso anno in cui Freud indagava e interpretava i sogni, sviluppando la psicoanalisi, i fratelli Lumiere mostravano per la prima volta a un pubblico la loro invenzione, il Cinématographe, dando al mondo un nuovo modo per sognare. La nuova scienza e la nuova arte, nel corso degli anni, si sono evolute crescendo parallelamente e il cinema ha sviluppato alcune caratteristiche che ricordano gli studi freudiani. Per esempio, analizzando i modi con cui un film varia prospettiva, luogo o tempo, si può notare che in sostanza è quello che avviene durante il sonno e la consuetudine di spegnere la luce prima di uno spettacolo, non serve semplicemente a rendere migliore la visione del filmato, ma è una similitudine di quello che ci accade quando chiudiamo le palpebre prima di addormentarci nel nostro comodo letto. Anche i film, inoltre, come i sogni si dimenticano facilmente e restano dei sedimenti nella memoria, andando a costituire il nostro background culturale. Per entrambi, dunque, è necessaria una sospensione dell’attività vigile: la sala oscura, una certa immobilità dello spettatore che presta attenzione alla visione, l’isolamento dai suoni 12 esterni. Se è vero che i film sono sogni a occhi aperti, allora i sogni al cinema sono sogni all’interno di altri sogni. Molti registi hanno tentato di portare sul grande schermo una storia che rispecchiasse questa singolare situazione, e il più recente e famoso è sicuramente “Inception” di Christopher Nolan. Alla base del lungometraggio, c’è l’idea che la nostra mente possa creare vari livelli all’interno del nostro subconscio e ognuno di questi offre una realtà diversa dalle precedenti; in questo modo i protagonisti, così come gli spettatori, continuano a domandarsi se quanto stanno vivendo, appartiene al sogno o alla realtà. Nolan ci fa rimanere con il dubbio fino alla fine del film, tanto che l’ultima scena della famosa trottola è fonte di discussione tra chi sostiene che non si ferma e che quindi il protagonista è ancora nel sogno, e chi invece è convinto di averla vista rallentare regalando a Di Caprio l’occasione di tornare dalla sua famiglia nel mondo vero. Comunque, se la trottola si sia fermata o meno, non cambia il fatto che in “Inception” non esiste un vero piano reale, perché se il film di per sé è un sogno, allora tutto quello che ci mostra non esiste e i protagonisti non potranno mai ritornare alla realtà. In conclusione, ogni volta che entriamo in un cinema, lo facciamo per sognare a occhi aperti ciò che la nostra mente non ci permette di vedere quando dormiamo, siamo alla ricerca dei nostri desideri più profondi e la nostra voglia di vivere esperienze che nella realtà, forse, non potremmo mai sperimentare, ci fa amare la Settima Arte creata dai Lumiere. PANIC!AT THE DISCO di Anna Cavallin(5BSU) Non una band molto conosciuta in Italia, i P@TD (abbrevio non solo perché sono estremamente pigra, ma anche perché mi diverte mettere @), sono una band formatasi a Summerlin, una periferia di Las Vegas, esattamente dieci anni fa. Membri fondatori sono Ryan Ross alla chitarra e Spencer Smith alla batteria,amici d’infanzia che fin da adolescenti suonano cover dei Blink-182 ma in gruppi differenti, per lo meno fino a quando non riescono a reclutare il bassista Brent Wilson e Brendon Urie (che inizierà come chitarrista per poi diventare la fantastica voce del gruppo) . La leggenda narra che il nome del gruppo derivi da una canzone dei Name Taken intitolata Panic, e ad ideare il nome della band sembra essere stato proprio il cantante ed ultimo arrivato nella band. Per accrescere la loro notorietà, contattarono il bassista dei Fall Out Boy, che rimase così colpito dalla band, che gli chiese se volessero sottoscrivere un contratto con l’etichetta Fueled by Ramen