nuovo materiale scheletrico della caverna di isnello - Isita

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nuovo materiale scheletrico della caverna di isnello - Isita
NUOVO MATERIALE SCHELETRICO DELLA CAVERNADIISNELLO
NOTA
del Dott. V. G I U F F R I D A - R U G G E R I
Docente
di Antropologia
nella
R.
Università
di
Roma
(CON DUB FIGURI*:)
In una mia precedente memoria (*) esposi come nel 1 8 9 1 fu
scoperta una g r o t t a funeraria nelle montagne circostanti a Isnello,
la quale conteneva un centinaio di scheletri umani, e come una
piccola parte di questo m a t e r i a l e pervenne a me, grazie la squisita gentilezza di una distinta persona di quella località stessa, cioè
del Sig. Comm. Niccolò Fiorino. Esposi altresì come la stessa g r o t t a
poco dopo la fortuita scoperta fu visitata dal Sig- Prof. Cristoforo
Grisanti, secondo risultava da un suo libro ( ) ; ignoravo però che
anche questi avesse raccolto una p a r t e del m a t e r i a l e scheletrico.
Questo materiale mi viene adesso regalato dall'egregio folklorista, e
io gliene rendo vive grazie ; m e n t r e credo utile farne un piccolo
cenno descrittivo, sebbene si t r a t t i di semplici f r a m m e n t i .
2
Dei frammenti cranici i più importanti sono costituiti da porzioni di frontali. Due di questi presentano come d i a m e t r o frontale
minimo 8 9 e 9 2 . Quasi t u t t i mostrano gli stessi c a r a t t e r i già illustrati nello studio della precedente collezione: cioè sottigliezza delle
pareti craniche, quasi nessun sviluppo delle a r c a t e sopraorbitarie,
bozze frontali molto sviluppate e convergenti in unica protuberanza,
1
( ) G I U F F R I U A . - R U G G E R I , Materiale
Isnello
presso
Cefalù
in Sicilia.
paletnologia
di
fase. I I I .
2
( ) G R I S À N T I , Folklore
di
una
caverna
naturale
di
A t t i d e l l a Soc. R o m . di A n t r o p o l o g i a , v o i . V i l i ,
Isnello.
Palermo, 1 8 9 9 .
V.
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GIUFFRIDA-RUGGERI
al disotto della quale si nota un solco trasverso. Questo solco, sul
quale r i c h i a m a m m o già l'attenzione, è quello stesso che il Deniker
ritiene caratteristico degli attuali Berberi : «
les Berbers, egli
dice, présentent une sorte d'enfoncement t r a n s v e r s a i au-dessus de la
glabelle ( ) ». Non è chi non veda quanto sia i m p o r t a n t e questa constatazione, essendo i Berberi giustamente r i t e n u t i come rappresent a n t i a u t e n t i c i degli antichi M e d i t e r r a n e i . A proposito di che non
è inutile far n o t a r e come la diversità dei tipi facciali dei Siculi
antichi, che è una delle conclusioni alle quali io pervenni nello
studio citato, conclusione che dev'essere riuscita nuova agli antropologi, trova un riscontro nella g r a n d e v a r i e t à dei tipi facciali,
che è uno dei fatti meglio accertati r i g u a r d o all'antropologia fisica
dei B e r b e r i ( ). Se pensiamo che l'Arabo, poligamo, è c e r t a m e n t e più
mescolato del Berbero, monogamo, e p u r e h a un tipo facciale speciale, bisogna convenire che la d i v e r s i t à dei tipi facciali dei Berberi sia o r i g i n a r i a e non dovuta a mescolanze, impossibili del resto
nelle montagne in cui essi vivono: che è la stessa conclusione, alla
quale noi per altri argomenti siamo venuti r i g u a r d o alla diversità
dei tipi facciali degli antichi Siculi. Kollmann, è vero, potrebbe
dire che t a l e v a r i e t à derivi dall' incrocio di tipi facciali lunghi e
tipi facciali corti ; ma come p r o v a r e che sia avvenuto così ? Quello
che possiamo affermare con sicurezza è una g r a n d e oscillazione nel
tipo facciale dei Mediterranei.
l
?
