ECUADOR 2004

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ECUADOR 2004
Ecuador, Amazzonia
ISOLE GALAPAGOS
26 ottobre/5 novembre 2004
Causa numero chiuso alle Galapagos prenotazioni
entro luglio 2004!!!
ECUADOR, AMAZZONIA e ISOLE GALAPAGOS è un viaggio tra scoperta e conoscenza, è
opportunità di contatti con la sua gente e le sue terre. I vulcani, le città dal sapore coloniale, le
spiagge, la natura incontaminata e gli incredibili animali delle Isole Galapagos potranno soddisfare
le diverse aspettative di ognuno di voi. I Popoli indigeni, le tracce del passato nei muri antichi di
Quito e nel Museo Antropologico, la musica e le danze arricchiranno questo bel viaggio
personalizzato per il CTA e dal ritmo tranquillo nel rispetto della natura e della gente locale.
Partenza garantita minimo 6 partecipanti
Quota di partecipazione
€ 2.680,00 Tasse aeroportuali circa € 52,00
ITINERARIO.
TRENTO – VENEZIA – MADRID – QUITO – BANOS - AMAZZONIA – GUAYAQUIL –
ISOLE GALAPAGOS - GUAYAQUIL - MADRID – MILANO TRENTO
DURATA
11 GIORNI (06 NOTTI IN HOTEL , 3 NOTTI IN CROCIERA, 1^ NOTTE IN AEREO)
MEZZO DI TRASPORTO VOLI DI LINEA, AUTOPULLMAN, NAVE
SISTEMAZIONEALBERGHI 4/5/3 STELLE E NAVE DA CROCIERA CAT.LUSSO
TRATTAMENTO: PENSIONE COMPLETA
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DATA DI PARTENZA: 26 OTTOBRE 2004
PROGRAMMA
1° GIORNO – VENEZIA – MADRID - QUITO
Orari e luoghi di partenza da Trento e da Pergine, verranno comunicati con la circolare informativa
8 giorni prima. A Venezia, aeroporto Marco Polo, disbrigo delle formalità aeroportuali e partenza
per Madrid. Cambio aeromobile, quindi partenza con il volo di linea in coincidenza per Quito.
All’arrivo, trasferimento in Hotel per la sistemazione. Passeggiata e cena in Ristorante.
2° GIORNO - QUITO
Pensione completa.
Quito sorge a 2800 metri s/m. Il centro storico che visiteremo al mattino è stato dichiarato
patrimonio dell'umanità dall'Unesco. Camminando fra le piazze e le vie si respira ancora l'atmosfera
dell'epoca coloniale grazie alle case perfettamente restaurate, la chiesa di S.Francisco, una delle più
antiche del Sud America, la chiesa dei gesuiti, considerata la più bella dell'Ecuador e quella de Las
Mercedes, interessante per i suoi dipinti che raffigurano momenti della storia e della città. Poi si
attraversa il mercato all'aperto. Anche se moderno e non tradizionale è un'esperienza interessante
per la ricchezza di merci in vendita, per i colori e i rumori, le differenti etnie che popolano la città.
Pranzo in Ristorante.
Nel pomeriggio visita al Museo delle culture precolombiane.
Finanziato dal Banco Central è il più bel museo dell'Ecuador. Si percorre un viaggio ideale che
parte dalle culture precolombiane con i suoi reperti archeologici che trovano la più alta espressione
artistica nella sala dell'oro dove sono esposti gioielli e accessori cerimoniali. Poi si prosegue con
l'arte della colonia ricca di pitture e soprattutto di sculture a sfondo religioso della famosa scuola di
Quito. Infine l'arte contemporanea, espressioni artistiche anche di avanguardia e che rappresentano
in forma moderna la cultura andina.
Cena in Ristorante e pernottamento in Hotel.
3° GIORNO – QUITO – BANOS DI AMBATO
Pensione completa.
