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DIARIO VENERDÌ 1 GIUGNO 2007 È in edicola LA REPUBBLICA 43 È in edicola DI DI I MALI DELL’AMBIENTE E GLI ERRORI DELL’UOMO In un ventennio la Terra si è modificata più di quanto è già accaduto in passato trascorso qualche anno da quando, in una torrida mattina di fine luglio del 2003, trovai mio padre, come assopito, sulla sua poltrona. Aveva 89 anni. È avvenuto a Mont-de-Marsan, nel Sud-ovest della Francia, dove ero andato a fargli visita. Non si parlava ancora della canicola e ancor meno delle morti “eccedenti”, ma da alcuni giorni le temperature superavano i 36°C, e la siccità, insieme alla calura, imperversava da numerose settimane. Era il 23 luglio. Una data per me importante, in un primo tempo per motivi esclusivamente personali. In seguito, però, mi fece sorgere numerose domande, in particolar modo dopo la grande ondata di caldo dell’agosto 2003 e le inondazioni del dicembre dello stesso anno nel Sud-est della Francia. Durante le esequie ebbi un breve scambio di parole con un addetto delle pompe funebri. Gli chiesi qualcosa a proposito delle morti eccedenti, problema che, qualche settimana dopo, sarebbe stato per molto tempo al centro della scena mediatica. Avevo appena scritto un libro sulla natura e l’importanza dei mutamenti climatici nella storia della Terra e delle società umane: conoscevo i rischi sanitari di canicole o inverni troppo rigidi. Quell’uomo mi rispose – riporto le sue testuali parole di cui conservo ancora oggi un vivo ricordo: «In questo periodo, ci sono più morti del solito a Montde-Marsan». Sul momento, sicuramente a causa delle circostanze, non prestai particolare attenzione a quella frase, che mi tornò però in mente dopo che scoppiò il dramma dell’agosto 2003, con la sequela di esitazioni e menzogne da parte delle autorità pubbliche, mentre negli ospedali e negli enti sanitari i medici del pronto soccorso, le infermiere e il personale ausiliario, oberati, sfiniti e privi di mezzi, non riuscivano a evitare i circa 15.000 morti in più rispetto ai periodi considerati «normali». Ripensando quindi a quel 23 luglio, mi sono chiesto se fosse possibile che l’allora ministro della Salute fosse ancora all’oscuro, quando l’11 agosto intervenne al telegiornale delle 20 su Tf1, di ciò che qualunque impiegato delle pompe funebri sapeva da più di tre settimane. È quanto lasciano pensare le sue rassicuranti dichiarazioni di quel giorno. Ad ogni modo, a partire dalla fine di agosto e dopo quella ecatombe, i francesi cominciarono a interessarsi con maggiore attenzione ai mutamenti climatici. Le due tempeste che avevano devastato la Francia il 26 e il 28 dicembre 1999 avevano iniziato a preoccuparli. Ma la catastrofe dell’agosto 2003, e in seguito le inondazioni nel dipartimento del Gard a dicembre, scatenarono interrogazioni molto serie e persistenti riguardo all’evoluzione del clima sul nostro pianeta. Le discussioni radiofoniche e televisive, le conferenze, i dibattiti, gli interventi nelle scuole e gli scambi con i colleghi hanno fatto emergere una serie di domande ricorrenti. Innanzitutto, ed è tra l’altro spesso la prima che mi viene posta, la gente si chiede se «tutto ciò ricomincerà», se ci si può aspettare, in un prossimo futuro, Una mutazione che ha coinvolto il clima e ci espone a una crisi forse irreversibile È Una tavola dell’800 dal Dictionnaire Universel d’Histoire Naturelle di d’Orbigny PIANETA Come salvarlo da noi stessi PASCAL ACOT CARLO PETRINI “ IL TERMINE Pianeta deriva dal greco planetes, che vuol dire “errante, vagante”. Ma i pianeti, nel descrivere le loro orbite intorno al