Parco della Salute - anaao assomed piemonte

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Parco della Salute - anaao assomed piemonte
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N altro anno di cassa integrazione (a rotazione) alle Presse di Mirafiori, da febbraio 2016 allo stesso mese del 2017. E’ la dimostrazione che i tempi difficili
per i dipendenti della grande
fabbrica non sono ancora finiti
ed è anche la conseguenza dei
ritardi nella ripartenza dei modelli Alfa Romeo che dovrebbero garantire un Suv a Mirafiori. La speranza è che davvero
l’annuncio di queste ore sia l’ultimo della serie per i 650 addetti delle Presse.
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UL Parco della Salute, il
grande polo sanitario inseguito da anni dal Piemonte
e ora immaginato sull’area
dell’ex-Fiat Avio, Sergio Chiamparino è pronto a giocarsi la credibilità. Così dice il presidente
nell’Aula Magna dell’ospedale
Molinette. Un piano da 600 milioni, per metà risorse pubbliche,
per metà private. Il piano viene
presentato oggi a Roma dove deve attendere la valutazione del
nucleo di valutazione. L’assessore alla sanità Antonio Saitta fissa il cronoprogramma: nell’autunno 2016 la gara, entro il 2017
l’inizio dei lavori. Quattro anni la
durata prevista del cantiere. I posti letto saranno 1040. Sant’Anna, Regina Margherita e Molinette saranno venduti.
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è colpa del Comune
se un anziano signore
camminando per la strada è inciampato ed è caduto in
una buca procurandosi lesioni
mortali. Il tribunale ha assolto
sei persone dall’accusa di omicidio colposo: perché il fatto non
sussiste. Sono i dipendenti del
Comune e della Smat che ha
l’obbligo di manutenere le strade intorno ai tombini. Il sindaco
aveva testimoniato lanciando
l’allarme finanziamenti: tagliati del 90% in pochi anni.
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POSTAMENTO della centrale operativa nel nuovo grattacielo della
Regione nel quartiere Lingotto e apertura del numero unico per
tutte le emergenze. Sono questi i due principali argomenti che il
direttore del 118 piemontese, Danilo Bono, ha affrontato ieri pomeriggio con il presidente Sergio Chiamparino e l’assessore alla Sanità,
Antonio Saitta, durante la visita della sede di Grugliasco dove in questo momento vengono gestite le emergenze sanitarie dei piemontesi.
motore silenzioso ed
ecologico che Avio sta costruendo nello stabilimento di Rivalta ai gelati “Remeo” ideati a Londra da due cervelli in fuga torinesi ora pronti
a conquistare anche i palati italiani. E poi gli americani della
Tyvak, una multinazionale specializzata nel prodrre nanosatelliti, appena sbarcata al “Poli”. Viaggio tra le eccellenze annunciate per l’anno che verrà a
conferma che il Piemonte resta
una terra di inventori. Magari
poco avezzi al marketing come
sottolinea il presidente del
Club degli investitori ma dove
le idee continuano a trovare un
terreno fertile.
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RANO andati per sgom-
berarlo, per allontanarlo da quei portici,
dove la sua presenza stava
diventando troppo “scomoda”. Ché certe cose è meglio
farle, o quantomeno mostrarle, altrove, lontano del
centro, non certo davanti al
Duomo e sotto un palazzo
del Comune.
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I prego, raccontami
di quando eri a +8
sulla Juve». L’ironia
dei tifosi bianconeri corre su
WhatsApp, con buona pace
dei cugini granata dopo che
l’ultimo turno ha visto la Juve centrare la settima vittoria di fila e il Toro cadere
all’Olimpico con l’Udinese.
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l Parco della Salute, il grande
polo sanitario che sull’area della ex-Fiat Avio ambisce ad inglobare didattica e ricerca, un incubatore per le imprese della sanità, un campus per gli studenti è
da oggi il fiore all’occhiello che la
Regione intende sfoggiare. Dopo
la scommessa da sindaco dei cerchi olimpici del 2006, da presidente del Piemonte Sergio Chiamparino punta tutto su un polo sanitario che si faccia notare in Italia e
all’estero. Davanti ad un’affollata
platea di primari, medici e sindacati, l’assessore alla sanità Antonio Saitta ha presentato lo studio
di fattibilità approvato ieri dalla
giunta che questa mattina parte
per Roma. Carta da visita per accaparrarsi i 250 milioni del ministero mai conquistati dalle precedenti amministrazioni e ora a portata
di mano a condizione che il nucleo
di valutazione promuova il progetto piemontese. «Ci giochiamo la
nostra credibilità politica e amministrativa e ce ne chiederano conto», dice Chiamparino, pronto
all’ennesima sfida: «Questo è l’intervento più importante negli ultimi dieci anni. A Torino nasce qualcosa che non c’è da molte altre
parti d’Europa».
Sul piatto delle risorse, piazza
Castello mette 12 milioni e 500mila euro. Una prima tranche con
l’assestamento 2015, l’altra metà
nel 2016. Se il verdetto del ministero sarà positivo allora si parte e
per la prima volta Antonio Saitta
se la sente di fissare il cronoprogramma: il via alla gara internazionale nell’autunno del 2016; l’inizio dei lavori entro il 2017. Se le
previsioni saranno azzeccate e sarà confermato che con un proget-
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to di partnership pubblico-privata quattro anni sono sufficienti
per la costruzione, il Piemonte potrebbe avere il suo gioiello della
sanità nel 2021. «Non vogliamo
grandi architetti, puntiamo in primo luogo alla massima funzionalità», aveva precisato l’assessore al
forum di Repubblica nei giorni
scorsi. Il direttore regionale Fulvio Moirano è certo di recuperare
i fondi e il direttore della scuola di
medicina Ezio Ghigo non può che
rallegrarsi dopo anni di appelli
perchè il contenuto di eccellenza
della Città della Salute trovi spazio in un contenitore all’altezza:
«In ogni caso ci attendono ancora
anni di duro lavoro», dice.
Alla società che si aggiudicherà
il bando spetterà la costruzione
ma anche la gestione che Saitta
ha scelto di limitare soltanto ad
energia e calore e manutenzione
degli impiani. Nessun servizio sanitaio. In cambio la Regione pagherà un canone annuale di 26 milioni all’anno per 22 anni. Se nel
frattempo le strutture dismesse
saranno vendute, il ricavato andrà ad accorciare i tempi. «Legare
la realizzazione del progetto alla
vendita sarebbe stato troppo rischioso», spiega l’assessore. Il canone annuale, secondo i calcoli
della Regione, potrà essere paga-
to con i risparmi: solo per la manutenzione attuale di Molinette si
spendono circa 19 milioni.
Il progetto prevede che i posti
letto saranno 1040, ma altri 500
resteranno all’ospedale Cto, a disposizione del territorio, con pronto soccorso, per i casi meno complessi. Nel Parco della Salute, andranno quindi tutte le eccellenze
dell’attuale Città della Salute e,
nonostante mugugni e resistenze, è quindi inevitabile che sia
Sant’Anna sia Regina Margherita
saranno chiusi e destinati alla vendita. Anche il vecchio Molinette
subirà la stessa sorte.
Il Comune di Torino dovrà ap-
provare le varianti per il cambio
di destinazione d’uso: la prima
sull’area della Fiat Avio, la seconda per gli ospedali destinati alla
vendita. «Faremo in modo di garantire la massima valorizzazione
nell’ottica dell’interesse comune
dell’area», puntualizza l’assessore comunale all’urbanistica Stefano Lo Russo.
L’operazione è in due fasi: il primo lotto per il polo della sanità e
della ricerca per un costo complessivo di 505.876.000 milioni. Il secondo per il polo della didattica e
della residenzialità per un costo
stimato di 121.890.000. Mentre
le condizioni economiche-finanziarie sono chiare per lil primo,
per la parte sulla didattica la Regione si prende ancora tre mesi
per approfondire e dedfinire sosteniblità economica e ldimensioni dell’incubatore.
«Troppi punti ancora oscuri»,
attacca il Movimento 5 stelle.