Dopo la prima colazione partenza sulla via dei vulcani. Si costeggia il vulcano Cotopaxi prima di
arrivare alla fiera più tradizionale dell'Ecuador a Saquisilì dopo circa due ore di viaggio. Saquisili è
una delle fiere indigene più tradizionali e meno turistica, conoscerla permette di prendere contatto
con il mondo rurale delle Ande. Proseguimento del viaggio e sosta per il pranzo in Ristorante a
Latacunga. Nel pomeriggio proseguimento in direzione di Banos, piccola cittadina termale alle
pendici del vulcano Tungurahua. All’arrivo, sistemazione in Hotel. Possibilità di bagnarsi nelle
piscine d’acqua calda sulfurea del vulcano o nel piccolo centro salute dell’Hotel.
Cena e pernottamento in Hotel.
4° GIORNO – AMAZZONIA - BANOS
Pensione completa.
Partenza di buon ora per l’escursione di una intera giornata in Amazzonia. Dopo un viaggio di circa
2 ore a bordo di fuoristrada si raggiunge la foresta amazzonica. Con una guida indigena si effettuerà
una passeggiata durante la quale si potranno apprendere i segreti di alcune piante medicinali. In
seguito navigazione in canoa tradizionale lungo un tranquillo fiume senza pericoli. In serata rientro
a Banos al termine di una giornata intensa ma difficile da dimenticare. Questa escursione è poco
faticosa e alla portata di tutti, ma soprattutto permette di conoscere la realtà affascinante della
Amazzonia ecuadoriana.
Cena e pernottamento in Hotel.
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5° GIORNO – BANOS - GUAYAQUIL
Pensione completa.
Dopo la prima colazione, partenza per Guayaquil con possibilità di soste lungo il percorso: sulle
pendici del Chimborazo (m.6310), la più alta cima dell’Ecuador; a Guaranda, capitale della
verdeggiante provincia indigena di Bolivar, o nella zona costiera dove la vegetazione è di tipo
tropicale con campi di riso, di banane, di cacao e di canna da zucchero.
In serata arrivo nella città di Guayaquil, molto moderna e diversa dalle città della sierra. Guayaquil
ha saputo rinnovarsi migliorando notevolmente il suo centro divenuto un luogo molto ospitale per i
turisti. Sistemazione in Hotel, cena e pernottamento.
6° GIORNO – GUAYAQUIL – GALAPAGOS
Pensione completa.
Prima colazione in Hotel e trasferimento all’aeroporto in tempo utile per il volo di linea per le isole
Galapagos. Arrivo all’Isola di Baltra e trasferimento a bordo della imbarcazione di categoria Lusso
ed inizio del programma previsto per la crociera. Il programma dettagliato verrà indicato una volta a
bordo dalla Guida naturalistica del parco che accompagnerà durante tutte le visite previste.
Generalmente si effettuano 2 escursioni giornaliere, una al mattino ed una al pomeriggio. Il pranzo
e la cena si effettuano sempre a bordo, così pure il pernottamento.
7°/8° GIORNO – CROCIERA FRA LE ISOLE GALAPAGOS
Pensione completa a bordo.
L’arcipelago delle Galapagos è unico per la caratteristica di essere abitato da numerosi animali che
si lasciano avvicinare senza timore. Si potranno vedere numerose otarie, leoni marini, sule dalle
zampe azzurre, fragate, albatros marezzati, pellicani, gabbiani codadirondine, fetonti dal becco
rosso, iguane marine, lucertole della lava, tartarughe giganti ecc.
A Puerto Ayora nell’isola di Santa Cruz, si effettuerà la visita guidata al centro ricerche Charles
Darwin con stazione scientifica.
9° GIORNO – ISOLE GALAPAGOS - GUAYAQUIL
Pensione completa.
In mattinata disbrigo delle formalità di sbarco e trasferimento in aeroporto in tempo utile per il volo
di linea per Guayaquil. All’arrivo trasferimento in Hotel e sistemazione nelle stanze riservate.
