Museo - Comune di Ripa Teatina
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Museo - Comune di Ripa Teatina
E O N INCONTRO TRA ARTE E BOXE AC C ET TA ZI a cura di Marianne Wild O N ZI TA ET AC C E E O N AC C ET TA ZI Associazione Culturale Marianne Wild Arte Contemporanea UnicA Provincia di Chieti Comune di Ripa Teatina E O N ZI TA ET AC C Catalogo stampato nel mese di giugno 2015 presso la grafica SiVA srl Montesilvano (PE) Saluto del Sindaco Ignazio Rucci AC C ET TA ZI O N E Con il 2015 siamo giunti alla Terza edizione della Mostra d’Arte Contemporanea “Incontro tra arte e boxe”, che si inserisce non a caso nelle celebrazioni del nostro grande Campione del mondo Rocky Marciano, nell’ambito degli eventi del Premio a lui intitolato. La boxe, definita fin dall’antichità Arte Nobile, ha attratto il mondo dell’arte, dalla letteratura al cinema alla musica. Nel nostro piccolo e suggestivo Paese, da tre anni, la boxe si coniuga con l’Arte contemporanea. Grazie al sapiente lavoro della signora Marianne Wild molti artisti ,in questi anni, si sono misurati con il tema della boxe rendendoci partecipi della loro rappresentazione della disciplina, nonchè della passione e dei valori che animano questo sport tanto antico. Un ringraziamento particolare intendo rivolgere, a nome dell’Amministrazione e della cittadinanza ripese,a tutti gli artisti che hanno partecipato negli scorsi anni, tra i quali si annoverano maestri di fama nazionale ed internazionale, e ai giovani artisti che quest’anno esporranno le loro opere. Quello della mostra sarà sicuramente un evento culturale molto interessante per la nostra comunità. Sarà anche un’occasione per i nostri giovani di avvicinare altri giovani, pittori e scultori, che si stanno facendo conoscere dal pubblico nazionale, con i quali potranno essere avviati proficui scambi culturali. Mi auguro che l’esposizione Incontro tra arte e boxe possa essere visitata da tutti i cittadini ripesi e del nostro territorio regionale,e anche da turisti di passaggio, richiamati dalla fama di Rocky Marciano . Sarà sicuramente una bella occasione per immergersi in una nuova visione della boxe e delle interpretazioni artistiche nate attorno a questa mitica disciplina sportiva. O N ZI TA ET AC C E E AC C ET TA ZI O N INCONTRO TRA ARTE E BOXE Domenica 28 giugno • Domenica 26 luglio 2015 Torre di Porta Gabella • Ripa Teatina Potenza e velocità dell’invenzione Nicolas Martino O N E «Il terribile silenzio ricreato sul ring è il silenzio della natura prima dell’uomo, prima del linguaggio, quando solo l’essere fisico era Dio»1. Queste parole della scrittrice americana Joyce Carol Oates, riprese dai suoi scritti sulla boxe, ci permettono di entrare subito nel cuore della questione: l’intimo rapporto che esiste tra la boxe e l’arte, non solo perché la boxe è ovviamente un’arte (nobile) e l’arte è una lotta, un rapporto agonistico tra l’artista e l’esistente. Ma anche perché entrambe sono arti antichissime, hanno a che vedere con la natura profonda e primordiale dell’essere umano. ET TA ZI Di Lascaux e dell’arte rupestre già sappiamo, ne ha scritto, tra gli altri, mirabilmente, un autentico fuoriclasse italiano, il poeta Emilio Villa, lottatore senza pari contro la schiavitù della lingua – quella italiana prima di tutto – e contro le modeste consorterie dell’industria culturale, dallo stile inconfondibile come ogni grande campione 2. Quanto al pugilato - è ancora Oates che ci viene in soccorso - le sue origini sono specificamente greche: «Secondo la tradizione, il sovrano di nome Teseo (900 a.C. circa) si divertì guardando lo spettacolo di due lottatori seduti uno di fronte