Molto più numerosi sono i frammenti di ossa l u n g h e , specialmente del femore, della tibia e dell'omero. Di quest'ultimo abbiamo
11 e s t r e m i t à distali, delle quali 2 hanno la cavità olecranica perforata. Abbiamo altresì un omero i n t a t t o , il quale m i s u r a 320 nini.:
la sua cavità olecranica è integra. Sommando questi 12 esemplari
e i 5 della collezione p r e c e d e n t e m e n t e studiata, che presentavano
un caso di perforazione, troviamo su 17 esemplari 8 perforati. La
proporzione, come si vede, è rilevante, cioè 17,6 °/ , e si avvicina
a quelle t r o v a t e in altre serie preistoriche ( ). Ricordiamo che nelle
0
3
(*) D E N I K E R , Les
fig.
races
et les peuples
de la terre.
Paris, 1 9 0 0 , pag. 4 9 7 - 4 9 8 ,
136.
2
( ) D E N I K E R , Op. cit.; n o n c h é C O L U G N O N , Ethn.
gé?i. de la Tunisie.
Bull,
g é o g r , h i s t , et d e s c r . , P a r i s , 1 8 8 7 . Cfr. B E R T H O L O N , La population
de la
Tunisie.
Rev. g é n . des. Sc., P a r i s , 1 8 9 6 , p a g . 9 7 2 .
( ) V e d i B u l l , de la S o c . d ' A n t h r o p . de P a r i a , 1 8 6 3 , p a g . 5 1 0 ; 1 8 6 5 , p a g . 8 3 ,
3
469,711.
NUOVO MATERIALE
SCHELETRICO DELLA CAVERNA DI ISNELLO
7
l
razze m o d e r n e d e l l ' E u r o p a la proporziono è del 4 al 5 % ( ) ; anche questo fatto dunque è un risultato i m p o r t a n t e , e d'ora innanzi
costituirà un c a r a t t e r e dei Siculi preistorici.
Del femore abbiamo 38 frammenti, i quali se si addizionano
con quelli precedentemente studiati, danno la prova evidente che
la grotta era adibita a cimitero. Di questi f r a m m e n t i soli 8 possiamo utilizzare p e r la r i c e r c a del terzo t r o c a n t e r e . Questo appare
due volte in modo spiccato e in un terzo caso è accennato abbastanza : il che concorda con quanto t r o v a m m o nella serie precedente, confermando la frequenza non piccola di questa particolarità
morfologica, la cui percentuale risulta nei Siculi preistorici pressoché uguale a quella che si trova negli Europei contemporanei ( ),
P e r la r i c e r c a della platimeria, appiattimento trasversale della
porzione superiore del femore, da non confondere con la platimeria
degli antropoidi, diversa topograficamente e per il significato fisiologico ( ), possiamo utilizzare nove frammenti. Abbiamo i seguenti
indici, presi secondo le indicazioni di M a n o u v r i e r : 6 7 , 7 ; 6 9 , 7 ; 7 3 , 5 ;
7 5 , 8 ; 7 7 , 4 ; 7 8 , 5 ; 8 1 , 2 ; 8 6 , 6 ; 87,8. Come si vede si hanno diversi
casi di platimeria, e in grado più notevole che nella serie preced e n t e m e n t e studiata.
P e r l' indice femorale possiamo utilizzare 3 6 frammenti. P r e n dendo l' indice femorale secondo Topinard, cioè dividendo il diam e t r o antero-posteriore della diafisi femorale alla sua p a r t e media
per il diametro trasverso, abbiamo nello stesso tempo l' indice pilastrico di M a n o u v r i e r ( ). Io non credo però che questa denominazione sia esatta, nel senso che un tale indice possa d a r e la valutazione v e r a di quella sporgenza speciale che è s t a t a c h i a m a t a pilastro femorale ; e ne trovo la prova nello stesso Manouvrier, il
quale nella fig. 1 della memoria citata dà la sezione di un femore
preistorico, che presenta, egli dice, il massimo di sporgenza pila2
3
4
1
( ) HOVELACQUE et H E R V É , Précis d* Anthropologie.
