nuove pubblicazioni n 11-2015 catalogo della proprietà intellettuale

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nuove pubblicazioni n 11-2015 catalogo della proprietà intellettuale
ENTE BENEFICIARIO
FEDERSVILUPPO ASSOCIAZIONE REGIONALE DEL PIEMONTE
BOLLETTINO (varie) 20/15
REDATTO DALL’AREA TECNICA.
Torino, 21 dicembre 2015.
10135 Torino - Via Pio VII, 97 – tel. 0116177211
Cristoforo Cresta Tel 0116177275 e-mail: [email protected]
NUOVE PUBBLICAZIONI N 11-2015
CATALOGO DELLA PROPRIETÀ INTELLETTUALE DEL CREA
A quattro anni di distanza è stato realizzato un aggiornamento del Catalogo della proprietà
intellettuale del CREA proponendo nuove schede descrittive e richiamando le modifiche
intervenute nel frattempo nello stato dei titoli già riportati nella edizione del 2011.
Il Catalogo, con l’edizione 2011 e l’aggiornamento al 2015, restituisce al lettore oltre 600 schede
descrittive di innovazioni: invenzioni industriali, privative per novità vegetali, varietà iscritte
ai Registri varietali.
Il solo aggiornamento al 2015 consente di prendere visione di quasi 200 nuove innovazioni che
sono state realizzate in campo industriale e vegetale a fronte del proficuo lavoro dei ricercatori e del
personale afferente alle strutture di ricerca CREA.
Apri file allegato (catalogo_pi_crea.rar)
PROGRAMMA DI SVILUPPO RURALE NAZIONALE (PSRN)
Approvato con decisione (C2015)8312 del 20/11/2015.
Scarica il Programma di Sviluppo Rurale Nazionale (PSRN).
Leggi il comunicato stampa.
STRATEGIE COMMERCIALI E DI MARKETING,POTENZIALITÀ DI
ESPANSIONE DELLE COOPERATIVE AGROALIMENTARI DI PICCOLA
E MEDIA DIMENSIONE SUI MERCATI ESTERI
2 dicembre 2015
La ricerca si è focalizzata sul settore della cooperazione agroalimentare, in continuità con quanto
già realizzato nelle precedenti annualità, sotto l'aspetto delle scelte e delle politiche commerciali e
di marketing, rivolte al mercato estero.
Data la saturazione della domanda interna, gran parte delle cooperative cerca infatti strade di
sviluppo sui mercati esteri, come strategia di sopravvivenza o comunque di vitale importanza.
In particolare, si è ritenuto opportuno dedicare attenzione alle esigenze e alla situazione di mercato
delle cooperative di media o piccola dimensione, solitamente meno strutturate e peraltro numerose;
per esempio, quelle che sono in mano al potere contrattuale dell'intermediario o quelle che
incontrano difficoltà anche ad esportare nei paesi tradizionali acquirenti di prodotti italiani (anche
se questi ultimi presentano minori barriere rispetto ad altri, almeno dal punto di vista normativo e
burocratico).
Più in dettaglio, le tematiche conoscitive oggetto dello studio possono essere sintetizzate nei punti
seguenti: comprensione dei problemi e dei vincoli di queste fasce di cooperative, analisi delle
strategie attuate, investimenti che si ritengono necessari per arrivare a commercializzare i propri
prodotti su nuovi mercati, identificazione di spazi e di potenzialità di miglioramento in termini di
incisività, di relazioni commerciali e, in definitiva, di margini economici ottenibili.
Scarica il rapporto completo (26.88 MB).
Scarica il rapporto di sintesi (925.95 KB).
Scarica il rapporto completo in versione e-pub (8.7 MB)
Fonte ISMEA
INTERPERA 2015 a Ferrara, Italia
Giorno 1
Presentazione del viaggio di studio in Sud Africa, Pauline Panegos (AREFLH)
Produzione e commercializzazione
Il consuntivo della produzione nel 2015 nell'emisfero nord:

Italia: Elisa Macchi (CSO)

Spagna: Manel Simon e Joan Serentill ( Afrucat)
Commenti degli operatori:

Stati Uniti: Kevin Moffitt (US Pear Bureau)

Portogallo: Catarina Rosario (ANP)
Il consuntivo della produzione nel 2015 nell'emisfero sud:

