breve guida alla repubblica dominicana

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breve guida alla repubblica dominicana
BREVE GUIDA ALLA REPUBBLICA DOMINICANA
Questa piccola guida a Santo Domingo vuole anche essere il primo augurale benvenuto
in uno dei Paesi più belli dei Caraibi spagnoli.
La Repubblica Dominicana, meravigliosa isola di lunghe spiagge bianche ed alte verdi montagne,
con la più antica e meglio conservata città coloniale dei Caraibi, ospita oggi alcuni dei più nuovi e splendidi Hotels e Resorts
del Caribe ed è stata definita, crediamo non a caso, “Il più antico e nascosto Tesoro dei Caraibi”.
Ci auguriamo che questi appunti di viaggio possano servirvi per trovare quasi tutte le cose utili al vostro viaggio o soggiorno.
Il visto è di tipo “turistico” e si acquista all‟aeroporto di
arrivo, pagando una tassa d‟ingresso di circa 10 euro.
MONETA LOCALE
Il Peso Dominicano (sigla RDP) ha un cambio collegato
al dollaro, pari a circa 30 pesos per 1 dollaro USA.
1 peso vale circa 50 lire del vecchio conio.
ABBIGLIAMENTO
In qualsiasi stagione ci si rechi a Santo Domingo,
l‟abbigliamento sarà basato soprattutto sul cotone e sul
lino. Assolutamente sconsigliabili le fibre sintetiche.
Prendete un pullover e pantaloni più caldi solo se
pensate di salire in montagna... perché qui c‟è la cima
più alta dei Caraibi: Pico Duarte a 3.175 metri.
Per camminare, se non siete sulla friabile sabbia delle
spiagge dominicane, portate calzature comode, meglio
se di cuoio leggero.
Non dimenticate le scarpe da mare (o i sandali di plastica
“da tedeschi”) se voleste visitare la barriera corallina.
In genere ci si veste in modo del tutto informale, anche
se è apprezzato un tono abbastanza elegante, in molti
ambienti, anche durante il giorno. La sera non sono
richiesti abiti particolari: bastano una camicia o una polo.
Alcuni Resorts di lusso e di prima categoria richiedono,
però, un abbigliamento più formale anche se l‟obbligo
non è di strettissima osservanza.
Consigliamo, ad ogni modo, una giacca leggera per le
serate nei vari locali, ristoranti, night-clubs e discoteche.
Ultimo, ma non meno importante,: una K-WAY potrà
essere utile, specie durante escursioni e lunghe
passeggiate perché ai Caraibi, non essendoci una
stagione delle piogge vera e propria, è facile imbattersi in
brevi scrosci d‟acqua.
Questo, lo diciamo con solo una punta d‟ironia, è
davvero il sistema d‟innaffiamento più antico e garantito
del mondo e permette di irrigare con regolarità e nella
quantità giusta la splendida vegetazione di queste isole
tropicali.
A Santo Domingo, potrete ammirare uno dei migliori
risultati al mondo di questo sistema naturale.
CORRENTE ELETRTRICA
110 volts. È utile portare in valigia una spina del tipo
americano (con presa europea).
TAXI
Si trovano in tutti i Resorts.
Il prezzo è ufficiale e basato sul percorso (non esiste il
tassametro).
Si può contrattare il noleggio anche per più ore, anche
con attesa del conducente, o per l‟intera giornata
(conveniente).
SHOPPING
I souvenirs più interessanti sono i gioielli di AMBRA e
LARIMAR, le due pietre semipreziose dell‟isola, montate
in oro e argento per la gioia del gentil sesso.
Santo Domingo detiene il più grande deposito mondiale
di ambra, la resina fossilizzata di un pino estinto 60
milioni di anni fa. E‟ una pietra trasparente, spesso con
intrusioni di insetti, terra, gocce d‟acqua e residui vegetali
preistorici.
Il colore è di un caldo miele con tonalità dal giallo al
violetto. L‟ambra più pregiata ha splendidi riflessi blu.
E‟ usata da molti anche come talismano e portafortuna.
Il LARIMAR, invece, è una varietà specialissima di
turchese, dal delicato colore celeste con sfumature e
strie di bianco.
Questa pietra è presente solo in Repubblica Dominicana
e venne scoperta negli anni Settanta dal giolielliere
Miguel Mendez che le ha dato il nome aggiungendo a
quello di sua sua figlia LARISSA la parola MAR: Larimar
è l‟acronimo che richiama il senso di “lacrime di mare”.
