Bilanci infrannuali: il calcolo delle imposte di periodo

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Bilanci infrannuali: il calcolo delle imposte di periodo
Reddito d’impresa
Bilanci infrannuali: il calcolo
delle imposte di periodo
Il calcolo delle imposte sui redditi all’interno della fiscalità d’impresa è un aspetto spesso valutato
unicamente in sede di chiusura del bilancio e di redazione delle dichiarazioni annuali. In realtà
vi sono altre numerose occasioni nelle quali un calcolo analitico delle imposte, oltre che
opportuno, si rende necessario per fornire un’informativa economico-patrimoniale completa a
livello infrannuale, sia con finalità esterne che di controllo interno.
Introduzione
I bilanci infrannuali: inquadramento
Alla stima delle imposte sul reddito viene solitamente conferita particolare enfasi alla data
di chiusura dell’esercizio, momento convenzionalmente più rilevante per la fiscalità d’impresa, sia sotto il profilo giuridico che
finanziario, sia per la stesura del bilancio
d’esercizio, che per la compilazione dei modelli
dichiarativi fiscali. A ben vedere, però, la determinazione delle imposte assume una sua autonoma rilevanza allorquando si debbano
redigere, per varie ragioni, dei rendiconti economico-finanziari in corso d’anno, abbiano
essi rilevanza esterna (veri e propri bilanci
intermedi) o unicamente interna (report gestionali). Al contempo la variabile fiscale costituisce un tassello cruciale nella costruzione dei
bilanci previsionali, annuali o pluriennali,
dove si intrecciano dinamiche fiscali, economiche e finanziarie.
Nel presente contributo verranno illustrate
le peculiarità delle stime delle imposte, giocoforza provvisorie, da effettuare in corso
d’anno. Il tema delle imposte da determinare in chiave previsionale ai fini dei bilanci
preventivi sarà trattato in un successivo
contributo. Si sottolinea sin d’ora l’importanza di ricorrere ad una determinazione
analitica del carico fiscale, evitando la semplice applicazione dell’aliquota legale al
risultato lordo, e contemperando le esigenze
di accuratezza con quelle di tempestività
dell’informativa.
La prassi contabile definisce i bilanci intermedi
per finalità esterne come bilanci d’impresa per
un periodo inferiore ai dodici mesi, generalmente pari a tre, sei o nove mesi, a cui si fa
riferimento con la dizione di bilanci trimestrali
(primo, secondo, terzo trimestre) o semestrali
(nel caso di bilanci presentati per il secondo
trimestre) (1). I bilanci intermedi come sopra
definiti hanno “l’obiettivo di informare il pubblico circa l’evoluzione della gestione aziendale
in corso d’esercizio, sia per gli aspetti patrimoniali sia per quelli reddituali” e rispondono
“all’esigenza degli utilizzatori del bilancio di
avere a disposizione informazioni contabili
con frequenza maggiore rispetto al tradizionale
periodo annuale” (2).
Quando si tratta di bilanci intermedi, si tende a
pensare alle c.d. trimestrali delle società quotate sui mercati regolamentanti. Ancorché si
tratti indubitabilmente del fenomeno più rilevante da un punto di vista finanziario, non
Note:
(*) Dottore Commercialista, Revisore Legale dei Conti
(1) Secondo lo IAS 34 (Interim Financial Reporting) il bilancio
intermedio è un’informativa contabile contenente l’insieme
completo dei prospetti che compongono il bilancio, o l’insieme dei prospetti di un bilancio sintetico, riferiti ad un
periodo contabile inferiore all’intero esercizio. Cfr. IAS 34,
paragrafo 4.
(2) Cfr. OIC 30 - I bilanci intermedi, paragrafo 3.1. Si precisa che
nel presente contributo i termini “bilancio intermedio” e
“bilancio infrannuale” vengono utilizzati quali sinonimi.
Bilancio e reddito d’impresa n. 11/2016
5
Bilancio&imposte
di Luca Menicacci (*)
Reddito d’impresa
Bilancio&imposte
esaurisce la platea di casistiche in cui i bilanci
vengono redatti in corso d’anno (c.d. interim
reporting). Si consideri, ad esempio, tutta la
categoria dei bilanci straordinari, ovvero le
situazioni patrimoniali prescritte dal Codice
civile e redatte in occasione di operazioni
straordinarie, quali fusioni o scissioni. Anche
se in tali casi è il profilo patrimoniale ad assumere primaria rilevanza, non si può in ogni
caso prescindere da una stima del carico fiscale
teorico infrannuale e delle relative poste attive
e/o passive.
Rimanendo sempre entro un profilo di mero
inquadramento, merita operare una distinzione di massima dei vari bilanci infrannuali,
in virtù del loro ambito di operatività e della
disciplina contabile (Tavola 1).
Ogni bilancio intermedio si caratterizza per
varie finalità e contenuti, nonché per un differente grado di “vincolo giuridico” dei risultati
ivi espressi.
La redazione del bilancio intermedio può
essere imposta da eventi eccezionali espressamente disciplinati dal Codice civile o per l’esigenza di dare evidenza ai mercati finanziari
della performance aziendale in corso d’anno,
ma anche per semplice utilità di informazione.
