Bacio della Medusa - Discesa agli inferi d`un giovane

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Bacio della Medusa - Discesa agli inferi d`un giovane
Bacio della Medusa - Discesa agli inferi d'un giovane amante
Scritto da Peppe
Domenica 01 Novembre 2009 14:36 - Ultimo aggiornamento Domenica 01 Novembre 2009 14:38
Brani:
1-Preludio: Il trapasso; 2-Confessione d’un amante; 3-La bestia ed il delirio; 4-Recitativo: è nel buio che
Formazione:
Simone Cecchini: voce, chitarra acustica 6 & 12 corde, chitarra classica, sax tenore, cori; Simone Brozz
2008, Black Widow - Durata totale: 55:34
Da quando nel 2002 c’è stato l’esordio della Maschera di Cera sembra che il revival di quel
rock sinfonico italiano degli anni ’70 di gruppi come
Museo Rosenbach
,
Metamorfosi
,
Banco del Mutuo Soccorso
,
Balletto di Bronzo
, ecc. continui a raccogliere proseliti.
Il Bacio della Medusa
è sicuramente una delle band più credibili nel percorrere questa strada. In questo loro secondo
lavoro sfoderano una classe eccezionale: formalmente e tecnicamente ineccepibili, regalano
emozioni continue attraverso una serie di composizioni che sanno essere allo stesso tempo
poetiche, intense, energiche, eleganti, trascinanti. Possiamo ascoltare in continuazione trame
melodiche d’alta classe e fraseggi strumentali costruiti ed eseguiti egregiamente, tra i classici
cambi di tempo e di atmosfera, a seguire tutti i dogmi del genere. Il progressive è contaminato
di arie classiche, grazie soprattutto alla presenza del violino; le tastiere ci spingono più
direttamente in quei timbri cari agli amanti dei gruppi sinfonici dei
seventies
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Domenica 01 Novembre 2009 14:36 - Ultimo aggiornamento Domenica 01 Novembre 2009 14:38
, mentre il flauto
tulliano
è presente in dosi abbondanti e la chitarra sa essere tagliente al punto giusto. Il concept si
sviluppa in maniera lineare, non ci sono cali qualitativi, i musicisti si mostrano sicuri delle loro
doti e realizzano un’opera ottima, espressiva, decadente senza eccessi, suonata alla
perfezione, con una marea di spunti strumentali da incorniciare ed una teatralità degna dei
maestri transalpini
Ange
. Questo è uno di quei rari casi in cui la mancanza di originalità è accompagnata da un’enorme
qualità musicale. Disco bellissimo in ogni suo momento! Da acquistare senza remore per gli
amanti del rock sinfonico!
Peppe - gennaio 2009
2/2