Disponibile - Paolo Fasce
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{REG-2-0301-36} Mon Jan 2 19:17:13 2006 32 ● LETTERE E RUBRICHE 3 gennaio 2006, Martedì LETTERE AL SECOLO XIX PIAZZA PICCAPIETRA 21 16121 GENOVA (MAX 1400 BATTUTE) DITELO A MAGGIANI MAURIZIO MAGGIANI AUTOSTRADE SICURE? COPIAMO DAI TEDESCHI di questi giorni la notizia del nuovo sistema per il controllo della velocità media in autostrada. Esso sarebbe perfetto, se integrato in un codice della strada che non impone limiti di velocità su percorsi in cui non è necessario. Il Sicve infatti potrebbe fornire dati in tempo reali sul traffico di una tratta; questi, elaborati, sarebbero utilizzati per calcolare un limite di velocità adeguato che si visualizzerebbe sugli stessi pannelli elettronici su cui il sistema è montato. Con i dovuti accorgimenti, chi supera tale velocità potrebbe essere rilevato e punito di conseguenza. Se dovesse sembrare un sogno, bisognerebbe ricordare che questo è il metodo attualmente usato in Germania per garantire la sicurezza delle autostrade, fra le piú trafficate ma anche fra le piú sicure del mondo, malgrado l’assenza generalizzata di limiti di velocità. Guidare di notte in Germania è un vero relax perché, oltre a giungere prima a destinazione sapendo di non avere infranto una regola, si ha la sensazione che lo Stato pensi realmente alla sicurezza e non consideri chi guida un incapace o un delinquente. Ing. Bruno de Giusti Albissola Marina (SV) È RICORDARE TENCO SOLO PER LE SUE CANZONI gni stagione ha i suoi riti e quella che precede il Festival canoro di Sanremo ha quello del ritorno all’attualità del caso legato alla tragica morte di Luigi Tenco. Non so dove finisce il bisogno di verità e dove inizia il protagonismo di qualche magistrato e/o la mancata rassegnazione della famiglia. Quello di Tenco è stato un suicidio con tanti fattori che lo hanno favorito che vanno dal meccanismo della eliminazione al Festival alla prima esibi- O tax gli animali, così che queste carneficine sono libere e nessuno interviene. Anzi, i paesi industrializzati si servono proprio dalla Cina per importare le pelli! [email protected] - fax 010.57092.40 P.zza Piccapietra 21- 16121 Genova AUTOMOBILI AD ALCOL, PERCHÉ NESSUNO NE PARLA? E gregio signor Maggiani, intendo richiamare la sua attenzione su di una circostanza, a mio avviso, tanto clamorosamente importante e grave da giustificare l’aggettivo di scandalosa. Si tratta di questo. L’inarrestabile aumento del prezzo del petrolio e derivati ha innescato la ricerca di fonti alternative: c’è chi per l’autotrazione parla dell’affascinante ma difficoltoso e pericoloso idrogeno, chi ha scoperto l’olio di colza, che incolla le fasce elastiche (test di Quattroruote), e chi, persino (udite, udite!) propone motori ad aria. Fosse vero. Perché l’aria rimane il bene più a buon mercato. Ma nessuno accenna, con seri propositi, a quanto avviene in Brasile dove, da parecchi anni, si è cominciato ad andare ad alcool ed attualmente la situazione è, per le auto nuove, generalizzata. Le fabbriche brasiliane (dati dell’estate scorsa) fabbricano e vendono i seguenti modelli: Fiat: Palio, Siena, Strada, Uno Mille; Gm-Chevrolet: Astra, Corsa, Meriva, Zafira, Montana; Volkswagen: CrossFox, Fox City, Gol, Parati, Polo, Saveiro; Peugeot: 206; Ford: Fiesta; Renault: Clio e Scenic. Le automobili, modelli base, di cui sopra, e versioni da esse derivanti, sono dotate di apparecchiatura SFS-Software Flexfuel Sensor che identifica il tipo di carburante presente nel serbatoio della vettura, se benzina, alcool o miscela dei due in qualsiasi proporzione e adegua di conseguenza il funzionamento del motore. Tale apparecchiatura elettronica viene fornita a tutte le fabbriche di automobili brasiliane dalla Magneti Marelli ed una apparecchiatura analoga viene fornita anche dalla Bosch. Le auto di cui sopra, chiamate brevemente Flex, se alimentate ad alcool, migliorano le prestazioni e cioè maggiore potenza