Capitolo 2B - Hina World (Community)

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Capitolo 2B - Hina World (Community)
Capitolo 2B: un nuovo mondo (seconda parte)
La vita di Sosuke come membro dei Crossbow ebbe ufficialmente inizio. Lemon divenne lo
sponsor del team ma veniva trattato più come un addetto alle commissioni dato che gli
venivano affidati strani incarichi e subiva le angherie di Nami e degli altri.
I combattimenti nell‟Arena avevano di solito luogo di sera. La maggior parte delle gare si
disputava durante i weekend, lasciando i più piccoli e deboli team al di sotto della Classe
B a gareggiare durante gli altri giorni.
Dopo aver ingaggiato Sosuke come pilota il team Crossbow impiegò all‟incirca una
settimana per terminare tutti i lavori di manutenzione sul loro RK-91 Savage.
Ricambiarono tutte le parti di muscolatura danneggiate con componenti nuove e
sostituirono inoltre tutte le placche di armatura e le parti del sistema idraulico rotte che
causavano la fuoriuscita di liquido. Quando ebbero terminato l‟AS era davvero in ottime
condizioni.
Era in corso una discussione tra tutti i membri su come colorare il Savage. Il budget era
sufficiente per permettere una ricolorazione, ma non riuscivano a trovare un accordo sui
colori. Ecco come iniziò la diatriba. Durante la concitata discussione Sosuke si allontanò
silenziosamente e tornò dal negozio nell‟hangar con due latte di tintura.
“Cosa sono quelle?”
“Ora vedrete”.
Alla domanda di Nami, Sosuke prontamente rispose. Senza esitazione versò il colorante e
la soluzione dentro la pistola ad aria compressa, si infilò guanti e mascherina e senza
alcun permesso si arrampicò sul Savage ed cominciò a dipingerlo.
Il colore era bianco (matte).
Quando ebbe finito con il bianco, dipinse le spalle, i gomiti, le ginocchia ed alcune parti
della testa di un blu scuro quasi nero.
Nami lo osservava lavorare mentre consumava il pranzo.. Fissò il Savage Bianco ed
inclino la testa da una parte pensierosa.
“Non è che sia brutto... ma non dà l‟impressione che sia debole?”
“E‟ lo stesso colore dell‟ AS su cui operavo”.
“Oh...”
“Non era debole. E‟ un buon presagio”.
“N... ne sei sicuro?”
“Sì. Perdona la mia testardaggine, ma da questo momento in avanti intendo chiamarlo AL
II” disse Sosuke annuendo.
Sembrava soddisfatto con il Savage Bianco, stata fissando quella „rana raddrizzata‟
appena dipinta come una sottospecie di eroe. Tornato in se vide come tutti coloro che gli
stavano intorno lo fissavano con sguardi interrogativi.
“Vi sembra strano?”
“Ha - ha” risposero tutti quanti nello stesso istante con freddezza. Alcuni gli chiesero di
ridipingerlo ma Sosuke non cedette.
Era raro per un ragazzo solitamente riservato diventare così insistente per una cosa del
genere, e dal momento che il modo in cui era stato dipinto non era comunque malvagio,
decisero di lasciarlo come si trovava.
“Credo che in un certo senso anche lui abbia un lato carino” sussurrò più tardi Lemon a
Nami. “Sai, quei colori mi ricordano il robot di un anime che guardavo quando ero un
ragazzino”.
“Di quale robot si trattava?”.
“Goldrake”.
„Goldrake era il nome di un cartone animato giapponese che anni prima era stato molto
famoso in Francia. Il titolo originale era „UFO Robot Grandizer‟. La serie era stata rilasciata
anni prima dell‟era degli AS, prima che fossero inventati.
“Non ci assomiglia per niente”.
“In effetti no... aspetta... ma come fai a conoscerlo?”
“Lo guardai quando venne ritrasmesso da queste parti. Ma non ha importanza... torna a
lavoro! Lavora! Il prossimo incontro è domani! Sino ad allora dobbiamo lavorarci sopra
finché non sarà completamente perfetto!” urlò Nami all‟intera squadra.
Nami, con una chiave inglese in mano e completamente ricaricata si voltò a fissare il
Savage.
L‟incontro del giorno successivo fu una vittoria totale.
Così il successivo ed i seguenti.
Nel giro di un mese il „Crossbow‟ diventò famoso in tutta Nam Sak come la nuova stella
nascente.
≈≈≈≈≈≈≈≈≈≈≈
Le orecchie erano tempestate dalle grida delle sirene.
