the sign moak 1-2013
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01/2013 © Caffè Moak S.p.A. Gentili lettori, il primo numero del 2013 di The Sign Moak si arricchisce di una nuova veste grafica e di nuovi contenuti. Un ulteriore segno di dinamismo e di cambiamento, che vogliamo trasferire a chi, come noi, appartiene alla nuova generazione Moak (moak generaction). Curiosità ed approfondimenti, interviste e consigli sul mondo del caffè, che ci auguriamo possano accompagnarvi in una piacevole lettura di primavera. La nuova rubrica dello Chef Carmelo Chiaramonte “Caffè e dintorni” vi guiderà in un viaggio alla scoperta di nuovi accostamenti con il caffè, partendo, come prima tappa, dal mare. La voglia di stare all’aria aperta vi svelerà nella pagina “Lo stile di arredare” le nuove tendenze dell’outdoor. Il caffè sarà anche questa volta protagonista delle ricette degli chef stellati Sultano e Candiano. Come sempre vi parleremo dei progetti Moak, da quelli culturali, come i concorsi “Letterario e Corto Moak” che hanno aperto il sipario al nuovo bando, a quelli legati al design, come Ecoforme 2 e il nuovo espositore Tin’house di for[me]moak. Per finire, vi faremo conoscere perchè e come nasce la passione per la moda o per uno sport, nelle interviste alla stilista Marella Ferrera e al presidente della Federazione Italiana Scherma Giorgio Scarso, entrambi ambasciatori nel mondo delle eccellenze made in Italy. Il tutto accompagnato da una selezione di brani musicali che abbiamo scelto per voi e che renderanno più gradevole la vostra lettura. A tutti l’augurio di una nuova splendida stagione. Il Presidente Giovanni Spadola Marella Ferrera celebra la ventennale - intervista a pag. 24 01/2013 © Caffè Moak S.p.A. In copertina: “punti di vista” del progetto Tin’s house www.caffemoak.com Postatarget Magazine - Tariffa pagata - DCB Centrale/PT Magazine iscriz. R.O.C.n.23325 - valida dal 18/03/2013 - Aut. Trib. Modica n.218/2013 VG - Notizie n.1/2013 Direttore Responsabile: Rosaria Di Pietro Redazione: Annalisa Spadola, Sara Di Pietro, Gianni Monciino, Corrado Barone, Alessia Melilli, Foto: Paolo Pluchino e for[me]moak. Coordinamento grafico: for[me]moak Art work: for[me]moak Editore: Moak Holding S.p.A. Viale delle Industrie s.n. – 97015 Modica (RG) tel.0932-904755 www.caffemoak.com, mail: [email protected] Azienda con sistema qualità certificato da ISO 9001/14001 Stampa in esclusiva per Moak Holding S.p.A. a Soveria Mannelli (CZ) A norma dell’art. 7 della legge n. 196/03 il destinatario può avere accesso ai suoi dati, chiederne la modifica o la cancellazione oppure opporsi scrivendo a: Moak Holding S.p.A. Viale delle Industrie s.n.- 97015 Modica (RG) - Italy 05 07 08 10 12 14 16 19 20 22 24 26 28 29 30 Caffè Letterario e Corto Moak. Al via il bando 2013 Caffè Moak ottiene la certificazione kosher Tutti matti per il cake design. Intervista a Beatrice Petroni. Fabbrica Finocchiaro. Da fabbrica di caramelle a caffè letterario. Gli chef stellati Sultano e Candiano interpretano il Caffè Moak Le 5 “M”. M come manutenzione Tin’house. L’espositore per le latte di caffè Caffè da leggere Caffè e Salute. Il caffè previene il diabete Design Industriale, al via Ecoforme 2 Marella Ferrera, la stilista celebra i vent’anni di attività con “That’Sicily” Caffè e dintorni Lo stile di arredare. Outdoor Moak al Gulfood di Dubai Scherma, sport, terapia e stile di vita [ the sign moak ] 03 Caffè Letterario e Corto Moak. Al via il bando 2013 di Sara Di Pietro I l caffè ancora protagonista di racconti e film. È già aperto il bando 2013 dei due concorsi Letterario e Corto Moak 2013, promossi da Caffè Moak, in collaborazione con Archinet. Il tema ovviamente è sempre legato al mondo del caffè, spaziando dal significato puramente letterale a quello di luogo di incontro o di rito da onorare. Caffè Letterario Moak, giunto alla 12° edizione, ha voluto rendere omaggio alla memoria di Albert Camus, scrittore francese e premio nobel per la letteratura, per il quale quest’anno si celebra il centenario dalla sua nascita. Si concorre inviando un racconto inedito della lunghezza che va da un minimo di 5 ad un massimo di 20 cartelle all’indirizzo [email protected]. A dominare, invece, la comunicazione del Caffè Corto Moak, concorso internazionale di cortometraggi, giunto all’ottava edizione, sarà E.T., l’extra terrestre inventato dal regista americano Steven Spielberg, nel suo film di fantascienza datato 1982. Un omaggio a uno dei personaggi più citati e celebrati nella storia del cinema degli ultimi trent’anni. Il concorso, gratuito, è rivolto a tutti gli autori del cinema breve di finzione, documentazione, animazione, video arte, che facciano riferimento al caffè nell’accezione più ampia: pianta, chicco, bevanda, rito, mania, ossessione, luogo d’incontro, necessità. Il bando 2013 presenta alcune novità, che faciliteranno le modalità di spedizione del materiale. I corti, che dovranno essere realizzati dopo il 1° gennaio 2011, potranno essere inviati, oltre che a mezzo postale, anche tramite “wetransfer”, all’indirizzo moak.wetransfer.com, una piattaforma multimediale, che consentirà di inviare il proprio elaborato in modo semplice e veloce. Si può partecipare con un solo corto, realizzato in [ the sign moak ] 05 qualsiasi lingua, dialetti compresi, della durata massima di 15 minuti. Ancora da scoprire, invece, i nomi delle giurie dei due concorsi, che avranno l’arduo compito di selezionare i finalisti, in corsa al premio di vincitori dell’edizione 2013. Una cosa è certa: anche quest’anno la scelta sarà orientata verso nomi illustri del mondo della letteratura e del cinema italiano. I vincitori di Caffè e Corto Moak saranno resi noti durante la serata di premiazione il prossimo 5 Ottobre, che, come ogni anno, si terrà negli spazi del nuovo centro direzionale Moak, dove il caffè e il suo profumo faranno da cornice all’evento. Giovani autori e appassionati di scrittura e cinema potranno, quindi, munirsi di penne e pellicole per dar vita ad un racconto o ad un cortometraggio. Che siano storie inventate o autobiografiche non importa, ciò che conta è che abbiano comunque quel profumo di caffè. La scadenza dei due bandi è fissata per il 10 giugno 2013. Caffè Letterario e Corto Moak, nati dalla passione e dalla volontà di Moak di diffondere cultura e conoscenza attendono, anche quest’anno, numerosi adesioni di giovani talenti emergenti e artisti affermati, 06 [ 01/2013 ] ambiziosi e non, ma che comunque avranno l’opportunità di emergere nel mondo del cinema e della letteratura. maggiori info su www.caffe-letterario.it