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SPARKLING
Biennale delle Arti e delle Scienze del Mediterraneo
Associazione di Enti Locali per l’Educational e la Cultura - Ente Formatore per Docenti
Istituzione Promotrice della Staffetta di Scrittura Bimed/Exposcuola in Italia e all’Estero
SPARKLING
ELENA BOMPANI
Sparkling era un piccolo pesce leone della Barriera corallina australiana. Nessuno gli si avvicinava e si sentiva molto solo, tutti lo
temevano: era un leone!! Con la sua criniera di pinne striate nuotava solitario trovando divertimento nel fare rapide virate sul
fondo del mare, producendo così mille bollicine frizzanti che salivano colorate dai raggi del sole verso il cielo. Ad ogni suo passaggio gli anemoni si chiudevano stretti stretti, i pesci pagliaccio,
le castagnole e i pesci pappagallo si rintanavano nascosti tra
coralli e rocce, cercando di camuffarsi nei colori del fondale. Nessuno lo voleva per amico: lui era un pesce piccolo ma molto cattivo!! Era pericolosissimo, le tartarughe raccontavano con la loro
memoria storica dell’oceano che solo sfiorandoti poteva toglierti
il respiro e farti rimanere stordito. Ma…
Sparkling era rimasto solo ed isolato dal suo branco perché non
era capace di pungere! O meglio, pungere gli riusciva ma annientare proprio no! Lui era capace solamente di fare un po’ di
solletico e di provocare ridarella a crepapelle…. Al massimo con
lui si poteva morire dalle risate!
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Ormai era abituato a giocare da solo con le bolle, le correnti, la
sabbia e quegli strani cosi che ogni tanto arrivavano in mare dall’alto: aveva sentito le tartarughe che li chiamavano spazzatura!
Peccato però che la spazzatura non giocasse con lui, rimaneva
inerte e, tutt’al più, rotolava qua e là fino ad incastrarsi in qualche
crepaccio tra le scogliere. Un giorno, però, Sparkling, che aveva
un coraggio da vero leone, decise di affrontare i suoi non-amici
in un modo del tutto singolare: voleva che ognuno di loro notasse
le peculiarità e le stranezze degli altri, in modo che si accorgessero che l’unicità non era un difetto ma un pregio da riconoscere.
Tra la spazzatura era caduto in mare un vecchio libro di un marinaio pittore, sì perché anche i marinai a volte dipingono, o forse
era un oceanologo o un biologo marino o forse un bambino curioso… comunque il libro riportava su ogni pagina uno schizzo di
un abitante della Barriera e a fianco c’erano delle specie di sghiribizzi che gli uomini chiamavano scrittura. Alcuni di questi tornavano su più pagine, altri invece erano unici, alcuni erano cerchiati,
altri sottolineati, altri cancellati ed altri ancora avevano delle bollicine incollate sulla carta. Quei furbacchioni dei crostacei erano
riusciti a tagliuzzare qualche pagina, ma, nonostante tutto, forse
il libro poteva essere utile per la Missione Nuovi Amici! Così Sparkling iniziò a studiare disegni e sghiribizzi ed ogni volta che questi non ricomparivano in altre pagine erano un segno di unicità;
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così pian piano scoprì che i delfini non fanno le uova, i cavallucci
marini maschi partoriscono, le ostriche costruiscono dei cerotti iridescenti intorno agli intrusi che poi diventano le perle e tanto
altro.
Aveva intenzione di partire all’attacco, certo non sarebbe stato
facile ma conquistare un nuovo amico è cosa assai difficile e così
decise di cominciare da chi era pericoloso come lui, e quindi evitato: le grandi meduse lilla, al sol pensiero gli tremava tutta la criniera!
“Il coraggio non è la mancanza di paura, ma la capacità di vincerla” Nelson Mandela
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CAPITOLO PRIMO
Pericolose trasparenze
La corrente calda della barriera, si sa, nasconde mille bollicine e
trasporta anche i più pigri, perciò Sparkling decise di iniziare la
sua missione proprio da lì: certamente avrebbe trovato le meduse.
E’ cosa nota che attraversare la corrente può risultare pericoloso,
perché le meduse si appostano dentro di essa pronte a colpire
chiunque si avvicini senza nemmeno doverlo inseguire; tutti gli abitanti della barriera le temono per questo, sono decisamente infide, sembrano mollicce e inermi invece possono sprigionare grandi
quantità di siero urticante. Ma Sparkling si fece coraggio…. Magari, tra tante, ce ne era una proprio come lui, incapace di ferire.
Nuotando attraverso le acque cristalline iniziò però ad avvertire
un certo languorino e decise di fare uno spuntino al ristorante Corallo Rosso, il miglior locale dove solleticare il palato con golosità
da vero gourmet: nudibranchi in gelatina d’agar –agar, alga fritta
con zuppetta di crill ed infine crumble di ossi di seppia con topping rigorosamente nero! Un pasto da vero re, come si addice al
più temuto dei mari!
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Pericolose trasparenze
Squizzo il calamaro, chef del ristorante, si avvicinò un po’ titubante
al pesciolino, avrebbe preferito un’ordinazione nella corsia pinne
rapide, invece Sparkling si era proprio accomodato a un ramo di
corallo.
“Deeeesidera?” cercando di non incrociare lo sguardo del suo
nuovo cliente.
“Faccia lei; dicono che qui si trovano solo leccornie… ma sta tremando?”
“Nnnnnnnnooooo, sarà un’impressione…. Ma non volevo certo offenderla, lei è sicuramente più esperto di me….vado in cucina a
preparare!” e così il cuoco schizzò via sparendo tra i rami colorati.
Il piccolo pesce leone, per la prima volta, era riuscito a parlare
con qualcuno; non che fosse stato un gran dialogo, ma almeno lo
chef non era scappato senza neanche riuscire a dire “Blub”. Si
sentiva felice e ancor più ansioso di procedere nella missione
Nuovi Amici e così ripartì velocemente.
