Tutta la vita davanti
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Tutta la vita davanti
Tutta la vita davanti Catalogazione F 284 Collocazione FILMS Categoria tematica Disagio giovanile - Lavoro Origine Italia Anno 2008 Regia Paolo Virzì Isabella Ragonese: Marta Sabrina Ferilli: Daniela Elio Germano: Lucio Massimo Ghini: Claudio Valerio Mastandrea: Giorgio Conforti Micaela Ramazzotti: Sonia Valentina Carnelutti: Maria Chiara Edoardo Gabbriellini: Roberto Tatiana Farnese: signora Franca Giulia Salerno: Lara Pierpaolo Benigni: Matteo Laura Morante: voce narrante Principali interpreti Supporto DVD Numero dischi 01 Genere Commedia Sceneggiatura Paolo Virzì, Francesco Bruni Musiche Franco Piersanti Produzione Medusa Film, Motorino Amaranto Distribuzione Medusa Video Durata – dati tecnici 116 minuti, colore Lingua audio Italiano Lingua sottotitoli Italiano per non udenti Contenuti extra Commento al film del regista Paolo Virzì - “Il romanzo di Paolo”, lettura critica di Mario Sesti - Interviste al regista Paolo Virzì, allo sceneggiatore Francesco Bruni e a Michela Murgia, autrice del libro “Il mondo deve sapere” - Le musiche del film: il lavoro con Franco Piersanti - Scene tagliate – Backstage - Trailer. Trama Marta è una ragazza neolaureata, colta e taciturna. Dopo tanti colloqui trova lavoro in un call-center di un'azienda che vende un elettrodomestico e si avventura in un mondo fatto di giovani telefoniste e venditori invasati, danze motivazionali, jingle aziendali, premiazioni, applausi e penitenze concordate. Il mondo dei precari in un affresco lucido e sarcastico che recita più o meno così: “felicità a momenti, e futuro incerto”. È incredibile e spietato, ci siamo dentro tutti. Dai più stronzi ai più sfigati, dai 24 ai 30 anni, Paolo Virzì ci ha fotografati tutti: la neolaureata in materie umanistiche con poche prospettive, il fidanzato (materie scientifiche) “cervello in fuga” verso l’America, quelli che non hanno terminato gli studi e hanno molto più successo dei laureati, quelli raccomandati e ben piazzati. Quelli che si lamentano di 1.500 euro al mese e vivono in un attico. E quando si passa dall’università al lavoro non si migliora: ecco le colleghe sciatte e ignorantone, la provincia ingenua, la coinquilina sprovveduta e nuda, i venditori motivati, i capi viscidi e infelici. Critica 1 Se non fosse che Tutta la vita davanti è una commedia, ci sarebbe da piangere. Se non fosse che si ride di gusto di trovate originali e grottesche, ci sarebbe un bel nodo in gola. Che non va giù. Perché chi è precario ce l’ha sì tutta la vita davanti, ma la vede più o meno così: Marta Cortese (Isabella Ragonese, una rivelazione di razza) si laurea cum laude in filosofia, sogna il dottorato e finisce in un call center. Affronta la solitudine, l’incertezza, il lavoro alienato della centralinista part time, arrotonda come baby sitter. Incrocia il suo destino con personaggi sull’orlo di una crisi di nervi, osserva con una sensibilità lieve e un delicato distacco, nasconde la sua cultura e la tiene in serbo per tempi migliori. Regia pulita, sottovoce ma mai sottotono, intensi primi piani e assolati campi lunghi di una Roma inospitale e sorda. Ottimi tutti gli attori, talentuosi e ben diretti, Elio Germano e Valerio Mastandrea sono lo spavaldo e l’imbranato, Micaela Ramazzotti regge alla grande una lunga e divertente scena di nudo, e Sabrina Ferilli inscena un vivido Viale del tramonto “all’amatriciana”. Tante meschine piccole vittime di un fato maligno e giocherellone che si risolve nel precariato. E l’Italia offre il peggio di sé tra cellulari e Grande Fratello. Alla nona regia di Paolo Virzì siamo ormai sicuri di quanto bene voglia ai più deboli. Senza paternalismi, quasi senza retorica, con un po’ di “ulivismo”, con uno sguardo lucido e tenero, Virzì nobilita la commedia e il racconto di formazione all’italiana, orchestra cori di attori che mai come in questo film sono stati azzeccati e validi. Regala un finale scorrevole e aperto, non un vero happy end, ma una minuscola e faticosa speranza racchiusa nel grande abbraccio di una nonna che ci consola un po’ tutti. Recensione a cura di : Camilla Cortese in: www.cinema.clicklick.it PEGGIO DI UN FILM: FRUSTATE NEL CALL CENTER Dall’Inno di Mameli alle molestie. L’incubo della “Italcarone” Critica 2 di Giampiero Calapà Nell’Italia che non ce la fa più, la realtà è spesso più grottesca e tragica della finzione e allora succede che quanto raccontato da Paolo Virzì nel film “Tutta la vita davanti ” sul mondo dei call center, sembri una versione meno cruenta delle giornate alla Italcarone, ditta di Incisa Valdarno (trenta chilometri da Firenze), con filiali anche ad Arezzo e Massa: telefoniste e venditori umiliati in mille modi, costretti anche ad atti sessuali, picchiati con frusta per raggiungere l’obiettivo aziendale di truffare quanti più compratori possibile con un “aspiratutto ” dal valore di 300 euro venduto poi al prezzo di 3.500 euro. “Fratelli d’Italia…”: sulle parole di Mameli e sulle note di Novaro iniziavano le mattine al call center di Incisa, dove tutti dovevano tenersi per mano, e dopo l’inno motivatore le promesse per chi avrebbe raggiunto l’eccellenza nel piazzare il maggior numero di appuntamenti possibili (viaggi dall’altra parte del mondo ma in concreto poi solo paccottiglia in regalo, come gadget e attestati di lode firmati dai vertici dell’azienda). Quindi, dopo questa sceneggiata tra il patriottico e il patetico l’incubo quotidiano poteva cominciare. Frustrate sulle gambe, ma non solo, anche richieste di prestazioni sessuali, come è emerso da tre anni di indagini della Guardia di Finanza che ha arrestato il capo della ditta, Pietro Carone, suo fratello Antonio e altre tre persone non per come erano trattati i dipendenti ma per un altro filone dell’indagine, con le accuse di associazione a delinquere finalizzata alla frode in commercio e di frode fiscale. Chissà che il film di Virzì qualche idea a questa piccola cricca di furbetti delle vendite telefoniche non l’abbia anche fornita, perché la scena del ragazzo che deve scriversi “sfigato” in fronte col pennarello indelebile non avendo raggiunto il suo obiettivo, ricorda molto la lavagnetta di Incisa dove i nomi di quelli “scarsi” venivano segnalati in una lista poco ambita in quanto indicati come “cacca”. Se la vita delle centraliniste era impossibile, infatti, anche quella dei venditori non era da meno: il loro compito? Andare a caccia di vittime, essere i terminali della truffa, e spesso i primi ad essere colpiti erano parenti dei venditori stessi, pronti ad acquistare anche per 3500 euro un aggeggio inutile, un elettrodomestico, il “Kirby”, che Carone si procurava dagli Stati Uniti tramite una società tedesca spendendo 300 euro. Compito dei venditori confermare agli appuntamenti le stupidaggini già annunciate dalle telefoniste: l’aspiratutto svolge una funzione antiacaro, non è un presidio medicosanitario ma ha un’autorizzazione ministeriale (inesistente ovviamente ) . Per anni alla compagnia di Carone è andata bene, tanto da potersi permettere guadagni considerevoli. Sfrecciavano con auto di lusso e le loro case sono ville nella Toscana da cartolina, come quella sequestrata dai militari a Reggello, che in precedenza è appartenuta addirittura alla famiglia Gucci. Secondo le fiamme gialle il patrimonio messo insieme grazie alle truffe e sulla pelle dei ragazzi che lavoravano per la ditta si aggira intorno ai 4 milioni e mezzo di euro. Le “assunzioni” avvenivano dopo risposte ad annunci con promesse di guadagno allettante, ma senza alcuna specifica sul tipo di lavoro da svolgere. Poi, una volta varcata la soglia del call center le altre promesse: provvigioni facilmente raggiungibili e premi carriera per i più bravi. “Il film si basava su testimonianze reali – commenta il regista Paolo Virzì – e davvero la realtà supera la fantasia, perché non avevamo pensato ai frustini anche se la Ferilli era abbastanza sadomaso. Mi ha colpito il fatto che una ragazza che lavorava alla Italcarone sia fuggita dopo aver visto il mio film ”. Il Fatto quotidiano, sabato 15 maggio 2010 Un’immagine del film di Virzì “Tutta la vita davanti” Libro da cui è stato tratto il film Michela Murgia, Il mondo deve sapere, ISBN, 2006