Alisto: "Ali sulla storia". Cinque simulatori di volo oltre le ali del tempo

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Alisto: “Ali sulla storia”. Cinque simulatori di
volo oltre i confini del tempo
mar 27, 2015
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Organizzata a Lugo la conferenza stampa di presentazione del Progetto ALISTO
che si propone di «volare sui campi di battaglia della Grande Guerra per
conoscere e valorizzare il patrimonio storico dei territori che vissero quelle
vicende: questo è lo scopo dei simulatori realizzati nell’ambito di “ALISTO – Ali
sulla storia”; un progetto transfrontaliero che attua le sinergie tra ricerca storica e
sviluppo della tecnologia software dei simulatori di volo»
di Massimo Baldi
La presentazione del progetto
Nella tarda mattinata di ieri, 26 marzo 2015, si è tenuta nella sala del Consiglio comunale
della Rocca di Lugo di Romagna, la conferenza stampa di presentazione del progetto
“Alisto: – Ali sulla storia“, con la partecipazione di Davide Ranalli, sindaco di Lugo,
Daniele Serafini, direttore del Museo “Francesco Baracca”, Paolo Varriale, giornalista
aeronautico e membro del Comitato scientifico del Museo Baracca, Nevio Casadio,
giornalista e autore televisivo, e Anna Giulia Gallegati, assessore alla cultura del
Comune di Lugo.
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Da sinistra, l’assessore Anna Giulia Gallegati, il giornalista e autore televisivo Nevio
Casadio, il sindaco di Lugo Davide Ranalli, il direttore del Museo “Baracca” Daniele
Serafini, il giornalista aeronautico e membro del Comitato scientifico del Museo “Baracca”
Paolo Varriale
Il primo intervento è stato del direttore del Museo Baracca, dott. Daniele Serafini, il
quale, dopo aver presentato gli ospiti e salutato i convenuti, ha affermato: «Dopo tre anni
di lavoro sta per terminare il progetto internazionale “ALISTO – Ali sulla storia“, che
vede partner in Slovenia, Friuli, Veneto e nella nostra regione il Museo Baracca di Lugo.
E’ stato un percorso lungo volto a un’esperienza pilota. Per la prima volta sarà possibile,
in particolare attraverso i simulatori di volo, installati nelle varie sedi, volare sul paesaggio
del 1914-1918.»
I simulatori, aperti al pubblico, sono cinque, collocati in via permanente in altrettanti
luoghi emblematici per la storia del fronte dolomitico della Prima Guerra Mondiale: il
museo “Francesco Baracca” di Lugo di Romagna, la Fondazione Jonathan
Collection di Nervesa della Battaglia e il Comune di Monfalcone per l’Italia; il
Fundacija Poti miru v Posočju di Kobarid/Caporetto e il Comune di Divača per la
Slovenia.
«Una ricerca durata tre anni, che si è basata su alcuni principi fondamentali – ha
proseguito Serafini – e cioè: il confronto di idee concretizzatosi nel lavoro del comitato
scientifico, coordinato dal dott. Mauro Scrocca, che ci segue da Nervesa della Battaglia;
una lunga ricerca in archivi, da Vienna a Roma, per dare un’idea dell’estensione
geografica (…) per portare alla luce fotografie, mappe e documenti che si riferiscono a
quell’epoca e che riguardano i territori prima menzionati, significa andare alle radici del
Conflitto visto da un punto di vista originale e particolare; tutto questo avendo come
sfondo un elemento che è quello dell’abbattimento delle barriere che ci hanno visti divisi
durante la Prima Guerra Mondiale e che ora ci vedono in un contesto europeo ben
differente. Il lavoro ha portato anche nei limiti del possibile alla ricerca di una “memoria
condivisa”. L’altro elemento che mi sento di richiamare è quello dell’originalità del
progetto: sta anche nella possibilità di comparare il paesaggio storico, quindi quello visto
allora da Francesco Baracca e da tanti altri durante i lori voli, con il database che oggi ci
fornisce la possibilità di viaggiare virtualmente avendo i due paesaggi uno di fianco
all’altro. E questo è un elemento di grande interesse sicuramente per urbanisti,
architetti, paesaggisti, ma direi per tutta la nostra coscienza di persone interessate alla
trasformazione del tessuto sociale. Quindi un’operazione che ha una finalità anche
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fortemente didattica – ha concluso il Daniele Serafini – rivolta non solo agli specialisti ma
anche e soprattutto al mondo della scuola.»
Il sindaco di Lugo, Davide Ranalli, ha ringraziato i tanti giornalisti intervenuti e
salutato, in collegamento video, il Sindaco di Nervesa della Battaglia, città gemellata con
Lugo, il presidente della Provincia di Treviso e gli amici di Caporetto.