sole, seguono delle rotte. Quelli che sembrano vagare a caso sono gli abitanti del pianeta Terra appartenenti alla specie Homo sapiens. Se una cosa ci ha insegnato la globalizzazione è la percezione che questo pianeta è la casa di tutti, la nostra casa comune. Che siamo qui, tutti insieme e che ogni essere vivente (l’Homo sapiens, gli insetti, i microbi, le sementi e i pachidermi) vivono nell’interdipendenza più totale. Questa casa, quello che i Greci chiamavano oikos è comune ed esige comportamenti rispettosi di tutti. Dal termine oikos deriva la parola “economia” (Oikos+Nomea, amministrazione della casa) e la parola ecologia (formata da Oikos+Logos, pensiero razionale). L’economia come l’abbiamo gestita finora ha messo in pericolo l’ecologia. Il nostro pianeta, la nostra casa comune è stata amministrata in modo da sovvertire le regole del pensiero razionale che la dovevano guidare. O ritroviamo la rotta, o perderemo il Pianeta. PIANETA oltre i cinque giorni? Entriamo qui in complicate questioni scientifiche che è tuttavia possibile formulare più semplicemente: perché i climi cambiano? Come funzionano i meccanismi climatici? Abbiamo compreso appieno la circolazione generale dell’atmosfera e quella degli oceani? Durante le mie ricerche ho scoperto con stupore alcune zone d’ombra piuttosto preoccupanti per quanto riguarda l’informazione della gente sui mutamenti cli- matici. Su un sito internet di Météo-France dedicato all’argomento, si può leggere la classica affermazione seguente: «Tutte le stazioni meteorologiche del mondo hanno registrato dall’inizio del XX secolo un lento aumento della temperatura (da +0,5° a +0,7° a partire dal 1860). Contemporaneamente, si assiste al regresso e in alcuni casi alla scomparsa dei ghiacciai dei Pirenei e delle Alpi». Sarebbe stato interessante segnalare che, fino al 2000, le medie an- Per gli arretrati rivolgiti al tuo edicolante di fiducia. scientifici. Molti si chiedono se era possibile prevedere la canicola del 2003 o limitarne gli effetti. Gli incendi delle foreste preoccupano in ugual misura le popolazioni minacciate, principalmente quelle del Sud dell’Europa: esiste un nesso con il mutamento climatico? Quesiti che ne fanno sorgere altri, più complessi. Com’è possibile prevedere un riscaldamento massimo fra circa settantamila anni quando le previsioni del tempo non sono veramente affidabili *Oltre al prezzo del quotidiano. che aumenti la frequenza di periodi di canicola, di tempeste, e più in generale di “catastrofi” climatiche. Parallelamente, ci si interroga sulle relazioni che potrebbero esistere fra le tempeste del 1999, le catastrofi del 2003 (canicole e inondazioni in Europa), gli uragani del 2004 (Ivan e Jane) e del 2005 (Katrina) nel Golfo del Messico e il riscaldamento climatico. Nonostante le apparenze, si tratta di una questione controversa persino nei più importanti ambienti Il numero di giugno con CD è in edicola a 5,90*€ con Il Sole 24 ORE. nuali delle temperature massime giornaliere registrate nel nostro paese per tutto il XX secolo indicavano invece un raffreddamento generale di 1,2°C! Una serie di correzioni ha successivamente portato a quei dati che indicano adesso il riscaldamento in questione… Ciò non cambia nulla alla realtà, ma le informazioni sono state date in modo piuttosto maldestro! Tanto più che non si tratta affatto di un segreto, e che il lavoro di revisione dei dati è stato effettuato alla luce del sole, su basi statistiche. Tuttavia il pubblico, di qualunque tipo esso sia e indipendentemente dal mezzo di comunicazione, ha diritto a essere informato dal servizio scelto. Anche ammesso che