I Trailer durante il Super Bowl,ClaudeChabrol
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I Trailer durante il Super Bowl,ClaudeChabrol
I Trailer durante il Super Bowl Il Super Bowl, la partita che decide la stagione del campionato di football americano si terrà il due febbraio. Come è noto non si tratta solamente di un evento sportivo, ma anche di un gigantesco palcoscenico che fornisce enorme visibilità. In virtù di questo, e del fatto che milioni di telespettatori saranno davanti allo schermo, uno spot durante la manifestazione ha raggiunto l’incredibile cifra di 4 milioni di dollari. Ovviamente anche le case di distribuzione cinematografiche hanno voluto accaparrarsi questi preziosi 30 secondi. Prima, durante e dopo la partita, ma soprattutto nello show dell’intervallo, il pubblico vedrà i trailer di: Captain America: The Winter Soldier Need for Speed 7 Muppets Most Wanted The Amazing Spider-Man 2 Transformers: Age of Extinction Draft Day ClaudeChabrol, grande “giallista dell’anima” Claude Chabrol, il più amato tra gli ex-capofila della nouvelle vague, nell’arco di cinquant’anni di attività non ha mai deluso i suoi fedeli allineando con cadenza annuale opere che hanno mantenuto sempre più di quanto promettessero. Meno “personale” di Truffaut, meno “raffinato” di Rohmer e meno “rivoluzionario” di Godard, Chabrol è stato un narratore di razza cultore della geometria delle forme e dell’evidenza delle immagini rese sempre con una oggettività elegante capace però,nel pieno rispetto dello spettatore, di aprire baratri e dubbi attraverso un gioco morbido ma micidiale di rovesciamenti prospettici e di inversioni drammaturgiche. Situazioni complesse in forma semplice, questo il credo di Chabrol che ha fatto di lui un maestro del cinema “classico-moderno”. Un cinema, il suo, mai toccato dalle periodiche oscillazioni del gusto pur nella coerenza di un discorso “morale” subito riconoscibile per i temi trattati e per lo stile adottato, a partire dal film d’esordio Le beau Serge del 1959 ( vero iniziatore della nouvelle vague) fino all’ultimo Bellamy ( presentato a Berlino nel 2009). In mezzo circa sessanta titoli, tutti variazioni del genere criminal story ambientati perlopiù nella provincia francese e con argomento i vizi segreti della classe borghese con le loro conseguenze funeste prodotte dall’ ”eccesso” in tutti i campi della vita privata e sociale. Le trame “gialle” sono servite a Chabrol per sondare il buio delle menti umane e il labirinti dell’anima attraverso un cinema avvolgente segnato da improvvise ruptures, un cinema di intrighi psicologici alla Simenon realizzato con la perfidia di un Hitchcock e la freddezza di un Lang ( suoi modelli giovanili) sullo sfondo di ambienti provinciale visti al microscopio e divisi in tanti tasselli fino a comporre una “commedia umana” alla Balzac unificata da un’ottica personale tra materialista e giansenista. Lo” scambio di colpa “ , la “dismisura” e la presenza del “male radicale” sono stati i topoi narrativi ritornanti nella filmografia del regista inquadrati in solide strutture narrative aliene a ogni compiacimento autoriale. “ Un film che non ha una forma geometrica individuabile non è un film”, amava ripetere Chabrol e a questo principio è rimasto sempre fedele da Le beau Serge fino a Bellamy ( due opere simili per argomento e speculari nella costruzione basate entrambe sullo “scambio”) attraverso titoli come il semplice-complesso Le donne facili , il mèlo-thriller Il tagliagole , il sarcastico-disincantato Sterminate “Gruppo Zero” e il feroce-grottesco L’amico di famiglia ( e perfino. nei “divertimenti” polizieschi della giovanile serie commerciale di Il Tigre ). E dentro queste