Prima Catechesi per SINGLE (lunedì 31 ottobre)

Transcript

Prima Catechesi per SINGLE (lunedì 31 ottobre)
PARROCCHIA DELLE SANTE BARTOLOMEA CAPITANIO E VINCENZA GEROSA
Prima Catechesi per SINGLE
(lunedì 31 ottobre)
VIENI, O SPIRITO CREATORE
Vieni, o Spirito Creatore,
visita le nostre menti, riempi della Tua grazia i cuori che hai creato.
O dolce Consolatore, dono del Padre Altissimo,
Acqua viva, Fuoco, Amore, santo Crisma dell'anima.
Dito della mano di Dio, promessa dal Salvatore,
irradia i Tuoi sette doni, suscita in noi la parola.
Sii luce all'intelletto, fiamma ardente del cuore;
sana le nostre ferite, col balsamo del Tuo amore.
Difendici dal nemico, reca in dono la pace,
la Tua guida invincibile ci preservi dal male.
Luce d'eterna sapienza, svelaci il grande mistero
di Dio Padre e del Figlio uniti in un solo Amore.
Genesi 2, 15-23
15Il Signore Dio prese l'uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo
custodisse.
16Il Signore Dio diede questo comando all'uomo: "Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del
giardino,
17
ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, nel giorno
in cui tu ne mangerai, certamente dovrai morire".
18E il Signore Dio disse: "Non è bene che l'uomo sia solo: voglio fargli un aiuto che gli
corrisponda". 19Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di animali selvatici e tutti
gli uccelli del cielo e li condusse all'uomo, per vedere come li avrebbe chiamati: in qualunque
modo l'uomo avesse chiamato ognuno degli esseri viventi, quello doveva essere il suo nome.
20Così l'uomo impose nomi a tutto il bestiame, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli animali
selvatici, ma per l'uomo non trovò un aiuto che gli corrispondesse.
21
Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull'uomo, che si addormentò; gli tolse una
delle costole e richiuse la carne al suo posto. 22Il Signore Dio formò con la costola, che aveva
tolta all'uomo, una donna e la condusse all'uomo.
23
Allora l'uomo disse:
"Questa volta
è osso dalle mie ossa,
carne dalla mia carne.
La si chiamerà donna,
perché dall'uomo è stata tolta".
AMA LA VITA!
Ama la vita così com'è.
Amala pienamente, senza pretese;
amala quando ti amano o quando ti odiano,
amala quando nessuno ti capisce,
o quando tutti ti comprendono.
Amala quando tutti ti abbandonano,
o quando ti esaltano come un re.
Amala quando ti rubano tutto,
o quando te lo regalano.
Amala quando ha senso
o quando sembra non averlo nemmeno un po'.
Amala nella piena felicità,
o nella solitudine assoluta.
Amala quando sei forte,
o quando ti senti debole.
Amala quando hai paura,
o quando hai una montagna di coraggio.
Amala non soltanto per i grandi piaceri
e le enormi soddisfazioni;
amala anche per le piccolissime gioie.
Amala seppure non ti dà ciò che potrebbe,
amala anche se non è come la vorresti.
Amala ogni volta che nasci
ed ogni volta che stai per morire.
Ma non amare mai senza amore.
Non vivere mai senza vita!
( MADRE TERESA DI CALCUTTA )
FATTI PER AMARE
Cari amici benvenuti a questo singolare incontro di “single”! E’ singolare nel senso che non si sente
frequentemente parlare di incontri per persone single, non sposate. Per altro è la risposta ad
un’esigenza che alcuni di voi hanno manifestato più volte quando sentivano parlare di matrimonio,
di bellezza del matrimonio, di ideale di matrimonio, ancor più per qualcuno che comincia ad essere
già più adulto, più avanti negli anni e si chiede:”E io?”, “E se per caso non trovo un partner, la mia
vita che significato ha?” “Ha significato solo per gli sposati o per quelli che si fanno preti o suore?’
Da qui è nata la volontà di rispondere a queste richieste non soltanto per dare una risposta
immediata, perché dietro al fatto di non sposarsi, di non ritrovarsi sposati, c’è anche il fatto che va
trovato un significato pieno alla domanda:” E’ una persona compiuta solo la persona che si sposa?
Lo vedremo lungo questo corso di spiritualità.
Qual è l’autentica compiutezza della persona? Nello stesso tempo va detto che non ci si deve
rassegnare, almeno fino ad una certa età, ma si deve ancor più trovare la motivazione: PERCHE’
CERCARE?” “E’ giusto che io cerchi ancora un partner per la mia vita?
