Baccini, Sofia - Rotters` Club

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Baccini, Sofia - Rotters` Club
Baccini, Sofia
Scritto da Peppe
Martedì 05 Maggio 2009 11:11 - Ultimo aggiornamento Domenica 04 Luglio 2010 11:53
Possiamo considerare Sofia Baccini una veterana del progressive italiano attuale. La
bravissima cantante partenopea, infatti, ha mosso i primi passi in questo mondo all’inizio degli
anni ’90, quando il gruppo Presence ha fatto il suo esordio discografico con il mini LP The
shadowing. Sono poi seguiti altri quattro album in cui la band napoletana ha continuato a
cimentarsi in una commistione di progressive dalle tinte oscure, hard rock e suggestioni
derivanti dalla musica classica e lirica. Ma la più recente performance di Sofia è quella presente
nell’album Kalevala, appena uscito per la Musea e a cui è dedicato un ampio articolo su queste
pagine nella sezione “Concept e altre storie”. La vocalist ha partecipato all’opera in questione
con un brano fantastico e suggestivo che va considerato tra le vette del disco. Ed ecco ora
l’intervista realizzata con Sofia, che ci parla approfonditamente e con estrema disponibilità del
Kalevala e della sua carriera facendo anche interessanti considerazioni sul mondo del
progressive.
Giuseppe Di Spirito: Come è nata la tua partecipazione al Kalevala?
Sofia Baccini: Marco Bernard di Colossus, che conosceva già i Presence ed
ai quali aveva dedicato una copertina in occasione dell'uscita di Gold, mi
contattò per chiedermi se volevamo partecipare all'opera...per i Presence
non era possibile per motivi contrattuali, così mi offersi come solista. Avevo
già in mente da parecchio di "lanciarmi" nel mondo del Prog anche come
autrice, ma non trovavo mai la spinta giusta. Marco accettò subito la mia
proposta, ed eccomi qua. Conoscevi già l’opera letteraria?
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Sì, per grandi linee, e mi piaceva moltissimo . Tutte le saghe mi affascinano e mi ispirano sia come musicista che come
appassionata di miti e leggende.
Hai deciso tu di comporre un brano riguardante il
suicidio di Kullervo?
La decisione non è stata mia, perché quando Marco
mi ha scritto erano rimasti solo tre brani liberi, e lui mi
propose direttamente quello riguardante Kullervoinen.
Praticamente loro hanno diviso il Kalevala in 30 parti,
o giù di lì, ed hanno affidato ciascuna di queste piccole
storie ad un gruppo diverso...tra l'altro c'era anche il
vincolo del tempo - per ragioni di spazio restante sul
CD il mio pezzo non poteva durare più di 5 minuti...
Ma quando mi arrivò la narrazione dell'epopea di
Kullervoinen m'innamorai talmente di questo
personaggio (l'ascesa ed il suicidio di un potente mago
nero) che dissi a me stessa : riuscirò a farlo
combattere, vincere, pentirsi e morire in cinque
minuti, è solo un'altra sfida in più.
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Ci parli un po’ della genesi della tua
composizione e di come questa sia stata
registrata?
La prima cosa che mi è venuta in mente è stata
un'immagine, la terra di Kullervoinen ormai
devastata dopo l'ultima battaglia e nell'aria le
voci degli spiriti di quelle che una volta erano
una magnifica foresta, ed una fiorente
città...Quindi ho cominciato a raccontare la
storia dal punto di
vista di queste voci, e poi pian piano ho
aggiunto le invocazioni ed i pensieri dei familiari
di Kullervoinen che ancora aleggiavano quasi
come una nebbia, in primis le parole della
madre che fino all'ultimo tenta inutilmente di
distoglierlo dai suoi propositi di guerra e di
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vendetta. Dal punto di vista musicale questo si
è tradotto in una serie di canti che s'intrecciano
dall'inizio alla fine, ognuno descrivendo col suo
tema un personaggio, e che s'interrompono poi
bruscamente tutti insieme quando Kullervoinen
si trafigge con la spada del dio Ukko. Infine uso
lo stesso tema iniziale per l'epilogo della storia,
ma cantato stavolta da una voce soltanto. Il
pianoforte è stato registrato a casa mia
mettendoci una specie di gabbia intorno,
perché ci tenevo che fosse proprio quello il
suono. Le voci, tranne la solista, le ho registrate
sempre qui dove ho una piccola discreta
attrezzatura che mi consente di lavorare senza
l'assillo del vile denaro (le sale d'incisione,
come sai, si pagano ad ora!) poi per tutto il
resto mi sono appoggiata a varie sale
napoletane dove lavoro spesso come turnista,
ed infine per il missaggio e la masterizzazione
sono andata al NUT perché mi piacevano i
suoni che Vinci (il fonico) riesce a concepire, e
perché è una delle pochissime sale ad avere
equalizzatori e compressori analogici.
