Disponibile - Paolo Fasce

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Disponibile - Paolo Fasce
{REG-2-0301-36} Mon Jan 2 19:17:13 2006
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LETTERE E RUBRICHE
3 gennaio 2006, Martedì
LETTERE AL SECOLO XIX
PIAZZA PICCAPIETRA 21
16121 GENOVA
(MAX 1400 BATTUTE)
DITELO A MAGGIANI
MAURIZIO MAGGIANI
AUTOSTRADE SICURE?
COPIAMO DAI TEDESCHI
di questi giorni la notizia
del nuovo sistema per il
controllo della velocità media
in autostrada. Esso sarebbe
perfetto, se integrato in un codice della strada che non impone limiti di velocità su percorsi in cui non è necessario.
Il Sicve infatti potrebbe fornire dati in tempo reali sul
traffico di una tratta; questi,
elaborati, sarebbero utilizzati
per calcolare un limite di velocità adeguato che si visualizzerebbe sugli stessi pannelli elettronici su cui il sistema è montato. Con i dovuti accorgimenti, chi supera tale velocità
potrebbe essere rilevato e punito di conseguenza.
Se dovesse sembrare un sogno, bisognerebbe ricordare
che questo è il metodo attualmente usato in Germania per
garantire la sicurezza delle autostrade, fra le piú trafficate
ma anche fra le piú sicure del
mondo, malgrado l’assenza
generalizzata di limiti di velocità.
Guidare di notte in Germania è un vero relax perché, oltre a giungere prima a destinazione sapendo di non avere infranto una regola, si ha la
sensazione che lo Stato pensi
realmente alla sicurezza e non
consideri chi guida un incapace o un delinquente.
Ing. Bruno de Giusti
Albissola Marina (SV)
È
RICORDARE TENCO
SOLO PER LE SUE CANZONI
gni stagione ha i suoi riti
e quella che precede il Festival canoro di Sanremo ha
quello del ritorno all’attualità
del caso legato alla tragica
morte di Luigi Tenco.
Non so dove finisce il bisogno di verità e dove inizia il
protagonismo di qualche magistrato e/o la mancata rassegnazione della famiglia.
Quello di Tenco è stato un
suicidio con tanti fattori che lo
hanno favorito che vanno dal
meccanismo della eliminazione al Festival alla prima esibi-
O
tax
gli animali, così che queste carneficine sono libere e nessuno
interviene. Anzi, i paesi industrializzati si servono proprio
dalla Cina per importare le pelli!
[email protected] - fax 010.57092.40
P.zza Piccapietra 21- 16121 Genova
AUTOMOBILI AD ALCOL, PERCHÉ NESSUNO NE PARLA?
E
gregio signor Maggiani, intendo richiamare la sua attenzione su di una circostanza, a mio avviso, tanto clamorosamente importante e grave da giustificare
l’aggettivo di scandalosa.
Si tratta di questo. L’inarrestabile aumento del prezzo del petrolio e derivati ha innescato la ricerca di fonti alternative: c’è chi per l’autotrazione parla dell’affascinante ma difficoltoso e pericoloso idrogeno, chi ha scoperto l’olio di colza, che incolla le fasce elastiche (test di Quattroruote), e chi, persino (udite, udite!) propone
motori ad aria. Fosse vero. Perché l’aria rimane il bene più a buon mercato.
Ma nessuno accenna, con seri propositi, a quanto avviene in Brasile dove, da
parecchi anni, si è cominciato ad andare ad alcool ed attualmente la situazione
è, per le auto nuove, generalizzata. Le fabbriche brasiliane (dati dell’estate scorsa) fabbricano e vendono i seguenti modelli: Fiat: Palio, Siena, Strada, Uno Mille;
Gm-Chevrolet: Astra, Corsa, Meriva, Zafira, Montana; Volkswagen: CrossFox, Fox
City, Gol, Parati, Polo, Saveiro; Peugeot: 206; Ford: Fiesta; Renault: Clio e Scenic.
Le automobili, modelli base, di cui sopra, e versioni da esse derivanti, sono dotate di apparecchiatura SFS-Software Flexfuel Sensor che identifica il tipo di carburante presente nel serbatoio della vettura, se benzina, alcool o miscela dei due in
qualsiasi proporzione e adegua di conseguenza il funzionamento del motore. Tale
apparecchiatura elettronica viene fornita a tutte le fabbriche di automobili brasiliane dalla Magneti Marelli ed una apparecchiatura analoga viene fornita anche dalla Bosch.
