vai alla newsletter
Transcript
vai alla newsletter
Osservatorio Fillea Grandi Imprese e Lavoro Newsletter Costruzioni e Grandi Imprese Note di approfondimento ed informazione sull’industria delle costruzioni 28 novembre – 5 dicembre 2014 a cura di Alessandra Graziani1 e Giuliana Giovannelli2, Centro Studi Fillea Cgil I commenti della settimana Economia Eurocoin ancora in lieve flessione a novembre 2014. Per il quarto trimestre 2014 è prevista una stazionarietà della crescita reale del Pil. Il rallentamento dell’economia nel 2014 è previsto pari a -0,3%; la crescita acquisita per il 2015 è pari a -0,1%. Sul fronte dell’occupazione ancora variazioni negative per le costruzioni. Legislazione Parte il piano contro il dissesto idrogeologico, dopo le ulteriori semplificazioni della Legge 164, ma le opere cantierabili sono poche e saranno assegnate per la gran parte in deroga alle procedure ordinarie. Grandi imprese Sempre e solo all’estero commesse e ricavi delle grandi imprese di costruzione: Cmc apre ai soci esteri, Salini Impregilo e Pizzarotti acquisiscono nuove importanti commesse, Italcementi ottiene un finanziamento Bers per la controllata in Kazakistan. Le notizie della settimana Congiuntura: infrastrutture: Uni: dissesto idrogeol.: Fondi Ue: Distr. Manzano: grandi infrastrutture, sbloccati 1,4 miliardi (Italia Oggi, 28.11.14) nuovo comitato di indirizzo strategico (sito internet infobuild, 28.11.14) un miliardo senza gara (Edilizia e Territorio, 01.12.14) piano Junker, l’assalto ai fondi (Affari&Finanza, 01.12.14) sedie, qualità di distretto (Il Sole 24 Ore, 04.12.14) Grandi imprese delle costruzioni: Natuzzi: Cmc: Salini Impregilo: Pizzarotti: Italcementi: tra utili e incertezze (Taranto oggi, 01.12.14) con meno mattone va avanti da sola (Affari&Finanza, 01.12.14) più forte in Polonia (Il Sole 24 Ore, 02.12.14) si aggiudica un cantiere d’oro a Montecarlo (Milano Finanza, 03.12.14) accordo con Banca europea per ricostruzione e sviluppo (Italia Oggi, 04.12.14) Rapporti e studi: Banca d’Italia: Istat: Istat: Acimall: Eurocoin novembre 2014 (Comunicato Banca d’Italia, 28.11.14) occupati e disoccupati, novembre e III trimestre 2014 (Comunicato Istat, 28.11.14) nota mensile n. 10, novembre 2014 (Comunicato Istat, 01.12.14) tecnologie per il legno, analisi dello scenario internazionale (sito internet casa e clima, 04.12.14) Eventi: Fillea Cgil, Cultura, legalità, lavoro nelle città, nei paesi e nei borghi del cratere sismico, L’Aquila, 28 novembre 2014 Cnce, convegno nazionale, Roma, 27-28 novembre 2014 Un patto per un programma regionale strategie e politiche di rigenerazione urbana, Padova, 3 dicembre 2014 Congiuntura infrastrutture (28.11.14): Pronto il decreto che sblocca 1,4 miliardi per le grandi infrastrutture, ma entro dicembre partiranno soltanto alcune gare Anas (per circa 90 milioni), mentre per le altre opere le scadenze per l'avvio delle gare rimangono molto incerte. E quanto si desume dalla lettura del decreto interministeriale (InfrastruttureEconomia) adesso all'esame della Corte dei conti che attribuisce circa 1,4 miliardi su un totale di 3,9 previsti dal decreto legge «Sblocca Italia» da poco convertito. A questo decreto seguirà quindi un secondo decreto per il restante ammontare. Nel decreto-legge l'obiettivo era quello di aprire i cantieri entro dicembre 2014 ma nella realtà quanto si chiede alle stazioni appaltanti, per evitare la revoca dei fondi, risulta nella maggiore parte dei casi ben diverso dall'apertura dei cantieri, fatta eccezione per alcuni lavori gestiti dall'Anas. Soltanto il 30% dei lavori del piano finalizzato a superare le «criticità» di ponti e gallerie (300 milioni) dovranno essere pubblicati i bandi entro il 30 dicembre 2014. Nel dettaglio si chiede, ad esempio, al Comune di Roma semplicemente di trasmettere entro fine anno l'aggiornamento del progetto definitivo per la linea C della metropolitana (tratta Colosseo-Piazza Venezia, 155 milioni), così come per il passante ferroviario di Torino (25 milioni), mentre per il sistema idrico del Basento-Bradano (65 milioni) si chiede l'invio del progetto definitivo. Per l'autostrada Trieste-Venezia (30 milioni) ci si limita invece alla 1 2 politiche [email protected] [email protected] presentazione di un «ulteriore stralcio funzionale». Ancora di meno si prevede per le opere