Descrizione - Associazione Artemide

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Descrizione - Associazione Artemide
Thiene 2013
Comune di Creazzo
in loc. Piscine
Fiume RETRONE
Bacino di Espansione
Arbusti
fiume
RETRONE
loc. Piscine
in Comune di CREAZZO (VI)
Cornus alba
elegantissima
Descrizione
Arbusto o piccolo albero alto non più di tre metri, originario della Siberia e
della Cina, caratterizzato da piccole e poco appariscenti bacche blu estive
ricoperte da una pruina biancastra e dal vivido colore rosso delle nuove
ramificazioni in inverno. La fioritura è invece poco interessante, dispersa
tra il fogliame variegato di alcune varietà spesso utilizzate.
Cotognastro
in latino
Cotoneaster
Descrizione
Arbusti della famiglia delle Rosacee, con piccoli frutti simili a mele.
Forsythia
Descrizione
Si tratta di arbusti a fogliame deciduo che raggiungono l'altezza di 1-3 m.
Fioriscono alla fine dell'inverno prima dell'emissione delle foglie,
ricoprendosi di fiori di colore giallo-zolfo. I fiori sono gamopetali con una
corolla di 4 lobi ed un calice ridotto anch'esso gamopetalo anche se con
incisure dei lobi molto profonde. Le foglie sono opposte, oblunghe o
tondeggianti, a volte seghettate. Il frutto è una capsula plurisperma.
Prugnolo
in latino
Prunus spinosa
Descrizione
l
È alto fino a 4 metri.
I fiori sono bianchi, con frutti tondi di colore blu; le foglie sono obovate,
alterne e seghettate.
La fioritura avviene in genere tra marzo e aprile, mentre la maturazione
dei frutti tra settembre e ottobre.
Spin Cervino
Rhamnus catartica
Descrizione
in latino
È un arbusto alto fino a 3–4 m con radice ramificata
mificata legnosa, caule cilindrico,
rami piuttosto numerosi ed opposti, terminati all'apice da una spina situata fra le
due branche dell'ultima
'ultima biforcazione e pubescenti nella loro parte più giovane.
Le foglie sono alterne, opposte e molto ravvicinate, con stipole lesiniformi e
caduche, picciolo pubescente superiormente scanalato, il lembo di regola è lungo
il doppio del proprio picciuolo, ovato o ellittico, ottuso o brevemente acuminato
con margine leggermente crenato seghettato, nervature pennate, pubescenti sulla
pagina inferiore, mentre la superiore è glabra.
I fiori sono in fascetti all'ascella delle prime 2-33 coppie di foglie del ramo nuovo
dell'anno. Sono dioici per aborto, verdognoli, lunghi 3–44 mm con ricettacola a
coppa, che ha al bordo 4 sepali e 4 petali lunghi 1 mm, lanceolati, giallo verdi,
più brevi del calice,, alterni coi sepali e appena visibili. Dai fiori maschili ad ogni
petalo è sovrapposto uno stame ben sviluppato ed il pistillo è ridottissimo, i
femminili hanno gli stami sterili, il pistillo di quattro carpelli riuniti e stilo diviso
in alto.
Il frutto è una bacca rivestita in parte da una coppa ricettacolare persistente,
subglobosa, con diametro di 6–88 mm di colore nero a maturazione, con
endocarpo cartilagineo, quadriloculare o anche biloculare per aborto di logge;
ogni loggia ha un seme segnato da un solco dorsale.
Spiree
in latino
Spiraea
Descrizione
Le spiree sono arbusti dai fusti sottili, poco ramificati. Sono coltivate
come piante ornamentali; le foglie sono decidue, dentate o lobate, spesso
picciolate. I fiori sono bianchi o rosati, piccoli e raccolti in vistose
infiorescenze, i frutti sono piccole capsule. Fioriscono dall'inizio a metà
primavera, a seconda delle specie.
weigelia
Descrizione
La Weigelia è una pianta appartenente alla famiglia delle Caprifoliacee,
ed è originaria dell’Asia; sotto questo nome sono comprese 12 specie di
arbusti rustici a foglie decidue, dai fiori tubulosi che compaiono sui rami
tra maggio e giugno.
Le varietà più diffuse sono la Weigelia florida, un arbusto molo esteso che
può raggiungere un’altezza e una larghezza di 3 metri, con foglie di colore
verde e fiori rosa pallido, bianchi all’interno.
Piante
fiume RETRONE
loc. Piscine
in Comune di CREAZZO (VI)
Acero
in latino
Acer
Descrizione
Si tratta di alberi e arbusti di altezza da 1 a 30 m; generalmente le foglie
decidue hanno 5 lobi, in alcune specie sono in numero maggiore come
l'A. circinatum che ne ha 7 o 9, o minore come l'A. monspessulanum che
ne ha solo 3. Il frutto è generalmente una coppia di samare
Betulla
in latino
Betula
Descrizione
Si tratta di alberi e arbusti a fogliame deciduo che possono raggiungere i 15–30 m
di altezza, foglie variamente formate e sfumate di verde a seconda della specie o
varietà. La specie più diffusa è la Betula pendula (= B. verrucosa), da alcuni
autori considerata una sottospecie o varietà di B. alba e chiamata volgarmente
betulla bianca, betulla pendula o betulla d'argento, e predilige terreni acidi,
poveri, sabbiosi o ciottolosi. Mentre la Betula pubescens, nota col nome di
betulla pelosa o betulla delle torbiere, dalle foglie pelose, predilige terreni
paludosi o torbosi ed è di dimensioni analoghe alla B. pendula, anche se si
presenta più frequentemente come alberetto o cespuglio.
Le betulle si caratterizzano per la corteccia bianca argentata, dovuta alla presenza
di granuli di betulina; sono dotate di una notevole rusticità, resistendo a
condizioni ambientali avverse, quali geli improvvisi e prolungati e lunghi periodi
di siccità; sono diffuse nelle regioni del Picetum, Fagetum e Castanetum, ma si
spingono anche nelle zone superiori e inferiori.