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Quella con il Kalevala è, credo, la tua
prima esibizione solistica. Pensi di
dare un seguito a questa esperienza?
Ho tanti progetti nel cassetto, e non ti nascondo
che considero importante l'accoglienza
riservata a questa mia prima prova per tirate
fuori l'entusiasmo... Hai ascoltato il disco? Cosa ne pensi
del risultato finale?
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Lo trovo stupendo, una veste grafica magnifica,
ed il livello generale, contrariamente ad altri
lavori simili, è molto alto.
Col Kalevala, più che coi Presence, hai
dimostrato la tua grande versatilità
vocale. Ti trovi più a tuo agio in ambito
lirico o in ambito rock? E fin dove
pensi di spingerti con la
sperimentazione vocale?
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La lirica ed il rock sono le mie due anime
complementari, l'una ha bisogno dell'altra. Già
con i Presence ho cercato di unificarle in Black
Opera cantando quattro romanze di Verdi come
fossero ballate rock, e quanto è risultato duttile
e moderno Verdi alla prova dei fatti! Credo che
la lirica ed il rock siano la migliore faccia della
musica italiana, insieme con la napoletana che
però ha una sua scala ed è quindi un linguaggio
a parte, e sono molto orgogliosa di essere
italiana in questo senso. Quindi non scinderò
mai le due parti, tenterò sempre di unirle
piuttosto. Dato che poi sono anche molto
attratta da quello che le macchine moderne e
l'effettistica in genere possono ottenere, anche
questa cosa la considero parte dell'essenza
stessa del Prog (che ha creato tra l'altro nuovi
strumenti!),credo che non smetterò mai di
sperimentare e cercare nuovi suoni, ma sempre
finalizzandoli alla musica ed a quello che voglio
dire, che resterà lo scopo principale. In sintesi
la sperimentazione fine a se stessa non
m'interessa, la musica fine a se stessa quella
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sì, eccome.
Ci racconti il tuo percorso musicale
dagli esordi fino ad oggi e parlando dei
tuoi studi?
Sinceramente non riesco a ricordare un
giorno della mia vita senza musica,quindi
devo tornare indietro nel tempo più o
meno a quando volava lo pterodattilo
:)))...ho cominciato a cinque anni con il
pianoforte, ed ho continuato poi con gli
studi di lirica quando la voce è diventata
abbastanza forte per cominciare. Questo
perché mio padre commise il grave errore
di portarmi al Teatro San Carlo di Napoli a
vedere La forza del destino quando ero
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appena undicenne. Sentii la potenza
dell'orchestra rotolarmi addosso e quando
l'opera finì pretendevo di rimanere nel
teatro. Solo la promessa che un giorno
avrei studiato e cantato anch'io quelle
cose riuscì a calmarmi. Con questo
bagaglio iniziale ho imparato da sola a
strimpellare la chitarra, e sempre da sola
ho studiato composizione. Quando poi
ancora andavo a scuola risposi ad un
annuncio, un gruppo che cercava una
voce femminile solista, e qui avvenne
l'incontro con il rock.. Andai a fare il
provino e fui presa, e da allora è stato un
susseguirsi di esperienze, non ultima
quella di turnista nelle sale d'incisione che
dura ancora e mi ha regalato una grossa
padronanza del mio strumento, la voce.
Poi nel '90 l'incontro (fatale?) con altri due
turnisti, Enrico e Sergio, con i quali
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creammo i Presence. Con loro ho inciso
finora cinque dischi in studio più due
compilation, ed ho scritto tutti i testi e tutte le parti vocali. Comunque i miei studi
non sono mai finiti, tuttora faccio scale e
vocalizzi e canto un paio di romanze ogni
giorno, tanto per gradire...
Hai qualche artista preso/a a
modello di riferimento?
Tantissimi, sempre diversi nel
tempo...La prima ad affascinarmi
proprio per il suo modo spregiudicato
di usare la voce è stata Sonia
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Kristina, dei Curved Air. Poi arrivò
Janis Joplin con la sua potenza, quasi
una forza della natura. In seguito ho
attinto moltissimo da tutti i cantanti
hard e quelli del Metal storico, Rob
Halford David Coverdale e Grace
Slick ad esempio, mentre ho
ammirato molto il modo di comporre,
e di usare lo studio, di David Bowie.
