IV L - recensioni - Liceo Scientifico PEANO
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IV L - recensioni - Liceo Scientifico PEANO
Recensione della serie Psycho-Pass di Marta De Angelis (IV L) “Un mondo dove la condizione psicologica e le tendenze caratteriali delle persone possono essere misurate e trasformate in numeri. Ogni disposizione psicologica viene registrata e controllata, e questa misurazione, che determina un criterio di giudizio sull'animo degli individui, è conosciuta come PSYCHOPASS” Tokyo 2112: i progressi tecnologici hanno permesso di misurare con precisione lo stato mentale, la personalità e le inclinazioni di ogni individuo, grazie ad un dispositivo installato nel corpo stesso. 1 Il coefficiente di criminalità, ovvero l'inclinazione di una persona a compiere crimini, è misurato in tempo reale ed in caso di alterazioni il Sibyl System, l'autorità preposta al controllo dell'intera società giapponese, interviene, determinando zone di stress e chiamando in causa gli investigatori. Costoro sono cittadini che si occupano di indagare e/o catturare i criminali, anche latenti (cioè persone il cui coefficiente di criminalità non è abbastanza alto da farne dei criminali ma è comunque fuori dal normale), che si aggirano per le strade giapponesi. Gli investigatori hanno al loro seguito gli esecutori, il braccio armato del Sibyl, coloro che si occupano di eseguire, appunto, i comandamenti del sistema, eliminando i criminali con il Dominator, arma che valuta se un individuo sia passibile di esecuzione o meno, proprio grazie alle misurazioni del Sibyl. Gli esecutori esistono per tutelare lo PSYCHO-PASS degli investigatori, che agendo in prima persona nell'eliminazione di un soggetto rischierebbero di essere bollati con il marchio di criminali latenti e sarebbero spediti in strutture di riabilitazione. Tutti gli esecutori sono criminali latenti in cui il Sibyl ha riconosciuto potenziale e a cui ha voluto offrire una seconda chance. “Quelli che stai per incontrare non sono esseri umani come noi: sono individui con disturbi di personalità e un coefficiente di criminalità dello Psycho-Pass che supera una certa soglia. Elementi del genere andrebbero tenuti in isolamento come criminali latenti, ma a loro è stata concessa la facoltà di dare la caccia ai delinquenti ed è l'unica attività sociale che possano svolgere. Sono cani da caccia, sono bestie che predano altre bestie: li chiamano "esecutori", e saranno i tuoi diretti sottoposti.” Nobuchika Ginoza Nel mondo di Psycho-Pass, tutto è stabilito dal Sibyl: dall'arredamento dell'appartamento alla professione. Le persone, in sostanza, lasciano che sia un computer a decidere della loro vita rinunciando al libero arbitrio. “In pratica, lei affida completamente la sua vita ai congegni elettronici […]. Per lei tutti questi terminali portatili sono come un secondo cervello. Non è così?” Senguji Il Sibyl System incarna perfettamente la concezione di Stato di Hobbes, uno Stato assoluto in cui i cittadini rinunciano ai propri diritti inalienabili per trasferirli ad un qualcuno/qualcosa di superiore, tutto questo attraverso un patto che segna il passaggio da stato di natura a stato civile. D'altronde tutti gli uomini sono ugualmente incapaci di gestire la propria libertà e l'efficienza del sistema lo attesta, dal momento che chi si pone al di fuori di esso è un criminale perché ha compiuto qualche genere di reato. Tanto in Hobbes, quanto in Psycho pass, l'uguaglianza naturale è comune vulnerabilità, tutti sono in guerra contro tutti (homo homini lupus). 