Carpino bianco
in latino
Carpinus betulus
Descrizione
Il carpino bianco è un albero poco longevo (150 anni), di media altezza (15-20 m) con portamento
dritto e chioma allungata. La corteccia si presenta sottile, liscia al tatto, di colore grigio, irregolare
per il fusto scanalato e costolato.
Le radici sono fascicolate e molto ramificate. Le foglie sono alterne, semplici, brevemente
picciolate, ovato-oblunghe, con nervature in rilievo e ben visibili sulla pagina inferiore, con apice
acuminato e margine finemente e doppiamente dentato. Ingialliscono in autunno ma permangono
secche sui rami anche per lungo tempo, specie sulle piante di giovane età.
I fiori sono unisessuali, riuniti in infiorescenze (amenti) anch'essi unisessuali e portati sul medesimo
individuo (specie monoica). I fiori maschili sono tozzi e penduli, nudi, con 6-12 stami portati
singolarmente per ogni brattea. I fiori femminili sono corti, situati poco sotto l'apice dei rami, hanno
perigonio e sono portati a coppie su una serie di brattee e bratteole che nel frutto diverranno una
brattea triloba, tipica della specie. Fiorisce nel mese di aprile.
Il frutto è un achenio (frutto secco) che contiene un seme non alato. La propagazione è anemocora
(attraverso il vento).
Farnia
in latino
Quercus robur
Descrizione
La farnia (Quercus robur L.) è un albero a foglie decidue appartenente alla
famiglia delle Fagacee. Essa è la specie tipo attraverso cui il genere Quercus è
definito.
È la quercia più diffusa in Europa, e il suo areale è alquanto vasto.
Questa pianta è caratterizzata da notevoli dimensioni, crescita lenta (cosa che ne
determina il raro impiego come pianta ornamentale) e da rinomata longevità. Se
lasciata crescere in autonomia può vivere sino a qualche secolo, mentre con
interventi di potatura o di taglio alla base del fusto la vita può estendersi in
maniera rilevante. Si calcola che alcuni esemplari viventi superino i 1000 anni di
vita. Alcuni esempi: a Stelmuž÷, in Lituania, c'è un esemplare che si dice superi i
1500 anni (sarebbe la quercia vivente più vecchia d'Europa); a Jægerspris in
Danimarca l'età di un altro esemplare, chiamato Kongeegen (Quercia Re), è
stimata attorno ai 1200 anni. Nel Parco del Delta del Po Veneto, in provincia di
Rovigo, c'è la Quercia di San Basilio, una farnia di oltre 500 anni di età, una delle
ultime testimoni dell'antico bosco che ricopriva la Pianura Padana.
Frassino
in latino
Fraxinus angustifolia
Descrizione
È un albero che può raggiunge fino ai 20-25 metri di altezza. La corteccia
è di colore grigio chiaro, profondamente e finemente fessurata.
Le foglie sono decidue, composte, imparipennate e sono costituite da un
numero di 5-13 foglioline sessili di forma oblungo-lanceolata, disposte
attorno ad un rachide centrale. Il margine di queste ultime presenta una
irregolare denticolatura, che risulta tuttavia meno sottile rispetto a quella
del frassino maggiore.
Le infiorescenze sono delle pannocchie
la cui antesi fiorale avviene molto precocemente rispetto alla fogliazione.
Il frutto è una samara di forma lineare-lanceolata che presenta alla sua
estremità superiore un'ala acuta provvista spesso di un rostro, mentre
quella inferiore risulta cuneata.
Il seme, posto alla base della samara, supera in genere la metà della stessa
ala.
L'apparato radicale è superficiale di tipo fascicolato, adatto, assieme ad
olmi e salici, ad ambienti particolarmente umidi come i corsi d'acqua e le
forre, mentre nelle aree allagate si associa all'ontano.
Ligustro verde
in latino
Ligustrum
Descrizione
Le sue dimensioni vanno da pochi decimetri a circa 4/5 metri. La corteccia
è verdastra e liscia. I fiori, bianchi e profumati, si riuniscono in
infiorescenze a pannocchia terminale. Da questi si formano delle bacche
nere, lucide e velenose.
Melograno
in latino
Punica granatum
Descrizione
Il melograno si ritiene originario dell'Asia sud – occidentale, ed è stato coltivato nelle
regioni caucasiche da tempo immemorabile. È attualmente coltivato ampiamente in
Armenia, Azerbaijan, Iran, Turchia, e nelle parti più aride del Sud-Est Asiatico,
dall'Arabia al Pakistan, India, Malesia, Indonesia; è inoltre coltivato nelle regioni aride
dell'Africa tropicale[2] È presente da epoca preistorica nell'area costiera del Mediterraneo,
risulta storicamente che vi sia stato diffuso dai Fenici, dai Greci e in seguito dagli Arabi.
Fu introdotto in America latina dai colonizzatori spagnoli nel 1769, ed è attualmente
coltivato ampiamente in Messico e, negli Stati Uniti, in California ed Arizona.[3]
Il nome di Genere Punica deriva dal nome romano della regione geografica costiera della
Tunisia, e della omonima popolazione, altrimenti chiamata cartaginese (popolazione di
estrazione fenicia che colonizzò quel territorio nel VI a.C.); le piante furono così
nominate perché a Roma i melograni giunsero da quella regione.
Le foglie sono opposte o sub opposte, lucide, strette ed allungate, intere, larghe 2 cm e
lunghe 4–7 cm.
I fiori sono, nella specie botanica, di un vivo colore rosso, di circa 3 cm di diametro
hanno tre-quattro petali (molti di più in alcune varietà orticole, alcune varietà da orto o da
giardino sono coltivate solo per i fiori, alcune varietà sono a colore bianco o rosato).
