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TRAUMI NEL CICLISMO
In una corsa a tappe rimanere coinvolti in una caduta ha conseguenze più pesanti rispetto
ad una corsa in linea. Anche lievi escoriazioni sono infatti piuttosto fastidiose e potrebbero
rendere molto difficile di notte riuscire a trovare la posizione per dormire. Il dolore e il
recupero incompleto rendono più
duro il compito che il ciclista deve
affrontare nei giorni successivi. In
casi come questi deve uscire il
"carattere" dell'atleta. La capacità di
"stringere i denti", quando il medico
abbia escluso complicazioni, non
deve essere limitata ai casi in cui si
sia in testa a una classifica, ma
comprendere anche tutti gli altri casi
(possibilità di risultati parziali, lavoro
di squadra ecc.).
Cadere dalla bicicletta può provocare danni che interessano soprattutto gli arti superiori, il
capo e gli arti inferiori. Le modalità di caduta sono molteplici e gli esiti che ne conseguono
possono andare dalle semplici escoriazioni ai più seri traumi cranici.
La caduta in gruppo può dar luogo ad esiti rilevanti sia per l'imprevedibilità con cui si
manifesta, sia per il danno aggiuntivo causato dall'impatto con altri corridori e con le loro
biciclette.
Gravi conseguenze possono derivare da cadute durante una discesa o durante volate,
oppure per errori di valutazione o scorrettezze subite.
I gruppi muscolari maggiormente interessati in ambito di traumatologia ciclistica sono gli
ischiocrurali (muscoli flessori della gamba) che possono andare incontro a contratture e
infiammazioni inserzionali (sindrome del piriforme) se la sella è eccessivamente alta.
Viceversa, se la sella è troppo bassa, la muscolatura estensoria della gamba, ed il muscolo
ileopsoas (profondo del bacino) possono presentare delle alterazioni.
La prevenzione dei traumi nel ciclismo è un compito che compete anche e soprattutto agli
organizzatori delle gare, i quali devono visionare i percorsi per garantirne la sicurezza,
predisponendo una rete di soccorsi funzionale nell'eventualità di cadute a terra. Il ciclista da
parte sua deve occuparsi della perfetta efficienza del mezzo meccanico.
Per quanto possa essere ingombrante e fastidioso, il caschetto a forma di conchiglia, in
materiale plastico leggero, rappresenta l'unico efficace mezzo di protezione per il capo.
Le abrasioni (lesioni superficiale della pelle o della mucosa causate da traumi che
colpiscono di striscio la superficie del corpo, senza fuoriuscita di sangue) e le contusioni
costituiscono l'evenienza più frequente nei traumatismi dei corridori. Queste evenienze
sono caratterizzate dalla perdita più o meno rilevante di sangue e per la tumefazione
dell'area interessata. Le complicazioni sono rappresentate dalle infezioni, qualora non
venga praticata un'adeguata pulizia e medicazione.
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Ematoma muscolare
Cause: lesione delle fibre muscolari e dei relativi vasi sanguigni.
Manifestazioni cliniche: dolore e limitazione dell'efficienza contrattile.
Trattamento: applicazione di ghiaccio e riposo dell'arto interessato; il versamento ematico si
riassorbe nel giro di qualche giorno. Non sono necessarie manipolazioni del muscolo, che
potrebbero anzi complicare la guarigione.
Ferite lacero-contuse
Interessano il sottocute e possono coinvolgere le fasce muscolari. Richiedono una pronta
medicazione, con sutura dei tessuti interessati.
Lesioni agli organi genitali e addominali
Non sono molto frequenti, ma possono esitare in un addome acuto traumatico che richiede
un tempestivo trattamento chirurgico. Le lesioni agli organi genitali e addominali sono
dovute, per la maggior parte dei casi, all'impatto del manubrio (leve dei freni) che consegue
a una caduta singola o collettiva.
Lesioni al capo
Le ferite superficiali del cuoio capelluto sono evitabili qualora si utilizzi il caschetto
protettivo; I traumi cranici di una certa gravità sono la conseguenza dell'impatto violento del
capo del ciclista sul fondo stradale, o contro ostacoli come marciapiedi, recinzioni, pali.