2 È allo Stato che è affidato il giudizio sul bene e sul male, questo perché esso è esterno al patto e quindi sciolto da qualsiasi vincolo. Se così non fosse l'obbedienza sarebbe condizionata dalla varietà dei criteri individuali e lo Stato stesso si dissolverebbe. “Con le leggi dello Stato è come con le regole di un gioco: qualsiasi cosa i giocatori stabiliscono di comune accordo non è ingiusta per nessuno di loro”. Leviatano,II,XXX “Perché non è la legge che deve proteggere la gente, ma la gente che deve proteggere la legge. Le persone hanno sempre cercato e voluto un modo di vivere civile, che rifiutasse l'idea del male, e la legge incarna questo sentimento”. Tsunemori Akane Anche il Sybil System non è sottoposto alle sue stesse leggi, il che, analizzando a fondo la sua natura, ha piuttosto senso. Hobbes vedeva il sovrano come persona e come mostro: il Leviatano appunto. Anche in PsychoPass possiamo riscontrare questa doppia natura nel Sybil System, poche righe più in alto ho definito chi si pone fuori dal sistema come criminale, questo vale per chi sceglie di andare oltre la legge, ma chi non può essere rilevato? L'antagonista di Kogami ed Akane è un certo Shogo Makishima, un uomo che nonostante abbia ucciso e abbia spinto altri a farlo non viene individuato dal Sibyl. È qualcuno di esterno al sistema, non è sottoposto alle sue leggi, così come lo è il sistema stesso. Questa sua caratteristica, più unica che rara, alimenta i dubbi di Makishima sul Sibyl spingendolo a provarne fino in fondo la debolezza sfruttando i “talenti” delle persone. “Le tue parole sono interessanti sai? Parli di solitudine, ma sei sicuro che la cosa riguardi solo me? Su dimmi, esiste qualcuno che non sia solo in questa società? L'era in cui si forgiava il proprio ego sulla base delle relazioni sociali è finita da un pezzo. Adesso che tutti vengono controllati a vista e seguono le norme imposte dal sistema non c'è più spazio per le cerchie sociali, ognuno si è lasciato addomesticare dalla propria quiete personale restando all'interno di una cella d'isolamento.” Shogo Makishima Gli individui come Makishima sono scelti dal Sibyl e accolti in esso. Il Sibyl system in realtà non è altro che l'insieme degli intelletti di tutti gli esterni al sistema, un insieme di criminali che giudicano altri criminali, mostri che giudicano altri mostri. Chi meglio di un ladro conosce i ladri? 3 Questa giustizia perversa, paradossale, mostruosa è, come in Hobbes, il Leviatano. “Non si può sperare nella perfezione semplicemente migliorando un sistema o rendendolo più complesso. La soluzione alle contraddizioni non va cercata nelle funzioni strutturali, ma nel modo di gestirle. Tollerando l'esistenza di elementi che non può controllare, adottando le giuste regole di convivenza con essi, il sistema raggiunge di fatto la perfezione”. Sibyl System PSYCHO-PASS, inoltre, contiene moltissimi riferimenti non solo ad altri filosofi ma anche innumerevoli citazioni musicali, artistiche e letterarie oltre ad essere, come dimostrato, largamente ispirato alla politica di Hobbes. Per fare alcuni esempi: Platone, Cartesio, Gibson, Orwell, I viaggi di Gulliver… e la lista potrebbe allungarsi ancora parecchio. Tengo in particolar modo a menzionare anche la comparsa di capolavori dell'arte quali La Pietà di Michelangelo e l'utilizzo dell'Inno alla Gioia di Beethoven. La caratterizzazione dei personaggi è ottima, impossibile non innamorarsi di Kogami o non identificarsi nella giovane Akane alla presa con casi fuori dalla sua portata che la porteranno, non solo, a scavare nel passato del suo esecutore ma ad indagare i suoi limiti, a giudicare il Sibyl System, a pensare e a decidere. Oltretutto l'adattamento italiano è ottimo, buone le animazioni (in alcuni episodi la qualità cala), un character design (di Akira Amano) di tutto rispetto e il ritmo, scandito a colpi di thriller, spinge a rimanere incollati allo schermo. L’anime nato dalla penna di Gen “urobuthcer” Urobuchi (mai soprannome fu più azzeccato) è senzadubbio di ottima qualità, una serie d'animazione che si distungue per la quantità spunti di riflessione che offre oltre ad intrattenere dal primo all'ultimo secondo. Forse ciò che conta davvero non è decidere cosa sia "bene" o cosa sia "male", ma l'atto stesso di giudicare da sé soffrendo per il proprio giudizio fino ad accettarlo”. Tsunemori Akane 4 Recensione del film Hunger