www.caffe-corto.com Brano consigliato per la lettura di questo articolo: The Coffee Song - Frank Sinatra Caffè Moak ottiene la certificazione kosher di Alessia Melilli D opo quella di caffè biologico e fairtrade, Moak ottiene anche la certificazione kosher. In ebraico il termine kosher (o koshar) vuol dire "adatto", ovvero conforme alle particolari regole alimentari ebraiche, derivanti dalla Torà (Bibbia). Nel testamento viene, infatti, proibito di cuocere "il capretto nel latte di sua madre". Una regola che impone alla tradizione rabbinica di non cucinare insieme carne di qualsiasi tipo, tranne quella di pesce, e latte (o suoi derivati). Per questo motivo gli ebrei utilizzano due servizi di piatti e stoviglie diversi, due scomparti in frigorifero e spugne separate. Nell'industria alimentare, e quindi anche nel settore della torrefazione, affinchè un prodotto sia certificato Kosher, è necessario che rispetti rigorose norme di qualità, comprese le procedure di produzione e di confezionamento. Norme a cui Moak ha ben risposto durante la visita in azienda del Rabbino, supervisore della delegazione milanese dell'Italy Kosher Union. Un ulteriore marchio di garanzia che Moak ha scelto di ottenere, elevando il suo livello qualitativo, nel rispetto dell'ambiente e dei consumatori. L'acquisto di un prodotto certificato Kosher non è, però, soltanto legato ad un orientamento religioso. Numerose indagini di mercato, hanno, infatti, dimostrato che chi sceglie un alimento kosher è più spesso il consumatore vegetariano o intollerante al lattosio. La percentuale più alta è invece data da una scelta morale e salutista, in quanto i prodotti a marchio kosher sono simbolo di sicurezza alimentare, perchè garantiti da controlli sulla qualità e sulla provenienza delle materie prime . In Italia la domanda di prodotti kosher è in continua crescita, mentre negli Stati Uniti è diventato quasi un marchio obbligatorio per entrare nella grande distribuzione. Ecco perchè per l'export delle aziende alimentari italiane, la certificazione rappresenta una importante opportunità di espandere la quota di mercato, soprattutto negli Usa, Israele e in Europa. Brano consigliato per la lettura di questo articolo: Hava Nagila - John Murphy [ the sign moak ] 07 Tutti matti per il cake design. Intervista a Beatrice Petroni. di Sara Di Pietro N el Rinascimento era considerato un lusso riservato agli aristocratici. Oggi è diventata quasi una mania, dove non serve solo essere bravi pasticceri ma avere anche pazienza, una buona manualità e tanta creatività. È il Cake Design o Sugar Art, l’arte di decorare torte, muffin e cupcake utilizzando come base principale la pasta da zucchero. Senza nulla togliere ai prodotti dolciari tradizionali, oggi sempre più pasticceri propongono il cake design, catturando l’attenzione della clientela con vere e proprie opere 08 [ 01/2013 ] d’arte. Un successo nato dal web, dove siti inglesi hanno proposto per primi torte e dolcetti da decorare per ogni occasione, catturando l’attenzione non solo di chi è del mestiere, ma anche casalinghe e appassionati di dolci e design. Lo sa bene Beatrice Petroni, cake designer, ma anche mamma e casalinga. Napoletana di nascita, vive a Cagliari, dove dall’età di tredici anni scopre la passione per la Sugar Art. Ha già pubblicato un libro dal titolo “Cake design” edito da Rizzoli e organizza corsi di modelling in tutta Italia. Da dove nasce la passione per il cake design? Cinque anni fa, mentre cercavo di realizzare una torta casalinga per la festa della mamma, cercando spunti sul web, mi sono imbattuta in un sito inglese dove erano pubblicate delle meravigliose torte decorate e in quel momento Cupido ha scoccato la sua freccia. Quanto ha influito nella tua professione aver studiato in ambito artistico? Moltissimo. È inutile negare che questo tipo di arte vada di pari passo con una manualità esperta. Prima di diventare cake designer bisogna essere necessariamente pasticceri? Le due figure possono, secondo il mio parere, coesistere. Il Cake Design è un tipo di arte che nasce in Inghilterra e si basa soprattutto sulla bellezza estetica della torta, sulla decorazione, appunto. Poi, essere anche pasticceri, può essere solo un arricchimento, ma ai fini del cake designer sono sufficienti poche nozioni di pasticceria e molte di pratica manuale decorativa. per sezione e per livelli. Personalmente insegno modelling, la tecnica che aiuta a realizzare personaggi di ogni genere, dagli animali alla figura umana, al cartoon. Un settore molto richiesto, soprattutto per la realizzazione delle torte, in cui saper realizzare i vari personaggi è indispensabile. Tutorial Pasquale - di Beatrice Petroni Ingredienti - Pasta di zucchero: bianca, marrone, beige,gialla, lilla, arancione, verde, celeste - Coloranti alimentari in polvere: rosa, celeste - muffin In Italia il cake design sta avendo un enorme successo, soprattutto tra i giovani. Quali opportunità di lavoro può offrire e come si diventa cake designer? Attualmente in Italia il cake designer non è riconosciuto legalmente come figura professionale. Spesso, infatti, ci si può definire cake designer forse con troppa facilità, senza tener conto delle proprie reali capacità, senza uno stile personale e magari solo perchè si realizza qualche torta. Le opportunità lavorative ci sarebbero se si semplificassero le leggi. Purtroppo la normativa vigente, che non prevede finanziamenti, ma solo lunghe burocrazie per aprire un laboratorio, scoraggia molti giovani ad avviare una nuova attività. Per un pasticcere, invece, può rappresentare una tecnica innovativa di decorazione e una opportunità in più di ampliare l’offerta dei prodotti? Attualmente la sugar art è un tipo di decorazione richiestissima. Il mio consiglio, per chi non è molto pratico di decorazione, è frequentare i corsi. Solo imparando bene le tecniche, soprattutto quelle di manualità, si può arricchire l’offerta di prodotti. Ai miei corsi di modelling hanno partecipato anche pasticceri, che hanno trovato molto utile aggiornarsi sulle diverse tecniche del cake design. Come si accede ai corsi e soprattutto bisogna avere alla base una buona abilità tecnica? Per raggiungere una buona abilità tecnica ed artistica, bisogna avere alla base una buona manualità. Parlo ovviamente di quelle persone che per specializzarsi accedono ai corsi avanzati o ai master. Esistono ovviamente anche i corsi base, indirizzati per lo più a chi si avvicina per la prima volta alla Sugar Art per imparare e divertirsi. Accedervi è semplice: sul web vi è una vasta scelta Brano