archeologia del paesaggio

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archeologia del paesaggio
CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI SIENA
ARCHEOLOGIA DEL PAESAGGIO
a cura di
Manuela Bernardi
IV Ciclo di Lezioni sulla
Ricerca applicata in Archeologia
Certosa di Pontignano (Siena), 14-26 gennaio 1991
EDIZIONI ALL'INSEGNA DEL GIGLIO
FIRENZE 1992
Premessa
L'“ Archeologia del paesaggio ” è un tema complesso di grande attualità, in un momento in cui è in
primissimo piano, all'attenzione internazionale, il rapido e consistente degrado dell'ambiente e la
massiccia modificazione del paesaggio, che determina la distruzione di ampie parti del nostro
patrimonio archeologico e, in generale, di tutte le tracce di organizzazione dell'ambiente operate nel
corso dei secoli dall'attività umana.
È ormai un imperativo per la comunità scientifica il raggiungimento di una conoscenza "globale" del
territorio, sia per avere risposte esaurienti a precise domande storiografiche, sia per affrontare il
problema della tutela e della pianificazione territoriale, includendo in questo termine anche le zone
urbane.
Di fronte ad un tema di tali proporzioni si impone l'approntamento di strategie che permettano di
razionalizzare le forze impiegate in questo tipo di intervento. E chiaro che la ricerca può essere
influenzata da diversi fattori, che determinano le modalità del suo svolgimento, a seconda che essa sia
programmata e non abbia pressanti limiti di tempo o di finanziamenti, oppure finalizzata ad una
particolare operazione di tutela. In ogni caso la valutazione preliminare della potenzialità dell'intervento
determinerà le procedure da adottare.
In un certo senso il IV Ciclo di Lezioni sulla Ricerca Applicata in Archeologia è la naturale
prosecuzione del precedente, dedicato ai problemi dello scavo. In quella sede erano stati messi a fuoco
alcuni aspetti della ricerca preliminari al lavoro sul campo, evidenziando l'importanza delle fasi
diagnostiche, che permettono una razionalizzazione dello sforzo scientifico operato su un campione
altamente significativo e soprattutto collegabile ad un quadro più ampio della dinamica insediativa.
Veniva inoltre sottolineato che tale collegamento doveva essere finalizzato ad una valutazione
complessiva del potenziale archeologico e all'apertura di un dialogo con i pianificatori del territorio
(cfr. R. FRANCOVICH, Premessa, in Lo scavo archeologico dalla diagnosi all'edizione, a cura di
R. Francovich e D. Manacorda, Firenze 1990, pp. 5-9).
Le due settimane di studio sull'Archeologia del paesaggio si ricollegano quindi al discorso avviato per
lo scavo ed hanno seguito una linea comune ai precedenti corsi, raccogliendo esperienze internazionali
non tanto per effettuare uno schematico confronto tra scuole, quanto per ricevere e dare spunti di
riflessione e focalizzare problemi che, pur appartenendo al mondo della ricerca, sono tuttavia
direttamente legati alla politica culturale.
Nel quadro delle trasformazioni ambientali le esigenze conoscitive non si limitano alla corretta lettura
diacronica del territorio, ma includono la ricostruzione dell'intero ecosistema.
Da qui una particolare attenzione agli studi paleoecologici, che non rappresentano solo un
complemento delle indagini archeologiche, ma sono in grado di suggerire modelli interpretativi
economici. Ad esempio l'analisi dei resti ossei animali può rivelare costanti tipiche nella strategia
economica del passato per quanto riguarda l'alimentazione, ma anche il tributo e l'imposta.
La paleobotanica, d'altro canto, applicata alla ricostruzione della dinamica delle aree boschive, o per
definire gli effetti ecologici del cambiamento della linea di costa, rappresenta aspetti della
trasformazione del paesaggio direttamente connessi all'antropizzazione quanto lo sono le tracce
materiali di insediamenti o della rete viaria.
