Prospettive e battaglie delle precarie e dei precari della ricerca
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Prospettive e battaglie delle precarie e dei precari della ricerca
Coordinamento Nazionale Ricercatrici e Ricercatori Non Strutturati Universitari Web: www.ricercatorinonstrutturati.it Mail: [email protected] CAMPAGNA DI MOBILITAZIONE PER IL RICONOSCIMENTO DELLA RICERCA COME LAVORO Perché mobilitarsi (1 di 2) Il 15 dicembre la Commissione Bilancio della Camera ha bocciato l’emendamento che abbiamo presentato insieme all’ADI, FLC CGIL e LINK per l’estensione della Dis-Coll agli assegnisti, ai dottorandi e ai titolari di borse di studio. Con questa decisione il Governo, contrariamente a quanto sancito dalla Carta Europea dei Ricercatori, si è rifiutato di estendere anche alle ricercatrici e ai ricercatori non strutturati il diritto a ricevere l’indennità di disoccupazione prevista invece per gli altri lavoratori parasubordinati. Con quale motivazione? Sebbene iscritti alla Gestione Separata INPS, secondo un’interpretazione alquanto discutibile dell’art. 22 della famosa legge 240/2010, per il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, il nostro rapporto di lavoro con l’Università si caratterizza come “ fortemente connotato da una componente formativa”. Per il Ministro Poletti, la cui considerazione degli studi universitari si sintetizza nel suo invito a conseguire una laurea modesta con 97 a 21 anni piuttosto che una a 28 con 110, fare ricerca non è dunque un lavoro. E in seguito anche il Sottosegretario all’Istruzione Faraone, con le sue dichiarazioni ha avallato questa visione per poi, in poche ore, ritrattare e smentire se stesso. CAMPAGNA DI MOBILITAZIONE PER IL RICONOSCIMENTO DELLA RICERCA COME LAVORO Perché mobilitarsi (2 di 2) A questo grottesco quanto paradossale tentativo di delegittimazione del nostro lavoro, del sistema universitario e della formazione in generale – iniziato dall’attuale Governo con la “Buona Scuola” – abbiamo deciso di rispondere: se questo non è un lavoro, allora sciopereremo alla rovescia! E di fronte alla evidente volontà politica di smantellare il carattere pubblico dell’Università e di creare un esercito di precari ricattabili, risponderemo con determinazione e coerenza: se una legge è ingiusta, va cambiata! Così come hanno fatto i precari della scuola nel 2014, ottenendo una vittoria storica contro l’abuso dei contratti a tempo determinato da parte del Governo, adiremo la Corte di Giustizia dell’Unione Europea per chiedere formalmente che il lavoro di ricerca sia sempre riconosciuto come tale anche nel nostro paese, e che i diritti di tutte le figure precarie che fanno vivere i dipartimenti, i centri di ricerca, i laboratori degli Atenei italiani vengano garantiti senza distinzione alcuna. Invitiamo tutti i ricercatori e le ricercatrici non strutturat* a rendere visibile il proprio lavoro quotidiano, per mostrare a chi ci governa e all’opinione pubblica quanto il funzionamento ordinario delle nostre università dipenda in gran parte anche dalle nostre attività. CAMPAGNA DI MOBILITAZIONE PER IL RICONOSCIMENTO DELLA RICERCA COME LAVORO Come Dopo aver partecipato alla compilazione e diffusione del questionario che abbiamo preparato per raccogliere informazioni sulla “materialità” del nostro lavoro e alla 7a Assemblea Nazionale del Coordinamento Ricercatrici e Ricercatori non Stutturat* a Firenze il 29 gennaio 2016, aderiamo allo sciopero alla rovescia. Indossiamo una maglietta rossa con la scritta #ricercaprecaria in ogni attività che realizziamo come ricercatori (lezioni, convegni, formazione, esami, ricerca sul campo, laboratori…). E’ un’occasione per renderci visibili e per raccontare le ragioni della nostra protesta, nonché le altre questioni che come Coordinamento stiamo cercando di portare avanti: sblocco del turnover, piano di reclutamento, figura unica pre-ruolo, valore legale del titolo di studio del dottorato, critica a questa “valutazione” della ricerca, qualità dell’università. Documentiamo questa campagna scattando foto che ci ritraggono con la maglietta rossa nei nostri contesti di lavoro, pubblicandole con l’hashtag #ricercaprecaria e condividendole sui social media del Coordinamento o inviandole al nostro indirizzo [email protected]. CAMPAGNA DI MOBILITAZIONE PER IL RICONOSCIMENTO DELLA RICERCA COME LAVORO Coinvolgere gli/le altr* Perché? In primo luogo perché l’estensione della DisColl è una battaglia di cittadinanza, sono in gioco i nostri diritti di lavoratori e lavoratrici. In secondo luogo perché è nostro dovere raccontare il mondo della ricerca anche fuori dai Dipartimenti e infine perché le scelte di questo Governo continuano a rispettare le raccomandazioni europee solo quando sono scritte dai “mercati” mentre vengono disattese quando si tratta di difendere i “diritti” sociali. Come? Gli studenti, il personale tecnico-amministrativo e il personale strutturato dell’università che desiderano aderire alla nostra campagna, potranno indossare una maglietta di colore arancione con l’#ricercaprecaria come segno di supporto e solidarietà. Il link per scaricare l’immagine da stampare sulla maglietta è qui. Vademecum dello sciopero alla rovescia 1. 2. 3. 4. 5. Indossare una maglietta rossa con l’immagine scaricabile a questo link durante le diverse attività lavorative che svolgiamo come ricercatrici e ricercatori. Fotografarci. Pubblicare la foto sui social contestualizzandola: presentazione xxx al convegno xxx; lezione xxx corso xxx; formazione ecc Chiudere il post con #scioperoallarovescia e #ricercaprecaria Condividere le nostre foto e quelle dei/delle nostr* collegh* sulle pagine personali e su quella del Coordinamento, o inviarla all’indirizzo [email protected] 6. Raccontare le ragioni della nostra mobilitazione in ogni occasione pubblica. 7. Invitare altr* precar* della ricerca ad unirsi alla mobilitazione. 8. Invitare gli/le studenti/tesse, il personale tecnico-amministrativo e il personale strutturato dell’università che desiderano aderire alla nostra campagna come segno di supporto e solidarietà a indossare una maglietta di colore arancione con la stessa immagine.