Esperto sara lei

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Esperto sara lei
Esperto sarà lei!
E tutti gli amichetti suoi.
Ho appena concluso un’intervista con un cordiale giornalista di un noto mensile nazionale di economia che
sarà pubblicata nel numero di marzo. Ad avermi maggiormente imbarazzato non sono state le sue argute
domande sul mercato del lavoro ma l’occhiata stupita che mi ha lanciato quando alla sua affermazione che
apriva con “Lei che è un esperto del settore….” ho risposto con uno stizzito “Ennnnnò, esperto sarà lei!”.
Perché l’ho detto? Perché sono convinto che il titolo di esperto sia ormai da evitare come la peste per chi
ha minimamente a cuore la propria reputazione professionale.
Eppure è sufficiente fare una piccola indagine su Linkedin per riscontrare che il tag “esperto” è fra i più
utilizzati nella composizione dei Job Title degli utenti.
Credo siano almeno una decina di anni che non svolgo più attività di orientamento scolastico presso gli
Istituti che puntualmente ogni anno hanno usanza di invitare testimonial per consigliare i propri alunni sui
migliori percorsi formativi suggeriti dal mercato del lavoro.
Questo è dovuto al fatto che quando ho avuto il piacere di essere invitato in qualità di “esperto” si è
verificato un puntuale problema: ho sbagliato le previsioni.
Per l’esattezza, l’ultima volta che mi è stato domandato quale fosse la figura professionale o il settore che il
mercato del lavoro richiedesse maggiormente, non esitai a rispondere “quello informatico”, specificando,
come se non bastasse, che internet e telecomunicazioni sarebbero stati i due settori trainanti con maggiori
opportunità lavorative. Era il 2005.
Un quinquennio dopo, in realtà le mie previsioni si rivelarono abbastanza azzeccate, ma probabilmente
proprio a causa della grandissima espansione del mercato predetto (e della conseguente offerta) gli
informatici divennero una delle principali figure a dominare le classifiche dei disoccupati.
Decisi di lasciare ad altri l’onere, ed il peso di queste figuracce.
Nel frattempo maturai però una risposta-tipo da tenere nel taschino e da sfoderare in occasione di
qualche intervista dove a freddo mi fosse stata rivolta appunto la domanda “Quale sarà la figura
professionale….bla bla bla”.
La risposta suonava più o meno come quelle che si sentono girare da qualche tempo, ovvero “Punta su ciò
che ti piace fare e persegui le tue passioni, il successo arriverà, ecc ecc”.
Credo che questa affermazione si senta così spesso proprio perché gli opinion leader e sedicenti esperti
hanno capito che non era possibile darne un’altra, e questa salva capra e cavoli.
In realtà questo fatto mi instillò un tarlo che mi portò a ragionare a fondo, molto più a fondo, su quali
fossero le caratteristiche possedute da un individuo per poter essere definito “esperto” anche al di fuori
del mio settore di attività.
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Mi venne l’idea di consultare la definizione che ne da Wikipedia ma sussultai quando scoprì che era la
seguente “Un esperto, nel senso di competente, è una persona alla quale, per motivo di professione
oppure per una comunque acquisita competenza ed esperienza su una data materia, viene richiesto di
fornire pareri scientifici su argomenti di dettaglio.” e in conclusione aggiungeva “Nei campi specifici, la
definizione di esperto è stabilita dal consenso degli altri specialisti e non è necessario per un individuo
avere qualifiche professionali o accademiche per essere definito un esperto.”.
In altre parole per Wikipedia un “esperto” è una persona che ha maturato delle esperienze, vissuto delle
situazioni, visto delle cose, in un determinato ambito o settore. Come se non bastasse è possibile essere
definiti “esperti” da altri “esperti” che a loro volta probabilmente saranno stati definiti “esperti” da altri
ancora e avanti così.
Caspita! Adesso sì che sono spaventato.
Diciamo però che se ciò fosse vero si spiegherebbero molte cose.