La ricerca storica si lega indissolubilmente a quella archeologica, non solo come preliminare raccolta
di fonti scritte sul territorio esaminato, ma anche come chiave di lettura di fenomeni insediativi non
direttamente legati ad elementi climatici, idrografici e orografici. Gli studi sui documenti catastali ad
esempio forniscono dati topografici spesso molto precisi per la successiva verifica sul terreno, ma
sono soprattutto fonti insostituibili per capire l'organizzazione del territorio in relazione al potere
politico, i rapporti di proprietà, le modalità di imposizione dei tributi, la messa a coltura dei campi.
La molteplicità degli approcci possibili rende ovvia la considerazione che è indispensabile la massima
apertura al confronto interdisciplinare, in un campo di per sé oggettivamente complesso e che impiega
mezzi d'indagine di diversa natura, tanto più produttivi quanto più integrati con dati complementari.
Questo implica una particolare attenzione alla gestione razionale dei risultati per la costituzione di
banche-dati dirette alla tutela e per l'elaborazione di dati complessi (fonti d'archivio e bibliografiche,
documentazione raccolta durante il lavoro sul campo, cartografia di base, trattamento informatico delle
foto aeree ).
L'uso della tecnologia avanzata necessita uno sforzo di adattamento della mentalità da parte del
ricercatore, affinché superi la fase di "traduzione" informatica del record tradizionale, per passare ad
una acquisizione dei dati che preveda le grandi potenzialità dell'uso del calcolatore.
La discussione dedicata ai più generali problemi metodologici si affianca ad una serie di esempi di
ricerche e progetti in corso che, andando nello specifico dei metodi applicati in territori con
caratteristiche differenziate, costituiscono un terreno diretto di verifica dei metodi, dei risultati proposti
e di analisi critica.
La redazione della cartografia archeologica rappresenta allo stesso tempo un primo momento di sintesi
della ricerca ed una base di costruzione dell'interpretazione storica. Se in ambito specialistico le
differenti modalità di realizzazione della cartografia dipendono da scelte individuali, ma
compromettono relativamente la trasmissibilità del dato, molto più dibattuto è il problema
dell'approntamento di elaborati diretti ad interlocutori esterni non esperti, che utilizzano le carte
archeologiche per la pianificazione di lavori di pubblica utilità.
In questo caso è opinione ormai generalizzata che il supporto informatico sia indispensabile per
colmare il gap esistente tra elaborazione scientifica e rapido susseguirsi di eventi distruttivi a danno del
territorio e che permetta, inoltre, di utilizzare vari livelli di interfacciamento a seconda che 1'utente sia o
no uno specialista.
La redazione di documentazione cartografica archeologica, tematica o descrittiva, risulta comunque
un'urgenza per l'individuazione di aree "a rischio" e l'utilizzazione dei risultati dell'indagine conoscitiva
in fase di progettazione di grandi opere di trasformazione ambientale.
Per lo studio del paesaggio si ripropone, come per lo scavo, la discussione sulla pubblicazione della
ricerca, che può seguire strade diverse secondo il destinatario. Ma anche nel caso dell'edizione diretta a
specialisti non è superfluo chiedersi sotto quale forma pubblicare i dati, che cosa è utile che sia
analiticamente trasmesso come strumento di confronto per gli altri ricercatori, quale livello di sintesi si
debba raggiungere, quale supporto grafico sia preferibile, insomma come rendere una pubblicazione
scientifica chiara nelle sue linee sintetiche ma al tempo stesso ripercorribile senza punti di frattura nelle
sue strutture portanti.
La presenza di interlocutori internazionali ha costituito una rara occasione di confronto su temi
direttamente connessi alla politica di intervento e alle normative vigenti in Italia e in Europa sulla tutela
del patrimonio ambientale.
La ricerca si è aperta all'esterno, per un confronto diretto con i rappresentanti dei ministeri, delle
strutture di tutela e di progettisti durante la tavola rotonda su “ L'influenza della legislazione europea in
merito di valutazione ambientale sulla progettazione della ricerca archeologica ”.
Dal 1988 è in vigore per tutti gli stati membri la normativa CEE 85-377, che regola la realizzazione di
interventi sul terreno sulla base di una preventiva indagine di valutazione di impatto ambientale, le cui
spese devono essere sostenute da chi effettua i lavori. Le norme riguardano la costruzione di strade,
tracciati ferroviari, complessi produttivi, interventi agricoli, industrie estrattive, impianti turistici.