Le auto di cui sopra, chiamate brevemente Flex, se alimentate ad alcool, migliorano le prestazioni e cioè maggiore potenza massima, coppia massima di più NM
a regime di giri più basso, migliore accelerazione e, soprattutto, un tasso di inquinamento irrisorio. Ormai in Brasile tutte le stazioni di servizio sono fornite di colonnine erogatrici di alcool, che costa quasi la metà della benzina.
Ormai sono mesi che mi occupo di questa faccenda e non lo faccio certo per me
(ho 85 anni e sono il Signor Nessuno): lo faccio per quelli che verranno. Ho scritto innumerevoli lettere ai giornali ma sono state, evidentemente, cestinate. A casa
mia è venuto un giovane giornalista professionista col quale mi sono fatto una
lunga chiacchierata ed al quale ho fornito anche del materiale tecnico: se ne è
andato ringraziandomi caldamente perché, a suo dire, gli avevo fornito materiale
per un articolo molto importante che però non ha mai visto la luce.
Un deputato mio amico mi ha promesso una interpellanza parlamentare sull’argomento che però non c’è stata: quando, per le prossime politiche, si farà vivo per
voti, gli chiederò un “perché?”. E se vorrà ancora il mio voto, dovrà rispondermi
in modo esauriente.
zione al fatto che qualcuno
molto vicino al cantautore abbia sottovalutato il suo stato
mentale in quelle ore.
La mia speranza è che questa inchiesta giudiziaria possa
fugare ogni dubbio e che di
Tenco si parli come l’autore di
“Mi sono innamorato di te” e
non come quello che si sparò
a Sanremo.
Giacomo Cabella
Genova
SARA ARMELLA / FRANCESCA BALZANI
CORNER
TORTURE CINESI
SUI POVERI CANI
lcuni giorni fa il Tg1 ha trasmesso delle immagini a
dir poco mostruose. È vero, nel
tempo in cui viviamo è ormai
una triste quotidianità vedere
immagini mostruose, ma quelle che vidi quel giorno mi sono
rimaste impresse, perchè sono
un vero e proprio pugno nello
stomaco.
A
Inizia il tigì, e nei titoli sento
TASSA SUI RIFIUTI
VERSO IL TRAMONTO
"giustiziati", l’animale a forza
di girare su se stesso, impazzisce! Da queste gabbie gli animali vengono fatti uscire con
una pinza grossa, che li prende
dietro al collo e gli trascina fuori, qui vengono sbattuti violentemente per terra, nel crudele
tentativo che il cinese adopera
per stordire la bestiola. Chiaramente ferito, ma pienamente
cosciente l’animale è appena
all’inizio del suo massacro...
adesso, con l’animale cosciente,
IL PRANZO DEGLI SQUALI
PASSATEMPO PER FAMIGLIE
PAOLO FASCE
GIOVANNI DELFINO
I
A nessuno importa chi siamo
e dove andiamo e neanche se
a ben vedere avremmo solidarizzato coi problemi dei lavoratori ferrovieri. Continuiamo a
veder passare il buon vecchio
"treno carico di signori" sfrecciare in orario, intercity o eurostar che sia, passare in orario e
perfettamente pulito e funzionante mentre alle nostre piccole stazioni non si ferma più.
ripeto cosciente, arriva il boia
con un’accetta che lo squarta e
lo scuoia vivo per rubargli la
pelle, che diventerà il collo di
un cappotto, magari di uno di
noi... il povero animale però
ancora non è morto, chiari segni degli occhi e il battito del
cuore dimostrano che la bestiola vive scuoiata per ancora
un decina di minuti!
Ho saputo che questo avviene in Cina perché in quel paese
non vi sono leggi che tutelano
i GIOCHI
OTTANT’ANNI
DI BRIDGE
I TRENI DEI “SIGNORI”
E NOI COME ZERBINI
pendolari del treno usati
come zerbini, tutti quelli che
usano il treno sono trattati da
persone inesistenti, a nessuno
importa che molti di noi rischino il lavoro tutti i giorni a causa
dei ritardi ormai cronici di 1/2
ora o più, gruppi di derelitti
ogni giorno e ad ogni ora si riuniscono sotto ai tabelloni degli
orari aspettando il treno che
hanno gia pagato con meno
speranze di quelle che avrebbero se aspettassero l’apparizione della Vergine.
