Minitransat 2013 Giulio Guazzini10

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Minitransat 2013 Giulio Guazzini10
Minitransat
2013
di Giulio Guazzini
U
Giancarlo Pedote
si è dimostrato
un grande protagonista,
ma è stato
beffato all’arrivo
na Minitransat
burrascosa e
imprevedibile
che sarà ricordata negli
annali della storia della
regata come la più complessa e criticata, dominata da colpi di scena,
contraddizioni e scelte
avventate da parte degli
organizzatori.
A farne le spese il nostro skipper Giancarlo Pedote,
velista solitario, grande protagonista sino al traguardo della Martinica, tagliato in seconda posizione nella categoria prototipi dopo un confronto serrato con il francese Benoit Marie vincitore assoluto.
Per il velista toscano, la regata si è trasformata sin
dall’inizio in una sorta di incubo, una corsa contro il tempo condizionata dal meteo. Una continua attesa che per chiunque si sarebbe rivelata
mentalmente inaccettabile e controproducente.
Ma andiamo per ordine, prendendo atto di una
cronaca della gara difficilmente immaginabile.
Una Minitransat insomma trasformata in una traversata atlantica senza scalo di 3.600 miglia dai
contorni sfumati.
Una prima tappa annullata dopo che gli 84 Mini
concorrenti avevano aspettato tre settimane a
Douarnenez che le condizioni meteo consentissero di prendere il largo lasciandosi alle spalle le coste della Bretagna.
Inizialmente, la flotta partita il 29 ottobre da
Douarnenez sarebbe dovuta arrivare a Guadalupe
con un unico stop a Lanzarote, alle Canarie, ma
con il peggioramento del tempo nelle prime 48
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ore di navigazione l’organizzazione decideva
di far fermare le barche
in Spagna, nel porto di
Sada, vicino a La Coruña, decisione dettata
dal passaggio di una
forte depressione con
venti a 40 nodi che di lì
a poco avrebbe colpito i
partecipanti.
Uno stratagemma che
avrebbe dovuto tutelare i navigatori dai forti venti
da Sud-Ovest dividendo la prima tappa in due parti: da Douarnenez a Sada e da Sada a Lanzarote
prefigurando una classifica cumulativa formata
dalla somma dei due tempi di percorrenza. Qualcosa che dalla Direzione della regata veniva però
ben presto smentito con un annuncio choc, quando con un secco comunicato, a causa del progressivo peggioramento del meteo, la tappa di Sada
veniva ufficialmente annullata.
Peccato che al momento dell’annuncio il nostro
Giancarlo Pedote con il suo Prysmian si trovasse in
testa alla flotta a sole 4 miglia dalla vittoria di tappa!
Un vero scippo che Giancarlo deve digerire quando entrando nel Golfo di Sada non trova la linea di
arrivo ma un signore in gommone che gli annuncia l’annullamento della gara: tutto quando il vantaggio sul resto della flotta era fissato a ben 4 ore!
A gettare un velo di polemiche, di sgomento e perplessità il fatto che il Comitato di regata abbia non
solo annullato, ma in un certo senso cancellato
come non si fosse mai disputata, la tappa Douarnenez-Sada.
A motivare la scelta del
direttore di regata l’eccessivo svantaggio accumulato dai velisti meno
esperti che si sarebbero
probabilmente trovati in
una situazione difficile
da fronteggiare. Consiglio per quelli più in ritardo di far rotta su Gijòn
dove il vento era meno
forte.