Argentina e Cile: Miguel Angel Giacinti (Gabinete MAG)

Sud Africa: Mariette Kotze (Hortgro)
La riorganizzazione del sistema commerciale delle pere in Italia:
 OPERA
 ORIGINE
Innovazione e ricerca
I sistemi innovativi nella coltivazione delle pere nel mondo, Prof. Moreno Toselli (UNIBO)
La logistica delle pere: le nuove tecnologie e i costi per affrontare i mercati del mondo, Prof. Carlo
Pirazzoli (UNIBO)
Tavola rotonda: I nuovi mercati: le barriere e i requisti fitosanitari strumenti che impediscono la
libera circolazione delle pere nel mondo: Filip Lowette (BFV, Belgio), Simona Rubbi (CSO, Italia),
Manel Simon (Afrucat, Spagna), Miguel Angel Giacinti (Gabinete MAG, Argentina).
La cimice asiatica: una nuova avversità che colpisce il pero. Le strategie di difesa, Massimo
Bariselli (Servizio Fiosanitario Regione Emilia-Romagna).
Metodi fisici e chimici integrati per la difesa a basso impatto ambientale della Cv. Abate Fetel,
Fabio Galli e Michele Mariani (Fondazione F.lli Navarra, Bayer cropscience).
Consumi
Andamento dei consumi delle pere in Europa e nei paesi terzi, Daphné Van Doorn (Freshfel)
Quali strumenti e progetti per promuovere il consumo delle pere in Europa e nel mondo, Luciano
Trentini, Vice Presidente gruppo "Qualità e promozione" della Commisione Europea.
GIORNO 2
L'innovazione tecnologica
Tavola rotonda: l'innovazione varietale per migliorare il reddito dei produttori e soddisfare i
consumatori:

Belgio: Jef Vercammen (PC Fruit)

Stati Uniti: Kevin Moffitt (US Pear bureau)

Italia: Walther Faedi (CREA)

Francia: Hugues Decrombecque (La Morinière)

Francia: Mehdi Al-Rifaï (INRA/IRHS)

