Tempus Sans ITC 14

Transcript

Tempus Sans ITC 14
1
“Ma il fiume è solo un corso d’acqua?“
Il fiume non è un oggetto inanimato, passivo, costituito da un alveo entro
cui scorre una massa d’acqua inerte che a sua volta viene trasportata
inalterata al mare insieme al carico che riceve lungo il suo corso, ma è un
protagonista attivo che permette la vita, costruisce, trasforma, depura.
E’ proprio questa sua particolare attitudine che lo rende diverso da un
condotto artificiale come può essere un collettore per scarichi industriali.
In questo grande canale, direttamente o indirettamente, ricadono sia le
scorie naturali sia i rifiuti prodotti dall’uomo, compresi quelli riversati
sul terreno e parte di quelli riversati nell’atmosfera.
E’ in questa situazione che la capacità di autodepurarsi del fiume diventa
importantissima ed indispensabile: essa è dovuta alla presenza di tutti
gli esseri che ospita, batteri decompositori, alghe, molluschi, vermi, larve
d’insetti, crostacei, pesci ed una miriade di altri organismi, ognuno dei
quali svolge un propria funzione e offre un modesto ma prezioso
contributo al grande processo di depurazione che si svolge continuamente
ed in maniera efficace, anche se non visibile ai nostri occhi.
“Cos’ è l’inquinamento idrico?”
Un tempo nei fiumi ci si poteva fare il bagno e l’acqua si poteva bere; poi
l’uomo ha cominciato a considerare i corsi d’acqua come ricettacolo di
2
rifiuti anche se quasi tutte le sostanze impropriamente riversate
nell’acqua sono risultate nocive per gli esseri viventi.
Queste sostanze tossiche rappresentano fonte di inquinamento in primo
luogo per il corso d’acqua, che compromette i propri equilibri vitali e
perde la sua capacità di autodepurazione in seguito alla scomparsa di una
parte o di tutta la comunità vivente ospitata, e successivamente per
l’uomo che non potrà più usare l’acqua per gli scopi che si è prefisso.
L’inquinamento delle acque è dovuto quasi esclusivamente alle attività
umane: finché le abitazioni erano poche e disperse,non esistevano
insediamenti industriali e non venivano usati fertilizzanti artificiali
nell’agricoltura, i processi di autodepurazione erano sufficienti ad
eliminare le sostanze di rifiuto. Attualmente esistono scarichi talmente
inquinanti da rendere assolutamente inadeguati i processi naturali di
autodepurazione. Nella tabella sottostante sono indicate le principali
cause di degrado delle acque:
SCARICHI URBANI
• Liquami domestici
• Acqua di lavaggio
delle strade
SCARICHI
INDUSTRIALI
• Sostanze organiche
Più o meno
degradabili
• Sostanze inorganiche
come
i metalli pesanti
3
SCARICHI AGRICOLI
• Sostanze
Fertilizzanti
• Insetticidi ed erbicidi
Agli scarichi si aggiungono
RIFIUTI di ogni genere e PRELIEVI
ECCESSIVI DI ACQUA che provocano una ulteriore riduzione della
capacità di autodepurazione.
L’acqua può essere inquinata in tre diversi modi che, spesso, si
sovrappongono:
attraverso l’inquinamento chimico, con l’immissione di sostanze organiche
ed inorganiche che modificano le caratteristiche chimiche dell’acqua;
attraverso l’ inquinamento fisico, per aumento o diminuzione della
temperatura, per immissione di rifiuti solidi grossolani che modificano le
proprietà fisiche dell’acqua, per le notevoli variazioni di portata;
attraverso l’ inquinamento biologico, per l’immissione di organismi patogeni
quali batteri, virus, parassiti.
Quali effetti ha l’inquinamento del fiume sull’uomo?
♦ Pericolo di azioni nocive dirette da parte di sostanze chimiche tossiche ed
azioni indirette se tali sostanze si inseriscono nella catena alimentare
♦ Pericolo di diffusione di organismi patogeni, quali batteri, virus, parassiti
♦ Degrado dell’ambiente acquatico per l’instaurarsi di fenomeni putrefattivi,
maleodoranti
♦ Richiamo di mosche, zanzare e ratti
♦ Danni alla piscicoltura ed all’agricoltura
♦ Danni all’attività turistica ed in particolare alla balneazione
Quali segnali ci manda il fiume se è inquinato?
♦
Cattivo odore
♦
Alterazione della colorazione naturale, torbidità, presenza di schiume e di “film”
oleosi insieme a sostanze in sospensione
♦
Eccessivo sviluppo di alghe, funghi o batteri che possono ricoprirne l’alveo
♦
Presenza di grandi quantità di mosche, zanzare e ratti (le loro urine possono
trasmettere la leptospirosi)
♦
Presenza di rifiuti solidi più o meno grossolani
♦
Scomparsa di pesci particolarmente sensibili: nel caso del Ticino un esempio tipico è
la scomparsa del temolo
4
I fiumi possono diventare pericolosi per gli interventi dell’uomo?