Le diverse finalità dettano, conseguentemente,
diversi principi di redazione.
Riprendendo l’elenco recato dal Principio
Contabile OIC 30, relativo ai bilanci intermedi,
si riepilogano le situazioni che possono richiedere in determinate circostanze l’obbligo di
redazione di bilanci per periodi inferiori all’esercizio annuale:
•
•
•
•
•
riduzione del capitale sociale per perdite;
riduzione del capitale sociale (esuberante);
emissione di un prestito obbligazionario;
distribuzione di acconti sui dividendi;
aumento gratuito del capitale sociale
mediante imputazione di riserve;
• acquisto di azioni proprie;
• delibere di fusione e scissione.
Tra le altre situazioni infrannuali richieste
dal Codice civile che non rientrano nella disciplina dell’OIC 30 si riportano, a titolo
esemplificativo:
• bilanci di liquidazione per frazioni d’anno
(iniziale, in corso e bilancio finale);
• bilanci di trasformazione;
• situazioni contabili di conferimento.
In alcuni casi i bilanci infrannuali sono governati dagli stessi principi di redazione del bilancio d’esercizio, ovvero sono legati a valori di
funzionamento, in altri casi si assiste all’adozione di una logica di break-up, con espressione
di attività e passività a valori di presunto realizzo, ossia valori correnti e non d’uso.
Altra casistica significativa, come visto (Tavola
1), è relativa alle società quotate sui mercati
regolamentati, tenute alla redazione e alla
messa a disposizione del pubblico di “relazioni” semestrali e trimestrali. Il contenuto di
detta rendicontazione ed i principi di redazione sono disciplinati dal Testo Unico della
Finanza (D.Lgs. n. 58/1998) e dal Regolamento
Emittenti di Borsa Italiana, oltre che dal
Principio Contabile internazionale IAS 34.
Infine merita sottolineare come frequentemente il bilancio o situazione infrannuale
Tavola 1 - I bilanci infrannuali: classificazione
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Tipologia
Ambito
Normativa
Prassi di riferimento
Bilanci straordinari
Reporting
istituzionale
Codice civile
OIC 30
(escluse trasformazione e
conferimento), OIC 4 per
fusioni e scissioni
Bilanci di liquidazione
Reporting
istituzionale
Codice civile
OIC 5
Semestrali e Trimestrali
società quotate
Reporting
istituzionale
Report economicofinanziari periodici
(interni)
Reporting
gestionale
Testo Unico
della Finanza,
Codice Civile
Nessuna,
informativa su
base volontaria
IAS34, regolamenti CONSOB
Nessuna, solo
best practice di management
accounting
Bilancio e reddito d’impresa n. 11/2016
esaurisca la propria funzione all’interno del
perimetro aziendale, quale strumento di controllo della gestione in corso d’anno. Il riferimento è ai report gestionali periodici (mensili,
trimestrali, semestrali) che costituiscono un
elemento indispensabile in ogni sistema di programmazione e controllo, quale documento in
cui si sintetizzano scostamenti e varianze
rispetto agli obiettivi di budget, da cui si generano eventuali feed-back ed azioni correttive
(3). Il report, sia esso un articolato cruscotto
di indicatori finanziari e non, sia esso una
semplice situazione contabile infrannuale,
può inoltre rappresentare un utile strumento
di disclosure esterna volontaria. Per le PMI si
tratta, il più delle volte, delle periodiche comunicazioni nei confronti delle banche, che
richiedono una verifica in corso d’anno dell’andamento aziendale ai fini di una costante valutazione del merito creditizio, divenuta sempre
più rilevante anche a seguito degli accordi di
Basilea.
Quali che siano le finalità, le forme ed i principi
che guidano la redazione dei bilanci infrannuali non si può prescindere dalla rilevazione
delle imposte di periodo per addivenire ad una
rappresentazione esaustiva della dinamica
economica e patrimoniale dell’azienda.
La stima delle imposte di periodo:
prassi contabili a confronto
esercizio chiuso, in sede di compilazione dei
modelli Unico o IRAP. Ciò significa prendere a
riferimento i componenti positivi e negativi
risultanti dal Conto Economico intermedio,
procedere ad una loro analisi fiscale ed all’eventuale ripresa in aumento o in diminuzione
per giungere alla determinazione del reddito
d’impresa del periodo, ai fini IRES, ed al valore
della produzione netta, ai fini IRAP.
Per quando riguarda l’aliquota da adottare, il
Principio raccomanda l’utilizzo dell’aliquota
fiscale annua effettiva e non quella effettiva
per il periodo. L’aliquota fiscale annua effettiva
viene definitiva come quella che si presume in
vigore a fine esercizio, precisando tre circostanze in cui ciò diventa fondamentale:
a) nel caso di cambiamento di aliquota in
corso d’esercizio per effetto di modifiche
nella legislazione tributaria;
b) nel caso di aliquote progressive sul reddito
d’impresa;
c) se un’impresa ritiene, sulla base di piani e
previsioni attendibili, di chiudere l’esercizio
in pareggio o in perdita e dunque di essere
soggetta ad un’imposizione fiscale ridotta.