Games di Alice Diana (IV L) Panem è una nazione immaginaria in cui si svolgono le vicende della trilogia di Hunger Games, ideata da Suzanne Collins. La narrazione si svolge in un futuro post-apocalittico e occupa quello che è l'attuale Nord America, che è stato distrutto da disastri, siccità, epidemie e guerre. Panem è divisa in 12 distretti (precedentemente 13) comandati dalla capitale, chiamata Capitol City. Nella capitale si trova la residenza del presidente, che è il capo del governo. Durante le vicende della trilogia il principale antagonista è il Presidente Snow. I distretti vengono identificati con un numero, da 1 a 12, (con l’aumentare del numero si aggrava la loro povertà) e ogni distretto si occupa di un determinato settore economico: ad esempio il Distretto 12 estrae il carbone dalle miniere, e il 4 si dedica alla pesca. Non si conosce l'anno in cui Panem sia stata fondata, ma pare che all'inizio, secondo la propaganda di Capitol, i cittadini vivessero tutti in pace e prosperità. In seguito, però, ci furono i "Giorni Bui", ossia il periodo della rivolta dei tredici Distretti contro la capitale. Il distretto 13 venne distrutto e gli altri dodici sottomessi. Fu così che si istituirono i giochi, per i quali ogni anno, per ricordare l’inferiorità dei distretti rispetto a Capitol City, ogni distretto deve cedere un ragazzo e una ragazza tra 12 e i 18 anni che vadano a combattere fino ad ottenere un unico vittorioso sopravvissuto nell'arena degli Hunger Games. I “Giorni Bui” avvengono 74 anni prima dell'inizio della vicenda narrata in Hunger Games. La vicenda si concentra sulle sorti di Katniss Everdeen, una sedicenne del Distretto 12, che si offre volontaria nei 74esimi giochi per sostituire la sorella estratta in quella che è un sentenza a morte. Negli Hunger Games la segue Peeta Mellark, la controparte maschile, i due sono ostacolati da forti avversari, alcuni dei quali allenati per la loro intera vita solo allo scopo di partecipare ai giochi. Katniss conterà unicamente sul suo intuito e forte senso di sopravvivenza. <<Vincere ti renderà famosa.>> <<Perdere significa morte certa.>> Gli strateghi sono delle figure molto importanti per un’analisi filosofica di questo romanzo. Sono coloro che dirigono i giochi, cercando di renderli il più spettacolare possibile, in quanto sono pensati come materia di svago per il pubblico di Capitol e un doloroso ricordo di sottomissione per tutti gli abitanti dei distretti. 5 I due tributi del Distretto 12, guidati dal loro mentore alcolista Haymitch, seguono una strategia per ottenere sponsor: mettono in scena la pantomima della coppia nata sotto una cattiva stella. Durante l’intervista pre-giochi, Peeta rivela di avere avuto un debole per la concittadina dal momento in cui la vide per la prima volta, conquistando immediatamente il favore del pubblico capitolino. Una volta nei giochi, superati momenti avversi determinati dall’intervento di altri potenti tributi, tra cui Cato, il più famigerato tra i Favoriti, i due recitano (chi più chi meno) la parte degli innamorati, alimentando l’interesse degli sponsor. Lo stratega dei 74esimi Hunger Games è Seneca Crane, il quale, per mantenere viva l’attenzione e prolungare la prima storia d’amore nell’arena, altera le regole permettendo alle coppie provenienti dallo stesso Distretto di vincere, invece che a un singolo. La radicalità dei giochi è evidente quando anche Cato, cresciuto fin dalla nascita con il solo obiettivo di vincere gli Hunger Games, viene stravolto dalla perversione di questi, nonostante la sua preparazione. Prima di morire palesa la sua condizione con affermazioni come <<Posso farlo di nuovo, uccidere sai. Un’altra volta.>> e <<Fallo [Katniss lo tiene sottotiro con arco e freccia] tanto sono già morto.