in cinquant’anni l’ambiente delle stazioni meteorologiche sia cambiato, e che l’urbanizzazione o la distruzione delle siepi vive per la ricomposizione fondiaria abbiano modificato le condizioni iniziali, fornendo ormai parametri non più paragonabili in valore assoluto a quelli dei decenni precedenti. Tuttavia, nel caso in oggetto, si tratta davvero di una spettacolare inversione! Perché non parlarne tranquillamente? Il tema dell’influenza delle attività umane sull’attuale riscaldamento climatico pone dunque oggi importanti problemi scientifici e suscita numerose controversie. Contrariamente a un’idea diffusa da molti climatologi, non è stata ancora raggiunta una piena unanimità scientifica sull’argomento. Sarebbe meglio non eludere questa difficoltà, facendo il punto sulla questione dell’«effetto serra» e dell’eventuale ruolo delle società umane sulla sua intensificazione durante l’ultimo secolo. Tutte queste domande portano a interrogarsi sulla pertinenza dell’idea di “catastrofe climatica”: e se il riscaldamento del pianeta, annunciato dai climatologi come un evento gravissimo e ineluttabile, fosse prima di tutto una catastrofe sociale e politica? L’uragano Katrina e i suoi effetti devastanti sono significativi a tale proposito: la forza della perturbazione non spiega l’essenza del problema. Non spiega, per esempio, la mancanza di solidità degli edifici, delle infrastrutture urbane e di alcune dighe nel Sud-est degli Stati Uniti, dopo tanti allarmi, tanti cicloni, tante inondazioni, tante distruzioni e tante morti, avvenute ogni anno, o quasi, nel corso degli ultimi due secoli. Non spiega perché i cittadini di colore, poveri, così numerosi nel paese più ricco del mondo, siano stati di gran lunga i più colpiti; così come non spiega i saccheggi e le violenze delle bande armate nel paese modello del “liberismo” economico tanto decantato dagli editorialisti delle emittenti radiofoniche europee. Da questo punto di vista, facendo un paragone, la dignità e la solidarietà delle popolazioni nel Sud-est asiatico colpite dallo tsunami ci danno una lezione sulla quale dovremmo riflettere. Scopo del libro è capire perché le catastrofi climatiche sono prima di tutto disastri sociali, e per quale ragione esse sono anche – come tutte le catastrofi «naturali» – spietati indici dell’indifferenza di quelle che i giornalisti chiamano ironicamente le “élites”. Repubblica Nazionale “ 44 LA REPUBBLICA LE TAPPE VENERDÌ 1 GIUGNO 2007 DIARIO L’ERA INDUSTRIALE XVIII-XX SEC. Nasce la civiltà delle macchine: scorie, inquinamento, deforestazione e danni ambientali costituiranno l’altra faccia del progresso della tecnica. Cresce il tasso di anidride carbonica nell’atmosfera IL RISCHIO NUCLEARE 1963-1986 Nel 1963, Usa, Urss e Gran Bretagna firmano l’abolizione dei test nucleari nell’atmosfera. L’incidente nella centrale di Chernobyl, il 26 aprile 1986, riaccende la paura della catastrofe nucleare L’EFFETTO SERRA ANNI ’80-OGGI Nel 1988, un rapporto Nasa denuncia il surriscaldamento del pianeta e l’effetto serra. A Kyoto, 160 paesi, esclusi Usa e Australia, firmano il protocollo per ridurre i gas serra, in vigore dal 16 febbraio 2005 DALLA TECNOLOGIA ALLA POLITICA: I MODI PER RISPONDERE ALLA CRISI GLOBALE DELL’AMBIENTE I NOSTRI COMPITI PER MADRE TERRA AL GORE (segue dalla prima pagina) I LIBRI GUY DEBORD Il pianeta malato Nottetempo 2007 GIANFRANCO BOLOGNA (A CURA DI) State of The World 2007 Edizioni Ambiente 2007 AL GORE Una scomoda verità. Come salvare la terra dal riscaldamento globale Rizzoli 2006 TIM FLANNERY I signori del clima Corbaccio 2006 ELIZABETH KOLBERT Cronache da una catastrofe