LA PALLAVOLO FINO AI 14 ANNI

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LA PALLAVOLO FINO AI 14 ANNI
LA PALLAVOLO FINO AI 14 ANNI Di Gallone Donato La pallavolo migliora le capacità anaerobiche e la coordinazione motoria e come ogni sport di squadra favorisce la socializzazione. Le uniche precauzioni da prendere a riguardo sono i traumi derivanti da varie ripetizioni di salti, ma che, viste le modalità di gioco dei bambini, nelle fasce di età più basse non sono molto rilevanti. Prima dei 13‐14 anni l’attività di riferimento è il minivolley, dopodiché vi è la pallavolo come attività sportiva. Benché il minivolley accetti iscrizioni a partire da 9‐10 anni, le società di pallavolo iscrivono i bambini anche a partire da 6‐8 anni. In quest’ultima fascia d’età di certo la pallavolo non è l’attività più indicata per il corretto sviluppo psicomotorio del bambino, ma ciò non implica che le società compiano un grave sbaglio iscrivendo bambini tra i 6 e gli 8 anni: per non incorrere in errore è essenziale che i bambini non vengano specializzati e che compiano un lavoro multilaterale e polivalente sottoforma di gioco, non escludendo, magari avvicinandosi ai 9 anni, una maggiore familiarizzazione con le attività del minivolley. • Tra 6 e 8 anni. Non bisogna dimenticare che in questa fascia di età il bambino inizia a fare gioco di collaborazione, ma spesso sceglie un numero ristretto di compagni di gioco. Quindi non bisogna forzare i bambini a collaborare tra loro, ma piuttosto, metterli nelle condizioni ideali di socializzare per via di interessi comuni attorno ad un’attività ludica. Specialmente intorno ai 6 anni i bambini sono imprudenti, non stanno mai fermi e giocano pericolosamente con la palla. È opportuno quindi mettere in chiaro alcune regole per evitare che qualcuno si faccia male. Per facilitare l’accettazione di regole a dei bambini che si stanno affacciando al periodo operatorio concreto piagettiano, è bene farlo sotto forma di gioco: ad esempio se vogliamo che i bambini corrano in fila indiana e non in modo disordinato, possiamo giocare sulla loro immaginazione riguardo al termine “fila indiana”, in modo tale che si sentano parte di un gioco (quello di fare gli indiani) dal quale non vogliono dissociarsi a costo di accettare delle regole. Sotto l’aspetto motorio, come già accennato, i bambini devono compiere lavori polivalenti e multilaterali. Attraverso vari giochi i bambini devono poter variare gli schemi motori e le circostanze in cui vengono adoperati, in modo da avere uno sviluppo armonico e potere al contempo divertirsi. Ad esempio sono molto utili a questi fini vari percorsi che vedono in successione l’utilizzo di diversi schemi motori di base che divengono via via più complessi con l’avanzare dell’età. Ad esempio, con l’avvicinarsi ai nove anni, si possono introdurre nel percorso esercizi che prevedono l’uso di attrezzi oppure che richiedono gesti della pallavolo basilare come alcuni palleggi a muro. In generale per prendere affinità con l’attrezzo (in questo caso la palla da minivolley) si possono fare giochi che prevedano l’uso della palla in qualsiasi forma: palla avvelenata ad esempio consiste in un gruppetto di giocatori che lanciano la palla ed un altro che deve cercare di scansarla. Cacciatori e leprotti è una variante che prevede il discernere, in base ai colori, chi bisogna colpire con la palla. Questi e molti altri giochi sono utili per familiarizzare non solo con l’attrezzo ma anche con l’ambiente che circonda i bambini. Inoltre, opportunamente distribuiti e confusi con gli altri giochi, è possibile insegnare alcuni fondamentali della pallavolo, senza seguire necessariamente le regole e la biomeccanica propria del suddetto sport, ma lasciando i bambini liberi di compiere movimenti diversi. Non è sbagliato nemmeno inserire il bambino in un contesto polisportivo generale: come per i gesti della pallavolo è possibile amalgamare agli altri giochi gesti del basket, del calcio e di altri sport in maniera generica, che possano divertire il bambino. Infine si possono iniziare ad inserire, nelle attività ludiche, delle partite di minivolley con regole estremamente semplificate e facendo in modo che gli avversari e i compagni varino sempre. • Da 9 a 12 anni Il gioco dei bambini è ormai sociale, ma bisogna stare attenti a far esprimere tutti allo stesso modo: ci sarà spesso qualche bambino che per la sua personalità forte trascinerà gli altri rischiando di non farli esprimere al meglio. Per evitare ciò, è bene contenere i bambini “leader”, e responsabilizzare tutti a sentirsi parte di una squadra in cui il motto ideale è “tutti per uno e uno per tutti”. Non bisogna comunque