via crucis dei martiri 2014 - Pastorale giovanile Ascoli Piceno

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via crucis dei martiri 2014 - Pastorale giovanile Ascoli Piceno
Signore, insegnaci a pregare!
Insegnaci a pregare come pregavi Tu
nella tua vita terrena.
Quando siamo nella gioia personale,
nella serenità familiare, nella pace sociale,
insegnaci a ringraziare il Padre celeste che sempre benefica
e ama d’immenso amore i suoi figli.
Quando siamo nella tentazione e nell’abbattimento,
insegnaci a pregare come pregasti Tu
nell’agonia del Getsemani.
Quando stanchi e svogliati
non sentiamo più il richiamo del bene,
insegnaci a pregare come pregavi Tu
nelle tue veglie sul monte.
Quando ci riesce difficile
vivere i nostri doveri di cristiani coerenti,
insegnaci a pregare come prega sti Tu
prima di scegliere gli Apostoli
da inviare quali ambasciatori del tuo Vangelo.
Quando infine siamo soli, ammalati,
sofferenti nell’anima e nel corpo,
insegnaci che è preghiera anche il guardare a Te,
che senza amarezza hai accettato la croce
e hai bevuto generosamente il calice
fino ad immolarti alla volontà del Padre
per la salvezza dei tuoi fratelli.
I stazione
Gesù è condannato a morte
Ti adoriamo o Cristo, e ti benediciamo
Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo
Dal Vangelo secondo Marco (15, 12-15)
Pilato disse loro di nuovo:<<Che cosa volete dunque che io faccia di quello che voi
chiamate il re dei Giudei?>>. Ed essi di nuovo gridarono: <<Crocifiggilo!>>. Pilato diceva
loro: <<Che male ha fatto?>>. Ma essi gridarono più forte: <<Crocifiggilo!>>. Pilato,
volendo dare soddisfazione alla folla, rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto
flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso.
Padre SILVANO LAURENZI Saveriano
Nasce il 25 luglio 1930 a Castel di Croce di Rotella (AP). Conterraneo della Beata
Assunta Pallotta. È inviato nel 1957 in Indonesia. Svolge la sua attività missionaria
nell’isola di Sumatra (stretto di Malacca, Pandang, Jakarta). La sua incessante attività
apostolica ha consentito la formazione di molti giovani indonesiani e di missionari
saveriani locali. E’ morto il 25 dicembre 2013. Padre Francesco Marini, che
condivideva con lui la missione in Indonesia, anche lui ascolano, il giorno della vigilia di
Natale lo incoraggiava dicendogli: “Forza don Silvano, domani è Natale, dobbiamo fare
festa”, e lui gli rispose semplicemente: “Domani, sarà il più bel giorno della mia vita”.
La figura di P. Silvano ci indica una meravigliosa strada del martirio: quella di fare della
propria vita un dono, martire lungo tutta una vita.
1. Aiutaci, Signore, ad ascoltare la tua voce nel nostro cuore per essere missionari e
martiri nella nostra vita. Preghiamo
2. Signore, ti preghiamo per tutti i giovani che non riescono a trovare la giusta
dimensione della propria vita perché possano scoprire la bellezza di donarsi in
ogni gesto della propria vita. Preghiamo
3. Signore, ti preghiamo per tutti coloro che sono nella sofferenza fisica ed
esistenziale perché non si scoraggino e sappiano guardare a Te per essere felici.
Preghiamo
II stazione
Gesù è caricato della croce
Ti adoriamo o Cristo, e ti benediciamo
Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo
Dal Vangelo secondo Marco (15, 16-20)
Allora i soldati lo condussero dentro il cortile, cioè nel pretorio, e convocarono tutta la
truppa. Lo vestirono di porpora, intrecciarono una corona di spine e gliela misero
attorno al capo. Poi presero a salutarlo: <<Salve, re dei Giudei!>>. E gli percuotevano il
capo con una canna, gli sputavano addosso e, piegando le ginocchia, si prostravano
davanti a lui. Dopo essersi fatte beffe di lui, , lo spogliarono della porpora e gli fecero
indossare le sue vesti, poi lo condussero fuori per crocifiggerlo.
SUOR MARIE EMMANUEL HELESBEUX
È stata uccisa il 1° marzo 2013 a Mandritsara, nel nord-est del Madagascar. La
religiosa è stata prima colpita a bastonate e poi strangolata. Tre persone sono state
arrestate ed hanno confessato il delitto.