Paris, 1887, pag.
i n I t a l i a s o n o s t a t e t r o v a t e p r o p o r z i o n i p i ù a l t e . Cfr. F R A S S E T T O ,
comparative
sul foro olecranico.
A t t i d e l l a Soc. R o m . d i A n t r o p o l o g i a ,
f a s e . Ili, p a g . 2 7 4 : l a v o r o u t i l e a c o n s u l t a r e p e r l a b i b l i o g r a f ì a q u a s i
2 9 0 . Però
Osservazioni
v o i . VIII,
completa.
2
( ) Cfr. V e s a u r i e n t e l a v o r o del COSTA, II terzo trocantere,
la fossa
ipotrocanterica ecc., nel femore
dell* uomo. A r c h . p e r l ' A n t r o p . e l ' E t n o L , 1 8 9 0 , fase. III.
( ) Cfr. M A N O U V R I E R , La Platymèrie.
E x t r a i t du Congrès International d a n t h r o p o l o g i e et d ' a r c h e o l o g i e p r é h i s t o r i q u e , P a r i s , 1 8 9 1 , p a g . 1 7 .
3
4
1
( ) M A N O U V R I E R , Étude sur les variations
morphologiques
du corps du
fémur
dans V espéce humaine.
B u l l , de l a S o c d ' A n t h r o p . de P a r i s , 1 8 9 3 , p a g . 1 3 1 - 1 3 2 .
8
V.
GIUFFRIDÀ-RUGGERI
strica. Orbene, se si prendono le misure, si t r o v a un indice pilastrico di 107,0, che non è certo un massimo : tanto è vero ciò, che
egli stesso più avanti in una serie di 50 femori ne t r o v a 17 che
h a n n o un indice pilastrico intorno a 110
Si comprende facilmente che anche una sporgenza pilastrica mediocre può uguagliare
o sorpassare l' indice pilastrico di una sporgenza più accentuata, se
la prima si accompagna a un d i a m e t r o trasverso breve e la seconda
a un diametro trasverso ampio ; come è evidente che a p a r i t à di
sporgenza pilastrica l ' i n d i c e dipenderà dalla minore o maggiore
ampiezza del diametro trasverso. Ciò spiega come il massimo di
sporgenza pilastrica disegnato dal Manouvrier non si accompagna a
un massimo di indice pilastrico : questa denominazione quindi non
mi sembra esatta. Già nel mio precedente studio mi erano sorti dei
dubbi in proposito, avendo avuto indici femorali di 114, 117, 122,
125, senza che lo sviluppo dei pilastri rispettivi fosse nella stessa
proporzione ascendente, sebbene il massimo dell' indice coincidesse
realmente con un pilastro eccezionale.
In questa nuova serie di 36 femori si t r o v a n o 13 pilastri femorali : alcuni molto accentuati, tanto che due sorpassano l ' i n d i c e del
famoso femore di Cro-Magnon, il quale e r a di 128,2. Noi abbiamo
avuto in un caso (fìg. 1) 130,7, e in un a l t r o caso, simile al pre-
Fig.
1
Fig.
2
cedente, ma in cui il diametro t r a s v e r s o è più corto, abbiamo avuto
133,3. Questi due casi sono espressi r e l a t i v a m e n t e bene d a l l ' i n d i c e ;
ma non succede sempre cosi. Difatti si guardi la fìg. 2, che presenta indiscutibilmente un pilastro cospicuo : ebbene, il suo indice
è 107,6, cioè al disotto di 109,2 che è la media t r o v a t a nei P a r i (*) Loc.
cit.
y
p a g . 132.
NUOVO MATERIALE
SCHELETRICO DELLA CAVERNA DI ISNELLO
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gini attuali : non occorre dire che la ragione di tale comportamento
è nel d i a m e t r o trasverso. Viceversa trovo due casi con indice di
120, e altri con indice di poco inferiore, che non p r e s e n t a n o alcun
pilastro. Debbo quindi confermare quanto sopra h o detto, che cioè,
c o n t r a r i a m e n t e all'opinione di Topinard ( ) e di M a n o u v r i e r , quest' indice non valuta esattamente la sporgenza pilastrica.