reprimere totalmente le qualità dei bambini “leader”, ma anzi sfruttarle a favore di tutto il gruppo (se un bambino ha voglia di emergere si può, ad esempio, far dirigere a lui l’avviamento globale, sotto la supervisione di un educatore). Per questa fascia d’età la Federazione Italiana Pallavolo organizza eventi di minivolley. Il minivolley è una semplificazione della pallavolo che permette ai bambini di avviarsi a questo sport senza specializzarsi eccessivamente. Tra un gioco e l’altro si iniziano ad insegnare, ai bambini, i fondamentali in maniera corretta. I giochi diventano propedeutici al minivolley, sebbene mantengano una base di motricità generale: il gioco dell’“asino” consiste nel passarsi la palla in vari modi (palleggio, bagher o lanci vari nel caso i bambini non sappiano ancora mettere in pratica i fondamentali) e quando c’è un errore chi lo ha commesso continua il gioco in equilibrio su di un piede, poi in ginocchio e in fine esce. Il gioco del bowling consiste nel dover abbattere dei birilli (o altri attrezzi) a 6 metri di distanza con palleggi o lanci vari. Il gioco del fazzoletto consiste nel disporre i bambini su due file e assegnare loro dei numeri ; quando viene chiamato un numero i due bambini corrispondenti corrono a prendere la palla che c’è tra le due file e la fila che ne prende di più vince. Questi sono tre esempi di come possono essere impostati i giochi tra i 9 e i 12 anni nel minivolley: pur richiedendo spesso l’utilizzo dei fondamentali i giochi sono mirati allo sviluppo delle capacità coordinative e della rapidità, capacità che vedono in questa fascia di età la loro fase sensibile. • Da 12‐13 a 14 anni. A partire dai 12 ‐13 anni la Federazione Italiana Pallavolo permette di disputare un primo campionato giovanile (Under 14). I ragazzini devono affacciarsi ad una realtà dove le regole sono di più numerose e più rigide che in precedenza. Per fortuna, di solito, l’abbondanza di queste regole viene smaltita con la grande dose di entusiasmo che presentano i ragazzini emozionati da un vero e proprio campionato. È bene dedicare una buona parte dell’allenamento ad una preparazione fisica generale: si inizia ad agire progressivamente sulla forza a carico naturale Ai giochi iniziano a sostituirsi veri e propri allenamenti: mentre prima si facevano giochi sul palleggio, ad esempio, ora ogni ragazzino palleggerà con un compagno seguendo delle direttive(solo palleggio, solo bagher, palleggio libero, ecc). I ragazzini perfezioneranno gesti tecnici specifici come la schiacciata: mentre prima spesso era solo un colpire la palla, ora i ragazzini imparano la giusta rincorsa, la giusta coordinazione e tutto ciò che è necessario a rendere il gesto efficace. Dato che il gesto della schiacciata richiede per i destrimani una dato movimento e per i mancini un'altro speculare o quasi, il gesto specializzerà i giovani in base al loro arto dominante. Per limitare ciò sarebbe utile che i ragazzini provino il gesto con l’arto debole in allenamento, che seppure non avrà nessuna utilità macroscopica nelle gare, contribuirà all’assimilazione del gesto con il lato dominante, che spesso in questa età non è ancora automatizzato. La pallavolo ad un certo livello prevede dei ruoli ben definiti, in cui un giocatore si specializza in una data attività. Per i bambini che partecipano all’Under 14 questo non è necessario, anzi è sbagliato. I ragazzini devono “saper fare tutto”, nel senso che devono saper adoperare tutti i fondamentali indifferentemente, poiché le loro caratteristiche fisiche non sono ancora del tutto delineate e magari in futuro un ragazzo sarà più portato per un ruolo invece che un altro. Tenendo conto di ciò, quindi, è bene che i non ci siano spostamenti o schemi in campo: l’ideale è giocare la pallavolo basilare. In questa età un'altra tematica importante è il morale di ogni singolo ragazzino. L’ideale di squadra e di unità che si è difficilmente raggiunto nel corso degli allenamenti non deve essere sfatato in partita: innanzitutto se abbiamo ancora un ragazzino “leader” possiamo dargli il ruolo di capitano ed educarlo a quella “carica”. Ogni giovane deve avere il proprio spazio: spesso ci sarà qualche ragazzino meno abile di altri, ma si deve cercare di amalgamare la squadra in modo che tutti possano giocare e divertirsi. Il problema che si può presentare è che i possibili sbagli di un giovane meno abile, possano mandare in fumo lo spirito di squadra: compito dell’educatore è mantenere alto il morale ed impedire che ciò accada. Se fatta nel migliore dei modi la pallavolo in età evolutiva può essere un buon mezzo di crescita motoria e sociale, oltre a un modo per divertirsi in modo sano.