A queste e ad altre domande cercheremo di rispondere lungo questo corso di formazione aperto a
single cristiani che vogliono guardare la vita nell’ottica del Vangelo. In quel meraviglioso dono che
abbiamo di conoscere un Dio che è Padre di tutti, che non “fa” nessun figlio inutile, che non
produca frutti, anche quando sembra che le situazioni della vita portino a condizioni che possono
far pensare ad una inutilità o incompiutezza; c'è ancora una compiutezza! Vorremmo insieme
scoprire come si forma questa compiutezza nel titolo di questo corso :
FATTI PER SPOSARE:
La nuzialità appartiene ad ogni uomo, ad ogni donna oltre l’età.
Già questa definizione mi fa capire che non tutto verrà detto in questo primo incontro. Ci saranno
altri sette incontri, lungo i quali svilupperemo altre tematiche.
“Non è bene che l’uomo sia solo”. L’obiettivo di questo incontrarci non si realizza in una catechesi
soltanto per ragionare su una situazione, ma in uno stare insieme per aiutarci a trovare il
significato dell’essere “single”.
Qual è l’obiettivo primario? Dare significato spiritualmente alla persona single perchè possa dare
senso al suo stato, al fine di capire se per lei sia ideale cercare il partner o rimanere single.
Prima di approfondire che cosa significa “essere single” è bene che si valuti tutto il significato di
essere uomini e donne, cioè perchè uomo e donna sono fatti per sposare.
Al di là delle risonanze dell’essere soli vi è un dato inconfondibile: Tutti siamo fatti per sposare, fino
all’ultimo giorno: anche a 80/90 anni io sono fatto per sposare. Anche quando qualcuno di noi per
autoconsolarsi o autogiustificarsi giunge a pensare o decidere:”Non sono fatto per sposare.”
Rimane invece l’IDENTITA’ profonda della definizione: “tutti siamo fatti per sposare” anche oltre la
volontà di sposarsi o no, oltre la scelta di sposarsi o no; per i vergini, i preti e le suore, il celibe.
Il primo dato oggettivo concreto, biblico dell’essere fatti per sposare è il NOSTRO CORPO
SESSUATO. Il corpo dice che siamo fatti per sposare! Ma per dare risalto a questa soffermazione,
leggiamo la Parola di Dio: Genesi 2, 15-22.............
Sappiamo che è un racconto letterario e dobbiamo andare al di là di questa descrizione e capire il
contenuto. Possiamo già vedere come nel:” Non è bene che l’uomo sia solo” sia già decifrabile il
Suo Disegno: non è spiegabile l’uomo SOLO; non corrispondeva al disegno di Dio. Eva era
veramente ciò che gli corrispondeva: “carne della mia carne, osso delle mie ossa” (Genesi 1,26-28)
E Dio disse “Facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza...lo creò, maschio e femmina li
creò.”
Anche questa asserzione è oltremodo significativa, perchè in quel “li creò maschio e femmina”
viene evidenziata l’origine dell’identità, la qualità dell’identità: questo uomo, questa donna.. creati
a Immagine di Dio. Tale distinzione e unità hanno un’origine e una somiglianza precisa con Dio, un
contenuto che rimanda a Dio.
Banalmente allora: uno che non si sposa perde l’immagine di Dio? Uno che non realizza l’unità è
meno immagine di Dio?
Riflettiamo su quanto dice il Papa Benedetto XVI: “ E’ questa umanità sessuata che è dichiarata
esplicitamente:immagine di Dio. La sessualità non è una roba sporca, anche la sessualità è
immagine di Dio. Una volta plasmato da Dio e collocato nel giardino di cui riceve la gestione, colui
che è designato, con il termine generico ADAM, fa esperienza di una solitudine, che la presenza
degli animali non riesce a colmare. Gli occorre un aiuto che gli sia corrispondente. La parola “aiuto”
non descrive un ruolo subalterno, ma vitale. Lo scopo è che la vita di Adam non si inabissi in un
confronto sterile e alla fine mortale; l’incontro con se stesso è fare tomba prima del tempo!
E’ necessario per Adam entrare in relazione con un altro che sia al suo livello e soltanto la donna,
creata dalla stessa carne e avvolta dallo stesso mistero, dà alla vita dell’uomo un avvenire.
Quindi questo racconto caratterizza decisamente una realtà relazionale.