Fucsia, Lilla e Pois stavano giusto preparandosi per un torneo di
“Rolling tentacles” quando Sparkling le vide in lontananza e iniziò
a pinnare sempre più velocemente. Le tre meduse non si erano acCapitolo primo
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corte del missile striato in arrivo fra loro e continuavano a piroettare arrotolandosi l’una nei tentacoli dell’altra: chi fosse riuscita a
fare il maggior numero di trottole senza intrappolarsi avrebbe vinto
il torneo; quando un “Ehi ragazze!!!” distolse la loro concentrazione producendo un intricato intreccio di lunghi gelatinosi filamenti.
Così avviluppate non potevano certo essere pericolose, pensò il
pesciolino avvicinandosi ancor più; sembravano una matassa aggrovigliata.
Pois stava cercando di liberarsi dai nodi ma Fuscia cominciò a
strillare per il dolore: Lilla, professionista del contorsionismo, nella
paura di rimanere bloccata, aveva iniziato a sprigionare qualche
gocciolina urticante proprio sulla testa dell’amica. Un vero disastro!! Non appena si resero conto di chi aveva parlato, cioè il temutissimo pesce leone, si alzò un coro di strilli, grida e suppliche.
Sparkling rideva sempre più, era la scena più divertente che
avesse mai visto: lui, solo, piccolo e inoffensivo teneva in scacco
un intrico di meduse pericolosissime!
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Cercando di darsi un contegno, senza agitare troppo la criniera,
il pesciolino provò ad avvicinarsi: le tre gelatine piangevano a
perdifiato, finchè lui iniziò a parlare: “Ciao a tutte! Io mi chiamo
Pericolose trasparenze
Sparkling, sono un pesce leone innocuo e giocherellone, volete
essere mie amiche?”
Pensando a un tranello le meduse si agitarono ancor più intrecciandosi in modo apparentemente irresolubile, poi Fuscia prese
coraggio: “Non abbiamo scampo così annodate, se ci prende in
giro; se invece dice la verità potrebbe esserci d’aiuto!”. Le altre
due amiche sbigottite dal coraggio di Fucsia non sapevano se
disperarsi ancor più o darle retta… sembrava una scelta obbligata. L’unica possibilità era guidare Sparkling affinchè riuscisse a
snodarle senza rimanere stordito dal pizzicore. E così, dopo una
serie di “toccami solo la testa, tira, spingi, tu togli quella ventosa”,
Sparkling riuscì a districare il groviglio! E per di più aveva tre nuove
amiche, pericolose certo, ma sicuramente a lui grate e quindi innocue. Da quel giorno spesso nuotavano insieme e quando gareggiavano in piroette il pesciolino era il giudice indiscusso.
La gratitudine è la più squisita forma di cortesia. Jacques Maritain
Capitolo primo
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CAPITOLO SECONDO
La memoria del mare
Al suo rientro nella tana tra gli scogli Sparkling cominciò a sfogliare velocemente il vecchio libro del marinaio disegnatore, cercando la pagina con le meduse. Voleva decifrare quegli strani
simboli vicino alle immagini, aveva l’esperienza a supportarlo! Lui
aveva conosciuto le meduse per davvero, le aveva anche toccate e non era morto!! Bastava stare molto attenti perché non pizzicavano ovunque ma solo in alcuni punti dei tentacoli e forse nel
libro c’era proprio scritto questo: “Meduse: gelatine semitrasparenti, pericolose solo sui tentacoli”.
Peccato però che quegli strani segni neri vicino ai disegni fossero
così difficili da comprendere…. Chissà, se avesse preso lezioni di
Alfabeto e Lettura, forse avrebbe capito meglio e la missione
Nuovi Amici sarebbe risultata più semplice. Decise quindi di andare a cercare Tullia, la tartaruga gigante che conservava, all’interno del carapace, tutti i ricordi, le leggende e il sapere della
barriera corallina.
Tullia, si diceva, era così saggia che non aveva nemmeno paura
dei pescecani, ormai conosceva cosa li faceva arrabbiare, e li
rendeva perciò pericolosi, e cosa invece li faceva ridere con il
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La memoria del mare
loro ghigno scintillante; per di più il capobranco dei pescecani
aveva già decretato pubblicamente molto tempo prima che Tullia doveva rimanere viva e non poteva essere attaccata o ferita
per nessun motivo, anche perché un antico proverbio recitava:
“Tartaruga millenaria ti ribalta a pancia all’aria”!
Sparkling così si addormentò tra gli scogli sognando di avere un
banco, una lavagna e Tullia per maestra. L’indomani appena sveglio cominciò a nuotare verso il Blu.
Il Blu era il crepaccio più profondo di tutta la barriera e Tullia era
solita riposare in quell’anfratto. Quello che il pesciolino ancora
non sapeva era che Tullia spesso dormiva profondamente e che
svegliarla poteva diventare estremamente rischioso, per di più se
eri un temutissimo pesceleone!! Ma, l’ignoranza gioca brutti scherzi
e Sparkling stava per scoprirlo.
“ Signora Tullia! C’è nessuno??? Signora Tullia, Maestra Tullia…..
Sono Sparkling il pesce leone…..”
Per un attimo nulla, solo l’eco che proveniva dal Blu profondo poi
una specie di boato misto a milioni di bolle e un vortice d’acqua….
Sparkling travolto da questo tsunami sotterraneo, svenne cadendo
sopra uno scoglio fitto di ricci di mare dagli aculei acuminati e
Capitolo secondo
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pungenti…. Dalla padella alla brace!! Un attimo prima nuotava
beato e subito dopo rischiava di morire trafitto da mille spade! Il
dolore delle punture però ebbe il pregio di farlo risvegliare in un
istante, anche se un po’ intontito, e di fargli dare due o tre pinnate
verso l’alto.
“L’ho scampata bella, ma almeno sono vivo! Peccato però… chissà
perché Tullia non c’era…” pensava, facendo il conto delle ferite doloranti, quando un nuovo vortice lo fece ripiombare in basso.