Quindi la stima, ancorché provvisoria delle
imposte in corso d’anno, non potrà prescindere
da una previsione dell’imponibile fiscale e delle
aliquote applicabili prospetticamente al termine dell’esercizio interessato. Ciò risulterà,
inoltre, rilevante per quelle imprese che, in
presenza di perdite fiscali pregresse, non avessero appostato imposte anticipate perché ne
mancavano i presupposti, ma prevedono utili
sufficienti a fine anno per recuperare fiscalmente dette perdite. In tali casi le imposte anticipate dovranno essere riflesse pro quota nei
bilanci intermedi di ogni periodo sulla base
della loro realizzabilità nei periodi medesimi (5).
La metodologia suggerita dall’OIC è anche
definita discrete method, in virtù della quale
il trimestre o semestre, viene considerato
come un esercizio a sé stante. Tale approccio,
non riguarda esclusivamente le imposte di
In merito alle metodologie di determinazione
delle imposte “provvisorie” da contabilizzare
nei bilanci intermedi, il panorama di prassi
contabile risulta abbastanza articolato.
Con riferimento al contesto italiano, ovvero
quello applicabile alle aziende che adottano i
Principi Contabili nazionali, risulta di ausilio il
Principio OIC 30 relativo ai Bilanci intermedi.
Qui la stima infrannuale delle imposte sul reddito è oggetto di trattazione specifica.
L’impostazione ivi suggerita è quella di “applicare integralmente il concetto di autonomia
del bilancio intermedio e dunque stimare il
carico fiscale ed il conseguente fondo per
imposte come se esse dovessero veramente
essere liquidate in base all’utile lordo di fine
periodo” (4).
Si va, in sostanza, a simulare una sorta di
dichiarazione fiscale per un periodo inferiore
all’anno, nella quale le varie rettifiche tributarie vengono effettuate come se ci si trovasse, ad
Note:
(3) Per ulteriori approfondimenti sulla funzione del reporting
periodico nell’analisi degli scostamenti si rinvia a L. Brusa,
Sistemi manageriali di programmazione e controllo, Giuffrè,
2012.
(4) Cfr. OIC 30, paragrafo 3.4.7.
(5) A tal proposito si vedano gli esempi riportati in seguito.
Bilancio e reddito d’impresa n. 11/2016
7
Bilancio&imposte
Reddito d’impresa
Reddito d’impresa
Bilancio&imposte
periodo, ma pervade tutta la redazione del
bilancio intermedio. In altre parole, seguendo
tale criterio, ogni costo o ricavo va imputato in
stretta aderenza alla competenza economica,
riferita al periodo considerato. Questo si contrappone all’integral approach, per il quale il
periodo intermedio deve essere considerato
quale mera porzione del periodo annuale.
Ogni provento od onere, compresi quelli
fiscali, viene imputato come una frazione
ideale di costi e ricavi che si avranno nell’esercizio annuale, con l’intento di eliminare effetti
di stagionalità e volatilità. Ai fini delle imposte
sul reddito tale ultima metodologia implica la
stima del carico fiscale che l’impresa avrà a
fine esercizio ed una sua successiva ripartizione, pro quota, sui risultati lordi di ogni
periodo intermedio. Ciò comporta, pertanto,
la preventivazione analitica dell’utile lordo di
fine anno. Tale ultimo approccio è quello che
viene adottato, con alcuni distinguo, sia dalla
prassi contabile internazionale (IAS/IFRS)
che da quella statunitense (US GAAP raccolti
nella FASB Accounting Standard Codification)
(Tavola 2). Del resto le autorità fiscali, ivi
compresa quella italiana, generalmente dettano le regole tributarie per la determinazione
degli imponibili sulla base dell’esercizio
annuale, sia esso solare o meno, e non per
periodi inferiori (6).
Secondo lo IAS 34, Principio di riferimento per
le imprese italiane quotate sui mercati regolamentati, le imposte del periodo intermedio
devono essere calcolate utilizzando il tax rate
che sarebbe applicabile al risultato annuale
atteso. Questa percentuale, denominata (estimated) Annual Effective Tax Rate (AETR), è
intesa come tasso di incidenza annuale effettivo delle imposte sul reddito pre-tax previsto
per l’intero anno. Si sottolinea il fatto che non si
parli di aliquota di imposta, bensì di tax rate,
ovvero del rapporto tra imposte di competenza
dell’esercizio e reddito ante imposte (Tavola 3).
Questo implica che il tax rate incorpori già le
variazioni fiscali, in aumento e in diminuzione,
derivanti dalla normativa fiscale (7).
Note:
(6) In tal senso una rilevante eccezione è rappresentata delle
società in liquidazione volontaria che, oltre alle dichiarazioni
annuali in corso di liquidazione, devono presentare, sia per il
periodo antecedente alla messa in liquidazione che per la
chiusura della procedura, delle dichiarazioni fiscali non
annuali. Analoga situazione può verificarsi per l’esercizio frazionario in caso di fusioni e scissioni senza retrodatazione degli
effetti contabili e fiscali.
