Introduzione

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Introduzione
Introduzione
Sono persuasa che tutti, nella propria vita, facciano talvolta esperienza di essere attraversati da sentimenti di stupore
e di meraviglia per la straordinaria bellezza del Creato e
che molti colgano, a un livello più alto, la realtà di una irresistibile Presenza di Dio.
Credo anche che per ciascuno di noi, prima o poi, nella
propria vita, si verifichi il tempo delle risposte. L’emersione cioè, del cosiddetto: «tempo pieno», «tempo opportuno», «tempo maturo», in cui il cammino dell’uomo, attraverso una continua successione di qualità, perviene alla
compiutezza, dando i suoi frutti.
Ed è così che anch’io, con pacata discrezione, vedo e vivo
il mio «oggi».
Come tempo pieno, in cui la maturità cronologica dell’età
adulta coincide con l’umile consapevolezza di aver percorso un cammino qualitativo nello Spirito, che chiede di rivelarsi e di farsi dono per gli altri.
Un tempo opportuno per mettere in atto, con convinzione e consapevolezza, quanto amici, compagni di viaggio,
accompagnatori della mia crescita umana e spirituale, da
tempo hanno auspicato.
Infine un tempo maturo, cioè di pienezza, in cui il vissuto
profondo fuoriesce, trabocca, si estende cercando l’incontro con l’altro; con qualunque altro, perché il desiderio di
Dio, ogni giorno più bruciante, sempre si accompagna e si
nutre di rispetto per il mistero divino che abita ogni umana esistenza.
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Un profondo di sé allora, dilatato, divenuto luce, calore,
desiderio cocente di bene che riveste con delicatezza l’altro, perché l’altro semplicemente viva.
Il tentativo di quanto detto, è espresso in questo libro, dal
titolo: In terra solitaria il germe dell’amore. È una raccolta
di poesie-preghiere, che abbraccia un ampio arco di tempo, segnato da una scelta radicale e da uno scenario naturale inconfondibile, memoria sorgiva di creatività e culla
di una esperienza incisiva, che ha segnato la mia vita successiva.
In queste poesie si possono individuare tre filoni importanti: il mistero cosmico, il mistero liturgico, il mistero
della ricerca e tutti e tre sono attraversati e sostenuti da un
filo rosso sotterraneo, costituito dalla costante tensione
verso il vero e l’autentico del «sé».
Un sé perennemente rivolto alla «Sorgente» e perciò aperto sempre alla relazione rinnovata con gli altri.
Nel concludere, auguro al lettore la disponibilità a lasciarsi coinvolgere in questo linguaggio «altro» della comunicazione: quello poetico; che crea, che conserva le sue qualità
sensibili rivolgendosi al corpo e all’anima, e perciò linguaggio vivente.
Un lettore, quindi, attento e attivo nella partecipazione
dell’intenso vissuto spirituale delle poesie-preghiere, per
ravvivare in sé momenti di stupore e di grazia, e inserirsi
così in quel cammino inedito di molti, che va dalla terra
dello «scarto» alla terra della «Pienezza», attraverso il desiderio pieno, per l’altro, e l’intima coscienza della «nostalgia dell’Eterno».
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L’Assoluto io cerco
Segnata nel tempo, fissata per l’eternità,
l’alba radiosa della mia vita, ha avuto il suo principio.
Il mio cammino inizia, lungo il sentiero impervio,
che segna all’infinito,
il crescere della mia esistenza.
Dirupi e valli attraverso,
terra secca e campi ubertosi, lascio dietro di me.
Spazi immensi di un cielo: di fuoco, di oro, di turchino,
io contemplo e saluto...
Il mio occhio guarda, e va oltre...
Il mio piede supera, e si affretta per altro...
Il mio essere assorbe, ma non trattiene...
La sua dinamica è oltre il creato, è al di là della visibilità...
È al confine della tangibilità,
è al superamento di ogni dominio e di ogni possesso.
Perché?
Forse che l’opera creativa non contiene in sé
la forza di saziare la brama di bene e di verità,
a cui l’uomo tutto aspira?
Sì, ma il mio anelito è posto oltre...
al di là di tutto... di questo tutto.
Ad altri è dato di celebrare in versi e canti
la creazione tutta,
ad altri è data la possibilità di concretizzare nell’arte
le linee stupende dell’armonioso universo...