Il corridore infortunato va soccorso prestando particolare attenzione alla mobilizzazione dei
delicati settori del rachide cervicale. L'atleta deve essere successivamente avviato verso un
centro sanitario attrezzato, per una valutazione diagnostica accurata. E' opportuno che
l'osservazione neurologica dell'infortunato continui per qualche giorno, data la sequenza
temporale con cui si manifestano alcuni ematomi cranici.
Lesioni a carico delle ossa e delle articolazioni
I distretti maggiormente colpiti sono gli arti superiori e le spalle, a causa della caratteristica
modalità di caduta del corridore. Le fratture dell'arto superiore interessano la mano, le ossa
del polso, dell'avambraccio e del gomito.
La frattura della testa del radio è una delle lesioni più frequenti del gomito traumatizzato
dello sportivo. È caratterizzata dai seguenti fattori:
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il suo frequente disconoscimento diagnostico, nelle forme non scomposte o, all'inverso,
nei traumi importanti ove essa può passare inosservata;
la sua eventuale associazione ad altre lesioni, soprattutto dei legamenti;
la tendenza costante all'irrigidimento precoce del gomito in caso di immobilizzazione.
Clinicamente ci si trova di fronte, il più delle volte, al racconto di una caduta, con gomito in
ipertensione, che provoca una compressione in valgo del gomito. Il paziente lamenta un
dolore diretto sulla superficie esterna del gomito, associato talvolta a un'impressione di
scricchiolio.
Le fratture della spalla interessano prevalentemente la clavicola, mentre le lussazioni sono
più frequenti a livello dell'articolazione acromion-clavicolare.
L'articolazione acromio-claveare è costituita dall'estremità esterna della clavicola, la cui
superficie articolare riposa sull'acromion. Questa articolazione, completata per circa un
terzo dei casi da un menisco, è stabilizzata da un sistema capsulo-legamentoso e
muscolare che può essere danneggiato nel corso della pratica sportiva.
Il ginocchio è però l'articolazione maggiormente sollecitata nella pedalata e sede di
problemi clinici.
Patologie femoro-patellari
Una delle prime diagnosi cui pensare in uno sportivo che lamenta un doloree spontaneo al
ginocchio, è quella di una sofferenza dell'articolazione femoro-patellare. In effetti, certi
sport, come il ciclismo, il canottaggio o il sollevamento pesi, possono evidenziare una
disfunzione di questa articolazione che, in un paziente sedentario, si manifesterà molto più
tardivamente e talvolta mai.
In passato erano descritte con relativa frequenza le fratture rotulee e le distrazioni dei
legamenti del ginocchio.
Queste ultime si verificavano nel tentativo di liberare il piede dal pedale fermapiede a
seguito di una caduta. Gli attuali pedali a sganciamento rapido limitano l'insorgenza di tali
traumi. Il comportamento da tenere in presenza di un corridore con sospetti segni di frattura
consiste nell'evitare spostamenti dalla sede interessata.
Tra tutte le tendinopatie del ginocchio nello sportivo la più frequente è quella che interessa
l'apparato estensore, per il fatto delle sollecitazioni importanti cui l'apparato è sottoposto.
Gli sport interessati sono quelli che comportano un lavoro importante del quadricipite, come
il ciclismo o il canottaggio, o gli sport che richiedono movimenti di spinta quali la pallavolo, il
pattinaggio artistico o il salto (in lungo, in alto e triplo).
L'apparato estensore lavora in condizioni che interferiscono con la dinamica rotulea ed ogni
anomalia dell'uno si riflette sull'altra. Così in ogni sofferenza tendinea dell'apparato
estensore si dovrà pensare ad una instabilità rotulea di cui la tendinopatia può essere solo
la conseguenza.
I microtraumi si instaurano con lenta progressione temporale, a seguito dei continui carichi
cui vengono sottoposti alcuni distretti dell'apparato locomotore. La presenza di alterazioni
nell'allineamento dei segmenti ossei degli arti inferiori e/o una errata posizione in sella sono
i fattori predisponenti.
La patologia microtraumatica nel ciclista interessa prevalentemente il ginocchio, in
particolare a livello delle strutture tendinee e cartilaginee.
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Le tendiniti del rotuleo e del quadricipite si verificano per l'aumento del gioco flessorio
dell'articolazione del ginocchio a causa di una sella troppo bassa, o della posizione in punta
di sella mantenuta per lungo tempo, oppure dall'utilizzazione di pedivelle troppo lunghe.
