I Trailer durante il Super Bowl,ClaudeChabrol

Transcript

I Trailer durante il Super Bowl,ClaudeChabrol
I Trailer durante il Super
Bowl
Il Super Bowl, la partita che decide la stagione del
campionato di football americano si terrà il due febbraio.
Come è noto non si tratta solamente di un evento sportivo, ma
anche di un gigantesco palcoscenico che fornisce enorme
visibilità. In virtù di questo, e del fatto che milioni di
telespettatori saranno davanti allo schermo, uno spot durante
la manifestazione ha raggiunto l’incredibile cifra di 4
milioni di dollari. Ovviamente anche le case di distribuzione
cinematografiche hanno voluto accaparrarsi questi preziosi 30
secondi.
Prima, durante e dopo la partita, ma soprattutto nello show
dell’intervallo, il pubblico vedrà i trailer di:
Captain America: The Winter Soldier
Need for Speed 7
Muppets Most Wanted
The Amazing Spider-Man 2
Transformers: Age of Extinction
Draft Day
ClaudeChabrol,
grande
“giallista dell’anima”
Claude Chabrol, il più amato tra gli ex-capofila della
nouvelle vague, nell’arco di cinquant’anni di attività non ha
mai deluso i suoi fedeli allineando con cadenza annuale opere
che hanno mantenuto sempre più di quanto promettessero. Meno
“personale” di Truffaut, meno “raffinato” di Rohmer e meno
“rivoluzionario” di Godard, Chabrol è stato un narratore di
razza cultore della geometria delle forme e dell’evidenza
delle immagini rese sempre con una oggettività
elegante
capace però,nel pieno rispetto dello spettatore, di aprire
baratri e dubbi attraverso un gioco morbido ma micidiale di
rovesciamenti prospettici e di inversioni drammaturgiche.
Situazioni complesse in forma
semplice, questo il credo di Chabrol
che ha fatto di lui un maestro del
cinema “classico-moderno”. Un cinema,
il suo, mai toccato dalle periodiche
oscillazioni del gusto pur nella
coerenza di un discorso “morale”
subito riconoscibile per i temi
trattati e per lo stile adottato, a
partire dal film d’esordio Le beau
Serge del 1959 ( vero iniziatore della
nouvelle vague) fino all’ultimo
Bellamy ( presentato a Berlino nel
2009). In mezzo circa sessanta titoli, tutti variazioni del
genere criminal story ambientati perlopiù nella provincia
francese e con argomento i vizi segreti della classe borghese
con le loro conseguenze funeste prodotte dall’ ”eccesso” in
tutti i campi della vita privata e sociale.
Le trame “gialle” sono servite a Chabrol per sondare il buio
delle menti umane e il labirinti dell’anima attraverso un
cinema avvolgente segnato da improvvise ruptures, un cinema di
intrighi psicologici alla Simenon realizzato con la perfidia
di un Hitchcock e la freddezza di un Lang ( suoi modelli
giovanili) sullo sfondo di ambienti provinciale visti al
microscopio e divisi in tanti tasselli fino a comporre una
“commedia umana”
alla Balzac unificata da
un’ottica
personale tra materialista e giansenista. Lo” scambio di colpa
“ , la “dismisura” e la presenza del “male radicale” sono
stati i topoi narrativi ritornanti nella filmografia del
regista inquadrati in solide strutture narrative aliene a ogni
compiacimento autoriale. “ Un film che non ha una forma
geometrica
individuabile non è un film”, amava ripetere
Chabrol e a questo principio è rimasto sempre fedele da Le
beau Serge fino a Bellamy ( due opere simili per argomento e
speculari nella costruzione basate entrambe sullo “scambio”)
attraverso titoli come il semplice-complesso Le donne facili ,
il mèlo-thriller Il tagliagole , il sarcastico-disincantato
Sterminate “Gruppo Zero” e
il feroce-grottesco L’amico di
famiglia ( e perfino. nei “divertimenti” polizieschi della
giovanile serie commerciale di Il Tigre ).
E dentro queste costruzioni geometriche tante invenzioni
visive e soluzioni tecniche di straordinaria bellezza ed
efficacia (la struttura circolare in Le donne facili, la
combinazione carrello più zoom nel finale di Stéphane, il
racconto che gira due volte su se stesso in A doppia mandata,
la scritta “senza fine” sull’ultima inquadratura di L’inferno,
le dissolvenze” illuminanti” che punteggiano Il tagliagole).
