Il malato immaginario

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Il malato immaginario
Il malato immaginario
Il giorno venerdì 9 gennaio 2015 ci siamo recati al Teatro Duse per assistere allo spettacolo “ Il
malato immaginario” con le classi 3C e 3D accompagnati dai professori Abate, Ceccarelli, Cogorno e Ferrera.
L’ autore di questa commedia è Molière, nato nel 1622 e morto nel 1673, proprio al quarto giorno
di repliche di questa stessa opera. Molière, primo autore del re Luigi XIV, uomo di mestiere, la ideò e la
scrisse per il puro divertimento del suo sovrano, reduce della Guerra dei 30 anni, immettendovi qualcosa di
personale che rinvia allo stato d’animo di chi ha smarrito nelle delusioni della vita la fiducia in se stesso.
Il protagonista è Argante, un uomo che si crede segnato nel fisico e perciò è continuamente
circondato da medici che gli procurano le medicine, anche se suo fratello Beraldo sostiene che non abbia
nessun tipo di malattia. Argante vuole obbligare sua figlia Angelica a sposare Tommaso Diarroicus, il figlio
del suo medico, ragazzo sciocco e pedante perché vuole che in famiglia entri un medico per beneficiare
gratuitamente delle sue cure e attenzioni. Angelica però rifiuta il matrimonio perché ama riamata Cleante.
Ella in questa sua rivolta amorosa è sostenuta da Tonina, la domestica di casa, mentre Becchina, la
matrigna di Angelica, si preoccupa della salute del marito soltanto per interesse. La storia finisce con Tonina
e Angelica che escogitano una trappola per incastrare Becchina: consiste nel farle credere che Argante sia
morto, per vedere la sua reazione. Il piano va a buon fine, Argante scopre finalmente che Becchina è solo
una manipolatrice.
Molière sicuramente vuole divertire il suo pubblico attraverso una piacevole commedia, ma la
storia è anche pretesto per farci capire come le apparenze a volte ingannino: Becchina non è moglie fedele,
ma fa il doppio gioco per interesse; Angelica , considerata in modo negativo da suo padre, in realtà è
l’unica che gli voglia veramente bene, Tommaso, eventuale futuro genero di Argante, dietro la figura di
medico, è un incapace in tutti i sensi.
Questa commedia ci è piaciuta molto, per la simpatia dei personaggi, la bravura interpretativa degli
attori e per il modo in cui interagivano con il pubblico; la parte migliore e stata quella in cui Angelica e
Cleante, nonostante il volere del padre, si sono messi insieme e il loro amore ha superato tutti gli ostacoli.
La commedia ci insegna che a volte il buon senso e l’ amore vero delle persone semplici sorvolano i
problemi.
Relazione di Aurora Trascino, Irene Salomone e Chiara Tedesco (Classe 2^C)