lingua francoprovenzale - Comunità Montana del Gemonese, Canal

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lingua francoprovenzale - Comunità Montana del Gemonese, Canal
Da sportello a sportello! La tutela delle lingue minoritarie
nelle altre regioni italiane:
lo sportello linguistico della Comunità Montana “incontra”
le minoranze francoprovenzali di Piemonte, Valle d’Aosta e Puglia
La Legge 482/99 tutela le
minoranze linguistiche della
nostra penisola. In molte altre
regioni d’Italia sono presenti
comunità linguistiche che
formano il ricco e variegato
patrimonio linguistico nazionale.
Con questa rubrica, “Da
sportello a sportello! La tutela
delle lingue minoritarie nelle
altre regioni italiane” è nostra
intenzione entrare in contatto con
queste realtà per avviare un
proficuo scambio di idee e
magari di collaborazione. In
questo numero del notiziario
dell’Ente abbiamo deciso di
conoscere la realtà dei
Francoprovenzali presenti in
Piemone, Valle d’Aostae nei
Comuni pugliesi di Celle di San
Vito e Faeto (FG).
Gli idiomi francoprovenzali sono
ancora quotidianamente usati
nelle zone degli importanti
valichi alpini e nelle loro valli,
quali il piccolo San Bernardo, il
Gran San Bernardo, il Moncenio
ed in quelli meno conosciuti delle
Valli di Lanzo, Orco-Soana e
Sangone.
Varianti
Francoprovenzali
vengono parlate anche in puglia
nell’isola linguistica formata dai
comuni di Celle di San Vito e
Faeto in provincia di Foggia.
LA LINGUA
FRANCOPROVENZALE
La diffusione della lingua
Il francoprovenzale è un insieme
francoprovenzale
di idiomi galloromanzi dei
dintorni di Lione, Savoia,
Svizzera francese, Valle d'Aosta O g g i
la
minoranza
e di una piccola porzione del francoprovenzale assieme a
Piemonte.
quella occitana è tutelata in
Per quanto riguarda le montagne Europa dalla "Carta delle lingue
olimpiche il francoprovenzale è minoritarie" e, in Italia, dalla
utilizzato in basse e media Valle legge 482/99: "norme in materia
di Susa fino a Giaglione, Gravere d i t u t e l a d i m i n o r a n z e
linguistiche storiche".
e in Val Cenischia.
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La
definizione
"francoprovenzale" venne coniata nel
1873 dal glottologo italiano
Graziadio Isaia Ascoli per
accomunare tutti quei dialetti
galloromanzi che in base a criteri
dialettologici
non
erano
riconducibili né alla lingua
francese, né a quella occitana (che
a quell'epoca era chiamata
"provenzale").
Visto che questo terzo gruppo di
dialetti presentava analogie sia col
francese, sia con il "provenzale",
Ascoli lo chiamò "francoprovenzale". Questo termine,
impostosi
rapidamente
nella
letteratura specialistica, è tuttavia
ambiguo e tende a creare
l'impressione che si riferisca ad
una zona grigia di transizione o ad
un ammasso di dialetti ibridi,
piuttosto che ad una varietà
linguistica indipendente.
Per ovviare a questo problema si
tende
oggi
a
parlare
di
"francoprovenzale"
(senza
trattino) oppure ad utilizzare la
dizione
"arpitano".
Questo
neologismo, nato in Francia nel
XX secolo, è stato creato a partire
dalla radice arp (variante locale di
alp), con una terminazione
ricalcata su "occitano".
La
bandiera
francoprovenzale è
stata
presentata
ufficialmente
al
Piano della Mussa
(Balme) il 24 agosto
1997 in occasione del primo Incontro delle
Minoranze.
IL
FRANCOPROVENZALE
IN PIEMONTE VALLE
D’AOSTA
La minoranza francoprovenzale
compresa
nella
Regione
Piemonte è costituita dalle Valli
Sangone, media Val di Susa e
Val Cenischia,Valle di Viù, Val
d'Ala,Val Grande di Lanzo,Valle
Orci e Val Soana.
In Piemonte è inoltre presente un
consistente
gruppo
di
francoprovenzali
di
Puglia,
provenienti dall'isola linguistica
di Celle San Vito e Faeto
(Foggia).
E' difficile stabilire il numero
preciso dei francoprovenzali del
Piemonte in quanto agli abitanti
delle Valli citate, bisogna
aggiungere i numerosi valligiani
emigrati nei centri della pianura,
i quali continuano ad avere stretti
legami con le loro valli di
origine.
Attualmente il fulcro del
francoprovenzale è la Valle
d’Aosta
dove
è
parlato
normalmente da buona parte
degli abitanti.
Diverse sono le associazioni, gli
istituti e le istituzioni che, in
queste zone, si fanno carico di
promuovere,
studiare
e
valorizzare lingua cultura e
tradizioni
della
minoranza
francoprovenzale.
