Cultura e tradizioni Bolognesi 2016-2017

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Cultura e tradizioni Bolognesi 2016-2017
Centro Socioculturale Ricreativo “Annalena Tonelli”
Cultura e tradizioni Bolognesi 2016-2017
Torri
Allegato alla conversazione
Del 20 ottobre 2016 a cura di Maurizio Cavazza
Inizialmente, le torri medievali, in base al loro scopo difensivo, svolgono due funzioni: sono rifugi d'emergenza
e insieme strumenti di controllo del territorio e avvistamento.
Hanno una struttura massiccia e compatta, pareti diritte e in basso sono rafforzate spesso da muri a scarpa.
In genere sono quasi sprovviste di aperture, se si eccettuano le feritoie.
Si presentano quindi come mini-fortezze, inaccessibili dalla strada.
Gli ingressi si trovavano in alto, raggiungibili da scalette mobili in legno che venivano calate e poi ritirate.
Spesso sono collegate con altri edifici a un livello molto rialzato da terra, mediante passaggi in legno e accessibili
solo dall'interno delle altre costruzioni.
Le forme delle torri più antiche sono generalmente cilindriche, ma possono assumere anche forme quadrangolari
o poligonali.
Tali costruzioni erano adatte alla difesa in un periodo precedente allo sviluppo dell'artiglieria, quando ci si
difendeva prevalentemente con armi da lancio e si rendeva quindi necessaria un'azione dall'alto.
In parecchi casi, soprattutto quando le torri si trovavano in posizioni strategiche o di confine, in Età Feudale le
torri venivano assorbite in una più complessa struttura difensiva come una cinta muraria, una rocca e magari
anche un borgo.
Numerose le torri alto-medievali che sono state inglobate o trasformate nei castelli.
Oppure una o più torri isolate, poste su alture potevano entrare a far parte di un sistema di segnalazioni e
avamposti che fanno riferimento a un castello che presiede a un determinato territorio.
Nel corso del tempo questa esigenza si è attenuata ed è venuta ad intrecciarsi con quella abitativa.
Finchè, all'inizio dell'Età Comunale, comparvero le case-torri.
Così sulle torri si aprirono le finestre, le porte e i portali, si provvide ad una più confortevole sistemazione degli
ambienti interni, e a volte si arricchirono anche di strutture in legno o muratura, esterne, come logge e balconi,
altane e ballatoi.
Accanto quella residenziale, la destinazione difensiva richiese l'uso delle merlature, dei beccatelli e dei ballatoi
per la ronda, soprattutto nelle torri dei castelli o delle rocche. In queste ultimi casi spesso le torri potevano essere
utilizzate come armerie o come prigioni.
Infine, gradualmente le torri persero la funzione abitativa, svolta dai più confortevoli palazzi.
Otto secoli fa la costruzione di una torre a Bologna richiedeva dai tre ai dieci anni.
Definita la posizione strategica della torre in rapporto all'organizzazione delle case e della corte, si procedeva alla
definizione del perimetro interessato dallo scavo, tracciato mediante una tecnica molto antica.
Il mastro costruttore utilizzava tre funicelle su ciascuna delle quali due nodi indicavano lunghezze corrispondenti
a multipli di tre, quattro e cinque - ad esempio quindici, venti e venticinque piedi. Posate sul terreno, le funicelle
formavano un triangolo rettangolo, i cui cateti erano disposti come le future fronti della torre.
Gli scavi procedevano fino a raggiungere uno strato d'argilla, a circa sei metri di profondità, sufficientemente
consistente e adatto a reggere il peso di una torre.
Per consolidare il terreno, a colpi di maglio venivano infissi sul fondo dello scavo grossi pali di quercia o rovere
lunghi un paio di metri.
Successivamente si passava alla fondazione vera e propria, costituita da un imponente conglomerato di calce,
ciottoli e sabbia resistente alla compressione.
Quando il conglomerato aveva raggiunto uno spessore di circa quindici piedi, si dava inizio alla costruzione dello
zoccolo della torre, alto quasi cinque metri e realizzato con grandi blocchi di selenite, squadrati e perfettamente
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sovrapposti gli uni agli altri.
Per sollevare i blocchi si utilizzavano piani inclinati, che potevano essere realizzati anche con rampe di terra e
tavole di legno.