di Rfi (soppressione e automazione dei passaggi a livello sulla rete ferroviaria con priorità per la tratta pugliese, 60 milioni): sarà sufficiente a non perdere i fonti «trasmettere il programma complessivo degli interventi». La Quadrilatero spa dovrà, per il maxilotto 2 della «Pedemontana delle Marche» inviare lo stralcio del progetto definitivo e una relazione sullo stato di avanzamento dei lavori del maxilotto 1 (Foligno-Civitanova Marche) che dimostri che si è arrivati almeno al 90% dei lavori. Infime, per il valico dei Giovi, per l'alta velocità Milano-Genova, entro fine anno basterà l'aggiornamento della nuova articolazione dei lotti costruttivi coerenti con la disponibilità finanziaria. (ANDREA MASCOLINI) Uni (28.11.14): Lo scorso lunedì 24 novembre si è tenuto un incontro di presentazione del programma di lavoro del nuovo Comitato di Indirizzo Strategico “Costruzioni” UNI, in attuazione delle Linee Politiche 2014-2016 dell’Ente. Il Comitato si è costituito per dare luogo ad un momento di confronto tra i principali attori della filiera delle costruzioni (istituzioni, committenza, produzione, progettazione, esecuzione, manutenzione, gestione, ricerca, verifica e controllo), a supporto ed indirizzo della Commissione Centrale Tecnica UNI nel suo ruolo di monitoraggio e coordinamento delle attività degli organi tecnici afferenti al comparto. Inoltre dovrà individuare e fornire supporto e indirizzo a UNI in qualità di interfaccia nazionale degli omologhi organismi internazionali. La riunione ha avuto il duplice scopo di presentazione e verifica dei temi strategici inerenti il “sistema” delle Costruzioni e di ricostituzione del Comitato. L’incontro voluto e presieduto dal Vice Presidente UNI Sergio Fabio Brivio, con delega per “Prodotti e materiali” (e fortemente orientata alle tematiche del settore delle costruzioni), ha registrato la numerosa partecipazione dei rappresentanti dei principali soggetti della filiera, alcuni dei quali non ancora soci UNI. Dopo la presentazione del documento programmatico, si è aperto un dibattito che è stato caratterizzato da un intenso e vivace confronto con molteplici interventi e contributi sulle tematiche di maggiore criticità e rilevanza del comparto. Unanime l’apprezzamento per l’iniziativa che ha permesso ai presenti di riaffermare con i loro interventi sia l’importanza della normazione tecnica quale possibile elemento di qualificazione e valorizzazione, sia l’importanza strategica della qualità e della relativa qualificazione dei prodotti/processi e degli operatori e delle imprese. In particolare sono emersi dalla discussione e dai contributi dei singoli rappresentanti alcune aspettative inerenti problemi ed opportunità, caratterizzate da una forte trasversalità, non avulse dal contesto più generale del sistema Paese quali ad esempio: • la semplificazione del quadro normativo di riferimento, nazionale e locale, sia in termini di chiarezza espositiva dei documenti normativi prodotti (anche attraverso la spiegazione dei contenuti e indicazioni applicative) sia di razionalizzazione del quadro normativo, anche in termini di articolazione e aggregazione delle norme per settori e argomenti; • la necessità di migliorare il rapporto tra normazione volontaria e legislazione vigente (a questo titolo si ricorda che è stato costituito in UNI un Comitato di Indirizzo Strategico “Norme e leggi” presieduto dal Presidente del CNI Armando Zambrano, con cui sarà naturale coordinare i lavori); • l’esigenza del miglioramento del regime di marcatura CE dei prodotti ai sensi del Regolamento UE 305/2011 (CPR), oltre che un efficace recepimento delle disposizioni comunitarie in materia di appalti pubblici; • il significato e il ruolo delle norme UNI, e la necessità ormai impellente di “promuoverne” l’uso a tutti i livelli attraverso un’efficace programma di comunicazione, oltre il riconoscimento delle stesse quali strumenti di conformità alla regola dell’arte (autorevolezza del “Sistema UNI”). Altre tematiche più specifiche sono state individuate: acustica, efficienza energetica, innovazione, processi smart, sostenibilità, sicurezza strutturale ed ambientale, qualificazione delle figure professionali e delle imprese. “Sono particolarmente soddisfatto di questo primo passo, sia per la vasta partecipazione da parte di tutto il