consigliato per la lettura di questo articolo: Sugar - Billie Holiday [ the sign moak ] 09 Fabbrica Finocchiaro. Da fabbrica di caramelle a caffè letterario. a cura della redazione I n Corso Italia 199, a Giarre, nella provincia etnea, nasce nel 1914 la prima fabbrica siciliana di caramelle. Fondatore fu Santo Finocchiaro, che rientrato dall'Argentina decide di mettersi in proprio, insieme alla moglie e di avviare un laboratorio di produzione artigianale di caramelle, confetti e cannellina. Fu lui che inventò le caramelle a sigaretta, per le quali ottenne ben presto importanti riconoscimenti, come la medaglia d'oro all'Esposizione Internazionale 10 [ 01/2013 ] del Lavoro a Milano, e a Tripoli. Tra i clienti illustri lo scrittore Di Maggio e lo storico Giarizzo. Nel 1935 la passione per l'arte dolciaria coinvolge anche il figlio Giovanni. Grazie al suo carisma imprenditoriale, nel 1960 la piccola fabbrica si traforma in una vera e propria industria dolciaria, la Dolfin, entrando così nel mercato della grande distribuzione. La tradizione di famiglia continua con Gaetano Finocchiaro e la moglie Katia, che, in memoria del nonno fondatore, mantengono in vita i locali di Corso Italia. Nel 2006 la fabbrica viene trasformata in caffè letterario, riconosciuto come Locale Storico d'Italia e suggerito da Gambero Rosso. Un luogo dove degustare dolciumi, cioccolate e praline con oltre quaranta varietà, accompagnati da una selezione di caffè e thè. La caffetteria diventa anche salotto dove leggere un libro o giocare a dama, dove gli affreschi e le arcate in stile liberty spesso fanno da cornice a mostre fotografiche ed eventi culturali. Per chi ama stare all'aperto, dalle salette è possibile accedere a un grazioso giardino, con terrazza fiorita, dove, accanto ai tavolini in ferro battuto, è possibile trovare la vecchia macchina da caffè a vapore o gli antichi stampi per le caramelle. Oggetti e minuterie che raccontano una storia, una passione senza tempo. Ricordi indelebili alla memoria di Gaetano Finocchiaro, che da piccolo correva in quelle stanze, deliziando la sua infanzia di caramelle e dolcetti, sogno di ogni bambino. Un sogno che oggi continua a far rivivere da maestro cioccolattiere. Da quì l'idea di organizzare le Cioccolezioni, coinvolgendo bambini e giovani studenti, che possono apprendere come si crea un uovo di cioccolato o una caramella alla frutta e alla fine essere premiati con panini all'olio e cioccolata calda in inverno e fredda in estate. Fabbrica Finocchiaro ospita anche eventi, feste e ciocco happy-hour, dedicando anche spazio alla bellezza, proponendo linee benessere ed essenze profumate al cioccolato. Quest'anno la caffetteria festeggia i sui 99 anni. "Abbiamo voluto dare più valore all'anno che precede il centenario. – spiega Gaetano Finocchiaro – Per l'occasione presenteremo, in collaborazione con poste Italiane, l'annullo filatelico e una linea di prodotti a marchio 99". Brano consigliato per la lettura di questo articolo: Non voglio cioccolata - Mina [ the sign moak ] 11 Gli chef stellati Sultano e Candiano interpretano il Caffè Moak di Sara Di Pietro I n via Capitano Bocchieri, al numero 31, nella splendida cornice di Ragusa Ibla, sorge il Ristorante Duomo. A pochi passi si erge il sontuoso Duomo di San Giorgio. Un luogo dove l'asfalto non ha intaccato i ciottoli, dove i profumi di un tempo e i suggestivi paesaggi barocchi si intersecano, senza disturbare, con una cucina moderna e innovativa, ma rispettosa della storia dell'uomo e della sua terra. Un legame viscerale, con "la variante", come la chiama Franco Sultano detto "Ciccio", chef e autore dei piatti, che lui stesso definisce "costruzione della memoria storica, dove individuare i punti deboli della tradizione e trasformarli con elaborazione tecnica in attuali e moderni". Una filosofia che Michelin premia con due stelle. Agnello di Sicilia "abbuttunatu" Ingredienti per 4 persone: 1 coscia di agnello disossata, 50 gr di formaggio ragusano d.o.p, 4 fette d’aglio (precedentemente lasciate a bagno nel latte per 24 ore), 10 foglie di prezzemolo sbianchite, sale, pepe nero, olio e.v.o, aglio in camicia, rosmarino, spago da cucina. 12 [ 01/2013 ] Per le costolette: 1 carrè di agnello pulito e scalzato, 1 patata da 100gr, 50gr di mollica di pane fresco, 2gr di zenzero tritato,10 mandorle tritate, 10 pistacchi tritati, 10gr di uva passa e 10gr di pinoli tritati,olio e.v.o q.b succo e buccia di mezzo limone. Per la salsa:150gr di demiglace di agnello ed 1 caffè espresso Moak. Per la polvere: 10gr di caffe moak macinato, 5 gr di semi di cardamomo macinati (unire insieme le due polveri) Preparazione: Ricavare dalla coscia 4 fette regolari, su ogni fetta mettere il prezzemolo, il formaggio a fiammifero, una fettina d’aglio,sale pepe e chiudere confezionando dei rotolini, quindi legare con lo spago e cicatrizzare in padella con olio caldo, l’aglio in camicia e il rosmarino e mettere da parte. Per le costolette: mettere insieme tutti gli ingredienti formando un impasto compatto con il quale rivestire il carrè, in modo da formare una crosta alta 1cm, quindi cicatrizzare in padella antiaderente con olio caldo e mettere da parte. Completamento del piatto: cucinare l’agnello in forno a 210 gradi misto per 9/12 minuti, il rotolino per 8 minuti e il carrè per 4min. Sistemare nel piatto e servire. R istorante Locanda Don Serafino Nello scenario di Ragusa Ibla, cuore del barocco del sud-est siciliano, c’è un altro ristorante stellato. Situato negli antichi magazzini adiacenti la Chiesa dei Miracoli, monumento Unesco, c’è la nuova location del Ristorante Locanda Don Serafino, gestito da Antonio e Giuseppe La Rosa. Ristrutturate alla perfezione, le sale incastonate nella roccia, si alternano a ospitare servizi di wine-bar e Cigar List. Con oltre 1400 etichette, la cantina si annovera tra le più importanti dei ristoranti siciliani. Ad essere, però, vera protagonista è la cucina dello Chef Vincenzo Candiano, che Michelin ha voluto premiare con una stella. I piatti, presentati in modo raffinato ed elegante, sono proposti seguendo le influenze delle stagioni, con un occhio di riguardo al territorio e alle sue ricchezze. Tartufo di gelato al Caffè Moak, con glassa al cioccolato, spuma di yogurt di bufala e salsa di limone. Ingredienti per 10 persone. Per il gelato: gr 250 latte fresco intero, gr 200 panna fresca, 2 tuorli, gr150 di zucchero, gr 160 chicchi di caffè interi, una tazzina di espresso moak. Per la salsa di limone: gr 500 di acqua fredda, 3 limoni, gr 50 di zucchero, gr 5 farina di semi di carrube. Per la glassa