Il frutto (melagrana) è una bacca (detta Balausta) di consistenza molto robusta, con
buccia molto dura e coriacea, ha forma rotonda o leggermente allungata, a volte sub–
esagonale, diametro da 5 a 12 cm, la dimensione è fortemente condizionata dalla varietà
e, soprattutto, dalle condizioni di coltivazione. Il frutto ha diverse partizioni interne
robuste che svolgono funzione di placentazione ai semi, detti arilli (fino a 600 ed oltre per
frutto).[4] In alcune varietà i semi sono circondati da una polpa traslucida colorata dal
bianco al rosso rubino, più o meno acidula e, nelle varietà a frutto commestibile dolce e
profumata. Il frutto reca in posizione apicale (opposta al picciolo) una caratteristica
robusta corona a quattro-cinque pezzi, che sono residui dl calice fiorale.
Ontano nero
in latino
Descrizione
Alnus glutinosa
L'ontano nero è un albero alto intorno ai 10 metri, eccezionalmente fino a 20-25
metri, talvolta con portamento arbustivo, con corteccia fessurata
longitudinalmente, di colore nero. Il legno e le radici hanno una caratteristica
colorazione variabile dal giallo-aranciato al rosso-aranciato.
Le foglie sono caduche, sparse e picciolate. Hanno lamina coriacea, glabra,
subrotonda od obovata, incuneata alla base e tronca o leggermente insinuata
all'apice. Il margine è dentellato. La pagina inferiore è appiccicosa, specie nelle
foglie giovani (da cui l'epiteto specifico "glutinosa"), e mostra ciuffi sparsi di peli
all'ascella delle nervature.
Come tutte le specie della stessa famiglia, l'ontano nero è una pianta monoica,
con fiori a sessi separati portati sulla stessa pianta. Sia i fiori femminili sia quelli
maschili sono molto piccoli e riuniti in infiorescenze ad amento. Gli amenti
femminili sono riuniti in piccoli gruppi di 3-6, lungamente peduncolati ed eretti.
Hanno una forma ellissoidale e sono di colore verde. Nella forma ricordano gli
strobili delle Conifere e sono lunghi 1-1,5 cm. Gli amenti maschili sono riuniti in
gruppi di 3-5, sono penduli e cilindrici, lunghi fino a 6 cm, di colore gialloverdastro. La fioritura ha luogo alla fine dell'inverno, in febbraio-marzo, ma
esiste una marcata variabilità, protraendosi dal pieno inverno nelle regioni calde
alla tarda primavera in quelle più fredde.
Gli amenti femminili evolvono in infruttescenze nere di consistenza legnosa,
pendule, con brattee fruttifere patenti e persistenti anche dopo la disseminazione
del frutto. I resti delle infruttescenze possono persistere anche per più anni. Il
frutto è un piccolo achenio (frutto secco).
Il frutto è detto indeiscente in quanto a maturazione il seme non ne fuoriesce.
Alcuni acheni dispongono di caratteristiche che ne facilitano la disseminazione,
alato.
Pioppo bianco
in latino
Populus alba
Descrizione.
È alto fino a 30 metri (40), con un'ampia chioma arrotondata. Tra le numerose
specie e varietà di pioppo questa è la più sana e longeva, anche se raggiunge
raramente il centinaio d'anni d'età; esistono, tuttavia, prove documentate di alcuni
individui in Parchi storici vissuti eccezionalmente oltre 180 anni. La sua corteccia
grigio chiaro, simile a quella della betulla, rimane per lungo tempo liscia e
punteggiata da piccole lenticelle suberose a forma di rombo; invecchiando
diviene più scura e solcata longitudinalmente dalla base dell'albero e
progressivamente diventa ruvida e molto scura.
Le foglie, sorrette da un picciolo depresso lateralmente lungo fino a 5 centimetri,
hanno una forma ovale o rotondeggiante, ma talvolta irregolarmente lobata (4-8
centimetri). La pagina fogliare superiore è lucida, di colore verde scuro, mentre
quella inferiore, come gli interi getti giovani, è ricoperta da una fitta peluria
biancastra (tomento), da cui il nome comune della pianta.
Come tutte le altre Salicaceae, il pioppo bianco è una pianta dioica con i fiori
unisessuali riuniti in amenti, che compaiono prima delle foglie. Questo tipo di
infiorescenza ad amento pendulo è comune nelle specie arboree a impollinazione
anemofila. Gli amenti maschili sono cilindrici, quelli femminili corti con fiori
ascellanti su una brattea pelosa.
Anche la dispersione dei semi, contenuti in capsule, è affidata al vento grazie alla
presenza su questi di filamenti pelosi il cui insieme è detto pappo. Il pappo pur
costituito di finissima cellulosa provoca sempre fastidio a occhi e naso con spesso
reazioni allergiche.
Salice piangente
in latino
Salix babilonica
Descrizione
Il salice piangente è un albero deciduo che raggiunge normalmente
l'altezza di 10-15 m (può arrivare a 25). Cresce rapidamente, ma ha una
vita relativamente breve.
I rami sono penduli e sottili, caratteristica esaltata nelle varietà
ornamentali. L'albero assume così un portamento particolare, riverso in
basso.
Le foglie sono disposte a spirale, di colore verde chiaro, strette e lunghe
(0,5-2 x 4-16 cm), appuntite, con margini finemente seghettati. In autunno,
prima di cadere, diventano giallo dorato.
I fiori, come in tutti i salici, sono riuniti in amenti, che appaiono
precocemente in primavera. Gli amenti maschili e femminili compaiono su
alberi distinti (pianta dioica).
I frutti sono capsule, con molti piccoli semi provvisti ciascuno di un ciuffo
di peli bianchi e setosi.
Sorbo
in latino
Sorbus
Descrizione
A seconda della specie può essere un arbusto o alberello o anche un albero
alto fino a 12m, ha la corteccia grigia con chiazze bianche; rami giovani
pubescenti, poi glabri, bruno-rossicci.
Le foglie sono alterne, picciolate, semplici, spesso coriacee di forma da
ellittica ad ovata con apice acuto e margini irregolarmente seghettati.