Suor Marie aveva 82 anni, 42 dei quali trascorsi in missione in Madagascar sempre a
Mandritsara. Era molto amata e stimata dalla comunità per le sue opere di carità.
La testimonianza di Suor Marie ci insegna l’amore e la dedizione per le nostre
comunità parrocchiali, la sua vita spesa a servizio degli ultimi è per noi un esempio
che ci guida nell’impegno quotidiano per portare i frutti di carità nel mondo.
Signore, Ti preghiamo affinché lo stile di vita di Suor Marie possa essere una punto di
riferimento e di incoraggiamento per tutte le famiglie che cercano di vivere
l’accoglienza verso la vita così come essa si offre, spesso debole e fragile. Preghiamo
Signore, Ti preghiamo per la Chiesa, perché in essa possano sbocciare numerose e
sante vocazioni. Perché tanti giovani possano accogliere l’invito di Cristo che si è fatto
servo obbediente della volontà del Padre. Rendici attenti nell’ascolto della Parola di Dio
e coraggiosi nell’annuncio del tuo regno. Preghiamo
Signore, Ti preghiamo affinchè il nostro essere testimoni e missionari sia una scelta
quotidiana che non ci spaventa. Sostienici e aiutaci. Preghiamo
SUOR MARIE EMMANUEL HELESBEUX ha donato la sua vita per Cristo il 1° marzo
2013
III stazione
Gesù cade la prima volta
Ti adoriamo o Cristo, e ti benediciamo
Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo
Dal Vangelo secondo Matteo (25, 34-40)
Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero
forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato,
carcerato e siete venuti a trovarmi. Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai
ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da
bere? Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo
vestito? E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti?
Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno
solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me.
Luisa Mistrali Guidotti (Serva di Dio)
Nata nel 1932 si forma spiritualmente nell’Azione Cattolica della propria parrocchia.
Laureata in Medicina, desiderosa di servire il prossimo specialmente nei paesi poveri,
prende servizio in Rhodesia (attuale Zimbabwe), Paese dilaniato dalla povertà e dalla
guerra civile. Qui Luisa non si limita solo a curare ma istruisce la popolazione
all’educazione sanitaria. Dopo svariate minacce per l’opera che svolgeva trova la
morte colpita da una raffica di mitra mentre accompagna in ospedale una donna per
un parto difficile.
In alcuni dei suoi scritti ritroviamo la sintesi del suo insegnamento di vita:
“Com’è facile essere accecati dai propri interessi. Come è facile non riuscire a vedere le
evidenti sofferenze e i diritti degli altri. Come è difficile specialmente rendersi conto
della portata sociale dei propri egoismi e delle corresponsabilità di certe ingiustizie.
C’era un malato e l’abbiamo curato. È bastato mettere in pratica una volta tanto il
Vangelo per far muovere tutto il mondo… dobbiamo imparare a mettere in pratica il
Vangelo sempre”.
• Signore Ti preghiamo affinché possiamo riconoscere Cristo nel prossimo e trovare
il coraggio per aiutarlo seguendo l’esempio della martire Luisa Mistrali Guidotti,
preghiamo.
• Signore Ti preghiamo per coloro che sono accecati dai propri interessi perché
riescano a vedere le sofferenze e i diritti degli altri, preghiamo.
• Signore Ti preghiamo affinché le nostre famiglie possano testimoniare con costanza
la bellezza di mettere in pratica il Vangelo in ogni situazione di vita, preghiamo.
Luisa Mistrali Guidotti ha dato la vita per Cristo il 6 luglio 1979
IV stazione
Gesù incontra sua madre
Ti adoriamo o Cristo, e ti benediciamo
Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo
Dal Vangelo secondo Luca (2, 34-35.51)
Simeone li benedisse e a Maria, sua madre,disse: <<Ecco,egli è qui per la caduta e la
risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione- e anche a te una spada
trafiggerà l'anima- ,affinchè siano svelati i pensieri di molti cuori.>> Scese dunque con
loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel
suo cuore.
PADRE ELVIS MARCELINO DE LIMA
È nato a Fortaleza in Brasile, è stato ucciso il 13 luglio 2013 a soli 47 anni da due
ragazzi che lo hanno aggredito a scopo di rapina presso il Centro Educazionale
Giovanile di Fortaleza, dove risiedeva. Il sacerdote aveva già consegnato soldi, telefono e
chiavi della macchina, quando uno dei due giovani ha fatto fuoco, uccidendolo. Padre
Elvis aveva svolto il suo ministero quasi sempre nel campo della formazione ed è
caduto per mano di due ragazzi, lui che ai ragazzi regalava la vita.