Guayaquil è la più popolosa città dell'Ecuador ed è molto diversa da Quito per la sua aria moderna e
frenetica. Non è una città turistica ma negli ultimi anni l'amministrazione locale ha recuperato
alcune zone del centro dove è possibile fare piacevoli passeggiate.
Tempo a disposizione. Cena e pernottamento in Hotel.
10° GIORNO – GUAYAQUIL
Pensione completa.
In mattinata visita al nuovo lungo fiume ed al molo di Guayaquil, recentemente restaurato, con lo
spettacolare giardino botanico fino allo storico quartiere de Las Peñas. Questo quartiere è il nucleo
più antico della città ed è situato su una piccola collina dalla cui cima è possibile ammirare il
paesaggio offerto dalla città e dal fiume Guayas.
Possibilità di effettuare gli ultimi acquisti presso il grande centro artigianale.
Pranzo in Ristorante.
Nel tardo pomeriggio trasferimento all'aeroporto e partenza con volo di linea per Madrid.
Pasti e pernottamento a boro.
11° GIORNO – MADRID – MILANO - TRENTO
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Nel pomeriggio arrivo a Milano, aeroporto della Malpensa. Espletate le operazione di sbarco e
quelle doganali, trasferimento in autopullman a Trento e a Pergine.
LA QUOTA DI PARTECIPAZIONE COMPRENDE:
-
Passaggi aerei con Voli di linea in classe economica, come da programma.
Franchigia bagaglio Kg. 20.
Voli da e per le Isole Galapagos.
Trasferimenti da e per gli aeroporti in Ecuador.
Tour in autopullman privato, come da programma.
Sistemazione in Hotel 4 / 5 stelle ( a Banos ¾ stelle)in stanze a due letti con servizi privati.
Crociera alle Galapagos con nave cat. Lusso.
Trattamento di pensione completa con acqua ai pasti inclusa, come da programma.
Visite ed escursioni con Guida parlante italiano per il Tour.
Assicurazione medico/bagaglio MONDIALASSISTANCE.
Etichetta bagaglio,
LA QUOTA DI PARTECIPAZIONE NON COMPRENDE:
-
Le Tasse aeroportuali
Il trasferimento da Trento all’aeroporto a/r.
Le bevande ai pasti (tranne l’acqua in bottiglia che è inclusa).
L’ ingresso al parco delle Galapagos ($ USA 100).
Le tasse di imbarco all’uscita dall’Ecuador ($ USA 25).
Le mance per l’autista, guida e per l’equipaggio a bordo della nave.
Tutto quanto non espressamente menzionato alla voce: la quota comprende.
SUPPLEMENTI
STANZA SINGOLA
€ 390,00
INGRESSO AL PARCO ISOLE GALAPAGOS
$ USA 100
TRASFERIMENTO TRENTO/VENEZIA-MILANO/TRENTO 6/ PART.
€ 65,00
CAMBIO Il preventivo è stato calcolato in base ai cambi ed alle tariffe aeree in vigore al momento
della stesura del programma, 2 marzo 2004.
NOTIZIE UTILI
DOCUMENTI: Passaporto con almeno sei mesi di validità. Non è richiesto alcun visto.
VACCINAZIONI: Per questo viaggio non è richiesta alcuna vaccinazione. Rischio malarico
esistente solo al di sotto dei 1.500 m. nelle zone rurali.
FUSO ORARIO: 6 ore in meno rispetto all’Italia e meno 7 quando vige l’ora legale.
ELETTRICITA’: 110 V. è necessario inoltre un adattatore che si può acquistare in loco.
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MONETA: E’ il dollaro USA. E’ consigliabile premunirsi di dollari di piccolo taglio.
TELEFONO: Per chiamare dall’Ecuador il prefisso internazionale è lo 0039 seguito dal numero
del distretto senza lo zero e dal numero desiderato. Dall’Italia per l’Ecuador il prefisso è 00593.