Dopo qualche istante in cui la testa continuava a girare e gli
occhi sembravano non stare più fermi Sparkling riuscì a mettere a
fuoco una gigantesca massa scura, come una specie di scoglio
viaggiante, sormontato da un paio di occhiali. Da quella caverna
mobile giungevano alle sue orecchie dei borbottii cupi e tremanti,
non aveva mai sentito niente di simile: subito il pesciolino pensò
alla voce profonda del mare, non era mai sceso così in basso e
forse il mare, sotto sotto, parlava. Poi pensò a una balena, non
avendola mai vista credeva potesse passare attraverso i crepacci che conducevano al Blu. Poi capì: era Tullia, l’aveva trovata!!
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La memoria del mare
Subito gli occhi si spalancarono in un sorriso e le guance si gonfiarono ancor più, la criniera divenne più morbida e ondeggiante… non voleva dare l’impressione di essere pericoloso! Tullia
però rimaneva nascosta nel buio.
Una forte volontà ha spesso un forte desiderio per sostegno. Il desiderio è l’anima della volontà. Gustave LeBon
Capitolo secondo
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CAPITOLO TERZO
A lezione dalla Maestra Tullia!
Dopo tanta fatica per trovarla certo Sparkling non voleva abbandonare il suo obiettivo: voleva imparare a leggere da Tullia ed
era disposto a tutto pur di riuscire nel suo intento; con una pinnata a destra e una sinistra se ne andava zig-zagando nel Blu
mentre rimuginava sulle diverse possibilità. Certo il primo problema
era attirare l’attenzione di Tullia in modo che si girasse verso di lui,
ma come fare?
“Ekeka!!” gridò all’improvviso. Non sapeva bene cosa volesse dire ma
l’aveva sentito più volte dal GranBarbiere Granseola quando cercava nuove linee nelle esercitazioni di taglio del Salone dei Pinzuti.
“Eureka!” rispose un placido cupo eco. Il pesce leone si voltò di
scatto; le rocce parlano o sto impazzendo, pensò e riprese a nuotare un po’ più nervoso. Nel frattempo l’idea era scappata…. “Ma
no, non può essere, stavo pensando di….”
“Ekeka!!” gridò nuovamente, e nuovamente “Eureka!” rispose in
modo ben distinto l’eco che così proseguì: “Si dice eureka, è una
parola greca, significa ho trovato la soluzione, o un’idea, lo diceva sempre Archimede” poi tutto tacque.
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A lezione dalla Maestra Tullia!
“Ekeka, eureka che differenza fa?! Tu voce profonda non puoi essere l’eco; l’eco ripete e basta come un boomerang sonoro, tu invece parli. Chi sei? Io sono Sparkling il piccolo pesce leone, sono
innocuo e molto curioso, vuoi essere mia amica?”
Dalla massa scura di nuovo la voce ricomparve, prima come un
borbottio sommesso e incomprensibile poi come un brontolamento
poi come una vera voce di…. Tartaruga millenaria!!! Finalmente
cominciarono lentamente ad apparire due spesse lenti agganciate tra loro da una piccola ancora d’oro luccicante. Sparkling
la fissava sbalordito, immaginando soltanto un po’ di come poteva essere in realtà questa leggenda del mare. Dopo mezzo minuto la testa si era girata verso di lui quasi per intero, dopo altri
tre minuti le pinne di destra e, poi, quelle di sinistra si erano mosse
stiracchiandosi. Sparkling notò che sul guscio piccoli balanidi e
alcune lumachine rimanevano ancorati tra gli scuti cornei della
corazza, spostandosi con lei ed assecondandone i movimenti. Impaziente e curioso il pesciolino ricominciò ad insistere: voleva una
nuova amica subito, anzi voleva Tullia come amica e maestra subito! Le spiegò le sue intenzioni e Tullia saggiamente rimase in
ascolto senza proferir parola, poi intervenne dicendogli che non
era cosa semplice, che del resto anche lei aveva temuto per la
sua incolumità vedendolo arrivare e così si era nascosta, che però
il mondo non è solo di apparenze e che i pregiudizi sono degli
Capitolo terzo
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stolti e che in fondo le sfide le piacevano, lui sembrava un pesciolino sveglio e determinato a raggiungere l’obiettivo e quindi,
anche se con qualche perplessità, lo avrebbe aiutato.
Sparkling aveva una nuova amica, e non una qualunque, aveva
Tullia per amica! Le onde del mare ricordano di aver sempre nuotato con Tullia, le rocce, i coralli, le cernie giganti, tutti la conoscono e la rispettano per la sua saggezza e la sua memoria.
Sparkling era ansioso di cominciare.
“Tullia io vorrei imparare l’alfabeto e la lettura, sai ho trovato un
libro di disegni e sghiribizzi…”
“Certo che lo so, è arrivato sul fondale circa vent’anni fa con un
relitto carico di botti che prontamente il battaglione dei Pinzuti
ha reso disponibile per tutti… c’erano lùccichi, sgranocchi, ragnatele indistruttibili, qualche imprecisa mappa dei fondali, e un
po’ di spazzatura galleggiante oltre a quel libro. L’hai portato con
te?”
“Io son troppo piccolo per spostarlo! E’ fermo davanti alla mia
tana da sempre, io lo guardo e cerco di capire le figure…”
“Il peso della cultura!” disse lei un po’ beffarda. “Bene, cominciamo:
lezione numero 1: le lettere… tu ascolti, io spiego. Se non capisci,
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A lezione dalla Maestra Tullia!
chiedi spiegazioni, hai da scrivere? Oh no, certo, non sai scrivere!!
Una sola regola: tu vieni qui ogni giorno ed io sarò la tua maestra
ma a casa devi esercitarti e provare a leggere il grande libro del
mare”
Era un patto un po’ faticoso ma ne valeva la pena… Sparkling
avrebbe imparato a leggere e così avrebbe potuto procedere
più velocemente nella scoperta dei possibili nuovi amici! E così la
lezione incominciò. Dopo quasi due ore di Alfabeto, il pesciolino
si sentiva come fosse passato attraverso la terribile corrente vorticosa, aveva un gran mal di testa e tante informazioni confuse nel
cervello, gli sembrava che da ogni punta della criniera potessero
dileguarsi irreparabilmente, quindi salutò e ringraziò Tullia poi con
un grosso Trocus-elmo in testa si avviò verso casa (l’aveva indossato perché temeva che le nuove nozioni scappassero via dalla
sua mente!).