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pare che siamo sulla strada giusta», dice il direttore
generale della Città della Salute Gianpaolo Zanetta. Il primo a denunciare la spesa di 20 milioni all’anno
per la manutenzione del vecchio elefante di corso Bramante.
Direttore, cosa la rende ottimista?
«Il fatto che c’è un documento serio e
approvato dalla giunta. E a questo si aggiunge uno stanziamento, per quanto
piccolo, da parte della Regione, che
non conta solo sulle risorse statali».
Una perplessità nell’aula magna delle Molinettte: si può partire con solo
un terzo di finanziamenti?
«Penso che i privati non possano non
essere interessati ad un’operazione
che ha questa valenza. Un’opera che è
volano economico per Torino, che rappresenta il progetto più importante della Regione, destinato a rivoluzionare il
settore sanitario».
Che tipo di interesse avete riscontrato finora?
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«Aziende, gruppi che sono interessati alla qualificazione dell’investimento
e alla prospettiva, con ricadute importanti, sull’economia».
Si cercheranno altri investitori oltre
a quelli che parteciperanno alla gara?
«A questo progetto sarà data ampia
diffusione e toccherà alle istituzioni avviare le procedure di selezione. Ma al di
là di questo, l’incubatore può senza
dubbio attrarre investitori e, in prospettiva, la ricerca può attirare le imprese del settore, industrie farmaceutiche, aziende che producono attrezzature avanzate, domotica. Tutti potenzialmente interessati ad essere partner».
Per i cittadini cosa cambia, oltre
all’accoglienza in un ospedale moderno?
«Molto. Sempre di più la sanità è tecnologia, ma l’accoglienza è centrale e
la modernità significa anche massima
integrazione dei servizi, percorsi chiari. E’ inevitabile che ci sia un grande sal-
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to per la qualità percepita ai pazienti».
In ogni caso si perderanno circa 500
posti letto. Un taglio sostenibile?
«Credo che lo sarà. Il primo fattore è
l’evoluzione della sanità, alcune prestazioni prima erogate in regime di ricovero ora saranno in day hospital e ambulatorio. E questo è un dato comune a tutta l’Europa. Il secondo è che una serie di
attività potranno essere meglio svolte
dai servizi territoriali».
Vi aspettate resistenze fra i medici
del Regina Margherita e del
Sant’Anna destinati alla chiusura?
«Io credo che questo progetto dovrà
essere illustrato e condiviso con tutti
gli operatori e una volta spiegato si
comprenderà la ragione di una riorganizzazione che riguarda l’intera area
metropolitana».
Non ci sono vincoli sulle Molinette?
«Sì, certo, ma il Comune farà del suo
meglio per il massimo risultato».
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<DALLA PRIMA DI CRONACA
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L 118 si trova in quello che fu
l’ospedale psichiatrico dal
1997, ma gli edifici hanno diversi problemi strutturali e costano ogni anno 170mila euro:
«Oltre ai canoni abbiamo spese
di gestione elevate perché sono
palazzine vecchie e anche dove
abbiamo gli apparati tecnologici più costosi spesso piove dentro - spiega Bono - Spostarsi nella torre di Fuksas sarebbe un sogno, ma l’individuazione di una
nuova sede è un’esigenza reale». Chiamparino è possibilista:
«Vanno verificate le esigenze
tecniche. Bisogna dare la certezza che queste persone che svolgono un ruolo fondamentale
per la nostra salute non si trovino in spazi troppo stretti o inadeguati, ma una volta fugati
questi dubbi non credo ci siano
problemi a spostare il servizio
nel Grattacielo». Anche l’assessore Saitta, al suo fianco, acconsente con il capo: «Quello del
118 è una sorta di pronto soccorso mobile che vogliamo continuare a rafforzare uno dei tasselli fondamentali di quella che
sarà la rete ospedaliera dopo
l’attuazione della revisione”
chiarisce il responsabile della sanità regionale. Lo spazio dove
spostare il servizio potrebbe essere quello che in un primo momento era stato assegnato all’asilo nido che però ora non è più
previsto nel progetto.
Chiamparino osserva gli operatori al lavoro e ascolta le telefonate che arrivano dai torinesi
in difficoltà: «Il servizio del 118
è garantito da 20mila volontari,
240 medici e 450 infermieri che
si muovono tra le sale operative, le ambulanze
e l’elisoccorso racconta Bono Ogni anno su tutta la regione riceviamo 700mila
telefonate,
380mila generano poi un intervento e di queste
mille al giorno sono gestite da
qui, mentre le altre mille giornaliere sono sparse
tra le altre tre
centrali».
Un servizio
che sarà accorpato nel nuovo
112. Il contatto di emergenza
unico che stanno sperimentando a Roma per il Giubileo e che
entro la fine del 2016 sarà attivo anche in Piemonte: il numero non sarà più infatti il riferi-
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mento dei carabinieri, ma chi lo
comporrà sarà indirizzato a un
call center che, in base alle esigenze, smisterà la chiamata. «I
tempi si allungheranno di circa
30 secondi, il tempo che il telefonista faccia le domande necessarie a capire il problema, ma rispetto ad ora si ridurranno drasticamente le telefonate inutili
perché ci saranno due nuovi numeri, 116 e 117 in sperimentazione dall’estate per le situazioni non giudicate d’emergenza»,
annuncia Bono. I call center del
numero unico piemontese saranno due e in entrambi saranno impiegate 32 persone che si
aggiungeranno agli operatori
dei diversi servizi di emergenza
presenti nelle sale operative:
“Su questo aspetto vogliamo essere all’avanguardia in Italia”
aggiunge Chiamparino. L’assessore Saitta invece ha valuto con
favore l’aumento dei comuni
piemontesi che hanno manifestato la disponibilità di campi illuminati dove far atterrare il
servizio di elisoccorso notturno:
“Dimostra che c’è sempre più
sensibilità su questo tipo di attività. La copertura del territorio
con l’elicottero di notte continua ad aumentare e questo ci
permette di offrire un servizio
più efficace”.
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MARTEDÌ 22 DICEMBRE 2015
L’ospedale di Rivoli primo per le prostatectomie
Pianezza, arrestato dopo la rapina in farmacia
L’ospedale di Rivoli primo in assoluto nelle operazioni di
prostatectomia radicale mini-invasiva con l’utilizzo di
membrana amniotica. Un risultato dovuto alla sinergia fra l’Asl
To3 e l’associazione Missione Vita. E sono già stati effettuati i
due primi interventi condotti con successo dal dottor Maurizio
Bellina.
[P. ROM.]
«Scusi, dov’è la cassa?», con questa domanda è iniziata la
rapina alla farmacia Centrale di Collegno. Poi, il rapinatore,
armato di pistola e con il viso coperto da una sciarpa, ha preso i
1100 euro dell’incasso ed è fuggito con un complice. Poco dopo
i carabinieri di Pianezza ad un posto di blocco lo hanno fermato
e arrestato.
[P. ROM.]
Orbassano
Rischio declino al San Luigi: manager in fuga
Ennesimo cambio al vertice dell’azienda ospedaliera: cinque direttori in sei anni. Medici in allarme
MASSIMO MASSENZIO
NOEMI PENNA
Il San Luigi di Orbassano
perde pezzi. Non si tratta di
calcinacci, bensì dell’intera
struttura organizzativa. Il direttore generale Stefano
Manfredi, dopo sette mesi
d’incarico e di promesse, lascia. Dal primo gennaio sarà
alla guida dell’A zienda socio
sanitaria territoriale di Lecco ma già oggi sbaraccherà il
suo ufficio. La sua agenda riporta un impegno da un’ora,
poi ferie, sino a Capodanno.
Formalmente le redini passeranno al direttore amministrativo Giuliano Gatto, ma
anche la sua carica non è ancora confermata, come quella del direttore sanitario
Franco Ripa, che potrebbe
seguire Manfredi nella nuova
avventura. Scelte che hanno
scatenato un maremoto: ieri
mattina il direttore avrebbe
dovuto presentare il nuovo
atto aziendale e ufficializzare
in qualche modo la scelta di
presentarsi al concorso indetto dalla Regione Lombardia a pochi mesi dall’incarico
al San Luigi. Ma all’ultimo si
è tirato indietro, alimentando
la teoria della fuga da un
ospedale che rischia il ridimensionamento.