Beh, se non altro, signor Aita, la sua lettera ha visto alla fine la luce. Non
una gran luce, non un potente riflettore, ma pur sempre qualcosa. Che magari non servirà a niente. Questo paese non ha un barile di petrolio di suo,
ma molti milioni di tonellate di zucchero - materia prima per la produzione di
alcool - di cui non sa che farsene, visto che gli è stata pure ridotta dalla UE
la quota di produzione, visto che i due terzi del mondo producono zucchero
pure migliore del suo. Potremmo tutti andare con motori a alcool senza far
altro che guadagnarci in economia e in salute, ma tutto ciò renderebbe tristi
e angosciati i petrolieri, li indurrebbe a orrendi stati depressivi di cui non ci
sentiamo di esserne i responsabili.
In Brasile ho viaggiato in taxi e auto private tutti sospinti da motori ad alcool,
e non mi pare di aver trovato un qualche difetto. Per inciso i taxi ad alcool di
San Paolo e Rio sono anche meglio e più confortevoli e più sicuri e meno
cari dei taxi genovesi. Temo che la sua lettera resterà senza risposta da chi
potrebbe svelarci l’arcano, anche solo spiegandoci dove sbagliamo. In ogni
caso ce la teniamo da conto e la offriamo ai lettori perché almeno loro ci
pensino un po’ su.
annunciare un servizio sulle
torture che subiscono i cani in
Cina. Mi dico, ecco l’ennesima
serie di orrendità che "l’intelligente" uomo perpetra sull’animale.
Passano tutti i servizi, e si arriva a quello per cui mi trovo
oggi a scrivere questa lettera,
l’orrore ha inizio... i poveri animali sono chiusi in gabbie piccolissime, dove a malapena
possono girarsi, qui gli animali
vengono tenuti prima di essere
il BRIDGE
Sarebbe ora che chi ne ha la
facoltà intervenisse, per fermare tutto questo orrore, spesso
sento dire che il cane è il miglior amico dell’uomo, per alcuni sicuramente, per altri è
"appena" il colletto del cappotto.
Emilio Di Camillo
Genova
Ho sollecitato anche i Codacons i quali, però, evidentemente preferiscono occuparsi della sindrome depressiva che si è abbattuta sui genoani dopo le estive vicissitudini.
Ho inviato numerose e-mail sull’argomento alla nota emittente tematica che si occupa di motorizzazione, invitandoli a trattare l’argomento, e da par loro perché di
queste cose se ne capiscono: niente. Dal bolide di Formula Uno alla utilitaria per
andare a fare la spesa tutto quanto c’era da dire e da sviscerare è stato fatto e
detto, ma di quanto avviene in Brasile non una parola. E pensare che là sono
impegnate, ed ai vertici, Fiat e Magneti Marelli, tutta roba che parla italiano. Basta. Con lei, signor Maggiani, è l’ultimo tentativo che faccio, dopo di che mi rifugerò fra le braccia della filosofia del “ma chi me lo fa fare?”
Una volta nel Parlamento inglese, mentre si discutevano leggi di argomento ambientale ed ecologico, è saltato su un Baronetto, esclamando: «Ma in fondo perché devo preoccuparmi tanto per i posteri? I posteri cosa hanno fatto per me?».
Agghiacciante umorismo inglese ma... che avesse ragione?
Spero che anche lei non mi cestini e per questo anticipatamente la ringrazio.
Vincenzo Aita
Lavagna
galassia
Ma non interessa più a nessuno organizzare una nostra
protesta? Siamo carne da macello stipati e arrabbiati, che
non fanno gola neanche piu ad
uno straccio di sindacato o simili? Colleghi viaggiatori che
pagate il biglietto come me e
lo timbrate, rifiutatevi di mostarlo al controllore, io già lo
faccio, cominciamo a dimostrargli che non siamo zerbini
su cui pulirsi i piedi.
Lettera firmata
Genova
RICCARDO GROZIO
SOLIDARIETÀ
UN’ASSOCIAZIONE PER CONOSCERE
E GESTIRE LA SINDROME DELL’X FRAGILE
ualche giorno fa ho assistito a una trasmissione televisiuò capitare a tutti. Un bimbo che è sano, vispo, vivace,
dati del mercato home video italiano mostrano come il P improvvisamente, verso i tre anni, inizia a mostrare i
uesta settimana ci occupiamo di storia del Bridge: queQ
va su Rai Tre nella quale si parlava della nuova tassa
Q
sto gioco, che è oggi riconosciuto nel mondo come il I numero di dvd venduti nel nostro paese sia ormai enorme primi segni di difficoltà, sia a livello motorio che comportasui rifiuti.
re dei giochi di carte, ha avuto diversi precursori tra l’Otto- ed è addirittura cresciuto di più del 33% rispetto all’anno
L’unica cosa che ho capito bene è che presto la tassa sulla
spazzatura che paghiamo al Comune sarà sostituita da una
nuova tassa.