Nuovi Mondi Media 2006 DENNIS MEADOWS, DONELLA MEADOWS, JORGEN RANDERS I nuovi limiti dello sviluppo Mondadori 2006 FRED PEARCE Un pianeta senz’acqua Il Saggiatore 2006 FRANZ J. BROSWIM MER Ecocidio Carocci 2005 JEREMY RIFKIN Entropia Baldini Castoldi Dalai 2005 Ecocidio Mondadori 2002 FABRIZIO FABBRI Le foreste ferite Jaca Book 2004 ressoché tutti ormai comprendono benissimo che l’uso di combustibili fossili (quali carbone, petrolio e gas) ispessisce il velo normalmente sottile dell’atmosfera che circonda il pianeta e che così intrappola molto più calore solare vicino alla superficie della Terra. I livelli anomali di riscaldamento atmosferico che ne conseguono destabilizzano drasticamente l’equilibrio climatico esistito durante tutta la storia dell’umanità. In altre parole, noi abbiamo radicalmente alterato il rapporto fondamentale tra esseri umani e Terra. Ciò è imputabile a una combinazione di fattori diversi. Primo: in un solo secolo la popolazione umana sul pianeta è quadruplicata. Erano occorse diecimila generazioni prima che la popolazione mondiale raggiungesse i due miliardi, soglia raggiunta quando è nata la mia generazione – quella dei baby boomers. Adesso, nell’arco di una sola vita – la nostra – la popolazione mondiale sta passando da due a nove miliardi di individui (proiezione dei prossimi 45 anni). Abbiamo già superato la soglia dei 6,5 miliardi di persone. Secondo: la potenza delle nuove tecnologie oggi disponibili ha moltiplicato di migliaia di volte l’impatto che ciascun individuo può avere sul mondo naturale. Le nostre vecchie abitudini, un tempo in massima parte positive, adesso sono perseguite con tale accentuata intensità che siamo diventati un po’ come il proverbiale “elefante in una cristalleria”. Terzo: l’insolita attenzione che riponiamo pensando sul breve periodo e perseguendo una gratificazione immediata – non solo come individui, ma, cosa più importante, nelle modalità di intervento dei mercati, delle economie nazionali e delle agende politiche – ha portato a un’esclusione sistematica delle conseguenze sul lungo periodo dalle nostre decisioni e dalle politiche che adottiamo. Le conseguenze di questo rapporto radicalmente nuovo tra esseri umani e Terra sono devastanti: oggi non si parla neanche più tanto di rapporto, quanto di scontro. La comunità scientifica ci ha ormai sommersi di documentazioni di vario tipo a riprova dei terribili cambiamenti che stiamo arrecando al pianeta. È un po’ la loro versione di chi grida le proprie verità dalla sommità dei tetti. Nell’edizione originale del 1992 di questo libro, avevo riportato le informazioni desunte da una carota di ghiaccio risalente a 160.000 anni fa che dimostrava che i livelli di anidride carbonica nell’atmosfera terrestre non erano mai stati più alti di quelli che avevamo al momento. Nella riedizione del libro del 2000, ho utilizzato i dati di un’altra analisi condotta su una carota glaciale, risalente a 420.000 anni fa, dalla quale si perveniva alle medesi- P do sulla Terra degli ultimi due me conclusioni. Adesso, dalle millenni. L’Accademia ha forpagine di questo libro, potrete nito consigli all’Amministraconstatare che gli attuali livelli zione Bush su questioni chiave di CO2 sono i più alti mai regirelative ai principi fondamenstrati in ben 650.000 anni! Al tali del sistema climatico. pari delle altre prove e docu• L’U.S. Global Change Rementazioni fornite, questo dasearch Program ha pubblicato to conduce esattamente alla nel 2000 il suo National Assesstessa conclusione presentata sment, nel quale illustra, per la nel libro di quindici anni fa. Soprima volta, gli impatti