massima, coppia massima di più NM a regime di giri più basso, migliore accelerazione e, soprattutto, un tasso di inquinamento irrisorio. Ormai in Brasile tutte le stazioni di servizio sono fornite di colonnine erogatrici di alcool, che costa quasi la metà della benzina. Ormai sono mesi che mi occupo di questa faccenda e non lo faccio certo per me (ho 85 anni e sono il Signor Nessuno): lo faccio per quelli che verranno. Ho scritto innumerevoli lettere ai giornali ma sono state, evidentemente, cestinate. A casa mia è venuto un giovane giornalista professionista col quale mi sono fatto una lunga chiacchierata ed al quale ho fornito anche del materiale tecnico: se ne è andato ringraziandomi caldamente perché, a suo dire, gli avevo fornito materiale per un articolo molto importante che però non ha mai visto la luce. Un deputato mio amico mi ha promesso una interpellanza parlamentare sull’argomento che però non c’è stata: quando, per le prossime politiche, si farà vivo per voti, gli chiederò un “perché?”. E se vorrà ancora il mio voto, dovrà rispondermi in modo esauriente. zione al fatto che qualcuno molto vicino al cantautore abbia sottovalutato il suo stato mentale in quelle ore. La mia speranza è che questa inchiesta giudiziaria possa fugare ogni dubbio e che di Tenco si parli come l’autore di “Mi sono innamorato di te” e non come quello che si sparò a Sanremo. Giacomo Cabella Genova SARA ARMELLA / FRANCESCA BALZANI CORNER TORTURE CINESI SUI POVERI CANI lcuni giorni fa il Tg1 ha trasmesso delle immagini a dir poco mostruose. È vero, nel tempo in cui viviamo è ormai una triste quotidianità vedere immagini mostruose, ma quelle che vidi quel giorno mi sono rimaste impresse, perchè sono un vero e proprio pugno nello stomaco. A Inizia il tigì, e nei titoli sento TASSA SUI RIFIUTI VERSO IL TRAMONTO "giustiziati", l’animale a forza di girare su se stesso, impazzisce! Da queste gabbie gli animali vengono fatti uscire con una pinza grossa, che li prende dietro al collo e gli trascina fuori, qui vengono sbattuti violentemente per terra, nel crudele tentativo che il cinese adopera per stordire la bestiola. Chiaramente ferito, ma pienamente cosciente l’animale è appena all’inizio del suo massacro... adesso, con l’animale cosciente, IL PRANZO DEGLI SQUALI PASSATEMPO PER FAMIGLIE PAOLO FASCE GIOVANNI DELFINO I A nessuno importa chi siamo e dove andiamo e neanche se a ben vedere avremmo solidarizzato coi problemi dei lavoratori ferrovieri. Continuiamo a veder passare il buon vecchio "treno carico di signori" sfrecciare in orario, intercity o eurostar che sia, passare in orario e perfettamente pulito e funzionante mentre alle nostre piccole stazioni non si ferma più. ripeto cosciente, arriva il boia con un’accetta che lo squarta e lo scuoia vivo per rubargli la pelle, che diventerà il collo di un cappotto, magari di uno di noi... il povero animale però ancora non è morto, chiari segni degli occhi e il battito del cuore dimostrano che la bestiola vive scuoiata per ancora un decina di minuti! Ho saputo che questo avviene in Cina perché in quel paese non vi sono leggi che tutelano i GIOCHI OTTANT’ANNI DI BRIDGE I TRENI DEI “SIGNORI” E NOI COME ZERBINI pendolari del treno usati come zerbini, tutti quelli che usano il treno sono trattati da persone inesistenti, a nessuno importa che molti di noi rischino il lavoro tutti i giorni a causa dei ritardi ormai cronici di 1/2 ora o più, gruppi di derelitti ogni giorno e ad ogni ora si riuniscono sotto ai tabelloni degli orari aspettando il treno che hanno gia pagato con meno speranze di quelle che avrebbero se aspettassero l’apparizione della Vergine. Beh, se non altro, signor Aita, la sua lettera ha visto alla fine la luce. Non una gran luce, non un potente riflettore, ma pur sempre qualcosa. Che magari non servirà a niente. Questo paese non ha un barile di petrolio di suo, ma molti milioni di tonellate di zucchero - materia prima per la produzione di alcool - di cui