E’ vero?
A chi la pagheremo e da quando?
E come è possibile che alcuni cittadini già la paghino mentre
in alcuni Comuni italiani c’è ancora la vecchia tarsu?
Sarà davvero così costoso per noi utenti il passaggio alla
nuova tassa?
Grazie della risposta.
Lettera firmata
ell’ormai quasi lontano 1997 è entrato in vigore in Italia
N
il cosiddetto decreto Ronchi che ha dato attuazione nel
nostro Paese alla direttiva comunitaria sui rifiuti.
Il principio ispiratore del suddetto decreto è quello di far
pagare di più i cittadini che producono più rifiuti, ossia il principio del “chi inquina paga”, che porterà all’abolizione della tassa
sui rifiuti solidi urbani.
In sostituzione del tributo si applicherà una “tariffa”: i cittadini, in pratica, continueranno a pagare i servizi di gestione dei
rifiuti ai Comuni ma la nuova tariffa sarà più un “prezzo” che
un tributo.
Finora l’introduzione della tariffa è stata solo facoltativa per
le amministrazioni comunali italiane ma diventerà obbligatoria,
se non ci saranno altre proroghe, entro il 31 dicembre 2006.
Ciò significa che entro la fine del prossimo anno tutti i Comuni italiani dovranno varare appositi regolamenti che disciplineranno l’applicazione della tariffa sul loro territorio in sostituzione della tarsu.
Il fatto che finora la tariffa fosse soltanto facoltativa, più
precisamente, applicabile “in via sperimentale”, spiega perché
in alcune città si paga già, magari da anni, e in altri no.
Ma veniamo al confronto con la tarsu.
Anche la tariffa, anzitutto, sarà applicata dai Comuni sulla
base di un apposito regolamento, emanato in conformità alle
regole fissate nel decreto Ronchi, e sarà dovuta da chiunque
occupi sul territorio comunale locali o aree scoperte, esattamente come l’attuale tassa sulla spazzatura.
Per quanto riguarda le somme da pagare, invece, il legislatore nazionale ha espressamente stabilito che la tariffa trasferisca a carico degli utenti tutti i costi del servizio di gestione
dei rifiuti, ossia sia quelli per gli investimenti in opere e impianti, sia quelli per la concreta gestione dell’attività. Più precisamente, il legislatore ha stabilito che la nuova tariffa assicuri
ai Comuni la copertura integrale di tutti i costi, di impianto e
di esercizio, relativi al servizio di gestione dei rifiuti sul loro
territorio. Gli enti locali dovranno però comunque assicurare
speciali agevolazioni per le utenze domestiche, come peraltro
già avviene in molti Comuni, e per la raccolta differenziata.
Lo stesso è a dirsi per quei contribuenti che avvieranno al
recupero i loro rifiuti, alleggerendo così il carico e i costi di
gestione del servizio: anche per loro, infatti, ci saranno degli
sconti sulla tariffa dovuta.
La tariffa, infine, in linea con la sua natura di prezzo, sarà
direttamente riscossa dal soggetto che gestisce per il Comune
il servizio di raccolta e di smaltimento dei rifiuti anche se il
giudice che deciderà le liti in materia sarà quello tributario e
non il Tribunale ordinario.
■ Tre gli indirizzi per chiedere informazioni:
Tax corner, c/o Il Secolo XIX,
piazza Piccapietra 21, 16121 Genova
fax: 010.5956060
e-mail: [email protected]
cento e i primi del Novecento.
Lo stesso nome Bridge non deriva dalla parola inglese che
significa “Ponte”, ma da un gioco russo, suo precursore,
dal nome di “Biritch”. Negli anni Dieci e Venti negli USA si
giocava molto una versione semplificata detta Plafond Bridge, fino a che si affermò definitivamente il Contract Bridge,
la forma di gioco come lo conosciamo oggi.