Sapere sia di sapere una cosa, sia di non saperla: questa è conoscenza. Confucio
Capitolo terzo
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CAPITOLO QUARTO
Al “Cerca lì e trova qui”
di Madama Polpa
Sparkling era stanchissimo, per il cervello era stata una vera maratona, perciò arrivato a casa, depose l’elmo-conchiglia a fianco
del letto e cadde in un sonno profondo, ricco di sogni.
L’indomani mattina si svegliò convinto di ricordare tutto quanto ma
l’alfabeto del mare non è cosa semplice e, pur con il libro del marinaio davanti e gli occhi attentamente sgranati, lo scolaro faticava a ritrovare quanto aveva ascoltato il giorno prima da Tullia.
Forse la tartarugona aveva ragione: gli serviva un quaderno per
fissare le lettere, o almeno per provare a fare i suoi sghiribizzi e
controllare se aveva capito o almeno immagazzinato qualcosa,
per cui, indossò il Trocus-elmo e si diresse verso “Cerca lì e trova
qui”, l’emporio di Madama Polpa.
Nello stesso istante in cui entrò, il negozio, ricavato dentro un vecchio barile recuperato dal grande relitto, si svuotò istantaneamente; rimasero solamente Fucsia, Lilla, Pois e Madama Polpa, che
poco temeva, date le dimensioni imponenti e l’infinito numero di
agili tentacoli pronti a colpire.
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Al “Cerca lì e trova qui” di Madama Polpa
Le tre amiche meduse salutarono allegramente il pesciolino poi ripresero la ricerca di belletti rifrangenti e ombretti iridescenti: dovevano ballare al Teatro Madrepora e volevano risplendere nelle
loro vorticose piroette.
Madama Polpa domandò al nuovo cliente con fare cortese cosa
desiderasse e Sparkling chiese un quaderno e una penna, lasciando di stucco la negoziante; nessuno mai aveva voluto una
cosa simile, ma forse all’ultimo ripiano dello scaffale “cose inutili o
forse no” avrebbe trovato quanto richiesto dal piccoletto.
Si girò e cominciò ad armeggiare con tre o quattro tentacoli contemporaneamente spostando cose, rimettendone altre su ripiani
diversi, rispostandole e accatastandole nuovamente finché da un
tentacolo spuntò un notes, una specie di libro tutto bianco e che
si sfogliava al contrario rispetto al grande libro del mare, pensò il
pesciolino; poi in un altro tentacolo Madama teneva un barattolino con del liquido nerissimo e infine nella terza presa stava un
lungo osso semitrasparente e appuntito.
Dunque Madama Polpa prese a fare i conti: “il notes, il nero di
seppia, l’osso di calamaro… dunque sono 10 bolle in tutto”. Sparkling aveva un problema però, sapeva che si pagava in bolle ma
non sapeva contarle!! Quindi un po’ titubante si mise davanti alCapitolo quarto
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l’aspirabolle e cominciò a farne un certo numero… ma quando
fermarsi?! Per fortuna, l’aspirabolle era collegato a un computer di
conteggio e, dopo esattamente 10 bolle, si richiuse. La bolla era
una moneta preziosa per il fondo del mare, l’aria era merce di
scambio e tutti ne volevano un po’, per cui spesso portavano a
Madama Polpa i più svariati oggetti ritrovati per caso sul fondale
in cambio di un barattolino pieno di bolle d’aria; viceversa, se
cercavi qualcosa, il conto, un po’ salato, era nuovamente in bolle.
Sparkling soddisfatto di aver trovato tutto il necessario per la prossima lezione con la sua maestra personale, mise sotto pinna tutto
quanto e si avviò verso il Blu, dove Tullia lo attendeva. La vecchia
tartaruga millenaria era già un po’ spazientita dal ritardo dell’alunno, credeva avesse già ceduto alla fatica dello studio per
dedicarsi a più spensierate nuotate, invece se lo vide arrivare di
fronte ancor più convinto ed entusiasta del giorno precedente. E
così la lezione ricominciò: Tullia non voleva ammetterlo, ma si stava
affezionando a quello scolaro così particolare e Sparkling sorrideva di nascosto dei modi burberi e severi che la maestra teneva
nei suoi confronti. La lezione era ricominciata dalla lettera A… ma
stavolta non era la stessa cosa del giorno precedente: il pesciolino doveva ascoltare, osservare la forma della lettera, notare che
era la stessa iniziale per alcuni animali del mare, pronunciarla un
paio di volte e poi… tentare di scriverla in bella grafia sul notes.
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Al “Cerca lì e trova qui” di Madama Polpa
Questa era decisamente la parte più complessa, inoltre la criniera
ondeggiava rendendo ancor più difficoltoso il mantenere la
penna diritta. Ma, il desiderio di conoscenza era maggiore della
fatica e così anche quel giorno Sparkling pian piano imparò qualcosa di nuovo: le vocali!
La spazzatura è una grande risorsa nel posto sbagliato a cui
manca l’immaginazione di qualcuno perché venga riciclata a beneficio di tutti. Mark Victor Hansen
Capitolo quarto
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CAPITOLO QUINTO
Diamoci un taglio!
La criniera leonina aveva reso l’operazione di scrittura ancor più
difficoltosa di quanto già non fosse il solo dominare penna e calamaio, perciò Sparkling, di ritorno dalla mattina di scuola, decise
di fermarsi al Salone dei Pinzuti, il più esclusivo coiffeur della Barriera. Senza pensarci, il pesciolino scostò le tende di posidonia e
si affacciò al negozio… ma non era atteso, non aveva l’appuntamento, e non era nemmeno il benvenuto! Tutti i Pinzuti, dal Gamberetto fermo alle conchiglie lavatesta, alle Aragoste ai Ricci e
Capricci, alzarono contemporaneamente chele e antenne facendo un gran baccano di schiocchi arancioni e rossi. Tutti i clienti
del salone, approfittando della confusione, scapparono a nascondersi dietro le specchiere d’ostrica madreperlata o dentro le
vasche di bolle per le permanenti dove i paguri domavano ogni
pinna ed ogni coda con acconciature degne di una star. Sparkling, ormai abituato al fuggi fuggi generale ad ogni sua apparizione, non diede peso alla cosa e cominciò con il presentarsi al
GranBarbiere Granseola.
