Il ruolo che i giovani hanno scordato di avere, a cura di A

Transcript

Il ruolo che i giovani hanno scordato di avere, a cura di A
Cosa significa essere oggi giovani cittadini europei attivi. Come immaginare il passaggio dalla fase
dell’esercizio delle opportunità offerte a quella dell’affermazione concreta dei diritti riconosciuti dell’Unione,
fino alla partecipazione concreta alle scelte politiche europee.
ARTICOLO: “ Il ruolo che i giovani hanno scordato di avere.”
Essere giovani e sentirsi gravati dal peso di cambiare una società ancora inadeguata ai sostanziali
cambiamenti del XXI secolo, essere cittadini nonostante il dilagante distaccarsi del demos dalla politica e
dallo stato, essere europei in un paese travagliato dalle divisioni interne e propenso a rifugiarsi nello
scetticismo piuttosto che a guardare avanti, è una delle imprese moralmente e caratterialmente più ardue
per le nuove generazioni. Molti ragazzi riconoscono con nichilismo di aver rinunciato a priori a cambiare
l’ordine precostituito delle cose, perché “ tanto ci sarebbero troppi problemi da risolvere”. Davanti a questa
disillusa noncuranza e all’insufficiente attenzione delle istituzioni nei confronti del problema del distacco, i
giovani devono essere in grado di ritrovare la forza per combattere l’alienazione. Per fare questo è senza
dubbio necessario rendersi conto delle potenziali capacità di noi cittadini e realizzare che la responsabilità
di essere rappresentati è nelle nostre mani, che le Istituzioni sono fatte di uomini, che il cambiamento non
è una chimera. Ci riteniamo sfortunati e dimenticati, dando per scontate le valide opportunità che ci
vengono offerte in quanto Cittadini Europei. Poter andare a Parigi e tornare nella stessa giornata senza
alcun tipo di visto, avere la possibilità di prendere parte al progetto Erasmus e vivere nella condizione più
preziosa che ci sia: la pace. Questi e altri diritti , frutto del complesso sviluppo sociale e culturale dell’area
europea, rendono l’UE un locus amoenus per molti degli Stati che confinano con essa. Al contrario,
all’interno dell’Unione Europea si diffondono tendenze fortemente euroscettiche le quali, sull’onda del
malcontento generale, mirano ad abbattere il risultato del processo di integrazione iniziato ai tempi della
CECA. Di fronte a un tale pericolo, è necessario assumere un atteggiamento lungimirante, fiducioso e
propositivo che trovi espressione in reali azioni politiche. In particolare, l’Iniziativa dei Cittadini Europei
introdotta con il Trattato di Lisbona dovrebbe essere vista come un’occasione per sensibilizzare le
istituzioni rispetto alle esigenze dei cittadini. Tramite essa sarebbe possibile promuovere piani di sviluppo
economico e sociale o attirare l’attenzione su temi etici che al giorno d’oggi sembrano essere trascurati, al
fine di aiutare l’Europa a diventare come la vorremmo. Inoltre, alle elezioni di quest’anno i partiti hanno
designato dei potenziali candidati alla presidenza della Commissione Europea con l’evidente scopo di
coinvolgere i votanti e dare un peso maggiore alla volontà popolare. Si può dunque intravedere l’inizio di
un ulteriore rafforzamento, in senso democratico, delle istituzioni europee? Possiamo sperare di essere
protagonisti dell’avvento della tanto discussa unione politica? L’Europa dovrebbe essere modificata
piuttosto che “scartata”. Senza dubbio siamo noi giovani a dover capire che futuro vogliamo e, soprattutto,
come e con chi vogliamo condividerlo.
Alice Rinaldi