Nell’autunno 1925, ottant’anni fa, vennero pubblicate negli
Stati Uniti le regole ufficiali del Bridge attuale, e a curare
la loro pubblicazione fu il grande Harold S. Vanderbilt, che
fu un finissimo giocatore oltre che teorico. Ricordiamolo osservando la sua tecnica nel gioco col morto:
NORD
OVEST
AK8
AK86
AKJ1082
Q6
K106
Q10532
76
SUD
J93
J82
J97
Q954
EST
107542
AQ97543
3
Dich. NORD , TUTTI in I
La dichiarazione in quei primi tempi del Bridge era molto
artigianale. In questa mano, comunque, il contratto finale
fu un buon 6 Picche giocato da SUD.
L’attacco fu a Quadri; soffermatevi un attimo a pensare a
come avreste giocato per fare queste 12 prese. Questa
una mano che è istruttiva anche a ottant’anni di distanza:
una soluzione semplice, ma davvero non facile da scoprire
a prima vista, anche perché si viene distratti dalle inutili
Cuori della mano.
Vanderbilt invece capì che la mano si poteva fare solo con
le Picche 3-2, e trovò una soluzione elegante per mantenere
il contratto tutte le volte che le Fiori non fossero state divise
peggio che 4-2, quindi una probabilità molto buona a suo
favore.
Ecco la manovra decisiva: prese con l’Asso di Quadri e
scartò il singolo di Fiori di mano!
Proseguì poi tagliando un piccolo Fiori, rientrò al morto con
l’Asso di Picche, tagliò un altro piccolo Fiori. Quando tutti
risposero a questo giro di Fiori e anche al successivo giro
di Picche per il Re del morto, egli potè scoprire le carte e
reclamare il suo slam: infatti le Fiori del morto erano tutte
franche e giocandole gli avversari poterono solo più incassare la Picche buona in loro possesso.
Ben fatto mister Vanderbilt, e grazie per avere aiutato a
sviluppare un gioco così divertente!
precedente. Quaranta i milioni di pezzi venduti nel corso
degli ultimi dodici mesi e, tra questi, la parte del leone la
fanno i film per famiglie: tra tutti “Gli incredibili”, “Shrek 2”
e l’esplosivo “Madagascar” che, in vendita solo da poche
settimane, è già salito al terzo posto nella classifica del 2005.
Non sono da trascurare “Shark Tale” e il più anziano “Nemo”,
entrambi ambientati nel mondo marino, tanto cari ai bambini
di tutte le età.
Piero Cioni nella vita fa il programmatore, ma è un appassionato di giochi ed è autore molto noto nell’ambiente ludico
italiano in quanto partecipa a molte fiere e convention presso
le quali, per anni, ha presentato i propri prototipi. Tramite
la Red Omega Studio ha recentemente dato alla luce due
titoli,
subito
accaparrati
da
Tenkigames
(www.tenkigames.com) oggi distribuiti in tutto lo stivale. Il
primo di questi richiama in qualche modo le ambientazioni marine di Shark Tale e di Nemo e
sarà senz’altro apprezzato da
tutti quei genitori che, dopo aver
somministrato fiabe affascinanti
tramite le moderne tecnologie
elettroniche (i dvd, appunto), non
vogliano semplicemente parcheggiare i bimbi davanti al televisore, ma approfittino di queste
storie anche per coinvolgere e
coinvolgersi in attività coi propri
figli, nipoti e amichetti vari. Il gioco si chiama “"SharkPark” e i
partecipanti vestono i panni degli
squali che devono conquistarsi il
pranzo e contenderselo con i
loro simili. “È mezzogiorno, ora
di pranzo: la tua povera pancia di squalo è vuota, vai a
caccia e mangia quanti più pesci ti è possibile, prima che
finiscano tra i denti dei tuoi rivali”, recita il promo. Il regolamento è fornito in cinque lingue, segno che il mercato internazionale è quello di maggiore interesse dell’editore. Il gioco
consta di tre fasi: spaventare i pesci che si muovono sulla
plancia di gioco, al fine di spingerli verso i propri squali,
quindi muovere i pescicani e controllare il livello di appetito
dei medesimi. Quelli affamati, infatti, si comportano in maniera terribile! Il gioco è graficamente molto ben curato e offre
spunti di gioco sincero e momenti di partecipazione spiritosa.
Il secondo titolo di Piero Cioni è il collaudatissimo Daimyo.
