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n° 336 - luglio 2008
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Direttore Responsabile Lucia Aleotti - Redazione, corrispondenza: «Minuti» Via Sette Santi n.1 - 50131 Firenze - www.fondazione-menarini.it
Luci del Nord
Tra Ottocento e Novecento, un gruppo di artisti scandinavi dette vita
alla scuola pittorica che prese nome dal villaggio danese di Skagen
Giungere a Skagen,
estremo lembo di terra
dello Jutland nel nord
della Danimarca, dove
lo Skagerrak (Mare del
Nord) e il Kattegat (Mar
Baltico) si incontrano, o
molto più frequentemente si scontrano, dà la
gradevole sensazione di
essere in un luogo remoto, incantevole, unico.
Skagen però non è solo
natura selvaggia: la piccola città ospita le residenze estive di ricche famiglie danesi e anche di
alcuni membri della famiglia reale. Ma l’aspetto
che più interessa e incuriosisce il visitatore è che
Skagen e il paesaggio che
la circonda hanno attirato, a cavallo tra l’Ottocento e Novecento, una
“colonia” di artisti che
proprio qui scelsero di
produrre le loro opere,
in gran parte conservate
nel piccolo, ma affascinante museo della cittadina. La storia di come
nacque la “colonia” o
“scuola” di Skagen è decisamente curiosa e per
certi versi vi si ravvisano
le inquietudini e le esplosioni emotive che contraddistinsero la vita di
tanti artisti di gran parte
dell’Europa in quei decenni: fughe epiche, attrazioni fatali, vite dissolute.
Le grandi dune sabbiose
costituiscono uno dei motivi del fascino di Skagen: il pittore norvegese
Christian Krohg (1852-
1925), che visitò per la
prima volta nel 1879 l’allora remoto villaggio di
pescatori, descrive il suo
arrivo via mare - trasbordato dal battello di linea
a una barca a remi e poi
fino a terra sulle spalle
di un marinaio - come
l’approdo a un luogo fuori
dalla civiltà, dove si poteva sperimentare quel
ritorno all’essenziale dell’esistenza umana che altri avrebbero trovato nella
fuga verso terre lontane.
La pittrice finlandese
Hanna Ronnberg (18621946) ricordava nei suoi
scritti l’esperienza del faticoso attraversamento
delle dune e la magia dell’ambiente: «Quello era
lo scenario di tutte le leggende e le fiabe, il luogo
dal quale Andersen aveva
tratto l’ispirazione per il
suo racconto Dune». E in
effetti, negli anni Cinquanta dell’Ottocento
Hans Christian Andersen, lo storico dell’arte
Karl Madsen e lo scrittore e pittore Holgar Drachmann avevano visitato
Skagen e pubblicato alcuni articoli sui giornali
di Copenhagen esaltando
la possibilità di trarre
spunti di ispirazione da
un ambiente così selvaggio e isolato. Andersen
esortava gli artisti: «Siete
pittori? Allora seguiteci
là. Ci troverete moltissimi soggetti». Testimonianze come questa sedussero artisti e intellettuali che iniziarono a sog-
Veduta della spiaggia di Skagen
Anna Anker: Effetto di sole nella stanza azzurra
giornare a Skagen durante i mesi estivi.
La colonia artistica di
Skagen si formò stabilmente intorno agli anni
Settanta, quando gli amici
della coppia di pittori
Michael e Anna Ancher
presero l’abitudine di riu-
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nirsi presso la locanda
che i genitori di Anna
avevano a Skagen, il Brøndums Hotel, ancora oggi
in attività. Intorno al
1880, quella di Skagen
era diventata una delle
colonie di artisti più famose in Scandinavia, un
polo di attrazione per pittori, scrittori e musicisti di tutti i paesi nordici.
Chiaramente influenzati
da naturalismo e impressionismo, i pittori del
gruppo alternavano nelle
loro opere scene della
dura vita quotidiana dei
pescatori locali e serene
immagini dei propri soggiorni estivi, cogliendo
gli effetti creati dalla speciale qualità della luce
in quel punto, nel quale
il tumultuoso incontro
tra il Mare del Nord e
il Baltico riempie l’atmosfera di cristalline vibrazioni luminose e di
intensi riflessi, dovuti
anche all’inclinazione dei
raggi solari propria delle
latitudini settentrionali.
Uno dei frequentatori
più assidui, Peder Severin Krøyer (1851-1909),
dipinse nel 1893 la sua
opera più famosa, Sera
d’estate sulla spiaggia a sud
di Skagen, nella quale sono
raffigurate due donne che
passeggiano sulla spiaggia, immerse nell’incantevole luce azzurra di una
sera estiva; gli ultimi
raggi del sole illuminano
le orme sulla sabbia e gli
abiti chiari delle donne,
mare e cielo si dissolvono
l’uno nell’altro, e la linea della battigia racchiude le figure femminili in una curva ellittica.
Tra il 1877 e il 1881 Krøyer aveva compiuto numerosi viaggi di studio
e di lavoro, conoscendo
Edgar Degas e alcuni protagonisti dell’impressionismo, tra i quali Claude
Monet, Alfred Sisley,
Pierre-Auguste Renoir.