1
Ad ogni modo, p e r quel che può v a l e r e , do l ' i n d i c e femorale
di questi 36 femori, aggiungendovi i 9 della precedente collezione.
Questo totale ragguardevole di 4 5 femori dà come indice 111,6.
Ma e v i d e n t e m e n t e il risultato più i m p o r t a n t e della nostra ricerca
è la frequenza del pilastro (36 % ) , e il suo sviluppo t a l o r a fortissimo. Disgraziatamente, p e r la frequenza non abbiamo t e r m i n e di
confronto in a l t r e serie preistoriche o recenti : l ' i n d i c e , come abbiamo detto, non ci può i l l u m i n a r e . Speriamo che saranno instituite
nuove r i c e r c h e . I n t a n t o siccome il pilastro femorale e la platimeria
(sempre beninteso al terzo superiore) esprimono, come giustamente
osservò il Manouvrier, lo stesso fenomeno, cioè la necessità di d a r e
una maggiore superfìcie di inserzione alle fibre del tricipite femorale ipertrofizzate da numerose marcie in salita, si comprende benissimo che si trovino l'uno e l'altra nella stessa serie. Si dovrebbe
anche t r o v a r e l ' i n c u r v a m e n t o della diafìsi femorale, ma ho già avvertito che si t r a t t a di frammenti di f e m o r i .
Della tibia abbiamo molti frammenti, 13 dei quali possiamo utilizzare p e r la ricerca d e l l ' i n d i c e cnemico, preso al solito a l l ' a l l ' a l t e z z a del forame nutritizio. Come la platimeria, anche la platicnemia risulta di grado più notevole che nella serie precedent e m e n t e studiata (in r e a l t à ciò dipende dall'essere la nuova serie
più ricca, onde un m a r g i n e di probabilità più ampio) : abbiamo
perfino u n indice di 5 8 , 9 : il che conferma l'opinione del Manouv r i e r che i due fatti vanno d'accordo, almeno nelle serie preistoriche ( ). Sommando le 7 tibie studiate p r e c e d e n t e m e n t e , alle
13 di questa serie, abbiamo 20 tibie, il cui indice medio è 67·
Ricordo che della platicnemia si aveva u n ' o p i n i o n e erronea, ammettendosi che essa fosse in rapporto con u n debole sviluppo dei
muscoli del polpaccio, per l'analogia con le tibie platicnemiche degli
2
1
( ) T O P I N A R D , Élements
d'anthropologie
generale.
Paris, 1885. pag. 1 0 1 9 .
( ) Anche recentemente sono stati constatati in due scheletri preistorici della
Corsica. Cfr. BLOCH, Considérations
anthropologiques
sur la Corse. B u l l , et M é m .
de l a S o c . d ' A n t h r o p . de P a r i s , 1 9 0 2 , p a g . 3 5 4 , 3 5 5 .
2
10
V.
GIUFFRIDA-RUGGERI
1
antropoidi ( ), che coesistono, com'è noto, con polpacci poco sviluppati : un altro e r r o r e era di credere alla coesistenza, nei negri,
della platicnemia e della gracilità del polpaccio, m e n t r e le tibie
platicnemiche sono rare noi negri ( ). Il Manouvrier ha dimostrato ( )
che l'appiattimento della tibia umana si produce sotto l'influenza
di una iperatlività del muscolo tibiale posteriore, cioè per eccessive e penose marcie in salita su t e r r e n i montagnosi: l ' i d e n t i c a
causa che produce la platimeria. Anche per la tibia si ottiene in
tal modo un ingrandimento di superficie, che mi ha colpito diverse
volte per l'estensione notevole: la platicnemia è dunque anch'essa,
come i precedenti fatti morfologici, un indice di robustezza. Ciò è
tanto vero che Broca stesso la trovava (come nella nostra collezione) accompagnarsi al pilastro femorale: il che era incompatibile
con la spiegazione che egli dava. Ben diverso è il significato, e in
p a r t e anche la forma, della platicnemia scimmiesca (che manca
peraltro nell'orango), diversa essendo l ' i n s e r z i o n e dei muscoli tibiali, nè si accompagna mai ad alcun pilastro, poiché manca perfino la linea aspra femorale.