regiolo che oggi le prove sono molto nali che avrà il cambiamento più schiaccianti. climatico in termini di geograDal 1992 a oggi quattro prefia e di settori cruciali (quali l’astigiosi organismi scientifici gricoltura, la salute degli esseri hanno redatto nuovi compenumani, e le foredi di studi che riportano un ste) qui negli Stanumero sbati Uniti. lorditivo di • Nel 2004, è dati e hanno stato pubblicato creato il più l’Arctic Climate forte conImpacts Assessenso immasment, nel quale ginabile su si illustra in che queste quemodo le tempestioni per amrature artiche monire i polisiano aumentici che devotante a un ritmo no prendere quasi doppio rile decisioni: spetto a quelle • Il Panel del resto del Intergovermondo, in gran nativo sul parte perché la cambiamenneve artica e il to del clima, ghiaccio che riformato da olflettono la luce tre duemila del Sole si stantra i più illustri IL PIANETA no sciogliendo, esperti del Illustrazione per lasciando dietro mondo, ha re“Viaggio al centro di sé terra scura e datto due vodella Terra” superfici di ocealuminosi rapdi Verne; al centro no, che a loro volporti che Al Gore; in alto il Polo ta assorbono giungono alla maggiormente il conclusione calore del Sole e che gli esseri riscaldano sempre più la regioumani stanno avendo un forte ne. L’Assessment è altresì giunimpatto sul clima terrestre e to alla conclusione che la riduche le terribili conseguenze di zione dei ghiacciai marini diciò sono percepibili già oggi. minuirà drasticamente l’habiGli scienziati inoltre illustrano tat marino degli orsi polari, delnei dettagli le conseguenze inle foche dei ghiacci e di qualche finitamente peggiori che uccello marino, innescando avranno luogo in futuro se non l’estinzione di alcune specie. si farà nulla per porre rimedio Oltre a questi studi principaalla crisi del clima. li, sono stati pubblicati altri do• L’Accademia Nazionale cumenti che come tessere di delle Scienze, il sistema aureo un mosaico hanno contribuito della ricerca statunitense, ha a formare un quadro più precipubblicato numerosi studi, tra so della situazione. Tra questi i quali uno del 2006 che sostiericordiamo: ne che “probabilmente” stia• Uno studio del 2005 pubblimo vivendo il periodo più cal- ULRICH BECK La società del rischio 1986 Ridotto ad una formula: la povertà è gerarchica, lo smog è democratico. Con l’espansione dei rischi della modernizzazione, con i pericoli per natura, salute, alimentazione ecc., le differenze e gli steccati sociali si ridimensionano cato su Nature ha stabilito che i livelli crescenti di anidride carbonica riducono i livelli di pH negli oceani, con la conseguenza che l’acqua diventa sempre più acida. Se questo ciclo dovesse continuare, alcuni organismi marini fondamentali quali i coralli e alcuni plankton (che costituiscono il primo anello della catena alimentare oceanica), andranno incontro a problemi nel mantenere e costruire i loro scheletri di carbonato di calcio. I risultati di questo studio indicano che queste condizioni potrebbero svilupparsi entro qualche decennio, e non tra qualche secolo come si è creduto in precedenza. • Numerosi studi pubblicati su Science e un articolo pubblicato di recente sia su Nature sia su Geophysical Research Letters conferma l’emergente consenso della comunità climatica sul fatto che il cambiamento del clima sta riscaldando le acque degli oceani, esacerbando di conseguenza l’energia distruttiva degli uragani. • Uno studio del luglio 2006 pubblicato su Geophysical Research Letters riferisce che i ghiacciai alpini in Europa potrebbero sparire quasi del tutto entro questo stesso secolo. • Infine, dato