Il pittore danese continuò per tutta la vita a
viaggiare, sempre molto
interessato alle culture
straniere e alle nuove tendenze artistiche; tra i suoi
soggetti preferiti, oltre
alle scene sulla spiaggia,
figurano la vita dei pescatori e le riunioni della
comunità di pittori che
soggiornavano a Skagen.
A metà degli anni Ottanta la fama della località era ormai consolidata, e vi giungevano artisti non solo dalla Scandinavia, ma anche da
Gran Bretagna, Stati
Uniti e perfino Grecia.
Il punto di riferimento
per tutti era il Brøndums
Hotel, nel quale si riunivano per cene e feste.
La sala da pranzo dell’hotel fu trasformata in
una galleria d’arte, alla
quale ciascun pittore dette
il proprio contributo con
un autoritratto o ritraendo uno dei colleghi.
I ritratti furono collocati
in alto, lungo le pareti,
in modo da costituire una
sorta di fregio, mentre
i pannelli in legno che
ricoprivano le pareti vennero dipinti con soggetti
scelti da ciascuno dei protagonisti. Uno dei pannelli principali, eseguito
da Krøyer nel 1883, rappresenta la Colazione degli artisti a Skagen, e mostra chiaramente quanto
lo stile del pittore fosse
in quel periodo debitore
all’impressionismo.
Una figura di spicco nel
gruppo è Anna Brøndum
Ancher (1859-1935), figlia dei proprietari dell’albergo e del locale emporio, che veniva con-
Peder Severin Krøyer: Sera d’estate a Skagen
siderata la più abile colorista nel gruppo di Skagen. Il suo talento, rivelatosi fino dall’infanzia, venne coltivato da
Karl Madsen e dagli altri artisti che soggiornavano a Skagen; dal 1875
Anna studiò pittura a
Copenhagen e poi a Parigi. Rientrata a Skagen,
nel 1880 sposò il pittore
Michael Ancher, che fu
l’unico tra tutti i com-
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ponenti del gruppo a stabilirsi definitivamente
nel villaggio insieme con
la moglie, pur compiendo
frequenti viaggi attraverso l’Europa. I soggetti
preferiti da Anna sono le
scene d’interni, nelle quali
sperimentò un’ampia
gamma di effetti di luce,
guardando alla lezione
impressionista e allo stesso
tempo alle opere di Johannes Vermeer, il grande
pittore olandese del Seicento.
Ogni estate, quando si
ritrovavano a Skagen, gli
artisti del gruppo si scambiavano le impressioni
dei recenti viaggi a Parigi, Berlino o Londra,
contribuendo in tal modo
all’atmosfera cosmopolita che improntava la
vita della colonia, nella
quale si condividevano
e sperimentavano le nuove
idee che ciascuno aveva
riportato dall’estero.
Nel corso del suo primo
soggiorno a Skagen nel
1874, Michael Ancher
(1849-1927) trovò nelle
scene della vita dei pescatori una fonte di ispirazione alla quale si riferiscono numerose sue
opere: la maestria nella
composizione di gruppi
monumentali di figure
umane rappresenta la sua
caratteristica di maggiore
rilievo. Dipinti quali Riuscirà a doppiare la punta?
o L’equipaggio è salvo illustrano con toni epici i
pericoli e i drammi della
vita dei pescatori, visti
come eroi di una quotidiana lotta con gli elementi della natura primigenia, in antitesi alla
vita artificiosa delle metropoli; Trasporto della
scialuppa di salvataggio
attraverso le dune testimonia un’attività con la quale
la popolazione di Skagen
integrava i magri guadagni della pesca, le operazioni di salvataggio a
seguito dei numerosi naufragi che si verificavano
nelle acque tempestose
di fronte al villaggio, e
che costituivano un sostegno non indifferente
per l’economia della comunità.
Il gruppo di artisti di
Skagen, del quale facevano parte anche scrittori (Holger Drachmann,
Georg Brandes e Henrik
Pontoppidan) e il compositore Hugo Alfvén,
divenne famoso anche
per lo stile di vita di alcuni protagonisti, decisamente bohémien e molto
libero per i costumi dell’epoca.
Nel 1908, Ancher e Krøyer, insieme con il proprietario del Brøndums
Hotel e il farmacista di
Skagen (Presidente della
locale Associazione per
il Turismo), fondarono
il museo con l’intento di
riunire e conservare opere
dei pittori attivi a Skagen, che sarebbero state
ospitate in un edificio
Peder Severin Krøyer: Sera d’estate sulla spiaggia a sud di Skagen
Michael Ancher: Pescatori che trainano una barca
Interno del Museo
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costruito appositamente.
Le opere, in parte donate
dagli artisti stessi, furono
conservate provvisoriamente nella casa di Krøyer fino al 1928, anno di
inaugurazione del museo, che all’epoca comprendeva poco più di 300
opere; nel 1946 i pannelli dipinti che ricoprivano le pareti della sala
da pranzo dell’hotel vennero trasferiti nel museo,
dove l’ambiente fu ricostruito fedelmente. Oggi,
la collezione del museo
comprende oltre 1800
pezzi, tra i quali circa ottocento dipinti, che offrono al visitatore un panorama completo dell’attività della colonia di
Skagen, aprendo un’interessante prospettiva
sulla pittura scandinava
tra la fine dell’Ottocento
e gli inizi del secolo successivo.
barbara mannucci
e lorenzo gualtieri
Veduta del Brøndums Hotel