Quanto alle rimanenti ossa lunghe, oltre un certo grado d ' i n c u r v a m e n t o dei cubiti, notiamo t r e peroni, che presentano tutti e
t r e in alto grado quella particolarità degli scheletri preistorici di
Cro-Magnon, Homme-Mort, Greneile, ecc. ( ), che fu battezzata come
perone cannelé, per la presenza di gronde muscolari lunghe e profonde. Questa particolarità si trova nel modo più tipico nei nostri
tre esemplari, che pertanto sono sommamente preziosi : non t r o vandosi nulla di simile nelle fibule attuali. Tanto più sono pregevoli poi, inquantochè non vi e r a alcun perone nella collezione precedente. La coesistenza delle gronde o scanalature, cannelitres,
del
perone con la platicnemia non era sfuggita a Broca e a Manouvrier.
2
3
4
Concludendo, restano acquisiti alcuni dati scheletrici importanti,
che sebbene noti in a l t r e serie preistoriche, non erano stati sinora
segnalati nei Siculi antichi, dei quali, o l t r e al cranio, niente più
(*) BROCA, Sur les crânes
di P a r i s . 1868.
et ossements
des Eyzies.
2
B u l l , de la Soc. d ' A n t h r o p .
( ) Cfr. K U H F F , De la platycnémie
dans les races humaines.
Revue dWnthr. 1881.
( ) M A N O U V R I E R , Mémoire
sur la Platycnémie
chez V hornme et les
anthropoïdes. M é m . de l a Soc. d ' A n t h r o p , de P a r i s . 2 s é r i e , t. III.
( ) Q u e s t a p a r t i c o l a r i t à fu a n c h ' essa r i s c o n t r a t a ( d a l T e s t u t ) i n u n o d e i d u e
s c h e l e t r i Corsi s o p r a m e n z i o n a t i .
3
a
4
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SCHELETRICO DELLA CAVERNA DI ISNELLO
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si conosceva. D ' o r a innanzi sarà bene negli scavi conservare gli
scheletri a n c h e in frammenti, onde poter stabilire se la popolazione
dalle m e m b r a robuste e dai crani delicati che abitava le montagne
del nord d e l l ' i s o l a , p r e s e n t a v a anche altrove con la stessa frequenza
il pilastro femorale, la platimeria e la platicnemia, e le a l t r e particolarità morfologiche da me descritte. Ho voluto a v v e r t i r e questo,
perchè gli archeologi credono che le ossa lunghe non servano che
a calcolare la s t a t u r a , m e n t r e invece l'antropologo t r o v a in esse
variazioni morfologiche d ' i m p o r t a n z a essenziale, sia p e r l ' e v o l u zione delle razze, sia p e r stabilire la correlazione che lo scheletro
presenta col g e n e r e di vita e coll 'ambiente : t u t t i fenomeni che non
si riflettono nella forma del cranio. Tanto è v e r o questo, che, ment r e il cranio h a potuto conservare le stesse forme dall'epoca neolitica, le ossa lunghe preistoriche, p e r testimonianza di t u t t i quelli
che se ne sono occupati, con a c c e r t a t a competenza, risultano, e io
lo confermo p i e n a m e n t e , in complesso diverse dalle attuali ( ). Tale
diversità è morfologica, ed è a n c h e accessibile ai n u m e r i poiché abbiamo visto che si può esprimere per mezzo di medie e di percentuali : essa è dunque fuori dubbio, e m e r i t a t u t t a l'attenzione di
coloro che studiano l'uomo presente e passato. Aggiungo che non
solo le ossa l u n g h e preistoriche sono diverse dalle a t t u a l i , ma le
neolitiche sono diverse dalle paleolitiche. Appunto nella nostra collezione t r o v i a m o precisamente quei fatti morfologici che caratterizzano le popolazioni neolitiche Europee ( ) e le distinguono tanto
n e t t a m e n t e dalle paleolitiche (Neanderthal-Spy), in cui viceversa
non trovasi nè platicnemia, nè platimeria, nè pilastri femorali, ecc.