«Questo è stato un progetto senza dubbio ambizioso – ha eserdito il sindaco Ranalli –
ma che il Museo Francesco Baracca e il Comune di Lugo hanno raccolto e portato avanti
e che oggi finalmente vediamo in qualche modo nascere e ne vediamo la conclusione.
Devo ringraziare senza ombra dubbio il direttore del Museo Baracca dott. Daniele
Serafini, perchè penso che in questi anni abbia svolto una funzione di coordinamento (tra
il nostro Comune, il Museo Baracca e gli altri enti) molto importante e determinante per
noi e le nostre istituzioni. Un progetto ambizioso, come ambizioso è e fu quel periodo per
il volo. Noi siamo la città, orgogliosamente, di Francesco Baracca e questo ci consente,
anzi ci dà l’opportunità, come vedete da questo progetto che ha delle caratteristiche e
delle collaborazioni che vanno oltre, non solo ai confini di Lugo, ma ai confini del nostro
Paese, quindi diviene un progetto europeo di trasferire, di trasformare le eroiche gesta di
Baracca per fare un ragionamento più ampio sul volo e ripercorrere quella storia, come
diceva il direttore Serafini, senza dubbio virtualmente, ma che ci dà la possibilità in
qualche modo di rivedere, non solo quei campi di battaglia, ma di rivederli trasformati;
quella trasformazione che in questi cento anni è avvenuta. Dobbiamo essere orgogliosi
tutti quanti, tutti gli enti coinvolti, d’avere dato vita a questo progetto – ha concluso Davide
Ranalli – che sono certo sarà molto importante per le scuole e per chiunque avrà voglia
di rivivere quella storia, che per certi versi è stata così tragica, ma che ha cambiato in
qualche modo, non solo la storia del novecento, ma ha iniziato ad aiutare a cambiare la
storia dell’Europa. Di un’Europa che appunto, anche attraverso ai progetti come questi, ci
dà la possibilità di vederla trasformata e unita.»
E’ seguito poi l’intervento del dott. Paolo Varriale, giornalista aeronautico e membro del
Comitato scientifico del Museo Baracca, che ha collaborato alla costituzione al database
della banca dati, il quale, dopo i saluti ha pregato di «…considerare quello che sarebbe
stato visto più tardi, in una sala del Museo Baracca, non come un simulatore di volo ma
come una macchina del tempo che riporterà le persone, grazie a questa meraviglia, a
cos’era volare cent’anni fa. Ci si potrà trovare sul campo dell’Isonzo, quando a Roma
c’era Benedetto XV°, Vittorio Emanuele III° e l’Impero Austro Ungarico (…). Il primo
strumento dell’aviatore erano gli occhi, poi il fondo dei pantaloni, che era l’interfaccia tra il
pilota e l’aereo. La sensazione dell’aereo non possiamo darla, ma sicuramente con i
vostri occhi avrete modo di decollare e pilotare a vista su quello che era il teatro di guerra
di quel periodo.»
Prima di passare la parola agli altri ospiti del collegamento video multimediale, ha preso
la parola Nevio Casadio, giornalista televisivo e collaboratore, in particolare dello
“Speciale TG1″, il settimanale di approfondimento della prima testata RAI, vincitore per
tre edizioni del premio giornalistico “Ilaria Alpi”, il quale si è augurato che «…questo
progetto possa essere raccontato in RAI nei modi giusti – ha sottolineato Casadio -; un
progetto che, al di là delle valenze citate, a mio avviso è estremamente interessante per
un altro discorso, che non è marginale, ma che è l’affermazione della coscienza
identitaria. Oggi nel mondo virtuale siamo in grado di conoscere nello stesso momento
ciò che avviene dall’altra parte del mondo e d’altra parte ognuno di noi ha sempre più
difficoltà a poter rappresentare l’oggi, da dove veniamo. E questa è una tragedia
significativa. Perdiamo sempre più l’esatta dimensione di noi stessi, da dove proveniamo
– ha proseguito il giornalista della RAI -. Alisto è un’occasione proprio per riproporre alle
collettività delle diverse generazioni, questo processo identitario, legato in un aspetto che
è straordinario, che è quello del volo. Stavo pensando che a questi assi del volo, da
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Francesco Baracca a Godwin Brumosky, oppure in contesti diversi, per poi riferirsi al
“Piccolo principe” ad Antoine de Saint-Exupéry, hanno in comune la grande passione che
è quella del volo, ma il volo “per la libertà” e che viene esplicato in un strumento, un
mezzo terribile qual’è quello della guerra. Io mi auguro che questa presa di coscienza di
storie avvenute decine e decine di anni fa, che purtroppo si ripercorrono anche oggi
attraverso guerre sempre di maggiore difficoltà e tragedie – ha concluso Nevio Casadio –
possa diventare anche l’occasione per essere “Alisto”, oltre “sulle ali della storia”, “Alisto
– sulle ali della libertà”.»