Il Cellulare non funziona. E’ facile telefonare con schede dalle cabine telefoniche.
CLIMA E ABBIGLIAMENTO: In Ecuador esistono 4 fasce climatiche differenti. La stagione
secca va da giugno a novembre. Il clima è mite tutto l’anno sulla cordigliera andina con differenza
fra il giorno e la notte. Alle Galapagos il clima è mite senza considerevoli variazioni.
Si consiglia un abbigliamento leggero durante il giorno con a portata di mano un capo pesante per
ogni variazione meteorologica e per le sera. Una giaccavento per ripararsi dal vento o dal
maltempo. Scarpe comode e resistenti all’acqua, occhiali da sole ed un berretto sono indispensabili.
Non dimenticare il costume da bagno!
MEDICINALI: Portare con sé i medicinali usuali oltre ad un antibiotico ad ampio spettro, aspirina
rapida da prendere senza acqua, un antidiarroico, fermenti lattici e qualche compressa per il mal di
gola. Creme solari protettive ed un antirepellente per zanzare e insetti.
Si raccomanda di consultare il proprio medico prima di intraprendere il viaggio.
Organizzazione tecnica: CTA Trento in collaborazione con Mashipura Viajes.
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Storia dell’Ecuador
L’epoca pre colombiana
La storia dell’Ecuador preincaico sconfina con la leggenda. Nell’XI secolo due tribù si imposero su
tutte le altre: i Cara sulla costa e i Quitu sugli altipiani. Le due tribù si mescolarono assumendo il
nome di Shyri. Verso il 1300 si creò una nuova alleanza con i Puruhà che provenivano dal sud.
All’epoca dell’espansione incaica i Puruhà occupavano ancora il nord del paese mentre il sud era
nelle mani del popolo dei Cañari. Questi si opposero agli invasori Inca e ci vollero alcuni anni
prima che il re Tupac Yupanqui riuscisse a sottometterli. Nel frattempo ebbe da una principessa
cañari un figlio che si chiamò Huayna Capac.
La conquista del nord durò molti anni. Huayna Capac divenne il nuovo re di un impero che si
estendeva dalla Bolivia all’Ecuador. Nel 1526 il re muore lasciando il regno non a un figlio bensì a
due: Huascàr di Cuzco e Atahualpa di Quito. Nello stesso anno i primi spagnoli giungono in
Ecuador in missione esplorativa comandati da Francisco Pizarro, il quale ritornò qualche anno dopo
come conquistatore. Intanto la rivalità fra i due fratelli si era fatta più forte al punto che i due regni
ormai divisi entrarono in guerra. Atahualpa dopo anni di lotta sconfisse il fratello . Quando Pizarro
arrivò nel 1532 incontrò un impero indebolito e diviso.
La sua avanzata fu rapida e drammatica. Scambiati per divinità gli spagnoli seminarono il terrore.
Atahualpa accettò di incontrare il conquistatore per negoziare ma Pizarro si presentò uccidendo le
sue guardie e catturando il re.
Per il suo rilascio venne chiesto un riscatto: una quantità incalcolabile d’oro, argento e altri beni
preziosi. Quando la somma fu pagata gli spagnoli fecero però processare Atahualpa e lo
condannarono a morte per incesto, poligamia, adorazione di false divinità e crimini contro la
corona.
Due anni dopo Quito fu rasa al suolo e rifondata dagli spagnoli.
La colonia e l’indipendenza
Iniziò il periodo coloniale. Non vi furono rivolte indigene degne di nota, fiorirono l’agricoltura e le
arti. Nacque la scuola artistica di Quito che lasciò un impronta nei palazzi e nelle chiese. I
colonizzatori al potere conducevano una vita agiata ma gli indigeni erano trattati in modo brutale.
Venne incoraggiato un lavoro forzato che portò nel XIII secolo a molte rivolte che causarono
diverse morti.