Il rombo del motore faceva tremare la cabina di pilotaggio.
In alto, in basso a sinistra ed a destra, la cabina era scossa da ogni direzione.
Un primo piano dell‟AS di seconda generazione avversario era inquadrato sugli schermi.
La sua linea era sottile ed era irrobustito da un‟armatura spigolosa. Sembrava non avere
la testa. Ma un sensore posto su una sottospecie di torretta fuoriusciva dal corpo e spesso
ricordava agli spettatori un carro armato od un mezzo pesante.
L‟ AS – un Mistral II – avanzava facendo roteare un gigantesco martello che teneva in
mano. Sosuke, muovendosi all‟ultimo istante con la sua macchina evitò l‟attacco.
Ogni membro si muoveva con grande coordinazione.
La scena proseguì.
L‟entusiasmo degli spettatori penetrava l‟armatura sulla quale si riflettevano le luci
abbaglianti.
Sosuke diede alcuni comandi e mosse le gambe senza alcuno sforzo ottenendo piena
risposta da corpo meccani e riuscendo a fare lo sgambetto al Mistral II.
L‟avversario barcollò cercando di mantenere l‟equilibrio ma riuscì ad evitare le mosse
dell‟altro quando ormai era troppo tardi. La sua mano sinistra fu presa e lanciata nella
direzione opposta facendo perdere completamente l‟equilibrio.
Per rendere la cosa più interessante il Mistral II cadde nel terreno dell‟Arena ma non
essendo il colpo inferto fatale il suo pilota riuscì in qualche modo a resistere.
Era ancora a terra sulla schiena e decisamente vulnerabile poiché i movimenti del pilota
erano rallentati dall‟attimo di disorientamento causato dalla caduta. Sosuke non esitò.
Senza mostrare alcuna pietà estrasse la sua rozza arma, una grossa ascia da battaglia.
Anche se la chiamavano ascia in realtà non tagliava l‟avversario. Era piuttosto molto simile
ad un martello.
Una parte vitale del generatore fu completamente distrutta causando istantaneamente un
surriscaldamento ed un crollo del sistema. Bianchi sbuffi di fumo fuoriuscirono dall‟addome
del Mistral II accompagnati da rombi che scossero l‟atmosfera.
“Il vincitore è Crossbow!”
A quella dichiarazione gli spettatori dell‟Arena eruppero in un boato. Senza rispondere al
loro entusiasmo il Savage Bianco ritornò velocemente verso il paddock.
Attraverso la radio Sosuke poteva sentire l‟eccitazione di Nami e del resto del team.
Blateravano cose tipo:
“Ottimo lavoro!”
“Sei il migliore, ragazzo!”
“Ancora poco ed andremo in Classe A!”
E continuavano ad acclamarlo.
“Non c‟è nessun problema” disse Sosuke mentre ripristinava il normale livello di potenza
dell‟AS.
Nessun problema.
Apparentemente era questo che provava. C‟erano momenti in cui non provava
assolutamente nulla. Né malizia, né orgoglio. Non importava quanto le persone lo
ringraziassero o lo acclamassero, non si sollevava una sola increspatura nel cuore di
Sosuke.
Specialmente quando si trattava di affrontare combattimenti ad un certo livello.
Era il suo modo di sentirsi in quelle occasioni.
Queste battaglie non erano reali. Dopotutto era solo una disciplina sportiva. Nei veri
combattimenti si tastava l‟intento omicida che permeava l‟aria, la sensazione della vita e
della morte che palpitavano dentro le ossa sino all‟ultimo istante, dove in un istante la
tensione sembrava prolungarsi in eterno. Questi finti combattimenti non riuscivano
neanche lontanamente ad avvicinarsi.
Ma cosa sto facendo?
Ogni volta che si sentiva gli occhi addosso, poteva avvertire la sua irritazione salire dentro
di lui. Sosuke non poteva combattere normalmente in quelle condizioni.
Anche quelle battaglia facevano parte di un piano più grosso. Lasciare Tokyo, arrivare in
questa città, partecipare agli spettacoli dell‟Arena, c‟era una ragione per tutto questo. Tutto
questo serviva per portarsi allo stadio successivo del piano che lo avrebbe condotto ad
una battaglia molto più grossa. Sosuke non sapeva se avrebbe trovato o meno il nemico.
Ma era tutto ciò che poteva fare da solo, ed era ben conscio di quel fatto.
Però nello stesso istante Sosuke avvertiva un certo tipo di conforto a vivere a Nam Sak.