Tutto lascio a tutti gli uomini
perché la conquista del Vero tutto
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risuoni di una verginità assoluta,
all’interno del mio essere.
È sera!
La certezza della speranza
mi fa contemplare il cielo stellato
e mi fa attendere l’incontro, desiderato e prossimo,
perché la notte,
realtà vitale della mia esistenza,
è satura... e con la sua densità,
diventa: silenzio, solitudine, vuoto, abbandono,
annientamento, morte.
E perciò capace di accogliere la Vita...
e lasciarsi assorbire da essa,
come l’unica possibilità di continuità
della mia stessa vita.
Il mistero si dischiude al mio occhio ansioso,
l’incontro si attarda
agli ultimi istanti di purificazione passiva:
“Togliti i sandali, perché la terra che calpesti è santa!”
Quasi inconscia ed esausta,
lascio cadere le mie ultime incompatibilità
con l’Essere...
E nel fuoco bruciante del “roveto ardente”
inconsumata, delirante,
canto all’Assoluto, possedente e posseduto:
“Come goccia che nel mar, torna a riposar
spenta, sono nel sole, dell’Eterno Amore”.
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Il tuffo per fede nel mistero dell’umiliazione
Mio Dio, so niente e so tutto!
La certezza della mia fede, Tuo dono,
mi dice che vivo nella Vita
e questo mi basta!
Il modo e la misura non mi importano...
È una certezza che diventa tangibile
nella misura in cui “guazzo” nel mistero abissale:
della umiliazione, della povertà, della solitudine...
Sii Tu solo, o mio Dio,
la sostanza del mio essere.
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Invocazione alla Vergine
O Vergine, la tua ferma fede
ti ha fatto faro luminoso,
che illumina la mia oscura fede;
la tua certa speranza
ti ha reso granito senza falle,
che rinfranca la mia incerta speranza;
il tuo ardente amore
ti ha fatto Madre feconda,
che riaccende il mio debole amore.
Il tuo essere Vergine-Madre,
ha concepito il Verbo!
Concedimi, per grazia, l’ardire,
di posare il mio capo sul tuo seno, perché:
Ascolti...
Le parole di vita dalla bocca del tuo Verbo
e mi consumi nella sua promessa,
lasciandomi contenere e contenendolo...
Palpi...
Le sue carni immacolate
e assorba la loro innocenza,
lasciandomi rivestire e rivestendomi di essa.
Assapori...
La sua divina sapienza
e viva nel gusto di essa,
lasciandomi invadere e invadendola.
O passività dell’Amore!
Gioco d’immenso gaudio!
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Alba senza tramonto!
Avvolgimi nella dinamica del tuo intrinseco operare.
E col Tuo e mio Verbo, Maria,
Vergine e Madre,
fammi consumare la mia esistenza terrena,
in attesa, ansiosa pace,
di quella celeste, immortale, infinita.
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Indice
Introduzione
L’Assoluto io cerco
Il tuffo per fede nel mistero della umiliazione
Invocazione alla Vergine
Desiderio desideravi
Nella notte della Tua Risurrezione
Pasqua Alleluia!
Mi sento amata e ho voglia di amare
Lasciandomi conoscere da Te
Dolcissima Trinità
Ostia bianca
In una notte stellata dopo le vigilie
Libertà dell’amore
Aperta al chiarore lunare
Vivere d’amore
Voglio gridare la vita
Nel mio morire la Tua vita
Nell’oscuro solco la pienezza della vita
Amore cielo sulla terra
Luce di vita nello Spirito
All’infinito ti cerco
Tu mi hai amata e cambiata
Amare è volare
Desiderio di Te
Dolcezza che si fa canto
Silenzio che si fa Parola
Tenerezza dell’attesa
Perdono vo cercando
Mi alzerò e andrò da mio padre
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Parola che è salvezza
Povertà felicità libera
Attesa satura di speranza certa
Luce oscura dell’offerta
E il Verbo si è fatto carne
Ascolto la natura e a Te mi rivolgo
Ti guardo Ostia bianca pane di vita
Nella pace di un mattino di chiarore
Risorto è!
Da te generato, generante
Istanti di risonanze infinite
Natale
Risveglio di gustosa ebbrezza
Mistero in silenzio adorato
Ti lodo e ti benedico padre
All’ombra di un chiostro
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