Amante delle donne ( suoi sono i migliori ritratti femminili
del cinema francese, dalla moglie di Stéphane, una moglie
infedele interpretata da Stéphane Audran alle donne
“disturbate” incarnate da Isabelle Huppert in Il buio nella
mente, Violette Noziere, Un affare di donne) e della buona
cucina ( in ogni suo film c’è almeno una scena rivelativa in
cui i protagonisti sono colti nell’atto di pranzare), Chabrol
cerca di capire i suoi personaggi prima di giudicarli e in
questo segue un ideale di “medietas” che lo porta a denunciare
da una parte la stupidità e dall’altra l’ebbrezza del potere,
entrambe fattori di squilibrio e di disarmonia. Con i suoi
film Claude
Chabrol, come un
moderno Montaigne, ci ha
insegnato senza mai annoiare, con ironia ed autoironia, ad
essere un po’ più saggi e tolleranti. E questo, in un cinema
spesso troppo serioso e predicatorio, è stato il più bel
regalo che ci potesse fare nella sua lunga e fruttuosa
carriera di cineasta.
Angelo Moscariello
I vincitori del Sundance
A trionfare nella edizione del Sundance film festival 2014 è
Whiplash.
Il film è una drama diretto da Damien Chazelle e si aggiudica
sia il Premio del pubblico che il Premio della giuria, cosa
certamente rara e insolita anche per il questo festival di
cinema indipendente.
Il Premio per il miglior documentario è andato a Rich Hill,
storia di tre giovani provincia smb ambientata nel Missouri.
Ecco la lista completa dei vincitori:
Premio della giuria – Documentary: Rich Hill
Premio della giuria – U.S. Dramatic: Whiplash
Premio della giuria – The World Cinema Dramatic: Return to
homes
Premio della giuria – The World Cinema Dramatic: To kill a man
Premio del pubblico – U.S. Documentary: Alive inside: A story
of music and memory
Premio del pubblico – U.S. Dramatic: Whiplash
Premio del pubblico – World Cinema Documentary: The green
prince
Premio del pubblico – World Cinema Dramatic: Difret
Premio del pubblico – U.S. Best of NEXT: Imperial Dreams
Premio per la miglior regia – U.S. Documentary: Ben Cotner e
Ryan White (The case against 8)
Premio per la miglior regia – U.S. Dramatic: Cutter Hodierne
(Fishing without nets)
Premio del pubblico – U.S. World Cinema Documentary: Iain
Forsyth e Jane Pollard (20.000 Days on Earth)
Premio del pubblico – U.S. World Cinema Dramatic: Sophie Hyde
(52 Tuesdays)
Premio per la sceneggiatura The Waldo Salt – U.S. Dramatic:
Craig Johnson e Mark Heyman (The skeleton twins)
Premio miglior sceneggiatura – World Cinema Dramatic: Eskil
Vogt (Blind)
Premio del pubblico – U.S. Documentary: Jenny Golden e Karen
Sim (Watchers of the sky)
Premio al miglior montaggio – World Cinema Documentary:
Jonathan Amos (20.000 Days on Earth)
Premio alla miglior fotografia – U.S. Documentary: Rachel Beth
Anderson e Ross Kauffman (E-Team)
Premio alla miglior fotografia – U.S. Dramatic: Christopher
Blauvelt (Low Down)
Premio
alla
miglior
fotografia
–
World
Cinema
Documentary: Thomas Balmès e Nina Bernfeld (Happiness)
Premio alla miglior fotografia – World Cinema Dramatic: Ula
Pontikos (Lilting)
Premio speciale della giuria per l’uso dell’animazione – U.S.
Documentary: Watchers of the Sky
Premio speciale della giuria per la regia più intuitiva – U.S
Documentary: The Overnighters
Premio speciale della giuria per la migliore colonna sonora –
U.S. Dramatic: The Octopus Project (Kumiko, the Treasure
Hunter)
Premio speciale della giuria per il miglior talento esordiente
– U.S. Dramatic: Justin Simien (Dear White People)
Premio speciale della giuria per il miglior cast – World
Cinema Dramatic: God Help the Girl
Premio speciale della giuria per l’audacia cinematografica: We
Come as Friends
Premio del pubblico al miglior cortometraggio: Chapel Perilous
Piccola patria a Rotterdam
Piccola patria di Alessandro Rossetto sarà presentato, dopo il
discreto successo ottenuto alla Mostra di Venezia, anche al
Festival di Rotterdam.