Per la prima volta da quando Sosuke aveva cominciato a vivere a Tokyo non stava
affrontando alcuna difficoltà. Non doveva misurarsi con letteratura antica o storia
giapponese. Poteva dichiarare apertamente di essere un pilota di AS e sfruttare le sue
capacità di auto-difesa senza preoccuparsi che qualcuno lo ritenesse strano. La strategia
di vivere in naturalezza di fronte ad un nemico formidabile senza potersi confrontare con
lui era implacabile.
E poi vi erano Nami, Lemon, Ash ed i ragazzi del team di manutenzione.
Il suo rapporto con i membri del team Crossbow era molto simile a quello che aveva con i
suoi colleghi della Mithril più che con gli amici a scuola.
Naturalmente Sosuke si era divertito molto con i suoi compagni, ma Nami e gli altri, grazie
al loro modo di fare molto asciutto, erano di approccio molto più semplice. La connessione
tra di loro non era la cosiddetta “passione giapponese”, il loro legame aveva una base
molto più logistica. Nami era la padrona, Lemon lo sponsor, Ash e gli altri il team e Sosuke
era il pilota. Un contratto li legava insieme e grazie a quello potevano associarsi l‟uno con
l‟altro molto più facilmente.
Vivere in questo modo non era brutto.
Sosuke si sorprese a pensarla in questo modo.
Dopotutto non era trascorso molto tempo dall‟incidente a Tokyo.
“Sosuke, mi stai ascoltando?”
La voce insistente di Nami attraverso la radio lo riportò alla realtà.
“Cosa?”
“Diamine! Sbrigati e spegni il motore, il carburante non costa poco! Stupido!”
“Ricevuto. Lo spengo subito.”
Dopo aver fermato il Savage all‟interno delle linee di parcheggio all‟interno del paddock,
Sosuke arrestò il motore diesel. Utilizzando l‟energia rimasta all‟interno dei condensatori,
abbassò l‟AS nella posizione di avvio e bloccò le articolazioni. Poi, in base alla procedura,
spense il sistema di controllo.
Quando aprì la cabina e scese dall‟AS, Ash ed il resto del team lo circondarono dandogli
pacche e congratulandosi con lui. Dietro di loro Lemon stava trafficando con la sua
macchina fotografica preparandola velocemente e con estrema sicurezza. Lemon aveva
pianificato di fare una foto agli spettatori appena dopo il combattimento ma subito dopo il
termine Sosuke aveva fatto rientro prima di dargli la possibilità di immortalare l‟evento.
“E che diamine! Quanta confusione! Fuori dai piedi, fuori dai piedi!”
Nami fece da parte Ash e si fermò di fronte a Sosuke.
Schiarendosi la voce si rivolse a lui “Grazie per il tuo lavoro, eccoti la paga di oggi.”
“Grazie.”
Sosuke prese il pacchetto che Nami gli stava porgendo.
“Uhm... è stata una buona prestazione” aggiunse Nami guardando in un‟altra direzione e
subito dopo, come se fosse imbarazzata da ciò che aveva detto, si diresse
precipitosamente nel paddock.
“Se non mi sbaglio ormai è innamorata cotta” disse Ash diversi giorni dopo mentre stavano
pranzando nell‟area di ristoro vicino alla zona di manutenzione.
Ash era un soldato addetto alla manutenzione dell‟esercito della Germania dell‟Est.
Durante le vicissitudini dei primi anni 90 si era recato in Unione Sovietica ma prima che il
devastante temporale di pulizia e devastazione irrompesse nell‟Europa dell‟Est, la
Germania dell‟Ovest riuscì ad ottenere una miracolosa unificazione. Ash fu uno dei pochi
“Tedeschi dell‟Est” promossi nella fazione orientale a non trovare un lavoro. Poco prima
dell‟unificazione con il dispiegamento degli RK-89 per il plotone del Trattato di Varsavia
aveva fatto tre anni di esperienza nella manutenzione dei veicoli militari. Subito dopo si
diresse in questa cittadina del Sudest Asiatico dove ora lavorava per Nami.
“Chi? E con Chi?”
“Nami... con te.”
“Capisco. Non è irragionevole, anzi, è una possibilità” disse Sosuke come se fosse cosa di
poca importanza e gli occhi di Ash si fecero tondi.
“Ooh! Queste sono parole forti, ragazzo!”
”Per quanto possa dirlo, in base agli standard di questa città le mie abilità di pilota sono
estremamente elevate. E‟ naturale che lei, in quanto il capo, faccia le sue valutazioni.”
“No, non è quello che intendevo...” Ash scrollò le spalle con esasperazione.