L'indagine preventiva comprende non solo il patrimonio storico, ma tutti gli aspetti naturalistici e
paesaggistici che definiscono il concetto globale di ambiente.
Da queste premesse emerge immediatamente la responsabilità di chi compie la ricerca sul territorio, e
che il lavoro interdisciplinare non è solamente un segno di apertura mentale, un mezzo per aggiungere
completezza ai risultati, ma una necessità reale ed impellente. In questo senso il ricercatore coglie, se
vogliamo anche in maniera traumatica, l'incisività delle proprie scelte e la responsabilità della
conoscenza del paesaggio nella trasformazione della cultura attuale.
Sulla base di esperienze già effettuate si possono calibrare gli interventi conoscitivi in relazione ai dati
già acquisiti e con l'ausilio di metodi d'indagine preliminare, come la ricerca bibliografica e di archivio,
l'interpretazione delle foto aeree, i risultati di ricerche di superficie già effettuate, gli esami
sedimentologici, le prospezioni geofisiche, stabilire i criteri di ricerca intensiva in aree così
determinate.
Tornano così in discussione tutti gli elementi che sono stati già accennati, cioè la strategia da adottare
in termini di "economia" che riguarda, questa volta, non solo lo svolgimento dell'analisi conoscitiva in
se stessa, ma coinvolge direttamente costi collettivi. Viene riconsiderato il canale e il modo di
comunicazione dei dati all'interlocutore esterno, la necessità di ritenere come fenomeno culturale
l'intero ecosistema.
Nel caso specifico italiano la norma CEE si giustappone alla legislazione vigente in materia di tutela
archeologica e ambientale, che, sebbene vanti una tradizione di non trascurabile portata (è opinione
diffusa che la L. 1/ó/1939 n. 1089 sia una buona legge, anche se carente nelle norme applicative),
tuttavia, con le successive L. 8/8/1985 n. 431 (disposizioni per l'individuazione, da parte delle regioni,
di aree di particolare interesse ambientale, ivi comprese le aree archeologiche) e L. 8/7/1986 n. 349
(istituzione del Ministero dell'Ambiente e norme in materia di danno ambientale) crea difficoltà di
coordinamento tra istituti di ricerca, organi di tutela ed enti locali.
L'inserimento delle zone di interesse archeologico nelle aree di vincolo ambientale crea anche un
problema di collocazione istituzionale della figura professionale dell'archeologo, sinora previsto solo
nell'organico degli uffici di tutela del Ministero dei Beni Culturali ed Ambientali.
L'applicazione di questo complesso normativo è un'impresa di grande impegno che va affrontata con
grande senso realistico e coscienza dell'attuabilità degli intenti.
Nella legislazione italiana, inoltre, risalta attualmente l'intento vincolistico, facendo apparire,
soprattutto agli occhi dei progettisti, le zone di "particolare interesse" come aree da
fossilizzare„opponendo una forza frenante ad un contesto in costante modificazione.
Chi "conosce" il territorio con le sue stratificazioni sa per certo che è il risultato di complesse
dinamiche, prodotte da quello che globalmente si intende come processo culturale. Questo dà uno
spunto di riflessione sul significato dell'approccio alla progettazione da parte degli organi di tutela e
degli enti di ricerca. Nessuno come l'archeologo, il paleoecologo, lo storico, sa che l'oggetto della sua
indagine è prodotto da cambiamenti che possono essere stati graduali e di lunghissima durata o
improvvisi e traumatici.
È forse compito degli esperti maturare la propria capacità di intervento, passando da operazioni di
puro salvataggio, che rischiano di risultare episodiche e di scarsa incisività globale, o, al contrario,
totali e paralizzanti, alle direttive, per la progettazione, verso una integrazione non distruttiva del nuovo
nel tessuto esistente.
Il “ IV Ciclo di Lezioni sulla Ricerca Applicata in Archeologia ” ha proposto ampie discussioni
metodologiche su numerose ed eterogenee esperienze in campo internazionale, I'incontro tra discipline
appartenenti ad aree umanistiche e scientifiche, la valutazione dell'applicazione di tecnologie avanzate.
