Crichton, Michael (1942 - 2008) Congo, Garzanti, 1981 [Congo

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Crichton, Michael (1942 - 2008) Congo, Garzanti, 1981 [Congo
Crichton, Michael (1942 - 2008)
Congo, Garzanti, 1981
[Congo, 1980]
[9]
Solo il pregiudizio e un’illusione ottica della proiezione di Mercatore ci impediscono di renderci
conto della vastità enorme del continente africano. Con una superficie di oltre trenta milioni di
chilometri quadrati, è grande pressappoco quanto l’Europa e l’America settentrionale messe
assieme. E’ quasi il doppio del Sud America. E come delle sue dimensioni, abbiamo un’idea
sbagliata della sua vera natura: il Continente nero è in massima parte deserti infocati e sconfinate
pianure erbose.
[121-122]
Il viaggio da Tangeri a Nairobi attraverso l’Africa era più lungo di quello da New York a Londra
attraverso l’Atlantico – cinquemilaottocento chilometri, un volo di otto ore. Ross le trascorse alla
consolle del computer sviluppando quelle che chiamava “linee di probabilità dell’iperspazio”.
Lo schermo mostrava una carta dell’Africa generata dal computer e attraversata da linee
multicolori. “Sono tutte linee tempo,” disse Ross. “Possiamo esaminarle per scoprire gli elementi di
durata e di ritardo”. Sotto lo schermo c’era un orologio che segnava il tempo trascorso totale e che
continuava a cambiare i numeri.
“Cosa vuol dire?”
“Il computer sta scegliendo il percorso più rapido. Abbiamo appena identificato una linea tempo
che ci porterà sul posto in sei giorni diciotto ore e cinquantun minuti. Adesso stiamo cercando di
ridurre ulteriormente quel tempo”.
[…]
Mentre guardavano, il computer passò a cinque giorni ventidue ore e ventiquattro minuti.
“Meglio,” disse Ross, annuendo. “Ma non è ancora l’ottimo.” Premette un altro pulsante e le linee si
spostarono, tendendosi come strisce di gomma sul continente africano.
“Questo è il percorso del consorzio,” disse, “si basa sulle nostre ipotesi riguardanti la spedizione.
[…].
[249-250]
Nel loro ingresso nella Città perduta di Zinj, la mattina del 21 giugno, mancavano del tutto quegli
elementi misteriosi e romantici che caratterizzavano i resoconti ottocenteschi di simili esplorazioni.
[…] A loro interessavano soltanto i diamanti. […] Secondo la simulazione del computer dell’ERTS,
il modo migliore per riuscirvi era di disegnare una pianta della città. Con una pianta in mano,
sarebbe stato relativamente semplice dedurre l’ubicazione dei giacimenti dalla disposizione delle
strutture urbane.
Prevedevano di disporre di una pianta utilizzabile della città entro sei ore. Servendosi di
trasponditori RF, dovevano soltanto piazzare un uomo a ognuno dei quattro angoli di un edificio,
facendo premere il radio-cicalino a ogni angolo. Contemporaneamente nel campo due ricevitori
distanziati tra loro avrebbero registrato questi segnali, permettendo al computer di riportarli su due
dimensioni. Le rovine erano però assai vaste, un’area di oltre tre chilometri quadrati. Un
rilevamento a mezzo radio li avrebbe costretti a starsene separati l’uno dall’altro nella fitta
vegetazione – e questo, considerando quanto era accaduto alla spedizione precedente, non sembrava
assennato.
L’alternativa era quelle che l’ERTS chiamava rilevamento non sistematico o “metodo coda di
tigre”. […]
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