Una figura di spicco di quell’epoca è Eugenio Espejo, un brillante intellettuale di origini indie che
scrisse satire politiche, fondò un giornale di ispirazione liberale ma venne imprigionato e morì in
carcere.
Iniziarono le rivolte contro la Spagna. L’indipendenza fu conquistata da Simòn Bolìvar nel 1822. Il
sogno di Bolìvar era di creare un’unica nazione sudamericana : la Gran Colombia. Ma dopo otto
anni di vita la confederazione fu sciolta e l’Ecuador ottenne una propria indipendenza.
La sua storia è caratterizzata dall’instabilità che per anni ha visto liberali e conservatori
fronteggiarsi in guerre a viso aperto. Quito era il centro dei conservatori clericali, Guayaquil più
associata a ideali liberali.
L’opposizione fra gruppi politici scatenò episodi violenti: nel 1875 il presidente conservatore
Garcìa Moreno fu ucciso e la stessa sorte accadde diversi anni più tardi al liberale Eloy Alfaro.
Nel corso dei secoli si sono alternati governi civili e militari fino alla fine degli anni ’70.
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L'Ecuador degli anni '80 e '90.
Gli ultimi anni della dittatura militare furono segnati dall'instabilità economica, dall'aumento della
disoccupazione, dagli squilibri finanziari e dalle improvvise cadute degli investimenti, problemi
questi che furono fronteggiati mediante una politica che fece ampio ricorso al debito estero.
Le elezioni del '79 portarono al potere Jaime Roldós Aguilera (presidente) e Osvaldo Hurtado
(vicepresidente) (1979-81) , giovani uomini politici di centro. Dal 1981 fino al '97 il processo
democratico in Ecuador ha seguito un corso "normale"; si sono alternate al potere forze di destra
e di centro-sinistra. Sono stati presidenti: Osvaldo Hurtado (1981-84); León Febres Cordero (1984 88); Rodrigo Borja (1988 - 92); Sixto Durán Ballén (1992 - 96).A questo normale sviluppo del
processo democratico non ha corrisposto un normale sviluppo economico. Gli anni '80 hanno
comportato, da questo punto di vista, l'inizio di una crisi senza precedenti. Agli antichi problemi
connessi con la gestione feudale della terra e della produzione agricola, si sono aggiunte nuove
difficoltà, collegate all'industria e al suo insufficiente sviluppo, alla politica petrolifera, sempre
soggetta agli alti e bassi del mercato internazionale, e, soprattutto, al macroscopico debito estero
che è via via aumentato sottraendo risorse necessarie allo sviluppo. E' opportuno menzionare alcuni
fatti importanti che hanno segnato la vita del paese. Nel 1981 scoppiò un nuovo conflitto tra Perù ed
Ecuador - la Guerra di Paquisha - per le controversie sulla frontiera nella zona amazzonica, frontiera
che continua ad essere indefinita dal 1942. Per far fronte ai costi della guerra l'Ecuador dovette
ricorrere nuovamente a finanziamenti dell'estero. Nel 1983 le condizioni climatiche furono pessime:
si ebbero piogge ininterrotte per dieci mesi e ciò provocò seri danni alle infrastrutture dei trasporti e
all'agricoltura. L'interruzione nelle esportazioni di banane, caffè, cacao e altri prodotti esotici
comportò una perdita di 130 milioni di dollari. Durante il governo di Febres Cordero, nel 1987, un
terremoto, con epicentro nella zona nord-orientale del paese, distrusse parte dell'oleodotto
amazzonico, paralizzando per sette mesi le esportazioni di greggio. Le conseguenze per l'economia
risultarono disastrose. Tra gli aspetti positivi di questo periodo bisogna segnalare che durante gli
anni '80 si sono rafforzate le organizzazioni sindacali delle classi lavoratrici e così pure le
organizzazioni indigene (sono stati riconosciuti importanti diritti alle diverse comunità indigene e
sono state assegnate delle terre ad alcune di queste comunità nella regione amazzonica). Inoltre è