Padre Elvis Marcelino De Lima era una persona di relazione, capace di stare con tutti e
il suo sorriso aveva conquistato la gente e soprattutto la gioventù dei posti dove era
stato. La sua vita ci fa riflettere sull’importanza che attribuiva ai giovani e i suoi giovani
raccontano che Padre Elvis non era un sacerdote ma un padre sempre pronto a dare
consigli e a tendere una mano.
È stato un padre che ha dato la sua vita per i suoi figli.
1.
Signore Ti preghiamo per tutti noi, perché Cristo che
ha accettato la croce sulle sue spalle innocenti, ci dia la forza per portare le nostri
croci senza trascinarle o imporle sulle spalle degli altri. Preghiamo.
2. Signore Ti preghiamo per i cristiani che vivono la loro fede in zone di
persecuzione e pericoli, perché tenendo lo sguardo fisso su Gesù Crocifisso,
trovino la forza della testimonianza coraggiosa. Preghiamo.
3. Signore Ti preghiamo per le famiglie cristiane, perchè, al loro interno e nelle
situazioni in cui vivono, sappiano capire le necessità dei membri più esposti al
disagio e alla sofferenza, valorizzandone la presenza, senza far sentire nessuno
superfluo o inutile. Preghiamo.
PADRE ELVIS MARCELINO DE LIMA ha donato la sua vita per Cristo il 13 luglio 2013
V stazione
Gesù è aiutato dal Cireneo
Ti adoriamo o Cristo, e ti benediciamo
Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo
Dal Vangelo secondo Luca (23, 26)
Mentre lo conducevano via, fermarono un certo Simone di Cirène che tornava dai campi,
e gli misero addosso la croce, da portare dietro a Gesù.
Mons. Silvano Montevecchi
Dal Testamento Spirituale:
Io sottoscritto mons. Silvano Montevecchi, vescovo di Ascoli Piceno, nato a Brisighella il 31
Marzo 1938, in piena coscienza davanti alla infinita misericordia di Dio, desidero esprimere
riconoscenza per avermi dato il dono della vita. Dopo appena due giorni dalla nascita i miei
genitori mi hanno portato al fonte battesimale e mi hanno insegnato che il dono più grande è
quello della vita. Alla mia famiglia, onesta e cristiana, devo gratitudine per avermi insegnato a
pregare e ad accettare la volontà di Dio in tutte le circostanze della vita. Anche nei momenti
della grande guerra allorchè dovremmo abbandonare la nostra casa, non gli ho mai sentiti
disperarsi. Ci sosteneva la preghiera. Successivamente essi accettarono la mia decisione di
entrare in seminario. Ho poi saputo che mio padre faceva celebrare messe e mia madre
pregava perché potessi diventare un buon prete. Confido di non averli fatti soffrire in questo
senso. Il Signore mi ha fatto incontrare sacerdoti esemplari in Seminario enella mia Diocesi.
Li penso spesso, prego per loro e il loro ricordo mi è di incoraggiamento. Con amore e con
gioia Dio mi ha mandato a servire la chiesa di Ascoli Piceno. Ho cercato di dare tutte le mie
forze e di amare tutte le persone: presbiteri, religiosi, laici. Se avessi mancato di rispetto a
qualcuno, chiedo perdono e lo dono a chimi avesse offeso. In particolare ringrazio Dio per il
dono della sofferenza che mi ha accompagnato sempre; mi ha aiutato a voler bene agli
ammalati, mia ha purificato il cuore, mi ha aiutato a salire con
Gesù sulla croce. Spero, per questo di non essere stato di peso al prossimo.
Metto gli anni, o i giorni, che mi rimangono da vivere nelle mani della Madonna delle Grazie, la
dolce madre celeste. Particolarmente le chiedo che mi aiuti a celebrare l'eucaristia con l'amore
di Gesù.
1. Il vescovo Silvano ci ha testimoniato che il dono più grande è quello della fede, aiuta
Signore i giovani, le famiglie e i laici a seguire il suo esempio. Preghiamo
2. Signore Ti preghiamo per i nostri sacerdoti, i religiosi, i seminaristi affinché
sull'esempio del vescovo Silvano vivano da missionari anche nella chiesa ascolana,
servendo umilmente Cristo nei poveri, nei sofferenti e negli ultimi. Preghiamo
3. Signore Ti preghimo per tutti coloro che soffrono nel corpo e nello spirito affinché
come Simone di Cirene accettino di accompagnare Cristo sulla via della croce, nella
speranza della resurrezione. Preghiamo
VI stazione
La Veronica asciuga il volto di Gesù
Ti adoriamo o Cristo, e ti benediciamo
Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo
Dal Vangelo secondo Giovanni (12,1- 3)
Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Lazzaro, che egli
aveva risuscitato dai morti. E qui fecero per lui una cena: Marta serviva e Lazzaro era
uno dei commensali. Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai
prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si
riempì dell’aroma di quel profumo.