“Ciò che intendo dire è che si sta affezionando a te nello stesso modo in cui una donna si
innamora di un uomo. Sigh... se la vedi noterai che Nami è piuttosto popolare. E‟ il tipo di
ragazza che non si cura di essere rozza o di parlare in modo maleducato. E‟ bellissima
qualunque cosa faccia. Molti ragazzi dei team, anche altri piloti le hanno fatto una
proposta ma sono stati tutti rifiutati. Perfino io.”
“Credo tu ti stia sbagliando. Parla con Lemon tanto quanto parla con me” disse Sosuke
senza arrivare al punto.
Loro tre vivevano sempre insieme ma per la maggior parte del tempo erano Nami e
Lemon a parlare tra di loro continuamente. Di sua natura, Sosuke era un uomo di poche
parole. Parlava soltanto quando c‟era qualcosa da dire. Quindi solitamente, a meno che
qualcuno non si rivolgesse a lui, non iniziava mai una conversazione. Inoltre non si
lamentava mai. Era Nami che ogni volta che si avvicinava a lui con un piatto di pasta o
qualcosa da bere a chiedergli “Ti va questo?”.
“E‟ solo perché si trova a suo agio a parlare con il signor Lemon. Ma quando prova a
parlare con te è come se non riuscisse a trovare un aperta. Lo trovo piuttosto divertente.”
“Non è che semplicemente mi odia?”
“Non credo proprio...” rise Ash. “Quando non sei qui nel paddock sai cosa ci chiede
sempre Nami? Dov‟è Sosuke? Non credo che si comporterebbe in quel modo per una
persona che non le piace.”
“Non riesco a capire.”
“E di te cosa mi dici, ragazzo?”
“A proposito di cosa?”
“Nami. Cosa pensi di lei?” lo stuzzicò Ash. E Sosuke per la prima volta considerò
seriamente i sentimenti che provava per lei.
Nami mi piace.
Era quello che probabilmente provava. Dopotutto era divertente quando erano insieme e
poteva rilassarsi quando, insieme a Lemon, potevano parlare di sciocchezze. Pensava
che Nami fosse bellissima quando la mattina rimaneva davanti allo specchio asciugandosi
i capelli e poi sistemandoseli a coda prima di uscire per andare al paddock.
Allora perché mi sento così? Provava lo stesso indistinto sentimento che aveva già avuto
in passato.
Era soltanto perché Nami le assomigliava in modo incredibile. Energetica, che scendeva a
compromessi ma senza pietà e che si rifugiava nel ridere di Sosuke. Spensierata.
Irradiava molto spirito combattivo. Forse era naturale che si sentisse debole quando aveva
a che fare con quel tipo di donna.
“E‟ possibile che mi piaccia” rispose Sosuke in una voce che non lasciava trasparire
significati.
Se una donna che lo conosceva lo avesse sentito dire una cosa simile in quei toni si
sarebbe sicuramente infuriata. Nessuno aveva mai insegnato a So sule che desiderare
una persona in modo onesto e con cuore sincero è una virtù. E tutto perché viveva in un
mondo che era rimasto troppo a lungo segregato dall‟amore. I compagni che aveva prima
che si unisse alla Mithril erano soliti dire che era come essere dei marinai. Una donna era
un porto. I suoi compagni avevano relazioni a lunga distanza con le loro ragazze. Per un
uomo cresciuto in simili circostanze Sosuke aveva mostrato a Kaname i suoi sentimenti
nell‟unico modo che conosceva, essendo troppo onesto e speranzoso. Ecco perché ora si
trovava a combattere in quel luogo.
Lei è la persona più importante per me, pensava Sosuke. Nessuno lo stava forzando e
non aveva niente a che fare con l‟essere virtuosi.
Ecco perché nelle mani dell‟Arbalest mentre scendevano con il paracadute dal cielo nella
notte di Natale, non aveva evitato di rispondere alla domanda di Tessa Testarossa.
Probabilmente la amava, ecco tutto. Ed anche adesso la pensava in questo modo.
Ma allora cosa avrebbe fatto.
Cosa avrebbe detto se Nami le avesse posto la stessa domanda di Tessa?
Non lo so.
Sosuke si sorprese a notare quella sua mancanza di confidenza.
Infatti iniziava a ricordare con difficoltà il volto di Kaname Chidori. Ed erano passati solo
due mesi. Il suo viso sorridente, quel ricordo che ognuno dovrebbe tenere così saldo da
non scambiarlo per nessun‟altra memoria, stava diventando vago.