stata sviluppata un'intensa campagna di alfabetizzazione durante il governo di Rodrigo Borja, allo
scopo di ridurre il livello allarmante di analfabetismo; tale obiettivo è stato raggiunto, pur senza
eliminare completamente questa piaga. Nel 1996 venne eletto presidente Abdalá Bucarán: con la
sua gestione il paese cade nuovamente nel vecchio errore del populismo. Bucarán rimase al potere
solamente per sette mesi; infatti la sua scandalosa amministrazione, palesemente corrotta e del tutto
incoerente rispetto ai programmi politici con cui egli si era presentato alle elezioni, provocò
un'ampia e forte mobilitazione della società civile, con particolare apporto delle organizzazioni
indigene, che portò alla destituzione del presidente. A questi eventi ha fatto seguito un periodo di
transizione iniziato con l'istituzione di una Assemblea Costituente. Il governo incaricato, sotto la
guida di Fabian Alarcón, ha guidato il paese fino alle elezioni presidenziali straordinarie tenutesi nel
maggio del 1998. Fu eletto presidente Jamil Mahuad, leader del partito Democracía Popular (DP).
Ma la scelta di ovviare al deficit pubblico alzando le tasse sui generi di consumo primari ( gas,
benzina, luce…) mobilitò le forza popolari del paese che ne provocarono la fuga dal paese. Le
organizzazioni indigene e le forze più progressiste all’interno dell’esercito cercarono di prendere il
potere ma questa iniziativa fu osteggiata a livello internazionale dagli USA. Nuovo presidente
divenne Noboa, che ricopriva con Mahuad il ruolo di vice presidente. La politica di aumenti e
privatizzazioni non cambiò. Il governo scelse di praticare la “dollarizzazione”. Il dollaro USA
divenne la moneta ufficiale del paese al fine di limitare i processi inflazionistici. A distanza di quasi
due anni il modello adottato ha portato forse ad una maggior stabilità economica pagata però un
prezzo elevatissimo: valore di acquisto degli stipendi dimezzato, maggior disoccupazione, fuga
massiccia dal paese di forza lavoro, emigrazione clandestina. Senza dubbio il modello di sviluppo
economico inseguito negli ultimi anni è stato un modello ispirato al neoliberalismo.
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Inevitabilmente esso ha aggravato la situazione di «disuguaglianza permanente»; le enormi fratture
tra i diversi strati della società fanno sì che coesistano due realtà contrapposte, quella della
ricchezza opulenta e quella della povertà che in moltissime situazioni degrada nella miseria. Le
contraddizioni della società risultano quindi evidenti; esse si manifestano immediatamente anche
agli occhi del turista più ingenuo.
Nelle ultime elezioni, tenutesi nel novembre 2002, è stato eletto il colonnello Gutierrez come nuovo
presidente. Si tratta di un militare progressista appoggiato dagli indigeni. A lui il compito di
ricomporre lo stato, renderlo realmente più democratico e attento alle fascie più povere della
popolazione.
Cultura
La cultura dell’Ecuador è il frutto di un continuo incontrarsi di popoli nel corso dei secoli. La
ricchezza di questo paese deriva proprio dalle continue contaminazioni nei campi artistici. La
musica popolare utilizza sia strumenti usati in epoche precolombiane, sia strumenti a fiato importati
dalla Spagna. La letteratura possiede una propria originalità dove si incontrano sia il realismo
magico sud americano come l’impegno politico e sociale. Caratteristiche di questo tipo si notano
nella pittura. Al conformismo del primo periodo repubblicano ora gli autori contemporanei
propongono uno stile spesso poco convenzionale fatto di colori vivaci, forme amene ma anche
denuncia dei soprusi perpetuati contro gli oppressi: gli schiavi, i popoli indigeni.