(7) Senza ulteriormente approfondire i profili di fiscalità internazionale, pare utile sottolineare come lo IAS 34 suggerisca,
ove praticabile, una stima separata degli AETR per ogni
diverso ordinamento tributario in cui l’impresa opera e la
(segue)
Tavola 2 - Le imposte infrannuali secondo la prassi contabile
Principio contabile
Metodologia
Effetti sul bilancio intermedio
OIC 30
Discrete Method
Si applica il principio di autonomia del bilancio
intermedio, commisurando il carico fiscale all’utile lordo
di ogni periodo. Si utilizza l’aliquota fiscale annua che
si presume in vigore a fine esercizio.
IAS 34
Integral Approach
Si adotta l’Integral Approach, stimando il carico fiscale
(Estimated Annual
di periodo in funzione di quello annuale. Preventivando
Effective Tax Rate)
il tax rate (AETR) che l’impresa avrà a fine esercizio, si
procede ad una sua successiva ripartizione, pro quota,
sui risultati lordi di ogni periodo intermedio.
ASC 740 (FASB)
Integral Approach per il
Si applica l’integral Approach con una tecnica “mista” in
reddito ordinario
cui il carico fiscale sul reddito ordinario viene stimato
Discrete Approach per gli
applicando lo AETR; mentre le componenti non
altri componenti di reddito
ricorrenti o inusuali vengono considerate in maniera
analitica ai fini della determinazione delle imposte di
periodo.
8
Bilancio e reddito d’impresa n. 11/2016
Tavola 3 - Estimated Annual Effective Tax Rate
(AETR)
Dal momento che le imposte sul reddito vengono calcolate su base annuale, così come
riflesso nel bilancio dell’esercizio, parimenti
le imposte infrannuali dovranno essere calcolate applicando lo AETR al reddito lordo del
periodo intermedio stesso. Ciò risulta coerente con il principio cardine statuito nello
IAS 34, per cui al bilancio intermedio devono
essere applicati gli stessi principi di rilevazione e misurazione contabile adottati per il
bilancio annuale. Siffatta tecnica estimativa
delle imposte comporta un sostanziale
“appiattimento” del carico fiscale teorico dei
periodi intermedi sul reddito annuale, che
presuppone uno sviluppo lineare del reddito
lungo l’arco dell’anno. Ciò può condurre a
scostamenti anche importanti sul carico
fiscale infrannuale rispetto al discrete method.
Si pensi ad operazioni non ricorrenti ricadenti
nel trimestre oggetto di rendicontazione. La
pedissequa applicazione del tax rate annuale
al reddito trimestrale comprensivo di un provento straordinario non imponibile manifestatosi nel trimestre, ad esempio, potrebbe
condurre ad una sovrastima delle imposte di
periodo rispetto a quelle annuali, con conseguente rilevazione di tax benefit nei periodi
infrannuali successivi. Il che, seppur contemplato dalla prassi contabile, può produrre dei
risultati controintuitivi.
Per ovviare a questi e ad altri inconvenienti si
può, qualora non siano in contrasto con le
disposizioni dello IAS 34, far riferimento ad
alcune indicazioni provenienti dalla prassi contabile nordamericana che sembra effettuare un
ulteriore passo in avanti in termini di accuratezza nell’applicazione dell’integral approach.
Queste, ancorché non direttamente applicabili
nel nostro Paese, possono costituire in alcuni
casi un utile ausilio metodologico in mancanza
di indicazioni maggiormente specifiche da
parte dello IAS 34. Nel Principio ASC 740
viene statuita un’importante linea guida per la
quale le imposte (o gli incentivi fiscali) relativi al
reddito ordinario devono essere calcolati in
Bilancio e reddito d’impresa n. 11/2016
base al tax rate annuo stimato (AETR), mentre
le imposte (o gli incentivi fiscali) riguardanti
tutte le altre componenti reddituali devono
essere conteggiati individualmente e rilevati al
momento in cui il componente reddituale si
manifesta (8). Per reddito ordinario deve intendersi l’utile o la perdita derivante dalle operazioni correnti prima delle imposte, con
esclusione dei componenti reddituali a carattere inusuale (unusual items) o non ricorrenti
(infrequently occurring items) (9). Così facendo
si ottiene una sostanziale normalizzazione del
reddito fiscale ordinario, con separato conteggio delle componenti straordinarie, che potrebbero inficiare l’ammontare delle imposte di
competenza del periodo infrannuale se incluse
nel calcolo utilizzando lo AETR.