Sud Africa: Mariette Kotze (Hortgro)
Il ruolo strategico della tecnologia al servizio della valorizzazione del prodotto pera nei mercati
internazionali, Angelo Benedetti (Unitec).
L'innovazione di prodotto e di processo nella transformazione industriale delle pere, Gabriele
Longanesi (Natura Nuova).
Gli effetti del consumo di pere e dei suoi derivati sulla salute dei consumatori
La pera un prodotto nutraceutico? Il più recenti studi sui benefici derivanti dal consumo di preparati
a base di pera, Prof.ssa Maria Gabriella Marchetti (Dipartimento di Scienze della Vita e
Biotecnologie UNIFE).
Il consumo delle pere contro l'insorgenza delle patologie renali, Dott. Fabio Fabbian (Dipartimento
di Scienze Mediche UNIFE).
Il valore della frutta nella ristorazione collettiva, Patrizia Andreoli (Sodexo Italia Spa).
L'importanza della frutta nelle diete non convenzionali, Prof. Canducci Edgardo (Dipartimento di
Medicina Clinica sperimentale UNIFE).
Fonte: http://interpera.weebly.com/
NASCE SUL WEB IL PIÙ GRANDE DATABASE PER IMMAGINI
DELLE FITOPATIE VEGETALI
Dati della Fao indicano che le fitopatie riducono la produttività delle piante anche del 40%; ogni
anno. Per combatterle, la tecnologia si è evoluta e non poco, ma a oggi risulta che il migliore e più
diffuso metodo per individuare e diagnosticare una malattia delle piante sia l'occhio umano, quale
risultato di migliaia di anni di evoluzione. La cosa è un bene se l'agricoltore vive in una zona
facilmente accessibile da esperti in fitopatologie; un po' meno viceversa se ci si trova in un'area
isolata.
Altro dato su cui riflettere: entro il 2019 saranno in circolazione qualcosa come 5 miliardi di
smartphone, con le relative fotocamere, evolutesi molto in termini di risoluzione e nitidezza.
Per individuare le fitopatie gli scienziati della Penn State (l'Università della Pennsylvania, Stati
Uniti) e dell'EPFL, l'Istituto Federale di Tecnologia di Losanna (Svizzera) hanno pensato di
coniugare il ruolo che ha l'ispezione visiva con la diffusione delle fotocamere dei cellulari più
evoluti. Per questo hanno reso liberamente accessibile e utilizzabile, da chiunque, un tesoro di oltre
50mila fotografie di piante malate tutte catalogate per pianta e malattia. In sostanza, è come se
avessero tolto il copyright su decine di migliaia di foto d'autore.
La speranza degli scienziati è che questa mole di immagini finisca nelle mani di sviluppatori e
specialisti nella machine-learning, programmatori cioè in grado di scrivere programmi "pensanti";
nel caso specifico, in grado di sviluppare programmi e app che, installati sullo smartphone,
permettano automaticamente di diagnosticare la malattia di una pianta semplicemente scattando una
fotografia alle foglie, ai frutti o al tronco malato.
Queste app e programmi futuri rappresentano un'evoluzione di PlantVillage, un sito web sviluppato
da David Hughes, professore di entomologia alla Penn State, e Marcel Salathé, ex professore della
Penn State e ora in forza all'EPFL; entrambi sono oggi impegnati nel nuovo progetto.
Da un lato PlantVillage funziona come una biblioteca su Internet, una sorta di Wikipedia delle
piante e delle fitopatie, dall'altro è retto e gestito da una rete di esperti del settore che, rispondendo
alle domande e fornendo consulenza online, aiutano agricoltori e non alle prese con le malattie delle
piante.
Ora la speranza è che anche altri centri di ricerca e laboratori di tutto il mondo decidano di fare lo
stesso, mettendo a disposizione della comunità le loro fotografie e accrescere l'attuale database di
50mila fotografie. L'assunto di base è che, tanto maggiore è la quantità di immagini e dati
utilizzabili, tanto maggiore sarà la precisione e l'affidabilità delle future app alla caccia delle
fitopatie.
fonte www.news.psu.edu
ISMEA: NEWS MERCATI – VENDITE GARDEN CENTER SETTEMBRE-OTTOBRE
2015.
Ismea ha pubblicato il riepilogo vendite presso la rete Garden Center (Lombardia, Piemonte,
Friuli V.G., Veneto, Emilia Romagna) relativo ai mesi di settembre e ottobre 2015. Anche se il
mese di settembre ha sempre avuto un peso relativo sugli andamenti generali delle vendite, in
questo 2015 la situazione si è fatta più critica a causa dell’estate trascorsa, caratterizzata da un