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Diamoci un taglio!
“Salve, io mi chiamo Sparkling, sono un pesce leone che vuol perdere un po’ della sua feroce criniera, lei mi potrebbe aiutare?”
disse sorridendo e scuotendo la fluente capigliatura striata.
Il GranBarbiere rifiutò: non aveva mai spuntato la criniera a un
pesce leone, non aveva intenzione di rischiare la vita per poche
bolle di guadagno, ma non sapeva ancora con chi aveva a che
fare. Sparkling voleva compiere al meglio la sua missione “Nuovi
amici” e certo non si sarebbe fermato davanti ad un paio di forbici negligenti: così subito ricominciò a insistere, finché, con infiniti
giri di parole, non riuscì a costringere Granseola quantomeno ad
avvicinarsi alle conchiglie lavatesta. Appena pronto per il lavaggio preparatorio la Cozza si chiuse di scatto impedendogli lo
shampoo, mentre il Gamberetto indietreggiava sempre più. Ci voleva qualcosa di straordinario per convincerli e diventare amici…
“Eureka!!” e in un guizzo uscì dal salone di bellezza. Pochi istanti
dopo era di ritorno con le tre meduse e Squizzo. Il GranBarbiere
Granseola non credeva ai suoi occhi: le tre meduse, etoile del
Teatro Madrepora, erano clienti al suo negozio, e quel pesciolino le stava cavalcando ben seduto sulle loro cupolette gelatinose! Lilla chiese un’acconciatura con strass di sabbia iridescente,
Fucsia voleva una piega leggermente ondeggiante e infine Pois
voleva accorciare il suo taglio per far risaltare la velocità delle piroette, ma tutte e tre in coro chiesero un nuovo look per il loro maCapitolo quinto
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nager, Sparkling. Squizzo invece era lì per provvedere al buffet di
quella lunga seduta di trucco e parrucco! Sparkling, gongolante
e grato alle tre amiche gelatinose, non vedeva l’ora di specchiarsi
senza la temibile, ingombrante criniera e magari un po’ colorato
d’argento e azzurro, come un’innocua sardina. Granseola chiamò
a raccolta l’intero staff dei Pinzuti e Corazzati e cominciò a dispensare compiti e consigli sulle procedure da attuare per servire
al meglio quello strano quartetto d’amici, poi inviò uno schiocco
sotterraneo a Razza perché arrivasse al più presto a immortalare
con uno dei suoi lampi elettrici quel momento di gloria del Salone
pieno di celebrità.
Le tre meduse chiacchieravano continuamente mentre venivano
curate ognuna da due Gamberetti, un’Aragosta ed un Astice, tre
Granchi e quattro Paguri, tutti all’opera sotto lo sguardo vigile ed
attento di Granseola; e così l’intero salone scoprì la vera storia di
Sparkling, il manager amico delle meduse. Quando toccò il suo
turno, il pesciolino disse solamente: “Rendetemi sorprendentemente
innocuo!”. I Pinzuti si diedero da fare per soddisfare la richiesta, e
con decisi zic-zac e qualche bagno nelle vasche madreperlate,
lo resero una specie unica al mondo: il Pesce LeoSarda.
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Diamoci un taglio!
Appena si specchiò Sparkling fece un guizzo di gioia e di stupore!!
Ora non avrebbe certo spaventato più nessuno!! E così, ringraziò
tutti quanti e se ne andò felice e spensierato verso casa.
Per capire e raggiungere ciò che vuoi, comincia a scartare ciò
che non vuoi. Mark Twain
Capitolo quinto
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CAPITOLO SESTO
L’abito non fa il pesce!
L’indomani Sparkling non vedeva l’ora di arrivare da Tullia e scoprire se l’avrebbe riconosciuto, quasi non aveva dormito la notte
immaginando come sarebbe stato l’incontro e quanto la vecchia
maestra avrebbe lucidato le spesse lenti degli occhiali non credendo ai suoi occhi. E così, appena i raggi del sole cominciarono
a far luccicare le onde, decise di andare da lei. Si avviò sicuro e
deciso con le sue nuove pinnette corte e argentate e, contrariamente al solito, passò per il Canyon dei coralli, la strada più breve,
più affollata e chic dell’intera barriera: una specie di test per vedere se gli altri pesci lo riconoscevano. Era l’alba per cui non c’era
molto passeggio ma, con un po’ di pazienza, il Canyon avrebbe
cominciato a popolarsi e così accadde. Barnum, il pesce pagliaccio, si avvicinò a Sparkling chiedendogli informazioni su quale
fosse il luogo migliore per giocare a nascondino. Il pesciolino non
credeva ai suoi occhi: aveva già un nuovo amico, non aveva dovuto fare assolutamente niente!
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L’abito non fa il pesce!
E così chiacchierarono di nascondigli e dei pettegolezzi della
Barriera, anche se Sparkling in realtà ascoltava soltanto, visto che
non conosceva praticamente nessun pesce. Barnum gli propose
di giocare un po’assieme, poi di far un salto all’ippodromo dove i
cavallucci correvano su e giù e le stelle marine, loro cheerleaders,
si esercitavano in acrobazie al ritmo di “un, due, tre… Stella!”. Barnum presentò il pesciolino a tutti quanti come il suo nuovo strano
amico ma quando Hoku, il capitano delle cheerleaders gli chiese
il suo nome, Sparkling si tradì.
“Ciao, sono Sparkling il piccolo Pesce Leosarda, sono contento
di conoscerti…”
Uno strano bagliore illuminò il viso di Hoku, come un lampo di memoria, gli sembrava di conoscere quel nome, ma era un amico di
Barnum quindi poteva essere anche un suo amico e così decise di
far riposare un po’ la squadra e tutti insieme cominciarono una
partita di nascondino.