Non riesco a ricordare il colore delle scarpe che indossava quasi sempre.
Non riesco a ricordare a quale polso metteva l‟orologio.
Ma ciò che più lo scioccava era il fatto di non riuscire a ricordare il colore del fiocco che
indossava praticamente ogni giorno.
Era un fiocco rosso?
Pensava che fosse stato rosso. Ma non ne era completamente sicuro. Forse era giallo.
A causa del suo lavoro questo genere di descrizioni sarebbero dovute rimanere
fermamente nella sua memoria, ad esempio nel caso in cui fosse necessario dare la sua
descrizione via radio, in modo da averle sempre a disposizione.
Allora perché stavano diventando così fugaci?
Perché ne aveva perso il segno così facilmente?
“Come mai quella faccia seria?” chiese Ash dopo aver osservato il cupo profilo di Sosuke.
“Non avrai lasciato una donna nella tua città natale?”
“No” blaterò fissando il pavimento di calcestruzzo colorato ad olio.
Proprio mentre Nami, la persona di cui stavano parlando, fece il suo ingresso nella zona di
manutenzione.
“Dannazione, sta arrivando.”
Con fare teatrale Ash fece il gesto di chiudere la bocca con una cerniera. Apparentemente
questa conversazione sarebbe dovuta rimanere tra loro.
“Ash! La pausa pranzo non è già terminata? Ora torna a lavoro.”
“Va bene, va bene. Sissignora.”
Ash si alzò con uno zelo eccessivo e tornò verso l‟AS. Nami si avvicinò a Sosuke mentre
stava riordinando i vuoti contenitori del pranzo.
“Sosuke, tieni.”
Mise a forza un piccolo pezzo di carta di fronte alla sua faccia. Era scritto in modo fitto e
con una calligrafia che era tutt‟altro che nitida e leggibile.
“Cos‟è?”
“La lista della spesa. Le cose che ci servono principalmente. Tu e Lemon andrete
insieme.”
Prendendo il foglietto, Sosuke diede una veloce occhiata alla lista.
“Ci sono moltissime componenti speciali di AS. Non si trovano nei normali negozi” disse.
“Cosa? Vuoi dire che non sei mai stato al „mercato‟?” disse Nami accigliata.
“Mercato? Ne ho sentito parlare.”
“Puoi acquistare tutte le cose che sono nella lista. Prosegui nella direzione del passaggio
ad est, il mercato è parallelo a quello.”
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Diversi carri erano raggruppati tutti insieme ed in piena attività. Questa era una città dove
era possibile trovare
qualsiasi tipo di equipaggiamento. La sua abbondanza di
componenti di AS poteva essere facilmente comparata a quella di un esercito al fronte. Al
lato destro e sinistro della città, in una zona di circa 500 metri, tutto era estremamente
caotico. Questa era l‟area di Nam Sak in cui erano radunate e vendute parti di AS
provenienti da tutto il mondo.
Era il „mercato‟ di cui Nami aveva parlato ed era ciò che rendeva Nam Sak, Nam Sak.
Parti di muscoli provenienti dalla Francia. Sensori ottici della Repubblica Cieca.
Componenti di frame in titanio dalla Germania. Unità di raffreddamento da Istrale. Fibre
ottiche giapponesi. Processori dagli Stati Uniti.
Un venditore di strada aveva un polso di un AS su un display. E quello vicino aveva una
lavagna con l‟inventario attualmente a disposizione scritto in grezzi caratteri a mano.
<<Realizzato da GTTO Corp. / Sistema C122 invertebrale / Prodotto nel „95>>
<<Femore di Savage usato per frame di tipo C / Test di stress completo / Realizzato in
Cina>>
<<IFAV standard / Sistema di torsione RJ23 / Quasi nuovo>>
Insieme a tutte le componenti per AS vi erano applicativi elettronici che erano stati
smembrati e riuniti insieme dalle varie regioni. Oggetti tipo parti di computer o CD e DVD
di software erano venduti come materiale di merchandise per aumentare i profitti.
Infatti molti clienti non provenivano soltanto dall‟Area. I prodotti elettronici venduti erano
molto ambiti da persone ordinarie e semplici turisti.
Alcuni di loro erano probabilmente di piccoli paesi in via di espansione. C‟era anche un
gruppo di personale Militare autorizzato che stava intraprendendo un‟animata discussione,
tramite un interprete, con un venditore di componenti, nel tentativo disperato di abbassare
il prezzo di alcune parti a cifre ragionevoli.
“Sembra di essere ad Akihabarai”.