Si t r a t t a di nuovi acquisti, che poi alla loro volta si sono andati
a t t e n u a n d o e modificando, m u t a t e le condizioni di vita, sino a div e n t a r e r a r i nell'epoca p r e s e n t e ; ovvero si t r a t t a di u n altro fenomeno d ' i n d o l e più g e n e r a l e ?
l
2
(*) T u t t a v i a s a r e b b e r o d a s t u d i a r e q u a n t o a g l i a r t i i n f e r i o r i le p o p o l a z i o n i di
montagna che fanno t u t t o r a una vita molto attiva q u a n t o alla locomozione, per
e s e m p i o : K a b i l i , A l b a n e s i , ecc. C o m e v i c e v e r s a s a r e b b e d a verificare s e in p o p o l a z i o n i p r e i s t o r i c h e a b i t a n t i i n p i a n u r e m o l t o l o n t a n e d a i m o n t i fosse g i à i n tervenuto l'adattamento attuale.
(*) U n a p i c c o l a c o l l e z i o n e di ossa l u n g h e p r e i s t o r i c h e p r o v e n i e n t i da S o l u t r é
p o s s e d u t a d a l M u s e o A n t r o p o l o g i c o d e l l a R. U n i v e r s i t à di R o m a p r e s e n t a in a l t o
g r a d o g l i s t e s s i c a r a t t e r i . A v v e r t i a m o , a c c i o c c h é n o n si c a d a i n e q u i v o c o , c h e la
s e p o l t u r e di S o l u t r é s o n o di m o l t o p o s t e r i o r i a l l ' e p o c a q u a t e r n a r i a o m o n i m a .
12
V.
GIUFFRIDA-RUGGERI
Poniamo n e t t a m e n t e la quistione. Si può p a r l a r e di c a r a t t e r i di
r a z z a ? Noi ammettiamo che i veri c a r a t t e r i di razza sono persistenti
e peculiari di una data razza, per la semplice ragione che se non fossero tali non sarebbero più c a r a t t e r i di r a z z a : un c a r a t t e r e di razza
variabile ò un non senso, e ugualmente un c a r a t t e r e di razza che sia
comune ad a l t r e razze. P e r vero la robustezza può essere quasi un
c a r a t t e r e di r a z z a : ma essa non è così persistente e tanto meno peculiare, come altri c a r a t t e r i , quelli, precisamente, che risultano dalla
ispezione del cranio, e permettono, nel nostro caso, di collegare la
razza M e d i t e r r a n e a attuale alla preistorica. T u t t a v i a , se questi sono
i veri c a r a t t e r i di razza, mediante i quali si riconosce e si identifica una data r a z z a ; la minore persistenza di altri c a r a t t e r i concomitanti, la loro maggiore variabilità individuale (cosi notevole nelle
dialisi femorali della nostra collezione), e infine la loro attenuazione o
scomparsa nel volgere dei secoli, costituisce, come abbiamo detto, un
i m p o r t a n t e contributo alla conoscenza dell' evoluzione subita dalla
razza medesima. Non si t r a t t a , come crede il Kollmann, di caratteri
fluttuanti
cioè che possono presentarsi o no indifferentemente, nò di v e r e anomalie; ma di c a r a t t e r i in via di formazione
o di modificazione graduale, che rivelano quel t a n t o di plasticità
ancora rimasto alla razza già fissata p e r a l t r i c a r a t t e r i . Difatti il
fissamente dei c a r a t t e r i si fa per gradi : alcuni precedono gli altri,
la cui costituzione definitiva r i t a r d a , o non si ha affatto quando il
c a r a t t e r e stesso finisce con lo scomparire. Il concetto del Kollmann
di c h i a m a r e anomalie ( ) t u t t i qui c a r a t t e r i che non sono
Rassenmerkmale
è un taglio troppo netto, che ci sembra contrario ai fatti
bene osservati. Vi sono dei fatti morfologici che non entrano nelle
due categorie del Kollmann, ma sono i n t e r m e d i , cioè non cosi ben
fissati in u n dato gruppo umano da potersi dire persistenti in esso
e c a r a t t e r i s t i c i di esso, nè così indifferentemente variabili da potersi dire p u r a m e n t e individuali, tanto meno anomalie. Tale ci semb r a che sia il significato dei fatti morfologici riscontrati nelle ossa
2
L
( ) K O L L M A N N , Die Rassenanatomie
der Hand und die Persistenz
der
Rassenmerkmale.