di Decaydance. Nel 2006, dopo a malapena un anno dalla formazione della band, Brent Wilson abbandona il gruppo al suo posto subentra Jon Walker, amico di lunga data della band. Il primo album A Fever You Can’t Swear Out (pubblicato ancora con Brent) porta con sè brani come Lying is the most fun a girl can have without taking her clothes off, e It’s Better if you Do ma la più famosa e riconosciuta a livello mondiale (tanto da vincere agli MTV Video Music Awards come Video dell’anno nel 2006, come Video del de- cennio nel 2011 e, nello stesso anno, come Miglior video di sempre) I Write Sins Not Tragedies. Nel 2008 esce il secondo album della band, intitolato Pretty Odd e da cui vengono estratti come singoli Nine in The Afternoon e When the Day Met the Night, inoltre i P@TD decidono, per qualche motivo ignoto di rimuovere il punto esclamativo dal nome della band. Dopo il rilascio dell’album la band intraprende un tour mondiale che li porta, tra le altre, anche in Giappone ed in Australia. Nel 2009 decidono di ritirarsi dalla band (per motivi strettamente artistici, ovvero i componenti erano giunti ad una concezione musicale diversa ed incompatibile) Ryan Ross e Jon Walker, che però fondano una band parallela chiamata The Young Veins. Nello stesso anno, inoltre, aprono il tour di ritorno dei Blink-182, insieme a Fall Out Boy e Weezer. Ingaggiano allora Ian Crawford e Dallon Weekes per i vari live, e quando il 28 luglio esce il singolo New Prespective, la band decide di reintrodurre il punto esclamativo nel nome (ed ancora una volta, nessuno riesce a capire il perché). Il terzo album Vices&Virtues esce nel 2011 anticipato dal singolo The Ballad of Mona Lisa, successivamente viene lanciato come singolo anche C’mon in cui partecipano i Fun. (probabilmente legati dalla strana ossessione per la punteggiatura all’interno dei nomi delle loro band). Non è semplice definire all’interno di quale categoria, o meglio, di quale stile facciano parte i P@ TD: ogni canzone ha particolari, più o meno grandi, riconducibi- li a stili differenti, ma probabilmente è questo che li rende così affascinanti, non si può mai sapere a quale stile faranno riferimento per la canzone successiva, o comunque quale filone seguirà generalmente l’album. Nel primo infatti, troviamo una sperimentazione, magari anche ingenua – bisogna considerare che l’età della band oscillava tra i 18 ed i 20 anni, al loro debutto – di più stili, uniti senza un ordine preciso, brani frettolosi che non permettono di capire di cosa si tratta, forte digitalismo, che però nel secondo lavoro si perde, come affermano gli stessi P@TD, hanno cambiato stile, si sono avvicinati maggiormente al rock classico e si sono allontanati dal rock moderno, riprendendo inoltre band come i Beach Boys ed i Beatles. Ciò si nota soprattutto in canzoni come When the Day Met the Night ed anche di più in Nine in the Afternoon, canzoni allegre, che riprendono le basi del pop, riff di chitarra ed accompagnamenti a pianoforte, nulla a che vedere con le canzoni del primo album, stile che comunque non viene abbandonato del tutto, ma sembra essere stato anzi ripreso nel terzo album. Il 2 aprile del 2015, il batterista Spencer Smith ha annunciato il suo ritiro dalla band perché lui non poteva più essere presente, non poteva più fare per la band quello che avrebbe voluto, e più importante, non poteva fare quello di cui la band aveva bisogno: “From the bottom of my heart, thank you for giving me the life I only dreamed of 10 short years ago.” N.4 Marzo-Aprile 2015 13 DRAGON AGE INQUISITION Dragon Age Inquisition è un videogioco action RPG sviluppato da BioWare e pubblicato da Electronic Arts nel 2014. Terzo capitolo della saga è preceduto da Dragon Age II e Dragon Age Origins. Dopo