maurizio galimberti, l`istant artist della polaroid

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maurizio galimberti, l`istant artist della polaroid
maurizio galimberti,
l’istant artist della polaroid
di Alessandro Luigi Perna
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C.M. ~ FOTOGRAFIA
Per le foto di questo servizio si ringrazia Maurizio Galimberti, courtesy ARCHIVIO NORDEST / For the photographs of this service we thank Maurizio Galimberti, courtesy of ARCHIVIO NORDEST
di Alessandro Luigi Perna
A sinistra: l’attore, regista e produttore, Johnny Depp, in un ritratto realizzato da Maurizio Galimberti con la tecnica dell’uso delle
polaroid che lo ha fatto conoscere in tutto il mondo.
Sopra: un’immagine tipica del paesaggio toscano, sulle colline intorno a Cetona.
Left: portrait of Jerzy Urban, photo by Andrzey Dragan, from Allegories & Arabesques.
Above: photo by Ron Kedmi.
Left: portrait of Jerzy Urban, photo by Andrzey Dragan, from Allegories & Arabesques.
M
aurizio Galimberti, classe 1956, è uno dei fotografi italiani più famosi al mondo. Eppure il
mondo della fotografia non era quello a cui era destinato. E’ vero che se ne innamora sin da ragazzo
partecipando a numerosi concorsi fotografici che
vince pure. Ma in teoria lui studiava da geometra e
la sua carriera doveva farla tutta nell’azienda edile
di famiglia. Invece: “con gran sorpresa di tutti, nei
primi anni novanta – racconta – abbandono l’attività
edilizia e decido di dedicarmi solo alla fotografia. Mi
rimane, della precedente professione, il punto di vista
rigoroso sulla realtà, che trova applicazione nella mia
tecnica”. Cambiare mestiere e usare le pellicole Polaroid – la sua “passione-ossessione” - è una scelta
che ben presto lo premia: nel 1991 inizia la collaborazione con Polaroid Italia, entro breve ne diventa testimonial, nel 1995 viene pubblicato il volume Polaroid
Pro Art con le sue foto, un oggetto immediatamente
di culto, nel 1997 i suoi mosaici di polaroid entrano
ufficialmente nel collezionismo d’arte. Il resto è una
storia di successi continui che lo portano a partecipare come ritrattista a numerose edizioni del Festival
del Cinema di Venezia (a quello del 2011 realizza una
serie di ritratti per Lancia Café) e a essere chiamato dai più importanti marchi italiani e internazionali
a realizzare campagne istituzionali, libri e calendari
(l’ultimo presentato da Epson lo scorso 14 novembre
2011 in Triennale).
Nel 2005 l’incontro con i sig.ri Fumagalli, appassionati
e collezionisti di arte contemporanea, gli permette di
realizzazione una serie di volumi sulle città del mondo a partire da New York, Venezia e Berlino. Nel 2009
con la riapertura di Polaroid va, come loro testimonial
ufficiale, alle fiere della fotografia di Hong Kong e Las
Vegas. Nella stessa veste va al Tribeca Film Festival e
realizza dei ritratti performance di Lady Gaga, Chuck
Close e Robert De Niro. Infine nel 2011 Impossible,
nuovo marchio di Vienna che ha comprato il brevetto
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polaroid per rilanciare sul mercato le pellicole istantanee, gli dedica un film in bianco e nero intitolato
“Impossible Maurizio Galimberti Special Edition”.
Un’esperienza che lo ha fatto crescere: “è stato come
stare allo specchio, come fare una sorta di autoanalisi.
Rivedermi sullo schermo mi ha insegnato molte cose
su di me”. Istant Artist è la definizione che gli piace
di più di sé stesso. Ad avergliela data è un dirigente
della Polaroid agli inizi degli anni ’90 e da allora se
le è appiccicata addosso. Ma se, dopo tanti successi
con le pellicole istantanee, gli si domanda perché ha
cominciato a usarle, la risposta può sorprendere per
la sua umanità: “Non sopportavo – racconta – l’attesa
dello sviluppo per il risultato, avevo un’eterna paura
del buio della camera oscura e infine mi sono accorto
che la resa dei colori era semplicemente magica”.
A ispirarlo? “La pittura! Mi sento infatti più vicino a
questa forma d’arte che alla fotografia”. E tra i pittori
e le relative correnti quelli che più colpiscono la sua
immaginazione sono “Boccioni, Duchamps con il suo
movimento cinetico esasperato e più in generale il
futurismo, il dadaismo, il movimento Bauhaus”. Tra i
fotografi invece gli piacciono Franco Fontana, Gabriele Basilico e Ferdinando Scianna. Il primo: “per la sua
Sopra: l’attore Vincent Cassel.
Above: the actor Vincent Cassel.
Sopra: il regista, attore, Abel Ferrara
Above: the director, the actor, Abel Ferrara.
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intuizione del paesaggio che ho sempre ammirato”. Il
secondo: “per il suo rigore architettonico, il suo modo
di registrare e stare dentro lo spazio”. Il terzo: “per
la sua cultura immensa che vorrei avere”. Nella sua
carriera ha fotografato parecchi personaggi famosi.