costruzioni geometriche tante invenzioni visive e soluzioni tecniche di straordinaria bellezza ed efficacia (la struttura circolare in Le donne facili, la combinazione carrello più zoom nel finale di Stéphane, il racconto che gira due volte su se stesso in A doppia mandata, la scritta “senza fine” sull’ultima inquadratura di L’inferno, le dissolvenze” illuminanti” che punteggiano Il tagliagole). Amante delle donne ( suoi sono i migliori ritratti femminili del cinema francese, dalla moglie di Stéphane, una moglie infedele interpretata da Stéphane Audran alle donne “disturbate” incarnate da Isabelle Huppert in Il buio nella mente, Violette Noziere, Un affare di donne) e della buona cucina ( in ogni suo film c’è almeno una scena rivelativa in cui i protagonisti sono colti nell’atto di pranzare), Chabrol cerca di capire i suoi personaggi prima di giudicarli e in questo segue un ideale di “medietas” che lo porta a denunciare da una parte la stupidità e dall’altra l’ebbrezza del potere, entrambe fattori di squilibrio e di disarmonia. Con i suoi film Claude Chabrol, come un moderno Montaigne, ci ha insegnato senza mai annoiare, con ironia ed autoironia, ad essere un po’ più saggi e tolleranti. E questo, in un cinema spesso troppo serioso e predicatorio, è stato il più bel regalo che ci potesse fare nella sua lunga e fruttuosa carriera di cineasta. Angelo Moscariello I vincitori del Sundance A trionfare nella edizione del Sundance film festival 2014 è Whiplash. Il film è una drama diretto da Damien Chazelle e si aggiudica sia il Premio del pubblico che il Premio della giuria, cosa certamente rara e insolita anche per il questo festival di cinema indipendente. Il Premio per il miglior documentario è andato a Rich Hill, storia di tre giovani provincia smb ambientata nel Missouri. Ecco la lista completa dei vincitori: Premio della giuria – Documentary: Rich Hill Premio della giuria – U.S. Dramatic: Whiplash Premio della giuria – The World Cinema Dramatic: Return to homes Premio della giuria – The World Cinema Dramatic: To kill a man Premio del pubblico – U.S. Documentary: Alive inside: A story of music and memory Premio del pubblico – U.S. Dramatic: Whiplash Premio del pubblico – World Cinema Documentary: The green prince Premio del pubblico – World Cinema Dramatic: Difret Premio del pubblico – U.S. Best of NEXT: Imperial Dreams Premio per la miglior regia – U.S. Documentary: Ben Cotner e Ryan White (The case against 8) Premio per la miglior regia – U.S. Dramatic: Cutter Hodierne (Fishing without nets) Premio del pubblico – U.S. World Cinema Documentary: Iain Forsyth e Jane Pollard (20.000 Days on Earth) Premio del pubblico – U.S. World Cinema Dramatic: Sophie Hyde (52 Tuesdays) Premio per la sceneggiatura The Waldo Salt – U.S. Dramatic: Craig Johnson e Mark Heyman (The skeleton twins) Premio miglior sceneggiatura – World Cinema Dramatic: Eskil Vogt (Blind) Premio del pubblico – U.S. Documentary: Jenny Golden e Karen Sim (Watchers of the sky) Premio al miglior montaggio – World Cinema Documentary: Jonathan Amos (20.000 Days on Earth) Premio alla miglior fotografia – U.S. Documentary: Rachel Beth Anderson e Ross Kauffman (E-Team) Premio alla miglior fotografia – U.S. Dramatic: Christopher Blauvelt (Low Down) Premio alla miglior fotografia – World Cinema Documentary: Thomas Balmès e Nina Bernfeld (Happiness) Premio alla miglior fotografia – World Cinema Dramatic: Ula Pontikos (Lilting) Premio speciale della giuria per l’uso dell’animazione – U.S. Documentary: Watchers of the Sky Premio speciale della giuria per la regia più intuitiva – U.S Documentary: The Overnighters Premio speciale della giuria per la migliore colonna sonora – U.S. Dramatic: The Octopus Project (Kumiko, the Treasure Hunter) Premio speciale della giuria per il miglior talento esordiente – U.S. Dramatic: Justin Simien (Dear White People) Premio speciale della giuria per il miglior cast – World Cinema Dramatic: God Help the Girl Premio speciale della giuria per l’audacia cinematografica: We Come as Friends Premio del pubblico al miglior cortometraggio: Chapel Perilous Piccola patria a Rotterdam Piccola patria di Alessandro Rossetto sarà presentato, dopo il discreto successo ottenuto alla Mostra di Venezia, anche al Festival di Rotterdam. Il film indipendente concorrerà nella sezione Spectrum insieme ad autori del calibro Jim Jarmusch, Spike Jonze, Alexander Payne e Philip Groning. La pellicola, ambientata nell’afosa provincia del Nord-Est italiano, è la storia di due giovani ragazze, di un immigrato albanese che sognano di fuggire dai quei luoghi e staccarsi da quel tessuto sociale. Grace of Monaco aprirà Cannes Il festival di Cannes sarà aperto dal film Grace of Monaco con interprete Nicolle Kidman. La pellicola è diretta dal regista francese Olivier Dahan. La storia ruota intorno al 1956, momento in cui Grace Kelly sposa il principe Ranieri III di Monaco (interpretato da Tim Roth). La pellicola aprirà la kermesse il 14 maggio e subito verrà distribuita nelle sale transalpine dalla Lucky Red. Matteo Garrone e The Tale of tales Matteo Garrone, dopo il successo di Reality, premiato a Cannes, torna dietro la macchina da presa per The tale of tales, questa volta dirigerà in inglese. Le riprese avranno luogo nella prossima primavera, la storia è una sorta di rielaborazione di alcuni racconti tradizionali italiani. La scelta dell’inglese è dovuto al fatto che il regista potrà contare su due attori di fama internazionale: Salma Hayek e Vincent Cassel. La produzione è Archimede Film, la casa di produzione di Garrone, e la francese Le Pacte. 2046 2046: un momento di riflessione per tutti. Uno sguardo che, insinuandosi alle spalle, cerca quel momento felice che crediamo di aver vissuto. Possiamo forse dare importanza a qualcosa di trascorso, collocandolo anche al di sopra dell’ attimo ancora non vissuto, pensando che il suo ricordo sia felicità istantanea? Il tempo cambia le persone e il dolore le scalfisce, ma la felicità le frantuma. Niente è come l’attimo dove tutto è perfetto. Il cuore accelera, il respiro s’ingrossa, gli occhi si adagiano sul tutto con nuova grazia, liberando un nuovo flusso vitale capace di spingerci verso la vita lucente. C’è chi non si riprende da tutto questo e nel vano tentativo di rivivere quel momento cerca di capovolgere il normale paradigma alla base del tempo vissuto. Le lacrime sono la pioggia dei nostri ricordi come dice il protagonista, ma probabilmente i sorrisi sono alla strenua dei fulmini, impalpabili e mai presenti nello stesso posto per due volte. Quel luogo non esiste se non nella nostra mente, ricercato a volte solo per rivedere scene, in altri momenti per farsi sorreggere nella costante vacuità emotiva. 2046 è una pellicola suggestiva nella sua idea di contemplare come un momento possa cercare di impadronirsi delle emozioni del futuro, umiliandole nello sbagliato tentativo di arrivare ad un confronto. La memoria per Wong Kar-way si propaga fino a fagocitare la realtà in una combinazione volutamente caotica, ruolo di una mente in piena fase di idealizzare un luogo inesistente e pronta ad affrontare il normale passare del tempo. Chow Wo Man è uno scrittore che, inoltrandosi nella sua immaginazione e nei suoi ricordi, dà una dimensione d’inchiostro a delle evanescenti e ormai opacizzate emozioni; il 2046 per lui rappresenta la stanza di un hotel dove risiedeva