aver passato gran parte delle mie vacanze pasquali a “nerdare” con questo videogioco, mi arrischio a fare una mia piccola e personale recensione. Cosa mi piace di Inquisition? La mappa di una grandezza spropositata che mi ricorda il buon Skyrim, con una quantità enorme di dungeon, missioni secondarie, luoghi e segreti da scoprire. Il mondo di gioco viene suddiviso in regioni da caricare autonomamente che non limitano affatto la libertà del giocatore, anzi permettono di attribuire un certo carattere agli elementi naturali che si incontrano e ad accentuare la varietà di scenari. L’altro aspetto che mi ha particolarmente colpito è la possibilità di immedesimarsi al 100% nel proprio personaggio; a partire dalla creazione in cui si possono scegliere razza (umano, elfo, nano, qunari), classe (ladro, guerriero, mago) fino alla scelta della voce e dell’aspetto fisico. La storia viene costruita attraverso le scelte compiute dal giocatore e dal faticoso cammino da lui intrapreso: acquisire potere intessendo rapporti (o romance) con companion e non, oppure con nobili e con fazioni avverse attraverso decine e decine di ore (dimenticate il sonno) di dialoghi e discussioni in cui perdersi. Tutto questo supportato da una grafica 14 di Rachele Moro(4CL) splendida con pochissimi bug (miracolo) e da un uso sapiente di effetti parcellari e filtri grafici capaci di trasformare le immagini a schermo in un gigantesco dipinto interattivo. Inquisition a livello grafico sembra accontentare anche i più esigenti come me! L’unica pecca è la mancanza di un doppiaggio italiano di cui però si sente poco la mancanza grazie all’accurato lavoro di traduzione e di sottotitoli di tutto quello che è presente nel gioco. Cosa non mi piace? La visuale tattica praticamente inutile, l’imprecisione dei movimenti coordinati dal computer e le lacune di intelligenza artificiale dei nemici che li rende fin troppo prevedibili. Ciò mi fa pensare che si sarebbe potuto fare molto di più a livello di next-gen (io l’ho giocato su ps4) sfruttando di più ciò che la SONY ci ha dato. Nonostante tutto, Dragon Age Inquisition merita assolutamente un pensierino (e anche due). Se amate i GDR open world, volete un titolo classico e moderno allo stesso tempo e siete disposti a vendere l’anima e una buona parte del vostro rendimento scolastico... Inquisition fa proprio per voi. LE DIECI REGOLE PER SOPRAVVIVERE ALLA FINE DI UNA SERIE TV di Martina Bertoncello(4CL) A chi non è mai capitato di seguire per mesi, anni, una serie tv e temere il finale di stagione più di una interrogazione di filosofia (a sorpresa)? Se non vi è mai capitato buon per voi, ma adesso basta con la vita sociale e cercate qualche sito di streaming, non sapete cosa vi perdete… A me è successo proprio qualche settimana fa: dopo tre anni da Glee ho visto il mio show preferito chiudersi davanti ai miei occhi (beh, non proprio, avevo troppe lacrime per vedere qualcosa), il mio cast preferito ha cantato l’ultima canzone (Glee è una serie tv/musical, per quelli che vivono un’isola deserta senza tv e/o wifi) e la mia coppia preferita si è baciata per l’ultima volta, e dopo dieci minuti passati a guardare lo schermo nero dove ormai i titoli di coda erano spariti da un bel po’, mi sono chiesta “e adesso? Cosa facevo prima di Glee?”