Bonafini 2

32
Rovereto
sabato
17 giugno 2000
l'Adige
Le volanti della
polizia di
Rovereto
presidiano gli
accessi della
Cassa rurale di
Lizzana in
piazza Guella
(a sinistra) e a
Marco (a
destra)
(foto Senes)
Banditi
scatenati
Due gang diverse
Ore 9, colpo a Lizzana. Ore 13, a Marco
Doppia rapina alla Cassa rurale
Bottino complessivo di 60 milioni
Gran lavoro degli inquirenti
impegnati su un doppio fronte:
a Lizzana e a Marco
(foto Senes)
di NICOLA GUARNIERI
I precedenti/A Marco i banditi sembrano di casa. Nel ’98 due «visite» in due mesi
An: «Basta rapine, votate Zenatti»
Tre assalti in due anni alla stessa filiale
La «rapa» è diventata
un colpo elettorale
Quella di ieri pomeriggio è la terza rapina
in due anni alla filiale di Marco della Cassa rurale di Lizzana. Il primo colpo fu messo a segno poco prima del mezzogiorno dell’11 febbraio 1998. In quella occasione i ladri erano
due, armati di temperino e pistola, e il bottino fu di 35 milioni di lire in contanti. Le indagini dei carabinieri, coordinate dall’allora tenente Davide D’Elisio e dal sostituto procuratore Fabio Biasi, portarono all’individuazione dei due malviventi. Uno di questi, Gino
Monni, 30 anni, pregiudicato romano, confessò quella rapina ed è attualmente in carcere ad Orvieto. I militari riuscirono anche a
recuperare parte della refurtiva. Il secondo
«sgobbo» è di due mesi dopo, il 20 aprile dello stesso anno. Bottino quasi 70 milioni di lire. Per l’occasione intervenne una gang di tre
uomini, di cui uno armato di taglierino. Anche in quel caso i testimoni descrissero i ban-
La rapina elettorale è proprio
una novità. Si capisce che diventino materia da ring del voto furti e delinquenza da strada; la famosa microcriminalità
è micro solo per i sociologi. Scippi e furti in casa sono veri drammi. Ma le rapine in banca sono
altre cose. Eppure dopo l’un due compiuto dai malviventi dal
fax è uscito questo comunicato: «A Rovereto criminalità all’attacco! Ancora due rapine in
banca in un giorno dopo una serie impressionante di furti nelle abitazioni. In stretta collaborazione con le forze dell’ordine
sosteniamo le proposte del candidato sindaco Zenatti». Che sia
una strumentalizzazione?
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diti come persone assolutamente tranquille
e sicure. Anche allora, il responsabile della filiale era Marco Sottoriva. Al suo fianco, e la
coincidenza va sottolineata, c’era Cristiano
Simoncelli che materialmente, sotto la minaccia del taglierino, consegnò il denaro contante ai malviventi. Simoncelli, poi, passò alla sede della Cassa rurale di Lizzana in piazza Guella. E ieri era in servizio quando un’altra banda ha assaltato la banca. Dopo la rapina, il terzetto fuggì a bordo di una Y10 blu
e di loro si persero le tracce.
L’ultima rapina in Vallagarina, in ordine di
tempo, risale invece al 15 ottobre scorso. I
banditi, poi scoperti e arrestati tra cui un basista di Mori, riuscirono ad impossessarsi di
30 milioni di lire alla Caritro di piazza Mercato. Quei banditi, rispetto a ieri, non erano però
armati e l’unica cosa che dissero fu «signori
scusate, questa è una rapina».