non sa che farsene, visto che gli è stata pure ridotta dalla UE la quota di produzione, visto che i due terzi del mondo producono zucchero pure migliore del suo. Potremmo tutti andare con motori a alcool senza far altro che guadagnarci in economia e in salute, ma tutto ciò renderebbe tristi e angosciati i petrolieri, li indurrebbe a orrendi stati depressivi di cui non ci sentiamo di esserne i responsabili. In Brasile ho viaggiato in taxi e auto private tutti sospinti da motori ad alcool, e non mi pare di aver trovato un qualche difetto. Per inciso i taxi ad alcool di San Paolo e Rio sono anche meglio e più confortevoli e più sicuri e meno cari dei taxi genovesi. Temo che la sua lettera resterà senza risposta da chi potrebbe svelarci l’arcano, anche solo spiegandoci dove sbagliamo. In ogni caso ce la teniamo da conto e la offriamo ai lettori perché almeno loro ci pensino un po’ su. annunciare un servizio sulle torture che subiscono i cani in Cina. Mi dico, ecco l’ennesima serie di orrendità che "l’intelligente" uomo perpetra sull’animale. Passano tutti i servizi, e si arriva a quello per cui mi trovo oggi a scrivere questa lettera, l’orrore ha inizio... i poveri animali sono chiusi in gabbie piccolissime, dove a malapena possono girarsi, qui gli animali vengono tenuti prima di essere il BRIDGE Sarebbe ora che chi ne ha la facoltà intervenisse, per fermare tutto questo orrore, spesso sento dire che il cane è il miglior amico dell’uomo, per alcuni sicuramente, per altri è "appena" il colletto del cappotto. Emilio Di Camillo Genova Ho sollecitato anche i Codacons i quali, però, evidentemente preferiscono occuparsi della sindrome depressiva che si è abbattuta sui genoani dopo le estive vicissitudini. Ho inviato numerose e-mail sull’argomento alla nota emittente tematica che si occupa di motorizzazione, invitandoli a trattare l’argomento, e da par loro perché di queste cose se ne capiscono: niente. Dal bolide di Formula Uno alla utilitaria per andare a fare la spesa tutto quanto c’era da dire e da sviscerare è stato fatto e detto, ma di quanto avviene in Brasile non una parola. E pensare che là sono impegnate, ed ai vertici, Fiat e Magneti Marelli, tutta roba che parla italiano. Basta. Con lei, signor Maggiani, è l’ultimo tentativo che faccio, dopo di che mi rifugerò fra le braccia della filosofia del “ma chi me lo fa fare?” Una volta nel Parlamento inglese, mentre si discutevano leggi di argomento ambientale ed ecologico, è saltato su un Baronetto, esclamando: «Ma in fondo perché devo preoccuparmi tanto per i posteri? I posteri cosa hanno fatto per me?». Agghiacciante umorismo inglese ma... che avesse ragione? Spero che anche lei non mi cestini e per questo anticipatamente la ringrazio. Vincenzo Aita Lavagna galassia Ma non interessa più a nessuno organizzare una nostra protesta? Siamo carne da macello stipati e arrabbiati, che non fanno gola neanche piu ad uno straccio di sindacato o simili? Colleghi viaggiatori che pagate il biglietto come me e lo timbrate, rifiutatevi di mostarlo al controllore, io già lo faccio, cominciamo a dimostrargli che non siamo zerbini su cui pulirsi i piedi. Lettera firmata Genova RICCARDO GROZIO SOLIDARIETÀ UN’ASSOCIAZIONE PER CONOSCERE E GESTIRE LA SINDROME DELL’X FRAGILE ualche giorno fa ho assistito a una trasmissione televisiuò capitare a tutti. Un bimbo che è sano, vispo, vivace, dati del mercato home video italiano mostrano come il P improvvisamente, verso i tre anni, inizia a mostrare i uesta settimana ci occupiamo di storia del Bridge: queQ va su Rai Tre nella quale si parlava della nuova tassa Q sto gioco, che è oggi riconosciuto nel mondo come il I numero di dvd venduti nel nostro paese sia ormai enorme primi segni di difficoltà, sia a livello motorio che comportasui rifiuti. re dei giochi di carte, ha avuto diversi precursori tra l’Otto- ed è addirittura cresciuto di più del 33% rispetto all’anno L’unica cosa che ho capito bene è che presto la tassa sulla