lungo periodo di alte temperature, il quale, perdurato fino a settembre, non ha stimolato i potenziali
consumatori a godere del loro tempo libero per svolgere attività di giardinaggio. Di conseguenza si
è registrata una bassa affluenza presso i punti vendita ed un inevitabile calo della spesa media.
L’andamento del mese si attesta, quindi, su un – 4,99% rispetto al 2014. Tutte le aspettative sono
state riposte nel mese di ottobre, che dopo un avvio incerto, grazie ad un abbassamento di
temperature, le vendite hanno avuto un andamento pari a quello del 2014. Nell’ultima settimana del
mese, a ridosso di Ognissanti, le contrattazioni hanno avuto un esito diverso dal previsto: sino al
mercoledì le vendite sono state
scarse e su livelli simili all’anno precedente, dal giovedì al sabato mattina si è avuto un incremento
dell’affluenza di clientela, dopodiché dal pomeriggio di sabato in poi si sono avute giornate statiche.
Un simile andamento ha comportato per ottobre un -13,4% sul 2014 con un dato negativo a
progressivo dopo 10 mesi di -1,4% generale. L’analisi completa è disponibile qui:
file:///C:/Users/murachelli/Downloads/Garden_Settembre_Ottobre_2015.pdf
INCONTRO CIMICE ASIATICA IN PIEMONTE
Scarica le relazioni dell'incontro
Immagini dell'incontro
Puntata di TG Leonardo - Rai TV del 4 dicembre
(interviste dal minuto 5.36)
Servizio su agrisapori.it
Relazioni
Diffusione sul territorio piemontese. G. Bosio
Piano di monitoraggio e prove preliminari di difesa. Pizzinat A., Vittone G.
Biologia, distribuzione e antagonisti di Halyomorpha halys in Piemonte. Pansa M.G., Tavella
L.
Halyomorpha halys. La situazione in Emilia-Romagna. Caruso S.
Cimice asiatica in Provincia di Cuneo. La situazione sul nocciolo. Forneris M.
Cimice asiatica in Piemonte. La situazione in orticoltura. Carli C., Giordano R.
Proposte di lotta operative per il 2016. Vittone G.
Fonte http://www.agrion.it/
INCONTRO TECNICO MELO E PERO: VARIETÀ E PORTAINNESTI
Manta, 10 Dicembre 2015
Scarica il materiale divulgativo!
Incontro tecnico Melo e Pero: varietà e portinnesti
- MELO Berra L., Nari D.
Incontro tecnico Melo e Pero: varietà e portinnesti
- PERO Berra L., Nari D.
Photogallery dell'incontro
Fonte http://www.agrion.it/
LIFE ALTA MURGIA
"CONTROLLO ED ERADICAZIONE DELLA SPECIE VEGETALE
ESOTICA INVASIVA AILANTHUS ALTISSIMA NEL PARCO NAZIONALE
DELL'ALTA MURGIA"
Da novembre 2013 è partito il progetto LIFE Alta Murgia - "Controllo ed eradicazione della specie
vegetale esotica invasiva Ailanthus altissima nel Parco Nazionale dell'Alta Murgia". Il progetto
mira ad eliminare la specie aliena ed invasiva Ailanthus altissima dal Parco dell'Alta Murgia con
l'impiego di tecniche innovative a basso impatto ambientale.
Si invita gli interessati a visitare il sito del progetto http://lifealtamurgia.eu/ e a registrarvi per
ricevere notizie su tutti gli eventi e news. Il progetto Alta Murgia ha anche una pagina
(https://www.facebook.com/project.lifealtamurgia.eu/?ref=hl))
ed
un
gruppo
su
fb
(https://www.facebook.com/groups/814858335267578/) creati allo scopo di avere uno scambio di
opinioni e diffondere gli eventi legati al progetto e aggiornare sull’avanzamento dei lavori di
eradicazione dell’ailanto nel Parco Nazionale dell’Alta Murgia.
Maria Chiara Zonno
Ricercatore Consiglio Nazionale delle Ricerche- Istituto di Scienze delle Produzioni Alimentari –
Bari
COME È ANDATO IL CONVEGNO SULLA PRODUZIONE INTEGRATA
FILIPPO PIREDDA - Ufficio stampa CCPB
“In attesa dell’avvio del Sistema di Qualità Nazionale di Produzione Integrata, abbiamo voluto
riunirci per presentare una panoramica della PI incentrata sullo sviluppo rurale e la sostenibilità”,
così Fabrizio Piva, amministratore delegato CCPB, riassume i lavori del convegno organizzato
venerdì 4 dicembre, all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza.
Attraverso la relazioni di illustri esperti del settore e gli interventi del numeroso pubblico, sono stati
analizzati i principali requisiti richiesti dal SQNPI, i piani di controllo applicabili, il sistema di
“equivalenza” con i sistemi qualità regionali (Qualità Controllata, Agriqualità, Qualità Verificata
etc), e quali e quanti controlli sono previsti.
SCARICA QUI LE RELAZIONI DEL CONVEGNO