di cioccolato: gr 40 cioccolato, gr 120 di panna fresca, gr 160 di acqua, gr 180 di zucchero, gr 50 di cacao amaro in polvere, gr 12 gelatina in fogli. Per la spuma di yogurt di bufala: gr 250 di yogurt al naturale di bufala, gr 50 di panna fresca, gr 15 di zucchero a velo. Preparazione: per il gelato portare a 80° C il latte e la panna con i chicchi di caffè, togliere dal fuoco e far riposare in frigo per una notte. Aggiungere il caffè espresso, lo zucchero e portare a bollore, far raffreddare 5 minuti, aggiungere i tuorli e far raffreddare bene, filtrare e versare in gelatiera a mantecare, riempire gli stampini e mettere in congelatore. Per la glassa portare a bollore a103° C panna, zucchero, acqua ed il cacao, togliere dal fuoco e sciogliervi dentro la gelatina ed il cioccolato. Mescolare bene e far riposare in frigo. Grattugiare la buccia dei limoni su di un canovaccio pulito, quindi chiudere a fagotto, bagnare nell’acqua trasferendo tutta l’essenza del limone. Mescolare la farina di semi di carrube con lo zucchero e versare nell’acqua al limone, portare a bollore e cuocere quindi per altri 2 minuti. Far raffreddare in frigo. Mescolare la panna con lo zucchero e lo yogurt, filtrare e versare nel sifone, caricare con gas e tenere in frigo fino all’uso. Completamento del piatto: ricoprire con la glassa al cioccolato lo sformato di gelato al caffè, fare un passaggio in congelatore per 5 minuti. Adagiare il tartufo di gelato nel piatto, versare delle gocce di salsa la limone, col sifone erogare la spuma accanto al tartufo, decorare con polvere di caffè e cacao, cubetti di fragole e caramello di isomalto al caffè. Brano consigliato per la lettura di questo articolo: Catfish Blues - Jimi Hendrix [ the sign moak ] 13 Le 5 “M”. M come manutenzione di Gianni Monciino “L e attività di manutenzione non pretendono di trasformare il mondo, i loro obiettivi non sono esprimibili in modo semplice, non hanno il fascino mozzafiato di attività che producono oggetti, vanno continuamente e periodicamente ripetute, se hanno successo il loro effetto non si vede”. Ad affermarlo fu Pier Giorgio Pirotto, progettista del primo personal computer per la Olivetti. Il suo concetto di manutenzione non riguarda solo l’informatica, ma traduce in poche righe l’importanza della nostra ultima regola delle 5M per ottenere un caffè perfetto: la manutenzione. Come in ogni manuale che si rispetti, ogni regola va seguita e osservata per raggiungere un buon risultato finale. Anche per il caffè non occorre scegliere soltanto un’ottima miscela e una bella macchina. È necessario seguire 14 [ 01/2013 ] alcune semplici operazioni che, se fatte quotidianamente, oltre a garantire un buon espresso, vi faranno evitare sprechi e danni alle attrezzature. Ecco perchè il ruolo del barista è fondamentale. È lui che deve compiere la manutenzione ordinaria che prevede semplici interventi come la pulizia giornaliera di filtri, portafiltri e sottocoppe o doccette. Queste ultime garantiscono la perfetta ed omogenea uscita dell’acqua calda dal gruppo. Solitamente vanno utilizzati detersivi appositi che eliminano i fondi bruciati dalle continue erogazioni (estrazioni caffè). Altrettanto importante è la manutenzione straordinaria, che richiede invece, la presenza di un tecnico specializzato. Il suo ruolo non si limita solo all’intervento dal cliente per la sostituzione dell’eventuale elemento di ricambio guasto o usurato, ma successivamente alla riparazione deve verificare che l’equilibrio termico o idraulico sia in armonia con la miscela di caffè utilizzata. L’operatore deve, inoltre, regolare la temperatura della macchina non solo all’atto dell’installazione, ma con cadenza periodica, in quanto, a secondo delle stagioni, può variare la percentuale di umidità del luogo. È fondamentale valutare la qualità dell’acqua potabile, verificandone la durezza che può variare a secondo della diversità del territorio. L’acqua contiene diversi sali minerali, fra i quali calcio e magnesio che ne determinano la durezza. Questi, per effetto della temperatura che si sviluppa all’interno della caldaia e degli scambiatori di calore, precipitano provocando deposito, blocchi di circolazione e conseguente diminuzione di trasmissioni di temperatura, inficiando notevolmente la resa in tazza. Ecco perchè il tecnico deve saper consigliare l’utilizzo di un addolcitore, manuale o automatico e una buona pulizia delle resine. Questo trattamento evita che le sostanze organolettiche del caffè si rompano, impedendo il formarsi di molecole, che influiscono sulla corposità della bevanda. È bene sapere che la durezza ideale dell’acqua deve essere attorno ai 5 gradi. Il tecnico specializzato che effettua una buona manutenzione deve anche prevedere, quando si rende necessario, la sostituzione delle macine e la pulitura del dosatore della macchina. Il suo compito è anche quello di trasferire al barista le corrette informazioni e di fornirgli strumenti e consigli utili, come quello su come gestire al meglio lo spazio attorno all’attrezzatura. Il nostro viaggio alla scoperta delle “cinque emme” si conclude. Noi ve le riassumiamo e vi invitiamo ad osservarle. Solo così otterrete un espresso perfetto e successo con i vostri clienti. Le 5 “M” M come miscela M come macinadosatore M come macchina M come mano M come manutenzione Brano consigliato per la lettura di questo articolo: Mechanical Man - Bent Bolt & The Nuts [ the sign moak ] 15 Tin’house. L’espositore per le latte di caffè C oncepire un oggetto che non si limiti alla sua primaria funzione, ma che abbia un’anima versatile e infinitamente modulabile. È il “codice genetico” di Tin’house, il nuovo espositore per latte da 250 grammi, progettato e realizzato da for[me]moak. Tin’house nasce dall’idea di voler creare un contenitore adatto a diversi spazi, come il bancone di un bar o la vetrine di un negozio. Le cromie del cartone kraft, rosso e nero, legate a quelle del brand Moak, creano un pattern sempre diverso, una texture in continuo divenire all’interno di superfici infinitamente differenti. Il concept di questo progetto nasce dall’osservazione dei mattoncini lego che, tramite un modulo e colori differenti, creano un mondo senza limite. Un solo gesto di incastro con differenti soluzioni: questo è l’unico metodo utilizzato per costruire una tin’ house (casa delle lattine). Una base universale con venti fori che permette di incastrare sia il modello da quattro latte posizionate [ the sign moak ] 17 in orizzontale, sia il modello ad incrocio con la latta in verticale, senza che venga utilizzato alcun goccio