Presentazione Dario Fo

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Presentazione Dario Fo
“Creare meraviglia vuol dire suscitare l’incanto in chi ti guarda.
E attraverso il coinvolgimento passano al pubblico molte cose, per questo fare teatro è il
mestiere più straordinario del mondo”
Il premio Nobel Dario Fo
Premio Nobel per la letteratura nel 1997, uomo di teatro, ma anche scrittore, pittore e
scenografo, si autodefinisce moderno giullare. Grande sperimentatore, ricercatore instancabile e
curioso, crede nel potere e nell’importanza della risata soprattutto come elemento che distingue
l’uomo e che rende adulto il bambino.
In un’intervista racconta una storia semplice, ma significativa sull’importanza del riso nel bambino.
Questa sembra ben rappresentare, in maniera simbolica, la relazione che si instaura fra attori,
bambini e genitori quando sono insieme a teatro:
“Tanti secoli fa quando nasceva un bambino tutta la gente si raccoglieva intorno a lui e cercava di
raccontare favole, fare versi, volevano cogliere una risata. Il bambino era appena nato e non era
facile farlo ridere. Ad un certo punto entra un giovane, cade si rialza, ride e fa sberleffi e guarda il
bambino. Il bambino lo guarda e ride. Tutti applaudono e sono felici. Il bambino è diventato uomo!
L’essere umano ha valore e considerazione nel momento in cui ha l’intelligenza di intendere
l’assurdo, il gioco, lo scherzo, la fantasia: ridere contiene la possibilità dell’intelligenza.”
Dario Fo ha disegnato per il festival SEGNI un lupo un po’ fiabesco, che mostra i denti, ma ha gli
occhi buoni. Il lupo realizzato dal Maestro è un SEGNO dell’importanza di offrire a bambini e ragazzi
storie a cui ispirarsi. Racconta la qualità e la necessità di una proposta alta che non è semplice
intrattenimento, ma ha un valore di eccellenza, utilizzando forme e linguaggi dal forte carattere di
sperimentazione, che come facevano i giullari di una volta, sono punto di incontro tra letteratura
colta e popolare e quindi ben si prestano a stimolare e far crescere le nuove generazioni.
Nato a San Giano sul Lago Maggiore nel 1926, Dario Fo, ha da poco compiuto novant’anni e non si
risparmia, continua a creare, sognare e raccontare storie con ancora nella testa le fantasie
antiche dei fabulatori della sua terra – che costituiscono le fondamenta della sua arte e fonte
d’ispirazione.
Ha lavorato nel teatro sin da quando aveva 23 anni e ha incontrato molti dei più grandi maestri, da
Franco Parenti a Jacques Lecoq. Riconosciuto lui stesso da ormai 40 anni come “il maestro” i suoi
testi sono moderne favole per adulti, anche irriverenti, ma dotate di più livelli di lettura, si prestano
anche alla crescita e alla stimolazione delle intelligenze dei bambini. In mezzo secolo le commedie
di Fo hanno fatto il giro dei teatri del mondo, dall’Europa alle Americhe.
Nel 1954 sposa l’attrice Franca Rame alla quale è legato anche da un sodalizio artistico che durerà
per sempre.
Parallelamente all’attività teatrale porta avanti la sua passione per la pittura, prima allievo e poi
maestro della prestigiosa Accademia di Belle Arti di Brera. Famosa la mostra Lazzi Sberleffi Dipinti,
una raccolta di oltre 400 sue opere: dipinti, fondali per scenografie, arazzi, maschere, burattini e
uomini dipinti, dalle pitture dei primi anni ai collage, ai monumentali acrilici degli ultimi anni,
allestiti nel 2012 a Palazzo Reale di Milano.
Dice di sé “mi sento attore dilettante e pittore professionista. I miei lavori teatrali spesso nascono
come immagini. Disegno prima di scrivere. Mi sono abituato piano piano a immaginare le
commedie, i monologhi in un contesto visivo, e solo in seguito in quello del recitato. Inoltre,
disegnare ha per me una preziosa, decisiva funzione di stimolo creativo.”
E così dalla creatività del Premio Nobel nasce per il festival 2016 un lupo dall’aspetto amichevole
che sorride con gli occhi e sembra intrattenere l’osservatore con un racconto. Anch’esso, come
l’artista, è un cantastorie, un po’ affabulatore e un po’ istrione.