Analogamente si può procedere sempre con
l’integral approach ma calcolando due distinti
tax rate: uno per il reddito ordinario ed un altro
per le componenti straordinarie o non ricorrenti. Il risultato è sostanzialmente il medesimo,
differenziando il trattamento fiscale specificamente dedicato ad alcune tipologie di oneri o
proventi. Cenno ad una simile impostazione si
può in realtà già ritrovare nell’Appendice B al
Principio IAS 34, nella quale si precisa che se a
particolari categorie di reddito (come ad esempio capital gains o redditi prodotti in specifici
settori) si applica una diversa aliquota, allora si
dovrà adottare un diverso tax rate per ognuna
Note:
(continua nota 7)
conseguente applicazione degli stessi al corrispondente reddito ante imposte conseguito in ogni singolo Paese. Analogo
procedimento viene suggerito nel caso si riscontrino tax rate
diversi per diverse categorie di reddito (ad esempio capital
gains). Qualora il grado di precisione anzidetto non fosse
raggiungibile, anche una media ponderata dei tax rate tra
varie giurisdizioni nazionali o categorie di reddito è ritenuta
accettabile.
(8) “The tax (or benefit) related to ordinary income (or loss)
shall be computed at an estimated annual effective tax rate
and the tax (or benefit) related to all other items shall be
individually computed and recognized when the items
occur”. Cfr. ASC 740-270-25-2.
(9) “Taxes related to significant unusual or extraordinary items
that will be separately reported or reported net of their related
tax effect also shall be excluded from the estimated annual
effective tax rate calculation. This description of significant
unusual or extraordinary items includes unusual items, infrequently occurring items, discontinued operations, and extraordinary items”. Cfr. ASC 740-270-30-12.
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Bilancio&imposte
Reddito d’impresa
Reddito d’impresa
Bilancio&imposte
delle suddette categorie, ove ciò sia praticabile
(10). A seconda degli ordinamenti tributari ciò
può trovare riscontro anche per alcune componenti non ricorrenti, qualora queste godano
(soffrano) di un diverso regime di imponibilità
(deducibilità).
In tal modo le imposte infrannuali determinate
con i due metodi (discrete ed integral) tendono,
seppur non a coincidere, comunque ad
allinearsi.
Criticità nel calcolo delle imposte
infrannuali
Quale che sia il metodo di imputazione adottato, vi sono alcune casistiche di particolare
complessità nel calcolo infrannuale cui si fa
brevemente cenno (11).
Si pensi all’ipotesi in cui si rilevino delle perdite
durante uno o più periodi intermedi, ma, allo
stesso tempo, si chiuda l’esercizio in utile
(Tavola 4). In tali casi si dovrà procedere alla
rilevazione dei benefici fiscali sulle perdite dei
periodi intermedi ed alla corrispondente imputazione di imposte correnti nei periodi in utile,
in modo da riconciliare il carico fiscale annuale
previsto al termine dell’esercizio. Nell’esempio
si ipotizza un aliquota fiscale pari al 30% e
l’assenza di differenze permanenti.
Per rappresentare correttamente l’apporto di
ogni periodo intermedio al complessivo formarsi del reddito netto e del carico fiscale
dell’esercizio è opportuno esprime le imposte
dei periodi in perdita in termini di beneficio
fiscale (provento). Il beneficio in questione
può essere contabilizzato solo se sussiste il
presupposto della ragionevole certezza della
sua realizzazione (12).
Ulteriori criticità vengono introdotte qualora,
in presenza di perdite fiscali pregresse, si
debba procedere alla loro prima rilevazione
con evidenza all’interno dei periodi infrannuali
e con diverso trattamento a seconda della
capienza o meno del reddito annuo.
Nell’esempio di cui alla Tavola 5 si ipotizza
una perdita riportabile di 40.000 non ancora
rilevata tra le imposte anticipate ad inizio esercizio. La perdita si prevede venga riassorbita
nell’anno, per il quale si stima un reddito di
100.000 (full year). In ogni trimestre oggetto di
rendicontazione si procederà alla distribuzione della perdite per competenza in proporzione agli utili lordi di ogni periodo. Ciò
consente di applicare aliquote uniformi in
ogni periodo intermedio e misurare il grado
di utilizzo delle perdite in ogni trimestre.
Lo stesso risultato, infatti, si ottiene stimando il tax rate annuale secondo lo IAS
34 al netto della perdita (imposte di competenza 18.000 / reddito ante imposte 100.000 =
18%) ed applicando la percentuale ottenuta
al risultato di ogni periodo intermedio.
Qualora la perdita fosse stata superiore al
reddito imponibile annuo, ma comunque
ritenuta recuperabile negli esercizi successivi, la sua ripartizione, in mancanza di riferimenti di reddito per gli esercizi successivi,
Note:
(10) “[…] if different income tax rates apply to different categories of income (such as capital gains or income earned in
particular industries), to the extent practicable a separate
rate is applied to each individual category of interim period
pre-tax income”. Cfr. IAS 34, Appendice B, paragrafo 14.
(11) Per ulteriori esempi pratici si rinvia all’Appendice alla
parte prima del Principio Contabile nazionale OIC 30 ed
all’Appendice B al Principio Contabile internazionale IAS 34.
(12) In merito all’iscrivibilità in bilancio dei benefici fiscali,
analogamente alle attività per imposte anticipate, si rinvia
ai Principi Contabili OIC 25 e IAS 12.