Per i cori, i miei gran maestri sono
stati gli Yes ed i Queen, e
naturalmente i grandi cori della
musica lirica. Per il modo di cantare,
anche il blues degli anni trenta e
quaranta ha la sua parte di colpa...
Bessie Smith, Billie Holiday... E poi, e
mi prendo interamente la
responsabilità di quello che dico, mi
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hanno molto ispirata le grandi voci di
Mina ed Antonella Ruggiero, due
autentiche caposcuola nel loro
genere.
Come sono nati i Presence? Ci
racconti brevemente la vostra
storia?
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I Presence come ti ho già
accennato sono nati nel 1990,
come un’idea, o piuttosto come un
grande sogno, nato nella mia testa
e in quella di Enrico
(tastiere-basso-percussioni) al
quale subito aderì Sergio (chitarra)
con entusiasmo, appena gli
parlammo del progetto. Eravamo
tre turnisti nonché tre amici,
all’epoca, molto richiesti e molto
demoralizzati dal fatto che tutta la
nostra fatica ed i nostri studi
finissero poi soltanto nel calderone
della musica leggera e
commerciale, mentre tutto quello
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che ci piaceva ascoltare, rock
sinfonico e dark in testa, fosse un
genere ormai bandito dai media e
liquidato come obsoleto e vecchio.
Io la consideravo la musica del
futuro! Decidemmo perciò di
registrare un po’ di quella enorme
mole di note che conservavamo
nel cassetto, pagando lo studio di
registrazione con sessioni, e
grazie alla nostra lunga
esperienza di sala d’incisione
nacque The Shadowing
praticamente in una settimana.
Era una piccola storia composta
da tre pezzi più un epilogo e
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durava circa venti minuti. Ne
stampammo circa 400 copie
soltanto in vinile, pagandole con
sessioni, e provammo a mandarle
in giro a riviste specializzate,
fanzine e radio qua e là.
L’accoglienza fu entusiastica! Da
qui scaturì l'incontro con la Black
Widow, ed il resto più o meno lo
sai…siamo arrivati al quinto
album, ed ora la ristampa del terzo
con allegato disco dal vivo. 15 / 50
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Sei soddisfatta dei vostri
dischi, sia da un punto di
vista artistico che per
l’accoglienza della critica?
Assolutamente. Ognuno di essi
ha rappresentato una tappa
importantissima nella mia
"crescita" come artista, ed
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inoltre tu sai benissimo che
riuscire a realizzare prodotti del
genere oggi e venderli anche
bene è praticamente un'
impresa...la critica ci ha sempre
amati, forse anche per questo. Come mai avete scelto di
ripubblicare il vostro
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secondo album da vendere
insieme ad un disco dal
vivo? Non pensi che
sarebbe meglio stato
produrre solo il live, visto
che così c’è il rischio che
chi possiede già il disco in
studio potrebbe non aver
voglia di fare un simile
acquisto?
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Non è stata una scelta nostra,
ma della Black Widow che ha
esaurito la prima stampa ed ha
ancora molte richieste per The
Sleeper Awakes, che tra l'altro
è il nostro terzo album, anche
se effettivamente il secondo full
length. Inoltre non è mai uscito
su vinile, ed ecco il perché di
questa ristampa. Ci sembrava
giusto dargli anche questo
supporto che senz'altro
valorizza meglio l'orchestra
(The Sleeper Awakes è stato
realizzato in collaborazione con
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la sezione d'archi del San
Carlo). Avrà quindi una nuova
veste grafica, una copertina
apribile corredata di 13
fotografie, in concerto e non, ed
un disco dal vivo allegato che
vorrebbe testimoniare il meglio
dei nostri concerti in questi
ultimi 10 anni.
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L’influenza della musica
classica e lirica nei lavori
del gruppo si è sempre
sentita. Si tratta di
qualcosa che hai portato tu
nel gruppo, o è un punto di
riferimento anche per gli
altri musicisti?
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La passione per la lirica era
interamente mia, e sono
riuscita pian piano a contagiare
anche gli altri. Ma per quello
che riguarda la musica classica
c'è stato sempre un interesse
comune, Enrico per esempio è
un profondo conoscitore di
Stravinsky e di tutta la musica
d'inizio Novecento in genere. 22 / 50
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Pensi che continuerete su
questa strada di unione di
prog aggressivo, musica
classica e lirica, o
dobbiamo aspettarci delle
sorprese?