di colla. Una poliedricità di posizionamento e di incastri che comunicano con forza e immediatezza il prodotto esposto, aumentando la visibilità del brand e suggerendo al fruitore le diverse miscele ospiti della tin’house. Entrambi gli espositori si possono alternare o ripetere “enne” volte in base allo spazio definito, sviluppandosi così in altezza e in larghezza e creando un forte impatto visivo. Il principio di impilabilità è il punto di forza di Tin’house, insieme alla scelta del materiale, il cartone 18 [ 01/2013 ] vulcano, lo stesso utilizzato per complementi d’arredo di design ecosostenibile, che rendono gli espositori resistenti e in grado di sostenere anche più elementi incastrati tra di loro. Un design innovativo che oltre al valore estetico cerca funzionalità nella materia, con grande attenzione all’ambiente. Tin’house è frutto di un progetto interamente autoprodotto: disegni, studi e prototipi sono stati realizzati e testati dal team di for[me]moak prima di essere messo in produzione. Brano consigliato per la lettura di questo articolo: Tetris Theme - London Philharmonic Orch. and Andrew Skeet Caffè da leggere in collaborazione con Il caffè non solo da bere, ma anche protagonista di libri e racconti. In questo primo numero del 2013 abbiamo voluto arricchire The Sign Moak con una nuova rubrica “caffè da leggere”, dedicata a chi ama la lettura, a chi ancora non legge e vorrebbe farlo, a chi ama il caffè e il suo mondo, infinitamente ampio e affascinante e da sempre fonte di ispirazione della letteratura senza tempo. A tutti buona lettura, magari tra un sorso l’altro di caffè. Caffè d’orzo, latte di mandorla e seltz di Alessandro Savona U Novantacento edizioni Collana: Fuori collana Edizione: febbraio 2013 Numero di pagine: 132 Dimensioni: 12 x 16,5 Prezzo: 9,90 euro ISBN: 978-88-96499-429 na città recuperata dalle insidie della dimenticanza attraverso un viaggio a ritroso in più tappe. Un itinerario della memoria che oscilla avanti e indietro nel tempo, dalla fine dell’Ottocento fino ai mitici anni Settanta. È questo il cuore pulsante di Caffè d’orzo, latte di mandorla e seltz di Alessandro Savona che, un pò cronista curioso, un pò scrittore fantasioso, raccoglie nel suo volume dieci piccoli frammenti, frutto di narrazioni familiari, di ricordi o di dialoghi realmente accaduti con i protagonisti delle vicende. Con uno stile diretto ma intimo, e una prosa che mescola accuratamente romanticismo e praticità, l’autore ricostruisce storie di luoghi importanti di una Palermo retrò e ricompone il ritratto di uomini illustri o di anime semplici della Sicilia. Il titolo riporta alla mente sapori e profumi della tradizione, con un particolare riferimento alla vicenda del Caffè Caflisch, mettendo a nudo la vita dei giovani ribelli negli anni dei sogni e del libero amore. L’autore Alessandro Savona nasce a Palermo nel 1967. Si laurea in architettura al Politecnico di Milano, svolge la libera professione e si occupa di letteratura e teatro. Il 2004 è l’anno del suo primo romanzo, Corpi contro, e dello spettacolo Corpi a nudo. Sono seguiti il romanzo Etica di un amore impuro (2008) e i racconti comparsi nelle antologie A.A.A. Cercasi (2011) e Anthos (2012). [ the sign moak ] 19 Caffè e Salute. Il caffè previene il diabete di sa.di.pi C hi beve caffè ha meno rischi di sviluppare il diabete di tipo 2. La scoperta arriva dagli Stati Uniti, grazie a uno studio recentemente condotto da un team di ricercatori della University of California di Los Angeles, su un campione di ottanta donne e quaranta uomini. Un ulteriore effetto benefico che privilegia i bevitori di caffè, soprattutto, secondo il risultato della ricerca, per chi ne fa un uso abituale e quotidiano. È importante sottolineare che l’assunzione di caffè può prevenire, ma non curare la patologia già manifestata. Per saperne di più abbiamo intervistato il Prof. Carlo Bruno Giorda (foto pagina a fianco), medico specialista in diabetologia e Presidente dell’AMD (Associazione Medici Diabetologi). 20 [ 01/2013 ] In che modo il caffè può prevenire il diabete? Il caffè assunto in dosi elevate (circa 6-7 tazzine al giorno) può proteggere dal diabete di tipo 2, o diabete dell’adulto, una malattia grave che è anche un importante fattore di rischio per le malattie coronariche. Il caffè, infatti, contiene un antiossidante, l’ossido clorogenico, che può diminuire l’assorbimento intestinale del glucosio. La caffeina ha poi un’azione benefica attiva sui vasi sanguigni che nel diabete è particolarmente utile: potenzia il tono arterioso, senza alterare la pressione, migliorando anche la circolazione delle coronarie. Va tenuto presente che le azioni sul cuore, soprattutto per quelle che possono essere considerate le azioni negative, cioé la tachicardia, sono rilevabili a dosi elevate. Quanti caffè bisogna assumere al giorno, senza che si abbiano altre controindicazioni? Bisogna imparare a conoscersi. La caffeina è metabolizzata da un enzima, il citocromo P450 1A2. I metabolizzatori rapidi non hanno problemi ad assumere anche 10 tazzine al giorno, quelli lenti possono avvertire batticuore o eccitazione dopo 2 tazzine. È di dominio comune che vi sono persone che non dormono per un caffè dopo le 17 e altri che non ne risentono nulla. La bevanda deve essere zuccherata? Ai fini della prevenzione del diabete o delle malattie coronariche la cosa non ha nessuna importanza. Il potere antiossidante del caffè non risente dello zucchero. Con quale percentuale si riduce il rischio di sviluppare la patologia? È bene chiarire che il caffè è una delle sostanze più studiate in ambito epidemiologico, su grandi popolazioni e nonostante i temuti effetti negativi sulla salute, è ormai scientificamente riconosciuto che l’unico effetto biologico attribuibile alla sua assunzione è l’aumento della frequenza cardiaca e della secrezione gastrica che, in soggetti predisposti, può comportare problemi non gravi e di facile gestione terapeutica. Peraltro, spesso si affianca il caffè a dipendenze o abusi di sostanze potenzialmente di gran lunga più dannosi quali fumo e alcol. L’azione protettiva del caffè nella prevenzione del diabete tipo 2 è un’ulteriore conferma della non tossicità del caffè. La forza del rilievo statistico lascia pensare a un sicuro effetto protettivo di questo genere ed è stimabile in un 10-15% di casi in meno. Quanto è diffuso il diabete e chi colpisce maggiormente? Il diabete in Italia colpisce circa il 5% della popolazione. Nel 95% dei casi si tratta di diabete di tipo 2, dell’adulto, all’inizio non insulinodipendente, frequentemente