Al termine di questo lavoro si procedeva alla costruzione delle mura di mattoni, realizzate con la tecnica della
muratura a sacco: venivano alzate due pareti, una interna di notevole spessore e una esterna più sottile, collegate
trasversalmente da muretti di spessore più ridotto che formavano dei cassoni riempiti successivamente con pietre
e terra legate con malta di calce.
Ogni diciotto-venti corsi di mattoni venivano lasciati sulle pareti tre o quattro fori utilizzati in seguito per le
impalcature di legno indispensabili per la prosecuzione dei lavori.
Le pareti delle torri presentavano anche altri fori: grandi incavi, sovrapposti ad una grossa mensola di selenite,
che servivano per rivestire la torre di costruzioni aeree, utilizzate come abitazioni
Mano a mano che si procedeva in altezza, i muri esterni si riducevano di spessore e nell'ultimo tratto erano
costruiti con soli mattoni.
Di conseguenza il peso della struttura diminuiva verso l'alto, elemento indispensabile per la stabilità della torre.
Contestualmente, il vano interno risultava sempre più ampio, anche grazie a riseghe su cui venivano appoggiati
solai interni di legno.
Torri a Bologna
Surge nel chiaro inverno la fosca turrita Bologna,
e il colle sopra bianco di neve ride.
l'ora soave che il sol morituro saluta
le torri e 'l tempio, divo Petronio, tuo;
le torri i cui merli tant'ala di secolo lambe,
e del solenne tempio la solitaria cima.
(Carducci-Odi barbare)
È
--- Le torri gentilizie di Bologna sono fra i monumenti più singolari e più caratteristici della città medioevale.
--- Tanto caratteristici che costruzioni moderne richiamano queste verticalità : le Torri di Tange, il complesso di
via Lenin, la torre dell’Unipol .Sospendo il giudizio sulla validità architettonica di alcune di queste...
--- Il fenomeno torri è comune a molte città, non è peculiare di Bologna.
In Toscana vi sono varie città turrite (Siena, Arezzo, S.Giminiano soprattutto )
Siamo fra il 1050 e il 1150-1200
C’è una leggenda che dice che la prima torre costruita a Bologna fu quella dei Rodaldi nel 975...
--- Il periodo turrito è il periodo della cosiddetta “ Lotta per le investiture”, cioè su chi avesse il potere di
nominare i vescovi, se il Papa o l’imperatore.
(Secondo altri l’inizio della costruzione di torri in città è da retrodatare al periodo post-carolingio)
Le tensioni politiche e sociali che si produssero verso la fine di questa epoca avrebbero indotto le famiglie più
ricche, quelle maggiormente coinvolte nelle lotte tra filo-imperiali e filo-papali, a costruirsi una torre come
strumento di difesa o di offesa.
Inoltre la ripresa economica di quei tempi rendeva necessaria la presenza in città dei magnati.
Sparisce il potere del conte (emanazione dell’Imperatore, a Bologna un funzionario di Matilde da Canossa nel
1115 con la distruzione del Castello)), non c’è ancora un vero e proprio potere del comune.
--- Ogni famiglia si costruisce in città una torre, una sorta di Castello urbano, solo a scopo militare.
--- Torre come espressione di potere.
--- Strumento di difesa e-o offesa
--- Status symbol
--- Non è un’abitazione: la porta è in alto e vi si giunge dai tetti della case sottostanti con scale
retrattili
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--- Le torri delle famiglia amiche sono vicine e si raggiungono con passerelle di legno.
--- Cittadelle all’interno della città
Principalmente all’interno della primissima cerchia e della addizione longobarda.
Il gruppo in zona Oseletti depone a favore di uno sviluppo precoce in quella direzione e di una seconda cerchia
già in avanzata costruzione.
Pochissime altre oltre la cerchia dei Torresotti, come quella della Magione (Templari), sempre che non si
trattasse di un campanile
.
In altre città il fenomeno torri sembra essere imiziato prima cha a Bologna (Pisa, Pavia..) se si dà credito alla
ipotesi che la Garisenda sia stata la prima di pochi anni avanti l’Asinelli , la cui data 1109 o 1119, sembra
abbastanza certa.
Le torri oggi ancora esistenti a Bologna : andiamo a ritrovarle e riconoscere …..