Il film indipendente concorrerà nella sezione Spectrum insieme
ad autori del calibro Jim Jarmusch, Spike Jonze, Alexander
Payne e Philip Groning.
La pellicola, ambientata nell’afosa provincia del Nord-Est
italiano, è la storia di due giovani ragazze, di un immigrato
albanese che sognano di fuggire dai quei luoghi e staccarsi da
quel tessuto sociale.
Grace of Monaco aprirà Cannes
Il festival di Cannes sarà aperto dal film Grace of Monaco con
interprete Nicolle Kidman.
La pellicola è diretta dal regista francese Olivier Dahan.
La storia ruota intorno al 1956, momento in cui Grace Kelly
sposa il principe Ranieri III di Monaco (interpretato da Tim
Roth).
La pellicola aprirà la kermesse il 14 maggio e subito verrà
distribuita nelle sale transalpine dalla Lucky Red.
Matteo Garrone e The Tale of
tales
Matteo Garrone, dopo il successo di Reality, premiato a
Cannes, torna dietro la macchina da presa per The tale of
tales, questa volta dirigerà in inglese.
Le riprese avranno luogo nella prossima primavera, la storia è
una sorta di rielaborazione di alcuni racconti tradizionali
italiani.
La scelta dell’inglese è dovuto al fatto che il regista potrà
contare su due attori di fama internazionale: Salma Hayek e
Vincent Cassel.
La produzione è Archimede Film, la casa di produzione di
Garrone, e la francese Le Pacte.
2046
2046: un momento di riflessione per tutti. Uno sguardo che,
insinuandosi alle spalle, cerca quel momento felice che
crediamo di aver vissuto. Possiamo forse dare importanza a
qualcosa di trascorso, collocandolo anche al di sopra dell’
attimo ancora non vissuto, pensando che il suo ricordo sia
felicità istantanea?
Il tempo cambia le persone e il dolore le scalfisce, ma la
felicità le frantuma. Niente è come l’attimo dove tutto è
perfetto. Il cuore accelera, il respiro s’ingrossa, gli occhi
si adagiano sul tutto con nuova grazia, liberando un nuovo
flusso vitale capace di spingerci verso la vita lucente. C’è
chi non si riprende da tutto questo e nel vano tentativo di
rivivere quel momento cerca di capovolgere il normale
paradigma alla base del tempo vissuto. Le lacrime sono la
pioggia dei nostri ricordi come dice il protagonista, ma
probabilmente i sorrisi sono alla strenua dei fulmini,
impalpabili e mai presenti nello stesso posto per due volte.
Quel luogo non esiste se non nella nostra mente, ricercato a
volte solo per rivedere scene, in altri momenti per farsi
sorreggere nella costante vacuità emotiva.
2046 è una pellicola suggestiva nella sua idea di contemplare
come un momento possa cercare di impadronirsi delle emozioni
del futuro, umiliandole nello sbagliato tentativo di arrivare
ad un confronto. La memoria per Wong Kar-way si propaga fino a
fagocitare la realtà in una combinazione volutamente caotica,
ruolo di una mente in piena fase di idealizzare un luogo
inesistente e pronta ad affrontare il normale passare del
tempo. Chow Wo Man è uno scrittore che, inoltrandosi nella sua
immaginazione e nei suoi ricordi, dà una dimensione
d’inchiostro a delle evanescenti e ormai opacizzate emozioni;
il 2046 per lui rappresenta la stanza di un hotel dove
risiedeva l’amore, ma il 2046 è anche l’arrivo di un treno
mentale, dove vivono i ricordi perduti e da dove il suo alter
ego decide di tornare indietro perché non ha trovato
l’anelante sorriso dell’unica donna amata. Chow ha incontrato
l’amore che come unico frammento gli ha lasciato un’ossessione
di un desiderio che non si è esaudito, e nel suo ricordo si
concede ad altre donne che nulla gli hanno concesso se non