Sosuke ricordò il trambusto e la ressa dell‟Electric Town quando una volta andò insieme al
suo compagno, quando si trovava a Tokyo, Shinji Kazama, a fare un giro. Ovviamente
questo posto non era grande come Akihabara, ma in qualche modo dava la stessa
sensazione di atmosfera caotica.
Lemon storse le sopracciglia a ciò che Sosuke aveva detto.
“Ah... un mio amico è andato laggiù quando era in visita turistica e me ne ha parlato. Ha
detto che è famosa come Porn Town”.
“Era Electric Town”.
“Quello è un nome superato. Ora è soltanto piena di manga erotici e porno shops con
complessi giochi da lolita.”
“Non so perché il tuo amico la pensi in questo modo, ma probabilmente si tratta solo di un
equivoco.”
“Lo credi davvero?” disse Lemon senza particolare interesse e dando un assaggio alla
salsa piccante che teneva in mano. L‟aveva comprata poco prima da un venditore
ambulante.
“Urca... è davvero forte...”
“Allora non mangiarla.”
“No, è molto buona.”
“Avevo sentito che i francesi erano di gusti raffinati.”
“Sono soltanto pregiudizi. E‟ la stessa cosa della nostra conversazione su Akihabara. Per
tua informazione sono uno a cui piace mangiare porcherie.”
“Capisco” rispose Sosuke in tono assente, cercando di avanzare tra la folla del mercato.
Poteva vedere equipaggiamenti militari e materiale come parti di AS venire venduti senza
alcuna difficoltà per tutto il mercato. Nonostante avesse sentito della sua reputazione, il
vigore di questo mercato andava oltre la sua immaginazione.
E’ sorprendente...
Se avesse dovuto farlo, avrebbe descritto questa cittadina come un luogo nel mondo in cui
elicotteri da combattimento e parti di carroarmati sono spesso venduti in saldo. Per quanto
ne sapeva, in base alle spiegazioni di Nami, se giocavi bene le tue carte potevi perfino
mettere mano su alcuni pezzi di artiglieria e relative munizioni. Era molto difficile trovare
una cittadina come questa nel resto del mondo.
L‟accesso a parti di AS o componenti speciali era sempre costantemente riservato. L‟unico
sistema per ottenerle era attraverso mercanti specializzati di armi al quale prezzo
bisognava sottostare e molto spesso l‟acquirente non sapeva mai il prezzo finale. Quando
Sosuke fu ingaggiato come mercenario nel Sudest Asiatico, 2 o 3 anni prima, non aveva
idea che esistesse una simile città.
Comunque...
“Da quando il giroscopio della TI Corp. Costa 400$?” chiese Sosuke con un mezzo sospiro
osservando il listino prezzi di un venditore.
“E‟ molto costoso?”
“No, è il contrario. Il prezzo più basso che conoscevo era intorno ai 2000$. E‟ ciò che spesi
un anno fa per comprarne una dozzina.”
“Wow. Allora i prezzi sono crollati” disse Lemon con interesse. “Una macchina come l‟AS
sta iniziando ad essere largamente diffusa. Credo che il mercato sia in espansione.”
“Non è così semplice”
Sosuke si ricordo le parole di Andrej Kalininn. Non sapeva ancora se quell‟uomo fosso
vivo o morto.
“Questo mondo è anormale...”
Quelle parole pronunciate tanto tempo prima gli tornarono in mente rimbombando
rumorosamente nella sua testa.
La velocità con gli AS si stavano diffondendo nel mondo aveva raggiunto un livello tale che
perfino lui, un membro delle generazioni più giovani, trovava strano. Di recente provava
sempre più spesso questa sensazione.
Comparati al percorso evolutivo dei sistemi di armamento, gli AS non erano decisamente
anormali?
Le persone di questo mercato non potevano nemmeno immaginare l‟estensione del potere
delle ultime macchine sperimentali. Questa era l‟opinione di Sosuke dopo l‟esperienza
dell‟Arbalest, che aveva il „Lambda Driver‟ installato, e quindi lo conosceva molto bene.
Come una persona in grado di comprendere la tecnologia degli AS più avanzati,
guardando queste persone nel mercato ignare di tutto ciò, Sosuke comprese quanto fosse
innaturale quel genere di tecnologia.
Perché? Perché era così urgente arrivare a quell‟evoluzione?
Ecco cosa pensava. Lui era solo un soldato, lo capiva senza aver bisogno di pensarci che
era soltanto una pedina che non aveva nessun tipo particolare di potere in questo mondo.