Il confronto fra la magia e la poesia e la durezza della realtà quotidiana è un margine dove si
confrontano gli artisti ecuatoriani. Ma questa è la linea di confine anche della quotidianità per la
gente comune che vive con le sue abitudini, le sue tradizioni, i suoi usi e costumi sempre in bilico
fra povertà e sopravvivenza e l’allegria delle danze e della musica, l’istintivo desiderio di
incontrarsi e di cooperare in progetti comuni.
Ecuador: il problema indigeno.
In Ecuador circa il venticinque per cento della popolazione si definisce indigena, ovvero
appartenente a una comunità autoctona, con una propria lingua specifica (quechua, schuar, secoya,
ecc.), con tradizioni e costumi specifici, tra i quali, in alcuni casi, vi è l'uso comunitario della terra.
Nel paese vi sono diciannove civiltà indigene distinte.Le comunità si sono mantenute culturalmente
vive per cinque secoli, dopo la colonizzazione spagnola, grazie a un profondo sentimento di
appartenenza al gruppo e alla terra. Non si tratta, ovviamente, di culture «pure», congelate in un
punto del proprio processo storico. Ma non sono state nemmeno dei soggetti passivi; esse hanno
modificato la cultura spagnola imposta dalla colonia e, corrispondentemente, hanno adattato e a
volte modificato la propria visione del mondo. In quanto culture coscienti delle proprie identità e
diversità, hanno lottato per la difesa dei propri diritti, in alcune occasioni mediante la rivolta armata,
ma nella maggior parte dei casi utilizzando metodi di resistenza non violenta. In questo secolo, a
partire dagli anni '60, le comunità indigene hanno iniziato una paziente lotta, all'interno delle
istituzioni, per la difesa delle terre. Nell'azione di protesta degli indigeni ha rivestito un ruolo molto
importante il settore progressista della chiesa ecuadoriana, il cui esponente più significativo è stato
Monsignor Leonidas Proaño. Mediante la pratica di ciò che successivamente verrà formulato come
Teologia della liberazione, Proaño ha avviato un processo di liberazione che comprende anche la
sfera materiale e quella sociale. La mobilitazione degli indigeni è cresciuta riunendo i diversi gruppi
etnici fino a che, alla fine degli anni '80, si è costituita la Confederación de Nacionalidades
Indígenas del Ecuador (Confederazione delle Nazionalità Indigene dell'Ecuador), CO.NA.I.E., i cui
principali obiettivi sono: il riconoscimento giuridico del carattere multietnico e multiculturale dello
stato ecuadoriano, il sostegno delle lingue e delle culture autoctone, la difesa dei diritti di proprietà
sulle terre.
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Al programma della Confederazione si sono integrate anche rivendicazioni di tipo ecologista,
soprattutto in riferimento al rispetto della biodiversità della foresta amazzonica, gravemente
minacciata dallo sfruttamento petrolifero, dai tagli boschivi e dalla contaminazione dei corsi
d'acqua. Il movimento indigeno coordinato dalla CONAIE ha conquistato un importante spazio
politico nella vita del paese; ora, per la prima volta nella storia, rappresentanti dei vari gruppi etnici
sono presenti nel Congreso Nacional (Parlamento), e alcuni comuni, soprattutto nella regione
andina, sono amministrati da dirigenti indigeni. All'interno dell'Assemblea Nazionale Costituente i
rappresentanti indigeni hanno sostenuto un progetto politico che ha ridefinito lo statuto giuridico
dell'Ecuador come Confederazione di diverse civiltà ed etnie, per rendere ufficiale, e quindi
legittimamente riconosciuta, una situazione di fatto che ha sempre caratterizzato il paese. D'altra
parte il movimento indigeno ha condizionato fortemente la vita culturale dell'Ecuador. Grazie
all'appoggio di Organismi Non Governativi (ONG) e attraverso l'autonoma presa di coscienza delle
comunità, si sono sviluppati importanti progetti, in particolare il Programma di Educazione Bilingue