All’incrocio tra via Castiglione e via Farini, è possibile scorgere quella che oggi è una altana :
Torre Bertolotti-Clarissimi (1 )
Ormai parte integrante e difficilmente distinguibile dal Palazzo Saraceni , può essere meglio scorta dal vicolo
San Damiano
Entrando in piazza Minghetti da via Farini o via Castiglione e attraversandola diametralmente, dalla casa
medievale dei Caccianemici si vede spuntare la sommità della
Torre de’ Toschi.(2)
Dei 26 metri della torre sbuca soltanto la cima, le cui murature hanno perso la cortina esterna di mattoni forse a
causa di un antico incendio.
La torre è visibile anche da via Goidanich
Percorriamo via Dè Toschi, entriamo in via Foscherari, voltiamo per via Marchesana.
A metà della via vediamo la
Torre Carrari (3).
Sagoma snella e poco appariscente, si può parlare con più precisione di una casa-torre, eretta dalla famiglia
Carrari a cavallo tra il XII e XIII secolo.
Percorriamo via Foscherari , voltiamo a sinistra per il Pavaglione , attraversiamo Piazza Galvani ed entriamo
in Corte Galluzzi
Posta nella corte omonima, sorge su pianta quadrata, con base a scarpata la
Torre Galluzzi (4)
E’ una poderosa e austera torre alta 32 m, eretta nel 1257.
La torre e la corte danno un buon esempio di come era la città nel Duecento : una serie di “quartieri di famiglia”
fortificati, rinserrabili e dominati da una torre
Attraversiamo via D’Azeglio e Piazza Calderini tenendoci sulla sinistra e in fondo, all’angolo col vicolo
Spirito Santo, c’è la
Torre Catalani (5).
E’ una casa-torre di tipico stile romanico di scarsa elevazione dato che è di circa 16 m. ed è dei primi anni del
XIII° secolo.
Torniamo in piazza Calderini, poi raggiungiamo Piazza Galilei.
Vicino all’angolo sud-ovest del Palazzo comunale si vede la
Torre Lapi (6) (detta anche dei Laigoni) incorporata nelle fortificazioni del palazzo del Comune fino dal 1365.
Alla base è stata aperto l’ingresso secondario del Comune su via IV Novembre.
Sulla destra della Piazza Galilei la
Torre Agresti (7),ricostruita nel 1641 dopo un incendio.
Percorriamo via IV Novembre e nell’angolo sud-est del palazzo comunale ammiriamo la
Torre d’Accursio (8) detta anche torre dell’Orologio
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La costruzione deve essere avvenuta verso la metà del duecento da parte degli Accursi , la famiglia del famoso
glossatore.
Ciò che ancor’oggi salta agli occhi è l’enorme orologio meccanico, posto sulla facciata della Torre nel 1444.
Siamo in Piazza Maggiore : dal Palazzo del Podestà svetta la
Torre dell’Arengo (9).
Non gentilizia, ma Comunale, è del 1212 .
Rifatta in muratura nel 1252 da “Alberto ,ingegnere” (restaurata nel 1884) alta da terra m. 47, fondata
audacemente sull’incrocio di due strade .La grande campana della torre detta il Campanazzo (popolarmente il
“campanone del Podestà) (Q.li 47) fu innalzata nel 1453 da Aristotele Fioravanti e suona solo in occasione di
importanti avvenimenti cittadini
Giriamo a destra del Palazzo del Podestà: di fronte a Palazzo Ronzani, inglobata nel Palazzo Re Enzo
vediamo la
Torre Lambertini (10)
Questa torre è inserita sull’angolo nord-est del Palazzo del Capitano del Popolo.
Siamo su via Rizzoli all’altezza di Piazza Re Enzo : dobbiamo guardare sul lato opposto della strada, all’angolo
con via Fossalta.
Celata tra gli intonaci, le tinteggiature, gli squarci delle finestre dei palazzi Novecenteschi e i negozi, troviamo le
vestigia di una delle torri più antiche di Bologna, la
Torre Ramponi. (11).
Andiamo ora in via Indipendenza e voltiamo per via Manzoni
Al n.6 di via Manzoni c’è accesso al Museo Civico Medievale.
Entrando nella corte del palazzo si vede a destra la
Torre Conoscenti (12), più nota come la torre “ ritrovata “.