Sono emerse anche oggettive difficoltà di coordinamento tra l'ambito della ricerca e quello della tutela
e la necessità di superare limiti e lacune istituzionali in sfere di intervento comuni.
L'elemento di maggiore crescita rimane comunque, a nostro avviso, la creazione di un'occasione di
dialogo tra ricercatori di diversa formazione e soprattutto tra quelle componenti che, con ruoli diversi,
operano nel campo della trasformazione reale del nostro passato sedimentato e con le quali il mondo
scientifico deve confrontarsi per legittimare pienamente il proprio lavoro di ricerca.
MANUELA BERNARDI
Direttore della Scuola: Riccardo Francovich
Direttore del Corso 1991: Martin O.H. Carver
Comitato Scientifico: Martin O.H. Carver, Mauro Cristofani, Riccardo Francovich, Eugenio La
Rocca, Daniele Manacorda, Tiziano Mannoni
Segreteria Scientifica: Manuela Bernardi
Elenco dei borsisti
AMENDOLEA Bruna - Uff. Beni Archeologici Provincia di Roma
ANTONACCI Elena - Università di Bologna BARBIERI Gabriella - Soprintendenza Archeologica
Etruria Meridionale
BEDINI Alessandro - Soprintendenza Archeologica di Roma
BOLDRINI Enrica - Università di Siena
BOTTAZZI Gianluca - Università di Bologna
BRACONI Paolo - Università di Perugia
BURGERS Gert-Jan - Vrije Universiteit Amsterdam
CIMINO Lea - Università di Siena
COCCIA Stefano - Università di Pisa
COPPOLA Giovanni - Centre de Recherches Archeologiques Medievales Caen
CUTERI Francesco - Università di Siena
DE MATTEIS Francesco - Università di Napoli
DE VITIS Silvia - Università di Bologna
DI GENNARO Francesco - Soprintendenza Archeologica di Roma
D'ASCOLI Antonella - Soprintendenza Generale di Collegamento Interventi post-sismici in
Campania e Basilicata
FILIPPI Fedora - Soprintendenza Archeologica del Piemonte
FIRMATI Marco - Università di Siena
FORTE Maurizio - Università “ La Sapienza ” di Roma
GARDINI Alexandre - Soprintendenza Archeologica della Liguria
GUAITOLI Maria Teresa - Università di Bologna
GUIDERI Silvia - Università di Siena
HOBART Michelle - Università di Siena
MANCONI Dorica - Soprintendenza Archeologica per l'Umbria
MARAZZI Federico - Università di Torino
MASCIONE Cinzia - Università di Siena
MENCHELLI Simonetta - Università di Pisa
MENEGHINI Roberto - Soprintendenza Archeologica Comune di Roma
MICHELETTO Egle - Soprintendenza Archeologica del Piemonte
MONACCHI Daniela - Soprintendenza Archeologica per l'Umbria
MOSCA Annapaola - Università di Bologna
PAROLI Lidia - Museo dell'Alto Medioevo, Roma
PRADOS TERREIRA Lourdes - D.to Prehistoria C.S.I.C., Museo Arqueologico Nacional, Madrid
PALAZZO Paola - Università di Siena
STAFFA Andrea - Soprintendenza Archeologica dell'Abruzzo
VALENTI Marco - Università di Siena
VALOR PIECHOTTA MAGDALENA - Università di Siviglia
VENTURINO Marica - Soprintendenza Archeologica del Piemonte
VIDRICH PERKO Verena - Mestni Muzej Ljubljana
VOLPE Giuliano - Scuola Superiore Studi Storici S. Marino
VULLO Nicoletta - Università di Bologna
Programma (*)
Prima settimana
14 gennaio
ore 15: F. Sisinni, L. Berlinguer, M.O.H. Carver, R. Francovich
Prolusione
ore 16: B. D'Agostino
Introduzione