spazzatura che paghiamo al Comune sarà sostituita da una nuova tassa. E’ vero? A chi la pagheremo e da quando? E come è possibile che alcuni cittadini già la paghino mentre in alcuni Comuni italiani c’è ancora la vecchia tarsu? Sarà davvero così costoso per noi utenti il passaggio alla nuova tassa? Grazie della risposta. Lettera firmata ell’ormai quasi lontano 1997 è entrato in vigore in Italia N il cosiddetto decreto Ronchi che ha dato attuazione nel nostro Paese alla direttiva comunitaria sui rifiuti. Il principio ispiratore del suddetto decreto è quello di far pagare di più i cittadini che producono più rifiuti, ossia il principio del “chi inquina paga”, che porterà all’abolizione della tassa sui rifiuti solidi urbani. In sostituzione del tributo si applicherà una “tariffa”: i cittadini, in pratica, continueranno a pagare i servizi di gestione dei rifiuti ai Comuni ma la nuova tariffa sarà più un “prezzo” che un tributo. Finora l’introduzione della tariffa è stata solo facoltativa per le amministrazioni comunali italiane ma diventerà obbligatoria, se non ci saranno altre proroghe, entro il 31 dicembre 2006. Ciò significa che entro la fine del prossimo anno tutti i Comuni italiani dovranno varare appositi regolamenti che disciplineranno l’applicazione della tariffa sul loro territorio in sostituzione della tarsu. Il fatto che finora la tariffa fosse soltanto facoltativa, più precisamente, applicabile “in via sperimentale”, spiega perché in alcune città si paga già, magari da anni, e in altri no. Ma veniamo al confronto con la tarsu. Anche la tariffa, anzitutto, sarà applicata dai Comuni sulla base di un apposito regolamento, emanato in conformità alle regole fissate nel decreto Ronchi, e sarà dovuta da chiunque occupi sul territorio comunale locali o aree scoperte, esattamente come l’attuale tassa sulla spazzatura. Per quanto riguarda le somme da pagare, invece, il legislatore nazionale ha espressamente stabilito che la tariffa trasferisca a carico degli utenti tutti i costi del servizio di gestione dei rifiuti, ossia sia quelli per gli investimenti in opere e impianti, sia quelli per la concreta gestione dell’attività. Più precisamente, il legislatore ha stabilito che la nuova tariffa assicuri ai Comuni la copertura integrale di tutti i costi, di impianto e di esercizio, relativi al servizio di gestione dei rifiuti sul loro territorio. Gli enti locali dovranno però comunque assicurare speciali agevolazioni per le utenze domestiche, come peraltro già avviene in molti Comuni, e per la raccolta differenziata. Lo stesso è a dirsi per quei contribuenti che avvieranno al recupero i loro rifiuti, alleggerendo così il carico e i costi di gestione del servizio: anche per loro, infatti, ci saranno degli sconti sulla tariffa dovuta. La tariffa, infine, in linea con la sua natura di prezzo, sarà direttamente riscossa dal soggetto che gestisce per il Comune il servizio di raccolta e di smaltimento dei rifiuti anche se il giudice che deciderà le liti in materia sarà quello tributario e non il Tribunale ordinario. ■ Tre gli indirizzi per chiedere informazioni: Tax corner, c/o Il Secolo XIX, piazza Piccapietra 21, 16121 Genova fax: 010.5956060 e-mail: [email protected] cento e i primi del Novecento. Lo stesso nome Bridge non deriva dalla parola inglese che significa “Ponte”, ma da un gioco russo, suo precursore, dal nome di “Biritch”. Negli anni Dieci e Venti negli USA si giocava molto una versione semplificata detta Plafond Bridge, fino a che si affermò definitivamente il Contract Bridge, la forma di gioco come lo conosciamo oggi. Nell’autunno 1925, ottant’anni fa, vennero pubblicate negli Stati Uniti le regole ufficiali del Bridge attuale, e a curare la loro pubblicazione fu il grande Harold S. Vanderbilt, che fu un finissimo giocatore oltre che teorico. Ricordiamolo osservando la sua tecnica nel gioco col morto: NORD OVEST AK8 AK86 AKJ1082 Q6 K106 Q10532 76 SUD J93 J82 J97 Q954 EST 107542 AQ97543 3 