Questioni aperte
Mentre Lorenzo Ardissone,
direttore dell’Asl To4, ha rifiutato l’incarico della direzione dell’Ats della Val Padana, Manfredi rimane convinto della sua scelta, cogliendo
di sorpresa dipendenti e pazienti del San Luigi che nemmeno 10 giorni fa l’avevano
sentito pronunciare parole
rassicuranti sul futuro dell’azienda e sulla collaborazione con l’Asl To3. «Ero a conoscenza della volontà di alcuni
direttori di aziende ospedaliere del Piemonte di cimentarsi nel bando aperto dalla
Regione Lombardia e questa
scelta non mi ha turbato ma
mi dispiacerebbe se il diret-
Intervista
“Scappare dal Piemonte?
Macché, è solo una scelta
che riguarda la famiglia”
Lo sfogo di Stefano
Manfredi, nominato
alla guida del nuovo
ospedale di Lecco
Le grandi manovre della sanità
Se all’ospedale di Orbassano è scattato il fuggi-fuggi sui timori di ridimensionamento, all’Asl
To4, il direttore Lorenzo Ardissone, ha rifiutato l’incarico all’Ats della Val Padana
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mesi
È l’incarico ricoperto
da Stefano Manfredi alla
direzione del San Luigi
al posto di Remo Urani
tore del San Luigi confermasse l’ipotesi di accettare l’incarico», dichiara l’assessore Antonio Saitta. «Comprendo che
un aumento di stipendio sarebbe allettante, in ogni caso
Manfredi non potrebbe lasciare il San Luigi immediatamente perché ha questioni aperte
che dovrà concludere. Il consenso a interrompere l’incarico attuale gli arriverebbe solo
ad alcune condizioni», e dopo il
canonico mese di preavviso.
Valzer delle nomine
Proprio per questo non si parla ancora di chi prenderà il suo
posto. Lo scorso gennaio è stata stilata la lista dei 269 papabili, da cui sono stati selezionati gli attuali nuovi direttori e la
Regione dovrà attingere per il
nuovo. Un elenco variegato, in
cui sono presenti anche la dottoressa Federica Gamna, in
forze al San Luigi, lo stesso direttore sanitario Ripa, Massimo Dore e Maria Caramelli, direttrice «facente funzione»
dell’Istituto Zooprofilattico.
A tentare Manfredi potreb-
be non essere solo lo stipendio,
da 30 mila euro lordi annuali in
più rispetto all’attuale. «In
questo ospedale ormai siamo
al fuggi-fuggi generale», dichiara Giovanni Gallone, medico del San Luigi e rappresentante Anaao. «Comprendo
bene che dopo sette mesi al
San Luigi, dove ci sono le finestre con l’amianto, i muri crollati e difficoltà di ogni genere
la voglia di cercare un’altra sistemazione sia forte». Il problema è che con cinque direttori generali cambiati in poco
più di sei anni riuscire a parlare di progettazione diventa
difficile. Intanto voci di corridoio annunciano che il prossimo addio sarà quello dell’ematologo Giuseppe Saglio.
12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
La scelta di andare a dirigere
il nuovo ospedale di Lecco ha
sorpreso tutti. «Anche me,
per la verità, perché avevo
presentato la domanda senza
contarci troppo» dice Stefano
Manfredi ormai ex direttore
generale dell’Azienda ospedaliera universitaria San Luigi
Gonzaga di Orbassano.
Qualcuno, però, la vede come
una fuga dalla Sanità piemontese. È così?
«Assolutamente no. Il mio
rapporto con la Regione è stato ottimo e sono convinto che
siano state fatte scelte sagge e
coraggiose. Ho semplicemente fatto una scelta di vita».
In che senso?
«Abito a Tortona, mia moglie lavora in Lombardia e mia
figlia vive a Milano. Si è presentata questa opportunità e
l’ho colta al volo. Ma a Orbassano ho vissuto un’esperienza
bellissima grazie a collaboratori preziosi e a un personale
straordinario».
La presentazione del piano
aziendale, prevista ieri mattina, è stata annullata. Ci saranno cambiamenti di rotta immediati?
«Purtroppo si sono accavallati altri impegni e non
era possibile rispettare il
programma. È giusto che gli
Nichelino
Grugliasco
Tenta di strozzare
la madre: arrestato
Chiamparino e Saitta
visitano la centrale 118
La prima denuncia contro il
figlio violento Luisella, 74 anni, l’aveva presentata nel
2008, ma poi, dopo ogni litigata, l’ha sempre riaccolto in
casa. Al termine di 7 anni di
continui litigi, querele e contrasti mai chiariti, domenica
pomeriggio la pensionata è
stata costretta di nuovo a
chiamare il 112: «Mio figlio ha
cercato di strangolarmi».
Quando i carabinieri sono entrati nell’appartamento di via
Stupinigi Stefano, 39 anni,
netturbino dalla fedina penale immacolata, li stava aspettando con un’espressione rassegnata e la mano destra sanguinante. Per liberarsi la ma-
dre lo aveva morso a un dito,
costringendolo a mollare la
presa e, dopo una veloce medicazione in ospedale, è finito in
carcere con l’accusa di maltrattamenti in famiglia.
Anche Luisella è stata trasportata al pronto soccorso del
Santa Croce dove le è stata diagnosticata una distrazione all’altezza del collo e varie contusioni guaribili con pochi giorni
di prognosi. In base alle prime
ricostruzioni sembra chiaro
che Stefano non avesse intenzione di ucciderla, ma, in preda
alla collera, ha perso per l’ennesima volta il controllo. Nemmeno dopo l’arresto del figlio,
però, Luisella ha fornito spie-
PATRIZIO ROMANO
Indagano i carabinieri
gazioni chiare sui motivi che
hanno fatto scoppiare l’ultimo
litigio. In base alle testimonianze raccolte dai genitori pare che il diverbio sia iniziato
poco dopo le 15, con le solite urla. Stavolta però Stefano ha
passato il segno, arrivando a
stringere le mani al collo dell’anziana madre rischiando di
[M. MAS.]
soffocarla.
12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
Il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, e
l’assessore alla Sanità, Antonino Saitta, hanno visitato ieri
pomeriggio la sede del 118 a
Grugliasco. «Era da tempo che
dovevamo venire a vedere questa struttura - spiega Chiamparino -. Nessun motivo speciale, solo voler conoscere questa realtà di assoluta avanguardia». Ed accompagnati
dal direttore Danilo Bono hanno girato nelle diverse «isole»
della sala operativa, seguendo,
in un caso, anche un intervento
in diretta. Una centrale, quella
di via Sabaudia, dove al giorno
vengono smistate 1100 telefonate con richieste di interventi e
dove si alternano 9 infermieri
per i due turni di giorno e 7 nella
notte, più medico per turno.
Ed inoltre dove si sta già lavorando per creare uno spazio ove
collocare la futura sede della
centrale del numero unico 112
per le emergenze ed una per
l’116117 ossia per la guardia medica. «Abbiamo liberato due uffici precisa Bono - per poter essere
pronti ad accogliere le isole degli
operatori». Anche perché dovrebbero partire l’anno prossimo. «Verso metà anno l’116117 dice - ed invece per fine anno il
112, che raggrupperà tutti i numeri dell’emergenza: dal 115 al
obiettivi futuri vengano illustrati da chi continuerà a guidare l’azienda sanitaria dopo
di me».
La sua partenza, però, ha fatto
tornare i timori di un importante
ridimensionamento del San Luigi. Pensa anche lei che sia sempre più ai margini del progetto
regionale?
«No. La struttura ha potenzialità enormi e manterrà le
sue eccellenze. Il piano di rilancio è già iniziato grazie al
lavoro del direttore sanitario,
di quello amministrativo e, in
parte, anche mio. Finora abbiamo rispettato le tempistiche previste, mi auguro che si
possa dare continuità all’azione avviata insieme, magari con
le stesse persone che mi hanno
affiancato».
Il nuovo pronto soccorso da oltre 10 milioni di euro resta chiuso. Perché?