associato a sovrappeso, colesterolo e pressione alta. In meno del 5% ci troviamo di fronte a casi di diabete di tipo 1, tipicamente a esordio infantile o giovanile, dipendente dall’insulina sin dall’insorgenza. Consigli e precauzioni? Per evitare il diabete di tipo 2 bisogna stare attenti a non essere in sovrappeso, soprattutto evitare l’accumulo di grasso addominale ed essere fisicamente attivi. Dopo i 40 anni, o prima se si ha famigliarità o fattori di rischio (sovrappeso, ipertensione, trigliceridi elevati e altro) eseguire una glicemia a digiuno e se normale ripeterla ogni tre anni. Nei casi dubbi, su consiglio medico, fare una curva da carico glicemico. Brano consigliato per la lettura di questo articolo: Ice Cream Man - Tom Waits [ the sign moak ] 21 Design Industriale, al via Ecoforme 2 di Sdp L a scatola da cinquanta cialde sarà la protagonista di Ecoforme 2. Dopo il successo di Paper Ball, Moak da il via al secondo progetto del packaging amico dell’ambiente e del design sostenibile. Anche quest’anno il compito è affidato agli studenti del corso di design grafico dell’Accademia di Belle Arti di Palermo, coadiuvati da Cinzia Ferrara, docente e vicepresidente Aiap (associazione italiana design della comunicazione visiva). Il briefing di “Insieme per un 22 [ 01/2013 ] packaging sostenibile” è lo stesso dell’edizione 2012, che prevedeva la realizzazione di una scatola che, oltre alla sua primaria funzione di contenere e proteggere il caffè, potesse trasformarsi in un oggetto da riutilizzare. Unico elemento di novità per Ecoforme 2 sarà la dimensione della scatola: non più quella da 150 cialde, ma la confezione da cinquanta. La scelta, condivisa da una commissione composta da Cinzia Ferrara, Marco Lentini, graphic designer e Annalisa Spadola, diretto- re Marketing di Caffè Moak, è nata dall’esigenza di poter lavorare sulla componibilità del pack, confezioni molto più piccole che consentiranno al progetto di potersi sviluppare in una mini serie. Il consumatore potrà così collezionare più oggetti, essendo per la linea casa maggiore il consumo delle scatole da cinquanta cialde. “Il brief – spiega Cinzia Ferrara - è rimasto invariato, perchè ci siamo resi conto che il tema dell’eco-sostenibilità è molto importante e meritava di essere sondato ulteriormente. I ragazzi, come per la precedente edizione, sono entusiasti e già a lavoro. Un impegno che sarà anche una sfida, non solo dal punto di vista didattico, ma anche professionale”. Tra gli elaborati presentati, la commissione valuterà il progetto che rispetterà più di tutti il briefing, facendo in modo che il materiale cartaceo, necessario per la realizzazione del packaging, possa avere una nuova vita, con una forma nuova e una nuova funzione, in grado di spingere il fruitore al riutilizzo del materiale stesso. Il progetto vincitore di Ecoforme 2 sarà successivamente prodotto e commercializzato da Moak. Una grande opportunità Brano consigliato per la lettura di questo articolo: Oceania - Bjork per gli studenti di vedere realizzato ciò che potrebbe rimanere solo un prototipo o un disegno su carta, come avvenuto per Ornella Cillari, la palermitana vincitrice dell’edizione 2012 (nella foto in alto durante la premiazione). Il suo progetto paper ball è stato prodotto da Moak, con una tiratura di ben 20 mila confezioni di cialde, da cui sono state ricavate 20 mila sfere decorative. Su paper ball Ornella ha anche sviluppato la sua tesi di laurea e nel corso del 2013 svolgerà uno stage all’interno di Moak. “Ecoforme – sottolinea Annalisa Spadola, direttore marketing di Caffè Moak – è stata una iniziativa che ci ha permesso di diffondere, ancora una volta, i valori che si fondono con la cultura del caffè e che sono le basi della nostra filosofia aziendale, come quello dell’eco-sostenibilità e della valorizzazione delle risorse umane. Il nostro obiettivo è anche quello di offrire a molti giovani l’opportunità di emergere e di confrontarsi con le reali esigenze del mondo del lavoro, con logiche e dinamiche spesso diverse da quelle che si apprendono durante il percorso formativo e accademico”. [ the sign moak ] 23 Marella Ferrera, la stilista celebra i vent’anni di attività con “That’Sicily” di Sara Di Pietro A mbasciatrice della moda italiana nel mondo, le sue creazioni sono vere e proprie sculture su corpo, abiti senza tempo, che accompagnano in un viaggio alla scoperta di frammenti di Sicilia. Un viaggio che Marella Ferrera ripercorre da sempre.Ancora oggi, mentre celebra i suoi vent'anni di attività, i suoi occhi si illuminano come quelli di una madre quando parla del proprio figlio. L'abbiamo incontrata nel suo Atelier, il Museo Biscari, nel cuore della città etnea, dove Ghoete calpestò lo stesso pavimento su cui oggi poggiano manichini e ricami. Entrando si percepisce subito l'amore viscerale per la sua terra, presente in ogni abito esposto come testimonianza di una bellezza senza tempo, la stessa di quelle Donne-Madonne, in mostra in occasione della ventennale "That'Sicily". Un'emozione forte che prosegue con l'intervista, durante la quale non è stato necessario fare troppe domande, ma solo ascoltare la sua voce commossa e piena di passione, mentre si racconta, sotto lo sguardo suggeritore delle sue stesse creazioni. 24 [ 01/2013 ] Cosa è cambiato oggi dopo vent'anni di attività? Il concept che ho seguito in questi vent'anni è lo stesso che mi proietta nei prossimi venti. È quel desiderio, lo stesso da sempre, di aver scritto pagine di moda, forse un pò slegate dal concetto di vera moda, per aver creato forme che si chiamano abiti, sculture che raccontassero un pezzo di Sicilia, una terra piena di contraddizioni, le stesse che trasferisco nei miei abiti, dove la fragilità della donna si incontra con la sua stessa potenza e la sua bellezza viene ferita dal suo stesso dolore. Una bellezza spesso dimenticata. Come nasce la passione per la moda? Nasce insieme a me. È un legame viscerale,da sempre esistito. Sono figlia d'arte, i miei genitori sono sarti e insieme hanno avviato nel '58 un atelier, dove io sono nata e ho vissuto la mia infanzia. Il mio gioco da bambina era quello di starmene sotto i tavoli di sartoria, a creare con ritagli e scarti di stoffe vestiti per le bambole, per poi farle sfilare su una passerella adattata su un asse da stiro. Erano anni in cui i valori erano ancora forti, soprattutto quello del sacrificio del lavoro. Sapevo perfettamente a cosa sarei andata incontro e quale sarebbe stata la mia strada. A 18 anni andai a Roma, dove ho frequentato l'Accademia di Arte e Costume, per poi fare il