>> Seneca si rende conto di aver superato il limite e di aver dimenticato il vero significato dei giochi; e infatti è costretto a ritirare il suo stravolgimento delle regole. Ormai però Katniss ha chiari i meccanismi che regolano i giochi e riesce a sfruttarli a suo favore: al nuovo ordine raccoglie delle bacche velenose, i Morsi della Notte e, condividendole con Peeta, rende chiara la sua minaccia (‘Non possiamo vivere l’uno senza l’altro quindi moriremo entrambi’) legata alla strategia portata avanti finora. Seneca, allarmato dal rischio di non avere neanche un tributo vittorioso, proclama entrambi vincitori. Il Presidente Snow è oltraggiato, quello che dovrebbe essere il simbolo dell’inferiorità dei Distretti ha ora un’aura di speranza, di défiance. Sotto suo ordine Seneca verrà condotto in una stanza dove dopo la chiusura delle porte si accorgerà di essere solo e della presenza di un cumulo di quelle stesse bacche con cui la Capitol era stata sfidata. <<Sicuri dunque e a testa alta, in qualsiasi luogo ci toccherà di andare, avviamoci con passo intrepido, misuriamo ogni angolo di terra, quale esso sia: entro i confini del mondo non vi può essere esilio di sorta; nulla infatti che si trovi in questo mondo é estraneo all'uomo. >>. (De consolatione) Il riferimento filosofico è chiaro: Seneca, come l’omonimo stoico, perde l’equilibrio tra responsabilità e intenzione. Nel suo approccio che dà la priorità agli spettatori rispetto all’andamento 6 dei giochi, si comporta come crede giusto senza riflettere sulle conseguenze e su quello che gli è richiesto. Anche il suo suicidio (forzato) è un omaggio al celebre filosofo. Un altro collegamento è quello tra il Leviatano di Hobbes e lo stato di Panem. Nel Leviatano, per liberarsi della condizione primitiva in cui tutti competono e sono rivali di tutti, la moltitudine per garantire la sicurezza degli individui, questi rinunciano ai loro diritti naturali e concordano insieme di trasferirli in un’unica persona, che detiene il compito di mantenere la pace entro la società. La situazione è essenzialmente la stessa in questo romanzo, dove il sovrano è l’intera Capitol City, con il Presidente Snow a capo, e i Distretti cedono la loro libertà in cambio di una pace mantenuta a caro prezzo. In Hunger Games gli abitanti iniziano a comprendere l’enorme incoerenza nel cedere diritti inalienabili e prendono le vie di una rivoluzione per uscire da una condizione simile a una dittatura. L’ultimo elemento di origine filosofica è proprio nel genere ‘distopico’. Il termine distopia si può comprendere più facilmente analizzando l’etimologia del termine opposto: utopia. Utopia deriva dalla parola greca outopia composta da “ou” e “topos”, che letteralmente significa “non luogo” e indica una progetto o una concezione ideale di perfezione che appare quindi irrealizzabile. Per distopia (il prefisso dis attribuisce valore peggiorativo) s'intende una società indesiderabile e aberrante da ogni punto di vista. Il primo esempio di utopia applicata all’ambito politico è riscontrabile nell’opera più importante di Platone: il dialogo Politeia. Questo termine letteralmente corrisponde all’italiano “forma di governo”, “costituzione”: infatti lo scopo del dialogo è quello di definire la perfetta comunità politica e sociale. Secondo Platone, dato che alla filosofia è deputata la guida della vita degli uomini, ad essa dovrebbe spettare anche il governo degli stati. Il potere politico spetta dunque ai filosofi, ovvero a quegli individui che si sono elevati al disopra degli altri, a quei prigionieri che, usando un’immagine platonica, sono riusciti allegoricamente a strapparsi le catene rappresentate dalle passioni e a uscire dalla caverna dell’ignoranza. Anche avendo letto diversi romanzi distopici per giovani adulti (come The Maze Runner, Divergent, The Giver e altri) trovo che The Hunger Games sia il migliore in termini di narrazione, che ritrae la natura umana in personaggi verosimili e il più avvincente, che forse tra qualche anno potrà essere collocato nello scaffale dei classici distopici accanto a 1984, Arancia meccanica e Fahrenheit 451. 