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L’assessore Gallegati a bordo del simulatore di volo che riproduce lo Spad VII di
Francesco Baracca (foto WAP)
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e con le località di Nervesa della Battaglia e Kobarid (Caporetto), rimaste in attesa
durante gli interventi dei relatori, prima di trasferire i giornalisti al Museo Baracca per
testare il simulatore ALISTO approntato per l’occasione, ha tracciato le conclusioni di
questo incontro Anna Giulia Gallegati, assessore alla cultura del Comune di Lugo, la
quale ha affermato che «Questo, come detto, è un progetto coraggioso per una
questione d’identità, perchè dobbiamo far si che le persone si sentano di nuovo parte di
una identità (…) e questo sentimento si sta perdendo. Secondo me con questo progetto
riusciremo soprattutto a riavvicinare i giovani. Un progetto ambizioso, ma che non ci deve
scoraggiare e questo lo dimostriamo oggi con la tecnologia che utilizziamo. Ci vogliamo
avvicinare a un tema che si sta perdendo. Il fatto che l’amministrazione di Lugo ci tenga
particolarmente a questo tema e all’anniversario del Centenario della Prima Guerra
mondiale, lo stiamo dimostrando già da molti mesi, soprattutto per le iniziative che
proponiamo; a tal proposito vorrei invitare tutti quanti alla riapertura del Museo
Baracca che avverrà il 23 di maggio in cui si potrà vedere e utilizzare ufficialmente il
simulatore di volo e il nuovo allestimento.»
La tecnica del progetto ALISTO
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Lo schermo del simulatore di volo. Nella parte sinistra le immagini virtuali di oggi, in
quella a destra quelle della Grande Guerra
Questo simulatore in sostanza ricrea il paesaggio storico con la mappatura sul modello
digitale del terreno (DTM) delle foto aeree di guerra italiane e austro-ungariche e
consentono di vedere dall’alto sia il paesaggio degli anni 1915-18, sia quello di oggi,
percependone i valori storici e le trasformazioni, constatando a colpo d’occhio le profonde
trasformazioni subite in un secolo dal paesaggio. La fruizione multimediale dei paesaggi
attua un passo importante per l’abbattimento delle barriere che permangono nella
coscienza collettiva delle popolazioni confinanti, le quali hanno fruito del territorio in modo
frazionato e spesso traumatico; viene favorita infatti la percezione dei valori identitari del
paesaggio su base storico-culturale, anziché territoriale. L’aereo era appena nato
quando scoppiò il primo conflitto mondiale e gli sviluppi forzati dall’esperienza bellica lo
fecero uscire dalla prima infanzia per avviarlo a quella realtà che conosciamo oggi. Lo
sviluppo dell’aviazione ha fatto passi da gigante, portando l’uomo in meno di 60 anni dai
saltelli del primo volo al camminare sulla Luna. Il progetto ALISTO ha creato non tanto un
simulatore di volo, quanto una macchina del tempo che permette a chiunque di sedersi
sul sedile di uno SPAD VII e immaginare le sensazioni di chi con quel velivolo doveva
partire in missione; anche senza essere esperti di aviazione, è facile rendesi conto di
quanto fossero pochi ed elementari gli strumenti a disposizione del pilota per la condotta
dell’aereo. Un indicatore di velocità, un altimetro, un paio di termometri e poco altro.
Niente radio, nessun ausilio per la navigazione, niente bussola. Per volare era necessario
fare affidamento sulla vista e sulle sensazioni trasmesse dall’aereo, mentre per navigare
era necessaria una buona conoscenza del territorio, oltre ovviamente a una certa
visibilità. Il nemico peggiore era la nebbia, più pericolosa e temuta degli avversari.
Il portale Web
Tutti i dati che sono derivati dalla ricerca scientifica messa in atto per la realizzazione dei
simulatori di volo confluiranno in mostre, testi, convegni e organizzati in una banca dati
condivisa e pubblicata su un portale web. Sarà così salvaguardata e favorita la
conoscenza della parte di patrimonio culturale oggetto della ricerca.
Finanziatori e partner
Il progetto è stato finanziato nell’ambito del Programma per la cooperazione
transfrontaliera Italia-Slovenia 2007-2013, dal Fondo europeo di sviluppo regionale e dai
fondi nazionali e ha come partner la Provincia di Treviso, il Ministero per i beni e le attività
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culturali – Direzione regionale per i Beni culturali e paesaggistici del Friuli-Venezia Giulia,
la società Marco Polo System GEIE, il Comune di Monfalcone – Ufficio Relazioni
Internazionali, il Comune di Lugo – il Museo “Francesco Baracca”, l’Agenzia di sviluppo
regionale del nord litorale Nova Gorica, il Comune di Divača, l’Ente “Fondazione Le vie
della pace sull’Isonzo”.
(EdP-mb)
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