METODI E LINEE DI RICERCA
15 gennaio
ore 9: G. Leonardi
Analisi del territorio: modalità e diacronia del popolamento
ore 11: A. Flerning
Landscape Archaeology in the British Uplands: opportunities and prob1ems
ore 15: J. Bintliff
New directions in the techniques of archaeological field survey
ore 17: C. Fozzati (1)
Valutazione della risorsa archeologica nei siti umidi
L’APPROCCIO PALEOECOLOGICO
16 gennaio
ore 9: P. Murphy
Paleobotanical studies of coustal and submerged sites
ore 11: D. Gilbertson
The phytolith content of bioarchaeological sediments. Advances in studies of the grain size
distribution of sediments
ore 5: O. Rackham
Trees and woodland in history and archacology of the landscape
17 gennaio
ore 9: L. Castelletti (2)
Archeobotanica: il caso italiano
ore 11: A. Cecca (3)
Industria ed archeologia: i sistemi “ Agusta ” per il telerilevamento e loro applicazioni
Pomeriggio a disposizione
18 gennaio
ore 9: G. Barker
The contribution of archaeozoology to landscape archaeology: approaches to subsistence, economy
and environment
ore 11: A. Jones
Methodologies for examinations of coprolites
FOTOINTERPRETAZIONE E TRATTAMENTO INFORMATICO DELLE IMMAGINI
ore 15: F. De Guio
Archeologia del paesaggio e calcolatori
ore 17: W. Ferri
Il trattamento informatico dei dati. Fotogrammetria ed Archeologia: acquisizione ed elaborazione
dei dati
19 gennaio
ore 9: D. Gilbertson
Escursione nel territorio di Montarrenti
Seconda settimana
21 gennaio
ore 9: C. Musson
Peepoles of the past: aerial survey and air-photo interpretation in Wales and other parts of Britain
ore 11: R Whimster
The contribution of aerial photography to the study and management of archaeological landscapes
in England
STORIA E ARCHEOLOGIA NELLO STUDIO DEL PAESAGGIO
ore 15: J.P. Vallat
Catasto, fiscalità e storia del paesaggio in Italia e nel Medio Oriente
22 gennaio
ore 9: A. Giardina (4)
I paesaggi romani tra catastrofi e storia economica
ore 11: A. Carandini
Dell'utilità del concetto di chiefdom nella ricerca sul territorio
ore 15: R. Comba (5)
Lo studio del paesaggio attraverso le fonti storiche
LA RICERCA SUL CAMPO
ore 17: M. Pasquinucci
Ricerche topografico-archeologiche in aree dell'Italia settentrionale e centrale
23 gennaio
ore 9: Il "Progetto Volterra"
E. Regoli
Dall'A1begna al Cecina: progetti e paesaggi a confronto
N. Terrenato
La Valle del Cecina. Ricerca di un metodo
ore 11: P. Leveau
Les monlins romains de Barbegal dans leur environnement - relecture de 1'histoire économique de
la cité d'Arles à lafin de l'Antiquitè à la lumiere d'une histoire du milieu
ore 15: T. Potter
25 years fieldwork and excavation in the Ager Faliscus, and its contribution to the understanding of
landscape history
ore 17: G. Rosada
Il paesaggio tra fonti e archeologi: il caso della decima regio
24 gennaio
ore 9: C. Redman (6)
Planning and conducting archaeological surveys
ore 1l: C. French
Alluviated fen-edge prehistoric landscapes in Cambridgeshire - England
ore 15: A. Ruiz (7)
El Alto Valle del Guadalquivir. Un modello de po61amiento vinculado a la consolidacion del poder
aristocratico durante la 2/a mitad del I milenio a.C.