7 Recensione del film Avengers: Age of Ultron di Francesco Mastrangelo (IV L) Avengers: Age of Ultron è un film del 2015 scritto e diretto da Joss Whedon, prodotto dai Marvel Studios. La storia è basata sui Vendicatori di Marvel Comics: Iron Man, Capitan America, Thor, Hulk, Vedova Nera e Occhio di Falco. Age of Ultron è il sequel di The Avengers, prodotto nel 2012. Ecco la trama: i Vendicatori, dopo numerose ricerche, riescono a trovare in una base dell’Hydra lo scettro di Loki. Prima della partenza di Thor, lo scettro viene custodito nella base degli Avengers, dove viene studiato da Tony Stark (Iron man). Dopo l’attacco a New York, in The Avengers, Tony Stark e Bruce Banner (Hulk) iniziarono a lavorare su un progetto chiamato Ultron, con lo scopo di difendere il mondo nel caso si potesse ripresentare un altro eventuale attacco alieno. Questo progetto sembrava irrealizzabile. Ma, durante l’analisi dello scettro, Stark e Banner scoprono che all’interno di esso è presente un’intelligenza artificiale mai vista sulla terra, così sviluppata da essere simile all’intelligenza umana. Così, decidono di mettere in atto il progetto Ultron, senza però interpellare il resto della squadra. Tale progetto si rivelò subito un fallimento. Infatti Ultron, appena creato, dopo aver visto dei file riguardanti le guerre e i disordini dovuti all’uomo, capisce che per arrivare alla pace nel mondo bisogna distruggere la razza umana. Così inizia una guerra tra gli Avengers e Ultron. La situazione, inoltre, si complica poiché all’androide si uniscono i gemelli potenziati dall’Hydra, Wanda e Pietro Maximoff che metteranno a dura prova i Vendicatori. Ma, dopo aver scoperto le reali intenzioni di Ultron, i gemelli si uniranno alla squadra insieme a Visione, un androide creato da Ultron in cui Stark e Banner con l’aiuto di Thor, riusciranno ad inserire il progetto Ultron. Avengers: Age of Ultron è un film in cui ci sono numerosi elementi filosofici. Essendo un film prodotto dai Marvel Studios, il primo elemento filosofico è la contrapposizione tra bene e male che è caratteristica di tutti i film di supereroi. Tale pensiero filosofico deriva dalla concezione sul bene e il male del manicheismo, dottrina filosofica che si sviluppò tra il II e III secolo d.C. Secondo tale dottrina, il mondo è e sarà sempre un teatro di continue guerre tra queste due fazioni. In questa concezione si rispecchiano perfettamente le caratteristiche del mondo in cui vivono i Vendicatori: un continuo susseguirsi di guerre che vedono il bene (Avengers) combattere contro il male (Ultron). In realtà, in vari film sui supereroi come questo, è difficile stabilire una netta separazione tra bene e male. Infatti, essi, soprattutto in Age of Ultron finiscono col diventare dei punti di vista. Ultron, 8 rappresentato da tutti come il male, segue solamente il suo obbiettivo: raggiungere la pace del mondo. Ma l’unica via che vede per raggiungerlo è quella di creare un nuovo mondo, portando all’estinzione la razza umana. Da qui, si può capire come non ci sia una netta differenza tra bene e male, poiché dipendono solamente da concezioni opposte sulla pace nel mondo. Nel 1886, il filosofo Friedrich Nietzsche pubblicò Al di là del bene e del male. In quest’ opera, Nietzsche scrisse che per stabilire cosa siano il bene e il male, bisogna fare affidamento alla volontà poiché è l’unico mezzo per poter arrivare ad avere un giudizio personale sulla questione. Ma l’aspetto fondamentale che si inizia ad osservare in Avengers: Age of Ultron e che sarà la causa che scatenerà l’azione in Captain America: Civil War (che uscirà nel 2016), è la contrapposizione, lo scontro ideologico tra Tony Stark e Capitan America. Tale contrapposizione è basata su un tema di strettissima attualità di cui si è occupato uno dei più grandi filosofi attuali: Michel Foucault (19261984). Tale tema è il concetto di biopotere, che Michel Foucault sviluppa nei libri “Sorvegliare e punire”(1975) e “Bisogna difendere la società”(1976). Il biopotere riguarda la giurisdizione sulla vita, ovvero