l’appagamento dell’attimo finale in una irrequieta Hong Kong
di fine anni ‘60, in rivolta contro il padrone. Si direbbe che
un ricordo possa oscillare tra varie dimensioni espressive:
lacrime, sorrisi, smorfie, che appaiono come chiari segni
distintivi dell’azione svolta vista l’inconsistenza
dell’immobilità, che appare come un qualcosa da soprassedere
perché rimasta tale sia nel volto che nel cuore. Tuttavia la
memoria è beffarda e il
vuoto può riempirsi
dell’idea che forse è
andata diversamente e
che fa tornare a galla
dal ricordo solo il
desiderato,
plasmato
nell’inconscio
per
sovrastare
il
rimpianto, ultimo atto
della consapevolezza di
fronte ad un’inutile
inerzia. In una trasfigurazione dell’idea della memoria e del
passato immaginario le luci del conosciuto si offuscano,
mentre solo l’ombra della felicità ricercata prova a
espandersi in un chiaro-scuro di sguardi che appaiono vuoti e
incostanti, comprensibili ad un solo cuore, eppure resi
universali dall’impostazione del regista. Lenta e delicata
come un pennello, l’impostazione visiva si lascia trascinare
avanti, sospinta dal sentimento presente nell’attimo
inquadrato, sospendendosi per poi accelerare di ritmo con il
mutare degli sguardi con colori stinti che vanno quasi
mescolandosi tra loro in un’atmosfera esternamente fosca,
ravvivati dagli interni della stanza dell’hotel quasi da un
bagliore di una lampada a olio, intensi nella parentesi
futuristica, marchiando con immediatezza nella pellicola una
sensazione onirica e di una bruma emotiva che, ristagnando dal
primo attimo sullo schermo, né marchia un’identità credibile e
intrigante di un quadro che mantiene vivo il suo costante
punto inafferrabile. Tra particolari di sigarette, mani e
schiene volte a rallentare il tempo stesso delle sequenze, è
la
sfuggente
presenza
decentrata
dei
personaggi
nell’inquadratura ad impreziosire un punto centrale errante
tra le vite dei protagonisti e i turbamenti dello spettatore:
la malinconia.
La visione del regista cinese è intavolata nella sua idea di
mettere su pellicola un vagheggiamento sull’illusione,
basandosi su una storia non anomala nei concetti, eppure la
ricerca di una forma attraente attraverso una sapiente regia
riesce ad infonderne un’anima pura ed onesta, che nel termine
fa alzare gli occhi nella ricerca di una propria riflessione
sulle proprie incertezze, come dei dubbi che alla fine della
giornata ci guidano verso il soffitto, ultimo capolinea delle
derive emotive non rescisse. L’unica destinazione alternativa
ai binari del ricordo è solo il rifiuto dell’amore, sfuggendo
da ogni suo più pericoloso accumulo nella memoria poiché, come
suggeriva Lord Byron, il ricordo della felicità non è più
felicità, il ricordo del dolore è ancora dolore.
Leonardo Carnicelli
Razzie Awards 2014
I Razzie Awards sono i premi che nessuno nel mondo del cinema
vorrebbe ricevere infatti premiano i peggiori film dell’anno.
Gli anti-Oscar per antonomasia
trentaquattresima edizione.
sono
arrivati
alla
Grande escluso dalle nomination, nonostante le stroncature
della critica I sogni segreti di Walter Mitty. Aspettando di
sapere quale sarà il peggior film dell’anno leggiamo le
nomination:
PEGGIOR FILM
After Earth
Un weekend da bamboccioni 2
The Lone Ranger
A Madea Christmas
Movie 43
PEGGIOR ATTORE
Johnny Depp: The Lone Ranger
Ashton Kutcher: Jobs
Adam Sandler: Un weekend da bamboccioni 2
Jaden Smith: After Earth
Sylvester Stallone: Bullet To The Head, Escape Plan, Il grande
Match
PEGGIORE ATTRICE
Halle Berry: Movie 43, The Call
Selena Gomez: Getaway
Lindsay Lohan: The Canyons