Il piccolo Pesce Leosarda era felicissimo e si gettò a capofitto nel
gioco, nascondendosi dietro scogli, coralli, e all’interno degli anemoni, ma, dopo una serie di passaggi tra quei tentacoli carnosi e
colorati che così bene lo celavano allo sguardo dei cercatori,
ecco il disastro: tutta la sua sfumatura argentata stava schiarendo
Capitolo sesto
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e ricominciavano a comparire le striature leonine, così, quando
saltò fuori per l’ultima volta, Hoku gridò: “Traditore!!! Tu non sei un
Pesce Leosarda, infido nemico, sei un Pesce Leone!! Vattene!!” e
in un batter d’occhio intorno a Sparkling si fece deserto.
Quello che il bruco chiama la fine del mondo, il resto del mondo
chiama farfalla. Lao Tzu
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L’abito non fa il pesce!
CAPITOLO SETTIMO
S come Scorfano, Sardina
e Saggezza!
Sparkling piangendo disperatamente nuotò velocemente verso il
Blu: aveva assoluto bisogno del conforto di Tullia. In pochi minuti
era già da lei, che, placidamente ignara, lo aspettava per la lezione.
Non appena la tartaruga lo vide arrivare sconvolto e pallido nelle
squame, gli si precipitò incontro pinnando ultraveloce; non capiva cosa fosse successo. Sparkling non smetteva di piangere, e,
più era scosso dai singhiozzi, più il colore argentato si lavava via.
“Non credevo fosse una sofferenza così grande imparare l’alfabeto” esordì Tullia. “Ehi piccoletto, hai dimenticato il quaderno.
Non si dovrebbe… a scuola i materiali sono sempre importanti
però non c’è bisogno di fare una tragedia così..”
Nessuna risposta. Sparkling continuava a piangere di un pianto
inconsolabile.
“Dov’è finito il coraggio e la spavalderia del mio alunno preferito? Anche se non hai ripassato bene le vocali, oggi non inter-
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S come Scorfano, Sardina e Saggezza!
rogo… la lezione sarà sulle consonanti sssssibilanti!! Prova a dirmi
cos’è che sssssibila? C’è un pesce ssssssibilante? Lo conosci????”
e nel produrre il suono sssssibilante Tullia faceva vibrare così tanto
il viso che gli occhiali le scesero dal becco, dandole un contegno
per niente magistrale e provocando un sorriso negli occhi del pesciolino ancora umidi di lacrime.
“Tullia, nessuno mi vuole!! Sono andato dai Pinzuti a farmi tagliare
la criniera ma nessuno vuole essere mio amico!! Io non posso avere
amici perché sono feroce!!”
La saggia vecchia tartaruga, lentissima nei movimenti, aveva sinapsi cerebrali più veloci della luce e subito comprese il problema.
Con fare materno rimbrottò il pesciolino abbracciandolo con le
sue ruvide pinne: “Ma cosa credevi? Che un vestito nuovo o un’acconciatura ti avrebbero reso più simpatico o più innocuo? L’abito
non fa il pesce dicevano… e avevano ragione! Ora non perdiamo tempo e iniziamo la lezione…. Dicevo, oggi studieremo la
lettera S. S come….?”
“Sciocco….”
“Avanti, ancora… S come…?”
“Stupido…”
Capitolo settimo
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“Va bene….ma qui parliamo di pesci, di nuovi amici…. S come…?”
“Sardina… mi ero camuffato da Sardina; ce ne sono milioni nel
mare, sono tutte uguali, nuotano fitte fitte insieme ad altre mille
come loro ed hanno miliardi di amici, perché nessuno le teme…
invece io….”
“Invece tu hai qualcosa di Ssssspeciale proprio come la lettera S!
è una lettera che non ha inizio né fine, la puoi scrivere da sotto e
da sopra, si sente sempre anche se bisbigli ed è l’unica Sssssibilante delle consonanti, insieme a sua cugina Z! Unica proprio
come sei tu! Non farmi dire cose banali, tu non sei un pesce comune, hai il quid, hai lo “spungo”” disse solennemente.
Sparkling spalancò gli occhi, non credeva alle sue orecchie, Tullia gli aveva svelato il gran segreto: lui aveva il quid!! Lui aveva
lo spungo! Cosa esattamente fosse ancora non lo sapeva, ma
l’aveva, ed era già più felice di prima.
Ora che il pesciolino si era calmato, la maestra riprese il suo contegno e cominciò la vera lezione: “S come sardina, che conosci
già, ed S come scorfano, il pesce più brutto che ci sia, così brutto
che lui stesso evita di specchiarsi nelle conchiglie madreperlate”.
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S come Scorfano, Sardina e Saggezza!
“S come Saggezza di tartaruga millenaria!” concluse l’alunno, con
un sorriso ed una risata; tutto sembrava passato e il pesciolino
aveva imparato una lezione ancor più importante.
Tutto ciò che è ignoto si immagina pieno di meraviglie. Tacito
Capitolo settimo
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CAPITOLO OTTAVO
“Lo spungo”
Dopo quella turbinosa giornata Sparkling, stanchissimo, chiese a
Tullia di poter dormire vicino al suo grande carapace anziché tornare fino alla tana. Nella notte la tartaruga lo sentì sognare bofonchiando sereno: “Ssspungoooo….. io ho il quid…… quid……
ngoooo…..”. L’indomani Tullia, che non voleva certo perdere un
attimo, svegliò il pesciolino e, senza nemmeno dargli il tempo di stiracchiarsi, cominciò a declamare l’alfabeto del mare, chiedendogli poi con quale lettera volesse iniziare.
“L come Lumachina” decretò e il trattato sulla lettera più alta di
tutte ebbe inizio. Sparkling però voleva sapere qualcosa di più
sul quid e sul suo spungo, così ritornò sull’argomento ma la tartaruga con fare sibillino gli rispose solamente: “Hai di bello quello
che non hai, guardati dentro e lo scoprirai”. Il pesciolino si guardò
intorno, cercando qualcosa in cui specchiarsi, spalancò la bocca
e cominciò ad osservare cosa c’era dentro, ma vedeva solo lingua, denti…. Cose normali… che hanno tutti, certo non era quello
il quid.