Tavola 4 - Perdite nei periodi intermedi con esercizio in utile
Reddito
Periodo
intermedio
1° trimestre
2° trimestre
3° trimestre
4° trimestre
Totale annuo
10
Imposte (benefici fiscali)
Imposte
del
periodo
(3.000)
(3.000)
21.000
(3.000)
24.000
51.000
21.000
30.000
45.000
51.000
(6.000)
45.000
Risultato di Progressivo Progressivo
Periodi
periodo
reddito
imposte
precedenti
(10.000)
80.000
100.000
(20.000)
150.000
(10.000)
70.000
170.000
150.000
Bilancio e reddito d’impresa n. 11/2016
sarebbe dovuta avvenire in quote costanti nei
periodi intermedi (13).
Infine, ipotizzando il terzo caso tra i più significativi (Tavola 6), si consideri un aumento
dell’aliquota d’imposta annua prima della predisposizione del report del 3° trimestre dal 30%
al 40%, con efficacia retroattiva per i trimestri
precedenti.
Il carico fiscale del trimestre in questione dovrà
inglobare non solo quello sul risultato di
periodo (60.000 x 40% = 24.000) ma anche il
differenziale di aliquota sui redditi dei periodi
precedenti (70.000 x 10% = 7.000) per effetto
della variazione del saggio d’imposta, divenuta
definitiva in corso d’anno. Lo stesso risultato si
ottiene, come da Tavola 6, determinando le
imposte del 3° trimestre applicando l’aliquota
vigente ai risultati progressivi (year-to-date) e
poi calcolando la differenza con il progressivo
imposte dei periodi precedenti.
Il calcolo di IRES ed IRAP in corso
d’anno: un caso pratico
Per tradurre in numeri i metodi ed i principi
pocanzi enunciati, si illustra di seguito un caso
pratico utile per comprendere le problematiche
applicative emergenti in sede di stima delle
imposte per un periodo infrannuale.
Riprendendo la tematica introdotta in precedenza, si procede di seguito sviluppando parallelamente il calcolo delle imposte infrannuali sia
con il discrete method che con l’integral approach,
in modo da potere apprezzare peculiarità e differenze tra due metodi. Il caso non contempla
volutamente i diversi criteri di imputazione relativi a tutte le altre voci di Conto Economico, che
potrebbero essere condizionate dall’adozione di
un metodo piuttosto che dell’altro (nel caso integral anziché discrete). Ciò consente, a parità di
risultato ante imposte, di apprezzare in maniera
più chiara e diretta le difformità tra i due per ciò
che concerne la parte fiscale.
Per semplicità di esposizione si ipotizza che la
società Digamma S.r.l., non quotata, rediga il
bilancio intermedio semestrale su base volontaria. La società presentava i seguenti dati di
Conto Economico sintetici, sia a livello infrannuale al 30/6/2016 che in termini previsionali
per l’intero anno 2016 (Tavola 7).
Nota:
(13) Cfr. OIC 30, Appendice, parte prima, Esempio 3.
Tavola 5 - Perdite riportabili non ancora rilevate riassorbite nell’esercizio
Periodo
intermedio
Risultato di
periodo
1° trimestre
2° trimestre
3° trimestre
4° trimestre
Totale annuo
50.000
10.000
10.000
30.000
100.000
Reddito
Risultato
netto
perdite
(20.000)
30.000
(4.000)
6.000
(4.000)
6.000
(12.000)
18.000
(40.000)
60.000
Perdite
pregresse
Imposte (benefici fiscali)
Imposte
del
periodo
9.000
9.000
10.800
9.000
1.800
12.600
10.800
1.800
18.000
12.600
5.400
18.000
Progressivo Progressivo
Periodi
reddito
imposte
precedenti
30.000
36.000
42.000
60.000
Tavola 6 - Variazione di aliquota in corso d’anno
Imposte (benefici fiscali)
Reddito
Periodo
intermedio
1° trimestre
2° trimestre
3° trimestre
4° trimestre
Totale annuo
Risultato di Progressivo Aliquota Progressivo
Periodi
periodo
reddito
imposte
precedenti
20.000
50.000
60.000
20.000
150.000
20.000
70.000
130.000
150.000
Bilancio e reddito d’impresa n. 11/2016
30%
30%
40%
40%
6.000
21.000
52.000
60.000
6.000
21.000
52.000
Imposte
del
periodo
6.000
15.000
31.000
8.000
60.000
11
Bilancio&imposte
Reddito d’impresa
Reddito d’impresa
Bilancio&imposte
Nelle Tavole 8 e 9 si riportano gli sviluppi dei
calcoli delle imposte IRES ed IRAP con il
discrete method (OIC 30) con riferimento al
30/6, e parallelamente la stima delle imposte
sulla proiezione annuale, che risulterà di ausilio per la successiva stima con l’integral
approach (IAS 34/ASC 740). Si assume che le
aliquote IRES ed IRAP applicabili rimangano
stabili per l’intero periodo d’imposta rispettivamente al 27,5% ed al 3,9% (non si ipotizzano
maggiorazioni regionali).