Questo è un altro aspetto da non sottovalutare, legato fortemente agli
interventi di “artificializzazione” effettuati dall’uomo anche per garantire
maggiori disponibilità di acqua. E così, negli anni , invece riassicurare
ai fiumi spazi sufficienti al passaggio delle portate di piena, gli alvei dei
corsi d’acqua sono stati privati della loro originaria irregolarità,
spogliati della naturale vegetazione e ristretti entro argini sopraelevati
con escavazioni, canalizzazioni, cementificazioni, dighe.
Gli interventi dell’uomo non solo hanno mancato l’obiettivo di assicurare la
quantità di acqua necessaria, ma hanno portato alla perdita di funzioni
essenziali per l’equilibrio ambientale.
E’ ormai evidente che l’impermeabilizzazione del territorio e l’avventata
moltiplicazione di insediamenti residenziali, artigianali e commerciali in
aree a rischio ha accresciuto la frequenza e la violenza delle inondazioni e
l’entità dei danni. Perciò questi eventi non possono essere considerati solo
“calamità naturali”, ma anche diretta conseguenza della miope gestione
dei fiumi e del territorio.
……e noi come ci preoccupiamo?
L’11 maggio 1999 è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il testo
aggiornato del decreto legislativo n.152 recante “Disposizioni sulla tutela
delle acque dall’inquinamento e recepimento della direttiva CEE 91/271
5
concernente il trattamento delle acque reflue urbane e della direttiva
CEE 91/676 relativa alla protezione delle acque dall’inquinamento
provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole”. Il decreto riguarda i
fiumi ed anche, più in generale, le acque superficiali e sotterranee
definite come corpi idrici.
Obiettivi del decreto legislativo n. 152:
prevenire e ridurre l’inquinamento ed attuare il risanamento dei corpi idrici
inquinati;
conseguire il miglioramento dello stato delle acque ed adeguate protezioni di
quelle destinate a particolari usi;
perseguire usi sostenibili e durevoli delle risorse idriche, con priorità per quelle
potabili;
mantenere la capacità naturale di autodepurazione dei corpi idrici, nonché la
capacità di sostenere comunità animali e vegetali ampie e ben diversificate.
La legge, tra le altre cose, impone il rilevamento di una serie di
informazioni e di dati sulle caratteristiche del bacino idrografico e
l’analisi dell’impatto esercitato dalle attività umane. Lo scopo principale è
di prevenire l’inquinamento delle acque di buona qualità ed attuare il
risanamento delle situazioni di degrado attraverso un importantissimo
strumento che si chiama Piano di tutela delle acque.
Attraverso questo documento vengono stabiliti anche i controlli da
effettuare.
A chi viene affidato il controllo delle acque di superficie?
I controlli vengono effettuati dall’AGENZIA REGIONALE PER LA
PROTEZIONE DELL’AMBIENTE (A.R.P.A.), istituita in Lombardia con la
Legge Regionale n.16 del 14 Agosto 1999.
Alla Azienda Sanitaria Locale (A.S.L.) competono esclusivamente gli esami
microbiologici mentre l’A.R.P.A. esegue le analisi chimiche con frequenza
mensile ed effettua quattro volte all’anno, con cadenza stagionale, lo
studio delle comunità macrobentoniche per la definizione dell’I.B.E. o
Indice Biotico Esteso.
Queste frequenze molto ravvicinate permettono di acquisire gli elementi
necessari per la classificazione dei corsi d’acqua con l’attribuzione di uno
di questi giudizi di qualità:
6
Elevato
Buono
Sufficiente
Scadente
Pessimo
Entro il 31-12-2003, sulla base dei risultati delle campagne di
monitoraggio, le Regioni dovranno adottare il Piano di tutela delle acque e
trasmetterlo per l’attuazione alle Autorità di bacino.
Allora conosceremo ufficialmente la classificazione anche del nostro
Ticino.
E il Ticino, il “fiume azzurro”, come sta?
Il Ticino è lungo complessivamente 248 chilometri e scorre parte in
territorio svizzero, parte in Italia, in particolare dall’uscita del Lago
Maggiore alla foce del Po con un percorso di 115 chilometri.
Attraversa il Piemonte e la Lombardia bagnando le quattro province di
Novara,Varese, Milano e Pavia; il territorio in cui si snoda costituisce il
Parco Interregionale del Ticino con un comprensorio di quasi 3.000 ettari.
La tutela di quest’area contribuisce alla conservazione attiva degli
ambienti naturali residui delle pianure in Italia ed in Europa ed alla
salvaguardia dei complessi e minacciati ecosistemi dei fiumi, preziosi
ed insostituibili corridoi ecologici.
Rispetto agli altri fiumi italiani il Ticino non è un malato grave, tuttavia
per trovare tratti tanto puliti da poterci fare il bagno dobbiamo andare
sino ad Oleggio, poco al di sotto del Lago Maggiore.