La festa internazionale
del Patois
raduno annuale dei
francoprovenzali
La Festa internazionale del
Patois è il raduno annuale dei
Francoprovenzali. Ha luogo
ogni anno a turno in Valle
d'Aosta,in Svizzera Romanda,
in Savoia e nelle Valli
Francoprovenzali
del
Piemonte. In origine la
manifestazione, promossa per
la prima volta dalla Fédération
Romande et Interregionale des
Patoisants, aveva luogo ogni
quattro anni in Svizzera ,poi
via via si sono inserite altre
regioni
dell'area
francoprovenzale. L'edizione
che ha luogo in Svizzera è
tuttora quella, che richiama il
maggior
numero
di
"patoisants", ma anche quelle
che hanno luogo nelle altre
regioni
,negli
ultimi
anni ,hanno registrato un alto
numero di partecipanti ( a Saint
Christophe, Valle d'Aosta,nel
97 vi erano più di 2000
partecipanti iscritti). Nel 99 il
aduno si è svolto a Meribel
(Savoia).
Nelle
Valli
Francoprovenzali del Piemonte
la Festa del Patois è stata
organizzata a Ronco (1980),
Ala di Stura (1984),Coazze
(1988),Pont
Canavese
(1992),Giaglione (1996) ,
Ceres (2000) , Ceresole Reale
( 2004). In Pemonte la
manifestazione viene promossa
dall'EFFEPI
(Associazione
delle
minoranze
francoprovenzali del Piemonte) ed
organizzata in collaborazione
con enti e associazioni locali.
Nelle altre zone provvedono il
Centre
d'études
francoprovencales René Willien e la
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regione Valle d'Aosta, la
Féderation
des
Patoisants
Savoyards e la Fédération
Romande et Interregionale des
Patoisants in Svizzera.
Festa patois di Cogne 2006
costumi delle Valli di Lanzo
Festa patois di Cogne 2006
costumi di Frassinetto
L'aspetto più "folcloristico"
della
manifestazione
( costumi,sfilata, danze,ecc.)
può trarre in inganno: la Festa
del Patois in realtà non è un
raduno
di
gruppi
folcloristici ,ma il raduno dei
patoisants francoprovenzali e
durante i giorni della festa vi
sono sempre, oltre a spettacoli
e danze, convegni e mostre e
altre iniziative.
IL
FRANCOPROVENZALE
IN PUGLIA
La minoranza francoprovenzale
in Puglia è una delle meno
conosciute in Italia e risiede nei
due piccoli comuni di Celle di
San Vito e di Faeto (in provincia
di Foggia), che assieme formano
l’isola linguistica della Daunia
Arpitana.
guitati religiosi: la loro esatta
provenienza è questione ancora
discussa.
Nei due comuni l'uso del dialetto
francoprovenzale è ancora vivo
e diverse minoranze linguistiche
come quelle francoprovenzali
sono state, in tempi recenti,
riconosciute dallo stato (1999).
Rimarchevole è il fatto che negli
anni ottanta esistevano, seppure
in numero esiguo e soprattutto
tra la popolazione anziana,
ancora
alcuni
parlanti
monolingui. Comunque nel
complesso per la zona si può
parlare di una forma particolare
di trilinguismo. I tre idiomi
coinvolti
sono
l’italiano
standard, il dialetto pugliese e il
francoprovenzale nel ruolo di
lingua materna degli abitanti.
Il ruolo dei tre idiomi a
Celle e Faeto
Veduta dell’abitato di Celle di San
Vito - FG
La zona in cui si trovano i due
paesi si trova presso il confine
tra le tre province di Foggia,
Benevento, Avellino. Sono
dunque situati a circa 800 km in
linea
d'aria
dall'ambito
linguistico
francoprovenzale
situato a cavallo tra Francia,
Italia e Svizzera. La questione
dell'origine di questa comunità
non è mai stata completamente
chiarita. Sicuramente, essa risale
al Medioevo. Gli antenati di
questa comunità linguistica
potrebbero essere stati dei
soldati
angioini
stanziati
provvisoriamente in zona o,
meno probabilmente, dei perse-
La maggior parte delle persone
residenti nei due comuni ha
ancora una buona immagine del
proprio dialetto. Quasi tutti
sostengono che possa esser
scritto, e molti di loro sono
addirittura del parere che con il
loro dialetto sia possibile la
redazione di un testo complesso
Effettivamente, il prestigio
sociale del dialetto
francoprovenzale del posto è
confermato dal fatto che può
essere scritto secondo
un'ortografia prefissata: esistono
racconti e poesie in questo
idioma.
L'uso dell'italiano è riservato ai
seguenti ambiti: con forestieri, a
scuola e al lavoro. La
competenza dell'italiano non è
molto recente e neanche
universale, dunque per diversi
parlanti inferiore.
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È dato di fatto che l'italiano
standard
non
viene
padroneggiato
pienamente
dall'intera popolazione, né tanto
meno parlato regolarmente da
tutti.
L'uso del dialetto pugliese è
attivo, ma è riservato agli
ambiti di comunicazione con gli
italofoni della provincia; le tre
entità linguistiche interagiscono
in maniera sempre diversa a
livello individuale, ed è chiaro
che l'età gioca un ruolo di primo
piano.