forse più allarmante di tutti, la Nasa ha registrato alcune immagini dai satelliti dalle quali si può notare che la coltre di ghiaccio della Groenlandia è molto più instabile di quanto si supponesse finora. I ricercatori di Harvard hanno raccolte le prove di terremoti verificatisi nel ghiaccio che hanno fatto registrate scosse tra i 4,0 e i 5,0 gradi della scala Richter. Ciò si somma al collasso di parti di ghiaccio vaste quanto Rhode Island che si sono staccate dalle penisola antartica, dando vita a ulteriori preoccupazioni per la stabilità dello strato di ghiaccio dell’Antartico Occidentale. Se dovessimo destabilizzare e lasciar sciogliere la coltre di ghiaccio alta tremila metri che ricopre la Groenlandia o una parte dell’altrettanto enorme massa di ghiaccio dell’Antartico Occidentale, in entrambi i casi il livello delle acque oceaniche salirebbe in tutto il mondo di oltre sei metri. Pare quasi assurdo, ma potremmo mettere in moto questi cambiamenti nell’arco di tempo della vita dei nostri figli e dei nostri nipoti. A meno di intervenire tempestivamente e in modo deciso, secondo alcuni illustri esperti scienziati, in mancanza di un radicale cambiamento per tagliare l’inquinamento che provoca il riscaldamento globale, ci ritroveremo entro i prossimi dieci anni in grave pericolo e rischieremo di superare il punto di non ritorno. Nel 1992 e nel 2000, mi sentii pieno di speranze e con l’intensa sensazione che stessimo davvero trovando la volontà di risolvere la crisi del clima. Al contrario, abbiamo effettuato un’inversione di rotta. Il presidente Bush continua a ripetere che ancora non sappiamo con certezza se la crisi del clima sia ITALO CALVINO La Terra era ricoperta da fango impastato di proliferazioni verdi e di organismi sguscianti Ti con zero 1967 ANTHONY GIDDENS I disastri ecologici, l’inarrestabile crescita demografica e altre potenziali catastrofi creano un orizzonte di pericoli Le conseguenze della modernità 1990 Repubblica Nazionale VENERDÌ 1 GIUGNO 2007 LA REPUBBLICA 45 DIARIO OGGI Negli Usa, i temi ambientali conquistano la campagna elettorale. Dopo l’Oscar per il film An Inconvenient Truth sui rischi del riscaldamento globale, Al Gore sferra in un libro il suo attacco all’America di Bush GLI AUTORI Il testo di Pascal Acot è l’introduzione al volume Catastrofi climatiche e disastri sociali, in uscita per l’editore Donzelli. Il testo di Al Gore è tratto dall’introduzione alla seconda edizione del suo libro Earth in balance. Pascal Acot è uno studioso di temi ambientali che ha già pubblicato Storia del clima, sempre da Donzelli. Al Gore è stato vicepresidente degli Stati Uniti dal 1993 al 2001 e da tempo si è dedicato alla causa ecologica. GUY DEBORD Una società sempre più malata, ma sempre più potente, ha ricreato il mondo come scenario della sua malattia Il pianeta malato 1971 GUIDO CERONETTI La teoria ambientale ha fascino; il bene che può fare, data la tendenza universale, e la chiusura del potere, è però limitato La carta è stanca 2000 imputabile all’uomo o avvenga spontaneamente, e pertanto non ha preso praticamente alcun provvedimento per risolvere il problema. Ma c’è di peggio: insieme al vicepresidente Cheney, Bush ha avviato la nazione nella direzione opposta. Ciò che mi risulta difficile da comprendere, in particolare, sono i provvedimenti adottati dall’Amministrazione Bush nei suoi primi cento giorni in carica, quelli che hanno per così dire dato il “la” al resto del mandato di questa Amministrazione in questo ambito. Prima di tutto il presidente ha fatto marcia indietro e ha revocato la sua promessa fatta in campagna elettorale di