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“Lo spungo”
La lezione sulla lettera L, la labiale dalla forma corsiva che, capovolta sembra proprio l’emblema di un pesce stilizzato, era interessante ma Sparkling era un po’ distratto. La missione Nuovi Amici
procedeva a suo parere troppo lentamente. Perciò appena finita
la copiatura dell’ultima L, salutò Tullia e partì alla ricerca del clan
delle Lumachine. Le aveva appena studiate, sapeva che erano
speciali perché ognuna di loro aveva una casetta diversa che si
portava dietro in ogni suo spostamento, sapeva che vivevano in
grandi tribù e che ogni guscio aveva striature sfumate su colori diversi, perciò per riconoscerle bastava osservare bene le loro conchiglie. McSnail era il capoclan delle Lumachine di mare del Purple
Reef, tutta la sua tribù occupava ben 10 centimetri quadrati di
sabbia finissima vicino alle Scogliere Imperiali, le più alte di tutta
la barriera, e Sparkling si stava dirigendo lì.
Al piccolo pesce leone non si era ancora riallungata la criniera
perciò quando si avvicinò all’accampamento delle lumachine
queste rimasero allo scoperto; Sparkling si fermò un attimo e chiese
indicazioni su chi fosse McSnail (se avesse conquistato lui,
avrebbe conquistato l’intera tribù). McSnail era una lumachina un
po’ più a punta delle altre, con una chiocciola reale molto allungata, decorata con filettature dorate, da vero condottiero; era risaputo che fosse un po’ burbero ma, sotto le volute, aveva un
cuore d’oro.
Capitolo ottavo
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“Mr McSnail buon pomeriggio, io mi chiamo Sparkling e sono il piccolo pesce leone della Barriera Corallina” disse presentandosi al
suo nuovo interlocutore.
“Che hai fatto alla criniera? E’ un nuovo trucco per attaccare la
mia tribù?!” rispose McSnail aggressivamente mentre dalla chiocciola lanciava un sibilo acutissimo d’allarme provocando la chiusura nelle casette dell’intero clan; poi continuò: “Ora che tutti sono
al sicuro, dimmi: cosa vuoi da noi? Sappi che combatterò per difendere il nostro territorio e che la tribù è armata di potenti missili
sabbia-acqua pronti a colpirti ad un solo mio cenno!”
Sparkling stava per mettersi a ridere ma non voleva certo rischiare
di perdere un amico senza nemmeno averlo trovato, e così restò
serio cominciando a raccontare le sue vicende fino ad oggi, poi
chiese: “Tu sai cos’è lo spungo? Io l’ho, me l’ha detto Tullia però
non ha voluto spiegarmi in cosa consiste…”
“Non mi sembri proprio rincitrullito, eppure credo che tu abbia capito male… lo spungo non esiste… a meno che…” disse la lumachina.
“A meno che?” ribattè il pesciolino preso da irrefrenabile curiosità.
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“Lo spungo”
“A meno che non volesse dirti che lo spungo è la tua criniera fallata, la tua non capacità di pungere, la tua disabilità”.
Quest’ultima parola fu come un colpo al cuore di Sparkling: disabile… incapace… lui aveva un handicap… effettivamente non
era un pesce come gli altri della sua specie, per questo lo avevano abbandonato, per questo era solo. Girò le spalle a McSnail
e singhiozzando fece per andarsene, ferito nell’animo. Si sentiva
tradito anche da Tullia: lei, grande saggia tartaruga, finta amica,
aveva provato a spacciare il suo spungo per un quid, per quella
cosa unica che rende speciale ciascuno di noi!!
“Ehi! Frena!! Dove stai andando? Io te l’ho detto… ma era solo
un’ipotesi… però se veramente hai lo spungo, posso richiamare
la tribù e farla uscire dallo stato d’allerta… potremmo anche diventare amici…del resto hai le squame a strisce come noi!” concluse sospirando il capoclan.
Sparkling non aveva pensato di poter interpretare lo spungo come
qualcosa di positivo, finora tutti i nuovi amici avevano caratteristiche particolari ma comuni alla loro specie, non completamente
uniche, forse Tullia non voleva ingannarlo… lui era unico, come
lo è ogni essere vivente, ma in più era speciale perché aveva lo
spungo e, come gli aveva fatto capire McSnail, il suo handicap
Capitolo ottavo
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era una risorsa! Con lo spungo poteva avere veramente Nuovi
Amici ed essere d’aiuto alla tribù delle Lumachine nel gran trasloco, poteva farsi conoscere dai pesci della Barriera senza doversi mascherare da Leosarda e poteva nuotare con loro senza
doverli per forza inseguire. Lo spungo era il suo quid e l’aveva
dentro di sè da sempre senza saperlo: ora aveva capito, e, sorridendo, pensò alla cara vecchia Tullia e a come scioccamente
aveva dubitato di lei.
Natura il fece, e poi ruppe lo stampo. Ludovico Ariosto
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“Lo spungo”
CAPITOLO NONO
Traslocare… in un lampo!
McSnail aveva davvero il cuore d’oro che tutti dicevano: in pochi
istanti Sparkling si ritrovò circondato dall’intero clan delle lumachine che facevano a gara per mettere in mostra le loro chiocciole splendenti mentre ascoltavano rapite i racconti del pesce
leone alle prese con le meduse ballerine, il calamaro Squizzo, la
millenaria Tullia e il salone dei Pinzuti e poi ancora le stelle marine
e il pesce pagliaccio… quante avventure da raccontare, quanti
amici… Sparkling aveva un po’ romanzato le vicende tralasciando qualche “piccolo” particolare e così le lumachine erano
in totale adorazione. Ben presto però il sibilo di McSnail richiamò
il clan all’ordine: era ora di traslocare! Sarebbe stato un viaggio
lungo e faticoso: dovevano oltrepassare la Grande Altura, uno
scoglio sporgente dalla sabbia ben sette centimetri, e poi avventurarsi nel Purple Reef fino ad arrivare alla Deep Brightening
Valley, la fossa di sabbia candida superfinissima. Come tanti soldatini tutti in fila le lumachine salutarono Sparkling, incolonnandosi
dietro il capoclan, pronte per la lunga marcia.