ore 17: A. Guidi
La ricerca di superficie in funzione della progettazione e realizzazione di opere pubb1iche (strade,
gasdotti, linee ferroviarie)
ELABORAZIONE E EDIZIONE DEI DATI
25 gennaio
ore 9: G. Azzena
Tecnologie cartografiche avanzate applicate alla topografia antica
ore 11: E. Mitchell
Modelli informativi automatici applicati in archeologia. Orientamenti ed esempi
ore 15: Carta Archeologica d'ltalia (Forma Italiae): esperienze e nuove prospettive
M. Guaitoli (8)
Rilevamento ed elaborazioni tematiche nell'attuale situazione degli studi
P. Sommella
Il supporto informatico nella fase documentaria e di edizione dei dati
ore 17: E. Fentress, M.G. Celuzza, F. Cambi (9)
L'edizione di un'indagine sul territorio. La Valle dell'A1begna
26 gennaio
ore 9: Tavola rotonda su: impatto ambientale e risorse archeologiche
Introduce M.O.H. Carver:
L'influenza della legislazione europea in merito di valutazione ambientale sulla progettazione della
ricerca archeologica
Interventi di A. Clementi, A. Guidi, A. Nuzzo, P. Guzzo, A. Manacorda, S. Rossi
(*)Per gli interventi non pubblicati rimandiamo in nota ad una bibliografia sommaria di riferimento.
(1)AA.VV., Palafitte: mito e realtà, Verona 1970;AA.VV., Paludi e bonifiche. L'ambiente storico, 8/9, Roma
1985-86; AA.VV., L'eau et les hommes en Méditerranée, Parigi 1987; AA.VV., Déplacement des lignes de rivage en
Méditerranée d'après les données de l'archèologie, Parigi 1987; G. BAILEY, J. PARKINGTON, The Archaeology of
Prehistoric Coustlines, Cambridge 1988;I. MORRISON, Landscape with Lake Dwellings, Edinburgo 1985;K.
MUCKELROY, Maritime Archaeology, Cambridge 1978; Archaeology under Water, a cura di K. Muckelroy, New
York - London 1980;P. PETREQUIN, Gens de l'eau gens de la terre. Ethno-archèologie des commanautes lacustres,
Parigi 1984;A.-M. PETREQUIN, P. PETREQUIN, Le Nèolittique des lacs. Prehistoire des lacs de Chalain et de
Clairvaux (4000-2000) av. J.-C., Parigi 1988.
(2) L. CASTELLETTI, Legni e carboni, in Scienze in Archeologia, a cura di T. Mannoni e A. Molinari, Firenze 1990,
pp. 321-394, con bibliografia generale.
(3) Dimostrazione pratica.
(4) La lezione non ha avuto luogo.
(5) R. COMBA, Metamorfosi di un paesaggio rurale: uomini e luoghi del Piemonte sudoccidentale dal X al XVI
secolo, Torino 1983; ID., Le origini medievali dell'assetto insediativo moderno nelle campagne italiane, in Storia
d'Italia, Annali, 8, Torino 1985, PP. 369-401; ID., Contadini, signori e mercanti nel Piemonte medievale, Bari 1988.
(ó) La lezione non ha avuto luogo.
(7) La lezione non ha avuto luogo.
(8) La lezione verteva su tecniche applicate a ricerche in corso e pertanto non è possibile alcun riferimento all'edito.
(9) I. ATTOLINI et al., Political geography and productive geography betwen the valleys of the A1begna and the
Fiora in Northern Etruria, in Roman Landscapes. Archaeological Survey in the Mediterranean Region, Atti del
Convegno, Roma, 1988, a cura di G. Barker, J. Lloyd, Rome - London 1991, pp. 142-152; F. CAMBI, E.
FENTRESS, Il progetto topografico ager Cosanus - Valle dell'Albegna, in Structures de l'habitat et occupation du
sol dans les puys méditerranécns: les methodes et l'apport de l'Archèologie extensive, Actes de la rencontre organisèe
par l'Ecole Francaise de Rome (Paris, 12-15 novembre 1984), a cura di G. Noyé, Rome-Madrid 1988, pp. 165-169;
La romanizzazione dell'Etruria. Il territorio di Vulci, Catalogo della mostra, a cura di A. Carandini, Milano 1985; F.
CAMBI, L'archeologia di uno spazio geografico. Il progetto topografico ager Cosanus - Valle dell'Albegna, “
Archeologia Medievale ”, XIII (1986), pp. 527544; ID., Carte diacroniche degli insediamenti: alcuni esempi, in La
cartografia archeologica - Problemi e prospettive, Atti del Convegno internazionale (Pisa, 21-22 marzo 1988), a cura
di M. Pasquinucci e S. Menchelli, Pisa 1989, pp. 217-239.