Il convegno si è aperto con le parole di Lino Nori, presidente di Consorzio il Biologico che
ha voluto ricordare come i prodotti agricoli italiani contengono meno residui rispetto a quelli
provenienti da altri paesi europei, “un dato di cui non si parla mai abbastanza e che è merito del
buon lavoro di questi anni sulla produzione integrata”

partendo proprio dai risultati raggiunti finora, Carlo Malavolta, della DG Agricoltura –
Regione Emilia-Romagna, ha precisato che l’agricoltura integrata ha dimostrato di fornire, già con i
vincoli e le restrizioni attuali, un “contributo non trascurabile sia per unità di superficie che per
unità di prodotto alla riduzione delle emissioni di gas clima-alteranti (mediamente tra il 5 e il 20%)”

anche Tiziano Galassi, del Servizio Fitosanitario – Regione Emilia Romagna, ha mostrato
che dall’inizio del suo impiego, negli anni ’70, la “produzione integrata ha permesso l’uso di una
minore quantità, mediamente tra il 20-35% di prodotti fitosanitari”, per questo dovrebbe essere
utilizzata ancora di più in Italia e soprattutto nel resto d’Europa

parlando di indicatori che misurano la sostenibilità Vittorio Rossi, Dipartimento di Scienze
delle Produzioni Vegetali Sostenibili, Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza”, ha
presentato Innovine, progetto finanziato da Unione Europea per la coltivazione sostenibile di
vigneti