Troverete molti altri oggeti in mogano, tartaruga e
macramè e bellissime amache in corda intrecciata.
Da non dimenticare il Rhum: le milgiori marche sono:
Siboney
Bermudez (centenario)
Brugal (ottimo, forse il migliore).
CLIMA
La repubblica Dominicana gode del clima caldo tropicale
tipico dei Caraibi del Nord.
La temperatura media annua è di 25°. Il mese più caldo
è Agosto ed il mese più fresco Gennaio. Il clima è
temperato dai venti Alisei, che soffiano favorevoli e
costanti dal mare. Predominano le notti gradevoli
particolarmente nelle zone interne. La Repubblica
Dominicana si trova nella fascia del Tropico del Cancoro,
dove il sole è sempre di casa.
VACCINAZIONI
Non è richiesto alcun tipo di vaccinazione o profilassi.
VISTO
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vedono le quotazioni dei loro quadri salire di anno in
anno.
Qundi ci troviamo di fronte ad una società e ad una
cultura, quelle dominicane, aperte e disponibili,
lontanisssime da condizionamenti “folkloristici” o
populistici.
E‟ forse anche per questo che l‟isola dà l‟impressione di
un Paese dall‟eterna giovinezza, dove la vita continua a
brillare proprio come deve essere per “il più antico e
nascosto tesoro del nuovo mondo”.
MUSICA: IL MERENGUE
Imperdibili i dischi di merengue di Villalona e dei 4:40
EL ALCAZAR
E‟ stata la casa, il Palazzo di Don Diego COLOMBO,
figlio di Cristoforo Colombo.
Edificio costruito nell‟anno 1514, per molti anni fu sede
della Corte spagnola nel Nuovo Mondo (Vicereame).
Attualmente è stato restaurato per intero e con molta
cura nella ricostruzione dei particolari e degli ambienti
dell‟epoca. Qui Alberto Lattuada ha ambientato lo
sceneggiato TV “Cristoforo Colombo” (RAI, fine anni 80).
LA CUCINA DOMINICANA
Santo Domingo offre la possibilità di gustare in pieno e
nel modo più autentico alcune delle specilità più genuine
della cucina creola. Qui, infatti, il mangiare “criollo” è
ancora diffuso in tutti gli strati della popolazione.
Come in Italia si mangiano gli spaghetti, nelle case di
Santo Domingo si gusta il SANCOCHO (pron. sancocio),
sorta di stufato dal sapore pieno e robusto.
Questo piatto, certamente il più popolare, è composto da
tre o più tipi di carne e da svariati tipi di legumi.
In generale la cucina dominicana ha due rami principali;
: quello contadino dell‟interno e l‟altro più spiccatamente
marinaro della zona costiera.
Entrambi partono da una materia prima davvero
eccellente.
Santo Domingo è tra le pochissime isole dei caraibi,
infatti, a poter vantare sia ricchi allevamenti di bestiame
da macello (e qui il filetto ha los tesso livello di giusto che
in Argentina o negli States) che una pesca abbondanbte,
ricca in varietà e di buona qualità.
Si cucina non solo e non tanto il piccolo pesce di taglia
media, da affettare in larghe trance e consumare cotto
alla griglia, spruzzato di spezie delicate e laim (il piccolo,
sugosissimo e famoso limoncino dei Caraibi ).
I crostacei, infatti, sono abbondanti ed assolutamente
squisiti. Ricordiamo: la “langostina” (ne servorono anche
15 – 20 in un piatto) dalla caratteristica corazza
arancione a piccoli pois bianchi; la Langosta, invece, è di
taglie da noi diomenticate, ma è meno saporita; i granchi
giganti, gli astici ed altre specie comel a buonissima
conchiglia Lambì.
I modi di cottura di questi prodotti sono due: alla griglia o
in acqua bollente.
Detto prima che “...de gustibus... con quel che segue, noi
vi consigliamo il secondo modo che è anche quello
largamente preferito dai dominicani .
Con la bollitura si conserva tutto il gusto delicato e lo si
esalta poi con alcune salse o spezie tipiche dominicane.
I dominicani amano mangiare l‟aragosta, dopo averla
bollita bollita, intingendo i pezzi di polpa in “mantequilla
con ajo”, burro fuso con aglio.
ARTE AD HISPANIOLA
Non si può propriamente parlare di arte dominicana se
non partendo dal fatto geografico e storico che Santo
Domingo è la parte orientale di HISPANIOLA, cioè
anticamente di HAITI + SANTO DOMINGO.