Sempre sorprese dai Presence,
uno dei nostri credo è suonare
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per passione. Se troveremo
qualcos'altro che ci appassiona
quindi lo seguiremo senz'altro...
Ma non abbandoneremo mai il
prog ed il dark, questa è una
certezza.
Cosa prevede il futuro
artistico tuo e del gruppo?
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Con l'uscita di The Sleeper
Awakes e del Live speriamo
di fare davvero una
montagna di concerti, è una
cosa che veramente ci
manca e tutti ci chiedono
perchè non suoniamo più
spesso... Le difficoltà per
portare in giro
adeguatamente questa
musica sono veramente
tante, ma la Black Widow
quest'anno si sta attivando
seriamente per darci una
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mano. Intanto il prossimo
disco in studio è già pronto,
ed è anche questo un
doppio. Dovremmo
cominciare le session nel
prossimo anno. Io vorrei
pubblicare il mio primo disco
da sola, sto cercando
l'etichetta che può aiutarmi.
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Il rock progressivo in
Italia continua a trovare
terreno fertile, ma,
soprattutto negli anni più
recenti, le numerose
band di qualità in
circolazione restano
sconosciute ai più e i
loro dischi sono
comprati solo ad una
cerchia molto ristretta di
appassionati (la qual
cosa, col passare del
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tempo, sembra anche
accentuarsi). Che
opinione ti sei fatta al
riguardo?
Si è entrati in una specie di
circolo vizioso...gli
appassionati del Prog
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cosiddetto puro non vogliono
andare oltre gli anni 70, e
probabilmente hanno anche
ragione, e quando poi
scoprono una nuova band di
qualità ne sono quasi gelosi
e sono felici se posseggono
soltanto loro questa rarità: di
conseguenza si è sviluppato
molto il mercato dei
collezionisti piuttosto che
quello propriamente
discografico. A volte, per
trovare un disco che
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t'interessa, è meglio che lo
cerchi nelle conventions o su
E-bay piuttosto che nei
negozi specializzati. Questo
non incoraggia certo le
grandi distribuzioni ad
occuparsi del Progressive
che così pur essendo molto
ascoltato e molto suonato
rimane un genere di nicchia.
A questo aggiungi il costo
effettivamente alto dei
dischi...si potrebbe uscire da
tutto questo investendo
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seriamente e portando
all'attenzione di un pubblico
più vasto il nostro genere,
ma vai a convincere le
etichette alternative a
finanziare un po' di
pubblicità, per esempio
televisiva...
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Andando più nello
specifico, Napoli è stato
in passato un centro
molto attivo con Balletto
di Bronzo, Osanna,
Cervello, Alan e Jenny
Sorrenti, ecc. Negli ultimi
20 anni, invece, le realtà
prog partenopee si
contano sulle dita di una
mano. Cosa puoi dirci
delle difficoltà che si
incontrano in una città
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particolarmente calorosa
come Napoli? E’ così
difficile per proposte
meno commerciali
trovare spazio?
Napoli ultimamente è tutta
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funky ed etnico, chi proprio
vuole osare suona
jazz...quando io dico che
faccio la cantante mi
chiedono cosa canto io
rispondo rock progressivo il
più delle volte mi chiedono “E
cos'è?”, oppure “Perché?”. E
siamo ai casi più gentili...
Eppure il Prog è riuscito a
fondere egregiamente tutti
questi generi ed a farli
andare avanti. Ci sono anche
qui ottimi gruppi ma come al
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solito non si comunica...
Forse dovremmo unirci,
chissà....
Il mondo di internet si sta
rivelando per il prog
un’arma a doppio taglio:
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da una parte c’è la
possibilità di una
maggiore visibilità, è più
facile per gli
appassionati stare dietro
alle novità e trovare i
dischi rispetto ad un
decennio fa. Dall’altra si
denota un’ulteriore
frammentazione del
mondo del progressive a
causa di un maggior
numero di proposte,
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delle rivalità e, come si
suol dire, gelosia del
proprio orticello. Tu che
rapporto hai con internet
in generale, con l’internet
del prog e con l’ambiente
degli addetti ai lavori?