Hanno la pagina superiore color verde-scuro, quella inferiore color
argenteo.
Ha infiorescenze a corimbi eretti di 5–8 cm con fiori bianchi. Fiorisce a
maggio-giugno
I frutti sono pomi ovoidali o rotondi, di dimensioni variabili da 1 a 3 cm a
seconda della specie, rosso aranciati quando maturi.
I frutti del sorbo domestico sono entrati in passato a far parte
dell'alimentazione umana, ma oggi non vengono più consumati
comunemente. I frutti del Sorbo non sono commestibili quando appena
raccolti. Lo diventano solamente dopo aver subito l'ammezzimento, ovvero
essere stati insilati nella paglia e aver subito un processo di fermentazione
che li rende adatti al consumo. I frutti di alcune specie sono stati usati in
erboristeria sin dall'antichità, soprattutto per il loro alto contenuto di
vitamina C. Il legno di alcune specie trova vari utilizzi.
Come sono fatti gli alberi:
Gli alberi nascono dal “seme” e sono
formati dalla “radice”, dal “tronco” con la
sua “corteccia” e dalla “chioma”.
La “chioma” a sua volta è formata dai
“rami” e dalle “foglie”.
UCCELLI
fiume
Retrone
loc. Piscine
in
Comune di CREAZZO (VI)
Airone Cenerino
in latino
Ardea cinerea
Airone Cenerino
in latino
Ardea cinerea
Descrizione
Di notevoli dimensioni, raggiunge da adulto una statura di 90-98 centimetri e un
peso compreso tra 1020 e 2073 grammi. L'apertura alare può facilmente
raggiungere 1,70 metri. Il piumaggio è di colore grigio sulla parte superiore e
bianco in quella inferiore. Le zampe e il becco sono gialli. L'adulto ha piume nere
sul collo e un ciuffo nucale nero molto evidente che si diparte dalla sommità
posteriore e superiore dell'occhio. Nei giovani predomina il colore grigio. Non vi
sono segni particolari per distinguere le femmine dai maschi; solitamente i
maschi sono un po' più grandi. Come tutti gli aironi, vola tenendo il collo
ripiegato a S.
Cibo ed Alimentazione
Gli aironi sono animali strettamente carnivori. Il tipo di preda dipende
dall'ambiente in cui vive.
Le prede più cacciate sono:
•
•
•
•
•
Anfibi: generalmente Anuri facilmente rintracciabili in risaie, paludi e
anse dei fiumi.
Pesci: le dimensioni delle prede variano in base alle dimensioni
dell'airone. I pesci maggiormente cacciati appartengono alla famiglia dei
Ciprinidi.
Insetti: tra quelli acquartici vengono catturati quelli più grandi delle
famiglie dei Coleotteri, Girinidi e Ditiscidi nonché larve di varie specie.
Crostacei: le specie più predate dagli aironi appartengono al genere
Triops.
Mammiferi, Uccelli e Rettili: appaiono in modo occasionale nelle diete.
Cannaiola verdognola
in latino
Acrocephalus palustris
Descrizione
La Cannaiola verdognola Lungo circa 13 centimetri, con un’apertura alare
tra i 19 e i 21 centimetri presenta un piumaggio bruno-olivastro nella parte
superiore, che sfuma verso il marrone-grigio nella parte inferiore del
corpo. La gola invece è bianca. Le zampe rosa pallido.
Cibo ed Alimentazione
È una specie insettivora, che include all’interno della propria dieta anche
piccoli ragni e lumache. Solitamente raccoglie insetti tra la vegetazione,
ma a volte li caccia anche direttamente al suolo o mentre è in volo. In
autunno, la dieta proteica viene integrata con alcune bacche.
Martin Pescatore
latino
(comune) in
Alcedo attui
Descrizione
Si tratta di un uccello di piccole dimensioni, lungo fra i 17 ed i 25 cm, con
un'apertura alare che raggiunge i 26 cm ed un peso che va dai 26 ai 46 g.
Il martin pescatore è un uccello diurno e solitario, che passa la maggior
parte del proprio tempo alla ricerca di cibo: esso necessita infatti
quotidianamente di una quantità di nutrimento pari al 60% circa del
proprio peso corporeo. Per procurarsi il cibo si posiziona su rami o canne
sporgenti sui corsi d'acqua dove vive, che elegge a punti d'osservazione e
dai quali si tuffa per catturare le sue prede. L'animale durante la notte si
rifugia nella fitta vegetazione nei pressi di uno dei punti d'osservazione
preferiti.
Cibo ed Alimentazione
Il martin pescatore si nutre principalmente di piccoli pesci, sia adulti che
avannotti, che costituiscono fra il 60 ed il 67% della dieta di questo
uccello: anche i crostacei (principalmente piccoli granchi e gamberi) sono
ben accetti, andando a costituire a seconda dell'area di diffusione presa in
considerazione fra il 5 ed il 33% del totale del cibo ingerito[9]. In
mancanza d'altro, i martin pescatore non esitano a catturare anche piccoli
animali acquatici come girini, insetti acquatici come le libellule e le loro
larve, e a volte anche molluschi.
Pettirosso
rubecula
in latino
Erithacus
Descrizione
Lunghezza = 13 - 14 cm
• Peso = 11 - 22 grammi
• Apertura alare = 6,8 - 7,7 cm
• Età media = 3 - 4 anni
Il pettirosso è un piccolo uccello cantore europeo molto comune. Pur avendo
dimensioni ridotte è conosciuto per il suo comportamento spavaldo. È di aspetto
paffuto e senza collo. Gli adulti hanno il petto e la fronte colorati di arancio. Il
resto del piumaggio è di colore bruno oliva. Ai giovani manca la colorazione
arancione e sono fortemente macchiettati. Il comportamento è confidente rispetto
all'uomo ed ha attitudini vivaci note a tutti. Spesso quando si lavora in giardino e
si rigira la terra il pettirosso si avvicina molto all'uomo per ricercare vermi o
insetti venuti alla luce. È presente in Italia tutto l'anno, insettivoro, migratore a
breve raggio, territoriale anche durante lo svernamento.
