Gli affreschi di Angelo Mozzillo nella confraternita del SS. Rosario a

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Gli affreschi di Angelo Mozzillo nella confraternita del SS. Rosario a
Gli affreschi di Angelo Mozzillo nella confraternita
del SS. Rosario a Caivano
In uno degli ambienti attigui al santuario della Madonna di Campiglione a Caivano è
ancora dato riconoscere - benché adibito a ripostiglio, e nonostante che, a metà degli
anni ‘60 di questo secolo, sia stato vistosamente deturpato da inopportuni lavori di
rifacimento per adattarlo a sala teatrale - un oratorio, già utilizzato nei secoli passati
come aula ecclesiale della locale confraternita del SS. Rosario. A detta del Lanna «autore di una frammentaria storia di Caivano» (come lui stesso scrive nella
prefazione al suo libro) - il pio sodalizio fu eretto tra la fine del XVI secolo e i primi
anni del secolo successivo. Purtroppo poco o nulla resta dell’arredo sacro
dell’oratorio a proposito del quale il Lanna scrive: «... è molto bello, spazioso e
aerato, con maestosi sedili di legno, che s’appoggiano alle due mura laterali.
Maestoso e bello è ancora l’altare di buoni marmi e ben lavorati, che sorge di fronte
alle porte d’ingresso in un piano più elevato... Sul muro dietro l’Altare si vede un
quadro maestoso della Vergine con S. Domenico e S. Chiara del Moscherini. E sotto
A. Mozzillo, Fatti della Vita della Vergine, Caivano, ex Confraternita del SS. Rosario
la volta quattro affreschi: Discesa dello Spirito Santo, Transito di Maria SS.ma, Sua
Sepoltura e Sua Assunzione del Mozzillo». A documentare l’antico splendore
dell’oratorio restano oggi, peraltro bisognosi di urgenti lavori di restauro, i soli
affreschi di Angelo Mozzillo: che li eseguì, come si legge in calce al riquadro che
raffigura la Sepoltura della Vergine, nel 1797, e che si possono annoverare, senza
dubbio alcuno, tra le prove più alte dell’attività di frescante dell’artista. Questi
nasceva il 20 ottobre del 1736 ad Afragola, dove lasciò tra l’altro alcune sue opere
nella chiesa di Santa Maria d’Ajello, nonché negli androni di diversi palazzi gentilizi
e in alcune edicole votive (tra cui si segnala una bella Madonna col Bambino
all’angolo tra via De Rosa e via Domenico Morelli), eseguì nella sua lunga attività
affreschi e dipinti in tutta la Campania; oltre che a Casoria (chiesa di San Mauro) e
Caivano, cittadine contigue al suo paese natio, a Marano (chiostro del convento
francescano), a Cimitile, e poi ancora a Napoli (chiesa di San Diego all’Ospedaletto,
San Lorenzo, Sant’Anna dei Lombardi, Gesù Nuovo), Nola, Liveri, San Paolo
Belsito, Palma Campania, Scafati, Ottaviano, Cicciano, Somma Vesuviana (cappella
di San Gennaro nella collegiata), Castellamare di Stabia, Agerola, San Giuseppe
Vesuviano fino a Sant’Agata dei Goti, Solopaca, Sparanise, Polla. E fu tale la fama
acquisita nel frattempo che nel 1788, i governatori del Pio Luogo di Sant’Eligio a
Napoli, lo incaricarono di decorare con un programma di ampio respiro tratto dal
poema epico della Gerusalemme Liberata del Tasso, le volte e le pareti della Sala
delle Udienze, deputata a ospitare i sovrani borbonici allorché si recavano ad assistere
all’annuale incendio del campanile della chiesa del Carmine in occasione della festa
della Madonna Bruna». Come in analoghi cicli aventi a tema Fatti della Vita della
Vergine, trattati fin dal Rinascimento dai più disparati artisti, anche il Mozzillo, nella
stesura dei vari episodi costituenti il ciclo di Caivano, si rifà alle narrazioni della
Legenda Aurea di Jacopo da Varazze, che, scritte nel XIII secolo, riprendevano
ampiamente le scritture apocrife; ad esclusione del solo episodio della Discesa dello
Spirito Santo, narrato, com’è noto, dagli Atti degli Apostoli (2, 1-4).
Franco Pezzella

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