il potere di controllare e governare la vita delle persone. In questa ottica, Iron Man è a favore della governabilità dei supereroi, ovvero istituzionalizzarli, riunirli per poter controllare, guidare, proteggere la massa prendendo delle decisioni sulla vita delle persone. In antitesi è la posizione di Capitan America che sostiene l’importanza della libertà, ovvero non bisogna istituzionalizzare i supereroi per controllare il mondo negando la libertà sia ad essi di poter vivere una vita normale e sia alle masse di poter vivere senza essere controllate (come si osserva anche nel film Capitan America: The Winter Soldier). La questione del biopotere è di strettissima attualità, infatti è come se i due Avengers siano la stigmatizzazione dell’attuale modo di pensare e di intendere la vita. Da ciò deriva anche il fatto che la maggior parte degli osservatori del film Avengers, ma anche degli altri film Marvel, reputi normale vedere intere città distrutte dove i protagonisti, sia del bene che del male, sono al centro dell’azione mentre la popolazione rimane in secondo piano, indistinta mentre viene salvata, guidata ma anche uccisa come si può osservare nello scontro colossale tra Iron Man e Hulk. Questo “reputare normale” che da gesti di individui particolari dipendano conseguenze sulla massa, fa capire come il problema affrontato da Foucault sia attuale. Tutto dipende dal potere, sia del bene che del male, che gestisce la biologia dell’individuo come afferma il filosofo. Quindi, questa concezione del biopotere fa sì che si formino due fazioni: coloro che accetterebbero di essere controllati, protetti a costo della libertà da qualcuno o qualcosa come Ultron, e coloro che invece prediligono la libertà e che reputano sbagliata la gestione della biologia dell’individuo. In Avengers i supereroi che stigmatizzano questi due modi di pensare sono Iron Man e Capitan America. Il pensiero di Tony Stark riguardo al tema dipende esclusivamente dalla sua concezione pessimistica nei confronti della popolazione che rispecchia perfettamente la concezione “Homo Homini Lupus” di Hobbes. Infatti secondo tale pensiero, Hobbes sosteneva che la natura dell’uomo sia malvagia, quindi gli uomini 9 saranno sempre destinati a combattersi. Per questo, per proteggere i nostri diritti bisogna consegnarli ad un sovrano, o nel film ad un Ultron, a costo della libertà, che li protegga dagli altri uomini malvagi. In opposizione a questa concezione pessimistica c’è la concezione ottimistica riguardo l’umanità di Capitan America, il cui pensiero, invece, rispecchia la concezione giusnaturalistica di Locke. Infatti, Locke affermò che con la creazione della società, il sovrano ha il compito di proteggere l’esercizio dei diritti naturali salvaguardando la libertà e l’autonomia dell’individuo. Un altro fondamentale aspetto filosofico, dal quale nascono gli scontri nel film, è il pensiero, il ragionamento di Ultron. Questi era stato creato con il compito di salvaguardare la pace nel mondo in caso si potesse ripresentare un altro, eventuale, attacco alieno. Ma, appena creato, il programma è entrato in contatto con dei file in cui erano raccolti dei video rappresentanti le varie guerre passate e attuali che stavano affliggendo il mondo. Ultron capisce che l’unico modo per salvaguardare la pace nel mondo è quello di portare all’estinzione la razza umana per ricostruire le basi di un nuovo mondo di pace. Questo pensiero rispecchia la concezione del Polemos di Eraclito secondo il quale la caratteristica principale del mondo è il “Polemos”, il contrasto. Egli sosteneva che “c’è vita dove c’è contrasto” (infatti, egli sosteneva che l’archè fosse il fuoco, sempre uguale a se stesso ma, allo stesso tempo, sempre diverso da se stesso). Quindi il mondo non potrà mai essere caratterizzato da una pace. Il pensiero di Ultron rispecchia il pensiero del suo creatore, Tony Stark, ma in modo più radicale. Egli ha una visione pessimistica sulla natura dell’uomo, simile alla