controllare l’anidride carbonica alla stregua di un inquinante. In seguito, poco più di quindici giorni dopo – per l’esattezza il 28 marzo 2001 – l’allora Amministratore dell’Epa (Ente per la protezione ambientale) Whitman ha annunciato che gli Stati Uniti non avevano alcun ulteriore interesse nei negoziati per il Protocollo di Kyoto. A quel punto gli Stati Uniti hanno deciso di togliere il loro sostegno a Bob Watson, che da anni presiedeva l’ Intergovernmental Panel on Climate Change. Gli hanno tolto la presidenza a favore di un candidato maggiormente vicino all’industria. Le loro ragioni di fondo per questa incredibile inversione di rotta non sono state del tutto chiarite se non più avanti, quando grazie a un Freedom of Information Act Request, il National Resources Defense Council ha ottenuto un memorandum faxato dalla sede di Washington della ExxonMobil al Council on Environmental Quality della Casa Bianca in data 6 febbraio 2001. In quel memorandum era illustrato un vero e proprio piano di intervento. L’ExxonMobil esigeva la destituzione di Watson con queste parole: «Watson può essere rimosso adesso, su richiesta degli Stati Uniti?». Nel documento si suggeriva altresì il licenziamento di altri funzionari che avevano lavorato all’ U.S. National Assessment on Climate Change, tra i quali comparivano anche Rosina Bierbaum e Mike MacCracken. Anche costoro lasciarono uno dopo l’altra il pannello di esperti. Nello stesso memorandum, inoltre, l’ExxonMobil proponeva il nome di Harlan Watson per il posto di negoziatore capo per le questioni climatiche presso il Dipartimento di Stato, e questo “suggerimento” è stato anch’esso accolto dall’Amministrazione. Watson era colui che nelle vesti di rappresentante degli Stati Uniti aveva silurato gli ultimi sforzi internazionali volti a potenziare la guerra al riscaldamento globale. In seguito sono apparsi altri rapporti che legavano ExxonMobil e l’Amministrazione Bush: per esempio, Philip Cooney è stato nominato segretario generale per il Consiglio della Casa Bianca sulla Qualità dell’ambiente. Prima di entrare a far parte dell’Amministrazione Bush, Cooney era stato un lob- bista dell’ American Petroleum Institute (un gruppo lobbistico dell’industria petrolifera). Nel giugno 2005 dopo l’imbarazzante scoperta del suo sabotaggio a discapito dell’integrità scientifica, attuato per conto dell’industria petrolifera, Cooney ha rassegnato le proprie dimissioni dalla Casa Bianca di Bush ed è stato immediatamente assunto da ExxonMobil. Triste a dirsi, il trend esemplificato dalla nomina di Cooney è onnipresente e prassi ordinaria dell’attuale Amministrazione. Il 18 febbraio 2004, oltre sessanta illustri scienziati – tra i quali premi Nobel, famosi esperti di medicina, ex direttori di agenzie federali, cattedratici e presidi di facoltà – avevano firmato una dichiarazione nella quale esprimevano le loro vive preoccupazioni per l’uso scorretto della scienza da parte della Casa Bianca di Bush. Gradualmente, nell’elenco dei firmatari sono comparse le firme di 49 premi Nobel, 63 insigniti della Medaglia Nazionale per le Scienze, e 175 membri delle Accademie nazionali. La Bibbia dice: «Laddove non vi è visione, il popolo muore». Noi dobbiamo avere una visione affrancata da vincoli, frutto delle migliori ricerche scientifiche, affinché i nostri leader possano prendere le decisioni migliori per la Terra e i suoi abitanti». I cinesi scrivono la parola “crisi” con due caratteri: il primo è il simbolo del pericolo, il secondo quello dell’opportunità. Questa è la nostra opportunità per migliorare, per far fronte a questa crisi con successo, per vedere