Dich. NORD , TUTTI in I La dichiarazione in quei primi tempi del Bridge era molto artigianale. In questa mano, comunque, il contratto finale fu un buon 6 Picche giocato da SUD. L’attacco fu a Quadri; soffermatevi un attimo a pensare a come avreste giocato per fare queste 12 prese. Questa una mano che è istruttiva anche a ottant’anni di distanza: una soluzione semplice, ma davvero non facile da scoprire a prima vista, anche perché si viene distratti dalle inutili Cuori della mano. Vanderbilt invece capì che la mano si poteva fare solo con le Picche 3-2, e trovò una soluzione elegante per mantenere il contratto tutte le volte che le Fiori non fossero state divise peggio che 4-2, quindi una probabilità molto buona a suo favore. Ecco la manovra decisiva: prese con l’Asso di Quadri e scartò il singolo di Fiori di mano! Proseguì poi tagliando un piccolo Fiori, rientrò al morto con l’Asso di Picche, tagliò un altro piccolo Fiori. Quando tutti risposero a questo giro di Fiori e anche al successivo giro di Picche per il Re del morto, egli potè scoprire le carte e reclamare il suo slam: infatti le Fiori del morto erano tutte franche e giocandole gli avversari poterono solo più incassare la Picche buona in loro possesso. Ben fatto mister Vanderbilt, e grazie per avere aiutato a sviluppare un gioco così divertente! precedente. Quaranta i milioni di pezzi venduti nel corso degli ultimi dodici mesi e, tra questi, la parte del leone la fanno i film per famiglie: tra tutti “Gli incredibili”, “Shrek 2” e l’esplosivo “Madagascar” che, in vendita solo da poche settimane, è già salito al terzo posto nella classifica del 2005. Non sono da trascurare “Shark Tale” e il più anziano “Nemo”, entrambi ambientati nel mondo marino, tanto cari ai bambini di tutte le età. Piero Cioni nella vita fa il programmatore, ma è un appassionato di giochi ed è autore molto noto nell’ambiente ludico italiano in quanto partecipa a molte fiere e convention presso le quali, per anni, ha presentato i propri prototipi. Tramite la Red Omega Studio ha recentemente dato alla luce due titoli, subito accaparrati da Tenkigames (www.tenkigames.com) oggi distribuiti in tutto lo stivale. Il primo di questi richiama in qualche modo le ambientazioni marine di Shark Tale e di Nemo e sarà senz’altro apprezzato da tutti quei genitori che, dopo aver somministrato fiabe affascinanti tramite le moderne tecnologie elettroniche (i dvd, appunto), non vogliano semplicemente parcheggiare i bimbi davanti al televisore, ma approfittino di queste storie anche per coinvolgere e coinvolgersi in attività coi propri figli, nipoti e amichetti vari. Il gioco si chiama “"SharkPark” e i partecipanti vestono i panni degli squali che devono conquistarsi il pranzo e contenderselo con i loro simili. “È mezzogiorno, ora di pranzo: la tua povera pancia di squalo è vuota, vai a caccia e mangia quanti più pesci ti è possibile, prima che finiscano tra i denti dei tuoi rivali”, recita il promo. Il regolamento è fornito in cinque lingue, segno che il mercato internazionale è quello di maggiore interesse dell’editore. Il gioco consta di tre fasi: spaventare i pesci che si muovono sulla plancia di gioco, al fine di spingerli verso i propri squali, quindi muovere i pescicani e controllare il livello di appetito dei medesimi. Quelli affamati, infatti, si comportano in maniera terribile! Il gioco è graficamente molto ben curato e offre spunti di gioco sincero e momenti di partecipazione spiritosa. Il secondo titolo di Piero Cioni è il collaudatissimo Daimyo. Questo è il nome della carica feudale più importante tra il XII e il XIX secolo in Giappone. I giocatori vestiranno i panni dei potenti signori della guerra, muovendo alla testa del proprio clan per la conquista di nuovi feudi che consentiranno di aumentare il proprio prestigio politico ed economico. Si tratta, invero, di un gioco dalle meccaniche asciutte (le regole sono contenute in sole quattro facciate), dalla grafica gradevole e