«I problemi che hanno bloccato i lavori sono precedenti al
mio arrivo e in ogni caso legati a
questioni esterne. Ho promesso
che sarebbe stato inaugurato
entro la prossima estate e sono
convinto che sarà così». [M.MAS.]
12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
«La mia partenza
improvvisa non mette
a rischio il futuro
della struttura sanitaria
e le sue potenzialità»
Stefano Manfredi
Direttore generale
San Luigi Gonzaga
Chiamparino nella sede del 118
118, dal 113 al 112». Ma mentre si
stanno attrezzando sperano di
avere una sede seppur meno storica di quella attuale, più efficiente e moderna nel palazzo della
Regione. «Non vorrei fare annunci a vuoto - afferma Chiamparino -, dicendo che verrà spostata, ma si farà una verifica tecnica, e non credo serva molto ad
eseguirla, e poi si valuterà».
12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
99
POLEMICA SUI FONDI ALL’ATENEO
R A L
La Compagnia all’Università:
“Niente assunzioni coi nostri soldi”
La Compagnia di San Paolo
critica i criteri con cui l’Università vorrebbe utilizzare gli
oltre 21 milioni di euro che
l’ente destina all’Ateneo con
una convenzione triennale.
Non accetta che siano usati
per le assunzioni a tempo de-
12345367318
®
VENDITA
RICAMBI AUTO
terminato di personale amministrativo e chiede invece al
Rettore di privilegiare i progetti di ricerca sui giovani. Siglata
invece l’intesa con il Politecnico, a cui la Compagnia ha aumentato i fondi del 7 per cento.
TORINO - Str. SAN MAURO, 18
TEL. 011.274.15.25 - 011.198.62.241
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TORINO - C.so REGINA MARGHERITA, 256
TEL. 011.437.50.64/88 - FAX 011.473.47.00
Aperto il Sabato
Fabrizio Assandri A PAGINA 58
REPORTERS
Che
tempo
fa
TORINO
LA STAMPA
MARTEDÌ 22 DICEMBRE 2015
Via Lugaro 15, 10126 Torino, tel. 011 6568111 B fax 011 6639003,
e-mail [email protected] B [email protected] B [email protected]
& PROVINCIA
Situazione
Aria umida
entra all’interno del campo
di alta pressione favorendo
addensamenti
nuvolosi sulle
pianure, mentre sulle zone
montane
permangono
condizioni ben
soleggiate.
3° 13°
Oggi
In gran parte
soleggiato, ma
con foschie su
pianure e
addensamenti
nuvolosi con
cielo parzialmente nuvoloso in giornata.
A difesa
dei pedoni
Scrivete a [email protected]
Su Twitter hashtag #pedoniarischio
Ci sono strade, a Torino, che sono un pericolo per i pedoni, ad
ogni ora del giorno. Zone della
città dove quotidianamente attraversare a piedi una via o una
564 11 553
investiti
morti
feriti
piazza è una scommessa. Dov’è
pericoloso addirittura camminare sul marciapiede. Ci sono
strisce pedonali che gli automobilisti non considerano mai,
Il destino di Molinette, Sant’Anna e Regina Margherita
Tre ospedali in vendita
Così la città cambierà volto
La Regione: nel 2017 al via i lavori per la nuova città della Salute al Lingotto
La Regione rompe gli indugi e presenta a Roma lo studio di fattibilità per realizzare
il nuovo Parco della Salute in
zona Lingotto: 600 milioni di
investimento, parte dei quali
finanziati con la vendita di Molinette, Sant’Anna e Regina
Margherita.
1
L’APPELLO DELLE STAZIONI SCIISTICHE ALLA REGIONE. L’ASSESSORE AL TURISMO DICE SÌ
4° 13°
Domani
Irregolarmente
nuvoloso al
mattino e
parzialmente
nuvoloso nel
pomeriggio;
soleggiato sui
monti.
Minello, Mondo ALLE PAGINE 56 E 57
PENSIONATO MORTO
5° 11°
Giovedì
Irregolarmente
nuvoloso al
mattino e
schiarite in
giornata, resta
soleggiato sulle
zone alpine.
Buca killer
Assolti
i funzionari
FOTO EZIO ROMANO
“Non c’è neve, più vacanze a Carnevale”
Lucia Caretti A PAGINA 59
Il giudice: i dipendenti
di Comune e Smat
non sono responsabili
Andrea Rossi A PAGINA 63
semafori che non vengono minimamente rispettati. Segnalateci (anche con una foto, se volete) qual è la strada pericolosa
vicino a casa vostra.
ALTA VELOCITÀ
Il governo:
avanti
con Virano
MAURIZIO TROPEANO
l governo si schiera a fianco di Mario Virano e della
sua scelta di presentare ricorso al Tar contro il pronunciamento dell’Antitrust che
mettendo in evidenza una situazione di conflitto di interesse ha dichiarato l’incompatibilità post carica. E così,
secondo il Garante della concorrenza, Virano non avrebbe dovuto essere nominato
alla guida di Telt, la società
incaricata della costruzione
del tunnel di base della Torino-Lione. È questo il risultato
dell’incontro - «che si è svolto
in un clima disteso e sereno»,
secondo una fonte della società - che si è tenuto ieri con
il ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio. Secondo
quanto si apprende il ricorso
sarà presentato dopo Natale.
Del resto è stato il governo ad
indicare Virano alla guida di
Telt il 23 febbraio del 2015,
quel giorno contestualmente
Virano si dimise dalla carica
di commissario di governo
per la Torino-Lione. L’incontro al ministero è anche servito per valutare eventuali
ricadute sull'operatività di
Telt del pronunciamento
dell’Antitrust. Secondo i legali della società gli atti già
approvati sono validi ed hanno efficacia.
I
Il progetto di Zoom
La fattoria sorgerà dove una volta c’era lo zoo
La fattoria degli animali in riva al Po
tra capre, boa, zebù e viaggi nel tempo
Letizia Tortello A PAG. 61
12345367318
56 .Cronaca di Torino
STAMPA
.LA
MARTEDÌ 22 DICEMBRE 2015
La città
che cambia
La costruzione del nuovo Parco della Salute
in zona Lingotto sarà la premessa per una
delle maggiori trasformazioni urbanistiche
degli ultimi decenni.
Il futuro
degli ospedali
Ç
Sul mercato
Tranne il Cto, che verrà potenziato
passando da 400 a 500 posti-letto,
gli altri ospedali della Città della
Salute saranno messi in vendita.
Il progetto
PIAZZA
GALIMBERTI
Area disponibile
per la Città
della Salute
Stazione a ponte
Lingotto
Ex Moi
VIA
PAS
SO
B
ZINI
Oval
VIA
La gara
ZINO
UOL
E
Le tappe
La Regione
conta
di partire
con la procedura
di gara
nell’autunno
del 2016
- LA
STA
MP
A
Parco
Lingotto
Palazzo unico
della Regione
Il contratto
La tempistica
prevede
di sottoscrivere
il contratto
con il privato
nel 2017
VIA N
IZZA
La Regione rompe gli indugi: il primo obiettivo è sbloccare 250 milioni di fondi statali
Il cantiere
A fine 2017
partiranno
i lavori
per costruire
il nuovo polo,
dureranno
quattro anni
Sanità, via al risiko degli ospedali
Parco della Salute nel 2021: 600 milioni di investimento per 1040 posti-letto
Nuovo
sviluppo
ALESSANDRO MONDO
Un’immagine
di Torino
con la vista
del nuovo
grattacielo
della Regione:
il polo
ospedaliero
sorgerà
in prossimità
della torre
Parco della Salute, si parte. Consapevoli che questa volta si fa sul
serio ma anche che, dopo almeno
14 anni di chiacchiere e progetti
in libertà, è l’ultimo treno: un’occasione unica per dotare Torino
di un polo ospedaliero-universitario di alto livello, competitivo a
livello nazionale e internazionale,
e per sancire un’altra trasformazione urbanistica della città. Due
obiettivi sui quali l’amministrazione regionale ci mette la faccia.