Questa situazione linguistica è
strettamente
legata
alla
situazione
geografica
ed
economica dei due paesi: situati
ad
un'altitudine
di
rispettivamente 700 e 800 metri,
Celle e Faeto si trovano in
posizione assai isolata. Sono
vicini ad una strada, costruita
presumibilmente all'inizio del
Novecento, che li collega tanto
alla provincia di Avellino
quanto a
Foggia che, pur
distando soli 50 chilometri, è
mal raggiungibile. Le fonti di
sussistenza dei due comuni
sono l'agricoltura - in virtù delle
abbondanti precipitazioni - e le
rimesse dei lavoratori occupati
altrove (a Lucera, a Foggia,
oppure emigrati), infatti, la
popolazione residente durante
l'intero anno è composta per tre
quarti da anziani e ragazzi in età
scolare o prescolare.
Cartello stradale bilingue
a Celle di San Vito
Lo sviluppo della minoranza il dialetto pugliese inizia ad
francoprovenzale in Puglia essere capito sempre meglio
dalla popolazione, e anche ad
essere usato con una certa
Dato il numero esiguo di abitanti regolarità. La costruzione della
(insieme, i paesi ne contano strada aumenta le possibilità di
appena un migliaio), è notevole collegamenti in direzione di
il
fatto che
la
parlata Foggia (in precedenza, il
francoprovenzale si sia potuta principale punto esterno di
conservare per numerosi secoli; riferimento era la lontanissima
a ciò hanno contribuito diversi Napoli).
fattori:
3) A partire dal 1930, l'italiano
1) Il fatto che l'unità dello stato standard viene acquisito dai
italiano sia un fenomeno parlanti e la situazione viene
relativamente recente; d'altro definita in termini di crescente
canto, questo non distingue trilinguismo (Kattenbusch parla
necessariamente la comunità di triglossia). La lingua standard
francoprovenzale da quelle di inizia la sua infiltrazione negli
lingua greca, albanese, catalana, anni venti, tramite l'avvento del
né spiega esaurientemente la fascismo e dei mezzi di
mancata
sostituzione
della comunicazione di massa, quali
parlata originaria tramite il ad esempio la radio. Non è
inoltre da trascurare il ruolo
pugliese.
giocato, in un arco di tempo più
2) L'isolamento geografico, ampio, dal servizio militare e
superato - parzialmente - solo in delle due guerre mondiali.
tempi recenti.
La
prospettiva
futura
si
3) La presenza di una coscienza introdurrebbe in una fase già
linguistica:
il
fatto
di iniziata da tempo: nel giro di
appartenere ad un gruppo etnico decenni
vivono
solamente
diverso ha accompagnato la persone venute a contatto in
comunità durante alcuni secoli. tenera età con il dialetto pugliese
Da ciò proviene anche la e con l'italiano; infine, il francoposizione di discreto prestigio provenzale sarà da trovare solo
del dialetto, che accomuna sotto forma di substrato, data
questa comunità più a quella come scontata la sopravvivenza
valdostanache non alle comunità nei due comuni del dialetto
dialettali
dell'italiano pugliese. Al giorno d'oggi, la
centromeridonale.
fascia di popolazione più
Lo sviluppo linguistico della giovane considera i due dialetti
minoranza attraverso i secoli si sempre più come un'entità
può riassumere in quattro fasi:
scomoda di cui liberarsi per il
1)La
ituazione
è
di proprio lavoro (a differenza di
monolinguismo. Dopo che la quanto non accada al Nord).
colonia si stabilisce in Daunia, È vero, da un lato, che sono stati
il dialetto pugliese è conosciuto aumentati gli sforzi atti a
dai pochi soggetti che per conservare
il
patrimonio
lavoro sono in contatto con la culturale francoprovenzale dei
popolazione
dei
paesi due comuni. La coscienza del
circostanti.
pericolo di estinzione e il
2) A partire dal 1870, con il con- riconoscimento statale negli anni
novanta sono parte di tutto ciò.
solidamento dell'Unità d’Italia,
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Dizionario Francoprovenzale Celle di
San Vito e Faeto realizzato da Vincenzo
Minichelli
NOTIZIE E FOTO TRATTE DA:
www.discoveryalps.it
(foto festa internazionale del patois)
www.wikipedia.it
www.cesdomeo.it
www.francoprovenzale.it
www.libarmenk.it
www.celledisanvito.com
RINGRAZIAMENTI
Hanno collaborato alla
realizzazione di questo
numero per i testi e le
fotografie:
L’ufficio
stampa
dell’Università degli Studi di
Udine, la Casa per l’Europa
di Gemona del Friuli, il
Gruppo Folkloristico “Val
Resia”, il Circolo Culturale
Resiano “Rozajanski Dum”, il
C e n t r o
S t u d i
Documentazione Memoria
Orale
Francoprovenzale
della Provincia di Torino,
l’Associazione Li Barmenk, lo
Sportello Francoprovenzale
del Comune di Celle di San
Vito (FG), Lara Magri,
Alessandro Oman.