Anche la scelta di rapporti molto lunghi, soprattutto all'inizio della preparazione,
sovraccarica l'apparato estensore muscolo tendineo del ginocchio.
L'articolazione del ginocchio può presentare alterazioni dell'allineamento dovute a ragioni
anatomiche. Nel corridore con ginocchia valghe viene maggiormente sollecitato il comparto
esterno; nel caso di ginocchia vare il comparto interno. Queste alterazioni possono esitare
nell'artrosi del ginocchio e nella tendinite del rotuleo. A scopo preventivo è opportuno il
potenziamento selettivo del quadricipite.
Alterazioni nell'allineamento dei segmenti ossei del piede
Tali alterazioni provocano conseguenze a livello del ginocchio. L'iperpronazione del piede
tende a produrre una innaturale abduzione dell'articolazione del ginocchio. In tale
situazione, la contrazione del quadricipite nella fase di spinta della pedalata tende a
spostare la rotula verso l'esterno. Ciò crea degli attriti tra la superficie inferiore della rotula e
i condili femorali che, con il passare del tempo, possono dar luogo condromalacia rotulea.
La prevenzione di questa patologia, che si manifesta con dolore e versamento
intrarticolare, consiste nel potenziamento della muscolatura di sostegno del piede e nella
utilizzazione di suole speciali, inserite all'interno della scarpa, in modo da riequilibrare il
carico sostenuto dal piede.
Infiammazione del tendine d'Achille
Nel ciclista, l'infiammazione del tendine d'Achille è molto meno frequente rispetto a sport di
resistenza con sovraccarico sul terreno (corsa a piedi). I fattori predisponenti di tale
tendinite sono la sella bassa, l'eccessiva dorsiflessione della caviglia durante la fase di
trazione della pedalata e il retropiede valgo e varo.
I sintomi principali sono: dolore ed irrigidimento lungo la parte posteriore del tendine, in
particolare verso il calcagno, limitata flessibilità della caviglia, calore e arrossamento nella
zona dolente, un nodulo (formato da tessuto cicatriziale) che può essere toccato con le dita
lungo il tendine.
Il trattamento si giova del riposo atletico (la prima fase di recupero prevede poi solo attività
fisiche che non carichino il piede, come il nuoto) e di terapie fisiche.
Metatarsalgia
È un'affezione dolorosa delle teste metatarsali, dovuta all'eccessiva pressione esercitata
dal piede sul pedale e alla sua posizione scorretta. Il trattamento consiste nell'esecuzione
di un ciclo di terapie fisiche e nell'applicazione di un plantare che scarichi le teste
metatarsali.
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Cervicalgia e lombalgia
L'assunzione di posizioni aerodinamiche in bicicletta e il marcato abbassamento del
manubrio, causano l'iperestensione del tratto cervicale e l'iperflessione del tratto lombodorsale. Ne può derivare la comparsa di contratture dolorose a livello dorsale.
La prevenzione della lombalgia e della cervicalgia si ottiene variando la posizione della
sella, modificando l'altezza del manubrio ed evitando di esercitare forti trazioni con gli arti
superiori. Il trattamento mira a rilassare la muscolatura contratta con l'ausilio del
massaggio, di terapie fisiche.
LESIONI DELLA PELLE
Eritema
L'esposizione prolungata ai raggi solari può provocare scottature sulle regioni del corpo non
protette dal vestiario.
In caso di eritema, la pelle va trattata con pomate a base di antistaminici o cortisonici. Onde
evitare sovrainfezioni, le bolle che si formano successivamente non devono essere aperte.
Punture di insetti
Gli insetti presenti nell'aria, quando vengono a contatto con le aree scoperte della cute,
possono produrre irritazione e indurre fenomeni allergici. Le punture di api e vespe
determinano una dolorosa tumefazione che va trattata con ghiaccio e pomate cortisoniche.