Primi passi
Ieri la giunta ha approvato il piano di fattibilità economica (oggi
stesso sarà trasmesso ai ministeri della Salute e dell’Economia)
per realizzare il nuovo Parco della Salute sui terreni ex-Fiat AvioOval al Lingotto, 318 mila metri
quadri di superficie, e nella prossima seduta approverà la delibera che stanzia 12,5 milioni sui bilanci 2015 e 2016: due mosse indispensabili per sbloccare i 250 milioni fermi a Roma. A queste si
aggiunge il fondo istituito presso
Cassa Depositi e Prestiti per la
copertura dei costi della progettazione preliminare (3,5 milioni).
Appello ai privati
Si accendono i motori per dare
gambe ad un progetto da 600 milioni (più l’indotto) che, salvo colpi di scena, dovrebbe diventare
realtà nel 2021. A fine 2017, hanno
spiegato ai giornalisti Sergio
Chiamparino e l’assessore alla
Sanità Antonio Saitta, il via ai lavori. Diverse le sfide da affrontare prima di raggiungere il traguardo. In primis il coinvolgimen-
to dei privati, essenziale per integrare i fondi pubblici: si punta ad
un affidamento per la costruzione e la gestione dei servizi non sanitari (manutenzione, calore,
energia) del polo ospedaliero in
quattro anni; previsto un canone
di ammortamento di 26 milioni
l’anno, per 22 anni, da riconoscere al privato che accetterà la sfida
(la scelta del promotore avverrà a
fine 2016).
Un onere giudicato sostenibile, considerato che le spese di manutenzione delle Molinette e degli
altri ospedali della Città della Salute ammontano a 19 milioni l’anno. Altro dato citato da Saitta:
per adeguare seriamente le strutture esistenti la Regione avrebbe
dovuto sborsare 366 milioni.
Ospedali in vendita
«Su questo progetto
ci giochiamo
la nostra credibilità
e se falliremo
ne risponderemo»
Non solo: i tempi del canone di
ammortamento potrebbero essere ridotti dalla vendita, previa
variante di destinazione d’uso da
parte del Comune, degli ospedali
votati al disarmo (Molinette,
Sant’Anna, Regina Margherita).
Dei quattro presidi della Città
della Salute sopravviverà solo il
Cto, potenziato grazie ai risparmi derivanti dall’operazione (da
400 a 500 posti-letto) ma destinato a ruolo di ospedale territoriale per il trattamento delle basse complessità: svelato l’arcano.
Sergio Chiamparino
Il nuovo polo
Presidente
Regione
Tutto il patrimonio dell’attuale
azienda ospedaliera, in termini di
professionalità e tecnologie, con-
fluirà nel Parco della Salute.
Idem per le attività relative alla
Facoltà di Medicina e di Chirurgia dell’Università di Torino.
«Una sfida epocale sulla quale ha sottolineato Chiamparino questa amministrazione si giocherà la credibilità politica e amministrativa».
Il Parco della Salute si articolerà in quattro poli funzionali sulla superficie di proprietà della
Regione e di Fs Sistemi Urbani.
Polo della Sanità e della formazione clinica (1.040 posti-letto:
419 per l’area chirurgica, 100 per
l’area critica-terapia intensiva e
sub-intensiva, 281 per l’area medica, 170 per l’area ostetrica neonatale, 70 per l’area degenza). Polo della didattica: dedicato alle attività dei corsi di laurea Magistrale a ciclo unico, ai corsi di laurea triennali e ai corsi di laurea
specialistici in Medicina o delle
Professioni sanitarie per
un’utenza di circa 5 mila studenti. Polo della ricerca: dimensionato per un’utenza di circa mille
persone tra docenti, assistenti,
dottorandi e personale ausiliario.
Polo della residenzialità d’ambito: per i servizi di foresteria dedicati agli ospiti in permanenza
temporanea per le attività presso
gli altri poli.
Il tutto suddiviso in due lotti: il
primo, sul quale si sta definendo
la sostenibilità economica e finanziaria, riguarda il polo della
Sanità e della formazione clinica
e il polo della ricerca; il secondo
lotto (gli approfondimenti si concluderanno entro tre mesi) riguarderà il polo della didattica e
della residenzialità d’ambito.
12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
1
23456471428
LA STAMPA
MARTEDÌ 22 DICEMBRE 2015
.
Cronaca di Torino .57
Ç
Ç
Ç
Molinette
Sant’Anna
Regina Margherita
Le vecchie e superate Molinette,
inaugurate nel novembre del 1935 e
forti di 950 posti-letto, verranno messe
in disarmo e vendute.
Il sant’Anna è stato inaugurato nel 1938
ed oggi conta 400 posti-letto: sarà
venduto per finanziare la costruzione del
nuovo Parco della Salute.
Anche il Regina Margherita, inaugurato
nel 1961 e forte di 200 posti-letto, è a
fine corsa: alla pari degli altri ospedali,
tranne il Cto, sarà messo sul mercato.
IL PARCO DELLA SALUTE
Il Comune dovrà fare le varianti alle destinazioni d’uso
Nascerà un nuovo quartiere lungo il Po
Case, alberghi e centri di ricerca sulle superfici liberate dalla vendita degli attuali presidi sanitari
Retroscena
TRASFERITI
Il Collegio costruttori di Torino
RIMANE
“Giusto il nuovo polo,
ma lo sviluppo di Torino
resta una scommessa”
BEPPE MINELLO
er dirla tutta, sarà almeno la terza volta che
la Città della Salute, come la Fenice, risorge dalle sue
ceneri e prova a spiccare un
volo che, Chiamparino dixit,
potrebbe concludersi intorno
al 2021. Quell’anno, per gli ottimisti inquilini di piazza Castello, la Città della Salute dovrebbe circondare il grattacielo di Fuksas. Bello, ma lungo il Po, attorno a corso Unità
d’Italia, dall’incrocio con corso Bramante fino e anche un
po’ oltre la rotonda di corso
Spezia, cosa accadrà? Secondo la road map immaginata
dalla giunta regionale non ci
saranno più gli ospedali finiti
nell’area dell’ex Fiat Avio, cioè
Molinette, Sant’Anna e Regina Margherita, ma «altro».
P
Come generare risorse
Soprattutto «altro» in grado
di generare risorse per contribuire a pagare l’ingente investimento che comporterà la
nuova, maxi struttura sanitaria. Dunque: «altro» cosa?
Stefano Lo Russo, brillante
assessore all’Urbanistica del
Comune di Torino, che da
tempo elabora per conto e
d’accordo con la giunta Fassino uno sviluppo della città a
Nord, in quella Barriera di Milano indicata dal Fassino elettorale quale nuova frontiera
di sviluppo del centrosinistra
torinese, è prudentissimo. Si
sa che il cuore di quello sviluppo a Nord è l’ormai famosa Variante 200: costruzione della
linea 2 della metropolitana
S. Anna
C.T.O.
Molinette
Intervista
Regina Margherita
ALESSANDRO MONDO
C
- LA STAMPA
318.000
metri quadrati
È l’area dell’ex-Fiat Avio
dove la Regione intende
realizzare
il Parco della Salute
nell’ex-trincerone ferroviario
che da Scalo Vanchiglia arriva
al Parco Sempione e a Rebaudengo. Linea di metropolitana
che dovrà servire da calamita
per chi fa case. È attorno a questo principio che sta facendo
passi avanti il progetto Regaldi
per trasformare lo Scalo Vanchiglia. Ordunque, come già
s’interrogano gli addetti ai lavori cioè i costruttori: la città po-
trà reggere tutto questo sviluppo immobiliare?
«Perché non alberghi?»
«Intanto stiamo parlando di un
orizzonte temporale abbastanza in là e che ci impedisce, oggi,
di immaginare alcunché» dice,
prudentissimo, Lo Russo. Certo, l’assessore ha ben chiaro che
la parola magica è «valorizzazione», vale a dire la trasformazione di quelle aree oggi piene
di ospedali, in qualcosa di diverso che però faccia incassare un
bel po’ di soldi a Chiamparino. E
meglio delle case c’è quasi nulla. «E chi lo dice? - replica Lo
Russo - Intanto la Regione non
ci ha ancora chiesto nulla e al
Comune spetta l’onere e l’onore
di fare le destinazioni d’uso che,
oggi, lungo corso Unità d’Italia,
permettono solo “servizi pubblici”. Chissà di che città parleremo quando si porrà il proble-
ma. E poi, perché escludere,
che so?, una grande azienda interessata a creare lì un suo centro di ricerca? Oppure, vista la
zona di prestigio, l’interesse di
un grande player alberghiero?