Alimentazione
Il pettirosso si nutre in aperta campagna nel sottobosco. Il suo regime alimentare
è composto soprattutto da Invertebrati che vivono nel suolo (insetti, coleotteri,
lumache, vermi e ragni). Durante l'autunno e fino alla primavera consuma anche
molte bacche e frutti piccoli. La sua tecnica per procacciare il cibo è ben adattata
alla vegetazione densa e agli spazi aperti che si trovano sia nel sottobosco sia nei
giardini. Accovacciato su un ramo basso osserva l'ambiente vicino e quando
individua una preda vola giù e l'afferra per poi accovacciarsi di nuovo. Può anche
saltellare sul terreno, fermandosi qua e là per individuare una preda. Forse per
questo motivo è sempre molto interessato a seguire una persona intenta a zappare
la terra. Nella stagione invernale hanno bisogno di grassi per superare meglio il
freddo, quindi per chi dovesse avere questi inquilini nel giardino di casa o sui
balconi, può mettere tranquillamente biscottini tritati e anche pezzettini di
pandoro, ne vanno molto ghiotti.
Picchio
in latino
Picidae
Descrizione
I picidi sono ben conosciuti per la loro tecnica di martellare con il becco il
tronco degli alberi, sia per alimentarsi con larve di insetti che per creare
cavità dove nidificare. Il martellamento ha anche una funzione territoriale,
per segnalare la propria presenza a possibili rivali.
Cibo ed Alimentazione
Il Picchio si nutre prevalentemente di insetti e larve celate sotto la
corteccia dei tronchi d'albero, che cattura grazie all'ausilio del suo becco,
appositamente utilizzato per perforare il legno.
Scricciolo
in latino
Troglodytes
Descrizione
E’ un genere di uccello appartenente alla famiglia Troglodytidae, cioè gli
scriccioli. Essi sono lunghi circa 10-12 centimetri; sono principalmente
striati di marrone sul dorso e molto più chiari sull'addome, con piccole ali
rotonde, zampe forti e coda ordinata e sono facilmente individuabili per i
loro canti rumorosi.
Sono uccelli territoriali, ma gli scriccioli veri e propri si radunano in
gruppo in alcune cavità per resistere ai climi più freddi per meglio
mantenere il calore.
Cibo ed Alimentazione
Sono elusivi, poiché cacciano insetti e ragni,
Tuffetto
in latino
Tachybaptus ruficollis
Descrizione
È il più piccolo svasso paleartico (lunghezza totale 24-29 cm, apertura
alare 40-45 cm e peso 140-250 g), con becco corto e corpo tondeggiante.
In abito nuziale i lati del capo e del collo sono rosso-castani, e tipica è una
macchia giallastra alla base del becco. L'abito invernale è più chiaro e
uniforme. I sessi sono simili.
Cibo ed Alimentazione
Per nutrirsi compiono apnee durante le quali catturano piccoli pesci, insetti
o colgono piante acquatiche.
Usignolo di fiume
in latino
Cettia cetti
Descrizione
Un usignolo adulto misura dal becco fino alla punta della coda circa 16,5
cm ed è quindi grande quanto un passero domestico (Passer domesticus).
L'usignolo ha il ventre tra il marrone chiaro e il grigio scuro, la schiena
marrone e la coda rosso marroncino.
Cibo ed Alimentazione
Gli usignoli si nutrono esclusivamente di insetti, vermi o larve e di tanti
altri invertebrati. Ma in autunno il loro nutrimento principale sono le
bacche.
Roditori
fiume
RETRONE
loc. Piscine in Comune di
CREAZZO (VI)
Topo in latino Mus musculus
Nutria
in latino
Myocastor coypus
Descrizione
Roditore di grandi dimensioni, con lunghezza della testa e del corpo tra
430 e 635 mm, la lunghezza della coda tra 255 e 425 mm, la lunghezza del
piede tra 120 e 150 mm, la lunghezza delle orecchie tra 25 e 30 e un peso
tra 5 e 10 kg, talvolta fino a 17 kg. I maschi sono solitamente più grandi
delle femmine.
Il corpo è tozzo e robusto. La pelliccia è composta da lunghi peli rigidi
color bruno-giallastro o bruno-rossastro. Gli occhi e le orecchie sono
piccoli e, insieme alle narici, sono situate nella parte superiore della testa. I
piedi sono più lunghi delle zampe anteriori e sono muniti di 5 dita, di cui
le prime 4 sono connesse tra loro da una membrana cutanea, mentre il
quinto è libero ed è solitamente utilizzato per pettinare la pelliccia. Le
zampe anteriori hanno 4 dita lunghe, flessibili, non palmate e con un
pollice rudimentale. Gli artigli sono affilati e robusti. La coda è più corta
della testa e del corpo, è ricoperta finemente di peli tranne che alla base e
di scaglie.
Alimentazione
Si nutre principalmente di parti vegetali, tra le quali preferisce le radici, i
tuberi e i rizomi. Nelle regioni dove è stata introdotta si ciba di qualsiasi
coltura disponibile. Ad elevate densità di popolazione può ridurre
drasticamente la presenza di piante acquatiche, favorendo la formazione di
acque aperte.
Topo
in latino
Mus musculus
Descrizione
I topi adulti misurano una ventina di centimetri, di cui la metà o poco
meno spetta alla coda: il peso invece oscilla fra i 10 ed i 25 grammi.
Il pelo corto e lucente, varia individualmente dal brunastro al nero. Esso
ricopre interamente il corpo, tranne zampe, orecchie, coda e punta del
muso, che sono quasi del tutto glabre e di colore grigio-rosato. La coda è
lunga all'incirca quanto il tronco e la testa messi assieme: essa è ricoperta
di scaglie cornee epidermiche disposte ad anelli, tra le quali si inseriscono
alcuni piccoli peli.