Tyler Perry: A Madea Christmas
Naomi Watts: Diana, Movie 43
PEGGIORE ATTRICE NON PROTAGONISTA
Lady Gaga: Machete Kills
Salma Hayek: Un weekend da bamboccioni 2
Katherine Heigl: The Big Wedding
Kim Kardashian: Tyler Perry’s Temptation
Lindsay Lohan: In-App-Propriate Comedy, Scary Movie 5
PEGGIOR ATTORE NON PROTAGONISTA
Chris Brown: Battle Of The Year
Larry the Cable Guy: A Madea Christmas
Taylor Lautner: Un weekend da bamboccioni 2
Will Smith: After Earth
Nick Swardson: A Haunted House, Un weekend da bamboccioni 2
PEGGIOR REGISTA
I registi di Movie 43
Dennis Dugan: Un weekend da bamboccioni 2
Tyler Perry: A Madea Christmas, Temptation
M. Night Shyamalan: After Earth
Gore Verbinski: The Lone Ranger
PEGGIORE GRUPPO SUL GRANDE SCHERMO
L’intero cast di Un weekend da bamboccioni 2
L’intero cast di Movie 43
Lindsay Lohan & Charlie Sheen: Scary Movie 5
Tyler Perry & EITHER Larry the Cable Guy OR That Worn-Out Wig
& Dress: A Madea Christmas
Jaden Smith & Will Smith: After Earth
PEGGIORE SCENEGGIATURA
After Earth
Un weekend da bamboccioni 2
The Lone Ranger
A Madea Christmas
Movie 43
PEGGIOR REMAKE, RIP-OFF o SEQUEL
Un weekend da bamboccioni 2
Una notte da leoni 3
The Lone Ranger
Scary Movie 5
I puffi 2
Le nomination agli Oscar
Annunciate le nomination agli Oscar 2014.
American Hustle e Gravity guidano i film con più candidature
dell’Academy, dieci, nove nomination per 12 anni schiavo, sei
per Captain Phillips, Dallas Buyers Club e Nebraska, cinque
per Her e The Wolf of Wall Street; 4 per Philomena, 3 per Blue
Jasmine e Lo Hobbit, infine due candidature ciascuno a I
segreti di Osage County, Cattivissimo me, Frozen, The
grandmaster, Il Grande Gatsby, A proposito di Davis, The lone
ranger e Lone survivor.
Nella categoria miglior film straniero La grande bellezza di
Paolo Sorrentino che si dice frastornato e ancora incredulo ed
aggiunge: “gli Oscar sono il massimo: erano un sogno e sognare
non costa ed è un’attività rinfrancante. Poi esserci dentro
ora, in una dimensione reale e non più onirica, ha
dell’incredibile”.
Ecco l’Elenco completo:
Miglior Film
American Hustle – L’apparenza inganna
Nebraska
Philomena
Gravity
Her
12 anni schiavo
Dallas Buyers Club
Capitan Philips
The Wolf of Wall Street
Miglior Attore protagonista
Christian Bale – American Hustle
Bruce Dern – Nebraska
Leonardo DiCaprio – The Wolf of Wall Street
Matthew McConaughey – Dallas Buyers Club
Chiwetel Ejiofor – 12 anni schiavo
Miglior Attore non protagonista
Barkhad Abdi – Captain Phillips
Bradley Cooper – American Hustle
Michael Fassbender – 12 anni schiavo
Jonah Hill – The Wolf of Wall Street
Jared Leto – Dallas Buyers Club
Migliore Attrice protagonista
Amy Adams – American Hustle
Cate Blanchett – Blue Jasmine
Judi Dench – Philomena
Sandra Bullock – Gravity
Meryl Streep – I segreti di Osage County
Migliore Attrice non protagonista
Lupita Nyong’o – 12 anni schiavo
Jennifer Lawrence – American Hustle
June Squibb – Nebraska
Julia Roberts – I segreti di Osage County
Sally Hawkins – Blue Jasmine
Regia
Alfonso Cuarón – Gravity
Steve McQuenn – 12 Anni schiavo
Martin Scorsese – The Wolf of Wall Street
David o’Russel – American Hustle – L’apparenza inganna
Alexander Payne – Nebraska
Film Straniero
La grande bellezza
Il sospetto
Homar
The missing picture
The broken circle breakdawn
Miglior Sceneggiatura Originale
American Hustle – L’apparenza inganna
Blue Jasmine
Dallas Buyer Club
Her
Nebraska
Miglior Sceneggiatura non Originale
Before Midnight
Captain Philips – Attacco in mare aperto
Philomena
12 Anni schiavo
The Wolf of Wall Street
Miglior Film D’Animazione