C’è tempo». Chi aveva già immaginato residenze fu la giunta
Bresso che voleva creare la Città della Salute a Grugliasco. Il
suo assessore al Bilancio e all’Edilizia sanitaria, Peveraro,
aveva immaginato di trovare risorse rendendo la zona di corso
Unità d’Italia tutta residenziale: «Anzi, il corso s’immaginava
di farlo passare sotto terra per
creare un continuum tra le case
e il fiume». Peveraro è stato anche il mago finanziario che ha
permesso di costruire il grattacielo di Fuksas: «Con i soldi risparmiati con gli affitti - dice - si
pagheranno le rate del leasing
ventennale».
12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
Sant’Anna, rinasce il reparto di Day Surgery
MARIA TERESA MARTINENGO
NOEMI PENNA
È stata una giornata speciale,
ieri, all’Ospedale Sant’Anna: in
occasione della festa mondiale
2015 della «trasformazione sociale attraverso le arti», il «Rebirth Day» ideato dall’artista
Michelangelo Pistoletto, il reparto di Day Surgery, in via
Ventimiglia 3, è rinato con una
grande azione di pittura collet-
tiva. Personale e pazienti avevano chiesto di «rivisitare» con il
colore anche questi frequentatissimi ambienti dell’ospedale
ostetrico-ginecologico, così come già è avvenuto per gran parte degli spazi grazie agli interventi del Cantiere dell’Arte condotto dalla Fondazione Medicina a Misura di Donna con il Dipartimento Educazione del Castello di Rivoli. Ancora una volta, così, il concetto di «prendersi
cura» si è ampliato. «Queste trasformazioni innescano effetti
positivi inimmaginabili sulle pazienti e sul personale», ha sottolineato la professoressa Chiara
Benedetto, presidente della
Fondazione e coordinatrice del
Comitato internazionale sui di-
«Non dico questo. La scelta
di costruire il nuovo polo
ospedaliero sui terreni dell’ex-Fiat Avio è intelligente:
tempo addietro Chiamparino
mi aveva chiesto cosa ne pensavo, e anche oggi ritengo
che un’amministrazione pubblica debba avere il coraggio
di immaginare come potrà
essere la città nei prossimi
decenni. C’è dell’altro».
Cioè?
Nel cantiere
... ma?
ha lavorato la
squadra Jacks
di softball
femminile
REPORTERS
ritti sessuali e riproduttivi delle
donne per la Federazione internazionale degli Ostetrici e Ginecologi, ringraziando le giocatrici
della squadra Jacks di softball
femminile (vincitrice del World
Master Game 2013) che hanno
realizzato le pitture e ripulito il
giardino all’ingresso.
A fine mattinata, taglio del
nastro con il direttore generale
della Città della Salute, Giampaolo Zanetta, la professoressa
Benedetto, Catterina Seia, re-
L’operazione non la convince?
«Le superfici che si libereranno sono strategiche: affacciate sul fiume, e sulla
collina, collegate con la metropolitana, in prossimità
della tangenziale... È la più
bella porta di accesso alla
nostra città».
Quando il colore e l’arte
diventano parte della cura
I medici: «Effetti
positivi straordinari
sulle pazienti
e il personale»
ostruire e attrezzare
un nuovo polo ospedaliero di questo calibro
in soli quattro anni? Mah! Se
anche prendiamo per buoni i
tempi previsti dalla Regione,
riutilizzare tutte le aree liberate dall’operazione sarà un
azzardo».
Le aree in questione sono
quelle oggi occupate dagli
ospedali Molinette, Sant’Anna e Regina Margherita, votati al disarmo (e prima ancora alla vendita) quando il
Parco della Salute diventerà
una realtà. Ad esprimere
qualche perplessità è Alessandro Cherio, presidente
del Collegio dei costruttori
di Torino.
sponsabile Progetto Arte e Salute della Fondazione, Anna Pironti, direttore del Dipartimento Educazione e Cristina Pistoletto. Ieri è stato anche presentato il video (girato con droni)
che sarà proiettato nelle sale
d’attesa: un rilassante volo dal
Valentino al Forte di Exilles su
musica del maestro Ezio Bosso.
12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
Guarda la fotogallery su
www.lastampa.it/torino
«Se il Comune deciderà che
queste aree dovranno essere
riconvertite ad uso residenziale, del tutto o in parte, mi
chiedo se Torino sarà in grado di supportare quella domanda».
Teme che non sia possibile?
«Oggi sarebbe proibitivo.
Anche domani o dopodomani, però, resta la domanda:
Torino può assorbire una trasformazione urbanistica di
questa portata, in aggiunta a
quella prospettata dalla Variante 200 che dovrebbe trasformare Barriera di Milano
lungo la seconda linea della
metropolitana?».
La vede difficile?
«Sono operazioni che presuppongono una crescita demografica, quindi economica,
enorme: serve una buona dose
di ottimismo».
Insomma: una volta liberate,
le aree occupate dagli attuali
ospedali rischiano di restare
vuote?
«Tanto per cominciare, fino a
quando il Parco della Salute
non diventerà operativo i presidi attuali potranno essere
venduti ma per ovvi motivi non
potranno smobilitare. Poi dipenderà da vari fattori: la differenza potrebbero farla i Fondi immobiliari».
Gli stessi che la Regione punta
a coinvolgere per finanziare
l’opera?
«Magari. In cambio del loro
contributo, potrebbero gestirsi con la vendita dei diritti edificatori delle aree oggi occupate dagli attuali presidi sanitari.
È tuto da vedere».
Resta l’eventualità di una domanda di alloggi che, quando
queste superfici saranno disponibili, potrebbe essere inferiore all’offerta.
«Oggi nessuno è in grado di
prevederlo: molto dipenderà
dalle scelte del Comune».
Si riferisce alle varianti urbanistiche?
«Certo. Quegli spazi potranno
essere utilizzati ad uso residenziale e a servizi, questi ultimi anche per gli studenti che
frequenteranno il nuovo polo
ospedaliero. Quando parlo di
residenziale, intendo non soltanto edilizia libera ma convenzionata».
Il «mix» dovrà essere deciso
dal Comune.
«Infatti. La risposta all’offerta dipenderà dalla flessibilità
del Comune di Torino e dalle
percentuali previste. Ecco
perchè, come Collegio costruttori, ci piacerebbe poter
dire la nostra».
Chiedete di essere coinvolti
nella cabina di regia che lavora alla realizzazione del Parco
della Salute?
«Penso che il nostro punto di
vista potrebbe essere utile».
12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
«Molto dipenderà
dalla flessibilità
delle varianti
di destinazione d’uso
da parte del Comune»
Alessandro Cherio
Presidente
Collegio costruttori
12
LA STAMPA
MARTEDÌ 22 DICEMBRE 2015
Reportage
DANIELE PRATO
BELFORTE MONFERRATO
I
Il sindaco
Beppe Ravera
è stato
costretto
a chiarire
sul sito
che le aziende
per ora sono
al completo
700
I posti
di lavoro
contro
gli appena
530 abitanti
ma si tratta
di posti già
occupati
da tempo
n pochi giorni Belforte si è
trasformato da «paese del
miracolo» - per i posti di
lavoro che superano gli abitanti - a meta della speranza,
frustrata, di chi un lavoro
non ce l’ha. Già, perché il battage mediatico seguito negli
ultimi dieci giorni alla notizia
che gli 8 chilometri quadrati
di territorio, appena 530 residenti a ridosso del casello
di Ovada sull’A26, ospitano
imprese e realtà in grado di
dare occupazione a circa 700
persone, ha alimentato le
aspettative di tanti italiani
che stanno disperatamente
cercando un lavoro. Una
tempesta di telefonate, e
mail e raccomandate si è abbattuta sul municipio nell’ultima settimana, da ogni parte dello Stivale, costringendo
l’amministrazione a fare
chiarezza con una breve nota
pubblicata sul sito: «Facendo
seguito alle notizie annunciate da giornali e tv siamo a
informare che i 700 posti di
lavoro si riferiscono a aziende già operanti da anni sul
territorio di questo Comune
e che di conseguenza sono
già “occupati” da personale a
suo tempo assunto».