Così, ben 40 Mini, dopo
aver ascoltato l’annuncio, si dirigono verso il
porto delle Asturie, ma
Giancarlo Pedote, socio LNI, il bravissimo ma sfortunato regatante che ha sfiorato la vittoria alla
quello che lascia di stucMinitransat 2013; in apertura, una locandina dell’evento
co è che viene consentito
a tutti gli iscritti di portare le barche via terra a SaUn evento che penalizza comunque il risultato,
da, stracciando le dichiarazioni di abbandono, e
non solo per le ore di rallentamento necessarie a
tutto come nulla fosse!
riparare il danno ma soprattutto per l’intossicazioPiccoli danni e avarie, usura di vele e attrezzature
ne che le esalazioni provocano al navigatore e le
lasciano il segno, come ha tenuto a sottolineare
ustioni alle mani per il contatto della pelle con gli
Giancarlo Pedote che insieme a molti altri è arriagenti chimici.
vato in fondo attraversando il Golfo di Guascogna
Qualcosa che compromette il risultato relegandoin burrasca, 400 miglia d’inferno che mettono alla
lo comunque ad un ottima seconda piazza. Un
prova uomini e mezzi.
traguardo
superato con sole 2 ore e 55 minuti di
Sorprendente anche la successiva decisione della
ritardo sul primo, dopo ben 18 giorni e mezzo di
giuria di annullare definitivamente lo scalo di
navigazione.
Lanzarote alle Canarie. Solo un punto da traguarA sferrare l’attacco, l’affondo finale, è il francese
dare, lasciandolo a tribordo come fosse una boa
Benoit Marie che nelle 24 ore conclusive passa in
naturale, una sorta di check point volante per potesta siglando il successo con un ‘impresa costruita
ter stilare una classifica di metà regata mentre la
metodicamente, gestendo dall’inizio alla fine le
Minitransat riparte da Sada con il traguardo diretpotenzialità della sua imbarcazione: un Mini, proto di Pointe a Pitre in Guadalupa, tutta un’altra
gettato
da Finot, che aveva già vinto la Mini
storia!
Transat nel 2009, piuttosto datato, risalendo al
L’avventura continua per gli eroici marinai della
2007. Con questo, Benoit ha senza dubbio dimoMinitransat e per l’inossidabile Giancarlo Pedote
strato di avere una grinta ineguagliabile, attaccanche di lì a poco dovrà subire l’ennesima beffa, dodo l’italiano anche quando sembrava ormai imvendosi accontentare alla fine, dopo aver dominaprendibile.
to per il 95% la gara, di un secondo posto difficile
Grazie a una grande concentrazione è riuscito a
da accettare.
superare la durissima discesa del Portogallo in
A fare la differenza sono le ultime 300 miglia
condizioni di mare estremo, riparando in più di
quando “scoppia” il bompresso in carbonio e il
un’occasione la randa che all’altezza della terza
nostro solitario è costretto a ad attrezzarsi per la rimano di terzaruoli si era spaccata. Ha dovuto riparazione: carteggiare, laminare e riparare; tre ore
mettere in sesto un timone danneggiato e fare i
di lavoro in una lotta contro il tempo degna di un
conti con l’impianto elettrico, e con una radio che
superman.
nell’ultima parte della gara non si sentiva.
Dopo 5 ore, il bompresso riparato torna al suo posto
All’arrivo, Benoit ha dichiarato, stanco e stupito,
a lavorare e soprattutto il jennaker torna a portare,
di non conoscere assolutamente la sua posizione,
facendo planare verso il traguardo il Prismian ferito.
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Una bella immagine del Prysmian, l’imbarcazione sulla quale ha gareggiato Pedote; notare il forte arrotondamento della prora
L’inconsapevole ma pur sempre bravo e meritevole vincitore della Transat, Benoit
Marie, naviga, con la sua imbarcazione, con vento di poppa
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di sapere che era in gara fra i primi, di aver tirato al massimo portando il suo Mini sempre in velocità ma di aver scoperto solo all’arrivo di aver vinto!
Una meravigliosa sorpresa. Un’impresa che gli ha permesso di coprire le 3.700 miglia del percorso in
18 giorni, 13 ore, 1 minuto e 5 secondi.
Anche nella categoria Serie sono
arrivate le sorprese: a salire sul gradino più alto del podio è stato
Americ Belloir che effettua il sorpasso nel secondo giorno di regata
e prende la testa della corsa, dominando sino alla fine gli avversari, i
favoriti Justine e Simon penalizzati
da scelte tattiche inopportune. ■