Ma Sosuke percepiva vagamente, ed inevitabilmente, che c‟erano motivazioni nascoste
nella nebbia.
Ed era possibile che tutti nella Mithril provassero la stessa sensazione.
Qualcosa era strano.
Non poteva dire di preciso cosa fosse. Ed inoltre nessuno ne parlava. Quella forma di
malessere, che fungeva come una sorta di bi bi di un allarme elettronico, era l‟unico avviso
di Sosuke.
Lemon nel frattempo aveva scattato alcune foto al profilo di Sosuke con la sua fotocamera
digitale.
“Scattare una foto senza dire nulla, non è un po‟ rude?”
Sosuke lo osservò con sospetto e Lemon diede una scrollata di spalle.
“Ha ha. Non otterrei buone fotografie se mi preoccupassi ogni volta di sembrare rude e
chiedessi il permesso.”
“In altre parole hai un modo particolare di fare il tuo lavoro.”
“Esatto. Sono una specie di piccolo artista.”
“Usare una piccola macchina fotografica digitale non può considerarsi arte.”
Lo disse con un umorismo decisamente freddo e Lemon fece uno strano sorriso.
“Se fossi in uno studio, realizzando fotografie per modelle allora sarebbe una cosa
diversa. Ma io sto andando in giro per il mondo, ed è molto meglio. Se portassi in giro una
reflex a singola lente, prima o poi qualcuno finirebbe per rubarmela. A me basta qualcosa
che funzioni.”
“Quello che dici è sensato”
“3 milioni di pixel sono sufficienti. E‟ questa la mia arte”. Lemon non si stava gongolando,
era semplicemente onesto. Osservandolo con curiosità, Lemon continuò a fissare Sosuke.
“Sono interessato nella tua arte di combattimento.”
“...”
“Non sei il classico soldato da quattro soldi. E‟ la cosa che penso ogni volta che ti vedo
combattere nell‟Arena. Per farla breve, tu non combatti solo per la necessità di tirare
avanti. Il tuo vero obiettivo è molto più grande, è qualcosa di molto distante. Se non fosse
così, non saresti in grado di combattere nel modo in cui lo fai. Ecco cosa penso.”
Gli occhi di Sosuke incontrarono lo sguardo di Lemon per un istante.
In quel momento, per la prima volta, Sosuke comprese che Michael Lemon non era
semplicemente il reporter spensierato che sembrava. Gli occhi dietro gli occhiali erano
intelligenti e sembravano sapere che qualcuno li stava giudicando dal momento che
Lemon fissò Sosuke dritto negli occhi.
“Sento che il tuo splendido modo di combattere non risiede nelle normali capacità. Lo
avverto come fotografo. E‟ come una forma d‟arte. Quando piloti un AS, anche un
dilettante come me può avvertirlo. So che riesci a gestire le cose da solo...”
“Credo sia così” blaterò Sosuke come se stessero parlando di affari altrui “è vero che è
l‟unica cosa che faccio con orgoglio.”
Era così che andavano le cose.
Fotografi, disegnatori, modelle e musicisti. Sosuke aveva incontrato moltissime persone a
Tokyo che esprimevano il loro talento attraverso quelle cose. Volevano essere ricchi,
desiderati, vedere i cuori delle persona danzare quando gli venivano mostrati i loro talenti.
Allora io cosa possiedo?
Pensava di non avere nulla. Ma da una diversa prospettiva non sembrava quello il caso.
Combattere.
Combattere era l‟unico modo con cui poteva esprimere se stesso.
Danzare in mezzo al fuoco nemico ed essere immerso in battaglie e distruzioni era
davvero l‟unico modo con cui poteva esprimere se stesso?
Kaname.
Allora Chidori, quella volta io...
Il petto di Sosuke ebbe un sobbalzo come quei tristi pensieri gli tornarono alla mente.
“Uh... mi dispiace. Non era mia intenzione rendere la conversazione così profonda...”
Improvvisamente...
Dietro di loro nella strada, due auto della polizia con le sirene spiegate si fermarono con
una frenata rumorosa. Le persone che stavano facendo acquisti nel mercato quella sera si
erano già fatte da parte o fermate a guardare non appena avevano visto le volanti fare la
loro comparsa.
“?”
Due ufficiali balzarono fuori dalle auto estraendo immediatamente le pistole dai loro foderi.
Utilizzando le portiere antiproiettile delle auto come copertura puntarono le loro armi verso
Lemon e Sosuke!
“Fermi dove siete!”
Sorpreso Lemon tentò di riflesso di nascondersi dietro un mercante rimasto fermo in piedi
ma Sosuke lo fermò.