salto a Milano, dove ho vissuto esperienze lavorative importanti, di vero business. Avevo tutto ciò che una giovane stilista potesse desiderare: successo e guadagno. Mi mancava però la passione. Il distacco dalla Sicilia cominciava a voler dire troppo. Una notte feci la valigia e abbandonai tutto. Una scelta coraggiosa quella di ritornare? Non è stato un ritorno ma un punto di partenza. Dovevo cominciare da quì, per poter dire ciò che volevo dire. Ho iniziato, attraverso le mie creazioni, a parlare di Sicilia in un momento storico in cui parlarne era considerato poco elegante, quando le committenti volevano pizzi francesi, mentre io proponevo pizzi e ricami siciliani. È stato un cammino lungo e tortuso, ogni passo è stato pesato e oggi vedo questo bilancio di vent'anni come un film a colori, gli stessi di una Caltagirone che ho portato nei miei abiti. In ognuno ho voluto cucire un pezzo di Sicilia, rendendo astratto il concetto di contemporaneità. L'altamoda è cultura, la sartoliarità accorpata all'idea di trasferire un messaggio di bellezza. Un messaggio che hai saputo trasferire in tutto il mondo? Essere stata definita "ambasciatrice della moda italiana nel mondo" è stata una grande soddisfazione, perchè rappresenta davvero il mio percorso di vita: attraverso le sfilate in giro per il mondo ho potuto lasciare in ogni luogo, dal Giappone all'America, un pezzo di Sicilia, una testimonianza della mia terra. Nei tuoi abiti sono incastonati pezzi di mosaici di Caltagirone, pietra lavica, ma anche chicchi di caffè? Le mie creazioni raccontano tutte un'esperienza siciliana. Il caffè è stato un altro modo di comunicare attraverso un linguaggio nuovo e universale, realizzando un corpetto ricamato con chicchi crudi e tostati. L'effetto è molto suggestivo e ovviamente profumato. Brano consigliato per la lettura di questo articolo: La mavarìa - Rita Botto [ the sign moak ] 25 Caffè e dintorni “Caffè e contorni” è la nuova rubrica di The Sign Moak, che vi farà incuriosire e scoprire come il caffè può accostarsi a innumerevoli alimenti, dagli agrumi, al pesce e alla pasta. Ad accompagnarci in questo viaggio ricco di sorprese per occhi e palati, sarà lo Chef Carmelo Chiaramonte. Scenografo culinario, autore televisivo per Gambero Rosso Channel, ha anche pubblicato un libro “A tutto tonno”. Si definisce “cuciniere errante”, ma con un forte senso di appartenenza alla sua terra, la Sicilia, ricca di storie e proverbi che lui ama rievocare nella sua cucina. Spaghetti a colazione, vicino al mare P er accostarsi agli abbinamenti insoliti è bene, a volte, fare mente locale sugli accadimenti quotidiani. Capita a molti di bere una tazza di caffè davanti al mare, ma pochi chiudono gli occhi per sentire l’odore di iodio che si mescola a quello dell’espresso. Il pretesto per cambiare qualche regola noiosa e dedicarsi un piatto di pasta curioso è facile da eseguire. La ricetta, infatti, è quella classica, di molti porti italiani. Basta aggiungere qualche odore giovane e un tocco di caffè. Le note del nostro caro liquido marrone si mescolano bene al sapore di mare: portano note di tostato alla salsedine dei mitili e i fiori di campo riescono ad allungare il sapore di primavera che si cela in questo piatto, diciamolo chiaramente, da consumare la domenica mattina. . . 26 [ 01/2013 ] rubrica a cura di Carmelo Chiaramonte Come si prepara Metto a cuocere gli spaghetti in acqua bollente e salata. Scaldo un tegame e vi poggio l’aglio intero, il finocchietto, la menta e le cozze. Copro e lascio cuocere fino a quando i frutti di mare si aprono. Alcune cozze le sguscio e le rimetto nel sughetto della padella. Mescolo la pasta in padella, profumo con l’aceto, il peperoncino e i capperi. Sistemo gli spaghetti dentro 4 tazze da cappuccino e guarnisco con fiori, cozze e un goccio di olio d’oliva a crudo. Prima di portare in tavola verso in ogni tazza un goccio di caffè caldo. Dosi ed ingredienti per 4 persone: 200 gr di spaghettini di grano duro 800 gr di cozze lavate ½ spicchio d’aglio italiano 1 cucchiaio d’aceto di vino rosso 1 cucchiaino di capperi tritati Peperoncino fresco a piacere Fiori di campo, acetosella, borragine e calendula 2 cucchiai di olio extra vergine di oliva, fruttato intenso 1 ciuffo di mente fresca e 1 di finocchietto 2 tazze di caffè Moak Brano consigliato per la lettura di questo articolo: You’re not the only oyster in the stew - Fats Waller [ the sign moak ] 27 Lo stile di arredare. Outdoor rubrica a cura delle redazione Piccoli o grandi che siano, gli spazi esterni meritano di essere progettati e curati come fossero veri e propri salotti all’aperto. Con l’arrivo della bella stagione, sempre più locali dedicano all’outdoor una particolare cura nell’arredamento esterno: dalle fioriere, alle lampade, alle sedute il dialogo con il design si fa sempre più forte. Ecco alcune idee per ricreare nuove forme di ospitalità. TULIP S-XL Allegre e informali, le lampade proposte da Myyour sono di due dimensioni: la versione “small” adatta come segnapasso o lampada da tavolo, mentre la XL si propone come elemento di arredo. Entrambe in polietilene colorato in massa, sono disponibili in più colori. COMMUNITY Composizione di tavolo e quattro poltroncine ergonomiche, sagomate per creare un monoblocco di forme pulite. Tavolo o poltroncine possono essere di colorazioni diverse, dando fantasia ad ambienti esterni o spazi pubblici. By Moredesign per Myyour. DÉJÀ VU Sedia in policarbonato. Comoda e impilabile è disponibile in più varianti di colore. By Belair TAO Sistema di vasi che si propone di eliminare ogni schiavitù geometrica, ispirandosi ai concetti ritmici dello yin e dello yang. Le forme contrapposte dei tre elementi del sistema si aggregano in modo fluido in infinite combinazioni. Design by Rosaria Copeta per Myyour BAGIGIO Un elemento componibile, unico ma aggregabile senza limite, rappresentazione tridimensionale del simbolo dell’infinito. Bianco, colorato, capace di accendersi di luce propria. Design by Simone Micheli per Myyour info contact consulant for[me]moak designer:[email protected] 28 [ 01/2013 ] Moak al Gulfood di Dubai di S.d.p. D al 25 al 28 febbraio Moak è stata presente alla quarta edizione del Gulfood, la più importante fiera del Medio Oriente del settore dell'industria alimentare e delle bevande, ospitata all'interno del World Trade Center di Dubai. Una tre giorni in cui si è registrato un grande afflusso di visitatori, che hanno potuto apprezzare il vero espresso italiano. "L'evento – spiega Alessandro Spadola, direttore generale di Caffè Moak – ha rappresentato