“Eureka!” gridò il pesciolino e tutte quante le chiocciole si voltarono non capendo cosa volesse dire. Poi, nel silenzio attonito del-
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Traslocare… in un lampo!
l’intero gruppo, il pesce leone raggiunse velocemente McSnail e
gli bisbigliò qualcosa all’orecchio; la lumachina meditò poi assentì
e Sparkling, felice, si mise a piroettare velocemente sulle pinne che
iniziavano a riallungarsi dopo l’acconciatura da Leosarda.
McSnail prese la parola e proclamò: “Abbiamo un nuovo mezzo di
trasporto iperveloce e sicuro: il nostro amico Pesce Leone ci traghetterà alla D.B.V.: preparatevi in gruppi da tre e tenetevi ben
strette con il grip antiscivolo alle sue pinne. In un battibaleno saremo tutti nella nostra nuova terra!”
Le lumachine non credevano alle loro orecchie e, strabuzzando gli
occhi, cominciarono a disporsi nei gruppetti pronti per il trasbordo.
Sparkling fece salire il primo trio dando alcune istruzioni su come
ancorarsi a lui, poi nuotò velocemente fino al punto prestabilito;
durata del viaggio: 6 pinnate e 2 piccoli tuffi, ovvero meno di 30
secondi e le prime lumachine avevano già trovato una nuova sistemazione.
Così nell’arco di una decina di minuti tutto il clan aveva traslocato alla Deep Brightening Valley.
McSnail e l’intero clan ora potevano finalmente assestarsi nella
loro nuova terra grate al piccolo pesce leone perciò volevano
trovare un modo per ringraziarlo.
Capitolo nono
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L’indomani tutto era pronto; Sparkling con una serie di scuse fu richiamato da McSnail nel nuovo accampamento e quando arrivò
si trovò sopraffatto da una meravigliosa sorpresa: tutti quelli che
aveva conosciuto, a cui aveva provato ad imporre la sua amicizia, che aveva aiutato o con cui aveva soltanto nuotato per un
po’ si trovavano lì per lui, ed in più si erano portati famiglie ed altri
amici. Anche Barnum e Hoku erano riusciti a perdonarlo perché in
fondo avevano compreso che la sua non era una trappola ma
solo un tentativo di sconfiggere la solitudine. All’apice della festa
un flash accecante di Razza, mandata da Tullia, immortalò il momento per la memoria del mare. Erano tutti presenti tranne l’amica
tartaruga che non gradiva la confusione e aveva preferito starsene tranquilla nel suo crepaccio… ma era lei che aveva aiutato
Sparkling a trovare il suo quid, a lei il pesciolino doveva tutto questo. Perciò…
Trattate le persone come se fossero ciò che dovrebbero essere e
aiutatele a diventare ciò che sono capaci di essere. Wolfgang
Goethe
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Traslocare… in un lampo!
CAPITOLO DECIMO
L’alfabeto del mare
La mattina successiva Sparkling aveva un obiettivo ben preciso:
avrebbe modificato il grande libro del mare che lo aveva accompagnato nella sua avventura per poi trascinarlo da Tullia… a
lui non serviva più, mentre sarebbe stato uno splendido regalo per
la SuperMaestra, che con grande pazienza e saggezza lo aveva
aiutato a scoprirsi, comprendersi e farsi accettare poi dai Nuovi
Amici. Perciò si mise all’opera: ormai molto esperto in lettere, velocemente riuscì a scrivere sull’ultimo foglio del suo notes il nuovo
alfabeto del mare.
A fianco della lettera A stavano solitamente Aragosta, Alga e
Anemone, Sparkling tirò una riga su questi e scrisse Amicizia e così
fece con ogni lettera, cancellando i nomi degli abitanti del mare
ormai noti e sostituendoli con le caratteristiche necessarie per una
buona vita collettiva. Dopo un bel po’ di lavoro e di pensieri, l’intero alfabeto era così stato trasformato:
A come Amicizia e Aiuto
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B come Bontà e Bellezza
L’alfabeto del mare
C come Curiosità e Coraggio
D come Diversità e Domande
E come Estro ed Esultanza
F come Fantasia e Fatica
G come Gioia e Giocosità
H come Handicap
I come Immaginazione e Interesse
L come Lettura e Lealtà
M come Meraviglia e Memoria
N come Novità
O come Osservazione
P come Pazienza e Prudenza
Q come Quid
R come Rettitudine
Capitolo decimo
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S come Soddisfazione
T come Tenacia e Tenerezza
U come Unicità e Umiltà
V come Volontà e Vitalità
Z come Zelo (ma non troppo!)
Soddisfatto dell’opera, infilò il nuovo alfabeto dentro la prima pagina del volume del mare e, aiutato dai Nuovi Amici, lo portò a Tullia che grata e felice lo elesse “primo scolaro della Barriera”.
La Saggezza non è altro che la scienza della felicità. Diderot
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L’alfabeto del mare
INDICE
Cap. 1 Pericolose trasparenze ............................................................................»
8
Cap. 2 La memoria del mare..................................................................................»
12
Cap. 3 A lezione dalla Maestra Tullia! ..............................................................»
16
Cap. 4 Al “Cerca lì e trova qui” di Madama Polpa ......................................»
20
Cap. 5 Diamoci un taglio! ......................................................................................»
24
Cap. 6 L’abito non fa il pesce! ..............................................................................»
28
Cap. 7 S come Scorfano, Sardina e Saggezza! ............................................»
32
Cap. 8 “Lo spungo”..................................................................................................»
36
Cap. 9 Traslocare… in un lampo! ......................................................................»
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Cap. 10 L’alfabeto del mare ..............................................................................»
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