Il mondo incantato
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Il mondo incantato
Il mondo incantato Di Claudia Costa (2aD) Era il 6 maggio del 2009 quando, dopo la morte del mio bis nonno, ci trasferimmo nella sua casa che si trovava a Trento. Io mi chiamo Claire e ho 12 anni; la mia famiglia ed io siamo di origini toscane e ho un fratello più piccolo dell’età di 7 anni. Partimmo dalla Toscana con l’auto di mio padre e ci impiegammo almeno un pomeriggio intero per arrivare. Giunti a destinazione entrammo nella casa del mio bis nonno. Era tenuta davvero bene e subito dopo preparammo i bagagli da disfare. La casa era circondata da un esteso giardino caratterizzato da tanti e vari tipi di fiori. Il pomeriggio non persi tempo e andai nel bosco che si trovava oltre l’abitazione. Dopo alcuni minuti di cammino notai un grosso masso nascosto da una gran quantità di muschio e licheni. Era così insolito il suo aspetto che andai a curiosare. Quando lo tastai si aprì una specie di portale. Era stupita e non sapevo cosa mi aspettasse così entrai. Sbucai in una foresta cupa. Ad un tratto vidi la luce del sole e quando la raggiunsi si spalancò davanti ai miei occhi un’immensa distesa di tulipani. Dentro me l’emozione scalpitava. Osservai più attentamente e all’orizzonte vidi un albero di quercia maestoso e alto almeno 10 metri. Mi chiesi dove mi trovassi ma lasciai in sospeso questa domanda perché udii delle voci. Sopra il mio capo volavano dolcemente delle fate che luccicavano come una tempesta di diamanti. Ero incredula dell’accaduto così tornai a casa dove lessi alcuni libri che il mio bis nonno teneva in bella vista nella soffitta. Lì cappi tutto. Dopo averli letti mi accorsi che parlavano proprio di queste creature che da quanto letto sono fate davvero rare perché minacciate da un grosso e potente minotauro chiamato Cauros che voleva impossessarsi dell’amuleto magico che loro proteggevano. Trascorsi tutta la notte tra le pagine di questi libri e l’indomani mi recai nello stesso posto dove mi accolsero calorosamente. Comunicavamo mediante gesti che io riuscivo a comprendere. Volevano che io le aiutassi a sconfiggere il minotauro e a proteggere l’amuleto. Io approvai e così giorno dopo giorno andavo nello stesso luogo. I miei genitori tuttavia non badavano a ciò che facevo. Un giorno quando mi ritrovai con le fate sentimmo dei rimbombi che fecero tremare la terra. Era il grosso e temuto minotauro Cauros che con un colpo solo abbatté il grande albero di quercia. Le fate fecero di tutto per combatterlo utilizzando la magia ma ciò non servì a niente. Presi un ramo robusto e glielo scagliai contro con l’aiuto delle fate. Gli provocò una grossa ferita al petto che lo fece morire. Prendemmo delle corde, lo legammo e lo lasciammo galleggiare sul fiume che lo portava verso la cascata. Io e le fate festeggiammo e giunta a casa mi addormentai sul divano perché esausta. Il giorno seguente quando entrai nel mondo incantato le fate mi fecero una gran festa e finalmente vidi il loro volto che era bianco e puro come quello di un angelo. I loro occhi erano azzurri e avevano i capelli di tantissimi colori. Indossavano abiti color porpora e sopra i loro capo una bellissima e colorata ghirlanda di fiori. Ad un certo punto due fate mi posero sulla testa una corona d’oro con zaffiri e rubini. Mi incoronarono loro regina e da quel momento in poi qualsiasi cosa potesse minacciare il Regno di Morpheus (nome che decisi io) l’avremmo sconfitto.