concezione di Hobbes, per cui l’uomo sarà sempre destinato alla guerra e non potrà mai arrivare alla pace. Quindi, per compiere il suo obbiettivo, raggiungere la pace nel mondo, ha bisogno dell’estinzione umana. Un altro filosofo, che si occupò del tema del raggiungimento della pace nel mondo, fu Immanuel Kant(1724-1804) che, nel 1795, pubblicò una delle sue più grandi opere: Per la pace perpetua in cui la discussione sul tema della pace tra gli stati, prende la forma di un trattato internazionale, comprendente sei “articoli preliminari” (in cui vengono elencate le condizioni necessarie al fine di eliminare le guerre tra gli stati) e tre “articoli definitivi”(che elencano le condizioni necessarie affinché si arrivi ad una pace duratura). Secondo Kant, senza il raggiungimento di questi articoli, gli uomini sono costretti a vivere in una sorta di “stato di natura bellicoso, in cui domina il diritto del più forte”. Per il filosofo illuminista, bisogna instaurare un ordine giuridico mondiale che egli definì con il termine “Weltbürgertum”. Il processo definito da Kant non è destinato ad attuarsi. Infatti, lo stato di pace non è un diritto inalienabile che dipende dalla natura, ma è uno stato legale che dipende dalla razionalità umana, quindi si configura come un progetto da seguire che non ha alcuna garanzia di realizzazione. Infatti, nella sua opera, egli scrisse:<< Se è dovere, e se è un insieme di fondata speranza, realizzare lo stato di un diritto pubblico, sebbene soltanto in un avvicinamento che procede all’infinito, allora la pace perpetua […] non è un’idea vuota, ma un compito>>(Per la pace perpetua, cit.,p.204). Per Kant la prima condizione per raggiungere tale obbiettivo è l’instaurazione di una costituzione repubblicana 10 in tutti gli stati. In questo modo, se correttamente attuata, servirebbe l’assenso di tutti i cittadini per poter iniziare una guerra, quindi, gli uomini sarebbero costretti a riflettere a lungo prima di poterla iniziare. Per la pace perpetua indica una possibile via per poter eliminare la guerra e raggiungere la pace. Però, si tratta di un progetto utopico dato che dipende esclusivamente dalla razionalità umana. Di conseguenza il mondo sarà ancora colpito da guerre che impediranno la realizzazione della pace nel mondo. È per questo motivo che Ultron, per raggiungere lo scopo per cui è stato creato, ha bisogno di estinguere la razza umana. Durante il film Ultron canta una canzone appartenente all’universo Disney, “I’ve got no Strings” di Pinocchio: I’ve got no strings (io non ho fili) “To hold me down (che mi tengono) To make me fret, or make me frown (mi fanno agitare, o corrucciare) I had strings (avevo i fili) But now I’m free (ma ora sono libero)”. In questo modo Ultron afferma di essere libero e non controllato, anche se in realtà la sua concezione, riguardo la pace nel mondo e riguardo la natura umana, deriva dal suo creatore Tony Stark. 11 Recensione del videogioco Journey di Marco Borrelli Journey è un videogioco pubblicato nel 2013 in cui il protagonista, una figura rossa incappucciata e il cui volto viene celato al giocatore tranne che per due punti bianchi a indicare gli occhi, ha come obbiettivo di arrivare in cima ad una montagna. La trama è a libera interpretazione di chi gioca, così come l’identità del protagonista e la sua storia. Durante il viaggio il personaggio non dice niente e le uniche informazioni che vengono date al giocatore sono fornite in alcune visioni (anche esse prive di dialogo) in cui il protagonista interagisce con un’altra figura incappucciata, identica a lui solo più alta e con una tunica bianca, che gli mostra la storia di una antica civiltà le cui uniche tracce sono delle rovine che si attraversano nel corso del gioco. All’inizio del gioco non si ha alcuna informazione sul perché, il dove e il come avvenga tutta la vicenda e alcune dinamiche diventano chiare solo verso la fine del gioco, ma soprattutto lo scopo del protagonista. Infatti nell’ultima