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Grati al Signore per averla donata a sostenere il loro cammino,
annunciano commossi il suo ritorno al cielo dell’anima di
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Rovereto è una città strana,
tranquilla, paciosa, chiacchierona anche ma ben lontana dagli stilemi del far west. La gente, al bar, parla della lunghissima ed estenuante campagna
elettorale che domani eleggerà
il nuovo sindaco. Il chiacchericcio si protrae da giorni e
giorni ma stavolta, davanti
all’«ombra», si può parlare di
qualcos’altro, non di una ma di
ben due rapine a mano armata, a due sedi della stessa banca distanti tra loro nemmeno
cinque chilometri. Eh già, Rovereto è una città strana: per
mesi non succede niente - fatta eccezione per i furti in appartamento, fisiologici per altro - e poi, di punto in bianco,
i banditi di turno ti piazzano
due colpacci. Il caso, che quando ci si mette è davvero impensabile, ha fatto sì che ad essere rapinata fosse sempre la
stessa banca: la Cassa rurale
di Lizzana. Alle 9.20, è stata presa di mira la sede di piazza
Guella; poco prima delle 13, è
toccato alla filiale di Marco (ed
è la terza volta in pochi anni)
essere visitata. Gli inquirenti,
ma pure la descrizione fornita
dai testimoni, escludono che
si tratti delle stessa gente.
Non c’è che dire, per essere
nella città della Quercia è un
record. E al bar, anzi ai bar, ovviamente non si parlava d’altro. Il braccio di ferro tra Zenatti e Maffei, per un giorno, è
stato bellamente ignorato per
lasciare spazio alle infiorettature dei racconti. A cominciare da Lizzana. «Ieri c’era qui Fini, oggi tutti che chiedono della rapina, non ho mai lavorato
così tanto». Giorgio Primo Pisoni è dietro il bancone del bar
Manolo, in piazza. Ha rischia-
to addirittura di essere travolto dai banditi in fuga. «Sono fuggiti con una Fiat Uno verso via
al Cristo ma si sono trovati la
strada sbarrata dal camion delle immondizie. Allora hanno
fatto dietrofront a razzo e a
momenti...».
Dall’altra, qualche ora dopo,
si discute di un episodio simile. Sembra un film, non c’è che
dire. «I ladri hanno legato con
lo scotch da pacco i due cassieri, il Marco e l’Antonio; li ha
salvati un nero». Nero? «Sì, uno
che era alla guida di un’Alfa 164
e che è entrato per prelevare
soldi dal bancomat. Li ha sentiti urlare e li ha liberati».
A Lizzana, intanto, ancora si
discute dell’ostaggio. Federica
è in sostituzione di un’impiegata andata in maternità («sono ben tre!», dice il vicedirettore) ed è al banco informazioni da nemmeno quindici
giorni. I rapinatori l’hanno presa in ostaggio per paura che,
una volta guadagnata la «bussola», i cassieri chiudessero le
porte imprigionandoli. Federica è così uscita con la pistola
puntata alla tempia. Una volta
fuori, è stata liberata ed è scoppiata in lacrime. «È andata a casa, era sotto choc», commenta
la graziosa Sabrina Ventura.
Pure a Marco avevano la pistola ma hanno agito con più
calma, legando i due bancari
con i lacci autotiranti da elettricista.
In sede, i due malviventi hanno arraffato solo il denaro delle casse: 30 milioni di lire. Nella filiale, il bottino è stato il medesimo ma i banditi, oltre alla
casse, hanno svuotato anche
il caveau. «Per fortuna a Marco non teniamo tanti soldi spiega il direttore della Cassa
rurale di Folgaria Massimo Pozzer - altrimenti il danno sarebbe stato maggiore».
CECILIA CIPRIANI ved. MARTINELLI
di anni 87
le figlie LUCIANA, SAVERIA con NELLO, SILVANA con PIERINO, FRANCA con LINO, la sorella ERMINIA, gli affezionati
nipoti, cognati e parenti tutti.
Chizzola, 15 giugno 2000
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Il funerale avrà luogo oggi, sabato 17 giugno ad ore 16.30, par tendo dalla Chiesa parrocchiale.
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SERVE QUALE PARTECIPAZIONE DIRETTA E RINGRAZIAMENTO.