Alimentazione
Si tratta di animali tendenzialmente onnivori: mangiano perlopiù prodotti
di origine vegetale, ma all'occorrenza non disdegnano carne e latticini.
Il topo ricava l'acqua di cui necessita per la maggior parte dal cibo: in ogni
caso necessita anch'esso di bere ogni tanto. Per integrare la propria dieta,
non esita infine a praticare la coprofagia. (ingoio di escrementi propri o
altrui).
fiume
RETRONE
loc. Piscine
in Comune di CREAZZO (VI)
Anfibi
Rettili
Rospo
Vipera
Raganella italica
Testuggine palustre europe
Nutrice dal collare
in latino
Natrix natrix
Descrizione
La biscia dal collare è tipicamente verde scura o marrone con un collare
giallo caratteristico dietro alla testa a cui deve il nome caratteristico di
biscia dal collare. Il colore potrebbe andare inoltre dal grigio al nero. La
parte inferiore è più chiara nel colore. In Gran Bretagna la biscia dal
collare è il rettile più grande e raggiunge una lunghezza totale di 120 cm;
in Veneto nella regione del delta del Po raggiunge anche i 2 metri.
Alimentazione
Predano quasi interamente anfibi, specialmente le rane comuni, anche se
occasionalmente mangiano anche mammiferi e pesci.
Raganella italica
in latino
Hyla arborea
Descrizione
È una rana di dimensioni medio-piccole, che raggiunge una lunghezza di
4-5 cm.
Per molti versi è estremamente simile a Hyla arborea: la colorazione del
dorso è di colore verde brillante, con ventre biancastro nettamente
demarcato da una linea di colore dal grigio al beige. Dall'occhio si diparte
una evidente striscia nera laterale che si prolunga fino all'inserzione
dell'arto inferiore. Il maschio possiede un sacco vocale sotto la gola, che
gonfiato raggiunge quasi la grandezza del corpo. Le dita sono dotate di
cuscinetti adesivi.
Alimentazione
È una specie insettivora.
Ramarro occidentale
in latino
Lacerta bilineata
Descrizione
La forma del corpo è quella tipica delle lucertole. Le dimensioni degli
esemplari adulti sono di circa 30 cm di lunghezza, e 35 grammi di peso.
Alcuni esemplari superano i 40 cm, ed i 40 grammi di peso.
Alimentazione
Si nutrono principalmente di ragni, artropodi.
Descrizione
Rana comune
in latino
Pelophylax esculentus
Rana acquatica di 12 cm di lunghezza, dal muso appuntito e dalle dita
ampiamente palmate.
Il dorso, è di colore verde smagliante o bruno
oliva, talvolta cosparso di macchie nere, è ornato, ad ogni lato.
L'ibernazione ha luogo nella melma dello stagno in cui vive.
La cute è ricca di ghiandole ed altamente vascolarizzata. Sono presenti
numerose ghiandole mucipare, a volte ghiandole velenifere spesso
associate ad una colorazione vivace della cute. La pelle periodicamente si
stacca durante il periodo della muta e spesso viene ingerita dall'animale
stesso.
Gli arti degli Anfibi sono poco sviluppati. Gli anfibi hanno 4 arti: 2
anteriori e 2 posteriori.
I polmoni non sono molto suddivisi all'interno, quindi lo scambio di gas
non è molto efficiente, ed essi respirano quasi solo con la pelle che quindi
viene inumidita grazie a delle ghiandole o con continue immersioni in
acqua. Nella famiglia delle salamandre, gli animali non possiedono
polmoni e respirano unicamente attraverso la pelle.
L'apparato circolatorio ha come centro il cuore che ha 2 atri e un solo
ventricolo, il sangue si mescola parzialmente. Il cuore degli anfibi è a tre
tempi, prima il sangue arterioso ossigenato viene sospinto nell'aorta
direttamente all'encefalo, il secondo battito spinge nell'aorta sangue misto
che va agli organi, il terzo contenente sangue "sporco" va verso la pelle.
Alimentazione
E' un animale voracissimo che si nutre di insetti, tra cui farfalle che si
avventurano sopra l'acqua, larve, vermi, lumache, ma anche di prede
voluminose come giovani rane, piccole lucertole, piccoli roditori.
Testuggine palustre
in latino
Emys orbicularis
Descrizione
Le femmine sono sempre più grandi dei maschi. I maschi raggiungono una
lunghezza di 15–18 cm mentre le femmine 20–22 cm. Il piastrone (scudo
ventrale) è composto da 12 elementi, ha un colore giallo sabbia uniforme
con scarse venature più scure. Lo scudo dorsale (carapace) è collegato con
il piastrone attraverso legamenti cartilaginei che favoriscono la mobilità di
entrambe le parti, è ricoperto da 5 placche vertebrali, 8 costali e 25
marginali delle quali 1 nucale e 2 caudali. Il carapace è appiattito e ovale,
il colore di fondo è molto variabile, va dal marrone oliva al verde scuro,
fino al nero. Negli esemplari giovani sul carapace è presente una carena
centrale che poi scompare completamente con la crescita. Il colore della
pelle, della testa e degli arti va anch'esso dal giallo al verde scuro; anche
sulla pelle sono presenti punteggiature gialle. Le dita sono provviste di
unghie e collegate tramite una membrana interdigitale. La specie è
caratterizzata da una coda piuttosto lunga in entrambi i sessi provvista di
un’unghia terminale. La coda, infatti, negli esemplari adulti, misura circa
la metà della lunghezza complessiva dell'animale.
Alimentazione
È un animale prevalentemente carnivoro. Si nutre in particolare di
lumache, piccoli crostacei, larve di insetti, molluschi, girini, invertebrati
acquatici. Non disdegna tuttavia pesci morti o carogne di altri animali né
vegetazione acquatica come le lenticchie d'acqua e le ninfee. Anche se
occasionalmente la si trova sulla terraferma in cerca di cibo, mangia
esclusivamente nell'acqua. Ciò è dovuto al fatto che può inghiottire
soltanto sott'acqua.