I soggetti che sono già venuti a contatto con il veleno di questi insetti e che hanno
manifestato reazioni allergiche vanno seguiti con particolare attenzione: è necessario
innanzitutto estrarre il pungiglione con delicatezza (schiacciandolo si può iniettare altro
veleno); lavare e disinfettare la zona punta; far scorrere acqua fredda per alleviare il dolore
e rallentare l'assorbimento del veleno (eventualmente impacco con del ghiaccio avvolto in
un panno); applicare una crema antistaminica (prima leggere le istruzioni); nel caso di
sintomi generalizzati recarsi immediatamente al pronto soccorso.
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Aree cutanee a contatto con la sella
Queste aree tendono ad irritarsi a causa dell'umidità e del calore, oppure in seguito ad
attriti tra il pantaloncino e i peli cutanei, o ancora per l'eventuale scarsità di igiene.
L'insorgenza di follicoliti e di foruncoli perineali richiede una protezione antibiotica. Nel caso
in cui il foruncolo sia particolarmente fastidioso è indicata l'incisione. Le dermatiti di natura
micotica sono sensibili alle pomate specifiche.
A scopo preventivo, è comune tra i ciclisti l'impiego di paste grasse sulla pelle di daino dei
pantaloncini e la depilazione sul lato interno della coscia vicino al perineo.
In prossimità della tuberosità ischiatica, zona su cui grava maggiormente il peso del corpo,
si possono instaurare degli indurimenti o callosità della pelle e talora dei noduli fibrotici
sottocutanei. Il trattamento dei noduli fibrotici, se dolorosi, è chirurgico. La prevenzione è
costituita dall'imbottitura dei pantaloncini e dalla modifica dell'inclinazione della sella.
ALTRO
Neuropatia del nervo ulnare
Tra le neuropatie ulnari, la parte del leone viene interpretata dalla sindrome del tunnel
carpale che si attesta tra i problemi più osservati.
Nel ciclista origina al polso e richiede, per la scomparsa, il riposo dell'arto interessato. A
scopo preventivo si deve evitare di esercitare una forte trazione/pressione sul manubrio con
la mano in iperestensione, variare la posizione della mano, indossare i guanti e imbottire il
manubrio con materiale spugnoso, in modo da assorbire meglio le vibrazioni.
Neuropatia del nervo mediano
È meno frequente della precedente in quanto, oltre allo stress esercitato sul manubrio,
sono determinanti altre cause di tipo anatomico (sindrome del tunnel carpale).
Esordisce con parestesie e deficit motori sul lato radiale della mano. La prevenzione è
identica a quella descritta per il nervo ulnare. Qualora la componente anatomica sia
rilevante, il trattamento è chirurgico.
Neuropatia del nervo pudendo
È causata dalla compressione della branca dorsale del nervo pudendo, tra la sella e la
tuberosità ischiatica. È responsabile di formicolii e di alterazioni della sensibilità nella
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regione scrotale. La correzione della posizione e l'adozione di una sella più idonea
risolvono in genere questo tipo di disturbo.
Turbe dell'apparato genito-urinario
Le basse vie urinarie sono sottoposte a insulti e compressioni, responsabili con il tempo di
microtraumatismi e del riscontro di ematuria. L'evenienza di uretriti microtraumatiche,
descritta da alcuni autori, va tuttavia ridimensionata. Viene valorizzata qualora l'atleta abbia
manifestato in precedenza affezioni alle basse vie urinarie.
Turbe dell'apparato gastro-enterico
Vengono normalmente distinti sintomi di provenienza intestinale e gastro-esofagea. Tra i
primi la diarrea, che riconosce come causa più comune le infezioni virali e batteriche.
Inoltre una dieta esageratamente iperglicidica può alterare l'assorbimento intestinale ed
essere responsabile di episodi diarroici. Da non trascurare, nell'atleta particolarmente
ansioso, le cause di natura psicogena. Il trattamento generale è di natura dietetica e si
avvale del reintegro idrominerale. Il trattamento specifico è in relazione alle cause che
hanno determinato la diarrea: antibiotici, fermenti lattici, sintomatici, antidiarroici.
L'urgenza di defecare è una turba che può essere prevenuta evitando di assumere, nel
giorno precedente la gara, cibi a elevato contenuto di fibre vegetali.
Nella genesi dei crampi addominali riveste un ruolo importante la distensione gassosa
dell'intestino, secondaria alla fermentazione di alimenti o all'eccesso di aria deglutita.