. Ebbene, dopo aver passato l’Inferno, ho deciso di dare qualche dritta a chi, come me, non è psicologicamente pronto a cliccare “play” per l’ultima volta. REGOLA NUMERO 1: Stai lontano dagli spoiler, ti faranno solo stare male prima del dovuto. Nel fatidico giorno chiudi ogni singolo social network per evitare ogni anticipazione da coloro che hanno già affrontato la sfida più dura. REGOLA NUMERO 6: Cerca nuove serie tv e prova anche a cambiare genere, vedrai che ti distrarrà dalla depressione post-finale. REGOLA NUMERO 2: Ricordati di riempire frigo e dispensa di cioccolato, gelati, popcorn, bevande varie e tutto ciò che ti piace, non curarti della dieta, di’ alla bilancia del tuo lutto e ti capirà. REGOLA NUMERO 7: Non sei ancora pronto a salutare i tuoi attori preferiti? Fai una veloce ricerca e scopri ogni loro singola altra apparizione nel piccolo e grande schermo: quando li incontrerai di persona potrai vantarti di aver REGOLA NUMERO 3: guardato quel film terribile Assicurati di trovare un solo per vederli dieci minuti. gruppo di supporto, che siano altri fans o semplici amici non REGOLA NUMERO 8: Sfogati importa, ma cerca di averli e piangi quanto vuoi, la verità vicini nel “giorno del giudizio”, è che poi ti sentirai meglio dal vivo o virtualmente. e non sentirai il bisogno di disperarti ad ogni post sulla REGOLA NUMERO 4: NON fine del tuo show. parlare con gente che crede siano “solo serie tv”, ti farà REGOLA NUMERO 9: Trova solo star peggio perché tu sai un nuovo passatempo ed che è molto, molto di più. appassionati ad altre attività: inizia un corso di bricolage, REGOLA NUMERO 5: impara a cucinare o datti Se non sei ancora pronto, all’arte. procurati tutti i vecchi episodi e fai partire una maratona REGOLA NUMERO 10: pazzesca, godendoti ogni Ricorda ciò che quella serie ti singolo attimo e ridi in faccia ha insegnato e non abbatterti. ai registi: ultimo episodio? Di Ora è il tuo momento, tocca a cosa parlate? Siamo ancora te diventare il protagonista, alla prima stagione, primo sii forte e vai avanti a testa episodio! alta. N.4 Marzo-Aprile 2015 15 150 ANNI DI CIOCCOLATINI Caffarel inventa il Gianduiotto di Chiara Brunetti(1AL) Nel 1826, la passione per il cioccolato di Pier Paul Caffarel lo spinse a trasformare una piccola conceria di Torino in una fabbrica di cioccolato. Era una fabbrica rivoluzionaria, che grazie ad una macchina industriale comprata da Caffarel e messa a punto dal genovese Bozelli, produceva più di 320 kg di cioccolato al giorno. Nel 1845 Caffarel morì e il figlio Isidore prese il suo posto. Ernesto Alberto Caffarel, figlio di Isidore, incontrò un rinomato artigiano del cioccolato, Michele Prochet. Dalla fusione tra la “Prochet Gay & C.” e la “Caffarel Padre e Figlio” nacque la “Caffarel - Prochet”. Sette anni dopo, Prochet creò un nuovo impasto di cioccolato costituito da cacao, zucchero e un particolare tipo di nocciola macinata, chiamata “Tonda Gentile” e originaria delle Langhe. Nel 1865 si iniziò, quindi, a produrre un nuovo cioccolatino, a cui fu dato il nome di “givo”, che in piemontese vuol dire “mozzicone di sigaro”. È proprio la nocciola a costituire ancora oggi il vero segreto del sapore unico e inimitabile di questo cioccolatino. Il carnevale di Torino era molto famoso nell’Ottocento e molte persone giungevano 16 nella città e si accalcavano in maschera lungo le vie e nelle piazze della città. Caffarel scelse proprio quel periodo per far conoscere alla gente la nuova creazione: dal proprio carro e con la maschera di Gianduja (“Gian d’la duja” o “Giovanni del Boccale”, era la caratteristica maschera piemontese che simboleggiava la lotta per l’indipendenza combattuta in Piemonte nel 1799) regalò alla folla i cioccolatini di Prochet. Il loro nome cambiò così in “Gianduiotti” e la pasta di cioccolato si chiamò “Gianduia”. Ogni anno Caffarel produce circa 40 milioni di gianduiotti, diventati un simbolo riconosciuto e stimato a livello internazionale. Quest’anno la fabbrica celebra 150 anni dalla produzione del famoso cioccolatino e l’anno scorso ha vinto il premio annuale “Gianduiotto Award” per l’altissima qualità dei prodotti e per la sua lunga storia. L’azienda è presente tutt’ora in 40 paesi esteri. di Persona() IPSE DIXIT Invia le tue “Ipse Dixit” a: [email protected] Iannola: *imitando il gesto* Ti tiro una Divina Commediata! Ferraro: cosa fa rima con ONE? ……. ….. cotone! Tessarolo: Il santo protettore dei telefonini? San Sony! Tonin: e alla fine della relazione chimica? Studente: E vissero tutti felici e contenti! Tonin: sì, nell’acido! Banfi: Cos’è un carbonaro? No, non il marito della pastasciutta.. *leggendo un dizionario* Studente: cosa vuol dire “s.f.”