Beato Josè Luis Sanchez del Rio
Nacque il 28 marzo 1913 in Messico. Erano gli anni in cui un governo massonico
faceva strage di sacerdoti e fedeli cattolici. Colpito dall’esempio dei molti martiri, Josè
riuscì a farsi arruolare quattordicenne, come trombettiere e portabandiera
dell’esercito dei “cristeros”, in difesa della libertà religiosa. In uno scontro con i federali
venne arrestato e carcerato nella sua stessa parrocchia. Rifiutò il pagamento del
riscatto e le offerte in denaro, non cedette alle torture dei soldati che volevano fargli
rinnegare la fede. Morì con un colpo di pistola alla testa, gridando “Viva Cristo Re”!
Sopra tutti gli affetti umani, sopra tutte le cose di questo mondo, sopra le stesse
ricchezze, Josè Luis Sanchez del Rio, reputò superiore l’amore in Cristo. Dimostrò con
le sue scelte di vita di aver trovato il “vero tesoro nel campo” e per nulla al mondo lo
avrebbe abbandonato, difendendolo fino all’estremo sacrificio. Una testimonianza
fortissima di Fede matura e consapevole, nonché di amore per il proprio paese.
1. Padre, fa che sull’esempio del Beato Jose Sanchez del Rio, anche noi siamo
capaci di testimoniare la bellezza dell’essere cristiani anche di fronte a coloro
che vogliono distruggere gli insegnamenti del Vangelo, preghiamo.
2. Signore, fa che i governi di tutto il mondo consentano la libertà religiosa a tutti
gli uomini di buona volontà, evitando violenze, repressioni e persecuzioni fisiche e
culturali, preghiamo.
3. Signore, fa che in ogni famiglia la tua presenza sia resa viva ogni giorno per
mezzo della preghiera, dell’azione, del sacrificio, preghiamo.
Beato Josè Luis Sanchez del Rio ha dato la sua vita per Cristo il 10 febbraio 1928
VII stazione
Gesù cade la seconda volta
Ti adoriamo o Cristo, e ti benediciamo
Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo
Dal Vangelo secondo Giovanni (13,14-16)
Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi
gli uni gli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a
voi. In verità, in verità io vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un
inviato è più grande di chi lo ha mandato.
Don Lazzaro Longobardi
È morto il 3 marzo 2014 a Cassano allo Ionio, provincia di Cosenza, all’età di 69 anni.
È stato ucciso a colpi di spranga da uno di quei poveri per i quali si è sempre speso
con tutte le sue energie. Ha dato la vita per coloro che vivono nelle periferie esistenziali
e in particolar modo per gli immigrati che, nei campi della piani di Sibari, vengono
sfruttati come manodopera a basso costo e sono costretti a vivere in baracche e
catapecchie. A loro don Lazzaro apriva la porta di casa sua e il suo cuore.
Don Lazzaro ci insegna ad accogliere indistintamente chiunque ne abbia bisogno
senza pregiudizi di alcun genere.
• Signore rafforza la nostra carità affinché riusciamo anche noi ad aiutare, nel nostro
piccolo, chi è in difficoltà. Preghiamo
• Signore dacci il coraggio di aprire le porte del nostro cuore al diverso eliminando i
pregiudizi. Preghiamo
• Signore ti ringraziamo per Don Lazzaro, testimone vero della carità cristiana, perché
la sua vita ci esorti a superare i nostri egoismi e a non essere indifferenti a chi ci
circonda. Preghiamo
Don Lazzaro Longobardi ha dato la sua vita per Cristo il 3 marzo 2014
VIII stazione
Gesù incontra le pie donne
Ti adoriamo o Cristo, e ti benediciamo
Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo
Dal Vangelo secondo Luca (23, 27-29)
Lo seguiva una grande moltitudine di popolo e di donne, che si battevano il petto e
facevano lamenti su di lui. Ma Gesù, voltandosi verso di loro, disse: <<Figlie di
Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco,
verranno giorni nei quali si dirà: “Beate le sterili, i grembi che non hanno generato e i
seni che non hanno allattato”.