Perché?
Scarichi urbani ed industriali, anche se depurati, compromettono la
qualità delle sue acque. I punti più critici sono all’altezza degli scarichi di
Bellinzago e del Magentino, del Canale Scolmatore Nord Ovest (C.S.N.O.)
e della Roggia Cerana proveniente dal Novarese. Ben 58 depuratori
scaricano più o meno direttamente in Ticino (dati del Parco). A
prescindere dal loro funzionamento, ognuno necessiterebbe di un
ulteriore trattamento per abbattere la concentrazione dei batteri
(fitodepurazione, trattamento con raggi UV o con ozono).
7
Quali sono le analisi che evidenziano il suo livello di
inquinamento?
La legge prevede la misura di numerosi inquinanti. Quelli che in Ticino raggiungono
concentrazioni critiche risultano:
♦ ammoniaca e nitrati, provenienti da scarichi urbani, da allevamenti
zootecnici, dalle superfici agricole
♦ BOD5 (Richiesta Biochimica di Ossigeno) e COD (Richiesta Chimica
di Ossigeno) parametri che aumentano con l’aumentare del carico
inquinante, soprattutto organico, delle acque di scarico di origine civile
ed industriale
♦ Coliformi fecali, il cui conteggio permette di valutare la
contaminazione di tipo fecale. Per il Ticino, i divieti di balneazione
vengono sempre formulati per il superamento della loro concentrazione
limite, che è di 100 UFC/100 ml (UFC = Unità Formanti Colonie).
La loro elevata concentrazione è un campanello d’allarme per i bagnanti che, nuotando
ed ingerendo acqua, possono contrarre malattie infettive a trasmissione oro-fecale, quali
la salmonellosi o l’epatite virale.
Nel grafico sottostante, relativo alla media delle analisi batteriologiche
effettuate nel 1999, si evidenzia la gravità della situazione nel territorio
della provincia di Pavia.
8
stazioni in provincia di Pavia
o
ro
l
Li
na
rtà
Sa
lim
be
ne
Li
be
Va
lle
m
e
a
P.
te
PV
as
C
PV
ra
na
C
ar
bo
Fi
u
ra
ta
an
C
a
Is
ol
d'
To
rre
na
on
o
lig
Po
Ba
rc
he
a
te
P.
ua
rd
o
rd
re
g
gu
a
Be
ev
an
o
o
Ze
Aj
la
t
al
a
4
49
ss
Vi
g
Be
re
Vi
ge
va
no
P.
te
as
so
l
no
v
o
5000
4500
4000
3500
3000
2500
2000
1500
1000
500
0
C
coliformi fecali (UFC/100ml)
MONITORAGGIO DEI COLIFORMI FECALI NEL FIUME TICINO media dei valori
aprile-settembre 1999
I.B.E.: si tratta di un indice (Indice Biotico Esteso), determinante nella
valutazione della qualità ecologica dei corsi d’acqua.
Si basa sull’analisi della comunità di macroinvertebrati bentonici, cioè di quegli
animali (insetti, molluschi, crostacei, ecc.) che, allo stadio larvale o adulto, vivono
negli alvei fluviali e sono sensibili agli inquinanti.
I giudizi di qualità vengono espressi in cinque classi. La classe I è caratteristica di
ambienti non sensibilmente inquinati. Il degrado viene espresso progressivamente
e la classe V denota un ambiente fortemente inquinato.
Il grafico sottostante, relativo al 2000, riassume la situazione lungo tutta
l’asta fluviale.
IBE
medie 2000
12
11
I
10
I
8
III
6
IV
5
4
3
V
2
1
9
Pavi a L oc.Scarpone
Pavi a P.te I mpero
Pavia L ido
Bereguardo
V i gevano
A bbi ategrasso v.CSNO
A bbiategrasso m.CSN O
Cerano
B off alora S/T
Cuggiono
Gal li ate
Bell i nzago
Ol eggi o
L onate P.
Somma L.
Castell etto T.
0
Gol asecca
IBE
7
Classi di qualità
9
Riusciremo a fare di nuovo il bagno in Ticino?
E’ possibile in quanto:
Sappiamo quali sono le principali fonti di inquinamento
Tra i corsi d’acqua italiani, il Ticino presenta un livello di
inquinamento non elevato
Abbiamo a disposizione tecnologie avanzate e possiamo depurare
tutti gli scarichi in modo adeguato
Ma…….
……è necessaria la volontà degli uomini: in quel momento si troveranno
anche le risorse finanziarie.
Questo processo potrà essere accelerato sia attraverso la diffusione di
una coscienza civile che non accetta più, in nome del progresso, i dissesti
e le compromissioni ambientali sia tramite l’affermazione, soprattutto
tra le giovani generazioni, di una pratica più attenta al contesto
ambientale perché il concetto di sviluppo sostenibile possa diventare
realtà concreta.
10