delle visioni, a cui ho accennato prima, la figura bianca lascia intendere al viaggiatore che altri prima di lui hanno affrontato questo viaggio e tutti loro sono morti alle pendici del monte e questo accadrà anche a lui. Quando il protagonista arriva ai piedi del monte diventa sempre più debole per via del rigido clima ma non si ferma finche’ la sciarpa, che simboleggia la sua energia, si accorcia fino a scomparire e la figura si accascia sulla neve. In quel momento compaiono sette figure bianche, una per ogni visione, e il corpo del protagonista si rialza iniziando a illuminarsi mentre, allo stesso tempo, gli ricresce la sciarpa. Poi, nel momento in cui scompaiono le figure, salta oltre le nuvole e arriva sulla cima della montagna, dove si incammina fino al centro della luce che segna la fine del viaggio. Quindi a sorpresa viene inquadrata la montagna dalla cui cima esce una piccola luce che attraversa ogni tappa del gioco fino ad arrivare nel punto in cui è iniziato e da quel punto emerge un altro viaggiatore per iniziare un nuovo viaggio. La filosofia del gioco può avere molte interpretazioni che, a mio parere, rimandano alla ricerca dello scopo della vita e alla ricerca della conoscenza. La montagna può essere vista sia come scopo che come mezzo per raggiungere una conoscenza più alta, perché il protagonista non sa niente e la vede come un faro che lo aiuterà a comprendere la sua esistenza e ciò che lo circonda. Il personaggio che insiste nel cercare di arrivare alla cima della montagna può essere interpretato come l’uomo alla continua ricerca della conoscenza. Quando finisce il gioco e riparte il viaggio, la figura, che riaffronta tutto il percorso e riceve di nuovo informazioni come se non le avesse mai avute, ricorda l’idea di 12 Platone che afferma che l’uomo vuole un sapere del quale si ricorda solo vagamente, non tanto da conoscerlo ma abbastanza da sapere che è reale. Passiamo ad un altro punto: la figura bianca. Questo essere è identico al protagonista solo più alto e sembra avere coscienza di tutto ciò che circonda il viaggiatore e di ciò che lo attende mentre nel finale compaiono sette figure bianche che sembrano dare al protagonista la forza per arrivare in cima. Queste figure possono essere sicuramente interpretate come una sorta di divinità, guida o essere superiore che osserva il protagonista durante tutto il suo viaggio finche’, alla fine, lo aiuta ad arrivare in cima alla montagna e completare il suo percorso. La scena finale in cui il protagonista “muore” e compaiono le sette figure bianche, potrebbe rappresentare una specie di giudizio, come se queste entità siano lì per guidare il protagonista del gioco e giudicare se merita di raggiungere la sua meta. Questi personaggi rappresentano la religione in generale, cioè la premessa che c’è sempre una o più divinità che guidano e aiutano l’uomo durante la sua vita, ma comunque non sono un indicatore forzato sulla reale esistenza di qualcuno o qualcosa di divino: la loro esistenza solo nelle visione e, nel caso del protagonista, in punto di morte lascia trasparire la possibilità che essi non siano reali. La loro similitudine col protagonista, che è anche un altro rifermento religioso in quanto Dio creò secondo la Bibbia l’uomo a sua immagine e somiglianza, si può interpretare anche come il protagonista, durante le visioni, che si confronta con la versione di se stesso del precedente viaggio quindi più sapiente che gli spiega cosa deve fare, mentre nel finale è come se fosse se stesso che si dice “non mollare”. Un altro aspetto molto affascinante è il multiplayer, ossia un sistema per far giocare due persone insieme che hanno lo stesso gioco da diverse console, che in questo gioco, mentre in genere viene usato per far combattere i giocatori istigando tra loro la violenza, viene usato solo per avere un “compagno di viaggio” e i giocatori sono propensi ad aiutarsi tra loro dando quindi un messaggio di amicizia e fratellanza anche tra sconosciuti. 13