Croods
Frozen
Ernest & Celestine
Cattivissimo me 2
Si alza il vento
Miglior Canzone Originale
“Let It Go” (Frozen, Robert Lopez & Kristen Anderson-Lopez)
“Ordinary Love” (Mandela: Long Walk To Freedom, U2)
“Sweeter
Than Fiction”
“Happy” (Cattivissimo Me 2, Pharrell Williams)
“The Moon Song” (Her, Karen O)
“Alone yet not Alone” (Alone yet not alone, Bruce Broughton)
Colonna Sonora Originale
Steven Price – Gravity
William Butler – Her
Alexandre Desplat – Philomena
John Williams – The Book Thief
Thomas Newman – Saving Mr. Banks
Miglior Costumi
Michael Wilkinson, American Hustle
William Chang Suk Ping, The Grandmaster
Catherine Martin, Il Grande Gatsby
Patricia Norris, 12 Anni Schiavo
Michael O’Connor, The Invisible Woman
Miglior Montaggio
Alfonso Cuarón, Mark Sanger, Gravity
Christopher Rouse, Captain Phillips
Joe Walker, 12 Anni Schiavo
John MacMurphy, Dallas Buyers Club
Jay Cassidy, Crispin Struthers, American Hustle
Miglior Fotografia
Emmanuel Lubezki, Gravity
Bruno Delbonnel, Inside Llewyn Davis
Philippe LeSourd, The Grandmaster
Roger Deakins, Prisoners
Phedon Papamichael, Nebraska
Migliori Scenografie
Adam Stochausen & Alice Baker, 12 Anni Schiavo
Catherine Martin & Beverly Dunn, Il Grande Gatsby
Judy Becker & Heather Loeffler, American Hustle
Andy Nicholson & Rosie Goodwin, Gravity
K.K. Barrett & Gene Serdena, Her
Migliori Effetti Visivi
Gravity
Lo Hobbit: La desolazione di Smaug
The Lone Ranger
Star Trek Into Darkness
Iron Man 3
Miglior Trucco
The Lone Ranger
Jackass Presents: Bad Grandpa
Dallas Buyers Club
Miglior Sonoro
Gravity
Captain Phillips
Inside Llewyn Davis
Lone Survivor
Lo Hobbit: La Desolazione di Smaug
Miglior Montaggio Sonoro
Gravity
Captain Phillips
All Is Lost
Lone Survivor
The Hobbit: La Desolazione di Smaug
Miglior documentario
“The Act of Killing” (Drafthouse Films) A Final Cut for Real
Production
“Cutie and the Boxer” (RADiUS-TWC) An Ex Lion Tamer and Cine
Mosaic Production
“Dirty Wars” (IFC Films) A Civic Bakery Production
“The Square” (Netflix in association with Worldview
Entertainment and Participant Media) A Noujaim Films and
Maktube Production
“20 Feet from Stardom” (RADiUS-TWC) A Gil Friesen Productions
and Tremolo Production
Miglior corto documentario
“CaveDigger” A Karoffilms Production
“Facing Fear” A Jason Cohen Production
“Karama Has No Walls” (Mudhouse Films) A Hot Spot Films
Production
“The Lady
in
Number
6:
Music
Saved
My
Life”
A
Reed
Entertainment Production
“Prison Terminal: The Last Days of Private Jack Hall” A Prison
Terminal LLC Production
Miglior corto animato
“Feral” A Daniel Sousa Production
“Get a Horse!” (Walt Disney)
A
Walt
Disney
Animation
Production
“Mr. Hublot” A Zeilt Production
“Possessions” A Sunrise Production
“Room on the Broom” A Magic Light Pictures Production
Miglior cortometraggio
“Aquel No Era Yo (That Wasn’t Me)” (FREAK Independent Film
Agency) A Producciones Africanauan Production
“Avant Que De Tout Perdre (Just before Losing Everything)” A
KG Production
“Helium” An M & M Production
“Pitääkö Mun Kaikki Hoitaa? (Do I Have to Take Care of
Everything?)” A Tuffi Films Production
“The Voorman Problem” A Honlodge Production
La cité du cinema di Gondry
Il regista francese Michel Gondry per aiutare le produzioni
indipendenti transalpine fonda la “cité du cinema”.
La struttura sorge a a Auberviellers, nella periferia
parigina, in una ex fabbrica, dismessa negli anni ’50.
Il progetto sembra voler essere la risposta indipendente ai
mega-studios di Luc Besson, aperti nel 2012 a Saint-Denis per
attirare le grandi produzioni.