l’amore, ma il 2046 è anche l’arrivo di un treno mentale, dove vivono i ricordi perduti e da dove il suo alter ego decide di tornare indietro perché non ha trovato l’anelante sorriso dell’unica donna amata. Chow ha incontrato l’amore che come unico frammento gli ha lasciato un’ossessione di un desiderio che non si è esaudito, e nel suo ricordo si concede ad altre donne che nulla gli hanno concesso se non l’appagamento dell’attimo finale in una irrequieta Hong Kong di fine anni ‘60, in rivolta contro il padrone. Si direbbe che un ricordo possa oscillare tra varie dimensioni espressive: lacrime, sorrisi, smorfie, che appaiono come chiari segni distintivi dell’azione svolta vista l’inconsistenza dell’immobilità, che appare come un qualcosa da soprassedere perché rimasta tale sia nel volto che nel cuore. Tuttavia la memoria è beffarda e il vuoto può riempirsi dell’idea che forse è andata diversamente e che fa tornare a galla dal ricordo solo il desiderato, plasmato nell’inconscio per sovrastare il rimpianto, ultimo atto della consapevolezza di fronte ad un’inutile inerzia. In una trasfigurazione dell’idea della memoria e del passato immaginario le luci del conosciuto si offuscano, mentre solo l’ombra della felicità ricercata prova a espandersi in un chiaro-scuro di sguardi che appaiono vuoti e incostanti, comprensibili ad un solo cuore, eppure resi universali dall’impostazione del regista. Lenta e delicata come un pennello, l’impostazione visiva si lascia trascinare avanti, sospinta dal sentimento presente nell’attimo inquadrato, sospendendosi per poi accelerare di ritmo con il mutare degli sguardi con colori stinti che vanno quasi mescolandosi tra loro in un’atmosfera esternamente fosca, ravvivati dagli interni della stanza dell’hotel quasi da un bagliore di una lampada a olio, intensi nella parentesi futuristica, marchiando con immediatezza nella pellicola una sensazione onirica e di una bruma emotiva che, ristagnando dal primo attimo sullo schermo, né marchia un’identità credibile e intrigante di un quadro che mantiene vivo il suo costante punto inafferrabile. Tra particolari di sigarette, mani e schiene volte a rallentare il tempo stesso delle sequenze, è la sfuggente presenza decentrata dei personaggi nell’inquadratura ad impreziosire un punto centrale errante tra le vite dei protagonisti e i turbamenti dello spettatore: la malinconia. La visione del regista cinese è intavolata nella sua idea di mettere su pellicola un vagheggiamento sull’illusione, basandosi su una storia non anomala nei concetti, eppure la ricerca di una forma attraente attraverso una sapiente regia riesce ad infonderne un’anima pura ed onesta, che nel termine fa alzare gli occhi nella ricerca di una propria riflessione sulle proprie incertezze, come dei dubbi che alla fine della giornata ci guidano verso il soffitto, ultimo capolinea delle derive emotive non rescisse. L’unica destinazione alternativa ai binari del ricordo è solo il rifiuto dell’amore, sfuggendo da ogni suo più pericoloso accumulo nella memoria poiché, come suggeriva Lord Byron, il ricordo della felicità non è più felicità, il ricordo del dolore è ancora dolore. Leonardo Carnicelli Razzie Awards 2014 I Razzie Awards sono i premi che nessuno nel mondo del cinema vorrebbe ricevere infatti premiano i peggiori film dell’anno. Gli anti-Oscar per antonomasia trentaquattresima edizione. sono arrivati alla Grande escluso dalle nomination, nonostante le stroncature della critica I sogni segreti di Walter Mitty. Aspettando di sapere quale sarà il peggior film dell’anno leggiamo le nomination: PEGGIOR FILM After Earth Un weekend da bamboccioni 2 The Lone Ranger A Madea Christmas Movie 43 PEGGIOR ATTORE