(su scala nazionale). Quest'ultimo consiste nell'offrire, nei centri abitati da indigeni, un
insegnamento della scuola dell'obbligo non più basato sulla sola lingua spagnola, ma anche sulla
lingua autoctona propria della comunità. Si sono anche sviluppati, talvolta parallelamente al
Programma di Educazione Bilingue, importanti studi di tipo linguistico, soprattutto per quanto
riguarda la lingua quechua, e si è proceduto alla scrittura, in lingua originale, dell'immenso
patrimonio orale delle diverse culture (miti, leggende, racconti e tradizioni trasmessisi oralmente
fino ai nostri giorni). Si sta quindi assistendo a una rinascita delle culture native indo-americane; e
tale rinascita arricchisce il quadro culturale complessivo del paese. Per la letteratura tutto questo
bagaglio culturale costituisce una nuova risorsa e una nuova sfida. E' in atto un interessante dibattito
circa la capacità dei generi letterari tradizionali di fare propri i punti di vista e i valori della cultura
indigena. Si sono definite importanti linee di ricerca per quanto riguarda il problema del rapporto tra
arte e cultura popolare. In questo contesto l'opera "El amor desenterrado y otros poemas ", di
Adoum, può essere letto come una risposta a questa nuova problematica culturale. D'altra parte
l'opera di Adoum non è un tentativo isolato; la Nueva Narrativa ha accolto pienamente questa sfida.
Per concludere questa breve analisi sul contesto della cultura indigena in Ecuador, vale la pena
riflettere sul fatto che la sua rinascita costituisce un aspetto contraddittorio della realtà nazionale.
Infatti essa può essere interpretata come l'ultimo disperato tentativo di sopravvivenza nell'ambito di
una società nella quale si è imposto il modello economico neoliberale, che a sua volta comporta il
predominio dei valori materiali (la produzione e il profitto) su quelli umani e culturali. Proponiamo
una riflessione di Fernando Tinajero, il quale, dall'interno del mondo culturale ecuadoriano, tenta di
interpretare la realtà contemporanea. La sua visione, lucida e acuta, ci permette di definire le linee
essenziali di questo particolare momento, la cui caratteristica predominante sembra essere la
contraddizione.."…Regime salariale, produzione per il mercato, concorrenza [...], queste sono, fra
altre, le forme che le relazioni umane assumono nel sistema capitalistico; e si sa che, a seconda di
quanto esse si sviluppano, la società deve sopportare una crescente quantità di contraddizioni. E in
quanto l'asse di questo sistema non risiede nella struttura economica locale, bensì nei centri
egemonici del capitalismo mondiale, tali contraddizioni assumono gli aspetti mostruosi di ciò che
chiamiamo sottosviluppo: è l'aberrante struttura di una ricchezza che diviene scopo di sé stessa e
della vita umana, e che si può mantenere e sviluppare solo in quanto la miseria si mantiene e si
sviluppa. Una miseria che a volte appare con il volto della più offensiva opulenza e che con
incredibile facilità si dimentica di sé stessa. Questi aspetti contraddittori sono quelli che si
avvertono nella condizione generale della cultura ecuadoriana dei nostri giorni. Non la
«popolarizzazione» della cultura, bensì la sua mistificazione; non la continuazione coerente della
ricerca del nostro essere, che fu intrapresa duecento cinquant'anni fa, ma il conflitto tra essa e il
folle inseguimento di tutti i modelli culturali che si originano nei paesi dominanti in risposta a
fenomeni che per noi sono irrimediabilmente alieni; non la ricerca della suprema semplicità che
esprime tutta l'autenticità umana, ma la stessa semplicità in lotta contro lo sforzo gratuito proteso
verso la sconcertante complicazione; non la spontaneità, ma lo scontro tra ciò che è spontaneo e le
mille forme dell'artificio."
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