settore, nessuno escluso, sia perché è emersa una buona convergenza sui temi strategici, che mi lascia ben sperare per il raggiungimento degli obiettivi del triennio. Ringrazio tutti ancora per la sensibilità dimostrata, segno che il Paese reale è attento e quando serve risponde!”, ha commentato Brivio a latere della riunione. Una volta condivise le priorità di azione ed i temi prioritari, potranno essere attivati dei Sottocomitati specifici per argomento, anche al fine di ottimizzare il coinvolgimento dei vari stakeholder su tematiche di specifico interesse. La prossima riunione è programmata per gennaio 2015. dissesto idrogeologico (01.12.14): Più di mille cantieri per un valore di oltre 1 miliardo da affidare in deroga alle regole ordinarie. È il risultato che si ottiene applicando le eccezioni al codice appalti previste dal decreto Sblocca Italia al piano di interventi urgenti per la manutenzione del territorio gestito dall'Unità di missione del Governo per la lotta al dissesto idrogeologico. Tradotto in pratica, significa che i commissari regionali avranno due strade: andare a trattativa privata, con l'invito di almeno dieci imprese, o usare una piattaforma elettronica che gli sarà messa a disposizione dalla struttura guidata da Erasmo D' Angelis. Una vera mina per la concorrenza, anche se da Palazzo Chigi assicurano che «il modello delle gare telematiche ha già funzionato con successo, ad esempio in Sicilia». Al netto degli interventi partiti e del maxi-progetto da oltre 300 milioni per la messa in sicurezza del Sarno in Campania, il piano prevede 1' assegnazione di 1.155 cantieri per un controvalore di quasi 1,7 miliardi da qui al 2015. Un'operazione di grande impatto, resa possibile andando a "raschiare" il barile delle iniziative mai partite negli ultimi 15 anni, revocando fondi e rifinanziando le opere previste dai vecchi Piani operativi regionali (restano da assegnare 147,5 milioni per 92 interventi), dai piani del ministero dell'Ambiente precedenti al 2009 e dagli accordi di programma 2009-2010 (in tutto 1.063 interventi per 1.525 milioni). Un ricco pacchetto di progetti utile a mettere in sicurezza il colabrodo di frane e zone a rischio alluvione, ma anche a dare subito benzina al motore spompato delle costruzioni. E non con le solite grandi opere, ma con migliaia di piccoli cantieri distribuiti in tutta Italia, con un cronoprogramma di pochi mesi. Il rischio è che ora però queste gare siano sottratte al mercato. Il decreto Sblocca Italia ha infatti innalzato da uno a 5,18 milioni il tetto massimo per l'assegnazione degli interventi sulla difesa del suolo con la formula della procedura negoziata senza bando, riducendo anche i termini per le offerte, pubblicando il bando solo sul sito dell'ente e con la possibilità di firmare il contratto subito dopo l'assegnazione. Anche se, a limitare le eccezioni alle regole di mercato, sarà proprio l'Unità di missione: «Forniremo ai commissari una piattaforma elettronica - spiega il direttore, Mauro Grassi - che permetterà di garantire una maggiore trasparenza. Le Regioni potranno usarla e chiedere alle imprese che vorranno partecipare alle gare di iscriversi. In Sicilia abbiamo già usato una piattaforma di Invitalia e ha funzionato molto bene». Detto questo, però, «è chiaro che i governatori saranno padroni di decidere come procedere; noi potremo dare solo indicazioni». Ma torniamo ai numeri. Rielaborando í dati sugli interventi ancora da assegnare (forniti con esercizio di massima trasparenza dall'Unità di Missione, che peraltro ha creato una banca dati unica degli interventi) si scopre che sono 1.080 i cantieri che potranno essere assegnati aggirando le gare per un controvalore di 1.072,6 milioni. In percentuale si tratta del 93,5% degli interventi da assegnare, pari al 64% del valore dei progetti ancora da mandare in cantiere. Ai 741 interventi di importo inferiore al milione (controvalore di 336,9 milioni) per cui è sempre possibile attivare le procedure meno formali già previste dal codice, vanno aggiunti i 339 cantieri di importo compreso tra 1 e 5,18 milioni (controvalore 735,7 milioni) per cui valgono le deroghe. Dell'intero piano (di cui a pagina 2 forniamo la mappa provincia per provincia) restano così soltanto 50 interventi (poco più di 1 su 20, per un totale di 605,3 milioni) per cui sarà