? Banfi: somaro fetente! Tessarolo: Traduci dall’inglese “too much” Studente: Troppo? Tessarolo: no! “anca massa”! Biasi: A cosa servono i compiti secondo te? A farvi consumare penne perché in realtà sono una cartolaia? Banfi: Fate del sesso o prendete dei tranquillanti! Fortunati: Tolgo questi multipli deficienti se no mi incavolo come una bestia! Bizzotto: (Della Cina) Perché si chiamava Riva Gialla? Studente: Forse perché i cinesi sono gialli?? Tessarolo: Perché quel ragazzo uccide i genitori? Per andare in gita con gli orfani? Ferraro: Rispondi tu che ti vedo divertito… no, non pervertito! Tessarolo: E a cosa sta guardando, a verdure cotte e tritate? Studente: ..?? Tessarolo: Al passato!! Banfi: Cosa vuol dire coattivo? Dal latino… Studente: Coatto! Tessarolo: Ma in inglese cossa gheto dito si dice what have you finger? Banfi: l’etologia è lo studio del comportamento degli animali.. Studente: come il dottor Doolittle? Iannola: vatte a fare un check-up! O un ketchup? N.4 Marzo-Aprile 2015 17 DIECI GIORNI DA FOTOGRAFI Cronaca delle foto dell’annuario Quando il professor Dellai, durante una chiacchierata sulle scale, ci propose di dargli una mano nella realizzazione del numero di quest’anno de “I Quaderni del Brocchi”, mai avrei immaginato che io, Irene e Michele da lì a tre mesi ci saremmo ritrovati a vagare in giro per i corridoi della nostra scuola per fare le foto di classe. In realtà è stato quasi ovvio alla fine proporci per l’incarico, essendo già Michele e Leonardo impegnati nella impaginazione e realizzazione grafica dell’annuario, ed io e Irene, sì a dare loro un aiuto, ma volenterosi di fare ancora di più. Abbiamo così iniziato ad organizzare il lavoro, perché anche se può sembrare semplice fare delle foto a dei gruppi di persone, quest’anno ci siamo impegnati a far sì che tutti potessero sapere quando saremmo venuti a bussare alla porta 18 della loro classe. Individuato il periodo più adatto, metà marzo, soprattutto ponendo tutta la nostra fiducia nelle prime calde giornate primaverili, abbiamo steso la prima bozza di programma del lavoro: 4 classi all’ora circa e mai 5 ore di foto al giorno, ma solo due, tre al massimo a seconda delle nostre disponibilità scolastiche, cercando di non rubare tutte le ore ad un singolo professore ma distribuendole omogeneamente. Grazie al contributo dei rappresentanti di classe, la prima bozza è stata, una volta pubblicata sulla pagina Facebook del Brocchi, riveduta e corretta in base agli impegni e gite di tutti. La versione definitiva è infine stata inviata ai fiduciari di sede che ci hanno rilasciato l’autorizzazione formale al lavoro. I frutti di questa prima parte dell’opera li abbiamo potuti apprezzare appena, monta- di Riccardo Tessarin(4BS) to il treppiede, abbiamo cominciato ad andare a chiamare le prime classi. La grande maggioranza infatti, chi in costume, chi in pigiama si era organizzata per l’occasione. Il risultato sono state veramente tante fotografie variopinte ed originali, con classi che ci hanno veramente stupito grazie alla complessità dei vestimenti. Inferni e paradisi danteschi (IV BL), scambi di sesso (IV CS), hippies, sportivi (2 BS) e tanti altri. L’impressione che ci è rimasta alla fine dell’esperienza è quella di una scuola viva e animata, fatta di ragazzi simpatici, pronti