i sensi del gusto - Leaders` Academy
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I SENSI DEL GUSTO Il piacere del cibo è una delle motivazioni che ci spinge a mangiare. Infatti, spesso siamo portanti a consumare delle pietanze perché “ne abbiamo voglia” e non per un reale stimolo di fame. Il nostro cervello, quindi, percepisce delle sensazioni che in qualche modo le pietanze riescono a trasmettere. Assaporando, ad esempio, una fettina di mela si è portati ad affermare che quella piccola quantità di cibo introdotta in bocca “sa” di mela, “ha l’aroma” di mela. Moltissimi alimenti crudi e cotti sono dotati di aroma, cioè di quella sensazione data dalla combinazione di sapore, odore, struttura fisica dell’alimento, da cui dipende gran parte del piacere che l’uomo trova nel cibo. Tuttavia, senza volerlo, si finisce per sovrapporre e per confondere tra loro due sensazioni diverse, percepite quasi simultaneamente dai differenti recettori presenti nella cavità orale e retronasale. Si è portati, insomma, a confondere il sapore con il gusto e l’uno e l’altro con l’olfatto. Ma che differenza sussiste tra sapore e gusto? È presto detto. Nel primo caso si intende la sensazione prodotta da determinate sostanze sui recettori della nostra lingua. Tra gli innumerevoli tipi di sapore possibili ve ne sono quattro universalmente riconosciuti come fondamentali: dolce, salato, acido, amaro. Tutti gli altri, definiti complessi, possono essere ricondotti a combinazioni di due o più sapori fondamentali. Per gusto, invece, si intende l’articolato insieme di sensazioni avvertite con i quattro sapori fondamentali e con(fuse) con la sensazione olfattiva retronasale, detta anche sensazione gustolfattiva. In altre parole, se i quattro sapori fondamentali rappresentano l’aspetto più evidente dell’esperienza gustativa, questa, tuttavia, non si esaurisce con essi. 1 Com’è noto, infatti, le labbra, la lingua e le mucose della bocca sono in grado di decifrare un gran numero di stimoli, i quali contribuiscono a definire il gusto di un alimento, ma che non sono in alcun modo sapore, poiché si riferiscono ad altre sfere sensoriali: stimoli tattili, termici, chimici, ecc. Inoltre, gli stimoli olfattivi influenzano in modo non indifferente la percezione delle caratteristiche di un alimento. L’importanza dell’olfatto nella determinazione del gusto può essere meglio compresa ripetendo l’esperienza iniziale con la fettina di mela, su un assaggiatore bendato, cui siano state anche chiuse le narici con una molletta. Dopo aver assaporato in queste condizioni, l’assaggiatore dirà che la sostanza che gli è stata messa sulla lingua ha sapore leggermente dolce, che è viscida, fresca. Difficilmente ne identificherà la natura! Tuttavia, lo stesso assaggiatore riconoscerà subito il gusto(olfatto) della mela non appena gli sarà tolta la molletta dalle narici. Perché? La risposta si intuisce facilmente se pensiamo ai freddi periodi invernali dove le congestioni nasali (…eeeeecccciii) sono in agguato!!! La molletta, infatti, impedendo la respirazione nasale, produce l’effetto raffreddore, cioè quella apparente sensazione di perdita del gusto che si manifesta, quando la mucosa olfattiva è alterata da processi infiammatori. I cibi sono percepiti salati, dolci, amari, acidi, ma il loro gusto è piatto, poco invitante e privo di quelle sfumature che lo rendono appetibile. Vi è da dire, comunque, che il gusto non è dato esclusivamente dalle sensazioni di bocca e naso, ma è un’esperienza che coinvolge tutti e cinque i sensi, ognuno dei quali può assumere un’importanza più o meno notevole, secondo la situazione e il tipo di cibo preso in considerazione. La vista, ad esempio, è il senso più sviluppato, il “più forte” negli esseri umani, e riveste un ruolo fondamentale anche nell’alimentazione: capita spesso che un cibo sia preferito ad un altro solo perché si presenta meglio! Inoltre, proprio per la sua preminenza, tende ad influenzare anche gli altri sensi, sia in negativo sia in positivo. Non a caso l’industria alimentare fa largo uso di coloranti, spesso anche per rendere appetibili cibi qualitativamente scadenti. 2 Che dire dell’udito? Come può partecipare al complesso meccanismo delle percezioni gustative? In effetti, è certamente il senso meno stimolato dall’assunzione del cibo. Però, bisogna tener presente che durante la masticazione, alcuni cibi (specialmente quelli più croccanti) producono dei rumori perfettamente udibili e caratteristici. Tra l’altro, in base alla quantità e all’intensità di questi rumori spesso valutiamo, anche inconsciamente, la freschezza e la qualità dei cibi. Tanto per fare un esempio, cosa pensereste del vostro vicino di sedia che durante la visione di un film al cinema, rumoreggia mangiando delle patatine? A parte gli apprezzamenti (credo non lusinghieri) sull’individuo, intuiremmo che l’alimento in questione è di buona qualità, poiché il suono emanato durante la masticazione (in questo caso fastidioso!) indica freschezza del prodotto… Infine, ma non per importanza, il tatto che ha un ruolo piuttosto significativo durante la degustazione dei cibi. Infatti, l’interno della bocca presenta una sensibilità tattile molto accentuata, responsabile delle sensazioni che proviamo, quando valutiamo la consistenza dei cibi. La durezza, l’elasticità, la friabilità, la croccantezza, la succosità, la gommosità, sono le principali caratteristiche esaminate in questo modo, e possono determinare in maniera anche totale la piacevolezza o l’avversione nei confronti di un cibo. Insomma, ciò che definisce sensorialmente il panorama delle nostre abitudini alimentari, stimola un particolare atteggiamento percettivo dei nostri organi di senso, e questo atteggiamento, a sua volta, condiziona la nostra percezione. Purtroppo, viviamo tempi di abbondanza alimentare ed i nostri cinque sensi stanno perdendo l’innata capacità di scegliere i cibi attraverso le stimolazioni sensoriali. Cosicché si mangia senza più essere capaci di scegliere il proprio cibo in base all’istintiva percezione organolettica (spesso per colpa della standardizzazione degli alimenti della moderna industria alimentare). Fermiamoci, dunque, per ripartire dai nostri cinque sensi, degustando lentamente ogni boccone e godendo pienamente di ogni pasto che facciamo. Dott. Massimiliano RENNA 3 PRINCIPALE BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO Gianfrancesco Montedoro. Caratteristiche olfattive e gustative degli alimenti, Chiriotti, Pinerolo (TO), 1985. Rossano Nistri. Dire, fare, gustare, Slow Food, Roma, 2003. Sebastiano Porretta. Analisi sensoriale, Tecniche Nuove, Milano, 1992. N.B. (I contenuti e la bibliografia di quest’articolo sono stati scelti e selezionati liberamente dall’autore, che si assume l’intera responsabilità, sulla fondatezza e la veridicità, di quanto ha scritto) LEADERS’ ACADEMY 4