Ma quelli che lo hanno colpito di più sono Dario Fo,
Mario Luzi, Robert De Niro e Johnny Depp. “Dario Fo
è un personaggio incredibile, estremente coinvolgente. Mario Luzi – aggiunge - ha dimostrato una notevole fragilità davanti alla telecamera, qualcosa che
non ti aspetti. De Niro è un monumento del cinema,
essere a casa sua, fotografare tutta la sua famiglia, è
stato veramente emozionante. Johnny Depp invece mi
ha colpito per il suo carisma, qualcosa a cui è difficile
sottrarsi”. Di lui ricorda anche un divertente episodio
a Venezia: “gli ho fatto il ritratto, dovevamo portarlo
al Casinò di Venezia per esporlo, e lui se lo metteva davanti alla faccia mentre camminava per strada
attirando l’attenzione. Nessuno capiva chi fosse quel
matto che andava in giro con una foto sul viso. Poi
toglieva la foto, vedevano chi era e tutti ridevano”.
Il suo prossimo libro è nuovamente dedicato a New
York. Ma la metropoli della Grande Mela non è la città
che ama di più. Infatti: “adoro Parigi – spiega - per
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ché è la culla della nostra storia di Europei e perché
ho amato il Picasso parigino”. E: “amo moltissimo
anche Città del Messico perché è una città d’avanguardia che ha prodotto artisti, in particolare fotografi, eccezionali. Lì ho incontrato Manuel Alvarez Bravo,
un’esperienza indimenticabile”. In programma per il
2012 ha anche una mostra dal titolo “Viaggio in Italia
2011” con foto a mosaico realizzate per l’occasione e
d’archivio, un progetto fatto assieme a GIART di Bologna in omaggio al nostro bel paese la cui circuitazione è prevista in numerosi musei a partire dalla fine
della prossima primavera. Ma Maurizio Galimberti ha
anche un sogno proibito. “Fotografare un Papa – dice
- perché è un simbolo importante per la gente”. Gli
sarebbe piaciuto ritrarre Wojtyla: “gli avrei appoggiato la macchina sul viso, ne avrei fatto un mosaico,
avrei cercato di trasmettere il suo lato intimo, quello
Sopra: il regista, attore, Abel Ferrara
Above: the director, the actor, Abel Ferrara.
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che non vedi in pubblico”. C’è un’altra persona che
vorrebbe fotografare ma è un sogno proibito: “è mia
madre, ma è un’emozione troppo forte, perciò non lo
farò mai”.
M
aurizio Galimberti, class 1956, is one of the most
famous Italian photographers in the world. In theory he studied to be a surveyor and his career was meant
to be in the family construction and In 1991 he starts
to collaborate with Polaroid Italy, in 1995 the volume
Pro Polaroid Art is published with his photos, in 1997
his Polaroid mosaics are officially art collections. His
success lead him to participate as portraitist in numerous editions of the Venice Film Festival and to be called
by one of the most important Italian and international
brands to achieve institutional campaigns, books and
calendars .
In 2005 the meeting with the Fumagalli family, collectors of contemporary art, allows him to realize a series
of volumes on the cities of the world from New York, to
Venice and Berlin. In 2009 with the reopening of Polaroid
he goes as their official endorser to photography fairs
in Hong Kong and Las Vegas. In the same role at the
Tribeca Film Festival and does portraits of Lady Gaga’s
performances, Chuck Close and Robert De Niro. Finally
in 2011 a new brand in Vienna bought the Polaroid patent to re-launch its instant film, devotes a black-andwhite film titled “Impossible Maurizio Galimberti Special Edition”.
Why use Polaroid? “I couldn’t bear waiting for development, I had a perpetual fear of the dark room and realized that color output was simply magic. In fact I feel
closer to this form of art”. Among the painters who affect his imagination are “Boccioni, Duchamps and his
kinetic movement and more generally futurism, Dada,
Bauhaus movement”. Photographers that he likes are,
Franco Fontana, Gabriele Basilico and Ferdinando Scianna. The first “For his intuition of the landscape”. The
second “For his architectural rigor.” The third “For his
immense culture that I wish to have”. In his career he
has photographed many celebrities.
Those that have affected him the most are Dario Fo, Mario Luzi, Robert De Niro and Johnny Depp.
His next book is dedicated to New York. “I love Paris as
it is the cradle of our European history and because I
love the Paris Picasso “. “I love Mexico City because it
is a city that has produced artists, exceptional photographers. There I met Manuel Alvarez Bravo, an unforgettable experience “. Scheduled for 2012 he has an exhibition
entitled “Journey in Italy 2011” with mosaic and archive
pictures made for the occasion: a project with GIART of
Bologna . Maurizio Galimberti has a forbidden dream.
“Photographing a Pope- he says-because he is an important symbol for the people”. He would have liked to
portray Wojtyla: “I would have pointed the machine on
his face, I would have made a mosaic, tried to convey his
intimate side, what you don’t see in public.
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