obbligatorio passare per le vie della gara europea, senza possibilità di scorciatoie. (G. Latour e M. Salerno) fondi Ue (01.12.14): Ha più di 200 voci l'elenco consegnato dal governo alla task-force di Bruxelles Developing investment project pipeline incaricata di raccogliere le opere di tutti i Paesi dell'Ue che si candidano ai finanziamenti del piano Juncker. Il capitolo Italia è stato inserito dai funzionari comunitari nel maxifaldone europeo (1700 opere ognuna con illustrazione del lavoro, stato di avanzamento e finanziamenti previsti), e messo sul tavolo della presidenza. È il più corposo in assoluto. il totale dei finanziamenti previsti assomma a circa 1.400 miliardi. In questo mare magnum, non si sa ancora con quali criteri, la presidenza sceglierà le poche fortunate infrastrutture che avranno accesso ai sospiratissimi finanziamenti europei. «A questo punto – osserva l'economista Rainer Masera - si aprirà una sottile questione interpretativa: non è chiaro ancora se il famoso "sgravio" dal computo deficit/pil varrà al momento di conferire le quote nazionali al nuovo fondo appositamente costituito, oppure quando partiranno i lavori veri e propri». Nel mega-file depositato presso la Commissione c'è di tutto, grandi, piccole e piccolissime opere. (…) (Eugenio Occorsio) Distretto sedia Manzano (04.12.14): Inventare le sedie del futuro e crescere ancora all'estero: è questo il compito che si è assegnato il gruppo di aziende del Distretto della sedia friulano che, dopo aver partecipato in forze all'ultimo Salone del Mobile, ha incontrato il mondo della progettazione internazionale durante la Design Week di Londra, dove Italian Chair District si è presentato a un nutrito gruppo di professionisti del settore con 42 brand (300 milioni di fatturato) e un catalogo collettivo con cui il Distretto affronterà le fiere internazionali nel 2015. Se prima del 2000 questo contava oltre mille aziende, che erano arrivate a coprire negli anni d'oro il 70% della produzione europea di sedie, oggi le aziende sono 650, con un giro d'affari di 450 milioni. Per combattere la crisi, il comparto ha deciso di imprimere un'accelerazione, impostando il gioco di squadra e lanciando modelli e prodotti d'avanguardia, garantiti da certificazioni, come spetta a chi è ritenuto nel mondo un'autorità in materia. Sono così state presentate sedie che guardano al futuro, sviluppate secondo progetti che uniscono tecnologia, stile, sostenibilità, ma non dimenticano i valori dell'artigianato e del prodotto ben fatto. Design e qualità vanno a braccetto nelle proposte di Billiani, azienda di Manzano a conduzione familiare, fondata nel1911: come Hippy, famiglia di sedie nata dall'estro creativo di Emilio Nanni, caratterizzata da una scocca squadrata, imbottita e definita da impunture verticali. (…) Tonon, invece, ha puntato sull'innovazione tecnologica, impiegando nella sedia Lucky, firmata dal designer Martin Ballendat, l'innovativo poliuretano integrale soft touch, in grado di restituire sostegno, ma anche morbidezza e flessibilità. La personalità dì Lucky è affidata alla monoscocca in poliuretano, una sorta di accogliente guscio ad anello con l'apertura sullo schienale a forma di sorriso: l'apertura alleggerisce la sagoma della sedia, consentendo di spostarla agevolmente. (Antonella Galli) Grandi imprese delle costruzioni Natuzzi (01.12.14): Il consiglio di amministrazione della Natuzzi Spa ha approvato venerdì scorso i risultati consolidati del terzo trimestre 2014. Dopo la riunione del Consiglio di Amministrazione, l'amministratore delegato, Pasquale Natuzzi, ha commentato: "I risultati finanziari del terzo trimestre evidenziano i primi benefici delle misure annunciate e attuate nel corso dell'anno: il flusso sia l'ordine e il fatturato è aumentato rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. La strategia di marca e distribuzione su cui abbiamo costruito la nostra business plan conferma la sua validità. Tra i fattori che hanno contribuito a questo risultato si segnalano: le nuove collezioni edizioni Natuzzi Italia e Natuzzi presentati durante le fiere di Milano e High Point e al dettaglio Spring Congress, il lancio della nostra poltrona Re-Vive nel segmento poltrona, l'ampliamento della nostra offerta di prodotti per includere soggiorno e camera, arredi e letti. Le misure di recupero