Johnny Depp: The Lone Ranger Ashton Kutcher: Jobs Adam Sandler: Un weekend da bamboccioni 2 Jaden Smith: After Earth Sylvester Stallone: Bullet To The Head, Escape Plan, Il grande Match PEGGIORE ATTRICE Halle Berry: Movie 43, The Call Selena Gomez: Getaway Lindsay Lohan: The Canyons Tyler Perry: A Madea Christmas Naomi Watts: Diana, Movie 43 PEGGIORE ATTRICE NON PROTAGONISTA Lady Gaga: Machete Kills Salma Hayek: Un weekend da bamboccioni 2 Katherine Heigl: The Big Wedding Kim Kardashian: Tyler Perry’s Temptation Lindsay Lohan: In-App-Propriate Comedy, Scary Movie 5 PEGGIOR ATTORE NON PROTAGONISTA Chris Brown: Battle Of The Year Larry the Cable Guy: A Madea Christmas Taylor Lautner: Un weekend da bamboccioni 2 Will Smith: After Earth Nick Swardson: A Haunted House, Un weekend da bamboccioni 2 PEGGIOR REGISTA I registi di Movie 43 Dennis Dugan: Un weekend da bamboccioni 2 Tyler Perry: A Madea Christmas, Temptation M. Night Shyamalan: After Earth Gore Verbinski: The Lone Ranger PEGGIORE GRUPPO SUL GRANDE SCHERMO L’intero cast di Un weekend da bamboccioni 2 L’intero cast di Movie 43 Lindsay Lohan & Charlie Sheen: Scary Movie 5 Tyler Perry & EITHER Larry the Cable Guy OR That Worn-Out Wig & Dress: A Madea Christmas Jaden Smith & Will Smith: After Earth PEGGIORE SCENEGGIATURA After Earth Un weekend da bamboccioni 2 The Lone Ranger A Madea Christmas Movie 43 PEGGIOR REMAKE, RIP-OFF o SEQUEL Un weekend da bamboccioni 2 Una notte da leoni 3 The Lone Ranger Scary Movie 5 I puffi 2 Le nomination agli Oscar Annunciate le nomination agli Oscar 2014. American Hustle e Gravity guidano i film con più candidature dell’Academy, dieci, nove nomination per 12 anni schiavo, sei per Captain Phillips, Dallas Buyers Club e Nebraska, cinque per Her e The Wolf of Wall Street; 4 per Philomena, 3 per Blue Jasmine e Lo Hobbit, infine due candidature ciascuno a I segreti di Osage County, Cattivissimo me, Frozen, The grandmaster, Il Grande Gatsby, A proposito di Davis, The lone ranger e Lone survivor. Nella categoria miglior film straniero La grande bellezza di Paolo Sorrentino che si dice frastornato e ancora incredulo ed aggiunge: “gli Oscar sono il massimo: erano un sogno e sognare non costa ed è un’attività rinfrancante. Poi esserci dentro ora, in una dimensione reale e non più onirica, ha dell’incredibile”. Ecco l’Elenco completo: Miglior Film American Hustle – L’apparenza inganna Nebraska Philomena Gravity Her 12 anni schiavo Dallas Buyers Club Capitan Philips The Wolf of Wall Street Miglior Attore protagonista Christian Bale – American Hustle Bruce Dern – Nebraska Leonardo DiCaprio – The Wolf of Wall Street Matthew McConaughey – Dallas Buyers Club Chiwetel Ejiofor – 12 anni schiavo Miglior Attore non protagonista Barkhad Abdi – Captain Phillips Bradley Cooper – American Hustle Michael Fassbender – 12 anni schiavo Jonah Hill – The Wolf of Wall Street Jared Leto – Dallas Buyers Club Migliore Attrice protagonista Amy Adams – American Hustle Cate Blanchett – Blue Jasmine Judi Dench – Philomena Sandra Bullock – Gravity Meryl Streep – I segreti di Osage County Migliore Attrice non protagonista Lupita Nyong’o – 12 anni schiavo Jennifer Lawrence – American Hustle June Squibb – Nebraska Julia Roberts – I segreti di Osage County Sally Hawkins – Blue Jasmine Regia Alfonso Cuarón – Gravity Steve McQuenn – 12 Anni schiavo Martin Scorsese – The Wolf of Wall Street David o’Russel – American Hustle – L’apparenza inganna Alexander Payne – Nebraska Film Straniero La grande bellezza Il sospetto Homar The missing picture The broken circle breakdawn Miglior Sceneggiatura Originale American Hustle – L’apparenza inganna Blue Jasmine Dallas Buyer Club Her Nebraska Miglior