Pierluigi Meriggi, di Horta – Spin Off della Università Cattolica del Sacro Cuore – Piacenza,
ha descritto il nuovo YouSustain.net, una piattaforma di servizi online che attraverso una dettagliata
serie di parametri sono in grado di valutare la sostenibilità di numerose culture

Giuseppe Maio, CCPB, ha illustrato i vari schemi di certificazione che offre CCPB: EPD,
dichiarazione ambientale di prodotto, Biodiversity Alliance, che rafforzare la biodiversità in un
agro-ecosistema

Alberto Albertini, CCPB, ha fatto il punto sulle principali caratteristiche del Sistema Qualità
Nazionale della Produzione Integrata che sarà avviato nei primi mesi del 2016

il moderatore Cristiano Spadoni, giornalista di www.AgroNotizie.it – Image Line, ha voluto
chiudere i lavori con la tag cloud delle parole più frequenti della giornata
PUBBLICAZIONE: ONU DENUNCIA LE PROFONDE DIFFERENZE
ESISTENTI RISPETTO L'ACCESSO ALL'ACQUA
L'Agenzia ONU che si occupa dell'uso e gestione dell'acqua dolce e potabile (UN-WATER) ha
pubblicato un dossier intitolato: "Eliminare le differenze e le disugueglianze nell'accesso all'acqua e
rispetto all'igiene". Appena qualche settimana dopo l'adozione ufficiale dell'Agenda 2030 per uno
Sviluppo Sostenibile, questa pubblicazione rappresenta un tempestivo contributo al dibattito che
sta coinvolgendo la Comunità Internazionale.
Allo stato attuale, approssimativamente 663 milioni di persone sopravvivono senza un libero
accesso ad una fonte d'acqua potabile, addirittura si stima che circa 2.4 miliardi di persone non
godano di condizioni igieniche minime, mentre sono 1000 i bambini sotto i 5 anni d'età a morire
ogni giorno a causa di patologie connesse alla scarsità e/o bassa qualità dell'acqua consumata.
Per consultare l'intero documento prodotto dall'UN-WATER: link.
DIFESA DEL SUOLO PUBBLICAZIONE - 2° QUADERNO CESBIM
È stato stampato il 2° quaderno del CESBIM, che esce dopo 1 anno con una serie di contributi che
riguardano diversi ambiti disciplinari, tutti strettamente collegati alla bonifica idraulica e alla difesa
del suolo.
Il volume si apre con la relazione del CESBIM al convegno: “Difesa del suolo e manutenzione
programmata del territorio. I 25 anni della legge quadro sulla difesa del suolo”, tenuto a Portici il 7
novembre 2014. La relazione definisce i lineamenti essenziali di una riforma dell’impianto
normativo in materia di difesa del suolo e le azioni prioritarie da attivare per un’efficace
prevenzione dei dissesti idrogeologici. Segue il documento conclusivo del convegno, contenente 10
proposte operative basate su semplificazione normativa, riordino delle competenze,
riorganizzazione della manutenzione delle opere di difesa idraulica.
Un’interessante ricognizione sulla storia della bonifica meridionale è nel saggio di G. Rasulo e M.
Rasulo: “La bonifica delle paludi di Napoli e Volla”, che ripercorre le tappe di questa importante
bonifica a partire dall’epoca di Carlo I d’Angiò.
La nota bio-bibliografica dedicata da A. De Dominicis ad Antonio Maiuri getta un fascio di luce su
una delle figure più interessanti maturate in quella grande fucina di tecnici di valore che fu la
napoletana Direzione di Ponti e Strade.
Su un argomento di ben diversa natura e di viva attualità nella pratica operativa dei Consorzi di
Bonifica è incentrato il saggio di A. De Nardo, L. Giordano e F. Gregorio: “Criteri di calcolo del
contributo di scarico delle acque meteoriche e delle acque depurate nelle opere di bonifica”.
Lo studio di Antonio Carbone “la direttiva europea acque e i distretti idrografici – un’ipotesi”
coglie uno degli aspetti ancora irrisolti del testo unico sull’ambiente approvato con il D. Lgs
152/2006, quello della ripartizione equilibrata del territorio nazionale in distretti, rispetto al quale
vengono elaborate alcune interessanti proposte.
Infine sono pubblicate le due tesi di laurea vincitrici della prima edizione del concorso a premi
dedicato alla figura di Carlo Afan De Rivera:
- Mario Giuseppe Infante: “Trasformazione territoriale del Basso Volturno nel primo Novecento”;
- Daniele Siciliano: “Effetto delle vasche di laminazione nelle sezioni vallive dei corsi d’acqua”.
Gli interessati potranno fare richiesta di una copia del quaderno all’indirizzo [email protected].
Fonte: http://www.cesbim.it/
VENETO-AGRICOLTURA PRESENTAZIONI DEL CONVEGNO
“NEMATODI ORTICOLI IN VENETO: STATO ATTUALE E STRATEGIE
OPERATIVE” - CENTRO SPERIMENTALE PO DI TRAMONTANA,
ROSOLINA (RO), 27 NOVEMBRE 2015
Incontro rivolto a tecnici e agricoltori per fare il punto sulla diffusione, danni e strategie di
controllo dei nematodi nelle principali colture orticole del Veneto, in serra e pieno campo
PROGRAMMA
Introduzione: i numeri dell'orticoltura veneta
F. Tosini, Responsabile Centro Sperimentale "Po di Tramontana", Veneto Agricoltura
Principali nematodi orticoli ed esperienze di controllo in Emilia Romagna (presentazione
prossimamente disponibile) G. Curto, Servizio Fitosanitario Emilia Romagna
SITUAZIONE IN VENETO E STRATEGIE DI DIFESA
- Area orticola Alto Veneziano - colture in serra