all’altro che si colpivano a morte con i pugni. Alla fine gli uomini combatterono in piedi, i pugni avvolti dapprima in strisce di cuoio; poi, in strisce di cuoio ricoperte di punte di metallo affilato – il cesto. Una specie di ring, probabilmente un cerchio, diventò lo spazio neutrale dove il pugile ferito poteva temporaneamente ritirarsi. Ai tempi in cui lo praticavano i romani, questo sport divenne molto popolare […]. Confermando crudelmente nell’area pubblica la natura mortale di altri uomini, essi instauravano per se stessi, come fanno sempre i campioni, una sorta di immortalità»3. AC C E ancora, il «terribile» silenzio di cui si diceva all’inizio, quello del ring, non è forse lo stesso che avvolge l’artista prima dell’opera, prima di iniziare a combattere contro la lingua esistente per crearne una nuova? L’arte è infatti essenzialmente invenzione linguistica, il regno dell’artista è il linguaggio, e nell’arte, proprio come nella boxe, è tutta una questione di stile: a ogni artista, come a ogni pugile, il suo. Ma anche nel pugilato ogni movimento del corpo, ogni colpo, è linguaggio. E, per insistere ancora sulla coessenzialità di arte e boxe, come il pugile deve essere in grado di pensare su due piedi, deve improvvisare a metà incontro per spiazzare l’avversario, così anche l’artista deve essere sempre capace di un’invenzione spregiudicata che alteri le regole del gioco. Al pugile come all’artista insomma appartengono l’improvvisazione e l’innovazione, mai la conservazione, mentre la ripetizione del rito – rito della performance linguistica in cui consistono un incontro di boxe e un’opera d’arte, O N E è sempre una ripetizione differente. E, ancora, non è un caso forse che una delle immagini più famose di due campioni dell’arte del secondo Novecento, Andy Warhol e Jean-Michel Basquiat, sia quella di un poster - realizzato nel 1985 in occasione di una mostra alla Tony Shafrazi Gallery di New York - che ritrae i due artisti in tenuta da pugili e pronti all’incontro sul ring dell’arte. L’arte, ci dice questa immagine, è un incontro di boxe, un conflitto di linguaggi e di stili. Lo stile freddo di Warhol vs quello caldo di Basquiat, la potenza del «bombardiere» Rocky Marciano vs la gioia di Muhammad Alì che danzava veloce sul ring. ET TA ZI Ma per ritrovare questo rapporto, nella sua essenza più intima e più vera, primordiale come si diceva all’inizio, occorre tornare alla Bibbia e in particolare alle straordinarie pagine di quel romanzo poetico che è il Libro di Giobbe, tra i testi sacri uno dei più antichi. Chi è Giobbe? A pensarci bene Giobbe è, anche lui, un pugile. La sua lotta, terribile, è contro un avversario incommensurabile, ma Giobbe è anche un artista che risponde all’incommensurabilità della sua sofferenza, al dolore del corpo a corpo combattuto in solitudine con Dio, alla dismisura che costituisce il mondo, con la passione e la potenza della creazione, con la sovversione delle forme esistenti e l’innovazione, la creazione di un mondo nuovo. Il pugile e l’artista si ritrovano uniti in Giobbe, il pugile non può che farsi artista e l’artista non può che essere un pugile. Entrambi combattono nudi, la loro verità è solo quella delle mani, la verità dell’arte e della lotta. AC C A Giobbe quindi, all’artista e al pugile, come a noi tutti oggi, è data la possibilità di creare un mondo nuovo. È sempre e soltanto con la lotta e l’invenzione che si costituiscono nuovi brani dell’essere, muovendosi con gioia aldilà di ogni misura, ora che il nostro mondo di misure non ne ha più. Occorre farlo come ci hanno insegnato Rocky Marciano e Muhammad Ali, e come le opere di questa mostra: tenaci e a testa bassa, ma anche leggeri come una farfalla e pungenti come un’ape. 1 2 3 Joyce Carol Oates, Sulla boxe, edizioni e/o 1988, p. 68. Cfr. Emilio Villa, L’arte dell’uomo primordiale, Abscondita 2005. Joyce Carol Oates, op. cit., p. 45. Tommaso Andrea Cadoni AC C ET TA ZI O N E Nato a Cagliari, vive e lavora a Villacidro (VS) senza titolo disegno su carta grigia 35x50 2015 Mario Red De Gabriele AC C ET TA ZI O N E Nato a Bari, vive e lavora a Bari Omeostasi olio su tela 80x120 2015 Fosco Grisendi AC C ET TA ZI O N E Nato a Parma nel 1976, vive e lavora a Reggio Emilia Cruel 1 acrilico su tela di juta 60x80 2015 Maurizio Modena AC C ET TA ZI O N E Nato a Moncalieri nel 1981, vive e lavora a Torino Contatto olio su pvc 50x70 2015 Maryam Mohtashami AC C ET TA ZI O N E Nata a Teheran nel 1985, vive e studia a Firenze Colpisci o sarai colpito tecnica mista su carta 70x50 2015 Massimiliano Muner AC C ET TA ZI O N E Nato a Trieste, vive e lavora a Trieste Rock vs Rock instant film 40x30 2012 Diego Sierra Enciso AC C ET TA ZI O N E nato a Bogotà, vive e lavora a Bogotà La mirada del espectador china litografica 50x70 2015 David Andre Weiss AC C ET TA ZI O N E Nato a Chicago, vive e lavora a Firenze e New York Leonard Bundu EBU Welterweight champion digital pigment print 165x114 2013 Jean W. AC C ET TA ZI O N E Nata a Lima, vive e lavora a Zurigo Il Campione acrilico su tela cm 120x150 2015 O N ZI TA ET AC C E Ripa Teatina AC C ET TA ZI O N E E’ il tipico paese che si adagia sulle colline che dolcemente degradano verso il mare Adriatico ed è delimitato da due valli, a nord la Valle dell’Alento e a sud la Val di Foro. La sua storia è, fin dalle antichissime origini di epoca pre-romana, strettamente intrecciata con quella di Chieti. Di epoca medievale è la Chiesa di Santo Stefano costruita sulle vestigia di un vecchio tempio con struttura ad una sola navata, nell’anno 1010, come attesta l’antica lapide posta sopra l’ingresso della chiesa. Il suo campanile a vela è il monumento più antico e meglio conservato di Ripa. La Chiesa oggi è fiancheggiata dal muro di cinta del cimitero comunale alla sua sinistra, a destra da una strada di epoca remota, molto importante militarmente a suo tempo, tanto che vide il passaggio di Annibale nel 216 a. C., infatti nella zona circostante furono ritrovati resti di elmi cartaginesi. A chi raggiunge Ripa provenendo da Chieti si presenta nella sua isolata imponenza la Chiesa di San Rocco, anticamente, chiamata “Santa Maria delle Fonti” per le numerose sorgenti che l’attorniavano. Delle antiche mura rimane la la Torre di Porta Gabella, torre di difesa, costruita per volontà del re Ferdinando I d’Aragona nel XV secolo. Torre a protezione del vecchio borgo oggi è la torre centrale del paese e sulla facciata che da su via N. Marcone, il 28 settembre 1919 fu affissa una lapide che ricorda i caduti del paese nella prima guerra mondiale. Dal 2013 è sede di una Sala Espositiva che ospita mostre d’arte.Il monumento più rappresentativo di Ripa è senza dubbio la Chiesa Madre, dedicata a San Pietro Apostolo, ma conosciuta da tutti come la Chiesa della Madonna del Sudore di Sangue. È una delle costruzioni più antiche di Ripa, eretta nel 1308 sulle rovine di un vecchio tempio pagano dedicato alla Dea della caccia Diana, fu ristrutturata nel 1685. Nel 1743 fu installato sulla torre campanaria un grande orologio. Allo stato attuale la chiesa è costituita da tre navate, con la facciata che conserva la struttura romanica. All’interno è caratterizzata dallo stile barocco con putti e angeli che si sporgono dagli archi divisori delle navate. Sulla volta della navata sinistra