Cose come ad esempio:
Nessun economista ha mai azzeccato una sola previsione, compresi i professoroni ex bocconiani
che hanno governato il nostro Paese e dai quali discendono purtroppo i futuri leader che lo andranno a
governare (si presume con gli stessi risultati in quanto da loro hanno acquisito il sapere);
Nessun politico ha mai azzeccato una sola scelta proficua per il nostro futuro anche quando si
trattava di presidenti di importanti Istituti di studi economici e dichiaravano che “Con l'euro lavoreremo un
giorno di meno guadagnando come se lavorassimo un giorno di più.”;
Nessun consulente finanziario ha mai azzeccato un solo consiglio utile per gli investitori. Dal
semplice impiegato di banca che su induzione dei propri vertici ha piazzato titoli spazzatura alle vecchiette
che vivevano di misere pensioni, ai più blasonati broker ed investitori professionisti internazionali battuti
più volte nella redditività dei loro investimenti da scimmie ( sì sì proprio l’animale! ) bendate che
individuano i titoli sui quali investire tirando una freccetta su un elenco di azioni a caso;
Ma più modestamente anche nel mio piccolo mondo ci sono “strani” utilizzi della titolo di “esperto”.
Ad esempio si sprecano gli esperti in ambito di career coaching o ricollocamento professionale ai quali
però alla domanda “quante persone si sono realmente ricollocate grazie a te?” la risposta è solitamente
una cosa del tipo “io trasmetto solo gli strumenti poi è il candidato che deve metterli in pratica se vuole
trovare lavoro”. D'altronde non si spiegherebbe perché un esperto detentore dei segreti di “come trovare
lavoro” non se ne stia tranquillamente a crogiolarsi in qualche posizione dirigenziale anziché promuovere
la sua pozione magica per qualche centinaia di euro ai malcapitati di turno.
Ancora in ambito mercato del lavoro sono eccezionali poi gli “esperti” del guadagno facile. Tutti abbiamo la
casella e-mail intasata da spamming di corsi, e-book e video tutorial di espertoni disponibili ad insegnarci
come si diventa ricchi (di solito velocemente e anche senza molti sforzi) quando loro, se realmente lo
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fossero diventati, sarebbero all’ombra di qualche palma in un paradiso tropicale e non in uno scantinato di
periferia a raccogliere indirizzi ai quali recapitare i loro preziosi insegnamenti.
Non posso non citare l’esempio del professorone da 200 euro a visita specializzato in tricologia e ri-crescita
dei capelli…quasi completamente calvo.
O ancora il dietologo delle star con un giro vita da imbarazzare un ippopotamo.
Eppure tutti “esperti”, anzi qualcuno pure “Super Esperto”.
Probabilmente però per loro anche se l’evidenza nega la realtà il titolo di “esperto” è una corazza con la
quale farsi forza e dietro la quale magari celare un po’ di manchevolezze.
Per questi e altri motivi ripudio il titolo di esperto ogniqualvolta mi viene attribuito, a torto o a ragione che
sia.
Chiedo troppo poter dire solamente “Piacere di conoscerla sono Massimo Rosa e mi occupo di Executive
Search” se poi lo faccio bene o male potrai deciderlo tu valutando i risultati e nessun titolo di esperto in…
potrà darti migliore dimostrazione.
Chiedo troppo?
Siate RockStar ! E' gia' piu' che sufficiente.
Massimo Rosa
L'autore:
Massimo Rosa head hunter cuneese da oltre 25 anni elabora ed innova sistemi applicati in scala
all’ambito delle Risorse Umane e della Ricerca e Selezione del Personale.
E' l'ideatore del primo modello di "Job Shop" d'Italia aperto nel 1991, trasformato e sviluppatosi
nelle attuali agenzie per il lavoro.
Scelto dalla produzione di Sky per interpretare se stesso nella prima edizione di The Apprentice
con Flavio Briatore, è spesso ospite o commentatore delle principali testate televisive e
giornalistiche nazionali.
Autore di testi tematici fra i quali "Il Manuale per Esperti nella Selezione del Personale", "Ricerca e
Selezione del personale. Strumenti e tecniche", "Curriculum Guerrilla - 100 modi non
convenzionali per Trovare Lavoro", "Le frasi che fanno bene al business", collabora come
opinionista per i maggiori quotidiani economici.
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