a mettersi in gioco a prendersi un po’ in giro, personale ATA sempre gentile e comprensivo ed insegnanti non troppo spiaciuti dal vedersi rubare 10 minuti di lezione per permettere agli studenti, con una fotografia, di immortalare per sempre tanti ricordi ed emozioni. N.4 Marzo-Aprile 2015 19 OROSCOPO SPRING di Gloria Ceccon(4BES) ARIETE La primavera è sicuramente la tua stagione, come lei anche tu riporti la luce e il calore, a tutti coloro che ti circondano! Sei molto testardo e quando vuoi una cosa è impossibile dissuaderti dall’ottenerla. Sei molto ricercato dagli amici perché senza di te la festa non può iniziare! Il partner sa che le tue opinioni e consigli sono preziosi e vanno rispettati. A scuola ti attende un periodo nero, ma con la fortuna di venere riuscirai sempre a sfruttare tutte le tue potenzialità. Mai pensato di comprare un gratta e vinci? Sono in arrivo ottime notizie! In bocca al lupo! J TORO Una persona potrebbe influenzare il tuo punto di vista su molti aspetti della vita. Non rifiutarli in principio, perché non provare a rifletterci un po’ su? A scuola dovresti stare più calmo, l’ansia non è mai una buona amica e potrebbe compromettere i tuoi risultati. Un respiro profondo e una bella dose di sicurezza in te stesso sono la soluzione. L’amore del tuo partner rimarrà comunque un buon motivo per sorridere sempre anche davanti alle difficoltà! Questo non è proprio il periodo di giocare a Las Vegas non so se mi spiego.. Attenzione! GEMELLI Sereni ed affascinati dalla nuova stagione, siete pronti finalmente a cambiare rotta e a dare un impulso positivo alla vostra vita. La natura contraddittoria del vostro carattere non è d’aiuto, per il continuo mutare dei vostri interessi. Ad aiutarvi però troverete persone che saranno la vostra bussola durante quest’avventura. Amanti brillanti e fantasiosi riuscirete anche questo mese a sorprendere il partner e a non deluderlo mai. La voglia di libertà e di indipendenza cresce e vi richiama alle vacanze, ma purtroppo vi si chiede ancora un ultimo sforzo e concentrazione da dedicare ai libri. Occhio alla domenica c’è aria di sorpresa. CANCRO Nell’ultimo periodo non sempre siete stati coerenti con la vostra filosofia di vita. L’incertezza delle novità e del futuro vi spaventano ancora molto e per questo convivete in un continuo alternarsi di malinconia e allegria. Stop! Devi ripartire in quarta e riprenderti le tue convinzioni ed idee, battendoti con tutta la tua energia per affermare la tua vera essenza. Saprai dimostrare sia a scuola che in amore, che l’importante non è vincere ma con chi si condivide la sconfitta, perché niente è bello se vissuto da soli. La luna ha in serbo per te qualcosa di grande, buona fortuna! LEONE La primavera riaccende la tua personalità ottimista e generosa. Non manchi mai per i tuoi amici, soprattutto nei momenti difficili. Forse sei un po’ troppo sicuro di te e non vorresti mai chiedere aiuto, ma ricorda che l’umiltà non è mai segno di debolezza anzi di pura intelligenza! In amore si sa, faresti di tutto per la persona amata, attento però a non strafare! A scuola ti attenderà un periodo molto fruttuoso e sarai molto apprezzato per la tua grande determinazione. Ricordati che questo mese saprai dare alla tua vita una svolta importante! VERGINE Il cinguettio degli uccellini ti infonde una notevole calma e tranquillità indispensabile in questo periodo di ansia e stress. Dovete rimanere concentrati ancora per un po’ sul vostro obbiettivo perché con l’aiuto di mercurio lo raggiungerete molto presto. A scuola siete sempre i più razionali e dimostrate molto spesso di essere preparati. Avete però un gran bisogno di amore, siete bisognosi di complimenti a causa della vostra natura insicura. Restate comunque degli ottimi