DOROTHY STANG
Nata il 1931 è stata una religiosa e missionaria statunitense, ha vissuto in Brasile
occupandosi della situazione delle terre e delle lotte dei contadini piu’ poveri,
difendendoli dalle atroci ingiustizie dei latifondisti. La fedelta’ al Vangelo e il suo
impegno per la causa dei sem terra la fecero scontrare ben presto con gli interessi dei
fazendeiros della regione. Con il tempo cominciarono le minacce di morte nei confronti
della religiosa sempre in prima linea per la promozione di uno sviluppo rispettoso
dell’uomo e dell’ ambiente. È stata assassinata nel 2005 mentre si trovava in
compagnia di due contadini, in una zona di fitta foresta proprio mentre evangelizzava.
Dorothy Stang ci insegna a sacrificarci per quello in cui crediamo, ad amare il creato
rispettandolo come opera e segno visibile che questa umanità sta a cuore a Dio. Nel suo
progetto eterno il creato è stato concepito come un luogo provvidenziale, in cui la
regalità divina si manifesta nello sconfiggere il male e nel comunicare all’essere umano
il potere di avere cura della terra e di continuarne, in un certo qual modo, la creazione.
La storia di Dorothy mette in evidenza il fatto che il progresso provoca assieme a
tante cose buone anche vittime, sopraffazioni e ci si deve mettere dalla parte degli
ultimi, dei piccoli e dei poveri. Difendere i diritti umani sapendo che ognuno ha la sua
dignità come creatura voluta da Dio.
1) Preghiamo per le ricchezze del creato affinchè siano presérvate, valorizzate e rese
disponibili a tutti, come dono prezioso di Dio agli uomini. Preghiamo
2)Preghiamo affinchè non ci siano più sfruttamenti ma rispetto per la verità, la
solidarietà e la dignità di ogni persona. Preghiamo
3) Preghiamo per noi cresimandi affinchè riusciamo sempre a rispettare il creato e il
prossimo come la parola di Dio ci insegna. Preghiamo
DOROTHY STANG ha dato la sua vita per Cristo nel 2005
IX stazione
Gesù cade la terza volta
Ti adoriamo o Cristo, e ti benediciamo
Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo
Dal Vangelo secondo Giovanni (11, 25-26)
Gesù le disse:<<Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà;
chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?>>.
Afra Martinelli
Afra Martinelli nasce a Brescia nel 1935, decide di partire per la Nigeria in missione.
Fonda e dirige un centro il Regina Mundi, una scuola di informatica con annesso un
collegio per ragazzi. Afra è una missionaria laica non legata ad alcuna congregazione
religiosa. La sua spiritualità era quella del servizio al Cristo Povero. La sera tra il 26 e il
27 settembre 2013 viene aggredita da dei rapinatori intenzionati a rubare le chiavi
della struttura per saccheggiarla e con un colpo di macete alla nuca perde i sensi e lotta
tra la vita e la morte per 2 settimane, morendo però l'11 Ottobre.
"Non aveva paura ma solo voglia di condividere" questo spingeva Afra nel proseguire
la sua missione. Ed è quello che vuole trasmettere a tutti quelli che seguono e
seguiranno la sua storia. Il suo impegno, la sua determinazione devono essere di
stimolo per la nostra quotidianità.
1. Per tutti i giovani, affinché possono, nella loro quotidianità, esprimere il loro
impegno nell'aiutare il prossimo senza mai tirarsi indietro, mettendosi in gioco
senza riserve. Preghiamo
2. Preghiamo per tutti i missionari: fa o Signore che non manchino mai in loro il
coraggio e la perseveranza nel portare avanti il progetto che Dio vuole costruire
attraverso la loro opera. Preghiamo
3.Preghiamo per tutte le famiglie, affinché, nonostante le avversità, gli ostacoli e i
problemi di ogni giorno, riescano a trovare sempre la determinazione per restare unite
nella fede. Preghiamo
Afra Martinelli ha donato la sua vita a Cristo l'11 Ottobre 2013
X stazione
Gesù è spogliato delle vesti
Ti adoriamo o Cristo, e ti benediciamo
Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo
Dal Vangelo secondo Giovanni (13, 3-5)
Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio
ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti e, prese un asciugamano, e se lo cinse attorno
alla vita. Poi versò dell'acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad
asciugarli con l'asciugamano di cui si era cinto.