Questo è il nome della carica feudale più importante tra il
XII e il XIX secolo in Giappone. I giocatori vestiranno i panni
dei potenti signori della guerra, muovendo alla testa del proprio clan per la conquista di nuovi feudi che consentiranno
di aumentare il proprio prestigio politico ed economico. Si
tratta, invero, di un gioco dalle meccaniche asciutte (le regole
sono contenute in sole quattro facciate), dalla grafica gradevole e molto ben bilanciato. Lo possiamo segnalare come
ottima alternativa agli scacchi, è proposto con diverse varianti e giocabile fino a quattro giocatori.
SharkPark e Daimyo palesano in copertina, come è uso in
qualsiasi libro, il nome dell’autore. Questa modalità di operare, ormai sempre più diffusa, non solo regala il giusto riconoscimento ai creatori di giochi, ma pure li responsabilizza di
fronte al pubblico degli appassionati.
[email protected]
mentale. Scoordinamento nella deambulazione, scarsa capacità di attenzione, irrequietezza emotiva. Qui inizia il calvario degli ignari e sfortunati genitori che cominciano a consultare vari specialisti. I quali, a loro volta, non sempre
individuano la vera causa, e talora diagnosticano un generico ritardo mentale. Questa, almeno era la regola sino a
una quindicina di anni fa, quando è stata ufficialmente riconosciuta la sindrome dell’X-Fragile. Descritta per la prima
volta nel lontano 1943, solo dal 1981 è stata individuata e
dieci anni dopo è diventata diagnosticabile.
Si tratta della forma più diffusa di ritardo mentale che genera
disfunzioni dell’apprendimento e significative difficoltà comportamentali. La causa è un’alterazione del cromosoma x,
che, in particolari condizioni di laboratorio, appare spezzato.
Da qui la denominazione comune della malattia, che scientificamente viene invece definita sindrome di Martin Bell.
E’ una malattia genetica rara, che potenzialmente coinvolge
comunque molti soggetti ,se è vero che in Italia è stato
stimato che una donna su duecento e un uomo su cinquecento siano portatori sani di tale sindrome. La frequenza
ipotizzata è di un malato ogni 4000 per i maschi e uno ogni
6000 per le femmine. Attualmente non è ancora curabile,
mentre è possibile una diagnosi precoce per mettere i genitori in grado di effettuare scelte consapevoli. In particolare,
è necessario un esame specifico che, attraverso l’analisi
molecolare del DNA, consente di mettere in evidenza direttamente il difetto genetico ed identificare i soggetti affetti e
i portatori sani. Anche se non sono al momento possibili
cure, l’individuazione della sindrome permette comunque
un più rapido ed efficace intervento riabilitativo e sociosanitario, supportato da progetti mirati allo sviluppo dell’autonomia personale, con conseguente miglioramento della
qualità di vita. Proprio per favorire la miglior conoscenza di
tale malattia e per sensibilizzare le istituzioni è nata nel ’93
l’Associazione italiana Sindrome X-Fragile, alla quale fanno
capo circa un migliaio di famiglie. Quattro anni dopo, un
gruppo di genitori, alle prese con questa difficile problematica, ha dato vita a Genova all’Associazione ligure, con la
finalità di promuovere incontri fra le famiglie, contribuire allo
studio e diffonderne la conoscenza, favorire l’inserimento
scolastico e lavorativo, creare una rete di consulenti medici
ed operatori socio-sanitari. Accanto a tali scopi, l’associazione si propone anche di elaborare e realizzare progetti sperimentali in collaborazione con i principali centri medici e sanitari. Referente privilegiato, soprattutto per la diagnostica, è
il Centro di genetica del Galliera, mentre per le cure dei
piccoli, il punto di riferimento è il Reparto di Neuropsichiatria
dell’Ospedale Gaslini. Annfas e Cepim sono invece i partner
per quanto concerne l’assistenza dei soggetti affetti. Lo
scorso anno l’associazione ha deciso di aprirsi all’esterno,
attraverso un corso realizzato insieme al Celivo. Promosso
in collaborazione con il Cepim e l’Angsa, il corso “Un amico
come guida” ha coinvolto, con un articolato ciclo di lezioni,
diverse decine di giovani volontari pronti ad impegnarsi a
favore dei ragazzi affetti dalla sindrome dell’X-Fragile e delle
loro famiglie. Una sfida che è appena all’inizio e che ha
bisogno dell’aiuto di tutti.
[email protected]
■ Associazione Ligure Sindrome X-Fragile Onlus
via XX Settembre 20/32, 16121 Genova
tel. 010 5959631; e-mail: www.xfragile.it