di efficienza industriale annunciati negli ultimi trimestri e volti a risolvere i ritardi di produzione in Cina e in Italia che hanno colpito il nostro fatturato nei precedenti due trimestri hanno iniziato a generare i benefici attesi". Il fatturato del terzo trimestre è stato di 111.700.000, in crescita del 8,2% rispetto allo stesso periodo del 2013. L'incremento del fatturato è significativo in termini relativi se si considera la sua progressione su ciascuno dei primi tre trimestri dell'anno, rispetto a ciascuno dei primi tre quarti del 2013: -11,2% nel primo trimestre; -1,2% Nel secondo trimestre; e + 8,2 %% nel terzo trimestre. "Il graduale miglioramento della produttività all'interno dei nostri impianti di produzione nel corso degli ultimi mesi ha influenzato positivamente il nostro margine lordo, che passa dal 25,8% del secondo trimestre del 2014 al 27,9% nel terzo trimestre del 2014 (un miglioramento del 2,1%), nonostante un aumentare in materie prime" ha dichiarato ancora Natuzzi. Inoltre, di vendita fissato, le spese generali e amministrative sono diminuite del 12,2% rispetto al terzo trimestre del 2013, sia in termini assoluti (a 2.800.000 ¬ di riduzione), e come percentuale delle vendite nette (una riduzione del 4,2% sulle vendite nette), in diminuzione dal 22,5% delle vendite nette nel terzo trimestre del 2013 al 18,2% delle vendite nette nel terzo trimestre del 2014, che diminuzione è imputabile, in parte, per l'introduzione di misure di razionalizzazione volti a ottimizzare la struttura commerciale. Le azioni attuate finora hanno consentito alla Natuzzi di ridurre la perdita operativa trimestrale del 10,9% e migliorarne 1'EBITDA (il margine operativo lordo) trimestrale del 18,9%, rispetto al terzo trimestre del 2013. "Intendiamo continuare ad attuare il nostro programma d'impresa, volto a migliorare l'efficienza, ridurre i costi e generare maggiore flusso di cassa operativo" . Per il futuro Natuzzi sembra non avere dubbi, anche se nel piano dell'azienda i passaggi sono ben chiari. L'obiettivo dichiarato è di tornare a fare utili dal 2016 (l'inversione di tendenza è prevista già dall'ultimo trimestre di quest’anno). L'azienda in Puglia conta 2.700 dipendenti (compresi gli amministrativi), ma resta il problema delle ore di cassa integrazione (a rotazione, per tutti). In questi giorni l'assessore regionale al Lavoro Leo Caroli, sta provando a risolvere le problematiche in essere per quanto riguarda l'annoso problema di "anticipazione della cassa integrazione" da parte dell'azienda ma anche delle difficoltà recentemente incontrate con le banche della "Terra di Bari". L'assessore insieme all'ente regionale sta cercando di porre in essere tutte le iniziative per porre una rapida e certa risoluzione del problema occupazionale. I tempi, tra l'altro, sono strettissimi. Visto che da oggi, se le banche della provincia di Bari non confermeranno l'impegno preso a livello di Abi, 1.500 lavoratori e le loro famiglie resteranno senza certezze. Nelle ultime settimane infatti, si è registrato un passo indietro rispetto all'incontro in Regione dello scorso 28 ottobre. Gli istituti di credito della provincia di Bari, infatti, hanno rifiutato di concedere l'anticipazione che avrebbe consentito alla Regione di garantire l'indennità ai lavoratori, senza dover attendere la firma del decreto ministeriale sul rinnovo della cassa integrazione. Qualora le banche non torneranno sui loro passi, dovendo attendere la firma del decreto, i lavoratori dovranno aspettare dagli otto ai dieci mesi per avere i primi soldi. Altro che dolce Natale. (Gianmario Leone) Cmc (01.12.14): Nel soffocante panorama dell'edilizia italiana, ormai relegata a fanalino di coda della nostra economia, la coop Cmc cresce al ritmo di 100 milioni all'anno. Un giro d'affari che le permette quasi di tenere testa a colossi come Astaldi e Salini-Impregilo. Vera "mosca bianca" nella galassia delle coop "rosse" del mattone, dove la crisi non ha risparmiato quasi nessuno, la Cmc ha intuito in tempo utile il crollo del settore immobiliare, lanciandosi su maxi appalti esteri legati a tunnel, gallerie e impianti idrici. Le sue talpe per gli scavi sotterranei viaggiano dalla Sicilia al Kenia, fino a Singapore. E il record dell'anno scorso, quando i ricavi hanno superato il miliardo di euro (+10%), verrà