Padre Mario Vergara
È nato a Frattamaggiore il 18 novembre 1910. A 19 anni volendo amare Dio nei fratelli
lontani e non credenti, entrò nel Pontificio Istituto Missioni Estere e inviato in
Birmania, dove assisteva e accudiva i deboli e gli ammalati, diventando per tutti un
punto di riferimento. Durante la 2 guerra mondiale, considerato fascista, fu costretto
ad interrompere tutte le attività e inviato in un campo di concentramento inglese. Fu
rilasciato nel 1944 e nel 1947 costruì un'altra missione in Birmania. Allo scoppio della
guerra civile si schierò in difesa della popolazione contro i ribelli battisti. Il 24 maggio
1950 venne arrestato come spia e il giorno dopo ucciso a colpi di fucile, rinchiuso in
un sacco, gettato nel fiume e non più ritrovato; il 9 dicembre 2013 Papa Francesco ha
riconosciuto il martirio di Padre Mario Vergara.
Padre Mario Vergara nella sua vita, nonostante le iniziali persecuzioni subite durante la
seconda guerra mondiale, ha trovato la forza di continuare la sua opera in Birmania e
proseguire nella sua missione andando incontro a nuove difficoltà che l'hanno portato
a sacrificare la sua vita in difesa dei suoi ideali e dei più deboli diventando un esempio.
1) Signore aiutaci ad affrontare le difficoltà che incontriamo nella nostra vita con la
stessa fermezza che ha contraddistinto il nostro Beato Padre Mario Vergara.
Preghiamo
2) In un tempo in cui ancora dominano gelosie personali e ambizioni private, aiutaci
Signore con lo stesso spirito che ha guidato il Beato Padre Mario Vergara, a far
crescere le nostre comunità attraverso un'attività pastorale di unità e comunione.
Preghiamo
3) Signore, come il nostro Beato Padre Mario Vergara, aiutaci ad essere voce di coloro
che vivono situazioni di oppressione e persecuzioni rappresentante oggi dal grido
silenzioso di quanti hanno perso il lavoro e vivono in condizioni di disagio. Preghiamo
Padre Mario Vergara ha donato la sua vita a Cristo il 25 maggio 1950
XI stazione
Gesù è crocifisso
Ti adoriamo o Cristo, e ti benediciamo
Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo
Dalla Vangelo secondo Marco (15, 22-27)
Condussero Gesù al luogo del Gòlgota, che significa <<Luogo del cranio>>, e gli davano
vino mescolato con mirra, ma egli non ne prese. Poi lo crocifissero e si divisero le sue
vesti, tirando a sorte su di esse ciò che ognuno avrebbe preso. Erano le nove del mattino
quando lo crocifissero. La scritta con il motivo della sua condanna diceva:<< Il re dei
Giudei>>. Con lui crocifissero anche due ladroni, uno a destra e uno alla sua sinistra.
ISIDORO NGEI KO LAT è il primo Beato della Birmania. Il 24 maggio 1950 il
giovane catechista Isidoro accompagnò Padre Mario Vergara a Shadaw per protestare
per un torto subito e lì venne arrestato come spia del governo centrale. All’alba del 25
maggio 1950 fu ucciso a colpi di fucile e il suo corpo rinchiuso in un sacco, gettato nel
fiume Salween e non più ritrovato. Il 9 dicembre 2013 Papa Francesco ha decretato il
riconoscimento del martirio di Isidoro.
Isidoro ci mostra come, nonostante l'ambiente ostile che lo circondava, si possa vivere
con dignità l'essere giovane e catechista senza dimenticare la lotta per la giustizia
sociale. Essere uomo di Chiesa non è essere solo uomo in Chiesa, ma comporta anche
il vivere da cristiano nel mondo: Isidoro ci insegna come la vita spesso ci porta a dei
bivi nei quali il più delle volte la strada che porta alla santità è quella più tortuosa.
Signore, ti preghiamo per i catechisti affinchè, sull'esempio del beato Isidoro, il loro
impegno e il loro servizio non venga mai meno, ma continui ad essere sostegno e
supporto all'operato della Chiesa, preghiamo
Signore, ti preghiamo per noi giovani affinchè il messaggio di Isidoro ci aiuti ad essere
non solo uomini in Chiesa ma soprattutto uomini di Chiesa, per diventare testimoni di
fede nel mondo, preghiamo
Signore, ti preghiamo perchè, in un mondo dove violenze e ingiustizie sono sempre
più presenti, la Chiesa continui ad essere strumento per il raggiungimento dell'equità
sociale, preghiamo
BEATO ISIDORO NGEI KO LAT ha donato la sua vita per Cristo il 25 maggio 1950
XII stazione
Gesù muore sulla croce
Ti adoriamo o Cristo, e ti benediciamo
Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo
Dal Vangelo secondo Marco (15, 33-37)
Quando fu mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. Alle tre,
Gesù gridò a gran voce:<< Eloì, Eloì, lemà sabactàni?>>, che significa:
<< Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?>>. Udendo questo, alcuni dei presenti
dicevano:<<Ecco, chiama Elia!>>. Uno corse a inzuppare di aceto una spugna,la fissò su
una canna e gli dava da bere, dicendo: <<Aspettate, vediamo se viene Elia a farlo
scendere>>. Ma Gesù, dando un forte grido, spirò.