Si tratta della simulazione di una vera e
propria dichiarazione dei redditi in corso
d’anno, in cui si applicano le variazioni in
aumento e diminuzione di legge, al periodo
infrannuale. È ovvio che alcune voci, nei
conteggi in corso d’anno, debbano essere
ragguagliate alla durata del periodo. Ad
esempio le deduzioni forfetarie per il
Tavola 7 - Conto Economico sintetico Digamma
S.r.l.
1H2016
actual
FY 2016
forecast
Valore della produzione
7.407.471
14.384.038
Costi della produzione
6.299.410
11.528.878
RISULTATO OPERATIVO
1.108.061
2.855.160
Proventi finanziari
4.074
9.158
Interessi ed altri oneri finanziari
405.110
1.165.336
PROVENTI E ONERI FINANZIARI
-401.036
-1.156.178
RISULTATO PRIMA DELLE IMPOSTE
707.025
1.698.981
personale ai fini IRAP (Tavola 9) oppure la
detrazione ACE da applicare agli incrementi
di patrimonio (Tavola 8), che dovrà giocoforza considerare il netto del periodo infrannuale all’interno della base di calcolo.
Si segnala tra le variazioni in aumento la presenza di alcune componenti suscettibili di
recupero fiscale ai fini IRES come gli interessi
passivi ex art. 96 T.U.I.R. (da sottoporre al test
del c.d. ROL), oltre ai componenti esclusi dalla
base imponibile IRAP (area finanziaria, costo
del personale). Trattasi di voci che contribuiscono ad incrementare il tax rate a livello sia
intermedio che annuale, generando differenze permanenti, anche se con distribuzione
non lineare nel corso dell’anno. Ciò che, ai fini
del corrente esempio numerico, è di particolare incidenza è la previsione di un onere
straordinario indeducibile che la Digamma
presume di subire nel 2° semestre 2016 a
seguito di un’operazione straordinaria programmata (14).
Quello che si ottiene con il discrete method al
30/6 è un tax rate del 43,60% (IRES euro
212.828 + IRAP euro 95.433 / Reddito ante
imposte euro 707.025).
Quanto visibile in seconda colonna di Tavola 8
e Tavola 9 per il 31 dicembre 2016 è la stima
analitica previsionale delle imposte per l’intero
Nota:
(14) Non si entra nel merito della natura fiscale del provento.
Valga la pena notare semplicemente come il carattere non
ricorrente dell’onere indeducibile previsto, comporterà una
sua rilevazione con tecnica discrete nel 2° semestre 2016.
Tavola 8 - Calcolo IRES Digamma S.r.l. (discrete method)
30/06/2016
31/12/2016
707.026
1.698.981
+ VARIAZIONI IN AUMENTO
di cui componenti straordinarie indeducibili
+192.033
-
+ 819.087
250.667
- VARIAZIONI IN DIMINUZIONE
- 62.383
- 75.527
- Agevolazione ACE (4,75% incrementi netti di P.N.)
- 62.757
- 109.875
= IMPONIBILE IRES
773.919
2.332.667
IRES CORRENTE 27,5%
212.828
641.483
IRES
Risultato prima delle imposte
12
Bilancio e reddito d’impresa n. 11/2016
anno, che risulta necessaria, invece, nell’adozione dell’integral approach per la stima del
AETR. Senza soffermarsi sulle tecniche di preventivazione del reddito e dell’imponibile in
ottica futura, basti qui osservare come all’interno del calcolo ricada il recupero dell’onere
straordinario non deducibile IRES. Ciò contribuisce, unitamente alla distribuzione non
lineare di alcune componenti di reddito, ad
incrementare sensibilmente il tax rate (AETR)
che viene previsto pari al 51,54% (IRES euro
641.483 + IRAP euro 234.153 / Reddito ante
imposte euro 1.698.981) a fine anno.
Ora, applicando sic et simpliciter lo AETR
al reddito ante imposte del 1° semestre, si
otterranno dei valori di imposte “gonfiati”
da un tax rate che risente di un componente
straordinario indetraibile, non ancora manifestatosi ma che confluirà nella dichiarazione annuale (si veda la lettera a nella
Tavola 10).