replicato nel 2014. Ma nel cassetto, oltre a nuove commesse, il gruppo ravennate ha un progetto per associare i tecnici che lavorano nei cantieri esteri. L'ipotesi è far entrare tra í soci anche i collaboratori stranieri di lungo corso. Una rivoluzione dello storico modello "a marchio coop", dove la base associativa di solito si lega al territorio d'origine dell'azienda. Se la Cmc a breve diventerà una multinazionale, almeno sul fronte dei dipendenti, è presto per dirlo. Ma la direzione, assicura l'amministratore delegato Dario Foschini, nei prossimi anni sarà quella: «Ormai il fatturato estero supera il 60% e buona parte dei nostri 8.500 dipendenti è formata da personale straniero». I più esperti vengono spostati per anni da un appalto all'altro, saltando da una commessa in Algeria a una in Cina, per poi finire in Sud Africa. «Ma c'è una sproporzione». Il riferimento è ai 450 soci che lavorano in Italia (e controllano la Coop con oltre la metà delle quote). Per questo, visti i chiari di luna del mercato interno, è ora di allargarsi: «Oggi siamo radicati a Ravenna come a Maputo o Johannesburg. Anche i tecnici che lavorano da tempo con noi in quei Paesi devono far parte della Cmc: va superato il radicamento in un solo territorio». In questo modo, spiega l'ad, «cadrà un muro». Il passaggio è profondo e richiama da vicino il recente dibattito sul Jobs Atc: finora, infatti, alla Cmc solo un dipendente a tempo indeterminato poteva diventare socio. In futuro, se tutto andrà liscio, «daremo questa possibilità anche a chi ha contratti legati ai singoli cantieri». L'obiettivo è raggiungere in fretta i mille soci, più del doppio. Nell'attesa, la Coop si gode i ricavi del primo semestre, saliti del 6,5% (a quota 503 milioni) e i nuovi appalti in Sicilia e in Kenia: a Catania si occuperà dello scavo della metropolitana, in Africa della costruzione della diga di Itare. Le due commesse valgono 362 milioni di euro. (…) Il segreto, dice Foschini, 61 anni, che nella coop si è fatto le ossa fino a diventare ad, è l'export: «Lavoriamo da tempo all'estero e lì siamo cresciuti per far fronte alle difficoltà del mercato italiano negli ultimi anni». Di recente il gruppo ha rilevato due costruttori statunitensi - Lmh e Di Fazio Industries – che assieme fatturano 53 milioni. Ma l'intuito più grande è l'aver ridotto il peso dell'edilizia "classica" in portafoglio: «Il nostro vantaggio è non aver fatto operazioni immobiliari ma esserci sviluppati sui lavori sotterranei». Acquedotti, gallerie, ponti e mega infrastrutture come la metro di Singapore. Per riuscirci, la coop ravennate ha puntato sulle talpe meccaniche, «prodotte da ditte tedesche o francesi, gli italiani purtroppo non le fanno». (…) (Enrico Miele) Salini Impregilo (02.12.14): Contratto da 135 milioni per Salini Impregno in Polonia. Il gruppo, con una quota del 95%, si è aggiudicato un contratto del valore di 135 milioni di euro per la progettazione e costruzione d'una sezione della superstrada S3 (14,4 km) a ovest della Polonia in prossimità della Città di Wroclaw (Breslavia). I lavori, che dureranno 30 mesi, comprendono tre svincoli: Kazmierzow, Polowice e Lubin Polnoc. Arrivano così a quota quattro i contratti che il gruppo ha vinto in Polonia quest'anno, portando il valore complessivo a 574 milioni di euro. Quest'ultimo, secondo quanto si legge in un comunicato della società, «conferma nuovamente la forte capacità commerciale del gruppo nella raccolta ordini, e consolida la propria presenza nel settore infrastrutture del paese dove è già attivo nei lavori di costruzione dell'A1, la S7 e la S8». Salini Impregilo eseguirà il lavoro insieme al socio locale Pribex. Il titolo del gruppo ieri a Piazza Affari ha chiuso in calo dell'1,53%, dopo aver segnato rialzi per quasi tutta la seduta. Le azioni restano lontane dai corsi di inizio anno, quando viaggiavano a vicine a quota 5 euro, ma segnano un recupero dopo i ribassi che le hanno portate ai minimi dell'anno in ottobre a 2,20 euro. Il gruppo ha chiuso il periodo al 3o settembre scorso con un fatturato da 3.088 milioni di euro e un margine operativo lordo (Ebitda) da 299,8 milioni di euro. In occasione della diffusione dei dati dei primi nove mesi dell'anno, il gruppo sottolinea: «Alla luce dell'evoluzione positiva dei risultati del terzo trimestre e, complessivamente, dei