La parte posteriore è nel cortile della casa Conoscenti al n.8 Percorriamo via Parigi voltiamo a sinistra per Nazario Sauro e poi a destra in via Belvedere, la percorriamo
per una ventina di metri e ci voltiamo : è visibile la
Torre dei Ghisilieri (13) che oggi è il campanile della chiesa parrocchiale dei SS. Gregorio e Siro
Ritorniamo in via Indipendenza dove al numero 3, già Canton dei Fiori, incorporata alla cinquecentesca casa
Coccapani-Stagni vediamo la
Torre Scappi (14).
Alla base il negozio “La Coroncina”
Voltiamo in via Altabella.
Qui , la più alta dopo l’Asinelli ( e il suo nome le fu dato perché è veramente alta e bella e di perfetta verticalità )
svetta la torre
(15) Azzoguidi detta Altabella
E’ alta m. 60 ed è del sec. XII °.
Quasi di fronte c’è la via S.Alò : in fondo la
(16) Torre Prendiparte detta Coronata
Cosi detta per il motivo ornamentale che ha verso la cima
A fianco, sulla via Albiroli, la
(17)Torre Guidozagni
E’ del secolo XIII°: fu abbassata nel 1487.
E’ un troncone di torre o, meglio, di casa- torre che fu dei Guidozagni ed ora, alterato dai restauri, resta
incorporata alla sede della TIMO, poi Telecom
Attraversiamo via Oberdan di fronte all’Hotel Corona d’Ora, entriamo nel voltone di vicolo Mandria
Sulla sinistra la
18)Torre Uguzzoni .
Fu costruita nel secolo XIII°: leggiadra la parte a sesto acuto.
Percorriamo la via Giudei e arriviamo in piazza di porta Ravegnana : qui incontriamo
(19-20 ) le “Due Torri.”
Per l’altezza, vicinanza e pendenza sono rimaste come simbolo della Città
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Il nome di Asinelli alla maggiore e Garisenda alla minore, derivano dalle famiglie che le eressero, o forse che
semplicemente le gestirono se si pensa che siano state sempre di proprietà pubblica
Quanto alla costruzione viene assegnato il periodo tra il 1109 e il 1119.
L’Asinelli è alta m. 97,20 e ha uno strapiombo di m. 2,23: pare che fin dal 1300 abbia avuto una campana che
serviva per feste, allarmi, ecc L’attuale campana è del 1513 e pesa Kg. 6,500.
Il fabbricato a rocchetta, che ne circonda la base, ristrutturato nel 1921, fu fatto per stabilirvi i soldati di guardia
nel 1488 e sostituì l’analogo trebbo in legname.
Le scale interne furono terminate nel 1684.
Passò rapidamente in proprietà del comune che la utilizzò per scopi di polizia e forse la sopraelevò dai 60 metri
iniziali fino ai 98 metri attuali
La Garisenda è alta m. 48 e cm. 16 e ha uno strapiombo di m. 3,22.
Fu costruita un pò prima dell’Asinelli, i cui costruttori si poterono avvalere degli errori costruttivi dell’altra
La Garisenda fu abbassata fra il 1351 e il 1360 da Giovanni da Oleggio di una decina di metri.
Diventò obliqua per cedimento del sottoposto terreno e delle fondamenta tanto da costringere gli artefici a
fermarsi prima dell’altezza prestabilita.
All’inizio della via Santo Stefano al n. 4, è ben conservata la
(21 )Torre Alberici
E’ detta anche Chiari .
Alla base vi è la più antica bottega di Bologna che fu aperta nel 1273.
Ora visibile solo dall’interno della Mercanzia o da edifici alti limitrofi : la
22)Torre delle Perle-Sampieri
Era fra la Mercanzia e le case Sampieri e crollò il 3 aprile 1484 in pieno giorno; il crollo coinvolse case dei
Bolognetti che in seguito lì ricostruirono il loro Palazzo .
Andiamo in Strada Maggiore. Fra il palazzo Sanguinetti al nr. 34 e la casa Masetti al nr. 36 di Strada
Maggiore, si eleva mozzata la
(23) Torre degli Oseletti
Raggiunge i 31 m. di altezza e mostra la sua base a scarpata di parallelepipedi di selenite sotto il portico,
svettando sopra i tetti dei due edifici.
In origine doveva essere più alta, perché alla base mostra dei muri di uno spessore di oltre due metri.
maurizio.cavazza8@alice .it
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