Il microsanguinamento fecale è una turba non rara, descritta anche in ciclisti impegnati in
competizioni strenue (Kreider 1991). La causa risiede probabilmente in una ischemia a
livello intestinale, indotta dall'esercizio fisico. In questi casi vanno valutate le perdite
ematiche e attuata una supplementazione specifica.
I sintomi di provenienza gastro-esofagea di più comune riscontro sono la nausea, il vomito,
i crampi epigastrici e l'eruttazione. L'insorgenza di uno o più di questi sintomi può essere
dovuta al'assunzione da parte dell'atleta di cibi o bevande che rallentino lo svuotamento
gastrico e alla presenza di aria nello stomaco, secondaria alla deglutizione e/o
all'ingestione di bevande gassate.
Turbe agli occhi
L'occhio è un organo frequentemente interessato da vari tipi di insulti. I raggi solari, la
polvere sollevata dal vento, gli insetti e gli allergeni presenti nell'aria, costituiscono
altrettante minacce per l'occhio del ciclista.
L'impiego di occhiali protettivi, che limitino al minimo la visione periferica, previene
l'incidenza di turbe agli occhi. Il trattamento mira anzitutto a rimuovere gli eventuali corpi
estranei, quindi a combattere il bruciore e la lacrimazione con adeguati colliri. Il corridore
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soggetto a congiuntiviti allergiche può ricorrere alla terapia antistaminica ed eventualmente
a colliri a base di cortisone.
Ipertermia e disidratazione
La produzione e la dispersione del calore regolano il livello di temperatura corporea.
La produzione del calore corporeo in condizioni di riposo psico fisico avviene
principalmente attraverso il metabolismo basale.
In tutte le reazioni che utilizzano ATP, una certa quota di energia viene dispersa sotto
forma di calore (1400-1800 calorie al giorno a digiuno e riposo).
Il metabolismo può essere stimolato da ormoni quali le catecolammine, le quali vengono
rilasciati per esposizione al freddo.
Durante l’attività fisica la temperatura aumenta (grande consumo di ATP; per mantenere
l’omeotermia, l’organismo attiva meccanismi di termodispersione) insieme all’afflusso di
sangue arterioso che aumenta ai muscoli e diminuisce a livello cutaneo.
Nel corso della combustione dei nutrienti calorici, introdotti con il cibo, viene prodotto calore
interno. Quando la temperatura esterna supera quella interna, per l'intervento del
meccanismo di irradiazione e di convezione (conduzione: avviene per contatto diretto;
convezione: rilascio di calore, aria, o acqua circolante; irraggiamento: passaggio da un
corpo caldo ad uno freddo senza contatto) viene accumulato calore dal soggetto. Se la
temperatura ambientale è invece inferiore a quella corporea, la ventilazione dell'aria
favorisce la dispersione del calore di superficie. Nel ciclismo, tale meccanismo è molto più
rilevante rispetto all'atletica, in virtù delle velocità che si raggiungono in bicicletta. Poiché la
principale via di dispersione del calore nell'atleta di resistenza è rappresentata dalla
sudorazione (principale forma di termodispersione per evaporazione), situazioni ambientali
caratterizzate da caldo ed elevata umidità ne limitano fortemente l'efficacia. In queste
circostanze la temperatura dell'organismo può aumentare fino a valori prossimi alla soglia
del colpo di calore (41 °C). La comparsa di segni di incoordinazione motoria impone
l'immediato arresto dell'atleta, che deve essere reidratato e rinfrescato con l'ausilio di panni
umidi posti sulla superficie corporea. Se la termodispersione è gravemente compromessa
si ha colpo di calore; si danneggiano i centri di regolazione della temperatura (ipotalamo) e
la morte sopraggiunge per l'azione dannosa del calore sui centri nervosi e in seguito a
blocco cardiaco dovuto allo shock circolatorio. Il colpo di Calore si può verificare per attività
fisiche impegnative svolte a T>32 °C e umidità> 60%.
I punti cardine della prevenzione del colpo di calore sono:
1. acclimatazione dell'atleta alle alte temperature ambientali
2. utilizzazione di indumenti che non ostacolino la termodispersione
3. attuazione di una corretta idratazione che miri a bilanciare le perdite.
La massima capacità teorica di sudorazione è di circa 1800 ml l'ora in un atleta di 70 kg.