primi nove mesi del 2014, si evidenzia l'allineamento dell'operatività e dei risultati economici con la guidance e con i target del piano industriale 2014-2017». Pizzarotti (03.12.14): E’ stata la società monegasca Fpmc, una controllata del gruppo italiano Pizzarotti, ad aggiudicarsi il contratto per la progettazione e la realizzazione della nuova «Entrée de Ville Ouest Supérieure» nella suggestiva zona panoramica del Jardin Exotique all'entrata del Principato di Monaco. Il progetto, che avrà una durata di sei anni, è suddiviso in due attività distinte per un valore totale di oltre 400 milioni. La prima parte dell'iniziativa prevede la promozione immobiliare e la costruzione di un edificio a destinazione residenziale di lusso che si svilupperà su otto piani per circa 11.500 metri quadrati vendibili. Il ricavo stimato da questa operazione si aggira intorno ai 265 milioni. La seconda parte invece avrà come attività principale 'la progettazione e la costruzione di un parcheggio interrato di 15 piani con oltre 1.800 posti auto, uffici e locali a destinazione pubblica e le nuove serre del Jardín Exotique, per un importo di 140 milioni. Si tratta di opere che vanno dallo sviluppo immobiliare alla costruzione di edifici di pregio e di ospedali e che hanno fatto del gruppo Pizzarotti uno dei punti di riferimento e una delle poche aziende italiane che riescono a fare impresa in territori economici molto difficili da penetrare. «In Francia», afferma Michele Pizzarotti, vicepresidente del gruppo, «il mercato è caratterizzato da poche imprese di grandi dimensioni, molto presenti su tutto il territorio e con le quali è ovviamente molto difficile competere. Ciononostante fin dalla fine degli anni 80 ci siamo pian piano inseriti nel mercato acquisendo sia i lavori dell'aeroporto Charles de Gaulle sia quelli di Eurodisney. Da allora abbiamo consolidato la nostra posizione accreditandoci con successo nei confronti di amministrazioni pubbliche particolarmente selettive ed esigenti». Sul fronte monegasco, continua Pizzarotti, «i diretti concorrenti sono aziende storiche del Principato, che quindi hanno spesso un diritto di precedenza rispetto alle imprese straniere. Anche questo è un mercato molto selettivo ma altrettanto interessante». L'azienda italiana ha esteso i propri investimenti anche al resto d'Europa coprendo aree di grande interesse economico come Russia, Romania e Svizzera oltre a mercati come Medio Oriente e Nord Africa. L'obiettivo è sbarcare al più presto anche sul continente americano allargando ancora ulteriormente gli orizzonti del gruppo. (Antonio Fidanza) Italcementi (04.12.14): La controllata di Italcementi Shymkentcement ha firmato un accordo con la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (Bers) per un finanziamento di 20 milioni di euro destinati al revamping della cementeria di Shymkent nel sud del Kazakhstan. Oltre al finanziamento, la Bers investirà quasi 4 milioni di euro in Shymkentcement per una quota di circa il 21% del capitale. Rapporti e studi Banca d’Italia (28.11.14): In novembre è proseguito, pur attenuandosi, il calo di €-coin (a 0,06 da 0,08 in ottobre) in atto dallo scorso maggio. La caduta dell’attività industriale a partire dall’estate e la perdurante debolezza della domanda interna hanno pesato sull’indicatore. Un contributo lievemente positivo è invece derivato dall’andamento dei mercati azionari. Istat (28.11.14): A ottobre 2014 gli occupati sono 22 milioni 374 mila, in diminuzione dello 0,2% rispetto al mese precedente (-55 mila) e sostanzialmente stabili su base annua. Il tasso di occupazione, pari al 55,6%, diminuisce di 0,1 punti percentuali in termini congiunturali mentre aumenta di 0,1 punti rispetto a dodici mesi prima. Istat (01.12.14): L’attuale fase di debolezza dell’economia europea è prevista estendersi anche al quarto trimestre. In Italia il tono degli indicatori congiunturali indica una stabilizzazione, anche se la disoccupazione continua a crescere. L’indicatore composito anticipatore dell’andamento dell’attività economica è ancora negativo: a ottobre l’intensità delle flessione è tuttavia risultata più contenuta rispetto ai due mesi precedenti. Per il quarto trimestre è prevista una stazionarietà della crescita reale del Pil. Per il 2014 il rallentamento dell’economia è previsto pari a -0,3%, a