DON GIUSEPPE DIANA
È nato a Casal di Principe il 4 Luglio 1958. Dieci anni dopo entra in seminario ad
Aversa e conosce l'Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani (AGESCI) e diventa
assistente ecclesiastico del Gruppo Scout di Aversa e successivamente anche
assistente del settore Foulards Bianchi. Dal 19 settembre 1989 è parroco della
parrocchia di San Nicola di Bari in Casal di Principe, suo paese nativo. Don Peppe
cerca di aiutare la gente nei momenti resi difficili dalla camorra, negli anni del
dominio assoluto della camorra casalese. Purtroppo però il 19 marzo 1994, giorno del
suo onomastico, Giuseppe Diana è assassinato nella sacrestia della chiesa di San
Nicola di Bari a Casal di Principe, mentre si accinge a celebrare la santa messa. Un
camorrista lo affronta con una pistola. I cinque proiettili vanno tutti a segno: due alla
testa, uno al volto, uno alla mano e uno al collo. Don Peppe Diana muore all'istante.
Don Peppe, oltre ad essere un grande esempio di coraggio e onesà, ci
ispira a "combattere" per ciò che crediamo, perseguire un obiettivo
e portarlo a compimento.
1. Signore ti preghiamo per le nostre famiglie, affinchè aiutino i propri figli a
realizzare il Tuo progetto di vita per loro, donandogli il loro amore infinito ed
educandoli tramite la dottrina del coraggio e della giustizia, rendendoli così
esempio da seguire. Preghiamo
2. Signore ti preghiamo per la chiesa, famiglia di famiglie, affinchè sia fedele al
messaggio evangelico e si mantenga pura e semplice, per celebrare la
liturgia di lode al Dio Padre. Preghiamo
3. Signore ti preghiamo per i giovani, affinchè abbiano il coraggio di seguire
l'esempio di Don Peppe Diana, nel segno della legalità, giustizia e fratellanza,
che ci educa alla sobrietà e alla vera amicizia. Preghiamo
Don Giuseppe Diana ha donato la sua vita per Cristo il 19 marzo 1994
XIII stazione
Gesù è deposto dalla croce
Ti adoriamo o Cristo, e ti benediciamo
Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo
Dal Vangelo secondo Marco (15, 42-45)
Venuta ormai la sera, poiché era la Parascève, cioè la vigilia del sabato, Giuseppe
d'Arimatèa, membro autorevole del sinedrio, che aspettava anch’egli il regno di Dio, con
coraggio andò da Pilato e chiese il corpo di Gesù. Pilato si meravigliò che fosse già morto
e, chiamato il centurione, gli domandò se era morto da tempo. Informato dal centurione,
concesse la salma a Giuseppe.
FLORANDA BONDI, CLARANGELA GHILARDI, DANIELANGELA SORTI, DINAROSA
BELLERI, ANNELVIRA OSSOLI, VITAROSA ZORZA
CONGREGAZIONE SUORE DELLE POVERELLE
Coerenti con il loro carisma di vivere in mezzo ai poveri, furono mandate a Kikwit nel
Congo. Qui vissero la carità e la povertà che le ha portate a dare la loro vita, povere tra i
poveri, solidali e vicine fino alla fine alle persone che erano state affidate loro. Nella
primavera del 1995 un'epidemia di ebola colpì la loro zona mietendo numerose vittime.
Ebbero il permesso di ripararsi in Europa fino al termine del contagio ma scelsero di
restare in Kikwit dando la vita per i poveri che furono loro affidati.