D. Rolvaldo, consulente orticolo COOP Bibione
- Area orticola Basso Polesine - colture in pieno campo
F. Zecchin, tecnico orticolo Consorzio Agrario Nord-Est
- Area orticola Basso Veronese
D. Boscaini, Responsabile tecnico APOScaligera
Prodotti per la difesa
A. Mingardo, Settore Fitosanitario Regione del Veneto - ufficio di Rovigo
Prove di difesa nematodi su cetriolo con soluzioni alternative
F. Tosini, Responsabile Centro Sperimentale "Po di Tramontana", Veneto Agricoltura
Fonte: http://www.venetoagricoltura.org/basic.php?ID=5999
DANNI DA CINGHIALI, IL MONDO SCIENTIFICO E COLDIRETTI
STUDIANO LE STRATEGIE DI CONTENIMENTO
L’Associazione Teriologica Italiana e Ispra, a fronte della rilevante presenza dei cinghiali sul
territorio italiano e dei danni provocati all’agricoltura ed alla sicurezza stradale, hanno organizzato
a Bologna un workshop nell’ambito del quale, oltre ad illustrare i risultati prodotti dagli studi
condotti dal mondo scientifico sulla capacità di riproduzione della specie e sul comportamento, si
sono tratte alcune indicazioni su come gestire quella che è diventata, per le imprese agricole, la
specie più dannosa in assoluto.
Secondo i dati dell’Istituto (che comunque sono incompleti in quanto la banca dati Ungulati non
fornisce un’esatta fotografia della situazione, mancando un sistematico flusso di dati da parte delle
Regioni sulla presenza della specie), l’incremento numerico dei cinghiali è passato da 300500.000 unità nel 2000 a oltre 600.000 nel 2005, fino a superare i 900.000 nel 2010 con un
prelievo venatorio che è andato crescendo da 93.000 capi nel 2000 a 115.000 nel 2005 a oltre
153.000 nel 2010.
Le relazioni degli esperti del mondo scientifico hanno evidenziato che l’emergenza cinghiali non è
un fenomeno recente, ma sono già 20 anni che la presenza della specie crea un impatto negativo sul
territorio in termini economici e sociali. Alle specie autoctone presenti sul territorio italiano si sono
aggiunte a causa di inopportuni ripopolamenti effettuati dalle associazioni venatorie, altre specie
provenienti dall’Asia e dai paesi dell’Est che hanno determinato un’ulteriore diffusione della
presenza della specie nel nostro Paese a volte incrociandosi anche con maiali allo stato brado e
dando luogo a specie ibridate.
L’elevata capacità riproduttiva della specie dipende dalle assidue cure parentali, da lenti ritmi
di crescita, da una straordinaria capacità di adattamento e di sopravvivenza tanto che il
cinghiale può vivere fino a 17 anni. Gli studi condotti dimostrano che l’accumulo di riserve
energetiche è fondamentale per la specie e quindi il cambiamento climatico ed il foraggiamento
nella misura in cui garantiscono maggior cibo favoriscono la partecipazione al ciclo riproduttivo
della specie. È dimostrato, ad esempio, che una maggiore presenza di ghiande stimola
indirettamente la riproduzione così come il verificarsi di anni consecutivi di abbondante
fruttificazione a causa di inverni miti ed estati fresche e piovose.
Ma il dato più sorprendente è che anche l’attività venatoria, condotta senza alcun controllo sul
territorio, favorisce la riproduzione della specie che avvertendo il pericolo dell’estinzione
tende a riprodursi ancora di più mentre una pressione venatoria importante operata su animali
presenti in un raggio di 2 km dall’area protetta tendono, per effetto del disturbo venatorio, a
spostare l’area vitale degli animali dentro la zona protetta.
Gli studi dimostrano come i cinghiali abbiano un impatto negativo sull’ambiente consistente in
un’alterazione della composizione chimica del terreno a causa dell’attività continua di scavo alla
ricerca delle radici, determinando così una perdita della fitomassa vegetale, una perdita di
compattezza del suolo, fenomeni di erosione, evaporazione dell’acqua, diminuzione dei nutrienti del
suolo (sodio, magnesio, potassio, carbonio), un aumento dei composti azotati e un danneggiamento
ambientale ed economico delle aree destinate a pascolo. La profondità dello scavo varia dai 5 cm ai
30 cm. Risulta, quindi, evidente il danno economico provocato ai terreni agricoli.
Inoltre, la gestione della specie deve essere supportata, secondo gli esperti, da un monitoraggio
standardizzato, diffuso e costante degli impatti economici e delle popolazioni per cui si richiede che
la banca dati dell’Ispra diventi uno strumento in grado di fornire un quadro preciso della presenza
della specie nelle diverse Regioni, nonché una raccolta esaustiva dei dati sui danni, sull’efficacia
delle misure di prevenzione e sull’attività di prelievo. Rispetto a quest’ultimo punto, un elemento di
preoccupazione, da parte del mondo scientifico, deriva dal fatto che dal 2007 ad oggi il numero di
cacciatori è sensibilmente, diminuito per cui da 700.000 unità si è arrivati nel 2014 a circa 600.000
e le previsioni per il 2025 sono per un ulteriore riduzione al di sotto delle 300.000 unità, così che
verrebbe meno uno dei principali strumenti di controllo della specie.
Come ha sempre sostenuto Coldiretti è importante per gestire la presenza della specie sul