troviamo un affresco del XVIII secolo che riproduce uno dei miracoli di Sant’Antonio da Padova. Dello stesso periodo sono tre pale che abbelliscono l’altare centrale, che riproducono “la morte di San Giuseppe” di De Maio, la “Raffigurazione di Pietro Apostolo” e “la Deposizione”. Dietro l’altare maggiore sulla volta della sacrestia vi è un altro pregevole affresco di Teodoro Donati di Chieti raffigurante la”Visita di Sant’Anna alla Madonna” con il figlio Giovanni proteso verso Gesù bambino. Tra i dipinti merita particolare attenzione, la tela della Madonna del Sudore del XV secolo attribuita ad Antonio Solario, detto lo Zingaro (1382-1453). Essa raffigura la Madonna in trono col bambinello, in mezzo a San Giustino, San Vito e San Tommaso. Tra le statue la più antica è quella lignea della Madonna del Rosario, che raffigura la vergine seduta con il bambino in braccio, di autore ignoto la si fa risalire al XVI secolo. Risale al XVI sec. La Chiesa di Santa Maria della Pietà, con annesso convento francescano, che si presenta attualmente formata da una sola navata, con l’altare maggiore di fondo e quattro altari laterali, con ampia volta a botte. L’economia della cittadina è prevalentemente agricola,le colline sono rigogliosamente rivestite di vigneti, in prevalenza di Trebbiano e Montepulciano, a cui si aggiungono vigne di Chardonnay e Pecorino, che forniscono uve pregiate alle ET TA ZI O N E diverse cantine presenti sul territorio tra le quali prevale la Cantina Sociale di Ripa Teatina che produce ottimi vini che hanno ottenuto anche importanti riconoscimenti. Accanto ai vigneti si possono ammirare oliveti, che forniscono un ottimo olio, e frutteti, mentre nella zona pianeggiante della Val di Foro ci sono numerosissimi orti. Tra i prodotti gastronomici tipici c’è la porchetta, prodotta ancora seconda l’antica ricetta tramandata di padre in figlio, per la quale Ripa è famosa e gli arrosticini. Ripa Teatina è diventata famosa anche per aver dato i natali al padre dell’imbattuto campione di pugilato Rocky Marciano, pugile degli anni 50-60, di cui si può ammirare una pregevole scultura in bronzo, opera dell’artista teatino Luciano Primavera posta il 10 settembre 1990 all’ingresso del paese accanto alla Chiesa di San Rocco. A Rocky Marciano fu dedicata negli anni scorsi una mostra e fu pubblicato un libro, la cui ristampa in una rinnovata veste editoriale è stata pubblicata nel 2013. Tutti gli anni in estate si svolge a Ripa una manifestazione di risonanza nazionale il Premio Rocky Marciano dedicato in particolar modo al pugilato e teso ad evidenziare le eccellenze dello sport abruzzese. Inoltre proprio in occasione della X Edizione del Premio Marciano, con una mostra dedicata a Rocky Mattioli, viene istituito il Museo del Pugilato, che ha la sua sede nel monumento simbolo di Ripa Teatina, il Torrione, grossa torre di forma cilindrica, con merli ghibellini, che fungeva da bastione risalente al XV sec. Ripa Teatina è meta per tutto l’anno di ciclisti amatoriali che prima di cimentarsi con gli ardui percorsi montani si mettono alla prova nei percorsi in salita percorrendo le strade ripesi con le loro vivaci tute. Il paese per il suo clima salubre, la sua vicinanza al mare, raggiungibile in auto in soli 10 minuti, e alla splendida Maiella, ai cui boscosi monti si arriva in meno di trenta minuti, rappresenta la meta ideale per vacanze rilassanti all’insegna del benessere e della cultura. AC C Le informazioni sono state desunte da Angelo G. Quadrini “Ripa Teatina. Dalla memoria storica all’effimero” Lorenzo e Katia Di Lizio “ Ripa Teatina” O N ZI TA ET AC C E O N ZI TA ET AC C E O N ZI TA ET AC C E