A r c h i v für A n t h r o p o l o g i e 1902, p . 114 e s e g .
( ) P e r il K o l l m a n n c a r a t t e r i fluttuanti e a n o m a l i e s o n o t e r m i n i s i n o n i m i , (cfr.
Loc cit. p . 1 3 6 ) e s a r e b b e r o i c a r a t t e r i c h e n o n s o n o p r o p r i ad a l c u n a razza. M a
q u e s t i a p p u n t o ( c o m e n e l n o s t r o caso) p o s s o n o e s s e r e c o m u n i a p i ù razze, e a l l o r a s o n o t u t t ' a l t r o c h e a n o m a l i e . L ' i m p r e c i s i o n e del l i n g u a g g i o del K o l l m a n n
mi pare evidente.
?
NUOVO MATERIALE
SCHELETRICO DELLA CAVERNA
DI ISNELLO
13
lunghe dei Siculi preistorici : secondo noi, non si può a m m e t t e r e
una fluttuazione morfologica indifferente, la dove invece esiste u n a
correlazione fisiologica così ben determinata, p e r quanto soggetta
alle contingenze individuali.
In questa opinione mi sembra di essere concorde col prof. Sergi,
il quale tempo addietro ebbe ad esaminare quasi un centinaio di
femori e a l t r e t t a n t e tibie di Etruschi, e trovò tali imponenti v a r i e t à
nelle rispettive diafìsi da dover concludere non potersi esse r i f e r i r e
a « variazioni individuali » ( ), poiché è il tipo morfologico stesso
che cambia a d d i r i t t u r a , e questo non può essere certo indifferente.
L'oscillazione individuale non può a r r i v a r e al punto da cambiare
il tipo, non può di una forma triangolare far u n a forma ellissoidale
o una forma pentagonale. Ebbene, ciò egli ha riscontrato nelle tibie
degli E t r u s c h i , a paragone delle quali i miei frammenti sono così
scarsi, che mi vietano qualunque raffronto. Ben a l t r e cause che le
lievi differenze individuali devono i n t e r v e n i r e p e r p r o d u r r e un tal
risultato. D ' a l t r a p a r t e , e anche questo concorda col nostro modo
di v e d e r e , il prof. Sergi stesso non t r o v a che si possa parlare di
c a r a t t e r i di razza, tanto più che coloro che presentavano codesti
svariati particolari scheletrici erano abbastanza omogenei quanto al
cranio. Queste divergenze dalla forma del femore e della tibia,
quale la conosciamo nelle razze Europee attuali ( ), non sono dunque nè c a r a t t e r i individuali, nè c a r a t t e r i di r a z z a ; questa conclusione è imposta dalla sincerità scientifica. Come si può c h i a m a r e
questo nuovo fenomeno non considerato dai sistematici a oltranza?