Tale valore da un'idea della quantità d'acqua che può essere persa in una competizione di
lunga durata. Una perdita di peso di circa 1 kg al termine di una gara di questo tipo può
essere considerata espressione di un buon bilancio idrico. Le perdite di elettroliti con la
sudorazione, in un atleta ben allenato e acclimatato, sono meno marcate rispetto a un
soggetto poco allenato. Il ciclista deve acquisire l'abitudine di idratarsi in corsa a interalli
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frequenti, a prescindere dallo stimolo della sete che può comparire tardivamente. La
preferenza va data a bevande fresche a bassa concentrazione di carboidrati ed elettroliti e
alla semplice acqua naturale, per la facilità con cui transitano dallo stomaco e vengono
assorbite dall'intestino.
In caso di temperatura esterna molto elevata, una spruzzata d'acqua al volto o (se in salita)
alla nuca, può portare temporaneo refrigerio. Evitare però le pericolosissime "secchiate",
sia perché il getto d'acqua violento può sbilanciare il corridore, sia perché vengono bagnate
parti del corpo, come il ventre e le gambe, che possono risentirne negativamente. Il miglior
recipiente da cui prendere una spruzzata d'acqua è la borraccia. Anche un bicchiere di
carta può servire egregiamente allo scopo se utilizzato correttamente; in ogni caso, anche
se sfuggisse di mano, è ancor meno pericoloso rispetto ad una borraccia.
Infiammazioni ed infezioni alle prime vie aeree
Laringe, trachea e bronchi sono frequentemente interessati da queste affezioni, che
possono incidere negativamente sulle capacità prestative dell'atleta. L'esposizione a
condizioni ambientali spesso sfavorevoli spiega l'elevata incidenza di tale fenomeno nel
ciclismo.
La prevenzione delle infiammazioni e infezioni alle prime vie aeree comprende il vaccino
antinfluenzale e l'assunzione di antiossidanti (soprattutto nel caso di esposizione a
condizioni ambientali sfavorevoli come l'inquinamento).
Problematiche relative all'apparato cardiovascolare
Morte improvvisa Questo evento si verifica entro un determinato lasso di tempo
dall'insorgenza dei sintomi precipitanti (sincope, palpitazioni). In uno studio, la
cardiomiopatia ipertrofica è risultata la causa di morte improvvisa più frequente in atleti di
età inferiore ai 35 anni.
Negli atleti di età inferiore ai 35 anni, fra le cause cardiologiche di morte improvvisa, sono
risultate prevalenti quelle di natura congenita; al di sopra di questo limite di età, assume
invece maggior rilievo la sclerosi delle coronarie.
Ipertensione Il riscontro di elevati valori pressori non è frequente nel ciclista giovane,
mentre acquista maggior rilevanza nei soggetti adulti sani, dove i valori di pressione
arteriosa non devono superare i 140 mm Hg per la sistolica e i 90 mm Hg per la diastolica.
Si parla di ipertensione arteriosa per valori pressori superiori a 160 mm Hg di sistolica e 95
mm Hg di diastolica. La misurazione della pressione arteriosa va fatta a riposo in diversi
momenti della giornata, mentre per la sua valutazione sotto sforzo viene utilizzato il
cicloergometro. Durante un esercizio prevalentemente isotonico come il ciclismo, è
considerato valore limite un valore di pressione sistolica di 230 mm Hg.
Qualora fosse diagnosticato lo stato ipertensivo, il soggetto viene posto in terapia medica e
reso non idoneo all'attività agonistica.
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Dolore e formicolio alla coscia
Si tratta di un' affezione che si manifesta appunto con dolore e formicolio alla coscia in
ciclisti impegnati in sforzi intensi. La stenosi si verifica per proliferazione di cellule
connettivali sulla tonaca intima dell'arteria iliaca esterna. Alla determinazione
dell'arteropatia concorrono le ripetute sollecitazioni emodinamiche sulla parete vasale,
assieme alle turbolenze locali, favorite dal decorso tortuoso che può assumere l'arteria
nella posizione di flessione della coscia sul bacino.
La diagnosi viene formulata con l'Ecodoppler durante l'esercizio al cicloergometro e con
l'angiografia. Il trattamento è chirurgico.
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