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Hai centrato in pieno il
problema, ed in parte ti ho
già risposto due domande
fa...In sostanza in Internet io
non ci credo più tanto. E'
come quando compri una
chitarra o un pianoforte,
magari il prezzo è buono, ma
compreresti mai senza
provare? Lo stesso per me è
per i dischi, io voglio il mio
bel negozio che sia anche un
punto di confronto e
scambio, voglio ascoltare e
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soprattutto toccare la
copertina, guardare le foto e
sentire l'odore della carta.
Voglio un commesso
competente ed
appassionato, un amico che
mi mette da parte quello che
mi piace. La rete può servire
a farti conoscere, questo sì,
a velocizzare le
comunicazioni, ad esempio
questa intervista sarebbe
stata molto più complicata da
realizzare anche solo 3 anni
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fa, la posta elettronica è la
vera cosa bella secondo
me...ma niente potrà mai
sostituire un bel concerto, un
bel negozio, un bel locale
dove si suona e si ascolta
buona musica. Ed anche a
livello pubblicitario, internet è
molto diffusa d'accordo ma è
meno immediata della radio
o della tv che le accendi e sei
subito dentro, per cui io che
ho poco tempo confesso di
conoscere molto poco i siti
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che diffondono il prog,
mentre trovo molto utili quelli
delle band per sapere
quando e dove suonano, ad
esempio, ma è sempre la tv
o i manifesti per strada o i
giornali che m'informano per
primi...in sintesi credo che
internet sia una cosa ottima per lavorare meglio, ma
secondo me non potrà mai
sostituire la discografia
ufficiale o i normali mezzi di
comunicazione come invece
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pare siano tutti convinti
ultimamente. Sei in contatto con altri
artisti del genere? E cosa
pensi del progressive
italiano vecchio e di
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quello attuale?
Grazie al Kalevala ho
collaborato con i Greenwall,
che mi hanno contattata per
il loro album che dovrebbe
uscire tra poco, ed è stata
una collaborazione
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fantastica. Conosco da
sempre i Garden Wall, un
gruppo che fa cover dei
Genesis e suona qui a
Napoli. Il Prog italiano
vecchio è semplicemente
eccezionale, innovativo,
unico. Tra l'altro proprio
gruppi come i Genesis
devono parecchio all'Italia
come più volte loro stessi
hanno dichiarato, perché il
paese che per primo ha
decretato il loro grande
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successo commerciale è
stato proprio l'Italia (bei
tempi!). Conosco bene Lino
Vairetti degli Osanna e
Vittorio Nocenzi del Banco,
con lui ho anche registrato
un brano bellissimo tre anni
fa. Attualmente si può e si
deve parlare di NUOVO Prog
italiano secondo me, un po'
perché quella stagione è
ormai irripetibile, e un po'
perché piace talmente tanto
suonarlo ed ascoltarlo, e
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Martedì 05 Maggio 2009 11:11 - Ultimo aggiornamento Domenica 04 Luglio 2010 11:53
questo vale anche per gli
adolescenti, che sarebbe
stupido non dirlo. Hai altri
progetti/esperienze
musicali, oltre il
progressive?
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Baccini, Sofia
Scritto da Peppe
Martedì 05 Maggio 2009 11:11 - Ultimo aggiornamento Domenica 04 Luglio 2010 11:53
Ho il mio solito lavoro di
turnista ed arrangiatrice,
come esperienza, che mi
ha portato a collaborare un
po' con tutti gli artisti
napoletani, famosi e non,
ed anche con qualche
artista non napoletano tipo
Amij Stewart, Ljuna...ma i
miei progetti sono tutti nel
Prog, puro o contaminato
che sia. 47 / 50
Baccini, Sofia
Scritto da Peppe
Martedì 05 Maggio 2009 11:11 - Ultimo aggiornamento Domenica 04 Luglio 2010 11:53
C’è qualche altra cosa
che ti va di dire ai
lettori del Rotters’
Club?
Mi hanno sempre detto
che la mia musica fa
viaggiare...ecco, spero di
continuare a farci questo
viaggio insieme ancora
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Baccini, Sofia
Scritto da Peppe
Martedì 05 Maggio 2009 11:11 - Ultimo aggiornamento Domenica 04 Luglio 2010 11:53
per tanto, tanto tempo,
con l'augurio di
conservare questa
passione che ci
accompagna ogni
giorno...e vorrei
approfittare di questo
anche per ringraziare
tutti quelli che mi hanno
seguita finora, e a quanti
altri vorranno farlo
ancora...ancora e
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Baccini, Sofia
Scritto da Peppe
Martedì 05 Maggio 2009 11:11 - Ultimo aggiornamento Domenica 04 Luglio 2010 11:53
davvero grazie!
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