Polimorfismo
è stato il t e r m i n e trovato dal Sergi p e r battezzare
questo fatto morfologico. Una g r a n d e plasticità morfologica, un organo che non h a trovato ancora la sua forma definitiva, questo ci
sembra il contenuto positivo del vocabolo. Ci è ignoto quale sia
esattamente la variabilità che si riscontra nelle diafìsi femorali e
tibiali contemporanee, certo essa è t u t t o r a r i l e v a n t e ; ma non ci
meraviglierebbe che risalendo nel passato t a l e variabilità si possa
r i s c o n t r a r e maggiore che l ' a t t u a l e , fornendoci così la spiegazione
delle divergenze sopra notate. Uno studio morfologico analitico su
un ricco materiale contemporaneo potrebbe constatare, eventualmente, tale comportamento della variabilità, usufruendo p e r il con1
2
1
( ) S E R G I , Polimorfismo
e anomalie
delle tibie e dei femori
degli
scheletri
Etruschi
di Bologna. M e m o r i e d e l l ' A c c a d e m i a delle scienze d i T o r i n o . 1884 p . 357.
2
( )
SERGI,
LOC.
cit.,
p.
356.
14
V.
GIUFFRIDA-RUGGERI
l
fronto del materiale già studiato dagli antropologi ( ). L ' i m p o r t a n z a
filosofica di una tale constatazione sarebbe notevole, poiché la specie
umana si comporterebbe come le altro specie animali, le quali invecchiando, secondo la geniale teoria, del prof. Rosa, mostrano una
sempre minore v a r i a b i l i t à ( ) . Che ciò sia avvenuto anche per l'uomo
si può ragionevolmente supporre ( ); ma l ' i m p o r t a n t e sarebbe se si
potesse d i m o s t r a r e . Lo studio delle ossa lunghe fa i n t r a v v e d e r e tale
possibilità: si avrebbe così nello stesso tempo la soluzione di una
quistione morfologica speciale e la conferma di una tesi biologica
generale.
2
3
Ripetiamo adesso hi d o m a n d a : si t r a t t a di nuovi acquisti fatti
dai neolitici? Rispondiamo: i paleolitici possono essere appartenuti
a una specie umana distinta, c o m ' è opinione di molti, quindi non
e il caso di p a r l a r e di nuovi acquisti. Restando ferma la correlazione dianzi accennata, cioè l ' i m p o r t a n z a di una vita fisicamente
più attiva che l ' a t t u a l e , possiamo vedere nei fatti morfologici discussi un fenomeno d'indole più g e n e r a l e ? La risposta si desume
affermativa; ma per dimostrare ciò occorrono più vaste r i c e r c h e .
(*) A v v e r t i a m o p e r ò c h i v o l e s s e fare (ale p a r a g o n e c h e V i n d i c e c n e m i c o è d a l
Sergi p r e s o a m e t à della diafisi, m e n t r e n o i a b b i a m o s e g u i t o la p r a t i c a p i a c o m u n e , cioè di p r e n d e r e t a l e indice a livello del f o r a m e n u t r i t i z i o . A v v e r t e n z a p i ù
i m p o r t a n t e a n c o r a è q u e s t a , c h e l ' i n d i c e f e m o r a l e è d a l Sergi o t t e n u t o m o l t i p l i c a n d o il d i a m e t r o t r a s v e r s o per 100 e d i v i d e n d o l o p e r V a n t e r o - p o s t e r i o r e , cioè
c o m e p e r l ' i n d i c e c n e m i c o : n e s e g u e che g l ' i n d i c i p i ù b a s s i del S e r g i c o r r i s p o n d o n o ai p i ù a l t i dei femori p r e i s t o r i c i s t u d i a t i d a g l i a n t r o p o l o g i F r a n c e s i , e vic e v e r s a . Ciò p e r c h è n o n si c a d a in e q u i v o c o . Del r e s t o più c h e gT i n d i c i s a r e b b e
da p r e n d e r e in c o n s i d e r a z i o n e la m o r f o l o g i a .
2
( ) D A N I E L E ROSA, La riduzione
porti colV estinzione
e colV origine
3
iirogressiva
delle specie.
della variabilità
e i suoi
T o r i n o , 1899, p . 29, 74.
( ) Cfr. G I U F F R I D A - R U G G E R I , Qualche
contestazione
intorno
alla più
filogenesi
umana.
M o n i t o r e Z o o l o g i c o I t a l i a n o , 1902. N . 10, p . 2 6 7 - 2 6 8 .
rapvicina