FAUNA ITTICA fiume
RETRONE loc. Piscine in
Comune di CREAZZO (VI)
Luccio
in latino Esox lucius
Alborella
in latino
Alburnus alburnus
Descrizione
Lunghezza: 15 cm, anche se sono stati pescati esemplari lunghi 25 cm.
Questo ciprinide presenta un corpo allungato e compresso ai fianchi, con
testa e occhi grandi, bocca leggermente rivolta verso l'alto. La livrea è
grigio-azzurra con riflessi metallici e una linea gialla orizzontale che corre
dalla testa alla coda. Di facile individuazione è la linea laterale, che si
abbassa sensibilmente lungo il ventre, per poi risalire al peduncolo
caudale.
Dimorfismo sessuale: leggermente più accentuati i colori del maschio, la
femmina risulta leggermente più gonfia.
Alimentazione
Ha dieta onnivora, si ciba di insetti e larve ma anche di zooplancton e
vegetali.
Anguilla
in latino
Anguilla anguilla
Descrizione
Presenta un corpo allungato, subcilindrico, serpentiforme; la pinna dorsale,
di modesta altezza, è allungata fino a unirsi alle pinne caudale ed anale. La
pinna anale è più lunga della dorsale. La mandibola è più sporgente della
mascella, l'occhio è piccolo. Il colore cambia con le fasi vitali: bruno sul
dorso e giallastro ventralmente per gli animali che vivono in acque dolci e
nero sopra ed argentato sotto per quelli che risiedono in mare o che si
apprestano ad effettuare la lunga migrazione. La femmina può raggiungere
i 3 kg di peso.
Alimentazione
Si nutre di animali, sia vivi che morti. Caccia la notte o quando l'acqua è
molto torbida, anche in condizioni di piena, affidandosi prevalentemente
all'olfatto.
Carassio
in latino
Carassius carassius
Descrizione
L'esemplare giovanile presenta un corpo allungato, con profilo dorsale
poco convesso, con livrea giallo chiara e ocello sul peduncolo caudale.
L'adulto ha un corpo tozzo, compresso ai fianchi. La pinna dorsale è alta,
composta da raggi ossei, i maggiori sono dentellati, come nella pinna
anale. La mancanza assoluta dei barbigli lo distingue dalla carpa. La livrea
è variabile, solitamente giallo-oro più o meno carico, con riflessi metallici
sul dorso. Le pinne sono sfumate di rosso.
Il carassio può raggiungere una lunghezza massima di 45 cm per 1,5 kg di
peso, tuttavia la taglia media risulta variabile tra i 20-30 cm di lunghezza
per 3-4 hg di peso.
Il pesce rosso selvatico è quasi identico a questa specie e si può
riconoscere con certezza solo mediante l'esame delle branchiospine[1].
Alimentazione
Ha dieta onnivora, si nutre prevalentemente di zooplancton (soprattutto
specie dell'ordine Cladocera), insetti e copepodi e detriti vegetali.
Carpa
in latino
Cyprinus carpio
Descrizione
Il corpo della carpa è lungo, ovaloide, con dorso convesso poco sopra la
testa. Quest'ultima si presenta di forma triangolare, con muso poco
appuntito. La bocca è protrattile ed è munita di 4 barbigli corti e carnosi.
La pinna dorsale è lunga con 18-24 raggi, quella anale è abbastanza
grande; le pinne pettorali e ventrali hanno i lobi arrotondati. La coda è
forcuta. La livrea è bruno-verdastra con riflessi bronzei su dorso e fianchi,
giallastro sul ventre. Di lunghezza variabile tra i 30 e i 60 centimetri e
peso solitamente compreso tra i 3 e i 35 chili. Eccezionalmente può
raggiungere e superare i 40 chili di peso e i 130 centimetri di lunghezza. Si
tratta di un pesce estremamente longevo e si stima possa arrivare a 100
anni di età.
Alimentazione
Onnivora, si ciba sia di organismi animali come insetti o lombrichi che di
sostanze vegetali che trova sul fondo, e di qualsiasi tipo di detrito
organico. Ricerca il cibo sul fondo, grufolando, mettendo il muso nel
fango e aiutandosi con i quattro barbigli per localizzare il nutrimento.
Durante la ricerca del cibo smuove molto materiale intorbidendo l'acqua e
facendo salire a galla bollicine di gas formatesi nel fondale.
Cavedano
in latino
Squalius squalus
Descrizione
È caratterizzato dalla bocca grande e terminale, e dal corpo affusolato. La
livrea è uniforme, grigio-verdastra (più chiara sul ventre), con scaglie
bordate delicatamente di scuro. Le pinne sono bruno-giallastre tranne le
pinne ventrali e la pinna anale che hanno una colorazione rossastra (in S.
squalus sono grige o trasparenti). Nei luoghi dove raggiunge le maggiori
dimensioni può arrivare ad una lunghezza di circa 60 cm e al peso di 3,5
kg, ma solitamente rimane di dimensioni più modeste.
Alimentazione
Gli esemplari giovanili hanno una dieta onnivora, così come gli adulti, che
però si cibano soprattutto di pesci.
Ghiozzo
in latino
Padogobius nigricans
Descrizione
È un tipico gobide nell'aspetto, con testa grande, pinne ventrali riunite a
formare una ventosa, due pinne dorsali separate di cui la prima con raggi
spiniformi e la seconda molle ed occhi che sporgono sopra il profilo della
testa. Le labbra sono molto carnose.
La livrea è caratterizzata da una macchia scura sull'opercolo branchiale
branchiale e da 5/6 macchie scure a sella sui fianchi. La parte superiore
della testa è marmorizzata di nero mentre il ventre è bianco giallastro. Alla
base della pinna caudale è presente una fascia scura, le pinne dorsali hanno
un'alternanza di fasce orizzontali grigio chiaro e scuro mentre la prima
pinna dorsale è bordata di giallo arancio, quest'ultima pinna ha una
macchia ocellare nel maschio. Il maschio in livrea nuziale è molto scuro,
quasi nero.
