Discours Consul general 157e anniversaire bataille Magenta
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Discours Consul general 157e anniversaire bataille Magenta
1 CONSULAT GENERAL DE FRANCE A MILAN Commemorazione della battaglia di Magenta Domenica 5 giugno 2016 Egregio Sindaco, Autorità civili e militari, Egregio Presidente di Proloco Magenta, Cari amici di Magenta, E’ per me un grande piacere essere di nuovo con voi stamattina a Magenta per la commemorazione della battaglia del 4 giugno 1859. Questo è ormai un momento privilegiato per celebrare gli stretti legami tra i nostri paesi e rivolgo quindi a tutti voi, a nome della Francia, il saluto più fraterno. Vorrei salutare la presenza tra noi di una delegazione del Comune di Magenta in Francia e di compatrioti francesi che vivono a Milano e fanno parte dell’associazione della “Communauté française de Milan et de Lombardie”, presieduta da Sylvain Lebertre. Sono molto felice della loro 2 presenza che rinnova una tradizione che si era un po’ persa e che ci permette di manifestare più visibilmente la nostra gratitudine per questa manifestazione di ricordo e la nostra amicizia a Magenta. Saluto anche il dottor Baratto, délégué del Souvenir français in Italia, che lavora alacremente per fare vivere la memoria dei Francesi caduti in Italia. Signore e signori, Il nome di Magenta appartiene per sempre alla storia dell’Italia e dell’Europa. Rimane per sempre il simbolo glorioso dell’inizio di un processo storico fondamentale, quello del Risorgimento e della nascità dell’Italia contemporanea unita. Si iscrive nella storia difficile e dolorosa dell’affermazione delle nazioni europee contro gli stati imperiali, un processo indissociabile della libertà come lo ricorda la seconda strofa del inno di Mamelli : Noi fummo da secoli Calpesti, derisi Perché non siam Popolo Perché siam divisi Raccolgaci un'Unica Bandiera una Speme 3 Di fonderci insieme Già l'ora suonò Il nome di Magenta simbolizza anche per sempre l’amicizia che lega i nostri due popoli. Perché credo che la presenza delle truppe francese a fianco delle truppe piemontese non fosse soltanto il risultato di una trattativa diplomatica siglata qualche mese prima tra Napoléon III e Cavour. Sono, infatti, gli ideali della rivoluzione francese che hanno costituito il seme del Risorgimento. Magenta, un nome ben conosciuto dei Francesi - anche se non sanno esattamente dove si trova-, è, senza dubbio, un momento fondatore della nostra memoria collettiva e dalla nostra amicizia. Purtroppo, non possiamo dimenticare che proprio qui, 157 anni fà, la battaglia infuriava. Decine di migliaia di uomini, venuti dal Piemonte e dalla Lombardia, dalla Francia e dalle sue colonie d’Africa del Nord, d’Austria, d’Ungheria e delle altre nazioni dell’ Impero si sono battuti ferocemente e persino con crudeltà come ci lo ricorda l'episodio finale della presa della Casa Giaccobe dagli zuavi del generale Espinasse. Quindici milla di loro persero la vita o furono feriti. 4 Oggi, dunque, a Magenta, manifestiamo un doloroso dovere di memoria per tutte le vittime di questa battaglia, senza distinguere le loro nazionalità o le loro religioni. Non possiamo nascondere che Magenta annunci anche le sofferenze di Solferino e, ben al di là, le terribili battaglie delle guerre industriali a venire. Magenta è quindi una vittoria di una nazione in costruzione ma anche un episodio della nostra tragica storia europea. E, cento anni dopo la prima guerra mondiale, non possiamo ricordare un evento di questo tipo senza pensare all’importanza della pace per il nostro continente e al carattere essenziale della costruzione europea. La settimana scorsa, il Presidente della Repubblica francese, François Hollande, e la Cancelleria tedesca, Angela Merkel, erano insieme a Verdun con i presidenti del Parlamento europeo e della Commissione europea. Verdun: un simbolo per i combattenti francesi della resistenza all’invasione tedesca divenuto progressivamente sopra tutto un simbolo dell’orrore della prima guerra mondiale e un luogo simbolico della riconciliazione franco-tedesca. Davanti a quattro mila giovani francesi e tedeschi, hanno reso un omaggio comune alle trecento mila vittime francese et 5 tedesche di questa battaglia inumana che ha durato sei mesi. E hanno voluto che quest’omaggio sia l'opportunità di rinnovare il nostro attaccamento all'Europa. Cito un brano del discorso del Presidente della Repubblica: "Amiamo la nostra patria ma proteggiamo la nostra casa comune, l'Europa senza la quale saremmo esposti alle tempeste della storia. Un’Europa minacciata oggi neanche solamente per il disincanto e per il dispetto ma per il sospetto e, per certi, per il rigetto e le divisioni.” Qui, oggi, a Magenta come a Verdun, davanti alle tombe dei caduti per la libertà dell’Italia, ci ricordiamo anche i milioni di giovani uomini, europei ma anche americani, africani, australiani, indiani e venuti da tanti paesi che hanno versato il loro sangue per la nostra libertà e per chè tornasse la pace. E ci ricordiamo, senza dimenticare niente delle nostre storie nazionali, delle nostre culture, senza negare il nostro attaccamento alle nostre patrie, che l’Unione europea è il bene il più prezioso che ci hanno lasciato i padri fondatori. I nostri due paesi, 6 cosi legati dalla storia ! cosi legati dalla cultura ! cosi legati dall’amicizia che noi francesi abbiamo risentito tanto forte l’anno scorso dalla vostra parte dopo gli attentati terroristici. I nostri due paesi fondatori dell’Unione europea hanno una responsabilità particolare oggi per far vivere i nostri ideali comuni e per trovare le risposte alle sfide attuali. Questo è anche, secondo me, il senso che dobbiamo dare alla nostra commemorazione. Signore e signori, Auguro a voi tutti di passare una bella giornata, di ricordi storici e di amicizia. Viva l’Italia, viva la Francia, unite a tutti i nostri fratelli europei nella grande Unione europea. Grazie.