In tal modo il corpo umano, contrassegnato dal sigillo della mascolinità /femminilità, racchiude fin
dal principio l’attributo “sponsale”. Tale aggettivo indica la capacità di esprimere l’amore, quel
amore nel quale l’uomo persona diventa dono e, mediante questo dono, attua il senso stesso del
suo esistere. Nella relazione divento ciò che io sono. In questa sua peculiarità il corpo è
espressione dello spirito. Il corpo esprime la realtà più intima dell’uomo. C’è sempre il rischio
fermandosi solo al corpo di non riuscire a comprendere il proprio destino. L’umo è chiamato ad
esistere nella comunione delle persone ad immagine di Dio.
Il matrimonio è in un certo senso la forma mentale, la dimensione di questa chiamata (più oltre in
Genesi 2,24: “Per questo l’uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie ...” )
Il matrimonio è il quadro di riferimento, è il paradigma, è la modalità tipo delle persone; cioè ogni
persona per diventare sé ha bisogno di una relazione totalizzante, coinvolgente, radicale per
sentire che “sono diventato me”.
Essere uomo è la capacità di dare tutto di sé; dentro una storia, talora fatta di fatiche, di
tribolazione, do il mio tutto. E io sono così fedele a “questo tutto” da dare tutto di me? E’ così
anche per me che non sono sposato?
Mi realizzo come persona nella misura in cui tiro fuori nella modalità del matrimonio la mia
capacità di dare tutto. In base al principio del reciproco essere per l’altro, nella comunione
interpersonale si sviluppa la stessa integrazione dell’umanità. Realizzarsi nel donare si attua la
storia della integrazione umana, altrimenti avremo solamente delle isole, non delle persone capaci
di stare insieme.
Ciascuno di noi è persona nel e col proprio corpo in una unità strettissima, ma non sono
indipendente da questo corpo. Da una parte dice la mia identità, ma poi rimanda oltre sé, rimanda
all’altro da sé: non è racchiudibile, spiegabile nelle sue coordinate del suo corpo. Facciamo un
esempio: Se noi cancellassimo dalla faccia della terra tutte le donne, l’uomo maschio saprebbe di
essere maschio? Così per le donne. No, non riuscirebbe.
La persona è compiuta in sé perché riceve come identità (so chi sono) il proprio significato dal fatto
che esiste l’altro.
Negli uomini/donne è scritta l’immagine e somiglianza di Dio: massima Distinzione e perfetta Unità
che è in Dio. Per capire uomo/donna è indispensabile una cospiegazione, altrimenti nessuno dei
due capisce chi è. Così l’uomo e la donna si aprono alla trascendenza: il senso di me (donna/uomo)
è oltre me. Per gli sposi sarà “il senso di noi è oltre noi”.
La trascendenza è la capacità di andare oltre, questo dà il significato di te.
“NON E’ BENE CHE L’UOMO SIA SOLO “: l’uomo può esistere e avere un’identità solo in relazione
ad un’altra persona. Perciò essere persona ad immagine e somiglianza di Dio comporta esistere in
relazione. Relazione non significa essere come fagioli contenuti in scatola, questa è vicinanza fisica.
Il fatto che l’uomo/donna sia immagine di Dio non significa soltanto che ciascuno di loro
individualmente è simile a Dio, ma che uomo e donna creati nella comunione d’amore, nell’unità
rispecchiano l’Amore che è in Dio, come la TRINITA’. Nell’uomo e nella donna è iscritta l’immagine e
somiglianza nella perfetta distinzione di un Dio, ma anche nella perfetta comunione: unità
d’amore. Perfettamente distinti, ma nell’unità c’è anche la pienezza del significato della
distinzione. Questa duplice somiglianza, unità, distinzione con Dio è la qualità dell’essere di tutti,
uomini e donne, creati nella distinzione e nell’unità, nella originalità, nella singolarità, a tal punto
che la relazione dà significato all’unità. Tutta la creazione porta il marchio della trinità, dell’unità.
Proviamo a pensare quale distanza di natura diversa c’è tra la pianta e il sole, quale diversità
infinita! Eppure la pianta diventa verde solo perchè c’è il sole. In forza di quella luce essa diventa
verde. Sono due realtà distinte che producono unità. Così nella fecondazione umana: l’embrione è
frutto di un incontro, di una relazione fra un uovo e uno spermatozoo compiuti in sé, ma solo
nell’unità diventa soggetto, individuo: nell’utero di una madre è già un distinto, nella misura in cui
è legato alla madre diventa se stesso. Quindi nella misura in cui si vive la relazione si diventa se
stessi.