amanti, fedeli e credenti fino in fondo alla vera amicizia. BILANCIA Lo splendore del sole e il profumo dei fiori vi fanno rinascere da un lungo periodo di passività. Odiate le discussioni inutili e rimanete ottimi consiglieri per i vostri giudizi razionali ed impassibili. Davanti alle sconfitte però cadete in panico. Basta crisi depressive per lo studio, è il momento di affrontare tutte le vostre paure. Il modo migliore è farsi aiutare dagli amici che avete scelto con particolare cura. Di certo il vostro partner non si può lamentare, visto che per lui sareste disposti anche a salire sul primo volo disponibile per raggiungerlo. Lasciatevi amare ed imparerete che la fortuna potrà di nuovo essere la vostra migliore amica! SCORPIONE Questo periodo non roseo finalmente è finito! Su forza sorridi alla vita, è ora di scrivere un nuovo capitolo della tua avventura. Marte veglia su di te e sulla tua fortuna! Non ti fermi davanti alle difficoltà e non conosci la paura, questo ovunque, anche a scuola dove ti impegni molto a costo anche di qualche sacrificio. Per il partner è complicato capirti perché sei molto imprevedibile e contradditorio, ma la tua forza e disponibilità verso il prossimo sono dei buoni motivi per lottare per te! Fidati ci sono un sacco di persone che desiderano vederti felice! SAGGITTARIO Estate o inverno per te non c’è differenza perché ogni giorno, non smetti mai di travolgere tutti con la tua allegria. La tua tremenda curiosità è implacabile ma tu la sfrutti anche come punto di forza, soprattutto nell’ambito scolastico. Viaggiare è la tua passione e questo fa di te un inguaribile sognatore. In amore sei un campione perché grazie alla tua lealtà sei sempre presente per il tuo partner. La libertà è qualcosa a cui tu non puoi rinunciare, l’importante però è non esagerare con i piaceri della vita. La fortuna di giove ti avvolge nel suo mantello stellato, che dire buona fortuna! CAPRICORNO Tutto bene amico? Un periodo non molto fortunato ti precede. Non credi che sia giunto il momento di cambiare? Accanto hai molte persone che tengono a te ma ai quali purtroppo non hai prestato molta attenzione. Ricorda che per realizzare un obiettivo la collaborazione è l’unico mezzo per arrivare al successo!Troppa incertezza e distrazione caratterizzano le tue giornate di studio, tieni duro e dai il tuo meglio fino alla fine. Il partner vi starà accanto in ogni situazione, che ne dite di ricambiarlo con un bellissimo abbraccio? A volte sono i gesti semplici a fare la differenza. ACQUARIO Di sicuro a voi la primavera piace, accende la vostra creatività e fantasia. Sempre sinceri ed altruisti, sapete sempre come far divertire chi vi sta accanto. A scuola tra momenti di nervosismo e di serenità continuate a sforzarvi per sopravvivere alla marea di compiti ed interrogazioni. Non abbattetevi, ci sano piacevoli soddisfazioni in arrivo. Il rancore non vi aiuterà di certo a mettere una pietra sopra ad una storia ormai conclusa, che aspettate? Ricominciate con un nuovo sorriso, alla ricerca di un grande tesoro come l’amicizia e poi chi lo sa? Se son rose fioriranno! Urano saprà indicarvi la strada giusta! PESCI La dolcezza che sapete trarre da ogni situazione è strabiliante! Un po’ come la primavera! Nell’ultimo periodo avete dimostrato una grande capacità di adattamento verso le difficoltà di ogni giorno. Dovete dunque sapere, che anche per voi questo mese sarà simbolo di una svolta radicale delle vostre abitudini e certezze. Certo dovrete accorgervi di chi vi offrirà quest’ opportunità. Una persona inaspettata capovolgerà la vostra quotidianità e per voi sarà un gran divertimento. L’amicizia e l’amore per voi sono veri e propri valori, mi raccomando non smettete mai di proteggerli e di credere in essi!