“E‟ meglio fare quello che dicono.”
“Eh? V... va bene...” rispose Lemon timidamente. Quindi raddrizzò le spalle, indurì il volto
e si affiancò a Sosuke appena il poliziotto diede nuovi ordini.
“Mettete le mani bene in vista dove possiamo vederle, voltatevi e porgeteci le spalle e poi
inginocchiatevi a terra ed infine stendetevi. Movimenti distini e lenti.”
“Signor poliziotto?” provò a dire Lemon “credo che ci sia stato un equivoco...”
“Muovetevi!”
“Sigh. Lento o veloce che sia hai già deciso cosa fare...”
Blaterando tra sè Lemon seguì le istruzioni dell‟ufficiale. Sosuke fece altrettanto.
Una terza auto giunse sul posto.
Sosuke e Lemon furono obbligati a mettersi in una posizione di totale sottomissione, stesi
proni a terra con le facce sporcate dall‟umida strada e impossibilitati a vedere chi fosse il
poliziotto sceso dalla terza auto.
Il rumore dei suoi stivali faceva un suono sordo sul terreno non appena il nuovo arrivato si
avvicinò a loro.
Aveva occhi acuti, stretti come una fessura e leggermente rialzati. Al contrario dei suoi
occhi la sua apparenza dava esattamente l‟impressione contraria. Le sue guance erano
rotonde e rosee ed era difficile stabilire dove finisse il collo ed iniziassero le spalle. Era
basso e con rotoli di grasso che fuoriuscivano dalla cintura tutto attorno alla vita. Era come
se stessero fissando un maiale in piedi di fronte a loro che si sforzava di sembrare
intelligente. Fu quella la prima impressione che ebbero dell‟uomo in uniforme dritto davanti
a loro.
“Ci hanno segnalato un paio di giovani straieri che stavano rubando dal mercato. E questa
informazione deriva da una fonte altamente affidabile” disse l‟uomo. La sua voce era
stridula e noiosa.
“Siamo giunti il prima possibile e sono contento di vedere che abbiamo catturato i sospetti
più velocemente di quanto mi aspettassi. Però è davvero una tristezza. Chi avrebbe mai
pensato che i due sospetti sarebbero stati i membri di un team che sta dando spettacolo
nell‟Arena...”
Era una storia ridicola. Le accuse erano chiaramente e completamente fasulle.
Lemon protestò urlando di rabbia con la faccia ancora appoggiata al terreno.
“Cosa? Che diamine? Quando è stato ucciso Rick non vi siete interessati minimamente
anche se noi... ugh!”
Uno degli ufficiali afferrò la gola di Lemon e gli ributtò la testa nel terreno costringendo
Lemon ad emettere un grugnito per il trattamento ricevuto.
“Stai buono e fai silenzio, straniero. Sto solo facendo il mio dovere” disse l‟uomo mentre gli
altri ridevano.
“Tu che sei così ligio al tuo dovere, come ti chiami?” chiese Sosuke in un tono che
suggeriva che fosse decisamente seccato e facendo tremare leggermente le labbra
violacee dell‟uomo.
“Non è necessario che tu lo sappia, straniero. Puoi semplicemente chiamarmi „capo‟.”
“Sarà di aiuto, è semplice da ricordare.”
“Allora c‟è un‟altro aspetto estremamente delizioso”.
Il „capo‟ fece tremare le labbra ancora una volta e la sua sottile lingua uscì a leccarle prima
di sparire dentro la sua bocca.
“Dovresti ricordartene. Dopo questo dovresti cambiare quell‟attitudine verso di me...”
Detto questo mosse il suo stivale tirato a lucido per calciare la faccia di Sosuke ma riuscì
soltanto a graffiargli una guancia.
Piegandosi su un ginocchio il „capo‟ si abbasso e sussurrò nell‟orecchio di Sosuke “la
prossima volta non ti mancherò, hai capito? Sagara Sosuke-kun?”
Akihabara: conosciuta anche come Akihabara Electric Town è un quartiere di Tokyo, in Giappone. E‟
conosciuta come una delle maggiori aree commerciali della terra di componenti elettroniche, computer,
materiale di anime, oggetti da otaku sia nuovi che usati.
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Moeru One Man Force di Shoji Gatou
Edito da: Kodansha © 2006
Scansioni e Reperimento immagini di: John Petrucci Blu
Realizzato da HinaWorld Translations
Traduzione ed Adattamento di: John Petrucci Blu
http://www.hinaworld.it - http://www.hinaworld.net

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