L’istinto sessuale stesso è espressione di questa verità; l’impulso erotico infatti è capace di
sradicare l’egoismo dall’interno e lanciarlo totalmente fuori verso la persona amata; induce a dar
via me stesso, me stessa. La relazione è stampata dentro di noi. La comunione, la relazione sono il
significato della sessualità distinta, maschile/femminile, non il contrario. Anche se rimane una
forza affidata alla libertà della persona l’impulso sessuale, nel suo essere vissuto solamente come
ricerca di se stesso, del proprio piacere, e non come conduttore della relazione, conduce alla
solitudine. Quando prevale l’istinto autoreferenziale l’altra persona diventa oggetto e scompare la
relazione. L’impianto psico-fisico spinge alla relazione come essenziale per diventare se stessi.
Dentro la sessualità distinta si nasconde l’istinto della relazione della comunione, del restare
insieme. L’obiettivo è che io diventi capace di realizzare una relazione come comunione “alta”.
“Fatti per sposare”- “Fatti per amare”: il corpo racchiude in sé la capacità di accogliere e donare
amore(non solo donare il corpo e ricevere un corpo) per costruire una comunione, che ama e
accetta questa comunione d’amore.
Il termine “sponsale” etimologicamente significa rispondere, promettersi, esprimersi.
Se non rispondo non sono me stesso, rifiuto la relazione. Dentro la distinzione m. f. vi è iscritto a
caratteri cubitali la chiamata ad amare ed essere amati, ad amare e raccogliere la risposta. Sposare
è anche la stagione della vita. Ma IO, prima e oltre il matrimonio, sono fatto per amare ed essere
amato.
FATTI PER AMARE da’ pienezza di identità e significato alla persona. Abbiamo persone che si
sposano, ma non si realizzano per cui per i più sembra che l’unica soluzione sia quella di cercare un
altro/a: “Ho sbagliato uomo/donna”. Se non imparo ad amare non posso essere “FATTI PER
SPOSARE”: la diversità è lo strumento per amare. Amare è molto più grande e più comprensivo
dell’essere “Fatti per sposare!”
Madre Teresa di Calcutta era forse meno donna? Era forse meno realizzata?
E’ dentro questo che colgo la mia identità. In questa luce devo guardare la mia storia! Se non avete
imparato ad amare evitate di cercare un partner se no cercate la corda per impiccarvi!. La
motivazione vera è: CERCO UN PARTNER PER AMARE O PER SPOSARE?
Amare? Posso verificarlo già nel contesto attuale: nel mio ambiente familiare, di lavoro...
Se vogliamo andare alla radice della situazione delle persone single dobbiamo tentare di aiutare
tutti a rivedere se si cerca radicalmente questa identità, che mi viene dalla relazione. So chi sono
per l’amore che do, che va ben oltre la realtà sessuale, non è per svilirla, ma per esaltarla, perché la
carica della sessualità è l’amore.
Questo nostro stare insieme oggi è cercare di andare alla radice perché venga fuori la compiutezza.
Delle nostre persone. Il destino è: ”SONO CAPACE DI AMARE, SARO’ UOMO FINO IN FONDO? Lo
scopo della vita non è condividere un letto, nemmeno avere una famiglia, ma è vivere alla radice la
mia identità d’amore (non si intende una buona sensibilità verso gli altri...) bensì essere dono
totale di sé, un uomo/donna, che si sa compromettere, altrimenti non sono un uomo ma un
funzionario (per questo il matrimonio è il paradigma)
Riprendiamo il testo biblico. Perché Dio dice ad Adamo: ”Non è bene che l’uomo sia solo” ? Se uno
è fatto per amare realizza mai se stesso perché la radice è: “Fatti per amare”. Ognuno di noi è
scaturito dalla Trinità. Può essere che la Trinità produca un single?
NON ESISTE UN SINGLE. per Dio. Per Lui esiste sempre la persona in comunione, fa parte essenziale
dell’identità l’essere in relazione. L’IDENTITA’ della mia vita è “FATTI PER AMARE,” per fare di me il
dono totale, poi vado a scoprire quale strada scegliere per realizzare pienamente me stesso
nell’amore. Rinunciare a sposarsi non è avere meno capacità di amare.
Cari “Single” non disprezzatevi, non vivete piangendo, perché non vi è tolta la possibilità di essere
pienamente uomini e donne single, se volete amare fino in fondo, nel dono totale di se stessi.
Dio non molla mai nessuno! Il Signore è L’Unico che in assoluto fa nozze vere, che non abbandona
mai nessuno, che consente a ciascuno di noi una realizzazione totale: la capacità di fare il dono
totale di noi stessi, se stiamo legati a Lui.