sintesi di un contributo negativo della domanda interna al netto delle scorte, condizionata dalla brusca caduta degli investimenti, e di un modesto aumento del contributo della domanda estera. In questo scenario la crescita acquisita per il 2015 è pari a -0,1%. Acimall (04.12.14): Cosa sta accadendo, a livello mondale, nel settore delle macchine per la trasformazione del legno e dei suoi derivati? Una domanda a cui ha dato una risposta l’Ufficio studi di Acimall, l’Associazione costruttori italiani macchine e accessori lavorazione legno, realtà confindustriale che rappresenta le imprese del settore. L’indagine nasce dalla elaborazione degli ultimi dati disponibili e delinea, per il periodo gennaio-giugno 2014, un andamento positivo per tutti i principali competitor mondiali, ovvero – nell’ordine – Germania, Italia, Cina, Taiwan, Austria e Stati Uniti. La Germania, che ancora una volta ribadisce il proprio ruolo di primo esportatore mondiale, si attesta a quota 788 milioni di euro, con una crescita dello 0,44 per cento, una percentuale sostanzialmente identica a quella rilevata per lo stesso periodo dell’anno precedente. In termini percentuali è senz’altro migliore il trend delle esportazioni italiane, cresciute del 7 per cento, per una esportazione nei sei mesi che ha sfiorato i 549 milioni di euro. Al terzo posto per valore assoluto, forte di un valore pari a 376 milioni di euro, si colloca la Cina di cui si stima (inevitabile usare questo termine, alla luce delle maggiori difficoltà ad avere dati omogenei sull’argomento) una crescita delle esportazioni nei primi sei mesi dell’anno in corso del 13,6 per cento, più o meno il doppio della crescita Italiana. Diminuiscono dell’8,8 per cento le esportazioni di Taiwan, quarta in classifica con 252 milioni di euro in valore, mentre al quinto posto troviamo l’Austria (193,5 milioni, più 12,27 per cento) e al sesto gli Stati Uniti, con un valore delle esportazioni di tecnologie per il legno pari a 136,4 milioni di euro nel primo semestre 2014, il 10,77 per cento in meno rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente. Da segnalare che fra i sei maggiori competitor sono solo Stati Uniti e Taiwan a rivelare un trend negativo. La Cina segna il trend migliore, di un punto superiore a quello registrato da Taiwan, di oltre due punti rispetto all’Austria e quasi doppio rispetto a quello italiano. LE IMPORTAZIONI. E chi sono i migliori clienti, i più forti investitori nelle tecnologie per il legno? L’analisi dell’Ufficio studi di Acimall fornisce preziose indicazioni anche su questo versante, stilando una classifica dei primi 50 Paesi importatori a livello mondiale. Al primo posto si collocano gli Stati Uniti, che nei primi sei mesi del 2014 hanno importato macchine per il legno per un valore vicino ai 434 milioni di euro (più 17,7 per cento rispetto al gennaio-giugno 2013). Al secondo posto la Russia (219,6 milioni di euro, più 3,57 per cento), anche se si tratta di un risultato che per la seconda parte dell’anno dovrà fare i conti con la svalutazione del rublo e le sanzioni internazionali. Sul terzo gradino del podio la Germania, che importa tecnologie per il legno per 187,4 milioni di euro (più 6,5 per cento). Seguono, nell’ordine, Cina (157,6 milioni di euro, meno 12,4 per cento), Canada (115,3 milioni, meno 6,6 per cento), Francia (107,4 milioni, più 2,1 per cento), Polonia (97,5 milioni, più 45,1 per cento), Austria (94,9 milioni, più 14,2 per cento), Malesia (83,5 milioni, più 95,1 per cento), Regno Unito (più 80,7 milioni, più 31,5 per cento), Bielorussia (73,4 milioni, più 111,6 per cento), Turchia (72,5 milioni, più 19,3 per cento), Svizzera (68,2 milioni, più 30,9 per cento), Belgio (più 60,6 milioni, 11,6 per cento). In quindicesima posizione troviamo l’Italia, che nei primi sei mesi 2014 ha importato macchine (prevalentemente tedesche o cinesi) per “soli” 59,4 milioni di euro, il 19,42 per cento in meno rispetto allo stesso periodo 2013. “Ci piacerebbe poter dire che questa posizione è dovuta a una produzione nazionale che soddisfa pienamente la domanda “autoctona”, ma la realtà induce a pensare che la contrazione sia più da imputare al prolungarsi della limitata propensione agli investimenti degli imprenditori piuttosto che a una crescente passione per il 'made in Italy'”, precisa Acimall.