molto ben bilanciato. Lo possiamo segnalare come ottima alternativa agli scacchi, è proposto con diverse varianti e giocabile fino a quattro giocatori. SharkPark e Daimyo palesano in copertina, come è uso in qualsiasi libro, il nome dell’autore. Questa modalità di operare, ormai sempre più diffusa, non solo regala il giusto riconoscimento ai creatori di giochi, ma pure li responsabilizza di fronte al pubblico degli appassionati. [email protected] mentale. Scoordinamento nella deambulazione, scarsa capacità di attenzione, irrequietezza emotiva. Qui inizia il calvario degli ignari e sfortunati genitori che cominciano a consultare vari specialisti. I quali, a loro volta, non sempre individuano la vera causa, e talora diagnosticano un generico ritardo mentale. Questa, almeno era la regola sino a una quindicina di anni fa, quando è stata ufficialmente riconosciuta la sindrome dell’X-Fragile. Descritta per la prima volta nel lontano 1943, solo dal 1981 è stata individuata e dieci anni dopo è diventata diagnosticabile. Si tratta della forma più diffusa di ritardo mentale che genera disfunzioni dell’apprendimento e significative difficoltà comportamentali. La causa è un’alterazione del cromosoma x, che, in particolari condizioni di laboratorio, appare spezzato. Da qui la denominazione comune della malattia, che scientificamente viene invece definita sindrome di Martin Bell. E’ una malattia genetica rara, che potenzialmente coinvolge comunque molti soggetti ,se è vero che in Italia è stato stimato che una donna su duecento e un uomo su cinquecento siano portatori sani di tale sindrome. La frequenza ipotizzata è di un malato ogni 4000 per i maschi e uno ogni 6000 per le femmine. Attualmente non è ancora curabile, mentre è possibile una diagnosi precoce per mettere i genitori in grado di effettuare scelte consapevoli. In particolare, è necessario un esame specifico che, attraverso l’analisi molecolare del DNA, consente di mettere in evidenza direttamente il difetto genetico ed identificare i soggetti affetti e i portatori sani. Anche se non sono al momento possibili cure, l’individuazione della sindrome permette comunque un più rapido ed efficace intervento riabilitativo e sociosanitario, supportato da progetti mirati allo sviluppo dell’autonomia personale, con conseguente miglioramento della qualità di vita. Proprio per favorire la miglior conoscenza di tale malattia e per sensibilizzare le istituzioni è nata nel ’93 l’Associazione italiana Sindrome X-Fragile, alla quale fanno capo circa un migliaio di famiglie. Quattro anni dopo, un gruppo di genitori, alle prese con questa difficile problematica, ha dato vita a Genova all’Associazione ligure, con la finalità di promuovere incontri fra le famiglie, contribuire allo studio e diffonderne la conoscenza, favorire l’inserimento scolastico e lavorativo, creare una rete di consulenti medici ed operatori socio-sanitari. Accanto a tali scopi, l’associazione si propone anche di elaborare e realizzare progetti sperimentali in collaborazione con i principali centri medici e sanitari. Referente privilegiato, soprattutto per la diagnostica, è il Centro di genetica del Galliera, mentre per le cure dei piccoli, il punto di riferimento è il Reparto di Neuropsichiatria dell’Ospedale Gaslini. Annfas e Cepim sono invece i partner per quanto concerne l’assistenza dei soggetti affetti. Lo scorso anno l’associazione ha deciso di aprirsi all’esterno, attraverso un corso realizzato insieme al Celivo. Promosso in collaborazione con il Cepim e l’Angsa, il corso “Un amico come guida” ha coinvolto, con un articolato ciclo di lezioni, diverse decine di giovani volontari pronti ad impegnarsi a favore dei ragazzi affetti dalla sindrome dell’X-Fragile e delle loro famiglie. Una sfida che è appena all’inizio e che ha bisogno dell’aiuto di tutti. [email protected] ■ Associazione Ligure Sindrome X-Fragile Onlus via XX Settembre 20/32, 16121 Genova tel. 010 5959631; e-mail: www.xfragile.it