la verità delle attuali circostanze, per tracciare la nostra strada verso un mondo migliore. La crisi del clima costituisce un’opportunità unica per JEAN BAUDRILLARD Il pianeta reale, che si presume condannato, è sacrificato in anticipo al suo clone miniaturizzato, climatizzato, destinato a vincere la morte attraverso la simulazione totale. Un tempo erano i morti che si imbalsamavano, oggi vengono imbalsamati i vivi L’illusione della fine 1992 sperimentare quello che poche generazioni nell’arco della Storia hanno avuto il privilegio di conoscere: una missione generazionale, l’euforia di un obiettivo morale irresistibile, una causa comune e unificante, e il brivido di essere costretti dalle circostanze a mettere in disparte le meschinerie e i conflitti che così spesso ostacolano l’incessante bisogno umano di trascendenza. In questo momento è difficile immaginare di poter tagliare le emissioni globali di sostanze inquinanti che provocano il riscaldamento del clima dal 70 all’80 per cento, e che le strade possano presto riempirsi di veicoli elettrici ibridi e ricaricabili e che edifici verdi possano generare energia al punto da poterla rivendere alle società stesse che erogano l’elettricità. Forse è difficile in questo momento comprendere appieno il potenziale dell’idrogeno, immaginare una rete superelettrica intelligente, concepire che nuovi biocombustibili possano far funzionare i nostri mezzi di trasporto o di poter utilizzare macchine e apparecchiature elettriche efficientissime da un punto di vista energetico, come pure avere accesso alle più nuove tecnologie e tecniche di produzione. Tutto ciò ci è nuovo, ma già oggi esistono realtà concrete di quasi tutte queste tecnologie, o esisteranno in un immediato futuro. Le nuove tecnologie di mercato sono per noi difficili da comprendere tanto quanto Internet lo era per chi lavorava negli anni Ottanta. In passato ci siamo imbattuti e abbiamo accettato altre grandi sfide. Abbiamo dichiarato la nostra libertà e l’abbiamo conquistata, dando vita a un nuovo Paese. Abbiamo concepito una nuova forma di governo. Abbiamo affrancato gli schiavi. Abbiamo dato alle donne il diritto di votare. Abbiamo curato la poliomielite e contribuito a sradicare il vaiolo. Abbiamo messo piede sulla Luna. Abbiamo abbattuto il comunismo e contribuito a porre fine all’apartheid. In passato abbiamo già risolto una crisi globale ambientale, il buco nello strato di ozono, perché Repubblicani e Democratici, nazioni ricche e nazioni povere, uomini d’affari e scienziati si sono uniti per trovare una soluzione. Adesso non possiamo attendere oltre per porre fine a questa crisi. Disponiamo di tutti gli strumenti necessari, a eccezione forse di uno solo: ciò che ci manca è la volontà politica necessaria a influenzare realmente un cambiamento. Ma grazie a Dio, in una democrazia qual è la nostra, la volontà politica è una risorsa rinnovabile. Traduzione di Anna Bissanti I LIBRI VANDANA SHIVA Le guerre dell’acqua Feltrinelli 2006 Terra madre Utet 2004 PETER SINGER One World, Einaudi 2003 ULRICH BECK Un mondo a rischio Einaudi 2003 La società del rischio Carocci 2000 PIETRO GRECO ANTONIO POLLIO SALIMBENI Lo sviluppo insostenibile. Bruno Mondadori 2003 GÉRARD LAMBERT La febbre della terra. Inchiesta sulla salute del pianeta Dedalo 2002 BRUNA DE MARCHI LUIGI PELLIZZONI DANIELE UNGARO Il rischio ambientale il Mulino 2001 NILES ELDREDGE La vita in bilico. Il pianeta terra sull’orlo dell’estinzione Einaudi 2000 SANDRO PIGNATTI, BRUNO TREZZA Assalto al pianeta Bollati Boringhieri 2000 SERGE LATOUCHE La megamacchina Bollati Boringhieri 1995 Repubblica Nazionale