Arriva ditta dolciaria
E per spegnere le residue
aspettative: «Nel breve periodo questa amministrazione
non è a conoscenza di ulteriori assunzioni da parte delle ditte in questione e neppure della prossima apertura di
nuovi insediamenti sul territorio. Sarà nostra cura pubblicare in questa sezione
Il pellegrinaggio dei disoccupati
a Belforte, “il paese del lavoro”
Arrivati da tutta Italia, il sindaco costretto a chiarire: aziende già al completo
Gnocchetto
«A noi invece l’A26
porta solo danni»
1 «La notizia che
eventuali cambiamenti alla situazione attuale». In realtà è
stato il sindaco Franco Ravera
ad annunciare l’arrivo imminente di una nuova realtà, la
ditta dolciaria Tonitto di Genova, che trasferirà a Belforte
tutta la produzione, ma i tempi
per le eventuali assunzioni non
sono ancora maturi (ci vorrà
un anno) ed evidentemente il
Comune ha così cercato di arginare il mare di richieste che
si è ritrovato a gestire. Il primo cittadino è sbigottito: «Sono arrivate telefonate ed
email da tutta Italia, non avrei
mai pensato. Mi spiace deludere tutte queste persone ma
si tratta di un malinteso: i 700
posti ci sono, ma sono quelli di
chi già lavora qui».
Il clamore mediatico
La notizia che in provincia esistesse un centro, tra industrie,
imprese artigiane, centri commerciali e realtà legate al casello autostradale, in grado di dare occupazione a più persone di
quanti fossero i suoi residenti è
stata data da La Stampa ed è
Il casello
La comodità
dell’autostrada
è il principale
motivo che
ha portato
molte
aziende
a investire qui
nel corso del
tempo
Ospedale di Acqui declassato
Il Tar fa pressing sulla Regione
Il Tar, pochi giorni fa, ha rinviato la discussione del ricorso di 43 Comuni dell’Acquese per chiedere l’annullamento della delibera regionale sulla revisione della
sanità piemontese, e questo
si sapeva. Ora si conoscono
anche i motivi del rinvio che,
se non fanno cantare vittoria al sindaco di Acqui, Enrico Bertero, poco ci manca.
In sostanza i giudici, prima
di pronunciarsi, pretendono
che i dirigenti dell’assessorato regionale alla Sanità
chiariscano una serie di
aspetti: quali criteri siano
stati usati per riclassificare –
al ribasso – l’ospedale di Acqui; come la Regione sia giunta a quantificare il bacino
d’utenza della struttura sanitaria e «il relativo fabbisogno
di prestazioni»; infine, quale
«rilievo sia stato attribuito alla situazione orogeografica
dell’area e ai tempi di raggiungimento del Dea di riferimento da parte della popolazione
compresa nel bacino di utenza dell’ospedale di Acqui».
Tutte questioni aperte, per
i Comuni, e su cui da tempo i
sindaci del territorio battono,
sollevando dubbi sulla legitti-
mità delle modifiche. «Al Tar
la Regione dovrà finalmente
rispondere – dice il sindaco di
Acqui, Enrico Bertero -. I giudici hanno messo sotto la lente
proprio quelli che sono stati i
nostri punti interrogativi negli
ultimi mesi. Specie per quanto
riguarda la questione orografica: declassare un Pronto soccorso o eliminare servizi salvavita a Ovada, che dotata di
autostrada può essere ad
Alessandria in poco tempo, è
ben diverso che farlo ad Acqui, con paesi distanti e strade
tortuose. Le richieste del Tar
ci fanno ben sperare per il pronunciamento nel merito».
Nell’attesa il territorio sfilerà in corteo per protestare il
29 dicembre alle 10, partendo
dall’ospedale: ieri l’iniziativa
ha incassato anche il sostegno
di Forza Italia.
[D.P.]
12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
E così c’è chi, alla disperata ricerca di un posto di lavoro, di
fronte a tanta enfasi ha sperato
di trovare nel paese il suo piccolo Eldorado. «Di colpo - commentano in Comune, dove già
si erano dovuti organizzare per
gestire il flusso improvviso di
troupe televisive - ci siamo ritrovati i telefoni roventi, con almeno un centinaio di chiamate,
e la casella di posta elettronica
zeppa di circa 50 e mail, soprattutto dal Sud». Benevento,
Torino, Palermo, Alessandria,
Siracusa, Rosarno, Ravenna
sono alcune delle città da cui
sono arrivate le richieste. Ieri è
stata recapitata anche una raccomandata dall’Emilia Romagna e tre disoccupati si sono
presentati di persona allo
sportello al piano terra del municipio. Un doloroso specchio
dei tempi. «Quello che fa riflettere di fronte a questa pioggia
di richieste - dicono a Belforte è proprio capire quante persone in difficoltà ci siano in questo momento in Italia». Disposte anche ad attraversarla per
il miraggio di un lavoro.
ORARIO
Mattino 8,00 - 12,00
Pomeriggio 14,00 - 18,00
Molare. Un’analoga cerimonia è avvenuta nel pomeriggio al santuario della Madonna di Crea, su
iniziativa del vescovo di Casale, Alceste Catella. Le
altre Porte Sante sono nelle cattedrali.
DOPO IL RICORSO DEI 43 COMUNI
Anche dalla Sicilia
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Prepariamo, inoltre prestigiose
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Porta Santa aperta anche al santuario Nostra Signora delle Rocche
indetto da Papa Francesco, iI vescovo di Acqui,
Piergiorgio Micchiardi, l’altra mattina ha aperto
una Porta Santa anche al santuario delle Rocche, a
Belforte offra tanti posti di lavoro rende felici
tutti ma tra le cause
del suo boom c’è la
presenza del casello
dell’A26. Siamo sicuri
che tutto il paese ne
abbia beneficiato? In
realtà la frazione Santo Criste-Gnocchetto,
separata dallo Stura
da Gnocchetto d’Ovada, ne è stata devastata». Ne sono convinti i
cittadini del Coordinamento iniziative della
borgata, dove insistono piloni e viadotti dell’autostrada: «La costruzione dell’A26 ha
portato la distruzione
di vari edifici e della
grande piana di Mattine. E con essa, inquinamento acustico, ambientale, calo degli
abitanti e degrado,
con due parcheggi iniziati dalle Autostrade e
mai finiti. Mancano
perfino i cartelli stradali che indichino la
frazione».
[D.P.]
poi stata ripresa da molti telegiornali e trasmissioni tv, arrivati in paese con le telecamere
al seguito: prima il Tg3, poi il
Tg2, quindi Tg1, La7 per la trasmissione «L’aria che tira» e alla fine anche «La vita in diretta» di Rai 1, che hanno raccontato il «miracolo» di Belforte.
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CERIMONIA CON IL VESCOVO DI ACQUI PER IL GIUBILEO DELLA MISERICORDIA
1 Nel contesto del Giubileo della Misericordia
Acqui e Ovada .63
.
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LA STAMPA
MARTEDÌ 22 DICEMBRE 2015
“La Regione metta a bilancio
la spesa per finire l’ospedale”
Retroscena
l governatore del Piemonte,
Sergio Chiamparino, l’ha ribadito nelle ultime due visite pubbliche nel territorio albese: «Verduno è una priorità. Le
prime risorse disponibili a gennaio, sbloccate dal piano di rientro regionale, saranno destinate al nuovo ospedale di Alba e
Bra». Una rassicurazione che fa
ben sperare per il completamento dell’opera, fissato al 31
marzo 2017. «A fronte di un cantiere che oggi procede spedito,
come è noto l’intervento ha vissuto alterne vicende – ha ricordato il direttore generale Asl
Cn2, Francesco Morabito, durante un recente incontro con il
consiglio direttivo dell’Aca -. Nei
dieci anni intercorsi dalla posa
della prima pietra, l’opera ha
dovuto fronteggiare una lunga
interruzione, crisi risolta anche
grazie ai conti in regola della nostra azienda sanitaria, che ha
potuto da allora anticipare circa 15 milioni di euro».