territorio, mantenere delle densità obiettivo nelle diverse zone del territorio compatibilmente con
l’uso del suolo, limitando al massimo la presenza dei cinghiali dove l’attività agricola è prevalente
fino a tollerarne una maggiore presenza in aree dove l’unico obiettivo è la conservazione della
natura. In particolare, l’unità di gestione del cinghiale deve il più possibile coincidere con l’ambito
geografico occupato da un’unità di popolazione.
Rispetto alle misure di prevenzione le recinzioni elettrificate funzionano se sono sostituite dai
materiali giusti ed impiantate correttamente, ma in ogni caso non garantiscono la totale
impermeabilità. I repellenti, invece, è dimostrato come non abbiano alcun effetto.
Circa gli strumenti di controllo della specie è emerso dagli studi scientifici che la sterilizzazione è
irrealizzabile praticamente ed economicamente insostenibile, dati i costi dell’intervento su larga
scala, mentre è necessaria una diversificazione ed un miglioramento delle tecniche di prelievo
che va intensificato, abbattendo almeno il 65% della popolazione pre-riproduttiva, aumentando i
prelievi degli animali di età inferiore ad un anno e delle femmine adulte, incrementando l’uso di
tecniche più selettive e ricorrendo alla braccata. A tale proposito, gli esperti ritengono che questo
sia il metodo di caccia più efficace sempre se gestito previa autorizzazione e vigilanza delle autorità
competenti, da cacciatori professionisti.
È, poi, importante la modifica e l’adeguamento del quadro normativo per cui, nell’ambito della l.
157/1992 occorre prevedere il prelievo venatorio del cinghiale anche nelle aree a divieto di
caccia ed il divieto di foraggiamento tranne quello strettamente necessario per favorire le catture e
gli abbattimenti selettivi.
A fronte di queste risultanze provenienti dal modo scientifico, Coldiretti (v. relazione in Internet:
http://www.ambienteterritorio.coldiretti.it/tematiche/Ogm/Documents/cinghiali%20bolognad
ef1.pdf) ha proposto un ampliamento del periodo di caccia al cinghiale, tramite una modifica
dell’art. 18 della l. 11 febbraio 1992 n. 157, che andrebbe previsto dal 1° settembre al 31 aprile ed
ha ricordato l’importanza della norma proposta nell’ambito del collegato ambientale, che vieta
l’immissione di cinghiali su tutto il territorio nazionale, ad eccezione delle aziende faunisticovenatorie e delle aziende agri-turistico-venatorie adeguatamente recintate.
È evidente che gli abbattimenti di cinghiali devono avvenire sulla base di regolamenti delle
Regioni, con mezzi selettivi e previo consenso del proprietario o conduttore del fondo interessato.
Inoltre, è indispensabile, nelle aree protette di cui alla l. 6 dicembre 1991, n. 394, la nomina, da
parte del Ministero dell’ambiente, di un commissario ad acta, qualora gli enti parco non abbiano
adottato specifiche misure di contenimento della specie.
Occorre prevedere, poi, a carico di chiunque violi il divieto di immissioni di cinghiali una
sanzione amministrativa da 1000 a 10.000 Euro. Coldiretti ha, infine, proposto che sia modificato
il quadro legislativo affinché, quando le misure di gestione ordinaria e di prevenzione dei danni da
fauna selvatica si rivelano inefficaci, ci sia una legittimazione dei Sindaci ad adottare ordinanze
contingibili ed urgenti per autorizzare misure straordinarie di controllo faunistico, nei casi in cui, in
sede locale, a causa della fauna selvatica, possano verificarsi pericoli imminenti tali da minacciare
l’incolumità pubblica e la sicurezza urbana.
L'AGRICOLTURA CONSERVATIVA NEI SISTEMI ZOOTECNICI
SEMINARIO e VISITA GUIDATA a Castelfranco Emilia il 10 dicembre 2015 - Relazioni allegate
Il progetto EMILIA BLU, “Agricoltura Blu per i sistemi zoo-tecnici emiliani”, è un progetto
finanziato dall'Assessorato Agricoltura della Regione Emilia-Romagna (LR n. 28/98, bando 2013
zona sisma) che ha avuto come obiettivo lo sviluppo di nuovi metodi e tecniche di agricoltura
conservativa per la riduzione delle “impronte” ambientali nei sistemi agricoli zootecnici.
Nel seminario saranno presentati i principali contenuti del bando per le domande di sostegno
all'agricoltura conservativa ed i risultati del progetto Emilia Blu oltre che di LIFE HelpSoil.
Scarica il programma del seminario 'L'agricoltura conservativa nei sistemi zootecnici'
Relazioni
Apertura lavori - Agricoltura conservativa e misure agro-climatico-ambientali
Giampaolo SARNO – Assessorato Agricoltura Regione Emilia-Romagna
Prove agronomiche con gestione conservativa dei terreni in sistemi zootecnici
Paolo MANTOVI – Fondazione CRPA Studi Ricerche, Reggio Emilia
Evoluzione delle caratteristiche dei terreni a seguito della gestione conservativa
Vincenzo TABAGLIO – Università Cattolica Piacenza
Analisi economica e ambientale delle pratiche conservative
Laura VALLI, Stefano PIGNEDOLI – CRPA spa, Reggio Emilia
I risultati del progetto LIFE HelpSoil sull'agricoltura conservativa in Nord Italia
Stefano BRENNA – ERSAF Lombardia
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