L‟unica isola dei Caraiabi che ha saputo sviluppare una
sua forma artistica autonoma è Haiti, cioè proprio la
parte occidentale di Hispaniola.
Al tempo dell‟effimero e tragicomico impero da operetta
fondato ad Haiti da “re” Henry Christophe, ufficiale nero
dell‟esercito di Napoleone, tutta l‟isola era unificata con
Capitale la “francese” (haitiana) Cap Haitien.
L‟influenza francese sulla parte dell‟isola ora Santo
Domingo è stata poco meno di una traccia sulla sabbia.
Nei fatti, mentre ad Haiti la cultura francese si
mescolava con le tradizioni africane, pur senza mai
amalgamarsi, e ne nasceva quell‟indefinibile intruglio
surreale che caratterizza ogni espressione di vita
haitiana, nel resto di Hispaniola (cioè, in quella che oggi
è santo Domingo) c‟era come una stasi, una specie di
Medio Evo caraibico.
Rimaneva dominante solo la Madre Spagna e Santo
Domingo conserva ancora tutti i segni e retaggi di questo
periodo coloniale, in tutte le espressioni della sua vita e
nella lingua spagnola ufficiale (mentre ad Haiti si parla il
francese).
Crediamo sia riconducibile a quel momento storico il
diverso destino poltico, sociale, e culturale dei due Paesi.
Haiti faceva una sanguinosa rivoluzione negra e creava il
primo stato negro del mondo. Faceva suo il passato, se
ne impossessava senza il timore o la vergogna di dover
usare la cultura dei dominatori.
Prendeva i culti ancestrali dell‟animismo africano, il
cattolicesimo dell‟Europa e tutto fondeva nalla magia del
VOODOO, ancora oggi vero culto sotterraneo degli
haitiani.
Santo Domingo, invece, divisa e contesa perché tra le
più ricche colonie del Nuovo Mondo, si risvegliava solo ai
primi del XIX secolo ispirandosi subito al modello
occidentale.
L‟arte della pittura naif haitiana è arte del popolo,
interpretazione non mediata dei sogni, delle fantasie e
dei colori fantastici rimasti impressi nella memori e nel
subconscio provenienti dall‟Africa nera originaria.
L‟arte pittorica dominicana, invece, anch‟essa si ispira
alle radici del paesaggio caraibico ma subito si serve di
mezzi espressivi più moderni e si innesta in qualche
modo nei filoni della ricerca artistica europea ed
americama.
Anche se un po‟ arbitrariamente, si potrebbero definire
addirittura alcuni artisti dominicani come impressionisti,
più che naifs. Oggi, pittori come CANDIDO BIDO‟, che
vive nella Penisola di Samanà. in una casetta col tetto
dipinto dei suoi tipici colori azzurri, hanno le loro opere
nelle principali gallerie ed esposizioni americane e
DIZIONARIO GASTRONOMICO
Per orientarsi nella nomenclatura a volte oscura, vi
diamo un piccoclo elenco di voci ed appunti
gastronomici.
GUINEA (pron. ghinea)
E‟la banana da mangiare, piccola e dolce.
GUINEO (pron. ghineo)
E‟ un pollastrello ruspante, tra i principali ingredienti della
dieta dominicama (arroz con pollo).
PLATANO
Altrio tipo di banana di taglia più grande, da mangiare
solo dopo averla cucinata.
Di preferenza si serve fritta come le nostre patatine.
Se lessata, viene poi trattata come un purè.
RES E FILETE DE RES
E‟ il filtettodi manzo: tenero e buonissimo.
CHIVO (pron. civo)
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E‟ la carne di pecora: cucinata come stufato o
anche”guisada”, cioè saltata in padella. Sapore forte.
Il segreto non c‟e: si tratta solo di dover di usare un tipo
d‟arancia da noi introvabile, la “CHINA” (cina) dolcissima
e quasi priva della leggera acidità delle nostre arance.
LONGANIZA
La si può definire la “luganega” locale: una salsiccia
fresca passata in casseruola con olio e vino.
SANCOCHO (pron. sancocio)
Ci hanno insegnato la sua lunghissima ricetta e ve la
diamo cosi come ci è stata dettata da una contadina a
Las Terrenas di Samanà.