Le suore Poverelle ci hanno insegnato che, affidandoci al Signore, bisogna aiutare
sempre il prossimo, ci hanno insegnato la bellezza di donare la propria vita per l'altro, di
essere sostegno nei momenti di difficoltà per essere a propria volta sostenuti
Signore, infondi in noi il coraggio per poter donare la vita al prossimo come fecero le
suore Poverelle. Preghiamo
Signore fa che tutti i cattolici seguano l'esempio del cammino di fede e amore delle
poverelle. Preghiamo
Signore, sull'esempio delle suore Poverelle, aiutaci ad essere più consapevoli delle scelte
da fare sul nostro cammino. Preghiamo
Le Suore Poverelle donaro la loro vita a Cristo nel 2005
XIV stazione
Gesù è deposto nel sepolcro
Ti adoriamo o Cristo, e ti benediciamo
Perché con la tua Santa Croce hai redento il mondo
Dalla Vangelo secondo Matteo (27, 59-61)
Giuseppe prese il corpo, lo avvolse in un lenzuolo pulito e lo depose nel suo sepolcro
nuovo, che si era fatta scavare nella roccia; rotolata poi una gran pietra all’entrata del
sepolcro, se ne andò. Lì,sedute di fronte alla tomba, c’erano Maria di Màgdala e l'altra
Maria.
Nel Martirio la vita si completa con la morte, ad imitazione di Gesù che ci ha dato
l’esempio per primo. Gesù è deposto in un sepolcro scavato nella roccia, che come un
grembo accoglie per portare alla vita e non alla morte eterna.
I SETTE MONACI DI TIBHIRINE
Il periodo è quello della guerra civile Algerina, seguita al colpo di Stato del 1992.
Il “Gruppo Islamico Armato” prese di mira il monastero di Tibhirine già da tempo
mettendo comunque in crisi i nove monaci che lo abitavano. I monaci erano ben
consapevoli della situazione di pericolo in cui si trovavano, malgrado ciò decisero di
non abbandonare il monastero per fedeltà alla loro missione. Nella notte tra il 26 e il 27
marzo del 1996 sette, dei nove monaci, vennero sequestrati.
La storia di questi monaci ci insegna ad essere coraggiosi, a difendere le scelte fatte
pur andando incontro a situazioni di pericolo. Fare una scelta porta ad avere delle
responsabilità, verso se stessi e verso gli altri, ed è per questo che i monaci hanno
deciso di rimanere consapevoli di ciò che sarebbe accaduto.
1. Signore aiutaci ad essere coraggiosi. Aiutaci affinchè, nonostante le mille
difficoltà che possiamo incontrare e i mille dubbi che ci possono venire strada
facendo, riusciamo a difendere le nostre scelte. Per questo ti preghiamo
2. Signore preghiamo per i nostri compagni di vita, i nostri amici, i nostri familiari
affinchè possano sempre appoggiare le nostre scelte. Per questo ti preghiamo
3. Signore una preghiera va a tutti noi che dobbiamo fare delle scelte, che ci
troviamo davanti ad un bivio. Guidaci affinchè possiamo sempre fare la scelta
migliore e prendere la strada giusta. Per questo ti preghiamo
I SETTE MONACI DI TIBHIRINE donaro la loro vita a Cristo nel marzo del 1995.
Preghiera
Amare. non aiutare, ma amare,
non soltanto dare, ma anche ricevere.
Amare. Non asservire, ma servire,
non possedere, ma rispettare.
Amare. Non lavorare per proprio conto, solitariamente,
ma operare con gli altri, solidalmente.
Amare. Non cedere senza discernimento
a tutti gli impulsi del proprio "buoncuore",
ma cercare il comportamento più responsabile,
saper dire "sì" e "no" quando bisogna.
Amare. Non tanto provare delle grandi emozioni,
tanto intense quanto effimere,
quanto scegliere di persistere e gustare la fedeltà,
non soltanto questione di sentimenti, ma anche di volontà.
Amare. Non cercare la prestazione,
ma conferire peso e senso all'umile quotidianità,
non partendo da un'azione, ma dalla disponibilità di tutto l'essere.
Amare. Non avere, sapere o potere,
ma semplicemente amare.
Amare. Adesso,
non sognare il futuro, ma cogliere l'istante presente
amare adesso come sono, e non come sogno d'essere.
Amare come Dio.
senza limiti, senza ripensamenti, senza rimpianto o amarezza,
senza mai disperare.
Amare me stesso abbastanza perché l'invito che m'è stato fatto ad amare il
prossimo come me stesso abbia un senso.
Amare coloro che Dio mi dà per compagni di strada,
ancor meglio, per fratelli.
Amare Colui che, come un mendicante
bussa alla porta del mio cuore e della mia vita.
Amare. Perché amare copre una moltitudine di peccati.
Amare. Perché amare soltanto ci fa conoscere Dio.
Amare. Perché soltanto amare rende eterni.
Amare.
Imitare Dio.
Guardare a Cristo..
Seguire gli appelli dello Spirito.