Applicando, invece, gli adeguamenti all’integral approach già illustrati in precedenza e
riportati in Tavola 10 sotto la lettera b), la
stima delle imposte tende sostanzialmente a
normalizzarsi, in quanto si riescono a separare quelle componenti di reddito soggette ad
un diverso regime di deducibilità e che generano un aumento del AETR a livello annuale,
e, di conseguenza, una sovrastima del tax rate
per il periodo non interessato dal componente
in questione. Una maggiore incidenza
delle imposte sarà, di conseguenza, riflessa
nel secondo semestre quando l’onere
Tavola 9 - Calcolo IRAP Digamma S.r.l. (discrete method)
30/06/2016
31/12/2016
IRAP
Differenza componenti positivi e negativi rilevanti Irap
2.194.366
5.208.278
+ VARIAZIONI IN AUMENTO
+ 428.086
+ 1.145.181
- VARIAZIONI IN DIMINUZIONE
- 16.667
- 22.500
- Deduzioni per il personale dipendente
- 158.777
- 327.036
= IMPONIBILE IRAP
2.447.008
6.003.923
95.433
234.153
IRAP CORRENTE 3,9%
Tavola 10 - Calcolo IRES/IRAP Digamma S.r.l. al 30/6 (integral approach)
Integral approach (a)
Risultato ante imposte al 30/6/2016
AETR %
Imposte infrannuali al 30/6/2016 (a)
Integral approach (b)
Risultato ante imposte al 30/6/2016
- Rettifica per componenti non ricorrenti indetraibili
= Risultato ante imposte "normalizzato" al 30/6/2016
AETR %
Imposte sul reddito normalizzato al 30/6/2016
Componenti non ricorrenti indetraibili
Imposte su componenti non ricorrenti indetraibili
Imposte infrannuali al 30/6/2016 (b)
Bilancio e reddito d’impresa n. 11/2016
707.025
48,37%
364.401
707.025
- 250.667
456.358
48,37%
235.207
31,40%
250.667
78.709
313.916
13
Bilancio&imposte
Reddito d’impresa
Reddito d’impresa
Bilancio&imposte
straordinario verrà a manifestarsi con i relativi effetti fiscali.
Quanto riportato in Tavola 11 evidenzia
come una diversa applicazione dell’integral
approach realizzi un abbattimento del tax
rate del primo semestre dal 51,54% al
44,40%, riflettendo il reale contributo offerto
dal periodo in questione all’imponibile fiscale
e mitigando gli effetti del componente indetraibile non ricorrente di futura manifestazione. Si riscontra ora chiaramente come
l’incidenza delle imposte sul risultato lordo
si avvicini significativamente a quella calcolata con il metodo discrete.
Conclusioni
Senza voler esprimere un giudizio di merito
sulle metodologie illustrate, appare piuttosto
chiaro come, date le peculiarità della realtà
fiscale italiana, il calcolo con il discrete method
possa risultare maggiormente intuitivo in presenza di componenti straordinarie o voci di
costo a detraibilità limitata con distribuzione
non lineare nel corso dell’anno. In tal senso si
esprime anche l’OIC, quando motiva la propria
scelta metodologica, affermando che l’utilizzo
dell’integral approach per la stima delle imposte
“non è ritenuto accettabile perché esso non
consente di fornire un’attendibile misura del
contributo che ogni periodo intermedio ha
fornito per il conseguimento dell’utile netto
di esercizio ed inoltre introduce un eccessivo
elemento di aleatorietà nella stima, in particolare nei primi periodi intermedi” (15) .
È del resto vero che uno dei maggiori intenti
dell’integral approach è proprio quello di mitigare gli effetti dei fenomeni di stagionalità e
volatilità manifestatisi in corso d’anno,
all’interno dei valori espressi nel bilancio intermedio. Inoltre, il suddetto approccio, legando
il carico fiscale, così come tutta la stima del
reddito, alla proiezione annuale delle imposte
di esercizio, impone un ulteriore sforzo predittivo utile non solo al fine di diagnosticare anticipatamente l’emersione di una eventuale
perdita fiscale, ma anche per effettuare un
tax planning in corso d’anno (16), oltremodo
necessario qualora siano presenti attività per
imposte anticipate in bilancio.
Pertanto, non è da ritenersi maggiormente corretto l’uno o l’altro metodo. È invece importante comprendere la diversa impostazione
contabile che ne sta alla base.
Si consideri naturalmente che, fatti salvi il reporting interno e l’informativa su base volontaria
(17), è la legge ad imporre l’adozione dei metodi
di calcolo; per le società non quotate l’utilizzo
del discrete method contemplato dall’OIC 30,
mentre per le società IFRS Adopter, l’applicazione dell’integral approach previsto dallo IAS
34. A latere del corpus di prassi contabile vigente
in ambito nazionale ed europeo, si possono
trovare utili indicazioni pratiche anche tra gli
US GAAP nel citato ASC 740, in termini di
applicazione di alcuni aspetti dell’integral
approach alla stima delle imposte sul reddito.
Note:
(15) Cfr. OIC 30, paragrafo 3.4.7.
(16) L’utilità dei bilanci in corso d’anno a fini di tax planning, in
particolare dei c.d. pre-consuntivi o forecast, sarà oggetto di
trattazione su questa rivista in un successivo contributo dedicato a bilanci preventivi e stima delle imposte previsionali.
(17) In tali casi sarà il redattore dell’interim report a decidere
quale, secondo i suoi scopi, è la metodologia maggiormente
rappresentativa del carico fiscale, coerentemente con l’impostazione seguita per tutte le altre voci del bilancio
intermedio.
Tavola 11 - Confronto dei tax rate
Discrete
RISULTATO PRIMA DELLE IMPOSTE
30/06/2016 30/06/2016 30/06/2016 31/12/2016
707.025
707.025
707.025
1.698.981
- Imposte dell'esercizio
308.261
364.401
313.916
875.636
= Utile (perdita) dell'esercizio
398.764
342.624
393.109
823.345
43,60%
51,54%
44,40%
51,54%
Tax rate%
14
Integral (a) Integral (b)
Bilancio e reddito d’impresa n. 11/2016