La Guerra Fredda araba

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La Guerra Fredda araba
MediOrienti / di Stefano M. Torelli
@mideastorels
La Guerra Fredda araba
Lo scontro tra Arabia Saudita e Qatar
coinvolge anche i think tank di Washington
Scordatevi la guerra segreta che si
combatte da anni tra l’Arabia Saudita,
rappresentante dell’Islam sunnita e delle
monarchie arabe nel Golfo Persico, e
l’Iran, potenza regionale persiana e sciita,
ambiziosa al punto tale da voler imporre la propria influenza su tutto il Medio
Oriente. Quella che si combatte oggi è
una nuova Guerra Fredda tutta intestina
al fronte arabo, che vede protagonisti
l’Arabia Saudita e il Qatar. Portatori di
due diversi modelli di sviluppo (entrambi
basati sulla ricchezza del sottosuolo, l’Arabia Saudita il petrolio e il Qatar il gas naturale)
e sostenitori di forze tra di loro contrapposte al di fuori dei propri confni, i due Paesi sono
giunti al momento più basso dei loro rapporti bilaterali. L’Arabia Saudita ha infatti ritirato
(così come hanno fatto anche gli Emirati Arabi Uniti e il Bahrain) il proprio ambasciatore
da Doha, rendendo di fatto pubblica una crisi diplomatica che covava da tempo. I motivi?
Divergenze di vedute su alcune questioni politiche. Il Qatar è un acceso sostenitore della
Fratellanza Musulmana, in Egitto come in altri contesti, laddove l’Arabia Saudita ha invece
appoggiato il colpo di Stato contro la Fratellanza in Egitto e, addirittura, a inizio marzo è
arrivata a includere i Fratelli Musulmani nella lista delle organizzazioni terroristiche. Al
contrario, il Qatar ha investito miliardi di dollari nel sostegno alla Fratellanza negli scorsi
anni. Sicuramente dietro gli screzi tra i due Paesi si nasconde ben altro: l’Arabia Saudita
non può sopportare che un altro piccolo Paese (il Qatar ha poco più di due milioni di abitanti) possa immaginare di competere con lei per il ruolo di guida del Medio Oriente arabo.
Ma il Qatar è stato uno degli attori più attivi nella regione negli ultimi dieci anni e ciò rischia
di mettere in ombra il ruolo di Riyadh. Che se la prende con l’informazione di al-Jazeera
e la presenza dei centri studi statunitensi a Doha. L’ultima richiesta dell’Arabia Saudita al
Qatar, infatti, è di chiudere il canale satellitare più famoso del mondo arabo (accusato di
essere troppo fazioso in favore dei Fratelli Musulmani e di essere solo uno strumento della
politica estera qatarina) e di cacciare dal Paese le rappresentanze locali delle americane
Brookings Institution e Rand Corporation, tra i più importanti think tank di politica internazionale al mondo. È dunque iniziata la guerra dell’informazione?
AP Photo/KArim KAdim
irAQ
EGittO
Questo flm non s’ha da vedere
Ci risiamo: storie di ordinarie censure nei
Paesi arabi. La nuova pietra dello scandalo è Noah, il flm che uscirà nelle sale
italiane ad aprile e che ripercorre, appunto,
le vicende di Noè, interpretato dal premio
Oscar Russell Crowe. L’università del Cairo
di al-Azhar, ritenuta il centro culturale e
PArAm
Sulla pelle delle bambine
Lo scorso 8 marzo Baghdad è stata
interessata da una piccola manifestazione di donne che protestavano
contro il progetto di legge da poco
presentato dal governo. Il testo,
sottoscritto dal ministro della Giustizia Hassan al-Shimari, rende legale il matrimonio con le bambine.
Dal momento che, si dice, la pubertà viene raggiunta intorno ai 9 anni,
a quell’età le ragazzine possono già
essere prese in spose dagli uomini.
I quali, tra le altre cose, riceveranno
l’esclusività sulla custodia dei fgli.
L’inviato delle Nazioni Unite in Iraq,
Nikolay Mladenov, ha parlato di violazione dei diritti umani e il disegno
di legge ha provocato anche le ire
delle associazioni irachene e delle
forze politiche secolari. Il governo di
Baghdad giustifca il provvedimento – che deve comunque ancora
essere approvato dal Parlamento
– dicendo che la norma è prevista
dalla scuola giuridica ja’farita, di
matrice sciita come la maggioranza degli iracheni. Mentre in Medio
Oriente si discute del ruolo della
religione in politica, questo è un
esempio di come la questione sia
ancora del tutto aperta e generi
accesi dibattiti. E, come spesso
accade, sulla pelle delle donne.
spirituale dell’Islam sunnita, ha espresso
un giudizio molto severo sul flm, auspicando che non venga proiettato in Egitto
e negli altri Paesi musulmani. A generare
le critiche vi è il fatto che sia rappresentato
un profeta (l’Islam riconosce in quanto
tali tutti i profeti delle altre due religioni
monoteistiche, l’ebraismo e il cristianesimo), cosa proibita dai precetti islamici.
La campagna di boicottaggio del flm ha
già sortito i suoi effetti, dal momento che
Emirati Arabi Uniti, Bahrain e Qatar hanno
già annunciato che vieteranno la diffusione e la proiezione della pellicola nei propri
cinema.
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SEttE | 12 — 21.03.2014
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