I
A Verduno
Il completamento
del nuovo
ospedale
è fissato
al 31 marzo
2017
Chiamparino
ha ribadito
«Il cantiere
è una
priorità»
40
milioni
La lunga interruzione
subìta dai lavori
risolta anche grazie
ai conti in regola
della nostra Asl
Francesco Morabito
direttore generale
dell’Asl Cn2
La somma
che manca ancora
per completare
il cantiere
dell’ospedale
Avrà 300 posti letto
BRUNO MURIALDO
le, è stato installato un sistema di
sollevamento in sicurezza dei pazienti in tutti i reparti, con una
spesa di oltre 650mila euro.
Presidio d’eccellenza
Per non avere altre sorprese,
occorre vigilare. L’ha ribadito
il Comitato promotore dell’ospedale Alba –Bra. «Per avere la sicurezza sui tempi, è necessario che sia inserita nel bilancio regionale la spesa per
completare i lavori e finanziare le attrezzature, ma anche
che sia completato il piano
Impianto
La centrale
idroelettrica
è costata
quasi
10 milioni
e può
soddisfare
il fabbisogno
energetico
di 4 mila
famiglie
economico-finanziario con la
ditta costruttrice - dice il portavoce Giusto Viglino -. È poi
indispensabile un monitoraggio mensile dello stato di avanzamento del cantiere, rendendone informati i cittadini».
Ma la sfida più importante
sarà rendere il nuovo ospedale
una struttura di eccellenza,
con strumentazioni all’avanguardia. «Un obiettivo che richiede valutazioni già in corso
d’opera e non solo a struttura
muraria completata», dice ancora Viglino. Per il Comitato, i
GOMMISTA DI ALBA
Non restituisce
pneumatici
ai clienti
Denunciato
La prima centrale idroelettrica del Gruppo Egea è stata
inaugurata il 28 novembre
dopo un lungo iter cominciato nel 2006 e un anno e mezzo
di cantiere, rallentato da due
piene eccezionali del Tanaro
nel 2014. La centrale, costata
quasi 10 milioni di euro e con
una potenza di 4 Megawatt,
può soddisfare il fabbisogno
energetico annuo di oltre 4
mila famiglie. Per il territorio, come ha detto il sindaco
di Alba Maurizio Marello all’inaugurazione, ha il valore
simbolico di «riconciliazione
[I. C.]
con il fiume».
Un gommista albese, a cui diversi clienti avevano lasciato
in deposito le gomme fuori
stagione, è stato denunciato
dai carabinieri per appropriazione indebita.
La vicenda risale a qualche mese fa: il professionista, a causa di problemi familiari, ha dovuto prendersi
un periodo di assenza forzata dal lavoro (rimanendo indietro anche con il pagamento dell’affitto dell’officina e
delle utenze, com’è emerso
dall’indagine) proprio nelle
settimane che hanno preceduto la scadenza del cambio
gomme, da quelle estive alle
termiche invernali. Diversi
clienti hanno cercato di mettersi in contatto con lui, almeno per recuperare gli
pneumatici, ma dopo vari
tentativi falliti alcuni hanno
deciso di rivolgersi ai carabinieri. Durante la perquisizione dell’officina i militari
sono riusciti a recuperare
buona parte delle gomme e a
restituirle ai proprietari. Resta il mistero di alcuni pneumatici spariti: le indagini
proseguono per individuare
eventuali responsabilità dell’uomo, che si è dichiarato
estraneo alla vicenda, e per
rintracciare le gomme del
valore commerciale di alcune migliaia di euro.
[I. C.]
12BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
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SILVIA MURATORE
S. VITTORIA, RASSICURAZIONI DEL GRUPPO EGEA
“Dopo la perdita d’acqua
la centrale lungo il Tanaro
è stata messa in sicurezza”
«La centrale idroelettrica di
S. Vittoria d’Alba è completamente in sicurezza». Dall’impianto inaugurato meno di
un mese fa sulle sponde del
Tanaro, a valle di Pollenzo,
arrivano le rassicurazioni
per la perdita d’acqua che si è
verificata domenica mattina
e che ha causato l’allagamento del tunnel di accesso.
Il guasto ha richiesto l’intervento dei vigili del fuoco di
Cuneo, Alba e Bra per svuotare velocemente l’acqua con
le pompe idrovore. Ieri mattina dirigenti e tecnici si sono
riuniti per fare il punto della
situazione. «La perdita è stata assorbita e ora stiamo valutando la possibile origine
del problema - dice Giuseppe
Zanca, amministratore delegato di Tanaro Power, la società del Gruppo Egea che ha
progettato, realizzato e ora
gestisce la centrale -. La preoccupazione è durata poco:
nel giro di poche ore la situa-
CHERASCO
Polemiche
in Consiglio
su agricoltura
Appello del Comitato. I tecnici: “Speriamo di terminare in anticipo” e urbanistica
ROBERTO FIORI
VERDUNO
Per terminare il presidio servono altri 40 milioni, ma la progressione del cantiere è tale che
i tecnici si sbilanciano: «Se i
flussi finanziari non subiranno
altre interruzioni, i lavori potrebbero essere conclusi anche
prima del previsto». Entro l’autunno è fissata la chiusura del
cantiere per le strade e le altre
infrastrutture. Attualmente sono in fase di realizzazione le
parti più costose, come l’impiantistica e le dotazioni tecnologiche. A opera conclusa, Verduno avrà oltre 300 posti letto,
tutti in camere singole. Grazie
alla Fondazione Nuovo Ospeda-
Langhe e Roero .61
.
zione è tornata sotto controllo,
grazie all’intervento rapido dei
nostri tecnici e alla collaborazione dei vigili del fuoco». Pare
che la perdita potrebbe essere
stata causata da un guasto a
una delle paratie che regola
l’afflusso d’acqua nelle turbine.
Aperta a fine novembre
progetti su cui dovrebbe essere avviato un approfondimento sono l’emodinamica e il potenziamento dell’attività chirurgica, il progetto pilota di telemedicina nell’ambito di una
integrazione ospedale-territorio e la radioterapia, per la
quale sono stati inseriti i locali
nella nuova struttura. Ma anche il rafforzamento del punto
nascita con partoanalgesia e
parto in acqua, letti di lungodegenza e la riqualificazione
del laboratorio analisi.
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È indispensabile
monitoraggio mensile
dell’avanzamento
del cantiere a Verduno
informando i cittadini
Giusto Viglino
presidente Comitato
ospedale Alba-Bra
È passato con i soli voti della
maggioranza, a Cherasco, il
Documento unico di programmazione che descrive la
vita amministrativa per i
prossimi due anni. Voto contrario di tutta la minoranza.
Daniela Domeniconi di Cittadini per Cherasco: «In oltre
140 pagine non c’è nulla di innovativo». «Con i tagli subìti e
non volendo aumentare le tasse - ha risposto il sindaco
Claudio Bogetti - è già difficile
mantenere i servizi». Ha aggiunto l’assessore Elisa Bottero: «Si tratta comunque di capitoli generali all’interno dei
quali possiamo rivedere le
singole voci, modificando ed
innovando alcuni interventi».
Altra obiezione è arrivata dai
consiglieri di Cherasco Viva
che denunciano «una scarsa
attenzione per l’agricoltura e
per la salvaguardia dell’ambiente». «Come Comune - ha
ribattuto il sindaco - abbiamo
poche competenze sull’agricoltura». Mara Degiorgis sul
Piano regolatore: «Manca una
programmazione. Stiamo andando avanti tagliando un
pezzo qua e uno là» Bogetti:
«Se un’impresa seria ha bisogno di ampliarsi, è giusto darle questa possibilità. Non inseriamo ettari di ampliamento perché ci piace devastare il
territorio». Durante la votazione i tre consiglieri di opposizione hanno votato contro
(assente Elio Cagnassi di Cit[M. Q.]
tadini per Cherasco).
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