un'influente piattaforma per rafforzare il nostro marchio negli Emirati Arabi, dove siamo già presenti attraverso una rete distributiva, che nel 2013 stiamo potenziando. Il Medio Oriente oggi rappresenta uno dei mercati internazionali in forte espansione e con un crescente volume d'affari e di scambi commerciali, dove il prodotto made in Italy e la cultura del vero espresso italiano suscitano sempre più interesse". Durante l'evento fieristico, all'interno dello stand Moak, sono stati accolti migliaia di visitatori e consumati oltre mille caffè al giorno. A far presa su investitori e sul vasto pubblico proveniente dai vicini paesi degli Emirati, oltre alle miscele Brano consigliato per la lettura di questo articolo: Far Far - Yael Naim proposte, il forte impatto comunicativo e il modo sempre più innovativo e dinamico con cui l'azienda ha avviato una nuova azione di marketing. "Il Gulfood – continua Alessandro Spadola - è stato un ottimo banco di prova, che ha dimostrato come la nuova campagna adv Moak Generaction veicoli in modo semplice e immediato, una nuova filosofia, la nostra, attraverso un linguaggio universale e un modo di comunicare che riesce a differenziarci dalla concorrenza e a farci apprezzare non solo per la qualità del prodotto, ma per il modo in cui lo presentiamo". Una nuova filosofia non solo comunicativa, ma anche commerciale, grazie al programma di forte espansione che da qualche anno l'azienda ha avviato nei mercati esteri. "Negli ultimi anni – conclude Alessandro Spadola – abbiamo puntato sull'export, con importanti investimenti sia in termini di produzione, sia nella rete distributiva, andando forse in controtendenza al periodo di crisi economica, ma credendo fortemente, con coraggio e convinzione, che questo atteggiamento di dinamicità e ottimismo possa darci importanti risultati". [ the sign moak ] 29 Scherma, sport, terapia e stile di vita di Sara Di Pietro carica di Vicepresidente nazionale. Dopo ventinove anni, la Scherma Modica è animata dallo stessa passione e dedizione per questo sport, da quei valori vissuti non solo sulla pedana, ma anche nella vita di tutti giorni. Gli stessi condivisi da Moak, che ha dato il nome alla Sala Scherma della Contea, il “Palamoak”. Alle Olimpiadi Londra 2012 ha regalato all’Italia tre medaglie d’oro. Di indiscussa importanza culturale e sociale oggi la Scherma è una delle discipline che racchiude valori etici e non solo sportivi. Nata nel Medio Evo, con scudi e spadoni, nel Seicento lascia il posto all’uso di spade a una mano, gettando le basi di quel codice cavalleresco che ancora oggi viene osservato nelle tre armi: fioretto, sciabola e spada. Oggi la Federazione Italiana Scherma tiene alta la bandiera dello sport azzurro nel mondo. Un merito che va anche riconosciuto alla Scherma Modica e al suo fondatore, il maestro Giorgio Scarso. Era il 1984 quando la passione per questa disciplina lo spinse a dar vita ad una associazione sportiva, con poco più di dieci atleti, nella palestra dell’istituto magistrale di Modica. Un amore che presto gli fu ricambiato, ottenendo in pochi anni traguardi di eccellenza agonistica in ambito internazionale. Una forte dedizione che gli ha riconosciuto anche la Federazione Italiana Scherma, di cui oggi è il Presidente e il C.O.N.I., affidandogli la prestigiosa © Foto BIZZI 30 [ 01/2013 ] Le Olimpiadi Londra 2012 con la medaglia d’oro vinta da Giorgio Avola hanno segnato la storia della Scherma Modica. Quale emozione ha prevalso? Quella di Maestro, di Presidente o di modicano? Sicuramente le sensazioni provate a Londra attengono tutte e tre le sfere ma ovviamente in modo diverso. Da Maestro ho provato un’immensa soddisfazione nel vedere un mio atleta conquistare una medaglia d’oro olimpica, la prima della storia della Conad Scherma Modica. Da Presidente ha prevalso l’ufficialità della carica, dunque la gioia per aver confermato la scherma azzurra come miniera di medaglie dello sport italiano. Da modicano ho provato un orgoglio incredibile. © Foto BIZZI © Foto BIZZI © Foto BIZZI La Scherma oggi è considerata una delle discipline sportive che ha un forte valore educativo e sociale, ma è anche visto come uno sport di elite? Uno sport d’elite culturale ed educativa, questo certamente si, ma non un’elite di tipo nobiliare, quasi da “casta”. In questi anni abbiamo proprio lavorato nella direzione opposta, con l’obiettivo di rendere questo sport sempre più popolare ed accessibile a tutte le classi sociali. I risultati ci danno sicuramente ragione. A che età è consigliato intraprendere la Scherma e quali regole bisogna seguire? L’età giusta per iniziare è certamente a sette anni. Bisogna saper accettare delle regole comportamentali ben definite: rispetto del proprio Maestro, dell’avversario e accettare nel bene e nel male le decisioni arbitrali. Sembrano regole scontate, ma nel nostro sport sono imprescindibili. Qual’è la differenza tra le tre armi e se esiste, è solo tecnica? Fioretto e sciabola sono armi convenzionali, la spada è un’arma non convenzionale; nel fioretto e nella spada si può toccare solo di punta, nella sciabola solo di taglio. © Foto BIZZI Tra di loro si distinguono anche per il bersaglio valido. Altra differenza sta nelle caratteristiche personali dell’atleta: lo spadista è un riflessivo, il fiorettista è un estroso, lo sciabolatore vive di puro istinto e riflessi incredibili. Una disciplina che diffonde forti valori sociali, come quello della disabilità. Ancora una volta Modica si fa promotrice della Scherma per i non vedenti. Qualsiasi sport non può non avere un’elevata valenza sociale e di solidarietà. La Conad Scherma Modica, grazie all’impegno profuso dal Maestro Giancarlo Puglisi in questi anni, può oggi fregiarsi di aver dato vita ad un progetto che sta prendendo piede in tutto il mondo, cioè dare la possibilità ai non vedenti di praticare il nostro sport. L’essere pionieri è un grande punto di forza del nostro sodalizio. Prossima tappe e obiettivi? L’impegno che porto costantemente avanti è quello di un’ulteriore crescita del nostro movimento per arrivare alle prossime Olimpiadi di Rio de Janeiro 2016, sempre più competitivi. Brano consigliato per la lettura di questo articolo: The duellists - Iron Maiden [ the sign moak ] 31 scarica i pdf completi su: www.caffemoak.com/the-sign-moak - www.caffemoak.com/en/the-sign-moak 32 [ 01/2013 ] 042013 032013 022013 01/2013 © Caffè Moak S.p.A. 012013 042012 02/2012 © Caffè Moak S.p.A. 032012 022012 02/2012 © Caffè Moak S.p.A. 012012 02/2012 © Caffè Moak S.p.A. 01/2011 © Caffè Moak S.p.A. 012011 [ the sign moak ] 33