Ingredienti:
4 libbre di carne di pollo
1 libbra di carne di maiale
1 libbra di carne di manzo
1 libbra di carne di capra
1 libbra e ½ di salsa alla dominicana
1 libbra idi carne di manzo affumicata
1 libbra di prosciutto
2 libbre di zucca
1 libbra di igname
2 libbre di yautia
2 libbre di yuca
2 libbre di patate dolci
6 pannocchie di granoturco
6 banane del tipo platano
7 cucchiaini di sale
2 cucchiaini di origano
1 testa d‟aglio
8 grani di pepe
1 bouquet-garni
1 litro e 1 un quarto d‟acqua
1 quarto di bicchiere di succo d‟arancia cina
1 quarto di bicchiere di aceto bianco
Se, come è successo a noi, non troverete in Italia alcuni
di questi ingredienti non preoccupatevi: abbiamo
cucinato lo stesso tutto quello che avevamo ed era
buonissimo.
Certo non come a Santo Domingo...
MAJARETE
A base di mais: somiglia ad una polenta dolce.
BUDIN DE PAN
Budino di farina con uva passa.
FLAN
Come nella nostra cucina (molto buono).
YAUTIA
E‟ un legume dello stesso tipo dell‟igname: tubero
similare alla patata ma più dolce e dalla struttura fibrosa.
YUCA
E‟ la nostra na zucca, dui cui si mangia la pola gialla „
verde dopo averla bollita ed amalgamata nel “ sncocho”.
MANGU’
Sorta di purea di più vegetali, usata come
accompagnamento per vari piatti e sostitutiva del pane.
GUAYABA
Conosciuto anche come “goyave” alla francese: indica un
frutto sugoso, dolce e asprigno insieme.
Molto usato soprattutto per la preparazione di succhi in
bottiglia o lattina, da bere sempre molto freddi.
LIMONE E LAIM
Tutti sanno che ai Caraibi c‟è un tipo di limone molto
piccolo e sugosissimo, chiamato “LAIM” ma non tutti
sanno che a Santo Domingo, nella Penisola di Samanà,
c‟è una intera regione con un bosco di LAIM: capoluogo,
il villaggio di EL LIMON.
Preparazione
- tagliare la carne a pezzi piccoli e medi
- Mettere la carne e la zucca in acqua in una pentola
larga
- Lasciar cuocere finchè la carne non diventi morbida.
- Aggiungere il platano tagliato a pezzi grossi ed
irregolari e gli altri vegetali che saranno stati tagliati pezzi
piccoli.
- Salare, agiungere le salse e l‟aceto.
- Prima di servire, aggiungere il succo d‟arancia.
- Accompagnare con riso pilaf.
CAMARONES
Sono i gamberetti. Cucinati alla piastra, alla griglia, con
sugo di pomodoro o lessati e messi in insalata con
legumi, verdure e salsine varie.
CHICHARRONES
Piatto tipicissimo: pollo e banane fritti in olio di palma,
molto speziati.
GUARAPO DE CANA
Se avete bevuto un po‟ troppo o più del soltio, il giorno
dopo chiedete di questo succo, tratto dalla spremitura
fresca della canna da zucchero: ha il potere di liberare la
mente e restituire equiilibrio in men che non si dica.
ARROZ Y HABICHUELAS
Riso con fagioli: onnipresente, è il piatto base,
quotidiano, della cucina dominicana.
PINA COLADA
Si legge “pigna” colada. E‟ la vera e propria bevanda
nazionale dominicana: cocktail di succo d‟ananas (la
Pigna) rum e latte di cocco. Viene servita ghiacciata in
bicchiere o meglio ancora usando come coppa una noce
di cocco con dentro il cocktail e ghiaccio a piacere.
COCO SECO
Mentre da noi si mangia del cocco la parte interna, dura
e saporita, ai Caraibi del cocco si beve solo il latte del
frutto ancora verde.
Quindi, per gustare il cocco come piace a noi, dovrete
chiedere del “coco seco”.
MORIR SONANDO (morir sognando)
Non è quello che succederà dopo aver bevuto quest‟altra
buonissima e dissetante bibita dominicana ma l‟effetto
sarà quello di un grande sollievo e piacere e d‟una
grande rilassatezza.
Il miscuglio è per noi inusuale: latte e succo d‟arancia
ben ghiacciati (una specie di gazpacho dolce).
Se provaste a farlo a casa in Europa il risultato
difficilmente potrebbe essere quello dominicano.
CHIMI-CHURRY (pro cimi-ciurri)
E‟ il piatto dei giovanissimi dominicani: un panino
saporitissimo, farcitissimo con carne trita, salsiccia, salse
varie e piccanti, insalata: una speciie di hamburger
tropicale.
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