Sceneggiatura non Originale Before Midnight Captain Philips – Attacco in mare aperto Philomena 12 Anni schiavo The Wolf of Wall Street Miglior Film D’Animazione Croods Frozen Ernest & Celestine Cattivissimo me 2 Si alza il vento Miglior Canzone Originale “Let It Go” (Frozen, Robert Lopez & Kristen Anderson-Lopez) “Ordinary Love” (Mandela: Long Walk To Freedom, U2) “Sweeter Than Fiction” “Happy” (Cattivissimo Me 2, Pharrell Williams) “The Moon Song” (Her, Karen O) “Alone yet not Alone” (Alone yet not alone, Bruce Broughton) Colonna Sonora Originale Steven Price – Gravity William Butler – Her Alexandre Desplat – Philomena John Williams – The Book Thief Thomas Newman – Saving Mr. Banks Miglior Costumi Michael Wilkinson, American Hustle William Chang Suk Ping, The Grandmaster Catherine Martin, Il Grande Gatsby Patricia Norris, 12 Anni Schiavo Michael O’Connor, The Invisible Woman Miglior Montaggio Alfonso Cuarón, Mark Sanger, Gravity Christopher Rouse, Captain Phillips Joe Walker, 12 Anni Schiavo John MacMurphy, Dallas Buyers Club Jay Cassidy, Crispin Struthers, American Hustle Miglior Fotografia Emmanuel Lubezki, Gravity Bruno Delbonnel, Inside Llewyn Davis Philippe LeSourd, The Grandmaster Roger Deakins, Prisoners Phedon Papamichael, Nebraska Migliori Scenografie Adam Stochausen & Alice Baker, 12 Anni Schiavo Catherine Martin & Beverly Dunn, Il Grande Gatsby Judy Becker & Heather Loeffler, American Hustle Andy Nicholson & Rosie Goodwin, Gravity K.K. Barrett & Gene Serdena, Her Migliori Effetti Visivi Gravity Lo Hobbit: La desolazione di Smaug The Lone Ranger Star Trek Into Darkness Iron Man 3 Miglior Trucco The Lone Ranger Jackass Presents: Bad Grandpa Dallas Buyers Club Miglior Sonoro Gravity Captain Phillips Inside Llewyn Davis Lone Survivor Lo Hobbit: La Desolazione di Smaug Miglior Montaggio Sonoro Gravity Captain Phillips All Is Lost Lone Survivor The Hobbit: La Desolazione di Smaug Miglior documentario “The Act of Killing” (Drafthouse Films) A Final Cut for Real Production “Cutie and the Boxer” (RADiUS-TWC) An Ex Lion Tamer and Cine Mosaic Production “Dirty Wars” (IFC Films) A Civic Bakery Production “The Square” (Netflix in association with Worldview Entertainment and Participant Media) A Noujaim Films and Maktube Production “20 Feet from Stardom” (RADiUS-TWC) A Gil Friesen Productions and Tremolo Production Miglior corto documentario “CaveDigger” A Karoffilms Production “Facing Fear” A Jason Cohen Production “Karama Has No Walls” (Mudhouse Films) A Hot Spot Films Production “The Lady in Number 6: Music Saved My Life” A Reed Entertainment Production “Prison Terminal: The Last Days of Private Jack Hall” A Prison Terminal LLC Production Miglior corto animato “Feral” A Daniel Sousa Production “Get a Horse!” (Walt Disney) A Walt Disney Animation Production “Mr. Hublot” A Zeilt Production “Possessions” A Sunrise Production “Room on the Broom” A Magic Light Pictures Production Miglior cortometraggio “Aquel No Era Yo (That Wasn’t Me)” (FREAK Independent Film Agency) A Producciones Africanauan Production “Avant Que De Tout Perdre (Just before Losing Everything)” A KG Production “Helium” An M & M Production “Pitääkö Mun Kaikki Hoitaa? (Do I Have to Take Care of Everything?)” A Tuffi Films Production “The Voorman Problem” A Honlodge Production La cité du cinema di Gondry Il regista francese Michel Gondry per aiutare le produzioni indipendenti transalpine fonda la “cité du cinema”. La struttura sorge a a Auberviellers, nella periferia parigina, in una ex fabbrica, dismessa negli anni ’50. Il progetto sembra voler essere la risposta indipendente ai mega-studios di Luc Besson, aperti nel 2012 a Saint-Denis per attirare le grandi produzioni.