Le dimensioni massime sfiorano i 10 cm ma sono usualmente assai
inferiori, i maschi sono più grandi delle femmine.
Alimentazione
Si ciba di piccoli invertebrati bentonici, soprattutto larve.
Luccio
in latino
Esox lucius
Descrizione
Può raggiungere 1,30 m di lunghezza e superare i 20 kg di peso (sono stati
catturati esemplari di quasi 30 kg). La crescita e le dimensioni finali sono
piuttosto variabili in relazione all'alimentazione e alla temperatura
dell'acqua. In genere raggiunge i 20 cm durante il primo anno di vita e il
metro in età adulta. Gli esemplari di maggiori dimensioni sono
generalmente femmine. Il luccio ha la particolarità singolare di avere più
di 500 microdenti molto affilati sulla lingua, in aggiunta a quelli propri
dell'esoscheletro.
Oltre che dalla bocca di grosse dimensioni, fornita di file di denti uncinati,
il luccio è caratterizzato da una testa piuttosto grande rispetto al corpo, di
forma allungata e schiacciata (per questo motivo è noto in alcune regioni
d'Italia come "Luccio Papera"). La colorazione varia a seconda dell'habitat
e della colorazione dell'acqua: ventre bianco giallastro, dorso verde-bruno
maculato scuro. La forma corporale è influenzata dalla corrente delle
acque in cui vive: nelle zone con scarsa corrente assume una fisionomia
allungata, nelle acque ferme presenta un corpo più tozzo.
Alimentazione
È un predatore di altri pesci, caccia restando immobile fra le piante
acquatiche in attesa che la preda si avvicini, in assenza di prede consone
non disdegna rane, piccoli mammiferi, giovani uccelli acquatici e il
cannibalismo.
Panzarolo
in latino
Knipowitschia punctatissima
Descrizione
È un tipico membro della famiglia Gobidae, con testa molto grande, occhi
grandi e ravvicinati, pinne ventrali riunite a formare una ventosa. Il profilo
dorsale è rettilineo, la bocca è molto grande ed in posizione obliqua quasi
verticale (raggiunge il bordo dell'occhio). La colorazione è molto diversa
tra maschio e femmina, il maschio ha colore grigiastro o giallastro sui
fianchi con 10-15 fasce verticali brune e punteggiature scure fittissime sui
fianchi, inoltre ha un'evidente macchia scura sulla prima dorsale, la
femmina è priva della macchia sulla pinna ed ha sui fianchi macchie e
fasce scure molto meno definite.
È uno dei pesci più piccoli della nostra fauna, infatti le dimensioni
massime si aggirano sui 5 cm mentre la media è tra i 2 ed i 4 cm.
Alimentazione
Si nutre di piccolissimi invertebrati bentonici tra cui crostacei isopodi ed
anfipodi e larve.
Scardola
in latino
Scardinius erythrophthalmus
Descrizione
La forma del corpo è tipica di quella della famiglia Cyprinidae: compresso
ai fianchi, con dorso piuttosto alto e ventre pronunciato in età adulta. I
giovani sono più filiformi.
La scardola presenta grosse scaglie dai magnifici riflessi argentei, così
appunto come la sua livrea, che vede anche dorso e fianchi dai riflessi
dorati, mentre il ventre è quasi bianco. Le pinne negli adulti sono rosse.
Raggiunge una lunghezza di 50 cm e un'aspettativa di vita di oltre 18 anni.
Alimentazione
La scardola ha dieta onnivora, si ciba di insetti, pesci, crostacei,
zooplancton e detriti vegetali.
Tinca
in latino
Tinca tinca
Descrizione
La tinca ha un corpo tozzo, coperto da piccole scaglie, con grosse pinne
carnose. La livrea è verdastra sul dorso, più chiara e tendete al giallo nella
zona ventrale. Le pinne sono verde-brune. Gli occhi sono rossi.
Solitamente raggiunge i 30-50 cm di lunghezza per 4 kg di peso, anche se
sono registrate (non in Italia) tinche lunghe fino a 84 cm.
Alimentazione
Pesce onnivoro, si nutre di organismi bentonici e vegetali, soprattutto in
orari notturni.
Triotto
in latino
Rutilus aula
Descrizione
Il triotto è abbastanza snello ed un po' compresso lateralmente. La livrea è
argentea con tonalità verdastre sul dorso e con una striscia scura (spesso
con riflessi violacei) sul fianco. L'iride dell'occhio è rossastra mentre le
pinne sono incolori o verde brunastro.
Alimentazione
Ha dieta onnivora, nutrendosi di vegetali, crostacei, vermi ed insetti.
Trota Fario
in latino
Salmo trutta forma fario
Descrizione
Il corpo della trota fario è allungato, compresso ai fianchi, provvisto di
testa robusta, acuminata verso la mascella, dotata di forti denti. Le pinne
sono robuste.
La livrea è estremamente variabile per mimetizzarsi con l'ambiente
circostante: il dorso va dal bruno al grigio argenteo, i fianchi sono grigiogiallastri, il ventre tende al bianco-giallo chiaro. Tipiche sono le chiazze
rotonde nere sul dorso e soprattutto quelle rosso vivo (o brune) sui fianchi,
disposte ordinatamente in senso orizzontale. Le pinne pettorali e ventrali
sono giallastre, le altre tendenti al grigio. La lunghezza media varia
solitamente nei corsi d'acqua in cui vive. Nei piccoli rii montani non
supera mai i 30 cm di lunghezza e i 3 hg di peso, nei torrenti più grossi e
nei fondovalle degli stessi e nei laghi, ove c'è più ricchezza di ittiofauna,
alcuni esemplari possono raggiungere pesi ragguardevoli pari anche a 5-7
kg.
Alimentazione
La trota è un predatore molto vorace, la cui dieta è costituita da insetti,
crostacei, pesci, rane, vermi.